Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2991 del 5 febbraio 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 2991/XI Programma di protezione del nucleo abitativo della località Bosmatto in Comune di Gressoney-Saint-Jean. (Interrogazione)

Interrogazione Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 4727 del 9 dicembre 2002, avente per oggetto "Approvazione del progetto esecutivo nonché delle procedure di esproprio, delle opere di consolidamento e di protezione del nucleo abitato di Bosmatto sulla frana del Mussolier in Comune di Gressoney-Saint-Jean a seguito dell'evento alluvionale dell'ottobre 2000. Prenotazione di spesa.";

Venuto a conoscenza del fatto che un gruppo di cittadini di Gressoney-Saint-Jean ha trasmesso all'Amministrazione regionale un documento contenente delle osservazioni in merito al progetto di cui sopra;

Evidenziato come tale progetto tende a spostare in maniera considerevole l'alveo del torrente Letze verso l'abitato di Bosmatto suscitando così fondati timori negli abitanti di Bosmatto e di Boden, che vedono, nella realizzazione delle opere in progetto, un aggravio del pericolo per persone e abitazioni;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

la Giunta regionale per sapere:

1) se ritiene che il progetto in oggetto approvato sia il più idoneo a proteggere il nucleo abitato di Bosmatto;

2) se sono stati proposti altri progetti per il consolidamento e la protezione del nucleo abitato di Bosmatto che prevedano minori espropri e mantengano, nel limite del possibile, l'alveo del torrente Letze nella sua sede naturale;

3) se nella realizzazione di tale progetto sono stati coinvolti, anche a titolo consultivo, gli abitanti di Bosmatto.

F.to: Lanièce

Président La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV) Il fenomeno franoso di Mussolier, in comune di Gressoney-Saint-Jean, è stato ed è uno dei fenomeni più importanti - per dimensione, ma soprattutto per complessità - a cui ci siamo interessati. L'approccio progettuale è quindi stato quanto mai approfondito.

L'analisi che è stata condotta dal Servizio difesa del suolo attraverso l'incarico all'ing. Béthaz Giuseppe, al geologo De Leo e al geometra Verrando, è stata preceduta da una fase di analisi strumentale dei movimenti del fenomeno franoso che si era riattivato sul versante a monte del conoide. Questa prima fase è stata realizzata direttamente dall'Amministrazione comunale. A questa è seguita, e sta seguendo tuttora, una seconda fase di monitoraggio, con sistema GPS automatico in tempo reale, ancora in funzione e collegato al piano di emergenza di protezione civile. Contemporaneamente a questa fase, si era attivato uno studio approfondito del fenomeno franoso e dei possibili scenari di evoluzione, attraverso un incarico ad "ENEL Idro Ismes di Seriate", con la consulenza diretta da parte del "CNR Irpi" di Torino. Era stato evidenziato uno stato di particolare criticità del bacino, dovuto alla presenza di vecchi movimenti gravitativi riattivatisi nell'ottobre 2000 e che, già in passato, avevano generato fenomeni simili a quelli dell'ottobre 2000.

Lo studio evidenziava la possibilità di innesco di due tipologie di dissesto: un fenomeno più catastrofico con la mobilizzazione parziale o totale dei fenomeni di versante e un fenomeno di innesco di colata e detriti dal piede della frana, volumetricamente meno importanti, ma con maggiori probabilità di innesco e comportanti, quindi, maggiori fattori di rischio per l'incolumità pubblica. Sulla base degli scenari evidenziati, le misure di protezione attivate da parte delle strutture tecniche regionali sono state indirizzate, da una parte, ad un'azione non strutturale rivolta al controllo del grande fenomeno franoso in termini di protezione civile e, dall'altra, ad un'azione strutturale volta alla riduzione del rischio e derivante dall'innesco di fenomeni di colate detritiche sulle strutture abitative e infrastrutturali, presenti sul conoide del torrente Letze. Sono state previste quindi opere ingegneristiche, atte a contenere i volumi detritici potenzialmente mobilizzabili.

Parallelamente alle analisi condotte a livello regionale, l'Autorità di Bacino del Fiume Po aveva inserito il bacino del torrente Letze nel proprio progetto finalizzato "Conoidi", quale termine di riferimento per la Regione Valle d'Aosta dell'alluvione del 2000. In tale progetto, coordinato dal prof. Armanini dell'Università di Trento, è stata analizzata la dinamica generatasi, cercando di indicare gli aspetti quantitativi delle dinamiche idrauliche e gravitative in termini di previsione e prevenzione. La Struttura regionale competente ha collaborato all'analisi condotta dall'Autorità di Bacino, le cui risultanze sono state utilizzate dai progettisti incaricati nella redazione del progetto di protezione.

Riassumendo, la tipologia di fenomeni di innesco di colata e detriti che si possono attendere, sono comparabili a quelli avvenuti nel 1846 e nell'ottobre del 2000, quindi con volumetrie complessive mobilizzabili di circa 200.000 metri cubi. Si evinceva quindi la necessità di realizzare opere di difesa che contenessero tali volumetrie, dissipando in maniera adeguata l'energia di impatto di una colata detritica. In tal senso, l'adozione di una tipologia di intervento diversa da quella che poi è stata prevista, con la realizzazione di un connettore che portasse tutto il materiale verso il torrente Lys, avrebbe presentato problematiche di interferenza con i manufatti presenti, con l'asse viario regionale e, soprattutto, con il deflusso del torrente Lys e con la confluenza del torrente Ranzola, dando problemi di ampia entità sul fondovalle del Lys. Inoltre, le energie di impatto sulle strutture idrauliche di controllo sarebbero state particolarmente importanti e difficili da gestire in termini di dimensionamento e caratteristiche ingegneristiche.

Considerata quindi l'estensione delle aree coinvolte dal dissesto dell'ottobre 2000 e i possibili scenari di evoluzione, le indicazioni progettuali sono state indirizzate verso la realizzazione di un bacino di laminazione, in grado di contenere e dissipare colate detritiche di 200.000 metri cubi. Il progetto prevede quindi la realizzazione di un bacino di accumulo, delimitato da rilevati in terra e terra armata, una serie di strutture frangicolata e dissipatori posti all'apice e all'interno del bacino, con funzione di rallentare la colata e di distribuire il materiale all'interno del bacino, di una briglia selettiva con funzione filtrante all'uscita del bacino per preservare la funzionalità dell'attraversamento della strada regionale e infine l'adeguamento strutturale e dimensionale dell'attraversamento in questione.

L'adozione della scelta progettuale è quindi il risultato di un'analisi comparata volta ad individuare la soluzione migliore in termini di efficacia e di efficienza, sia in termini di rispondenza strutturale agli effetti indotti dal fenomeno caratteristico del bacino, sia in termini di difesa di tutte le strutture e infrastrutture presenti sul conoide del torrente Letze, compresi gli abitati di Bosmatto e Boden. Sono stati inoltre considerati i possibili fenomeni di rischio indotti sul torrente Lys derivanti dall'afflusso di materiale in quantità tale da creare problemi di deflusso.

Il Servizio difesa del suolo ha sviluppato le azioni progettuali, informando contestualmente in ogni fase l'Amministrazione comunale. I tecnici responsabili e i progettisti hanno partecipato a incontri pubblici, organizzati dall'Amministrazione comunale con le popolazioni interessate, quindi anche con gli abitanti di Bosmatto, sia al termine della fase di studio iniziale condotta dall'ENEL Idro e dal CNR in un incontro pubblico, che si è tenuto il 2 febbraio 2002, sia nella fase di progettazione di massima in un altro incontro pubblico, che si è tenuto il 5 aprile 2002, e poi ancora nella fase successiva all'approvazione del progetto esecutivo.

Le indicazioni sollevate dalla popolazione sono state analizzate dallo staff progettuale e quando rispondenti ad azioni migliorative, sono state considerate nello sviluppo progettuale esecutivo. Cito due esempi: le ulteriori difese a protezione dell'abitato di Bosmatto, in apice al conoide in sinistra idrografica, e la non realizzabilità di una pista di servizio, in sinistra orografica del bacino di laminazione, richiesta dagli abitanti di Bosmatto per non deturpare le aree prative a monte dell'abitato di Bosmatto. L'approccio progettuale sviluppato risultava l'unico in grado di rispondere alle esigenze di protezione dei nuclei abitati e delle infrastrutture di primaria importanza, rispetto alle dinamiche gravitative ancora in atto.

Il posizionamento delle opere e il loro dimensionamento è stato vincolato da alcuni aspetti ingegneristici inderogabili, riferiti principalmente alla dimensione del bacino di accumulo, alla struttura di controllo idraulico alla fuoriuscita del bacino, non in asse con la direzione di impatto della frazione solida della colata detritica, al fine di preservare la funzionalità dell'opera in caso di trasporto solido, all'esigenza di mantenere la direttrice di deflusso della frazione liquida conformemente alla direzione attuale di deflusso del torrente, che rappresenta la condizione idraulica migliore in termini energetici standard, e poi ancora l'esigenza di evitare l'interferenza idraulica sia con il torrente Lys, sia con la confluenza con il torrente Ranzola.

L'analisi iniziale è stata indirizzata alla verifica ed analisi delle diverse ipotesi progettuali, sulla base delle considerazioni tecniche che ho evidenziato è stato definito lo sviluppo progettuale esecutivo finale. Le alternative strutturali richieste da alcune persone risultavano discordanti e non adeguate alle condizioni tecniche sovraesposte, risultando in termini globali di minore efficacia e soprattutto non esaustive di tutti i problemi derivanti dall'innesco di fenomeni di colata e detriti.

Da quanto sopra esposto, evidenzio come le scelte progettuali siano derivate dall'apporto tecnico scientifico di strutture e tecnici altamente qualificati, della cui competenza non abbiamo motivo di dubitare. È evidente che, qualora in fase esecutiva fossero individuati ulteriori accorgimenti o migliorie da apportare alle opere, evidentemente compatibili con la logica complessiva del progetto, saranno tenute in considerazione.

Président La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (SA) Prendo atto della risposta dettagliata dell'Assessore.

Questa interrogazione è stata presentata in seguito al fatto che il sottoscritto era venuto a conoscenza delle osservazioni al progetto preliminare delle opere di consolidamento e di protezione del nucleo abitato di Bosmatto sulla frana del Mussolier, inviate dagli abitanti della frazione di Bosmatto e di Boden all'Amministrazione regionale nel settembre 2002, e anche a seguito di un mio personale sopralluogo nella zona, tenuto conto che, in merito a tale questione, c'era stata la volontà - già espressa all'epoca - di presentare delle iniziative in Consiglio comunale, iniziative che sono state presentate nel mese di gennaio. In seguito a ciò ho ritenuto opportuno presentare questa interrogazione, per avere informazioni da parte dell'Assessore in merito a questo problema che ha sollevato così grande attenzione a Gressoney.

L'Assessore ha detto che c'è stato il coinvolgimento degli abitanti di Bosmatto, attraverso degli incontri pubblici. So che questi incontri sono avvenuti ma - da quanto mi è stato riferito - alle osservazioni presentate a settembre 2002, ad oggi non è stata ancora data risposta! Queste sono osservazioni tecniche, con una documentazione molto dettagliata; ovviamente sarebbe stato opportuno che l'Amministrazione regionale, avesse risposto subito alle osservazioni, in modo da tranquillizzare gli abitanti di Bosmatto, che vedono in questo progetto tutto, meno che una protezione del loro abitato!

Questo è un dubbio che mi rimane, perché sì, l'incontro pubblico è importante, però sappiamo bene come vengono gestiti gli incontri pubblici: nel momento in cui invece vi sono delle osservazioni tecniche, messe "nero" su "bianco", inviate all'attenzione del Presidente della Regione, dell'Assessore e dei vari servizi, una risposta è opportuna e doverosa, anche per permettere a queste persone di comprendere bene la spiegazione che oggi l'Assessore ci ha dato in aula.

Su questo aspetto rimangono dunque le mie perplessità, anche perché ho visto, di persona, che l'alluvione del 2000 ha colpito in parte l'abitato di Bosmatto, tanto che lo stesso Dr De Leo ha detto che, proprio a monte dell'alpeggio, una colata è sbordata verso sinistra e ha formato un piccolo ramo secondario che ha raggiunto la frazione di Bosmatto. Solo una parte della frana, quindi, è riuscita a raggiungere la frazione, in quanto protetta dalla conformazione del terreno, che nel progetto preliminare invece si vorrebbe eliminare, visto che la costruzione di questo bacino - di cui l'Assessore ci ha spiegato l'utilità - toglierà questa protezione naturale dovuta alle rocce e ai pini secolari, che stavano a monte della frazione di Bosmatto. E questa è la prima considerazione.

La seconda considerazione: a mio avviso, la cosa che ha irritato maggiormente gli abitanti di Bosmatto è che, pur riconoscendo il diritto di effettuare una scelta - perché in politica e in amministrazione si fa una scelta, poi la scelta può essere condivisibile o meno - almeno nella deliberazione, in fase progettuale, si doveva dire la verità, perché qui, di tutto si tratta, meno che della protezione dell'abitato di Bosmatto! Si tratta di un intervento che ha un senso per proteggere la zona in cui vi erano gli ex condomini; in pratica, questo intervento è stato fatto in previsione di difendere un'altra zona, e l'unica zona che sarà privilegiata sarà quella a nord, denominata "Bielciuken", zona antropizzata con costruzioni realizzate negli anni '80 nell'asse del conoide. Se fosse stato scritto che il progetto era finalizzato a difendere questa zona, nessuno poteva dire nulla; scrivendo che si vuole difendere l'abitato di Bosmatto, che sembra invece essere maggiormente a rischio, visto che gli si crea un bacino sopra e comunque si sposta l'alveo del torrente Letze di 100 metri verso l'abitato di Bosmatto, è ovvio che agli abitanti di Bosmatto sembra "una presa in giro"!!

Concludendo constato che l'Amministrazione ha fatto una sua scelta, però sicuramente è una scelta che lascia molte perplessità, perché non va a difesa dell'abitato di Bosmatto, ma della zona dei condomini. Occorre dire cosa si vuole fare: si è scelto di proteggere i condomini, dove vi sono delle seconde case? Benissimo, però lo si dica, altrimenti si rischia di aggiungere al danno anche la beffa!