Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 40 del 23 luglio 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 40/XII - Funzionamento della sede decentrata "118" nel Comune di Châtillon. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso

- che, dopo ripetute sollecitazioni da parte del nostro gruppo consiliare, l'USL ha dotato - anche se solamente dall'inizio di quest'anno - la sede decentrata "118" di Châtillon di una copertura medica di emergenza territoriale H12;

- che tale servizio, pur essendo parziale, consente, se opportunamente integrato con quello del medico di continuità assistenziale, un minimo di presidio nei confronti di un comprensorio (la Comunità Montana Monte Cervino) di notevole importanza demografica;

- che il servizio MET H12 è stato pienamente attivo solo a gennaio ed è via via scemato nei mesi a seguire, fino a mancare completamente;

- che è unanimemente condivisa l'importanza del decentramento territoriale dei servizi sanitari, attraverso l'implementazione funzionale e professionale delle strutture di emergenza e specialistiche: principio, questo, che è stato ribadito nel piano socio-sanitario regionale 2002-2004;

tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore delegato per conoscere:

1. se è a conoscenza dei disagi di cui in Premessa e quali considerazioni esprime;

2. se e come intende provvedere al ripristino immediato del servizio, garantendo quel minimo di presenza di professionalità medica di emergenza territoriale anche nel comprensorio succitato.

F.to: Tibaldi - Lattanzi

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - L'interpellanza in oggetto, pur trattando una situazione specifica, in realtà riflette un disagio che è piuttosto generale: parliamo cioè di servizio di emergenza territoriale che, ai sensi di una legge regionale, la n. 21/98, dovrebbe dispiegare effetti decisamente diversi rispetto a quelli di cui beneficiano oggi i Valdostani. L'interpellanza vuole focalizzare un problema, quello della sede decentrata del "118" di Châtillon, che non ha una semplice valenza comunale, ma ha una funzione che è comprensoriale, poiché la sede decentrata "118" di Châtillon offre una copertura medica che riguarda non solo il Comune di Châtillon, bensì altri dodici comuni limitrofi, fra i quali Saint-Vincent, per una popolazione residente complessiva che si aggira sulle 16.500 unità. Popolazione che incrementa nel momento in cui ci sono periodi di grande affluenza turistica, come quello estivo che stiamo vivendo in questo momento. Si capisce quindi che questo polo demografico, che è il secondo della Valle dopo il capoluogo, necessiti di un servizio di emergenza territoriale e anche di continuità assistenziale e di servizi poliambulatoriali in senso lato completamente attivi ed efficienti.

Più volte il gruppo consiliare - prima di "Forza Italia" e oggi della "Casa delle Libertà" - ha sollecitato l'Assessore competente per far sì che la sede del "118" di Châtillon fosse funzionante e più volte abbiamo dovuto riscontrare, nostro malgrado, un servizio ad intermittenza, che si ripete purtroppo anche in questi ultimi sei mesi. Parlo di questi "ultimi sei mesi", perché "dopo ripetute sollecitazioni", come si scrive in premessa di questa interpellanza, finalmente all'inizio del 2003 un servizio dimezzato "H12" di emergenza territoriale è stato fornito con la previsione di un medico durante le ore diurne. A gennaio, secondo un calendario ufficiale che ho reperito, c'è stata la copertura su tutti i 31 giorni; a febbraio, solo un giorno: il 4; a marzo, solo un giorno: sempre il 4 del mese; ad aprile, grosso modo una quindicina di giorni, c'era anche la Pasqua, ma solo per metà mese abbiamo avuto un servizio efficace; a maggio, il servizio è stato compresso in soli sei giorni; a giugno, è totalmente scomparso e a luglio è stato riattivato, forse anche perché l'interpellanza, come è già successo in passato, ne ha stimolato la riattivazione.

Sappiamo che un medico di continuità assistenziale presente in loco non è sufficiente da solo a presidiare da un punto di vista sanitario la sede del "118". Speravamo che dopo tante sollecitazioni il servizio andasse in progressione, cioè dalle 12 ore, dalla copertura diurna, si arrivasse ad una copertura complessiva, cioè sulle 24 ore; purtroppo così non è stato e, a parte questo ripristino di questi ultimi giorni, siamo preoccupati perché si sta procedendo come le luminarie di Natale: ad intermittenza. Tutte le considerazioni che sono state fatte in quest'aula o che sono state scritte sul Piano socio-sanitario regionale, l'ultimo quello del triennio 2002-2004, o le dichiarazioni dell'Assessore suo predecessore, che ha sempre detto che il servizio di emergenza territoriale è un filtro extraospedaliero indispensabile per una Regione come la nostra, che ha un'antropizzazione distribuita sul territorio, sono condivisibili e giuste; ci piacerebbe però che queste parole diventassero quanto prima fatti e fatti permanenti e non intermittenti. Lei Assessore Fosson è nuovo del ruolo, quindi abbiamo quella comprensione che si rivolge a chi si approccia ad affrontare una serie di problematiche del settore sanitario, come anche questa mattina le abbiamo evidenziato con altre iniziative. Problematiche che però urgono di una risposta.

Martedì scorso, 15 luglio, alcuni delegati degli operatori del soccorso "118" si sono incontrati con i Sindaci di Châtillon e di Saint-Vincent. Penso che gli stessi Sindaci le abbiano già scritto una lettera o si siano impegnati a comunicarLe le esigenze che riguardano la nostra comunità, tant'è che ci sarà anche prossimamente un incontro allargato fra gli stessi Sindaci di Châtillon e di Saint-Vincent, che sono i Comuni principali della zona, con altri amministratori locali perché il problema non è semplicemente localizzato in questo polo urbano ristretto. La sede "118" del macrodistretto sanitario n. 3 risulta la più trascurata. Paradossalmente, vuoi Donnas per la distanza, vuoi Morgex per le dimensioni demografiche più piccole, hanno una funzionalità decisamente superiore. Ben venga mantenuta e potenziata la funzionalità di questi macrodistretti o, meglio, di queste sedi di emergenza territoriale, però è anche giusto che un comprensorio come il nostro abbiano analoga attenzione.

Per questo con l'interpellanza di cui in oggetto le chiediamo, Assessore: se è a conoscenza dei disagi che sono stati illustrati in maniera sintetica nella premessa dell'interpellanza; se e come intende provvedere al ripristino immediato del servizio, in forma permanente, cioè con la prospettiva di avere un servizio che sia completo su tutto l'arco della giornata, incluse le ore notturne, e non solo limitato alle ore diurne.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - Grazie per la comprensione perché sono nuovo, ma questo non vuol dire che non dobbiamo dirci le cose chiare: intanto è un vecchio problema, anche se l'Assessore è nuovo! Mi sono riletto la mozione che avevate presentato su questo argomento; lei ora mi dirà che si ritorna su questo argomento perché il disagio c'è e ha ragione.

Prima però mi avete detto: "C'è il rischio che lei, in quanto era un vecchio chirurgo e adesso fa il politico, si lasci politicizzare". Su questo però c'è il rischio di essere teorici e con le teorie non risolviamo nulla, perché il problema su questa emergenza territoriale, sulla non continuità che lei ha descritto così bene del medico di emergenza territoriale, è dovuto alla mancanza di questa figura professionale, in quanto il legislatore, costruendo queste figure di medici particolari e volendo favorire i giovani medici, ha però ridotto l'accesso a questo tipo di professione. Capisco che lei - mi permetta - veda questa emergenza sanitaria importante perché le è molto vicina, ma non è l'unica figura sanitaria che manca nel nostro quadro sanitario; se lei frequenta l'Ospedale di Aosta, vedrà che mancano delle figure molto importanti, come quelle degli anestesisti, che ritardano i tempi degli interventi chirurgici, vedrà come nella nostra situazione sanitaria mancano infermieri professionali e dobbiamo fare delle convenzioni con i magrebini, con infermieri che vengono dal Brasile.

In questi giorni è arrivata nel mio studio una delegazione del carcere che mi ha fatto notare come l'assenza degli infermieri in ambito carcerario provochi delle rivolte, eccetera; vi è quindi il problema della mancanza delle figure sanitarie nei nostri organici: questo è vero, però, proprio per questo desiderio di collaborare e di essere concreti, dobbiamo vedere come trovare queste figure. Come le dicevo, c'è un problema legislativo: questa professione del medico di emergenza territoriale si rivolge a una "particolare" figura che deve effettuare un corso "particolare", è richiesta cioè un'idoneità "particolare" per essere medico di emergenza territoriale. Badi che un chirurgo con venti anni e più di lavoro non può svolgere questa attività, perché questa è riservata a una figura particolare. La nostra Regione ha cercato giustamente di allargare questa possibilità di impiego e ha prodotto, con una legge del 1998, una deroga a questa figura professionale ammettendo che potesse svolgere questo compito anche chi avesse una documentata attività di sei mesi come incaricato di ruolo presso un pronto soccorso, un servizio di soccorso sanitario "118", o avesse almeno svolto 300 ore come medico di elisoccorso svolto in ambiente montano, o avesse un'attività documentata di almeno un anno non continuativo quale guardia medica. Non solo, mi sembra correttamente, per ricoprire questo ruolo che crea un disservizio - un "disservizio", non è che non c'è un servizio, perché come lei sa bene, comunque le emergenze territoriali vengono coperte da ambulanze con eventuali rendez-vous con l'auto medica che giunge da Aosta - l'Amministrazione ha pensato a un impegno finanziario aggiuntivo per riunire queste figure di medici di emergenza territoriale.

A gennaio il servizio era stato coperto, ma poi uno di questi medici ha avuto una gravidanza per cui è stato sospeso. Qui il problema è che non riusciamo a trovare questa figura sanitaria per ricoprire questi posti. Non è facile farlo ma, siccome siamo qui per cercare di migliorare il nostro servizio e di diminuire questi disagi, le dirò due cose: intanto, per quanto riguarda il periodo estivo, si è provveduto a mettere un medico in più di emergenza territoriale in questa zona, che è particolarmente frequentata, e in questo ha ragione; secondariamente, ad ottobre di quest'anno partirà un corso di formazione USL dove saranno messi in formazione trenta medici per coprire questi disservizi nell'ambito del MET.

Vorrei dire un'ultima cosa che mi preme e su cui penso ci dovremo confrontare a distanza: lei ha detto che il problema generale è l'emergenza territoriale, su questo sono d'accordo con lei, nel senso che dovremo con calma tutti insieme rivedere questo quadro di emergenza territoriale, perché la mia sensazione è che stiamo spendendo molti soldi per un ritorno forse non conveniente. Le dico che, studiando questo argomento, lo butto lì, con altri colleghi e vedendo esperienze di altre regioni come la nostra, risulta come in questo quadro dell'emergenza territoriale sia al momento non presente il medico di base, che forse in questa nuova organizzazione potrà di nuovo avere un peso e un'importanza. Al momento attuale però dobbiamo essere molto onesti, guardarci negli occhi e dire: "Queste figure professionali idonee a ricoprire questo servizio non sono reperibili, come non sono reperibili gli anestesisti, come non sono reperibili alcune figure infermieristiche. È da questo che dobbiamo partire per costruire qualcosa di migliore, che colmi questi disservizi".

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Assessore, è una risposta che mi soddisfa a metà. Ho capito che Lei ha la consapevolezza del problema, vuoi per la competenza professionale personale, vuoi perché comunque ha avuto il buon gusto di leggersi gli atti recenti del Consiglio e quindi di approfondire la questione.

Da un punto di vista delle risposte in senso complessivo, però lei dice di non voler cadere in discorsi troppo teorici, perché dobbiamo affrontare con pragmatismo i vari problemi. Mi ha fatto alcuni esempi, ha cercato di spostare l'attenzione dal piano specifico a quello generale, ma il problema specifico resta e viene sollevato ancora una volta per trovare una soluzione. Se il problema è legislativo, tenendo presente che la legge n. 21/98 ha impostato delle maglie larghe rispetto a leggi omologhe di altre regioni per reclutare i MET, facciamo le modifiche del caso: abbiamo la competenza non solo per il reclutamento dei MET, ma anche per una diversa impostazione finanziaria e un diverso utilizzo delle risorse disponibili nell'organizzare i macrodistretti decentrati sul territorio. Lei dice: "Spendiamo troppi soldi per avere un ritorno che non è conveniente", siamo d'accordo, tuttavia questo impegno finanziario aggiuntivo, che lei ha citato, è per adesso provvisorio, vediamo di far sì che sia ottimizzato anche per il reclutamento di MET, che sono figure sanitarie quanto mai necessarie, perché non possiamo permetterci che l'assenza per gravidanza di una donna medico di emergenza territoriale paralizzi il servizio in una zona decentrata! Una situazione personale di un medico, non deve essere causa di disservizio solo perché non c'è un sostituto, con i rischi immaginabili che ne conseguono. Basta guardare il numero dei codici rossi, che in quella zona sono sempre tanti, perché sono proporzionali all'indice demografico!

Le risposte: ora, vi sono due medici, lo sappiamo e ci auguriamo che restino, perché talvolta questi "fuggono" poiché disincentivati: sono fuggiti anche medici di continuità assistenziale da Châtillon, non solo medici di emergenza territoriale! In una delle scorse interpellanze l'ex Assessore Vicquéry si ricorderà di un diverbio acceso su quelle che sono le condizioni stipendiali delle professionalità sanitarie e abbiamo dimostrato all'ex Assessore Vicquéry che paradossalmente in una Regione a Statuto ordinario come il Piemonte queste condizioni sono addirittura più vantaggiose rispetto a quelle offerte dalla Valle d'Aosta. È naturale che la domanda tenda a spostarsi dove l'offerta presenta vantaggi o è più conveniente.

Ribadisco la disponibilità del nostro gruppo consiliare ad affrontare, anche in forma sinergica, le problematiche di un'emergenza territoriale che non ha ancora trovato una risposta compiuta nel comprensorio non solo nostro, ma anche in altre zone, perché sia la bassa Valle che l'alta Valle soffrono di questi disagi, auspicando che le tante belle parole, come sono state scritte o affermate in precedenza, trovino quanto prima compiuta attuazione!