Oggetto del Consiglio n. 3004 del 5 febbraio 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 3004/XI Attività produttiva e situazione occupazionale della "Centrale Laitière" di Gressan. (Interpellanza)
Interpellanza Richiamate le precedenti iniziative del gruppo "Per la Valle d'Aosta - con l'Ulivo" sui temi della gestione e dei riflessi occupazionali nella Centrale Laitière d'Aoste a seguito del contratto intervenuto fra FINAOSTA e ABIT;
Appreso che dal 30/12/2002 nello stabilimento di Gressan non si è più prodotto gelato e che anche la lavorazione del formaggio è effettuata solo saltuariamente;
Ricordato che fra pochi mesi scadrà il contratto biennale fra FINAOSTA e ABIT, che impegna quest'ultima a rispettare obblighi particolari anche in riferimento agli aspetti occupazionali;
Rammentato altresì che per un certo periodo l'ABIT non pagò i canoni di locazione per l'occupazione dell'edificio di proprietà regionale;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) se è a conoscenza dello stato della produzione presso lo stabilimento della "Centrale laitière" di Gressan e se conosce i motivi della progressiva smobilitazione dell'Impresa che gestisce la struttura;
2) se l'ABIT paga regolarmente i ratei relativi al corrispettivo della cessione della "Centrale" ed i canoni di locazione della struttura immobiliare;
3) quali iniziative intenda concretamente assumere per scongiurare problemi occupazionali agli attuali dipendenti della "Centrale".
F.to: Curtaz - Squarzino Secondina
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Per proseguire nell'espressione del collega Viérin Marco, direi che passiamo da una preoccupazione all'altra.
Ritorniamo su questo tema, perché siamo preoccupati dell'andamento della "Centrale Laitière d'Aoste" e delle conseguenze occupazionali che questo andamento potrà avere. Ricordo - non certo all'Assessore, ma ai colleghi - che la Finaosta, al momento della cessione delle quote azionarie della "Centrale Laitière" all'ABIT, ha stipulato un contratto piuttosto complesso: questo contratto prevede degli obblighi di varia natura a carico dell'ABIT e questi obblighi sono a termine il prossimo 30 aprile 2003. Siamo a poco più di due mesi dalla scadenza, quindi dalla possibilità di controllo in termini di adempimento contrattuale da parte della Finaosta e indirettamente da parte dell'Amministrazione regionale, che è interessata sotto due profili: uno, come azionista della Finaosta e, l'altro, sotto il profilo politico come ente responsabile della politica agricola e di commercializzazione agricola nella nostra regione. Abbiamo ancora due mesi, dicevo, per poter far valere le nostre ragioni di carattere contrattuale: scaduti i due mesi, questa garanzia che la Regione ha di far valere le clausole stabilite al momento della cessione, verrà inevitabilmente meno.
Siamo preoccupati perché da più parti ci vengono segnalati episodi che sembrano presagire una smobilitazione dell'azienda. Porto degli esempi: non si produce più gelato dal 30 dicembre. Ci ricordiamo ancora le immagini televisive con gli Assessori e il Presidente della Regione che assaggiavano il gelato nel momento in cui questa lavorazione veniva introdotta, con possibilità di rilancio di mercato dell'azienda rispetto a questo prodotto. Mi limito a questo, non voglio ricordare le dichiarazioni fatte in occasione delle varie inaugurazioni perché ci sarebbe da disperarsi nel rileggere quali erano gli obiettivi quando si spostò la "Centrale" nei nuovi locali a Gressan e poi al momento della cessione all'ABIT, anche in riferimento alle prospettive occupazionali, quando si parlava tranquillamente di 50-60 addetti: adesso, la situazione è ben peggiore! Nel settore dei formaggi abbiamo una lavorazione ogni tanto, le cantine sono piene di formaggi invenduti; si è detto più volte in quest'aula che fra i vari formaggi caratteristici della regione veniva fatto il "réblèque", che ormai non si fa più da tempo, e via di seguito, tanto che ci sono alcuni dipendenti pagati per non svolgere alcuna occupazione. Per chi deve lavorare, è la cosa più avvilente!
Abbiamo l'impressione che da parte dell'ABIT si stia aspettando lo scadere del termine del 30 aprile, per poi passare ad una fase di smobilitazione progressiva dell'azienda. Vogliamo capire come si sta movendo l'Amministrazione regionale rispetto a questi dati, che sono dati purtroppo reali. Per lo più approfittiamo dell'occasione per evidenziare nuovamente una situazione di anomalia, che era già stata evidenziata proprio dal nostro gruppo, in quest'aula, un po' casualmente, quando ci fu detto - se non sbaglio, ad oltre un anno dall'insediamento dell'ABIT - che non era ancora stato stipulato il contratto di locazione della struttura, perché l'ABIT gestisce l'azienda, ma la struttura è rimasta di proprietà regionale.
Scopo della nostra interpellanza è quindi anche quello di conoscere se nel frattempo sono stati fatti dei passi avanti, si è formalizzato il contratto, se i canoni di locazione vengono regolarmente pagati. Peraltro sarebbe interessante sapere, sempre nella stessa ottica di carattere economico-finanziario, se l'ABIT paga regolarmente i ratei relativi alla cessione, perché ricordiamo tutti che era previsto un pagamento rateale della cessione dell'azienda, anche se poi il prezzo della cessione era soggetto a variazioni, a seconda di calcoli complicatissimi che dovevano essere fatti successivamente; quindi, un altro elemento di interesse, per quanto ci riguarda, è sapere se questi ratei sono stati regolarmente onorati da parte della società cooperativa acquirente. Chiediamo questo, Assessore, e attendiamo sue risposte in proposito. Mi riservo di fare ulteriori osservazioni in sede di replica.
Président La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV) Mi trovo a rispondere ad un'ennesima iniziativa dei Consiglieri Curtaz e Squarzino sull'attività produttiva e sulla situazione occupazionale della "Centrale Laitière"; vorrei ricordare, ancora una volta, che la "Centrale" è stata ceduta alla cooperativa ABIT e che quest'ultima ha sottoscritto degli impegni contrattuali che sta rispettando. È quanto ci risulta e ci è stato confermato da Finaosta, organismo cui spetta il compito di valutare il comportamento dell'ABIT per quanto riguarda il rispetto o la violazione delle clausole contrattuali.
Credo sia una premessa doverosa, perché il nostro campo di azione è limitato da queste premesse: non è una società pubblica, quindi è chiaro che le nostre interferenze nella gestione della società non possono avvenire, se non nel verificare l'impegno che ABIT ha assunto e nel sollecitare ABIT a fare in modo che la "Centrale" possa essere operativa e dare quei risultati che avevamo sperato.
Non voglio entrare nel merito di tutta la storia della "Centrale". È chiaro che non è una storia piacevole, lo abbiamo detto e ho anche avuto il coraggio di dirlo nel momento in cui si è deciso di cedere la "Centrale". Era in quel momento l'unica via possibile, proprio per l'indebitamento della "Centrale" e per la necessità di trovare comunque uno sbocco. Altra soluzione era la chiusura totale, il che non credo potesse essere di gradimento per nessuno, soprattutto per la parte importante di occupazione che la "Centrale" ha garantito.
Per quanto riguarda le domande inerenti l'attività produttiva vera e propria della "Centrale" all'interno dello stabilimento, vi informo che la produzione complessiva ha interessato circa 500 quintali di latte alla settimana fino ai mesi di novembre e dicembre, durante i quali la produzione era di circa 1000 quintali. Nei programmi di produzione dell'azienda è previsto che, a breve, la produzione si assesti su livelli intorno ai 1000 quintali settimanali, con l'aggiunta annunciata di una nuova caldaia polivalente. La riduzione della produzione di formaggi rientra invece, sempre secondo quanto ci hanno riferito gli amministratori della "Centrale", nella normale programmazione produttiva, che deve tener conto delle esigenze di mercato; sembra, infatti, che ci siano dei formaggi invenduti, quindi è normale che la "Centrale" abbia fatto calare la produzione di formaggi. Ricordo, a questo proposito, che anteriormente agli investimenti effettuati da ABIT per modificare gli impianti e consentire una maggiore produttività, la capacità produttiva della "Centrale" era di non più di 450 forme di formaggio al giorno, mentre ABIT, in un certo periodo, ne ha prodotte fino a 900 forme al giorno.
In merito all'interruzione della produzione di gelati nel mese di gennaio, è storicamente consolidato che in questo periodo ABIT chiuda il ciclo gelati per il calo dei consumi che si registra, come è normale, nel periodo invernale, per cui è ritenuto il periodo migliore per procedere alla manutenzione dei macchinari. Fra l'altro, è in fase di realizzazione il potenziamento ed ammodernamento della linea dei gelati, che riprenderà prossimamente.
La produzione del latte fresco è interamente effettuata nello stabilimento della "Centrale" e, poiché in una passata interpellanza mi era stato chiesto come mai il latte veniva prodotto a Grugliasco, oggi va preso atto - riporto sempre quanto mi viene comunicato - che è prodotto nella sede della "Centrale". Le quantità prodotte sono proporzionate alle quantità di latte assorbite in ogni stagione dal mercato; chiaramente c'è un adattamento del confezionamento all'assorbimento e alla richiesta del mercato.
Per quanto concerne il settore dipendenti, a noi non risultano licenziamenti di dipendenti…
(interruzione dei Consiglieri Curtaz e Squarzino Secondina, fuori microfono)
… faccio un'affermazione, non sono qui a fare dei commenti, dico che a me non risulta ci siano stati licenziamenti di dipendenti, e questo è uno degli impegni che ABIT ha assunto, nel momento in cui ha acquisito la "Centrale". Al contrario, risulta una volontà di ABIT di incrementare la propria attività legata alla "Centrale" e allo stabilimento di Gressan: anche questo mi è stato riferito! Di conseguenza, è ipotizzabile l'inserimento di nuove forze lavoro, anziché il licenziamento di quelle operative, peraltro ritenute valide nella quasi totalità; c'è quindi un giudizio in genere positivo da parte della proprietà per quanto riguarda i propri dipendenti.
Per rispondere al secondo punto, il corrispettivo per la cessione della "Centrale", fissato in 3,1 miliardi di lire, è stato versato contestualmente alla girata delle azioni in un'unica soluzione, mediante assegni circolari andati a buon fine: questo aspetto è stato quindi risolto. I canoni di locazione delle strutture immobiliari non sono ancora al momento riscossi, in quanto si è in attesa della sottoscrizione del contratto di locazione. Il contratto è pronto ed è stato molto laborioso, perché si è dovuto provvedere alla richiesta di agibilità dei vari locali. Sappiamo che la "Centrale" occupa solo una parte degli spazi, quindi si sono dovute trovare delle soluzioni in modo che venga data la possibilità alla "Centrale", che poi paga il contratto di locazione di tutti i locali, di inserire altre attività all'interno di questi stabilimenti, in modo da utilizzare al meglio la struttura, ed evitare che rimanga mezza vuota. Questo è l'obiettivo dell'Amministrazione, per cui probabilmente i tempi si sono anche allungati per la formulazione corretta del contratto. Attualmente il Dipartimento legislativo e legale della Presidenza dovrebbe provvedere in tempi brevissimi alla stipulazione del contratto. Naturalmente, per il periodo intercorso dal maggio 2001 alla sottoscrizione del contratto, la società corrisponderà l'indennità di occupazione come da impegno sottoscritto al momento della cessione.
Permettetemi di tornare nell'argomento occupazione: è chiaro che la garanzia occupazionale dipende esclusivamente dal risanamento economico della società. Su questo argomento, dobbiamo fare una piccola riflessione; noi abbiamo dato in mano ad ABIT una società in forte deficit, ABIT ha fatto un proprio piano industriale, si è impegnata per dare operatività a questa società, a portarla in pareggio di bilancio, cosa che non è ancora avvenuta, ma è uno degli obiettivi che ABIT si pone per riuscire a rilanciare l'attività della "Centrale". Le strategie di sviluppo esposte dagli amministratori negli incontri avuti e la diversificazione produttiva messa in atto, orientata su prodotti, come dicono loro, ad alto valore aggiunto, fanno sperare per il futuro di questa azienda. Non mi risulta, almeno da tutte le informazioni che ho potuto raccogliere, che la società sia allo sbando.
Per quanto riguarda le iniziative assunte o che intendo assumere come Assessore all'agricoltura, posso rassicurarvi di non essere rimasto a guardare in questi mesi, pur nei limiti - ripeto - del rispetto per l'autonomia, che spetta ad una società privata avente l'obiettivo di raggiungere il pareggio economico della gestione della "Centrale". Chiaramente gli interventi che in questo momento sono permessi all'Assessore non devono ledere la libertà di una società privata, che ha un suo piano di sviluppo, che ha un piano industriale. Io non scherzo, Consigliera Squarzino, sto parlando in modo serio, perché questo problema l'ho affrontato in modo serio! Personalmente ho sollecitato Finaosta a vigilare con attenzione in merito al rispetto delle clausole contrattuali da parte di ABIT; ho poi avuto modo di conferire con i rappresentanti sindacali e anche con alcuni dipendenti, per meglio capire se ci sono dei motivi reali di preoccupazione per le maestranze, senza ricevere degli elementi concreti.
Mi hanno fatto una panoramica della situazione, senz'altro per loro per certi aspetti preoccupante; alcune riflessioni fatte dal Consigliere Curtaz mi sono state riportate, quindi le condivido anche. In questi giorni ho incontrato il presidente e il vicepresidente di ABIT, i quali mi hanno garantito, ancora una volta, in merito alla volontà della cooperativa di sviluppare tutte le iniziative per incrementare l'attività della "Centrale", comprese iniziative di collaborazione con il settore lattiero-caseario regionale, che sono state anche da me sollecitate, perché credo che l'obiettivo per far rinascere la "Centrale" sia proprio quello di riuscire a far rientrare la stessa nel contesto lattiero-caseario valdostano, obiettivo per il quale era nata. È chiaro che in questa fase c'è stato un allontanamento della "Centrale" dal settore lattiero-caseario, anche perché il nostro settore lattiero-caseario ha preso le distanze dalla "Centrale", questo lo dobbiamo dire, è un'analisi corretta e giusta che si deve fare. Però credo che oggi possano anche determinarsi le condizioni perché questo dialogo riprenda.
In questo periodo ho sollecitato la ripresa di questo dialogo, soprattutto con la "Cooperativa Fontina", che è quella che ha il polso della situazione produttiva dei diversi caseifici, in modo da dare a "Centrale" il ruolo di polmone del settore e punto di riferimento valido e affidabile anche per una migliore organizzazione della distribuzione dei prodotti. Questi sono gli obiettivi che ci eravamo posti, che non sono andati a buon fine a suo tempo, ma che credo si debbano ritentare per trovare una soluzione per la stessa. A me pare - e non faccio salti di gioia, sia ben chiaro - di cogliere segnali di buona volontà che cercheremo per quanto ci riguarda come pubblica amministrazione di incoraggiare. Dall'incontro con i vertici ABIT non ho avuto alcun sentore di un loro disimpegno allo scadere del contratto e in quella sede ho posto delle domande precise. Il 30 aprile scadono quegli impegni che ABIT ha preso con la Regione nel momento della cessione della "Centrale", e mi è stato chiaramente risposto che dopo il 30 aprile non ci sarà nessun atto particolare che vada a disconoscere l'accordo preso. Così come non è emersa assolutamente l'intenzione di smantellare le produzioni presso lo stabilimento "Centrale".
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Credo che l'Assessore non si aspetterà plausi né attestazioni di soddisfazione da parte nostra per la sua risposta. In questa vicenda, io posso anche capire umanamente l'Assessore, che si sente fra l'incudine e il martello: noi siamo il martello e l'incudine sono le scelte politiche che questa Giunta ha fatto, e l'Assessore si deve portare il peso politico di queste scelte.
L'Assessore ha delineato un quadro di chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, forse riferendosi alle nostre preoccupazioni egli ci potrebbe dire che vediamo il bicchiere mezzo vuoto; ho però il timore che il bicchiere non sia più a metà, ma sia sotto della metà perché i segnali incoraggianti, a suo dire, che vengono da ABIT sono stati finora - non voglio dire "fumo negli occhi", perché è un'espressione troppo forte - ma sono stati dei segnali di carattere più annunciativo che realizzativo. Infatti, se è vero che i livelli occupazionali sono stati finora faticosamente mantenuti, è anche sotto gli occhi di tutti la realtà, che io ho evidenziato, ma che l'Assessore ha detto di conoscere, di dipendenti che vengono tenuti senza particolari mansioni, in attesa del 1° maggio, e non perché sia la festa dei lavoratori, ma perché vogliono fare la festa ad alcuni di questi lavoratori!
Ci troviamo di fronte soprattutto a un sostanziale smantellamento della struttura della commercializzazione. L'Assessore dice che non si produce più formaggio, perché non si vende più formaggio, ma bisognerebbe anche capire perché non si vende più: il motivo è che la struttura della commercializzazione è stata completamente abbandonata a sé stessa. Oggi la commercializzazione viene fatta purtroppo da personale totalmente inadeguato a conoscere la realtà commerciale valdostana, con i risultati, in termini di possibilità di vendita, dei pochi prodotti ancora realizzati alla "Centrale" assai scarsi.
Noi rinnoviamo queste preoccupazioni, che peraltro l'Assessore sostiene di condividere - per certi versi, le fa proprie - lamentando però la scarsa possibilità della Regione di intervenire a questo proposito. Ma è proprio qui, Assessore, per noi il punto nodale, perché lei ha esordito ricordandoci, ancora una volta, che la Regione non ha partecipazione diretta alla "Centrale" per cui le sue possibilità di intervento sono relative. Le ricorderò intanto, ancora una volta, che l'Assessore all'agricoltura è il massimo responsabile politico della politica agricola di commercializzazione agricola in questa regione; in secondo luogo, che la Finaosta, che ha individuato un partner, che ha ceduto le quote azionarie della "Centrale" ad ABIT, non è altro che una diramazione regionale alle strettissime dipendenze della Giunta, parlo di dipendenze in riferimento all'indirizzo politico ovviamente! Credo si debba pretendere un controllo degli adempimenti contrattuali, perché quando l'Assessore mi dice che non sono stati verificati fino ad oggi degli inadempimenti contrattuali, su questo mi permetto di dissentire! Anche in quest'aula abbiamo affrontato il problema dei marchi, il problema della svalorizzazione del marchio della "Centrale": oggi non c'è neanche più un camion che esce da lì con il nome "Centrale Laitière", escono tutti con il nome ABIT!
Abbiamo parlato spesso della pubblicità "poco trasparente" sulle etichette. Questo non è, secondo me, adempiere l'obbligo di valorizzazione del marchio, come era previsto in contratto affinché questo marchio continuasse a mantenere il prestigio che lo stesso vantava sul mercato: questo marchio è ormai deprezzato per una politica inadeguata da parte di ABIT!
Assessore, lei si deve quindi assumere una responsabilità, da un lato, in termini di verifica degli adempimenti contrattuali e, dall'altra, in termini di responsabilità politica, perché sarà stata una scelta difficile, una scelta obbligata, sarà stato il meno peggio, ma voi vi portate la responsabilità politica tutta della scelta del contraente e del contratto che è stato sottoscritto da Finaosta!
È in punto contratto che non vi possono essere degli schermi di società privata. Posso persino capire che vi possono essere dei ritardi determinati dal fatto di individuare i locali più idonei, l'agibilità e tutto, però stiamo parlando di un contratto di locazione che avrebbe dovuto partire dal 1° maggio 2001; fra un po' sono due anni, sono ventun mesi che ABIT occupa i locali della "Centrale" in Comune di Gressan, senza pagare una lira di affitto, perché il contratto di locazione non è stato ancora stipulato! Questa a me sembra una cosa veramente grossa e mi fa specie, perché tale problema era già stato segnalato dal nostro gruppo, diversi mesi or sono, e ci era stato detto che, nel giro di poco tempo, si sarebbe provveduto a regolarizzare la situazione. Oggi, invece, apprendiamo dall'Assessore - il quale peraltro, in questo caso, non ha neppure responsabilità troppo dirette perché dipende da altri servizi della Giunta regionale o di qualche altro Assessorato, forse delle finanze - che il contratto di locazione non è stato ancora sottoscritto. Si dice che è già pronto e che sarà sottoscritto; ma, Santo Cielo, sono passati ventun mesi e qui non possiamo dare responsabilità a Finaosta o a qualcun altro; qui la responsabilità per intero è della Giunta regionale che non ha provveduto a sollecitare i funzionari a preparare questo contratto, e soprattutto a sottoscriverlo!
Con questo termino il mio intervento; ovviamente staremo vigili ancora su questo tema, Assessore; lei non si dovrà agitare più di tanto se, come vedrà, prima del 30 aprile torneremo su questo tema, sperando che le cose possano migliorare, come lei oggi ci ha fatto ritenere. Da parte nostra, purtroppo, c'è molto meno ottimismo e, proprio per questo, la invitiamo a vigilare ancora di più di quanto finora non abbia fatto!