Oggetto del Consiglio n. 85 del 1° ottobre 2003 - Resoconto
OBJET N° 85/XII - Communications du Président de la Région.
Président - La parole au Président de la Région, Perrin.
Perrin (UV) - À l'aube du dimanche 28 la Vallée d'Aoste a été touchée elle aussi par la coupure de courant qui a plongé dans le noir toute l'Italie. L'événement s'est produit à 3 heures 26 dimanche matin et dès 3 heures 30 le fonctionnaire d'astreinte de la Protection civile a contacté le Département de la Protection civile de Rome et a alerté tous les services d'urgence et de secours. Il a mis en alerte en particulier tous les détachements des sapeurs-pompiers volontaires afin qu'ils se mettent à la disposition des communes, des postes forestiers, des forces de l'ordre et du Syndic d'Aoste. La Direction régionale de la Protection civile a suivi, minute par minute, l'évolution de la situation, en contactant tous les sujets concernés pour s'assurer de l'absence de graves problèmes, surtout pour l'Hôpital d'Aoste et pour les Tunnels du Mont-Blanc et du Grand Saint-Bernard. Dès 6 heures du matin la "Deval" a procédé aux opérations de rétablissement de la distribution d'énergie électrique qui a été en effet progressivement rétablie dans toute la Vallée à partir de 7 heures. La situation est redevenue normale à 8 heures 30.
À 9 heures le Comité régional de la Protection civile s'est réuni pour examiner les faits, les mesures adoptées et l'évolution de la situation. Pendant la panne, aucune urgence d'importance n'a été observée; on déplore seulement les désagréments dus à l'interruption de courant. Les réseaux de secours, ainsi que les téléphones fixes et mobiles, ont fonctionné sans problèmes. La Direction de la Protection civile a garanti pour toute la journée de dimanche une surveillance accrue, notamment pour contrôler le branchement sur le réseau italien.
Aux termes de l'article 44 du Statut spécial de la Vallée d'Aoste, j'ai participé lundi 29 septembre - avec M. Aurelio Marguerettaz, Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales - à la réunion du Conseil des ministres au cours de laquelle a été examiné le projet de loi de finances pour l'année 2004, pour ce qui concerne la Vallée d'Aoste bien sûr. À cette occasion, j'ai précisé que le système actuel de répartition financière entre l'Etat et la Région représente une prérogative irrenonçable de notre autonomie, même si à renforcer davantage, et j'ai souligné qu'il est nécessaire que la loi de finance contienne des initiatives de soutien aux activités de montagne, afin que cette dernière puisse connaître une véritable reprise, caractérisée par un équilibre harmonieux entre sa population, ses ressources productives et son territoire.
Au cours de la discussion, j'ai également fait remarquer qu'une importance particulière doit être réservée aux questions relatives aux transports et à la voirie dans notre Région et, notamment, aux liaisons ferroviaires, à commencer par le réaménagement de la ligne Aoste-Chivasso. Quant à la circulation internationale, j'ai rappelé que les institutions régionales attachent la plus grande attention au problème de la sécurité dans les tunnels.
Au sujet du Parc national du Grand Paradis, j'ai rappelé au Gouvernement la résolution approuvée par cette Assemblée lors de sa dernière séance et lui ai demandé de s'engager à garantir au Parc les ressources financières dont il a besoin pour remplir ses fonctions avec efficacité et pour favoriser le bon développement des communautés concernées.
Enfin, pour ce qui est des réformes institutionnelles, j'ai reformulé le souhait que le Gouvernement italien réserve, comme promis, une attention particulière aux Régions à Statut spécial et aux Provinces autonomes en faisant immédiatement et concrètement un geste en leur faveur et, dans le cas de la Vallée d'Aoste, en approuvant les dispositions d'application du Statut en matière d'énergie et de biens culturels; dispositions qui, après avoir été approuvées par la Commission paritaire et par le Conseil régional, attendent depuis longtemps d'être promulguées par le Conseil des ministres.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - L'Italia intera è stata messa al buio da un black out elettrico, come ha ricordato il Presidente Perrin, le cui cause sono ancora - e saranno - oggetto di accertamenti controversi.
Il fatto che una Nazione come la nostra - che figura fra i "grandi" del mondo quanto a livello di sviluppo, di civiltà e di benessere - sia impotente innanzi a uno shock di questo tipo pone numerosi interrogativi. Vi sono volute ben 33 ore per recuperare lo stato di emergenza che ha attanagliato tutto il nostro Paese. Desta altrettante perplessità il fatto che, dal punto di vista energetico, dipendiamo fortemente da altri Stati, come la Francia, che ci "alimenta" con l'elettricità prodotta in diverse centrali nucleari.
Anche la Valle d'Aosta è stata "inghiottita" totalmente dal disagio della notte del 28 settembre e anche questo fatto merita una riflessione. Siamo una Regione in grado di produrre energia elettrica attraverso una fonte rinnovabile e non inquinante, l'acqua, la cui produzione è di gran lunga superiore al nostro fabbisogno interno, tanto che esportiamo la maggior parte dell'elettricità generata al resto dell'Italia. Siamo una Regione che ha recentemente investito, contraendo un debito obbligazionario di grandi proporzioni, nel comparto energetico, acquistando tutte le centrali idroelettriche, che erano di proprietà "dell'ENEL", e le linee di trasmissione giacenti sul nostro territorio. Siamo una Regione che produce energia per la comunità valdostana, la distribuisce e ne fattura i corrispettivi agli utenti. Siamo una Regione che dovrebbe essere attrezzata ad affrontare gravi circostanze come quella della notte di sabato, eppure così non è stato: il black out, invece, ci ha travolti e ci ha paralizzati come il resto dell'Italia.
Il Presidente sta imputando, attraverso dei gesti, la colpa ad altri; per carità, la stessa cosa fa il Governo italiano, lo abbiamo visto! Noi ci fermiamo a guardare la nostra piccola realtà della comunità valdostana. Con l'acquisizione delle centrali, delle linee di trasmissione, più volte in quest'aula, dove vi sono stati anche dibattiti e confronti accesi, si è parlato di "autonomia energetica traguardata". Vorremmo che questo concetto di "autonomia energetica" non si concretizzasse solo attraverso un esborso di denaro, una ristrutturazione di centrali - la quale deve ancora avvenire - e una fatturazione attraverso le bollette da parte della "Deval", ma vi fosse anche un'autonomia funzionale, che in casi di questo genere, domani dovessero mai verificarsi - il che non è da escludere -, la Valle d'Aosta si trovasse preparata e non impreparata.
Coglierei l'occasione anche per ringraziare tutti coloro della Protezione civile e dell'Ente elettrico valdostano che si sono adoperati per ridurre al minimo i disagi sofferti dalla comunità.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Mi vedo costretto ad intervenire ancora una volta sulle comunicazioni del Presidente della Regione a proposito di quelli che sono stati gli incontri e sue successive dichiarazioni inerenti i rapporti tra una Regione e il Governo italiano. Abbiamo assistito, ancora stamani e nei giorni passati, a una serie di dichiarazioni sconcertanti nei toni e nei metodi. All'inizio di questa legislatura molti di questo Consiglio, anche all'interno "dell'Union Valdôtaine", avevano auspicato un dialogo con il Governo centrale, dialogo al quale il Presidente Perrin ha sempre garantito la massima disponibilità. Questo però non è coerente con alcuni toni che continuiamo a leggere sui giornali, che anche stamani abbiamo ascoltato in alcuni giudizi, i quali ci paiono fuori dal tempo, quasi a giustificare una "sindrome del Giapponese", di chi forse non si è reso conto che la guerra mondiale è finita, di chi è ancora con il moschetto su una palma in attesa che arrivino gli Americani.
Siccome siamo perfettamente consapevoli che il Presidente è troppo intelligente - come pure chi all'interno "dell'Union Valdôtaine" sostiene la politica dell'attacco all'autonomia quale modo operativo politico per esistere - per non capire che la Sinistra al Governo italiano non c'è più, il centralismo finalmente non c'è più e vi è un Governo nazionale, che crede fortemente nel federalismo, che sta facendo fatti concreti per devolvere alle regioni autonomia e federalismo, con tutto quello che questi processi implicheranno per le regioni in termini di maggiori competenze, maggiori necessità di rivedere la distribuzione delle risorse finanziarie e fiscali…
Il Presidente stamani ci ha informato del suo incontro con il Presidente del Consiglio dei ministri per la ripartizione. Sappiamo che a Roma i toni sono assolutamente cordiali e di dialogo, ma non sono gli stessi toni che lei usa in televisione e sui giornali quando afferma che l'autonomia finanziaria di questa Regione non va toccata, che la ripartizione è un principio sacrosanto irrinunciabile, dicendolo come se qualcuno lo stesse mettendo in discussione; già nella questione, che lei ha comunicato nell'ultimo Consiglio, della riforma federale dello Stato, dove i toni che leggevamo sui giornali erano come dire al popolo valdostano: "Non preoccupatevi, c'è "l'Union Valdôtaine" che difende"… Con un atteggiamento di difesa, quindi, e non di dialogo e di collaborazione, come avevo auspicato negli interventi precedenti in questo Consiglio, a fronte dell'evoluzione di un panorama istituzionale e politico di questa Regione; con un'attività politica incentrata alla difesa - questo perlomeno a verbale -, perché sappiamo che, in realtà, Presidente Perrin, lei a Roma con noi dialoga, assolutamente, e così deve essere, perché gli interessi vanno difesi in un momento di evoluzione istituzionale e politica - e direi anche di evoluzione costituzionale -, proprio con quelle forze federaliste fortemente convinte che il federalismo e il sistema delle autonomie è il sistema futuro del nostro Paese all'interno di una Costituzione europea. Dicevo, quel dialogo è presupposto importante per difendere l'architettura costituzionale, che è il principio su cui si fonda la nostra autonomia; per difendere le conquiste che questo popolo ha fatto per sostenere questa autonomia costituzionale, la quale non avrebbe alcun significato se non fosse sostenuta da un riconoscimento concreto, finanziario, che abbiamo visto in questi anni in crescita e a maggior ragione da quando vi è il "Governo Berlusconi". Eravamo qui lo scorso anno, in questo periodo, infatti, a discutere della finanziaria regionale, che con sorpresa vedeva un aumento di fondi non previsti in entrata, perché questo Governo - a differenza di quelli precedenti - pagava e riconosceva con puntualità, addirittura in forma anticipata, rispetto alle aspettative di bilancio di questa Regione, i fondi ad essa destinati. Ricordo che parlavamo di cifre intorno agli 80 milioni di euro, che avevano prodotto, per chi era già in questo Consiglio a dibattere di questo bilancio, un avanzo di amministrazione di bilancio di circa 250 miliardi delle vecchie lire: 125 milioni di euro.
Un Governo, quindi, che non solo riconosce a parole e nel suo "modus operandi" il sacro principio delle autonomie e della difesa di queste prerogative, ma che è impegnato in un dialogo che porti un assetto istituzionale nuovo a questo Paese, per meglio affrontare le sfide europee e mondiali che abbiamo davanti. Nessuna preoccupazione, quindi, per quanto riguarda il rispetto e la difesa di questi principi. Auspichiamo ancora, Presidente, che lei non solo a Roma, dove sappiamo di per certo che lei dialoga in maniera molto proficua nell'interesse della Regione con il Governo nazionale, affinché questi principi vengano difesi e soprattutto nelle sue evoluzioni vengano mantenuti… ma anche in Valle d'Aosta, ai Valdostani, se non si vogliono strumentalizzare le scelte politiche, si dica in maniera chiara che il dialogo è proficuo e è a favore dei Valdostani e della Regione, perché la difesa così "tout court", più a parole che nei fatti, del genere: "Non preoccupatevi, Valdostani, all'autonomia ci pensiamo noi", è qualcosa che non è più prerogativa "dell'Union Valdôtaine" di avere in assoluto.
Président - La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Il Presidente della Regione, opportunamente, ha fatto una comunicazione relativa al black out verificatosi sabato notte. Noi pensiamo che vi siano due riflessioni da fare su questo fatto: una, di carattere generale, nazionale, anche relativa al dibattito esistente in tutto il Paese in questi giorni. Ci sembra evidente ed estremamente chiaro che il black out è stato determinato non da un problema di produzione di energia, di carenza di energia - anche perché il momento in cui si è verificato, alle 3,30 di notte, era il momento di minor richiesta di energia, ma di distribuzione di energia. Vi è quindi un problema di organizzazione e di gestione della rete di distribuzione: questo è il problema reale che abbiamo di fronte! Vi è quindi molta strumentalizzazione in certe dichiarazioni effettuate nei giorni scorsi che, invece, mettono tutto l'accento sulla carenza di produzione, sulla necessità di tornare al nucleare, che non c'entra niente con quello che si è verificato.
Detto questo fra parentesi, ritengo che dobbiamo fare una riflessione ancora più approfondita relativamente alla Valle d'Aosta; a questo proposito, credo che la comunicazione effettuata dal Presidente vada integrata da una riflessione riguardante cosa non ha funzionato, perché non possiamo dire che ha funzionato tutto bene, in quanto in Valle d'Aosta, come ha dichiarato il Direttore della Compagnia valdostana acque, è successo quello che è accaduto nel resto del Paese, cioè ci siamo trovati nella stessa situazione. Non solo, ma se andiamo a vedere - ho la pagina di "Repubblica", con il titolo "L'Italia al buio", che ha dato la descrizione, regione per regione, della durata del black out e del riavvio -, non siamo né la prima regione che è stata riavviata… anzi siamo la quarta o la quinta…
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
… non parlo di Biella, parlo dei dati regionali, poi magari "Repubblica" ha sbagliato, ma i dati sono questi. Ciò che voglio dire non è se il black out è scattato prima in Valle d'Aosta, o in Piemonte, o in Lombardia, o in Liguria, il problema è un altro. Faccio ancora un esempio e poi vengo alla sostanza della questione. Leggiamo sempre sui giornali che il black out, non a Biella, ma a Vercelli, è durato 18 minuti, poi tutta la città ha avuto la luce (questa è un'informazione che ricavo da "La Stampa" di ieri - leggo -: "Il buio è sconfitto in 18 minuti a Vercelli"). La domanda che qualsiasi cittadino allora si fa in Valle d'Aosta è la seguente: "Abbiamo una produzione superiore al fabbisogno, abbiamo una società regionale a livello locale che gestisce la rete di distribuzione, a cosa serve tutto questo se poi, quando succedono questi eventi, finisce come in tutto il resto d'Italia?". Questa è una domanda che tutti si pongono e a cui dobbiamo dare una risposta, dobbiamo dire che vi è qualcosa che non funziona e che vi è un lavoro da fare e qualcosa da modificare, perché non è possibile che, se scatta un black out, questo debba ripercuotersi a catena in tutta Italia! Vi sono delle procedure che permettono di staccarsi, di riavviare la produzione e quindi di non rimanere 3-4 ore al buio. Mi rendo conto che vi sono degli accordi da prendere, vi sono dei disciplinari, delle convenzioni, delle cose da mettere a punto con "GRTN" (Gestore della rete di trasmissione nazionale), però non nascondiamoci che il problema esiste, perché ci siamo trovati in una situazione alla quale forse non si era preparati, ma sicuramente le cose non hanno funzionato come dovrebbero e potrebbero funzionare.
L'invito che facciamo, quindi, è di un approfondimento su questo tema, perché vi è un lavoro da fare, vi sono delle decisioni da prendere, vi sono degli accordi da definire, in modo da far sì che, se dovesse nuovamente succedere questo fatto, siamo in grado di gestire una distribuzione a livello regionale che non sia in contrasto con quella nazionale, rispetto alla quale vi sono tutte le tecniche per staccarsi al momento opportuno per poi riallacciarsi quando è il momento.
Président - La parole au Conseiller Borre.
Borre (UV) - Condivido che lo stupore per tutti i Valdostani sia quello esternato dal Consigliere Riccarand, perché tutti sappiamo che produciamo 3 volte e mezzo tanto quello che è il nostro consumo, quindi consumiamo solo un terzo della corrente che produciamo. Va ricordato però che la Regione è proprietaria delle strutture al 100% e solo al 49% per quanto riguarda la distribuzione, siamo proprietari delle linee quindi solo per il 49%. Le linee di proprietà della "Deval" sono solo quelle che salgono da Covalou in Val d'Ayas e quelle che da Pré-Saint-Didier vanno a Courmayeur, mentre le altre reti sono di proprietà del gestore. Non è possibile quindi in alcuna maniera per il momento staccare la linea valdostana dalla linea nazionale; che questo sia da vedere, me lo auguro, perché dovremmo arrivare al più presto all'acquisto di tutta la rete di distribuzione valdostana.
Vi è però una riflessione che va fatta più a fondo: intanto, che dietro vi è una manovra - questo è solo un mio pensiero - che ci porta a dire che non siamo in grado di produrre, quindi torniamo a riesaminare quello che il referendum ha rivisto; l'altra è ancora più pericolosa: che tutti abbiamo voluto, e continuiamo a volere - anche da parte di "Forza Italia" - la privatizzazione, poi ci troviamo con una produzione di energia elettrica che non è più a servizio della popolazione, ma del business. Qui sappiamo quindi che tutto è scattato perché la corrente importata, che è normalmente la corrente che manca all'Italia del 17%, quella che importiamo… improvvisamente di sera arriviamo al 30-35%, perché costa un bel po' meno, pertanto è più conveniente per chi è proprietario di centrali fermare le proprie, acquistare all'estero e rimettere in funzione nei momenti di punta. Questo è quello che abbiamo voluto in riferimento alla privatizzazione e che, a volte, vogliamo anche in altri settori, senza calcolare che il privato, oggi, ha come unico fine il massimo ricavo, senza avere alcun interesse per la popolazione e per i servizi.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Sono costretto ad intervenire perché ho avuto l'onore di accompagnare il Presidente nell'incontro svoltosi fra la Regione e il Consiglio dei ministri. Si tratta di un confronto istituzionale previsto dal nostro Statuto, dall'ordinamento italiano che mette le istituzioni nella condizione di raffrontarsi; quale occasione migliore di confronto se non la finanziaria? La finanziaria non è un momento dove si contratta sotto banco un accordo politico, ma è un momento dove vi è un confronto istituzionale e in questo incontro istituzionale si definiscono i ruoli. L'intervento del Presidente della Regione è un intervento con cui vengono ribadite le peculiarità di una Regione a Statuto speciale, le necessità di una regione montana, che ha tutta una serie di esigenze, per cui, nell'ambito della finanziaria, vengono richiesti al Consiglio dei ministri una serie di provvedimenti a sostegno della montagna. In questa situazione si vanno ad inserire altre cose, che hanno una dignità superiore… che non è uno schieramento, un riposizionamento Centro Destra o Centro Sinistra, è un confronto istituzionale! Credo sia una forzatura credere che il rapporto istituzionale debba passare per le segreterie, per dei confronti che non hanno nulla di istituzionale.
Ribadisco quindi che il nostro programma di maggioranza, le nostre dichiarazioni, le affermazioni del Presidente Perrin sono tutte in linea. Il dialogo e il confronto sono il "sale" di questa maggioranza, ma il dialogo e il confronto istituzionale sono nelle sedi opportune… per cui respingiamo con forza delle accuse che ci vedono arroccati su posizioni in cui vengono esposti degli slogan, dove continuiamo a sollevare eventuali attacchi all'autonomia. Solleviamo dei problemi puntuali, specifici per cui, a fronte di una serie di dichiarazioni a sostegno della montagna, andiamo a ribadire che bisogna mettere dei fondi a disposizione della medesima! Nel momento in cui andiamo a rappresentare le necessità dei trasporti nella Valle d'Aosta - sia l'asse ferroviario, sia l'asse stradale -, andiamo a porre dei problemi di ordine internazionale regionale, non andiamo a rappresentare degli "interessi di cortile"! Per cui, da questo punto di vista, ribadiamo che la nostra è una posizione di confronto istituzionale e andremo avanti con questo tipo di ragionamento!
Président - La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Non volevo intervenire in riferimento alle comunicazioni del Presidente, anche perché speravo che l'intervento dell'Assessore Marguerettaz fosse non solo centrato sulla seconda comunicazione, ma riguardasse anche i problemi sollevati da vari Consiglieri in questa sede a seguito del black out. Mi sembra che il collega Riccarand abbia posto in maniera molto esplicita un problema politico: quello del ruolo che vuole avere la nostra Regione rispetto ai problemi della gestione e della distribuzione dell'energia elettrica in questa Valle. Può darsi che la discussione a seguito delle comunicazioni del Presidente non sia la "sede" più idonea per approfondire il dibattito - anche perché abbiamo relativamente poco tempo a disposizione -, tuttavia mi sembra, a partire dall'intervento del Consigliere Borre, che dalla discussione siano emerse delle valutazioni e delle suggestioni interessanti.
Chiediamo quindi che vi sia fin d'ora da parte della Giunta un'attenzione verso questo problema. Un problema nuovo che forse ci ha colti di sorpresa; succede spesso, purtroppo, nella nostra Regione che ci si trovi presi alla sprovvista di fronte a delle emergenze, l'esempio dell'alluvione fu tanto evidente. Credo che anche questo black out - che, per fortuna, non ha portato conseguenze gravi alla nostra Regione, tutto si è svolto abbastanza regolarmente - debba però farci riflettere su questa nostra mancanza di autonomia gestionale di una risorsa che pure produciamo in abbondanza. Questo è il problema politico che il Consiglio e la Giunta regionale devono porsi nei prossimi mesi. Per quanto ci riguarda, ritorneremo su questo tema perché lo riteniamo un tema di importanza non secondaria.
Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture, aux ressources naturelles et à la protection civile, Vicquéry.
Vicquéry (UV) - Mi fa piacere sentire da più parti, da Destra e da Sinistra, proclami di autonomia che ci vedono totalmente d'accordo, per cui noi anticipiamo che, nel prossimo Consiglio regionale, presenteremo una mozione per rivendicare le competenze che la Regione autonoma ha e che il Governo centrale le nega, perché ricordo ai consiglieri che da anni è ferma presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, in Commissione paritetica, una norma di attuazione riguardante l'energia, norma che il Presidente ha sollecitato di sbloccare, così come è stato fatto negli anni precedenti, e al sollecito non è seguito nulla. Prepareremo pertanto una mozione - che speriamo venga votata all'unanimità da questo Consiglio - per invitare il Governo a sbloccare questa normativa molto importante per la Regione.
Mi pare di poter dire che non dovremmo sempre adottare una politica di autoflagellazione, non siamo usi dire che siamo i più bravi… Vi assicuro che, quando alle 4,30 siamo stati avvisati che vi era un black out in tutta Italia, abbiamo avuto per alcune ore momenti cupi, perché le informazioni erano nulle; essendo tutto il territorio italiano in black out, si ipotizzavano atti terroristici. Abbiamo adottato una politica di interventi immediati sul territorio della Regione, come ha già relazionato il Presidente, abbiamo potuto notare la grande efficienza delle strutture della "Deval" ed è grazie alle nostre centrali idroelettriche - le tanto care centrali idroelettriche - se alcune zone della Valle d'Aosta non sono mai state toccate dal black out - l'alta Valtournenche non ha avuto alcun problema - ed è grazie agli investimenti effettuati sulle linee idroelettriche valdostane - veniva citata la linea del Col Portola, contestata da ambienti vicini a politiche dei "Verdi" - che si è potuto dare la luce da Covalou alla centrale del cimitero della Val d'Ayas e a fare il ponte poi con le altre strutture. Questo per dire che, nel momento in cui ci poniamo delle strategie, devono esserci conseguentemente delle operazioni, degli atti concreti che permettano di applicarle. Dobbiamo allora essere tutti coerenti; va fatto in quest'aula un dibattito sulle politiche energetiche, ma dobbiamo essere quanto meno lineari. È importante sentir dire che dobbiamo rivendicare la nostra autonomia e sicuramente lo faremo con un atto formale, ma è altrettanto importante capire cosa vogliamo.
"L'operazione Enel" è stata contestata da tutta l'opposizione, definita "operazione nefanda", basta prendere gli atti consiliari; comunque sia, è un'operazione che ci permette di dire che siamo comunque proprietari, il problema è capire quali sono le linee direttive. Dal settore ambientalista, per esempio, sarebbe interessante capire come mai si contesta ultimamente addirittura la costruzione e la realizzazione degli impianti eolici. L'ex Ministro Pecoraro Scanio, durante l'interessantissima trasmissione notturna nella rubrica televisiva di Vespa, ha definito la costruzione di centrali eoliche "contraria a una politica ambientale". Non si vogliono le linee elettriche intervallive, non si vuole l'energia eolica, probabilmente non si vuole neppure l'energia solare, perché è di tutta evidenza che, per poter utilizzare l'energia solare, sono necessari pannelli di una certa dimensione. La Valle d'Aosta, che è così baciata dal sole, potrebbe avere un grande essor rispetto all'energia solare e sicuramente, se proponessimo una politica di energia solare, da parte di certi ambienti verrebbe contestato il problema di tipo ambientale perché, ogni qualvolta si fa un piccolo elettrodotto rurale di 1.500 kW, o meno ancora, per portare negli alpeggi 3 kW di corrente, immancabilmente in "certi ambienti" viene contestata questa strategia. Allora, o ci capiamo su quali sono le strategie, definiamo degli obiettivi chiari e poi adottiamo delle strategie conseguenti, oppure ci parliamo addosso. Il nostro invito è di discutere di queste tematiche, accogliamo l'invito da tutte le parti di rivendicare maggiormente la nostra autonomia, ma chiediamo a tutti in tutta serenità di definire gli obiettivi e le strategie conseguenti, altrimenti facciamo il gioco di coloro che non vogliono il bene della Valle d'Aosta.