Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 74 del 24 settembre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 74/XII - Cessione della rimanente quota del capitale BVA detenuto tramite Finaosta. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che

- La Giunta regionale ha annunciato l'imminente cessione del residuo 50 percento del capitale di BVA, detenuto tramite Finaosta;

- Finaosta in passato aveva già finanziato per 12 miliardi di lire l'acquisizione da parte di ICCREA di quote di BVA;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione e l'Assessore alle finanze per sapere:

1) se sono già definiti i valori di cessione del pacchetto azionario di BVA;

2) se corrisponde a verità l'intendimento di finanziare il compratore di BVA ed in caso affermativo quali sono le condizioni e le motivazioni dell'operazione;

3) se non ritenga atipica l'ipotesi di un venditore che, anziché incassare il prezzo della vendita, esborsa l'equivalente sotto forma di finanziamento al compratore.

F.to: Frassy - Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Questo è un argomento importante per le partite economiche in gioco e dobbiamo dire che in questi tempi si stanno giocando delle grosse operazioni di passaggio di ingenti "assets" azionari in riferimento e alle questioni bancarie, e alla "questione casinò", di cui si è parlato stamani. Dobbiamo altrettanto dire che di queste operazioni così importanti dal punto di vista occupazionale, di quelle che sono le prospettive economiche per l'economia di questa regione, e per le cifre in gioco, poco o nulla viene discusso nella massima sede rappresentativa della comunità valdostana, che è il Consiglio regionale, come sede naturale di decisioni aventi un grosso riflesso per l'importanza che rivestono nell'economia valdostana.

In linea di principio siamo sempre stati favorevoli alle privatizzazioni, tant'è che facendo un passo a questa mattina, rimproveriamo a questa maggioranza - nel senso che riteniamo che questa maggioranza sia la continuità della precedente -, di non aver voluto fare una vera privatizzazione della gestione del casinò.

Per quanto riguarda invece la "vicenda BVA", oggetto di questa interpellanza, rileviamo delle anomalie che, se l'Assessore confermerà, per certi versi dimostrano, ancora una volta che, ogni qualvolta si parli di privatizzare un qualcosa in questa regione, lo si faccia per finta, perché la filosofia economica che viene applicata a queste operazioni, è ben lontana da quella che dovrebbe stare alla base delle privatizzazioni! La storia di BVA è nota: nasce nel 1990 e, con vicissitudini alterne, arriva ai giorni nostri con l'intendimento di dismettere totalmente la partecipazione pubblica dalla "BVA". Negli ultimi due anni, il nuovo "management" ha peraltro risanato in maniera significativa una situazione che era parsa drammatica proprio per la sopravvivenza stessa della banca, la quale si era prestata a svolgere più un ruolo politico che non quello di istituto creditizio, e aveva anche destato le preoccupazioni della "Banca d'Italia" per la situazione di dissesto latente che, a metà degli anni '90, si era configurata in questa gestione politica disinvolta. Con una serie di passaggi di quote sono entrati i primi privati del "Credito agrario bresciano" e poi della "ICCREA".

Nell'ambito di un accordo politico, siglato nel 2000, dovremmo arrivare alla fine di quest'anno a cedere anche il residuo 50% che la Regione detiene tramite "Finaosta", e noi siamo favorevoli, in linea di principio, a questa ipotesi. Quello che però ci stupisce è che in base agli accordi del 2000 - se verranno portati a compimento, se non sono stati modificati e se non è intenzione di arrivare a delle modifiche -, paradossalmente la parte venditrice, la Regione, tramite "Finaosta", anziché incassare il prezzo della vendita andrebbe a finanziare l'acquirente e dunque ad sborsare un importo significativo. Ricordo che quando ci fu il passaggio dal "Credito agrario bresciano" del 46% delle azioni a "ICCREA", la Regione finanziò 12 miliardi, a fronte dei 20 miliardi previsti per l'operazione.

Vorremmo allora domandare se si ripeterà, in base a quelle scritture del 2000, la medesima impostazione economico-finanziaria e quali siano, nella sostanza, queste motivazioni, che riteniamo essere paradossali, al di fuori di una logica economica, di una logica che spesso sta alla base delle privatizzazioni: la logica di dismettere, ma anche di far cassa! Su questo vorremmo che l'Assessore ci desse delle delucidazioni sostenibili rispetto all'operazione che si sta confezionando e se questa operazione arriverà a compimento entro fine anno. Vogliamo poi sapere se, in base alle sue visioni politiche, avrebbe riscritto e risottoscritto quel protocollo del 2000, cioè se ritiene che l'ipotesi di vendere e, oltre a vendere, di dare dei soldi al compratore, sia un'ipotesi sulla quale si possano riproporre in futuro operazioni analoghe o se, invece, sia una logica che appartiene al passato, che probabilmente porterete avanti in coerenza con quel passato, ma che non è nei progetti futuri di questa maggioranza!

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Pour ce qui concerne la valeur des cessions des actions de "BVA" dans l'accord signé le 24 juillet 2003 les parties ont convenu, en vertu de l'accord du 19 décembre 2000, du montant à verser à "Finaosta" en vue de l'acquisition de la part qu'elle détient dans l'actionnariat de "BVA" (50% du capital). Un montant équivalent à la valeur de la partie du patrimoine net comptable, qui résulte à la date de la cession, tel que modifié comme il appert ci-après: modification des titres suivant la valeur de marché, réévaluation des immeubles, différence, si négative, entre les corrections des valeurs sur les créances in bonis et l'1% de ces créances, réduction du montant des immobilisations incorporelles, effet fiscal des modifications précitées.

En particulier, au vu des données disponibles au 31 décembre 2002, devant être mises à jour avant la signature du contrat préliminaire qui devra intervenir d'ici à la fin de l'année, le montant global à verser à "Finaosta" se chiffrerait à quelque 9,4 millions d'euros ainsi répartis: modification du patrimoine net comptable au 31 décembre 2002 en milliers d'euros (17.992): portefeuille des titres +65, biens immeubles +2000, mise à jour des corrections de valeur sur les créances in bonis -326, immobilisations incorporelles -24, impôts actifs anticipés encore inscrits au budget -283, estimation de l'effet fiscal calculé sur les rectifications -77, total patrimoine net modifié 18.806, montant à verser à "Finaosta" 9.403. La mise à jour des corrections sur les créances in bonis a été fixée comme suit: créance in bonis avant rectification 55.031, corrections de valeur résultant du budget de "BVA" -224, 1% des créances in bonis -550, différence -326.

L'accord signé entre les parties prévoit qu'à la date de la conclusion du contrat et en vue de la cession de l'établissement de crédit et le paiement du montant y afférent, "Finaosta" accorde à "BCC Valdostana" un financement décennal de 6 millions d'euros, au taux bonifié prévu pour le financement de "Finaosta" au moment de la passation dudit contrat. Ce financement sera octroyé en un versement unique à la signature du contrat, qui devra prévoir la restitution du capital en un versement unique à l'échéance du contrat, le paiement à terme échu des seuls intérêts en 20 traites semestrielles, la subordination du créditeur aux termes de la lettre c) du 4e alinéa de l'article 2 de la délibération du "CICRE" du 12 janvier 1994.

S'agissant de l'allocation par "Finaosta" dans le passé d'une enveloppe de 12 milliards de lires à "ICCREA" pour l'acquisition de parts de "BVA" - comme les conseillers l'indiquent dans leur interpellation -, je me dois de préciser que ladite enveloppe, débloquée à "ICCREA Holding" le 29 décembre 2000, en vertu du premier accord du 19 septembre de la même année, a été restituée le 29 décembre 2001, suite à la modification du schéma de l'opération. Le versement du prêt subordonné à "BCC Valdostana", s'inscrit dans la logique de la consolidation des indices de patrimonialisation de la banque, demandé par l'autorité de surveillance. En effet, le titre 4, chapitre 2, section 2 ("Coefficiente di solvibilità individuale, requisito minimo di patrimonializzazione, istruzioni di vigilanza per le banche"), précise que les banques doivent "… costantemente mantenere un minimo di patrimonio di vigilanza, pari all'8% del complesso delle attività ponderate in relazione ai rischi di perdita per l'inadempimento dei debitori, rischio creditizio".

Pour ce qui est de la "BCC Valdostana" ce ratio de solvabilité s'élève actuellement à 14%. En raison de l'achat de "BVA" et de l'intégration conséquente de l'actif investi de celle-ci, ce taux se réduirait à 7,66 pour cent en dessous donc du seuil minimum de 8% fixé par la Banque d'Italie. L'octroi du prêt subordonné susmentionné aux fins du calcul du patrimoine supplémentaire - élément constitutif du patrimoine de surveillance - servirait à ramener ce taux à 11,81, ce qui permettrait, à la fois, d'avoir un ratio en-deçà de la limite fixée par la Banque d'Italie et d'assurer une marge de sécurité, compte tenu des engagements futurs de la banque.

Pour ce qui est de la valeur comptable de la participation, la part a été acquise le 29 décembre 2000 pour un montant de 17.734.980.000 lires (en euros 9.159.352), soit 53,67% du capital de la banque; par la suite, une part de 3,67 a été cédée à "ICCREA Holding", pour une valeur de 819.581 euros, soit une valeur nominale de 627.226 euros, ce qui a ramené à 50% la part du capital détenue. Ladite part, se chiffrant à 8.532.126 euros, figure dans la partie "Gestione speciale" du budget de "Finaosta" au 30 juin 2002 et a été réinscrite au budget le 30 juin 2003. La cession engendre une plus-value de quelque 0,9 millions d'euros, ce qui équivaut à la valeur de marché présumée de quelque 9,4 millions d'euros hors valeur comptable.

L'opération d'achat de la "BVA" par "BCC Valdostana" s'est traduite donc par un investissement global de 22,730 millions d'euros, échelonnés comme suit: acquisition de l'établissement de crédit (dépôts et placements) pour une valeur de 17,067 millions; émission d'un emprunt à la "BVA" par la "BCC Valdostana" d'un montant de 3,651 millions d'euros, destinés à augmenter le patrimoine devant être réparti parmi les associés de "ICCREA" et de "Federazione" au moment de la réduction du capital social, pour un montant global de 20,7 millions d'euros, acquisition des actions de la "BVA", dont l'état patrimonial comprend l'immeuble et le prêt, pour une valeur de 2,012 millions d'euros.

Je tiens enfin à préciser qu'avant d'acheter la totalité des actions de "BVA", la "BCC Valdostana" cède sa part de "BVA", soit 4,97% du capital, à "ICCREA" et "Federazione" pour un montant de 1,108 millions d'euros: il résulte, de ce fait, que l'acquisition de toutes les actions de "BVA" coûte au total à la "BCC Valdostana" 21,622 millions d'euros.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Ringrazio in parte l'Assessore, perché mi ha dato sicuramente una risposta chiara ed esaustiva come "tecnico", ma non mi ha dato una risposta politica che era quella sul punto 3: non so se è una dimenticanza o se è una volontà politica di non dare…

(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

… no, non si desume perché, al di là del fatto che lei ha dato dei dati precisi…

(nuova interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

… è una volontà politica di non rispondere, perciò noi ribadiamo che la sua è stata una risposta "tecnica", da "tecnico" quale lei sicuramente è; ci dispiace che nel chiudere questo ragionamento tecnico non vi sia stata la risposta politica.

Per entrare invece nel merito tecnico - che però non ci esime dal fare valutazioni politiche e di politica economica -, esprimiamo molte perplessità su questa operazione, perché quei numeri nella loro complessità indicano due elementi sostanziali: innanzitutto, che la preoccupazione che avevamo espresso nel 2000 in quest'aula si sta realizzando, cioè la svendita di "BVA". Perché diciamo questo? Perché è difficilmente comprensibile che una banca in forte difficoltà - come era ancora nel 2000 - abbia avuto in quel periodo un passaggio di quota, sostanzialmente il 50% di quel pacchetto azionario che oggi viene rivenduto, anche se le parti erano diverse, per un controvalore di 20 miliardi di lire! Da quello che lei ha detto, se non abbiamo inteso male noi, due anni dopo, con una situazione diversa - perché "BVA" è migliorata sensibilmente nella sua gestione, nei suoi elementi fondamentali in termini di bilancio e dunque anche in termini patrimoniali - viene venduta a una cifra inferiore. Abbiamo capito che il valore di cessione è di 9,4 milioni di euro…

(nuova interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

… ora, 9,4 milioni di euro non è una cifra significativamente superiore ai 20 miliardi di vecchie lire che sono stati pagati nel 2000, quando la situazione finanziaria e gestionale di "BVA" era sicuramente semidisastrata; vuol dire perciò che, nonostante gli sforzi di risanamento, c'è stata la volontà di svendere "BVA".

La cosa che più ci preoccupa è il meccanismo con cui si procede a questa vendita; nonostante sia una "svendita" più che una vendita, scopriamo, perché lei correttamente il dato lo ha voluto fornire - ma anche perché è all'esame in "Banca d'Italia" - che gli acquirenti non avrebbero i requisiti per poter procedere a questa operazione; perché? Perché giustamente "Banca d'Italia" - anche se è vero che è un po' il punto di riferimento delle banche - ha il dovere di preoccuparsi dei diritti dei cittadini risparmiatori e di quanti operano con le banche; perciò, a fronte di certe operazioni, pretende che il rapporto tra le attività di rischio ponderate e il patrimonio di vigilanza sia almeno l'8% e, a seguito di questa operazione, quel patrimonio minimo come rapporto, 8%, non verrebbe raggiunto.

Allora, ecco che in questa privatizzazione, ancora una volta, entra la scelta politica: uno, di svendere; due, di finanziare chi compra, ma di finanziarlo soprattutto per un'operazione che ha dell'incredibile anche in termini economici perché - se abbiamo capito bene - la "Banca di credito cooperativo" andrà a restituire gli interessi per quella che sarà la durata - lei non ha specificato, ma immaginiamo che ragioniamo in termini di 5-10 anni, forse più 10 che 5 - di un mutuo vincolato nel capitale, che serve ad aumentare la solidità patrimoniale dell'acquirente e, per certi versi, con un meccanismo che "Banca d'Italia" riterrà anche lecito, non lo sappiamo, ma aggira il principio che "Banca d'Italia" impone a queste operazioni. Una banca che doveva uscire dalle manovre politiche, "BVA", esce sì perché "BVA"sparisce, ma cade nella rete politica più di quanto non lo possa essere ora la "Banca di credito cooperativo", perché questa operazione di politica finanziaria è un'operazione politica.

Noi esprimiamo un giudizio negativo in termini di scelte politiche finanziarie, esprimiamo un giudizio negativo in termini di quella che è la lunga mano del potere politico, che non si riesce a staccare in questa regione dai siti in cui corrono i soldi in miliardi di lire, prima, in milioni di euro, adesso. Alla "Banca di credito cooperativo" auguriamo tutte le migliori fortune che si merita e che si meritano soprattutto i soci, i quali hanno messo in piedi quella che in questa regione ha dimostrato essere, nei fatti, una realtà nel difficile settore bancario; però le aspettative, perlomeno viste da una buona parte di quei soci che con una finalità puramente economica, imprenditoriale, hanno sottoscritto le quote azionarie, forse erano un po' diverse: erano, sì, quelle di avere degli aiuti, ma non di avere sempre la mano, la lunga mano della politica sul loro capo!

Capiamo anche, forse, perché una delle piccole banche di credito cooperativo non abbia aderito a questa operazione: perché probabilmente la superstite "Banca di credito cooperativo di Fénis" ha ritenuto di voler mantenere una sua autonomia, che sarà anche un'autonomia politica, ma un'autonomia politica sganciata dai vincoli della politica finanziaria la quale, molte volte, torna sempre a Piazza Deffeyes e non nella via delle banche, che è "Avenue Conseil des Commis"!