Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 65 del 24 settembre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 65/XII - Verifica dei parametri per la determinazione del numero delle classi nell'istituzione scolastica di istruzione tecnica, industriale e professionale nei Comuni di Verrès e Pont-Saint-Martin. (Interpellanza)

Interpellanza

Richiamata la precedente interpellanza riguardante la riduzione del numero delle classi nell'Istituzione scolastica di Istruzione Tecnica, Industriale e Professionale nei Comuni di Verrès e Pont-Saint-Martin;

Tenuto conto delle assicurazioni date in quell'occasione in aula dall'Assessore all'Istruzione e Cultura circa la possibilità di rivedere il numero delle classi in funzione dell'effettivo numero di iscritti;

Tenuto conto altresì della volontà, espressa allora da alcuni Consiglieri regionali in un'apposita riunione, di impegnarsi per modificare i parametri di attribuzione delle classi tenendo conto del territorio e dando così stabilità alle classi;

Riaffermata l'importanza del mantenimento di quelle classi ad indirizzo professionale che permettono di rafforzare il legame tra il mondo scolastico e quello lavorativo;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) qual'è la situazione attuale;

2) quali sono gli intendimenti in merito alla volontà politica di verificare la possibilità di adeguare i parametri previsti a livello nazionale alla realtà valdostana.

F.to: Squarzino Secondina - Lanièce

Presidente - La parola al Vicepresidente Lanièce.

Lanièce (SA) - Abbiamo ripresentato questa iniziativa per sapere l'evolversi della situazione. Abbiamo visto in questi giorni sui giornali che grazie all'interessamento del dirigente scolastico, è stata trovata una soluzione per permettere a questi giovani di proseguire i corsi di studio in loco. Questo è un fatto positivo, ci fa piacere aver visto che vi è stata la volontà di trovare un accordo. Il problema, ovviamente, rimane, perché si tratta di una situazione a cui, stavolta, si è riusciti a dare una "soluzione tampone", ma bisogna operare una scelta a monte che eviti in futuro il ripetersi di questa situazione. Proprio per questo motivo, abbiamo ripresentato questa iniziativa in quanto, quando era sorto il problema, vi erano state diverse riunioni a cui avevano partecipato diversi consiglieri regionali e l'allora Assessore e, durante queste riunioni, era emersa la volontà di cercare di modificare questi parametri previsti a livello nazionale in modo da adeguarli alla nostra realtà valdostana, che è una realtà diversa… che non può fare riferimento a dei soli numeri, ma che deve tener conto anche della realtà del territorio valdostano… Proprio per questo chiediamo all'Assessore se questi intenti - sui quali siamo d'accordo -, se questa volontà di rivedere questi parametri è allo studio della Giunta e, quindi, di sapere in che termini si vuole agire in modo da evitare il ripetersi in futuro di queste situazioni, le quali finiscono per danneggiare gli studenti di questi corsi professionali, che sono molto importanti perché creano quel legame forte fra il mondo scolastico e quello lavorativo. Tutta la "mano" che possiamo dare loro, pertanto, è molto importante, perché permette a questi giovani di studiare in loco, di evitare di doversi spostare in continuazione, di ultimare gli studi e poter entrare subito nel mondo del lavoro.

Restiamo in attesa di sapere quali sono gli intendimenti della Giunta in merito a questa volontà e possibilità di adeguare i parametri, previsti a livello nazionale, alla realtà valdostana.

Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.

Charles (UV) - Comme vient de dire le collègue, la situation doit être vue dans le contexte actuel, mais surtout en perspective. Aujourd'hui le problème semble résolu, parce que l'école a présenté un projet vraiment intéressant, sur sa propre initiative l'école a pu ouvrir la classe en question, ce qui n'était pas prévu dans le plan annuel du bureau scolaire. Il est clair qu'on a rencontré des difficultés pour faire passer ce projet et que même les syndicats, les confédéraux et les autonomes, avaient exprimé leur avis contraire à cette solution. Moi j'ai affirmé et répété plus d'une fois - et j'en suis pleinement convaincue - que les paramètres de la ville ne doivent pas être confondu avec le paramètre des autres communes de la Vallée d'Aoste. Ni Aoste, ni les autres centres qui ont des écoles sur le territoire partagent la même réalité; si les lois doivent s'appliquer sans discrimination d'aucune sorte, nous ne pouvons pas utiliser la même méthode d'application.

Quant à la classe justement évoquée de l'IPR, ce qui nous a induits en erreur c'est la division des cycles des instituts professionnels. Un cycle de 3 ans - qui se conclut aujourd'hui par une qualification, qui aujourd'hui n'a aucune valeur sur le marché du travail, par exemple, pour les concours de la Région non plus - et un cycle de 2 ans, dont la première classe est considérée comme une classe initiale, provoquent ces difficultés. Ce qui revient à dire que la solution proposée par l'école de Pont-Saint-Martin est un cas exceptionnel, elle s'est dotée, donc, d'une gestion temporaire; dans l'avenir, le problème sera plus compliqué et plus sérieux. La seule solution qu'on entrevoit est celle législative. La loi régionale d'institution de l'IPR a plus de 40 ans et en 40 ans que de choses ont changé! La loi doit être revue, repensée, corrigée pour faire en sorte que l'IPR trouve un "nouveau visage" et qu'il puisse attirer les jeunes à s'inscrire de nouveau dans ces filières, qui ont procuré dans le temps - mais qui devront procurer selon les nécessités actuelles - culture, capacité de bilinguisme, ouverture vers le monde du travail, particulièrement lié aujourd'hui au territoire.

Souvent à une crise d'inscription correspond en quelque manière un flou dans les propositions éducatives qui n'échappe ni aux élèves, ni aux parents, mais il faut dire que l'IPR a beaucoup donné dans ces 40 années à la Vallée d'Aoste dans tous les sens et donc il faudra absolument soutenir cette école. Nous avons en Vallée d'Aoste des écoles hors capacité en nombre d'inscrits et d'autres qui perdent insensiblement, mais sûrement leurs effectifs. Il faut là chercher à inverser une tendance, cibler une politique d'orientation sérieuse pour éviter qu'une monoculture qui se définirait à la longue… si cette monoculture va se définir à la longue, cela porterait au chômage les jeunes, qui sont la ressource essentielle de notre Vallée et de la société en général. L'intention ferme donc est celle de créer rapidement un groupe de travail, qui puisse ouvrir le champ à des solutions possibles, ancrées sur l'éducation et les motivations des jeunes et qui tiennent compte du développement extraordinaire et atypique de notre société.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Vorrei riprendere alcune considerazioni fatte dall'Assessore e aggiungere qualche osservazione.

Condivido innanzitutto il fatto che questo caso è chiuso, ma rimane il problema di parlarne ancora. Vorrei aggiungere un motivo per cui parlarne ancora: è stata la scuola, lo voglio sottolineare, non gli uffici scolastici o i politici, a trovare una soluzione. In questo caso credo proprio che vada un plauso al corpo docente e al dirigente per la loro capacità di utilizzare al meglio le risorse dell'autonomia. È stata trovata una soluzione che riguarda la questione emersa in bassa Valle, ma la soluzione trovata non incide in situazioni analoghe ad Aosta o dintorni. Mi permetta, Assessore, di annotare in modo critico la sua osservazione, che per le scuole di Aosta e dintorni vanno utilizzati modi diversi di applicazione della legge. Sono un po' scettica su questo: se vi è una legge, deve essere tale da prendere in esame le situazioni diverse, ma non mi sembra corretto dire: "C'è una legge, ma io la applico in modo diverso, e quindi discrezionale, a seconda se si tratta di Aosta o dintorni". Chiusa parentesi rispetto a questa annotazione critica.

Perché parlarne ancora e parlarne in Consiglio regionale? Perché si tratta di una questione che si ripresenta ad ogni inizio di anno scolastico, perché in questo caso è emersa in modo emblematico. Tutti gli inizi di anno scolastico sorge il problema di conciliare la scelta di mantenere il più possibile le sedi scolastiche decentrate con la necessità di garantire un minimo di efficienza nel rapporto costi-benefici, dando per scontato che la scuola sia fedele alle esigenze del territorio. Tra l'altro, sappiamo che non solo classi troppo piccole costano tanto, ma classi troppo piccole, specie per alunni delle scuole superiori, diventano poco produttive anche dal punto di vista didattico e culturale, nel senso che per crescere culturalmente si ha bisogno di un confronto tra coetanei che provengono da esperienze diverse e portano stimoli diversi.

Rispetto poi al parere critico dei sindacati, a cui ha fatto cenno l'Assessore circa il progetto presentato, credo che bisognerebbe precisare - forse l'Assessore non lo ha fatto per accorciare i tempi della replica - che i sindacati erano contrari non al progetto in sé - quale sindacato si dice contrario ad un progetto innovativo? -, ma erano contrari alle modalità con cui si volevano reperire i docenti. La proposta era: "Paghiamo straordinari ai docenti che già adesso insegnano nelle scuole", mentre i sindacati dicevano: "Attenzione, abbiamo per le stesse materie di insegnamento altri docenti che sono in lista di attesa, che vanno utilizzati" e quindi era un modo distorto di utilizzare il personale docente. I sindacati hanno obiettato su questo aspetto, non sul progetto in sé. Questa precisazione andava fatta.

Credo poi che fosse interesse del sindacato, come dell'Assessore e nostro, cercare soluzioni generali e non solo soluzioni a un caso particolare. Qui è mancata una risposta politica e l'Assessore ha cercato adesso di dare una risposta politica per il futuro. Mi permetto di provare ad individuare anche nel periodo in cui questa risposta politica legislativa sarà poi perfezionata e poi vediamo perché è lungo l'itinerario… perché non sarebbe possibile pensare a una specie di protocollo di intenti fra Regione e Ministero, per giungere a definire in modo diverso i numeri minimi necessari di alunni per formare le classi. Credo che almeno provvisoriamente questa strada potrebbe essere percorsa; di fatto, allora, indichiamo con chiarezza delle regole, che mi fanno applicare in modo diverso i criteri con cui dire "sì" o "no" all'apertura delle classi, però c'è un criterio chiaro.

Rispetto alla soluzione più a lungo termine che lei ha individuato, si tratta di una soluzione "a lungo termine", Assessore… non perché lei non voglia portare avanti la cosa, non perché il gruppo di lavoro che lei costituirà non sarà composto da persone competenti, capaci e attive, ma perché il problema dell'IPR non si risolve solo modificando la legge. Lei tenga conto che è in atto una riforma - la "riforma Moratti" - che chiederà di ripensare anche agli istituti superiori, i quali nella riforma in questione sono dichiarati o licei o istituti tecnici, in cui sono compresi forse i professionali. Non basta rifare la legge occorre rifarla tenendo conto del contesto nazionale più ampio. Nel momento in cui vi sarà - come temo - l'attuazione della "riforma Moratti" - la realtà purtroppo è quella e non possiamo modificarla perché abbiamo dei progetti diversi -, in quel momento, ad esempio, il Manzetti - tanto per parlare di un istituto famoso, che ha una lunga storia - dove sarà collocato? Nell'area tecnica o nell'area liceale? Gli ITI, gli istituti tecnici industriali della bassa Valle, dove saranno collocati: nell'area professionale, tecnica o liceale? Lei capisce che non si può pensare di operare solo sul professionale, dimenticandosi che vi è questo contesto che comunque ci interroga sulla sorte degli istituti superiori che operano nell'ambito tecnico.

Io apprezzo la sua volontà di intervenire nella situazione con uno strumento legislativo, normativo per non lasciare alla discrezionalità o all'ultimo momento le decisioni, ma questa volontà politica deve farsi carico, se vuole essere efficace ed efficiente, di tutta questa serie di problemi che il contesto oggi ci pone, ivi compreso il problema del rapporto scuola-lavoro-formazione professionale, che è ancora a parte ma che non può tanto essere affrontato in modo indipendente. Mi permetto, quindi, Assessore, di presentarle questi problemi in modo che lei, nel momento in cui agirà, abbia anche la possibilità di intervenire con successo per la scuola valdostana: non è interesse dell'opposizione che l'Assessore agisca malamente, ma che la scuola valdostana funzioni, e questo vorrei che fosse chiaro per tutti!

La prego ancora di ripensare a una soluzione normativa, provvisoria, che consenta di risolvere in tempi brevi il problema del numero di alunni iscritti, perché non credo che questo progetto più ampio possa essere concluso prima che si aprono le iscrizioni. Buon lavoro, Assessore.