Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 94 del 1° ottobre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 94/XII - Criteri per l'accoglimento delle domande di ingresso di bambini negli asili nido. (Interrogazione)

Interrogazione

Appreso dagli organi d'informazione che, secondo una recente indagine sulle politiche familiari, redatta dall'Eurispes, sembrerebbe che in Valle d'Aosta il 51,7% delle domande di ingresso di bambini negli asili nido non vengano accolte;

Considerato che secondo questa indagine la nostra Regione assieme al Trentino e alla Liguria fa parte di quel gruppo di regioni in cui la percentuale di bambini che attendono di andare all'asilo nido supera quella delle domande accolte;

Visto la necessità di garantire e sostenere a favore delle famiglie valdostane tale importante servizio per la prima infanzia;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente per sapere:

1) se è a conoscenza dei dati riportati dall'indagine dell'Eurispes e quale è la sua valutazione;

2) se ritiene opportuno di dover intervenire per risolvere tale problematica e con quali modalità;

3) in base agli ultimi dati a disposizione, qual è la percentuale del P.I.L. valdostano che viene utilizzato per le politiche familiari.

F.to: Lanièce - Salzone

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - Nel primo quesito lei mi chiede se sono a conoscenza dei dati riportati "dall'Eurispes": ho qui davanti questo articolo che afferma che il 51,7% di domande in asili nido non sono accolte. Lei mi domanda anche qual è la mia valutazione: io penso che, prima di affrontare un problema così ampio - che è stato dibattuto e per cui abbiamo speso tante energie -, non ci si debba limitare solo a un'indagine di questo tipo, altrimenti l'esame del problema è molto limitato.

Come lei sa, d'altronde, se da una parte il 51% delle domande non sono accolte, dall'altra parte, nostri dati dicono che siamo fra i primi, quindi vede i due problemi… cioè la capacità recettiva dei nidi di infanzia in Italia vede al primo posto l'Emilia Romagna con il 17,4% e al secondo posto la Valle d'Aosta con il 12,3% dei bambini fra 0-2 anni. Da una parte quindi non li accogliamo tutti, però, dall'altra, abbiamo una delle più grandi recettività. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che abbiamo una grande domanda di asili nido, una domanda maggiore rispetto alle altre regioni; perché? Vanno considerati l'elevato tasso di femminilizzazione dell'occupazione in Valle, numero di donne occupate sul numero di occupati che risulta fra i più elevati d'Italia, le donne in Valle d'Aosta lavorano più che nelle altre regioni; la ridotta disponibilità della rete familiare nell'educazione dei figli, situazioni familiari particolari, mancanza di nonni; un dato oggettivamente vero e di rilievo è che il servizio che danno questi asili nidi è di alta qualità, per cui, probabilmente, molte famiglie vogliono appoggiarsi a questi nidi perché l'asilo nido viene riconosciuto come un contesto educativo adeguato e rispondente ai bisogni dei bambini.

Ecco perché dico che questa inchiesta è parziale: perché, da una parte, ci dice che non accogliamo tutti i bambini; dall'altra, però, i dati ci dicono che abbiamo una delle più "alte" strutture recettive. Non è completa anche perché non tiene conto di altre strutture che noi abbiamo per far fronte a questi problemi; qui bisogna dare atto, con merito, all'Assessore precedente, che ha individuato, per esempio nella creazione e sovvenzione delle garderies - una struttura molto importante, agile - e soprattutto nelle tate familiari, cioè questa istituzione "presa" dalla Germania, che prevede donne che accolgono in casa loro dei bambini… quindi una situazione molto agile e valida. Anche perché - questo è il problema e forse la domanda andava posta agli enti locali - la costruzione di un asilo nido non è desiderata dai comuni, perché i costi sono molto elevati; ecco perché nei dintorni di Aosta non vi sono asili nido e vi sono solo in Aosta.

Volevo ancora darle alcuni dati. Gli asili nido sono aumentati dal 1996 al 2003 da 7 a 11; siamo passati da 217 bambini accolti nel 1996 a 400 nel 2003; è in costruzione e ristrutturazione un asilo in via Brocherel che permetterà l'accoglimento di altri 50 bambini e vi è la nostra disponibilità, con 1,1 miliardo di vecchie lire, di finanziare un asilo nido a Charvensod, però sono i comuni che si devono attivare.

Penso che non sia giusto riferire solo il dato negativo, ma bisogna riferire il dato positivo della nostra Regione, aggiungendo queste realtà delle garderies e delle tate familiari, che rispondono a una grossa attesa. Pensi che le garderies sono 12 strutture per 239 posti e, per ora, sono attive 5 tate familiari per 20 famiglie, è partito un nuovo corso di tate familiari che risolverà ulteriormente il problema; inoltre è in corso di sperimentazione il primo nido aziendale, con un progetto europeo. Mi sembra quindi che la questione sia affrontata con notevole attenzione.

Se lei mi dice di confrontare il PIL con quanto spendiamo per le politiche familiari, intanto l'indice non è facile, né correttissimo porlo, tuttavia rispondo dicendo che a noi sta a cuore come valore assoluto quello dell'assistenza ai bambini e su questo stiamo lavorando.

Président - La parole au Vice-président Lanièce.

Lanièce (SA) - Ringrazio l'Assessore. Vi era in effetti questa discrepanza fra questi 2 dati: da una parte, siamo ai primi posti; dall'altra, in base a questa indagine "dell'Eurispes", siamo fra le regioni con la percentuale più alta di non accoglimento di bambini negli asili nido. Anche l'Assessore nella spiegazione fornitaci evidenzia questa discrepanza e mette in evidenza quanto è stato fatto. Mi sembra in effetti che siano delle iniziative valide, anche se occorre continuare in questa direzione; fra l'altro, sono venuto a conoscenza dell'esistenza a livello nazionale di un decreto del 16 maggio 2003 che predispone finanziamenti per l'attivazione di nidi aziendali, ovviamente su richiesta di ditte private. Potrebbe essere un'iniziativa dell'Assessorato la diffusione della conoscenza di questo decreto, in modo che le ditte valdostane di una certa dimensione possano seguire l'esempio dell'USL, la quale sta predisponendo un nido aziendale che partirà il prossimo anno. Naturalmente, spetta solo agli enti privati decidere se fare riferimento a questo decreto, che prevede anche dei finanziamenti di un certo rilievo. La divulgazione dell'esistenza di questo decreto potrebbe essere un'ulteriore iniziativa dell'Assessorato, proprio per venire incontro ad un problema esistente - perché in Valle d'Aosta il tasso di occupazione delle donne, rispetto alle altre regioni, è uno dei più elevati e questo comporta un problema per i piccoli -, considerato che lo stesso Assessore ha dichiarato che gli sta a cuore - come a tutti quanti - venire incontro alle famiglie con questi servizi per l'infanzia, più necessari al giorno d'oggi.

Ribadisco l'importanza di seguire con attenzione questo problema e la cosa positiva è il fatto di aver visto in questi giorni che sta per partire questo corso per le tate familiari, il quale prende spunto da un'iniziativa fatta in Germania e può essere anche una risposta per venire incontro all'esigenza esistente sul mercato valdostano di affidare i propri bambini agli asili.

Prendo atto della risposta e rimango in attesa di vedere l'ulteriore evoluzione in merito a questo problema.