Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 179 del 5 novembre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 179/XII - Progetto del "Country Hospital" a Châtillon. (Interrogazione)

Interrogazione

Premesso

- che nel maggio scorso è stato presentato il progetto del Country Hospital a Châtillon;

- che, malgrado l'enfasi di alcuni relatori, l'idea non sembra avere raccolto particolari adesioni presso la comunità locale, anche a livello di professionalità sanitarie;

ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore delegato per sapere se l'ipotesi del Country Hospital a Châtillon appare tutt'oggi praticabile oppure se essa è già stata archiviata:

a) nel primo caso: com'è strutturata, quali sono le risorse umane e finanziarie impiegate e quando si prevede che diventi operativa;

b) nel secondo caso: perché le autorità sanitarie hanno rinunciato a tale ipotesi ed eventualmente se c'è una soluzione alternativa.

F.to: Tibaldi - Frassy

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - Due sole parole per illustrare cosa si intende per "Country Hospital".

È una struttura sanitaria prevista a Châtillon, residenziale, con attività sia diagnostiche che terapeutiche, che prevede quindi la presenza di un'infermiera professionale. È un po' un piccolo ospedale, con tutto quello che comporta avere un piccolo ospedale, a poca distanza dall'Ospedale grande di Aosta.

Non si è dato corso - lei ha ragione - alla realizzazione prevista, ma questo per alcune esigenze che abbiamo incontrato di maggior spesa. La prima, sempre nella sua zona, è quella della "RSA" di Antey, che doveva entrare in funzione quest'anno, ma a cui abbiamo dovuto apportare alcune modifiche, cambiare alcune strutture, le porte, e questo ha comportato una maggiore spesa; così anche un altro intervento, che ha previsto più stanziamenti, quello dell'adeguamento del Poliambulatorio di Donnas, a cui teniamo molto perché è una sede sanitaria importante in una zona molto più vicina alle altre sedi ospedaliere rispetto alla nostra. In particolare è stato necessario un ulteriore finanziamento per rendere la radiologia di questo poliambulatorio idonea a far fronte alle esigenze. Non solo, ma la realizzazione del "Country" non è stata portata avanti per una carenza di personale: anche se è una struttura nuova, non è facile trovare del personale professionale per lavorare in tali strutture, in particolare Antey; lei saprà che ritardiamo l'entrata in attività proprio perché c'è una carenza di personale.

Abbiamo dato precedenza nella realizzazione di queste strutture, a cui crediamo molto, soprattutto la "RSA" di Antey, la prima "RSA" della Valle d'Aosta, che non risolerà solo il problema della zona, ma verrà incontro a diverse esigenze sanitarie di lungodegenti di tutta la Valle. Inoltre, è vero, vi sono state delle difficoltà organizzative sanitarie: coloro che avevano dato in un primo tempo una disponibilità a prestare la loro opera all'interno di questo "Country Hospital", al momento della realizzazione si sono tirati indietro, per cui bisogna verificare di nuovo se c'è la possibilità di utilizzare queste competenze mediche organizzative.

A che punto siamo oggi? Siamo in una posizione di "stand-by", di verifica, anche se non abbiamo accantonato completamente il progetto, anzi abbiamo previsto in bilancio degli stanziamenti. Dicevo che siamo in uno "stand-by", ma non passivo, attivo, che vuole verificare tutti i dati, anche quelli epidemiologici, un'analisi dei bisogni, e in questo verranno sentite le comunità, un'analisi dei costi e penso che sempre più, prima di partire con questi progetti, dovremmo fare un'analisi precisa di tutti questi fattori.

Vorrei solo concludere dicendo che questo Consiglio - in cui credo - non è solo un luogo in cui si polemizza, ma è un luogo di proposta. Chiedo che lei, nella sua replica, se lo crede giusto, si esprima sull'esigenza o meno di questa struttura sanitaria in Châtillon.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Per rispondere immediatamente al suo quesito finale, penso che siano gli atti e i fatti presentati attraverso le iniziative presentate dal nostro gruppo che depongono a favore dell'attenzione e della sensibilità che abbiamo nei confronti della sanità territoriale. Penso che lei, Assessore, non appena si è seduto su quella poltrona, si sia subito confrontato con un problema piuttosto spinoso e ancora irrisolto, che è la soluzione dell'emergenza territoriale, dell'applicazione di quella legge la quale prevede, oltre alla divisione in macrodistretti, anche le soluzioni di emergenza territoriale sul territorio: problema irrisolto!

Veniamo al "Country Hospital". Ci pare di cogliere dalle sue parole una sostanziale sconfessione dei contenuti del piano sociosanitario 2002-2004, perché in quel piano, a pagina 113, si individua "l'ospedale di comunità" - per usare un termine italiano - come soluzione strutturale e organizzativa, per attivare, anche se in forma sperimentale, una struttura residenziale dove ricoverare soggetti prevalentemente anziani.

Di fronte a questa importante affermazione contenuta in un piano sociosanitario approvato dal Consiglio, a fronte dell'enfasi con la quale è stato presentato questo progetto a Châtillon - guarda caso, il 29 aprile, alla vigilia delle elezioni regionali, con una massiccia partecipazione di pubblico e di professionalità locali, oltre che delle autorità sanitarie regionali -, l'Assessore Vicquéry si ricorderà, sembrava un progetto in dirittura di avvio, sembrava che a monte vi fosse tutta quell'analisi propedeutica che lei, Assessore, sosteneva di dover fare adesso - ha parlato di "stand-by" attivo, intendendo un'opera di consolidamento di conoscenze che ancora oggi sembrano non essere di dominio dell'Assessorato - noi pensavamo - avendo anche partecipato personalmente, in particolare il sottoscritto e il collega Frassy a quella riunione - che certe cognizioni fossero già a monte di certe determinazioni che poi sono state divulgate.

Oggi apprendiamo che il "Country Hospital" rimane ancora sulla carta, tanto che quei locali di Châtillon sono già attrezzati, dove non c'è una professionalità medica in grado di presidiarli, e soprattutto dove vaga, piuttosto sconsolato, un paziente che non sa chi lo assiste, perché deve essere assistito e come deve essere assistito! Assessore, quali conclusioni? Lei parla di 2 problemi fondamentali: la maggior spesa (a questo riguardo avete dato precedenza alle "RSA" di Antey, dove anche lì ci saranno problemi organizzativi, e poi all'adeguamento del Poliambulatorio di Donnas); la carenza di personale (che esiste non solo per le "RSA" di Antey o per il "Country Hospital" perché le professionalità mediche, in questo caso i medici di base, non hanno trovato la formula di accordo per poterlo gestire).

Ribadiamo che vi sono altri problemi come il "118" di Châtillon che necessitano di una risposta, e non solo il "118" di Châtillon, ma l'emergenza territoriale nel suo insieme. Ci pare di capire - lo dico con rammarico - che il "Country Hospital", che è un tassello del piano sociosanitario, rischia di finire - se non è già finito - nel dimenticatoio!

Prendiamo in senso positivo l'affermazione da lei fatta prima, di questo "stand-by" attivo, ma ci crediamo poco; saranno gli eventi futuri a dimostrare se effettivamente c'è una volontà politica di portare avanti questo progetto, ancorché in fase sperimentale, o se è servito solo come vetrina in un'occasione particolare - quella delle elezioni regionali - per qualcuno!