Oggetto del Consiglio n. 73 del 24 settembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 73/XII - Situazioni di inadeguatezza nelle zone di attesa dei reparti di Rianimazione e Unità coronarica dell'Ospedale regionale. (Interpellanza)
Interpellanza
Premesso:
- che permangono i disagi in cui si vengono a trovare i familiari e i conoscenti dei pazienti ricoverati presso l'U.B. di Rianimazione e/o presso l'U.B. Coronarica dell'Ospedale di Aosta, i quali sono costretti ad un'attesa in un atrio di accesso al piano terreno;
- che nel reparto di Rianimazione sono normalmente ricoverati pazienti che presentano gravi problemi;
- che lavori di ristrutturazione ai più diversi livelli hanno interessato quasi tutto il presidio ospedaliero e, se il reparto di Rianimazione pare accogliente e funzionale, la relativa zona di attesa è assolutamente inadeguata;
- che il ritardo nell'inizio dei lavori relativi alla realizzazione del servizio di Radioterapia, ai quali è correlata la previsione di un nuovo ingresso e di una sala d'attesa anche per il reparto di Rianimazione, induce a prevedere tempi lunghi per la soluzione del problema;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore delegato per sapere:
1) se intende ovviare urgentemente al disagio denunciato in premessa, destinando uno spazio più decoroso a coloro che sono costretti ad attese lunghe e magari sofferte: in caso affermativo, come e quando.
F.to: Tibaldi - Frassy
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - È vero che il "pianeta sanità" ha numerosi problemi ed è particolarmente complesso, però è altrettanto vero che numerosi di questi problemi sono stati proposti in quest'aula dall'opposizione, e non solo, nella vana ricerca di una soluzione.
Questo che le abbiamo sottoposto, Assessore Fosson, risale al novembre 2001, praticamente si riferisce ai disagi collegati all'Unità di Rianimazione e Coronarica dell'Ospedale di Aosta, ove non esiste una vera e propria sala di attesa per i parenti dei pazienti che lì sono ricoverati, ma esiste solo un atrio di accesso al piano terreno dell'ala nuova dell'Ospedale, in cui trovano ricovero coloro che sono costretti alle spesso penose attese di coloro che invece giacciono dall'altra parte dei vetri. Questa situazione è stata denunciata e sottolineata nel novembre 2001 e allora abbiamo appreso che, a parte le lodi sui lavori delle stesse Unità di Rianimazione e Coronarica - costati quasi 1,9 milioni -, gli stessi hanno comportato tutto un aggiornamento tecnologico e strutturale, con opere edili, infissi, serramenti, porte, impianti, cablaggi, eccetera. Si tratta di strutture di alta densità, c'è stato insegnato all'epoca e queste hanno una obsolescenza notevole, riconosciuta, quindi un'accelerazione naturale è quella della riconversione di questi ambienti.
Analoga attenzione dovrebbe essere rivolta anche a chi gravita attorno a questa Unità di Rianimazione e Coronarica. Diciamo che allora abbiamo avuto un'illusione: ci era stato detto che i lavori per la realizzazione del Servizio di Radioterapia - riguardanti anche la probabile costruzione di una sala di attesa vera e propria per l'unità Coronarica e di Rianimazione - erano stati consegnati all'impresa aggiudicatrice nel novembre 2001; in realtà, abbiamo appreso che gli scavi sono iniziati solo qualche mese fa e, naturalmente, questo atrio che continua a rimanere una soluzione "tampone" o, meglio, l'unica alternativa "tampone" a quelle che sono le attese dei parenti, dei genitori o degli amici, di coloro che sono ivi ricoverati, non sembra avere altra via d'uscita!
Da qui la necessità di presentare a lei un'interpellanza… se ha qualche idea in merito, visto che presiede al governo della sanità; è vero che questo è uno dei tanti problemi, è vero che vi sono altri problemi aventi delle priorità, li abbiamo affrontati anche nel mese di luglio, giacciono ancora irrisolti e ce ne sono tanti! Tuttavia, ci piacerebbe capire quali sono le sue intenzioni in merito: se riconosce anzitutto l'esistenza di questo disagio e, in tal caso, se ha una soluzione, anche temporanea, che possa ovviare allo stesso disagio.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Come ha ben detto lei, i problemi nel "pianeta sanità" sono tanti; come ha detto, questo probabilmente è uno estremamente marginale.
La sede che lei dice essere una sala di attesa, è chiaro che non è idonea; infatti, non è una sala di attesa, è un atrio: ciò è dovuto anche al ritardo di inizio lavori per la costruzione del Servizio di Radioterapia, al termine del quale dovrebbe essere previsto un atrio ben più confacente. Questo non è l'unico disagio provocato da un cantiere così importante come quello della radioterapia, per la costituzione dell'Unità di Radioterapia, però tali disagi si possono affrontare in funzione di un vantaggio che avremo fra breve.
Come lei può ben capire, i malati che partivano al mattino da Aosta per andare a fare la radioterapia a Ivrea con delle patologie neoplastiche gravi e tornavano il pomeriggio stanchi sia per la radioterapia effettuata, sia per il viaggio in pulmino, avranno un beneficio sicuramente più grande avendo una radioterapia lì, piuttosto di quello dei parenti dei malati ricoverati in unità coronarica per una sala di attesa non idonea! È chiaro che c'è un disagio, però è causato dal desiderio di dare un servizio migliore a malati che hanno una patologia ben più importante.
Le dico anche - lei lo sa meglio di me! - che non si può trovare in questo momento una soluzione a questo disagio, perché non si può ricavare una stanza per attesa da un reparto così tecnologicamente avanzato come la Rianimazione o l'UTIC, né si può pensare di fare un ulteriore gazebo fuori, né si può pensare di prendere una sala d'attesa in un reparto sovrastante come è la sala operatoria! È un disagio, ma lo sopportiamo in attesa di avere un vantaggio enorme dal poter fare una radioterapia ad Aosta e non a Ivrea!
Se mi permette una soluzione da tecnico - l'altra volta, in un intervento, mi avevate consigliato giustamente di non diventare politico, ma di continuare a fare interventi da tecnico -, mi permetto di dire che la criticità è proprio nell'idea che i malati ricoverati in UTIC e in terapia intensiva, abbiano bisogno per migliorare di avere dei pazienti che stazionano fuori dalla loro porta. Un'altra criticità è pensare che ci debbano essere delle sale di attesa o delle sale per parenti vicino ad ogni reparto di degenza. In questo momento, la criticità sta nel fatto che, è vero, non abbiamo una portineria funzionante, non abbiamo degli orari che permettono delle visite giuste, non abbiamo la possibilità di tenere fuori di notte e a orari non convenienti i parenti che accedono e vengono fuori orario a vedere i loro parenti.
È chiaro che ci sono dei casi particolari e delle deroghe a tutto questo, ma è anche vero che in un ospedale moderno i reparti sono chiusi alle visite fuori tempo previsto, che gli ospedali moderni prevedono una grossa portineria con delle sale di attesa comuni, con dei servizi, con televisione, con bar, eccetera, ed è proprio qui la soluzione verso cui ci orientiamo: non a fare delle sale di attesa - magari non idonee! - vicino ad ogni reparto, ma a creare intanto un filtro all'entrata per cui non entri chiunque e in qualsiasi orario nell'Ospedale e, poi, una sala di attesa delocalizzata in cui si possa dialogare, vedere un film, trascorrere queste ore di attesa del risultato di una diagnosi in maggior confort. Su questo c'è già un piccolo progetto; lei sa che c'era una farmacia dell'Ospedale vicino a una sbarra: in questa palazzina si vorrebbe situare il Servizio di laboratorio, una sala di attesa e una portineria.
In attesa di tutto questo, affrontiamo con pazienza i tanti disagi, sicuri che, fra qualche anno, il nostro Ospedale sarà all'avanguardia.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Se possiamo trovare un'assonanza nel fatto che i disagi sono conosciuti e, di conseguenza, l'auspicio di risolverli è cosa condivisa, questo ci fa anche piacere!
Sappiamo che la ristrutturazione dell'Ospedale ha costituito in questi anni un grosso cantiere permanente, ha visto la rigenerazione di diverse aree, di diversi settori, di diverse ali dello stesso complesso ospedaliero per investimenti colossali: "interventi spezzatino", che creano disagi, di questo ne siamo consapevoli! A questi si sommano dei ritardi nei lavori - come lei ha affermato -, si sommano tutti quegli elementi di criticità che lei molto meglio di me ha enunciato; di conseguenza, a questo suo auspicio di avere nel medio periodo una soluzione decorosa non solo per i pazienti, ma anche per i parenti - addirittura lei dice di tutti i reparti! - si aggiunge anche il nostro auspicio. Ci sarebbe piaciuto sentire questo anche sui tempi, sui quali c'è sempre una certa vacanza, nel senso che si danno informazioni piuttosto sommarie; però, i tempi da un'interpellanza recente proposta dal nostro gruppo - che risale al 2001 - ad arrivare ad oggi - settembre 2003 - i passi avanti sono stati veramente pochi!
Lei, ovviamente, non ha delle responsabilità dirette perché giace su quella poltrona da pochi mesi, però è auspicabile che a queste sue parole corrispondano anche fatti che si concretizzino in tempi relativamente più brevi!