Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3005 del 5 febbraio 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3005/XI Attività promossa in occasione dell'Anno Internazionale delle Montagne. (Interpellanza)

Interpellanza Tenuto conto che in data 31 dicembre si è concluso l'Anno Internazionale delle Montagne;

Ricordato le numerose iniziative effettuate in Valle sulle varie tematiche riguardanti la Montagna;

Richiamato il fatto che, in data 24 gennaio 2001, era stato approvato, all'unanimità, dal Consiglio regionale un ordine del giorno che, in vista dell'Anno Internazionale delle Montagne, impegnava la Giunta a farsi promotrice di una forte azione politica a livello europeo, attraverso il proprio Parlamentare, il Comitato delle Regioni, il comitato economico-sociale dell'Unione europea e di concerto con il Governo Italiano al fine di poter rivendicare una giusta e differenziata attenzione nei confronti delle zone di montagna, quali la nostra, dove l'agricoltura svolge un'importante funzione di equilibrio ambientale e di valorizzazione paesaggistica;

Richiamata altresì l'importanza che l'agricoltura riveste per la nostra regione soprattutto alla luce dell'attuale situazione di grave crisi che sta colpendo il mondo agricolo valdostano, dove un qualsiasi piccolo intervento rappresenterebbe un grande sollievo per l'intero settore;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per conoscere:

1) quanti e quali sono stati nel 2002, Anno Internazionale delle Montagne, gli incontri effettuati, in ambito europeo ed italiano, dall'Assessore e dai suoi funzionari per ottemperare al dispositivo dell'impegno dell'ordine del giorno sopra richiamato, votato all'unanimità dal Consiglio regionale;

2) quali sono state le risultanze di questi incontri;

3) quali sono gli intendimenti dell'Assessorato in merito alle azioni e agli interventi concreti che, in base anche alle risultanze degli incontri sopra richiamati, potranno essere intrapresi in questi mesi al fine di poter al più presto ridare slancio al mondo agricolo valdostano mai così fortemente indebolito.

F.to: Lanièce - Viérin M.

Président La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (SA) Questa interpellanza è stata presentata allo scopo di avere delle delucidazioni sulle prospettive future della nostra agricoltura di montagna, tenuto conto che, da poco, è terminato l'Anno Internazionale delle Montagne e tenuto conto, altresì, che in data 24 gennaio 2001, a seguito di una mia iniziativa, è stato approvato in Consiglio regionale all'unanimità un ordine del giorno che, proprio in vista dell'Anno Internazionale delle Montagne nel 2002, impegnava la Giunta a farsi promotrice di una forte azione politica a livello europeo, attraverso il proprio europarlamentare, il Comitato delle regioni, il Comitato economico e sociale dell'Unione europea e, di concerto con il Governo italiano, al fine di poter rivendicare una giusta e differenziata attenzione nei confronti delle zone di montagna, quali la nostra, dove l'agricoltura svolge una importante funzione di equilibrio ambientale e di rivalorizzazione paesaggistica, attraverso l'attribuzione, nei criteri di applicazione di futuri ed ulteriori provvedimenti, di coefficienti che tengano conto sia della particolarità delle aree alpine, sia delle caratteristiche morfologiche del territorio, ove tali determinazioni dovranno essere applicate.

Durante il Consiglio del gennaio 2001, nel mio intervento, avevo sottolineato, fra l'altro, che la cosa importante sulla quale dovevamo puntare, era di riuscire a far capire a livello europeo che i prodotti della montagna, là dove siano tipici, genuini, ecocompatibili, oltre che derivare da un'agricoltura che si può definire eroica, usando un termine forte, però pertinente in questo caso, erano caratterizzati dall'unicità ed avevano una produzione irrisoria e comunque contenuta in volumi tali da non modificare gli equilibri economici che regolano i mercati.

Tutto ciò, per evidenziare che nelle zone di montagna gli aiuti alla produzione, le deroghe ai vari vincoli dei reimpianti, le limitazioni ai finanziamenti alle infrastrutture, e qualche volta anche il richiamo quasi ossessivo alla possibilità di violare la cosiddetta "libera concorrenza", sono poco pertinenti e rischiano solo di penalizzare fortemente l'attività agricola, che rischia già di trovare grandi difficoltà a mantenersi in futuro per la disaffezione dimostrata dai giovani, nonché per la qualità della vita, per il poco ritorno in termini di soddisfacimento del lavoro svolto e infine per la non comparabilità del reddito a fronte dell'impegno con altre categorie di lavoro.

Le difficoltà di rapporto con l'Unione europea sono d'altronde evidenti a tutti: basti pensare all'iter del disegno di legge n. 116, riguardanti gli incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico, difficoltà dovute essenzialmente al fatto che le decisioni vengono prese ormai a livello europeo, senza che le singole necessità vangano perlomeno prese in considerazione e valutate. Il problema in Valle d'Aosta è che non si è stati finora capaci o si è nell'impossibilità di fare un fronte unico per difendere l'agricoltura in montagna, la nostra agricoltura, che presenta parametri e particolarità uniche che non possono venire inglobate con quelle delle altre regioni europee, particolarità che mal si addicono alle necessità e alle restrizioni europee le quali trattano tutti e tutto allo stesso modo, come se esistesse una sola agricoltura, cioè quella di pianura. Dobbiamo pertanto svincolarci dal modo di pensare in grande della Comunità europea, teso ovviamente alla difesa degli equilibri produttivi di ampio respiro fra i Paesi dell'Unione, e dobbiamo invece pensare a promuovere una politica della montagna incisiva e aderente alle singole esigenze, collegate alla valorizzazione del patrimonio agricolo montano. Tutto ciò, sperando che possa servire a far capire, a livello europeo, la necessità di un forte riconoscimento delle zone di montagna, come la nostra, non più come zone svantaggiate, ma come zone particolari e importanti all'interno delle quali occorre sostenere l'agricoltura, che svolge anche un'importante funzione di equilibrio ambientale e di valorizzazione turistico paesaggistica.

Proprio per queste considerazioni fatte allora ed ancora oggi attuali, ho presentato, assieme al collega Viérin, del gruppo della "Stella Alpina" questa interpellanza: per conoscere quanti e quali sono stati nel 2002, Anno Internazionale delle Montagne, gli incontri effettuati, in ambito europeo ed italiano, dall'Assessore e dai suoi funzionari per ottemperare al dispositivo dell'impegno dell'ordine del giorno sopra richiamato, votato all'unanimità dal Consiglio regionale; quali sono state le risultanze di questi incontri; quali sono gli intendimenti dell'Assessorato in merito alle azioni e agli interventi concreti che, in base anche alle risultanze degli incontri sopra richiamati, potranno essere intrapresi, in questi mesi, al fine di poter al più presto ridare slancio al mondo agricolo valdostano, mai così fortemente indebolito.

Président La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.

Perrin (UV) L'ordine del giorno che è stato citato dal Consigliere Lanièce era stato predisposto a margine dell'approvazione del testo definitivo del piano di sviluppo rurale, atto con il quale la nostra regione adeguava la propria normativa regionale alla disciplina europea.

Il piano di sviluppo rurale ha rappresentato comunque una buona occasione per rilanciare il settore agricolo, inserito nel contesto più ampio di sviluppo sostenibile, promuovendo tutte le attività che hanno attinenza con lo sviluppo rurale o montano a beneficio soprattutto di chi esercita attività agricola. Le valutazioni che oggi possiamo fare in merito al piano, visto che sono passati ormai alcuni anni dalla sua approvazione, sono, senza ombra di dubbio, positive, anche perché è quasi interamente applicato e anche perché notevoli risorse economiche sono state rese disponibili per la sua attuazione. L'ordine del giorno allora approvato poneva però l'accento innanzitutto sulla soppressione, o la riduzione dell'intensità di aiuto, di alcune misure che, secondo la Commissione europea, andavano a ledere il principio della concorrenza, o si configuravano come aiuti al funzionamento. Nella fase di definizione del piano si era peraltro cercato di compensare queste riduzioni di incentivi, puntando sull'incremento degli aiuti o su nuovi aiuti, particolarmente sentiti nell'ambito della nuova politica agricola comune; diciamo che i due cardini di questi aiuti erano il rispetto dell'ambiente e la qualità dei prodotti.

Con i servizi della commissione abbiamo allora particolarmente insistito, con dati economici concreti alla mano - dati che hanno cercato di dimostrare ciò che il Consigliere Lanièce affermava -, quanto sia difficoltosa l'agricoltura in montagna, quanti siano gli handicaps che questa agricoltura deve sopportare; diciamo che il famoso principio della concorrenza è già snaturato da questa condizione disuguale di partenza delle aziende agricole. Siamo riusciti ad avere un aumento deciso degli aiuti agroambientali e soprattutto dell'indennità compensativa nella misura più alta, autorizzata in Europa solo in alcune regioni.

La nostra azione verso una revisione della politica agricola comune è stata costantemente portata avanti nelle varie sedi, anche in ottemperanza a questo ordine del giorno - giustamente ricordato - nelle sedi sia nazionali che europee, in collaborazione sia con i Parlamentari che con le altre regioni aventi i nostri stessi problemi, in particolare con la Regione Trentino Alto Adige. Fra le attività di maggior rilievo, citerei il nostro contributo fornito tramite l'Onorevole Caveri alla predisposizione del rapporto Ebner, documento presentato nel luglio 2001 al Parlamento europeo, su 25 anni di applicazione del regime comunitario a favore dell'agricoltura nelle regioni montane, e nel quale sono recepite tutte le nostre istanze. Il Commissario Fischler, rispondendo in aula all'Onorevole Caveri, dichiarò che il contenuto del documento sarebbe stato preso in considerazione in sede di revisione della PAC.

Sempre in ambito europeo, la nostra regione ha contribuito alla redazione di una risoluzione, presentata a Strasburgo il 20 marzo 2001 alla Camere delle regioni, del congresso dei poteri locali e regionali d'Europa, nell'ambito della Commissione sviluppo sostenibile. Nel testo venivano recepite le nostre richieste e, in particolare, l'obiettivo del riconoscimento giuridico della specificità della montagna, perché questo è l'obiettivo fondamentale di tutta l'azione che è stata portata avanti dalle varie iniziative e manifestazioni fatte per l'anno della montagna. La risoluzione fu presentata all'assemblea plenaria della Camera delle regioni del 5 giugno 2002.

Sempre nell'ambito della Commissione sviluppo sostenibile del Comitato delle regioni, la Valle d'Aosta, rappresentata dal proprio Presidente - all'epoca il Presidente Viérin - ha appoggiato il progetto di rapporto redatto dal dr. Borghi dell'UNCEM, sull'azione comunitaria per le zone di montagna; questo documento, discusso nella seduta del 5 dicembre 2002, ribadisce la necessità di una più appropriata normativa europea sul principio della concorrenza, che abbia come finalità la riduzione degli svantaggi economici e strutturali delle aree montane.

A livello nazionale abbiamo invece contribuito alla realizzazione del nono rapporto sull'agricoltura italiana per quanto riguarda il capitolo agricoltura e sviluppo rurale nelle zone di montagna. Il documento, predisposto in collaborazione con le Province autonome di Trento e Bolzano, e presentato a Trento il 7 ottobre 2002 chiede, fra l'altro, l'inserimento nella costituzione europea del valore e della specificità delle montagne, la modifica dell'articolo 158 del Trattato che istituisce la comunità europea con l'inserimento delle zone montane oltre alle zone rurali, insulari e meno favorite, l'inserimento in modo specifico delle zone montane nella programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013, la delega commissariale per le montagne all'interno della Commissione dell'Unione europea.

Queste proposte sono state sottoposte all'attenzione degli organismi comunitari, in vista della revisione di medio periodo della politica agricola comunitaria e posso annunciarvi, in questa sede, che il 21 marzo prossimo, a Trento, incontreremo il Commissario Fischler per illustrare il documento che vi ho illustrato. All'incontro saranno presenti i rappresentanti delle Province di Trento, Bolzano e Belluno, autorità austriache delle regione Rhône-Alpes, oltre che al Presidente dell'UNCEM.

Ricordo, inoltre, che ogni volta che mi è stata offerta l'occasione di rivolgermi a personalità di livello internazionale - europeo o nazionale - non ho lesinato appelli e riferimenti specifici alla necessità di prevedere interventi normativi appositamente calibrati per le zone di montagna. Cito il tredicesimo "Conseil international de l'assemblée des régions viticoles d'Europe", celebrato a Courmayeur, vari convegni sulla viticoltura di montagna organizzati dal Cervim, sia in Italia che in altri Paesi, le giornate nazionali dell'agriturismo che abbiamo tenuto a Valtournenche, con una presentazione fatta a Riva del Garda sulle politiche agroturistiche a livello italiano ed europeo, gli innumerevoli incontri organizzati per l'Anno Internazionale della Montagna.

È proprio nell'ambito delle celebrazioni dell'Anno Internazionale della Montagna che ho avuto l'opportunità di condividere, con il Ministro alle politiche agricole, assieme ad altri Consiglieri, al Presidente della Regione, e al Senatore Rollandin, le interessanti iniziative dell'ascensione al Monte Bianco, tese a celebrare l'anno della montagna. Questa iniziativa mi ha permesso, oltre che di portare all'attenzione della pubblica opinione la montagna con il suo mondo e la sua cultura, di intrattenermi a colloquio con il ministro, il quale si era impegnato ad attivare una nuova legge sulla montagna: credo che la promessa sia stata mantenuta, in quanto la legge è attualmente in discussione.

Personalmente ritengo che la strada per il riconoscimento a livello europeo della specificità delle zone di montagna sia ancora lunga; tuttavia, credo che non si debba demordere, soprattutto in vista dell'allargamento dell'Unione europea e soprattutto in vista della revisione della PAC. Proprio in sede di revisione della PAC si potranno far riconoscere le particolarità della montagna e, soprattutto, far riconoscere appieno il ruolo e le funzioni insostituibili dell'agricoltura di montagna, agricoltura che è fondamentale quale presidio del territorio, garanzia ambientale, fornitrice di prodotti di qualità e di servizi alla collettività. Con questi atti dobbiamo essere pronti ad attivare tutte le iniziative, e qui chiedo la collaborazione di tutti, attraverso analisi e proposte, iniziando con la predisposizione di un nuovo progetto per la nostra agricoltura, a partire dal 2006.

L'Assessorato sta lavorando in questa direzione, è già stato costituito un gruppo di lavoro all'interno dell'Assessorato. Ritengo di poter affermare che abbiamo dato il nostro contributo, un contributo concreto di idee e di azioni, anche in questa fase di dibattito e di iniziative. Certo che siamo disponibili a continuare in questa direzione, ma non solo perché è anche il nostro dovere.

Président La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (SA) Prendo atto della risposta dettagliata che l'Assessore mi ha fornito.

In merito al problema dell'agricoltura devo dire che la situazione non è così ottimale come sembra enunciare l'Assessore. Bisogna dare atto che certe iniziative sono state portate avanti, ma è anche vero che, da molto tempo, questo problema, dal punto di vista politico, viene affrontato e dibattuto in quest'aula e fuori da quest'aula. Il fatto stesso che io abbia fatto riferimento ad una risoluzione approvata all'unanimità da questo Consiglio nel gennaio 2001 - oggi siamo a due anni di distanza - ci porta a dire che le parole sono belle, però i fatti sono un po' diversi, nel senso che, ad oggi, non possiamo dire che siamo riusciti ad ottenere un riconoscimento della nostra specificità di montagna a livello europeo. La strada è quindi ancora lunga, come del resto anche l'Assessore ha riconosciuto.

Proprio perché la strada è lunga, occorre rinforzare e agire in modo più celere, anche in vista dell'allargamento della Comunità europea, che porterà ad una minore possibilità di ottenere dei vantaggi, degli aiuti, che vadano nella direzione di aiutare la nostra agricoltura di montagna, la quale, invece ha bisogno di un sostentamento per ragioni morfologiche, culturali e tradizionali. Lo invito quindi a continuare in questa direzione, ma con più impegno possibile, anche se siamo a fine legislatura.

Ho assistito a diverse manifestazioni di questo "Anno Internazionale delle Montagne", ho letto diversi interventi più o meno autorevoli, la stessa "Union Valdôtaine" ha presentato un editoriale completo, il 26 dicembre scorso, sulla montagna, in cui si riconosce che i risultati dell'anno dedicato alla montagna sono stati numerosi e soddisfacenti. Ora, questa mi sembra "una dichiarazione molto forte"; vedo che c'è stato qualche tentativo, qualche dibattito ma, da qui a dire che ci sono stati dei risultati positivi io non li vedo! E come non li vedo io penso non li veda molta altra gente, gli agricoltori in modo particolare, che sono quelli che devono subire gli effetti della politica agricola europea!

Come dicevo penso sia importante continuare ad agire in questa direzione, altrimenti si rischia di dire: "l'anno della montagna è finito, abbiamo fatto tante conferenze e tante riunioni, ma concretamente la strada per raggiungere l'obiettivo, che è quello del riconoscimento della specificità della montagna e delle zone di montagna, è ancora lunga!". Questo vuol dire che gli aiuti ai nostri agricoltori saranno sempre più difficili e loro non riusciranno a capire - e per noi sarà difficile spiegarlo - come mai non devono smettere di coltivare il loro terreno situato a mille metri, come mai gli agricoltori di pianura, che hanno minori difficoltà rispetto a loro, alla fine, hanno una maggiore tutela. È quindi difficile incentivare gli agricoltori valdostani che, purtroppo, da un'indagine statistica recente, risultano essere di un'età media attorno ai 55 anni: questo significa che c'è bisogno di un ricambio generazionale e perché questo ricambio avvenga, occorre dare degli input positivi per invogliare i giovani a scegliere quel settore.

Il mio invito è quello di seguire il problema con maggiore attenzione e di non dare per approvati certi documenti che, di fatto, rinviano a successivi incontri. Forse l'incontro del 21 marzo con Fischler può essere interessante - e ne approfitto per chiedere all'Assessore di portare in III Commissione il risultato di quell'incontro - perché potrebbe essere quella l'occasione di avere dati importanti e valutare se ci stiamo avvicinando all'obiettivo.

L'altro giorno ho partecipato a una conferenza stampa dell'Onorevole Caveri, nella quale è stato presentato un documento che può essere importante e che meriterebbe l'attenzione da parte del Consiglio regionale. Consegno questo documento all'Assessore nel caso in cui volesse presentare, oggi o un'altra volta, una risoluzione che vada in questa direzione, perché potrebbe essere un'ulteriore dimostrazione che il Consiglio regionale, in fatto di agricoltura di montagna, vuole raggiungere l'obiettivo: quello di ottenere a livello europeo il riconoscimento della nostra specificità di zona di montagna.