Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 93 del 1° ottobre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 93/XII - Attività della "Centrale laitière d'Aoste". (Interrogazione)

Interrogazione

Richiamate le vicissitudini che hanno riguardato la "Centrale Laitière d'Aoste" prima e dopo l'ingresso dell'Abit nella società;

Considerato che, come più volte ribadito dall'Amministrazione regionale, gli intenti erano quelli di un valido strumento per tutto il settore lattiero caseario valdostano;

Tenuto conto che, secondo Finaosta S.p.A., l'Abit aveva rispettato gli impegni assunti con il relativo contratto di acquisizione diventato definitivo alla data del 30 aprile 2003;

Ricordato che la produzione si è sensibilmente ridotta sia nella quantità che nel tipo di prodotti con chiare ripercussioni anche sui livelli occupazionali;

Venuti a conoscenza di un'eventuale disimpegno dell'Abit dalla "Centrale Laitière d'Aoste";

Ricordato che l'Amministrazione regionale è proprietaria degli immobili;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore regionale per conoscere:

1) se l'Amministrazione regionale ha avviato contatti con l'Abit, per conoscere le sue future reali intenzioni inerenti la "Centrale laitière d'Aoste";

2) quali altre eventuali iniziative ha assunto per evitare l'eventuale definitiva chiusura dello stabilimento.

F.to: Viérin Marco - Stacchetti

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture, aux ressources naturelles et à la protection civile, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Alla domanda: "l'Amministrazione regionale ha avuto contatti con l'Abit?", rispondo che l'Assessore Ferraris e il sottoscritto, appena abbiamo avuto sentore delle difficoltà, abbiamo avuto un incontro, in data 25 luglio scorso, con i nuovi vertici aziendali "dell'Abit", a cui è seguita una riunione con le organizzazioni sindacali. In quella sede i responsabili "dell'Abit" non ci hanno nascosto le grosse difficoltà del "gruppo Abit" - e di conseguenza anche del ramo aziendale della Centrale laitière - e ci hanno riferito che stavano predisponendo un piano di sviluppo industriale, il quale sarebbe stato redatto entro fine settembre. Non avendo avuto altre comunicazioni, ai primi di settembre ci siamo nuovamente attivati per definire un nuovo incontro - che si è potuto concretizzare, dopo non poche difficoltà, solamente lunedì scorso - e, in questa sede, le difficoltà trapelate al mese di luglio, purtroppo, sono state confermate da parte dei vertici aziendali, i quali ci hanno riferito di non avere ancora un piano industriale predisposto, ma di essere in contatto con un probabile nuovo partner del comparto lattiero-caseario, in base al quale "l'Abit" verrebbe conferita in una nuova società mista. I tempi di realizzazione di questo accordo sono inderogabilmente fissati alla data del 31 dicembre di quest'anno e obiettivamente lo scenario che ci è stato prospettato è negativo; non è esclusa la messa in liquidazione della Centrale.

Ciò detto, in effetti, i dati contabili della Centrale sono assolutamente negativi, se è vero, come è vero, che la Centrale laitière di Aosta ha fatto registrare nel 2001 perdite per 1,3 milioni di euro, rispetto a un fatturato di 4,3 milioni di euro, e perdite di 1,7 milioni di euro nel 2002 con un fatturato di 2,15 milioni di euro; se si pensa che, a fronte di un budget di perdita di 500.000 nel primo semestre 2003, la stima di perdita al 31 dicembre è di 900.000 euro, a fronte di un patrimonio netto di 819.000 euro… cioè le perdite superano il patrimonio netto. Per quanto concerne la produzione, rispetto alla previsione di budget dell'anno in corso: rispetto ai gelati, il budget previsto era di 505.000 euro, il consuntivo di 141.000,00 euro, per cui con uno scostamento di meno 72%; rispetto ai formaggi, era di 676.000, il consuntivo di 326.000, per cui con uno scostamento di meno 52%; rispetto al latte, di 296.000 euro, il consuntivo di 232.000 euro, per cui uno scostamento del 22%. È una situazione palesemente di difficoltà e obiettivamente difficilmente sostenibile.

I vertici aziendali confidano assolutamente nel supporto di denaro "fresco" da parte di questo probabile partner. Abbiamo chiesto loro di tenerci informati sull'evoluzione della situazione, abbiamo offerto loro la disponibilità a livello istituzionale dell'Amministrazione regionale, non tanto per la ricerca di altri partner, quanto per verificare soluzioni interne, soluzioni locali che anche i sindacati - da noi incontrati - ipotizzano e sperano e, da questo punto di vista, siamo in attesa dell'evolversi della situazione, sottolineando però che fin da subito ci attiveremo per verificare se nella filiera lattiero-casearia valdostana vi sono possibilità di eventuale subentro e di difesa del marchio della Centrale laitière, perché uno degli obiettivi è difendere tale marchio. Abbiamo fatto presente ai vertici aziendali che la Giunta regionale ha, in termini volgari, "scaricato" un disegno di legge concernente gli interventi per il sostegno delle imprese artigianali, industriali, di trasformazione dei prodotti agricoli, provvedimento nel quale è prevista la possibilità di finanziamenti fino al 40% per gli investimenti nel settore agroalimentare. È un disegno di legge che, come sapete, necessita di approvazione da parte dell'Unione europea: è in fase di notifica a Bruxelles, per cui dovremo aspettare l'evolversi della situazione, ma è comunque una possibilità che viene offerta anche "all'Abit", e comunque ai probabili futuri partner.

Rispetto alle prospettive future, siamo evidentemente molto perplessi. Abbiamo un ruolo istituzionale riguardante in primis la difesa dei livelli occupazionali e delle maestranze - a tutt'oggi pare si tratti di 16 unità di personale -, maestranze che hanno una difficile ricollocazione nel settore, essendo la Centrale laitière - come è noto - un'azienda con delle obiettive difficoltà di riconversione industriale. I cespiti della Centrale sono costituiti da strutture e attrezzature per la lavorazione del latte e per la produzione di gelati e sono difficilmente riconvertibili in altre attività di tipo artigianale o industriale. Sono i limiti oggettivi di un'azienda che, per poter rimanere nel mondo produttivo valdostano, deve riuscire a trovare una filiera commerciale che, obiettivamente, non è riuscita a trovare, perché il marketing, la vendita del prodotto è stata assolutamente negativa.

Rimaniamo in attesa di ulteriori comunicazioni, abbiamo chiesto anche ai sindacati di riferire sull'eventuale evolversi della situazione, ma obiettivamente lo scenario non è positivo.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Mi viene quasi troppo semplice fare certe considerazioni dopo quanto ha detto l'Assessore, perché su questo tema il sottoscritto ed altri hanno discusso più di 10 o 15 volte in quest'aula in questi ultimi 4-5 anni.

Devo darle atto, Assessore, di aver detto oggi in maniera inequivocabile che i problemi esistono e si può arrivare - anzi, io dico, si arriverà -, purtroppo, alla messa in liquidazione. Questo problema però è sorto da tempo e troppo spesso ci troviamo a dire: "Lo avevamo detto!" perché, da quando si è costituita questa Centrale… con grossi investimenti, capannoni, fabbricati, sui quali oggi non abbiamo neanche riscosso gli affitti, perché "l'Abit" non li ha ancora pagati, però sui quali non abbiamo fatto un ragionamento di come potevano essere utilizzati con un giusto piano economico-finanziario. Abbiamo pensato che, facendo tutto nuovo, tutto andava bene, senza più metterci mano. Non è stato così, purtroppo!

Dopodiché, per "tacconare" la questione, si è fatto un accordo per la durata transitoria di 2 anni con "l'Abit" e, alla scadenza dei 2 anni - cioè nell'aprile di quest'anno -, quando chiesi se non era bene che la "Finaosta" cercasse di applicare la clausola di recessione o recessoria al contratto, come era previsto dallo stesso, ci fu detto che per Finaosta e non secondo la Giunta, preciso questo per correttezza -, non vi erano i requisiti o gli "atouts" per chiedere la recessione del contratto, e si andò avanti. L'allora Assessore Perrin, in quell'aprile, ammise che i contatti periodici dell'Amministrazione regionale vi erano con la Centrale del latte, che si trattava di una questione da seguire con particolare attenzione, però ci disse anche che, dagli incontri di aprile, nulla sarebbe cambiato sugli impegni assunti "dall'Abit", quando noi avevamo già sentori diversi, anzi secondo la Giunta vi era la certezza che la Centrale avrebbe acquisito un ruolo molto più pregnante e importante nel settore dei formaggi. Purtroppo oggi dopo solo 4 mesi, non si produce neanche il formaggio: 4 mesi fa l'obiettivo per la ripresa era la produzione di formaggi, dopo 4 mesi non si producono neanche quelli! Questi amministratori si erano impegnati anche per un rilancio della società! Quale?

Credo che non vi sia altro da dire, penso che tutti capiamo che questa è stata una questione da "cul-de-sac"; oggi siamo in un sacco, anzi hanno anche legato in cima questo sacco, un po' come quando le patate si mettono in cantina. Questo è drammatico, anche perché affrontiamo una messa in liquidazione così, senza sapere quale sarà la strada, e qui non pretendo di sapere quali saranno le strategie dell'Assessore, perché è chiaro che bisogna aspettare la messa in liquidazione, però occorre già pensarci.

Ritengo che sia giusto mantenere - concordo con l'Assessore - il marchio, cosa sulla quale ci battemmo quando fu redatto questo contratto, perché in quel contratto si poteva cedere la società senza cedere il marchio; allora fu ceduto anche il marchio, oggi il problema non ci sarebbe se non lo avessimo ceduto in quel contratto. Concordo che sia giusto difendere il marchio e ricercare la realizzazione di quegli obiettivi che ci si era dati tutti insieme, per una giusta collocazione della Centrale nella filiera della produzione lattiero-casearia della Regione Valle d'Aosta.

Oggi posso solo dire, come ho detto all'inizio: "Lo avevamo detto!". Sono rammaricato per quanto è successo; purtroppo, vivremo l'ultimo atto, la messa in liquidazione, cerchiamo che questo ci sia di insegnamento!