Oggetto del Consiglio n. 2975 del 22 gennaio 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 2975/XI Modalità di recupero di crediti della Regione a seguito del fallimento della Società "Metallurgiche Balzano S.p.A.". (Interpellanza)
Interpellanza Premesso che:
- la società "Metallurgiche Balzano S.p.A." dichiarata fallita all'inizio del 2002 dal tribunale di Aosta, ha lasciato un debito di Euro 427.227,12 alla RAVA;
- il credito vantato dalla Regione è garantito da ipoteche rilasciate da terzi su immobili in proprietà;
- la Giunta ha sospeso la procedura esecutiva, a suo tempo attivata contro i datori di ipoteca, in accoglimento di una proposta transattiva che, in cambio della cancellazione delle ipoteche, riconosce alla RAVA la somma onnicomprensiva di Euro 165.000,00 equivalente al valore peritato nel 1992 - oltre 10 anni fa - degli immobili ipotecati;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta per sapere:
1) se tale finanziamento sia stato erogato in applicazione dei normali parametri in uso dalla RAVA o se, invece, sia frutto di un trattamento di favore;
2) a quanto ammontano le spese delle procedure legali inerenti i contenziosi con la Balzano Metallurgiche S.p.A.;
3) se non ritenga di adottare opportuni provvedimenti al fine di individuare le responsabilità amministrative che hanno comportato tale danno per la RAVA.
F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Non è la prima volta che il nostro gruppo porta all'attenzione dell'aula la vicenda di questa azienda e, anche oggi che questa azienda non esiste più, in quanto è fallita all'inizio del 2002, rimangono ancora parecchie ombre sul modo con cui è stato gestito l'intervento regionale, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto finanziario. Pensiamo che questa sia l'ennesima dimostrazione di una cattiva gestione delle risorse e delle finanze pubbliche.
Per capire appieno i problemi che solleviamo con l'interpellanza, forse è bene fare una breve cronistoria di che cosa è stata la "Balzano S.p.A.". Nel dicembre 1983 chiudeva, in quel di Verrès, la "Alluver S.p.A." e, nel novembre 1984, la "Balzano S.p.A." subentrava nello stabilimento e nella produzione. A leggere l'attività in cui subentrava la "Balzano S.r.l." allora, verrebbe da effettuare della facile ironia, in quanto subentrava alla produzione di casalinghi e bidoni, e devo dire che, se dei casalinghi non abbiamo certezza, dei bidoni abbiamo sicuramente, Assessore, contezza dei conti che, a distanza di anni, ancora non tornano.
L'anomalia di questa vicenda, che è emblematica, penso vada analizzata in alcuni passaggi chiave. Nel gennaio 1992 l'Amministrazione concede contemporaneamente un mutuo di 600 milioni di lire e un prestito obbligazionario di 600 milioni di lire, per un totale di 1,2 miliardi; ma questi soldi non sono sufficienti perché, nel gennaio 1993, viene concesso un ulteriore mutuo di 700 milioni di lire, motivato con la carenza di liquidità.
Ed è già curioso che ci si avventuri a concedere un mutuo che va oltre il 50 percento su risorse finanziarie prestate appena un anno prima. Se nel gennaio 1992 erano state richieste garanzie di tipo fideiussorio, nel gennaio 1993, sulla terza erogazione, viene chiesto un pegno su opzioni di "Air Vallée" che erano nella proprietà o dell'azienda o, comunque, degli amministratori.
Nel 2001 il nostro gruppo interviene per ben due volte nelle vicende delle esposizioni finanziarie di Finaosta rispetto ad aziende in stato di crisi, e nei chiarimenti che domandiamo sulla "Balzano S.p.A." l'Assessore, in aula e poi a mezzo stampa, dice testualmente: "I debiti della "Balzano" conseguenti ai mutui autorizzati dalla Regione e contratti con Finaosta sono stati oggetto di un piano di consolidamento, idonea garanzia del piano era stata concordata con una società controllante svizzera". Sappiamo che quel piano di idonee garanzie non si concretizzò mai, in quanto, da notizie che l'Assessore ebbe modo di darci, la società svizzera di controllo della "Balzano" si rifiutò di firmare delle garanzie.
Abbiamo appreso - arriviamo ai giorni nostri e a quello che è il senso dell'interpellanza - che nonostante l'importante cifra ancora espressa a credito della Regione, si accetta una transazione per un importo sicuramente più modesto, in quanto è vero che la "Balzano" è fallita nel febbraio 2002, ma è altrettanto vero che il credito vantato dalla Regione doveva essere garantito da ipoteche rilasciate da terzi, ed era perciò gioco facile che, prescindendo dalla procedura fallimentare, la Regione potesse rientrare dei propri capitali.
In realtà non è così, perché si apprende, in una deliberazione che la Giunta adotta nel novembre 2002, che quelle garanzie sono poco più di niente, e a fronte di 600 milioni, di nuovo 600 milioni e 700 milioni, si apprende che la stima degli immobili ipotecati è pari a 300 milioni, ed è l'inverso delle procedure di una buona ed oculata gestione delle risorse finanziarie, che normalmente pretendono in garanzia beni che abbiano valori maggiori e doppi rispetto alle risorse affidate.
La cosa curiosa, in questa deliberazione con cui la Giunta accoglie la richiesta di transazione e si dichiara disponibile a togliere le ipoteche sugli immobili, è che i datori di ipoteche andranno a pagare all'Amministrazione regionale il valore degli immobili ipotecati. C'è un piccolo "ma", Assessore, ed è che il valore degli immobili ipotecati è il valore - lo scrivete voi in deliberazione - che risale a una perizia redatta nel 1992, ossia 10 anni prima rispetto al momento in cui viene definita questa transazione. A fronte di 427.000 € - questo è il credito della Regione - la Giunta si accontenta di chiudere la partita a 165.000 €. È curioso che 165.000 € vengano erogati non da terzi, rispetto ai terzi datori di ipoteca, ma dagli stessi datori di ipoteca, che fanno fronte ad altre risorse nelle loro disponibilità, ma non si preoccupano di garantire per l'intero il bene che avevano garantito nei confronti della Regione e di Finaosta. La Regione toglie perciò le ipoteche da 165.000 € - che è il valore degli immobili - e prende una cifra equivalente, che non deriva dalla vendita degli immobili stessi. E già questo sarebbe elemento di dubbio.
Rileviamo ancora che nella deliberazione del 2002 è sparito il riferimento al terzo finanziamento, ossia al mutuo di 700 milioni, che invece ancora esisteva come partita in sofferenza nell'aprile 2000, quando si ipotizzava una ricognizione della posizione in sofferenza di Finaosta nei confronti della "Balzano S.p.A.". Nella sostanza, è sparita l'unica parte che forse aveva garanzia su beni che hanno ancora oggi un loro valore, cioè le azioni di "Air Vallée", e ci domandiamo anche come sia possibile che non ci sia più questa partita, in quanto, nella deliberazione del 2000, l'importo complessivo a debito della "Balzano" era di 1.500 milioni; di conseguenza, era una cifra come capitale superiore ai primi due mutui di 600 milioni di lire.
Si può dire allora che le domande sorgono spontanee, e sono quelle di capire se il modo in cui è stata gestita questa pratica sia una maniera usuale e abituale di erogare i finanziamenti o se, invece, siano stati applicati trattamenti di favore all'azienda in questione. Vorremmo inoltre capire a quanto ammontano le spese legali di tutta la vicenda "Balzano S.p.A.", rispetto alla somma che andremo ad incassare come amministrazione pubblica, relativamente alla transazione che la Giunta ha autorizzato.
In ultimo, ma non pensiamo che sia una domanda retorica, vorremmo capire se, a fronte di una risposta che possa essere: "non sono trattamenti di favore, ma è stata evidentemente una errata gestione della pratica", l'Assessore non ritenga di adottare i provvedimenti necessari ad individuare responsabilità nell'ambito di questa gestione e a capire come mai accada che aziende che cessano la produzione per crisi e fallimento, riescano quasi sempre a non onorare i debiti con l'amministrazione pubblica, nonostante le garanzie fideiussorie o di varia natura che, a suo tempo, erano state date per l'ottenimento dei finanziamenti stessi.
Président La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE) Nel rispondere all'interpellanza in oggetto, farò una premessa: che mi limiterò a rispondere a quanto previsto dalla deliberazione del 18 novembre 2002, la quale faceva esplicito riferimento alla deliberazione n. 578/1992 mentre, rispetto ad altre questioni che sono state poste dal Consigliere Frassy, qualora lo stesso Consigliere intenda porre delle interpellanze o delle interrogazioni, sarà mia cura rispondergli.
Per quanto riguarda la prima questione, posso affermare che le condizioni in cui è stato concesso il finanziamento del 1992, ivi comprese le garanzie richieste, sono state determinate su conforme parere di Finaosta S.p.A.; questo, quindi, è stato un trattamento normale e non c'è alcun elemento di favore.
Con deliberazione n. 578/1992 la Giunta regionale ha conferito a Finaosta l'incarico, ai sensi della legge n. 16/1982, di effettuare i seguenti interventi finanziari, a copertura di costi capitalizzati per lo sviluppo di nuovi prodotti e per il riassetto della situazione finanziaria della "Balzano S.p.A.": un mutuo di 600 milioni, ammortizzabile in 8 anni, di cui 2 di pre-ammortamento, e un prestito obbligazionario ammortizzabile in anni 6 e 2 di pre-ammortamento.
L'erogazione è stata subordinata all'aumento di capitale da 350 a 700 milioni di lire e all'assunzione delle seguenti garanzie: ipoteca su bene immobile sito in Torino e su bene immobile sito in Bardonecchia, valore complessivo quantificato in 400 milioni, la garanzia richiesta avrebbe potuto essere sostituita o integrata - a giudizio di Finaosta - per un totale valore garantito non inferiore a 400 milioni e pegno del 100 percento delle azioni della "Balzano S.p.A.". A garanzia del mutuo, stipulato il 23 aprile 1992, e del prestito obbligazionario, sono state acquisite le seguenti garanzie: ipoteca sugli immobili siti in Torino e Bardonecchia, valutati 330 milioni da Finaosta, fideiussione bancaria integrativa dell'importo di 70 milioni, pegno sulle azioni pari ad un valore nominale di lire 700 milioni.
Con sentenza del 4 febbraio 1992 è stato dichiarato il fallimento della "Balzano" e, alla predetta data, l'importo relativo ai finanziamenti di cui sopra ammontava a 427.227 €, di cui 256.538 in ordine al mutuo e 170.000 in ordine al prestito obbligazionario. I datori di ipoteca, al fine di ottenere la rinuncia all'esecuzione immobiliare inviata da Finaosta, hanno formulato una proposta transattiva, offrendo un versamento dell'importo di 165.000 €; la somma offerta è stata ritenuta congrua, tenuto conto degli elementi che avrebbero inciso in senso sfavorevole nell'ipotesi di prosecuzione delle procedure esecutive, il cui esito, oltre alle tempistiche lunghe della procedura, si rivelava incerto. Sulla base della stima degli immobili ipotecati, quantificati ad oggi in 214.000 € - è stata fatta una rettifica del valore degli immobili, perché l'ipoteca era di 330 milioni nel 1992 e la valutazione che ha fatto Finaosta era di 214.000 € nel 2002, quindi c'è un incremento -, scaturivano scarse possibilità di ipotizzare un recupero maggiore nell'ambito di una vendita forzosa, atteso che i ribassi d'asta e le spese legali e procedurali avrebbero potuto decurtare l'importo di cui sopra, in modo tale da ridurre l'importo di realizzo ad un ammontare inferiore a quello offerto. Il Consigliere Frassy è un legale sufficientemente esperto per capire la fondatezza di quanto qui dichiarato.
In risposta alla seconda domanda, le spese delle procedure legali ammontano, in complesso, a 6.530 €, IVA compresa; di queste, 5.119 sono inerenti alle spese legali e 1.410 sono inerenti alle spese notarili, ex articolo 567 del Codice di procedura civile.
Nel rispondere all'ultima questione, vorrei ricordare che l'oggetto dell'interpellanza riguarda una deliberazione della Giunta regionale del 1992 e che tale decisione della Giunta - come ricordavo in premessa - era stata assunta sulla base di un parere tecnico fornito da Finaosta. Non mi compete valutare scelte fatte da una Giunta regionale oltre dieci anni fa, e che comunque vanno inserite nel contesto amministrativo, politico e socio-economico di allora; ricordiamoci la crisi industriale, la chiusura e il ridimensionamento di interi complessi industriali, siderurgici, chimici e tessili che vi erano stati in Valle d'Aosta e, soprattutto, in bassa Valle.
Vorrei poi fare alcune considerazioni politiche, che vanno al di là del ruolo ragionieristico che il Consigliere Frassy si è voluto assumere con questa interpellanza. Per fare un bilancio di questa vicenda, bisogna tener conto che lo stabilimento è in attività dal 1992 e continua ad esserlo oggi, anche dopo il fallimento dello scorso anno, quindi questo stabilimento ha continuato a dare occupazione mediamente per una quarantina di dipendenti all'anno e, attualmente, successivamente al fallimento, vi sono ancora trenta dipendenti, tutti quelli che erano in carico alla precedente gestione che faceva capo alla "Lagenthal"; che la nuova gestione ha ottenuto un risultato economico positivo nel corso del 2002 e che siamo di fronte ad un risanamento dello stabilimento; che la nuova proprietà dello stabilimento è in procinto di presentare un piano di investimenti e di espansione produttiva anche in altri settori merceologici; che, comunque, la continuità produttiva di questo stabilimento assicura, dal 1992 ad oggi, ritorni fiscali alla comunità.
Infine, vorrei ricordare che non è nostro costume e abitudine attribuire colpe a chi ci ha preceduto, né tanto meno screditare tutto quello che è stato costruito prima di noi e, soprattutto, che siamo alieni da quello "spirito berlusconiano", che usa attribuire responsabilità e colpe ai governi che lo hanno preceduto! Mi limito a dire questo.
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Se c'è stato un ragionamento ragionieristico, Assessore - non se ne abbia a male lei e non voglio offendere la categoria dei ragionieri - penso che, nell'accezione negativa che lei probabilmente voleva dare, quello è il suo. Qui si tratta di capire quella che è la politica industriale di questa regione e quella che è la politica finanziaria.
Il fatto che questo insediamento industriale si chiamasse prima "Alluver" e poi "Balzano" e poi "Nuova Balzano" è un dato ininfluente rispetto al giudizio negativo che noi diamo della gestione di denari pubblici. Devo dire che è veramente incredibile e scandaloso quanto lei ha affermato - e quanto d'altronde non poteva smentire, perché è scritto nero su bianco sulle deliberazioni non della Giunta del 1983, ma sulle deliberazioni della Giunta del novembre 2002 - e cioè che si possano concedere 600 milioni di mutuo, chiedendo a garanzia ipoteche per un valore di 400 milioni e iscrivendo ipoteca di primo grado e che, contestualmente, si vada ad erogare un secondo finanziamento di 600 milioni, iscrivendo sul medesimo immobile un'ipoteca di secondo grado. È una gestione che io la sfido a sostenere legittima! Non è questione di voler fare "la caccia alle streghe", Assessore, ma si tratta di capire se in questa amministrazione c'è qualcuno che risponde di qualcosa, o se deve essere sempre l'autorità esterna a questa Amministrazione a chiamare gli amministratori a rispondere delle loro azioni!
È scandaloso il modo in cui sono stati gestiti questi finanziamenti, come è scandaloso il modo in cui vengono fatte le transazioni. La "Conner", Assessore, l'ha chiusa lei; su una pretesa di 27 miliardi avete chiuso la transazione con la "Conner" a 5 miliardi, e su 5 miliardi che avete portato a casa, 1 miliardo era di spese legali! Ho dei forti dubbi che i suoi dati siano aggiornati, ho dei forti dubbi che tutta la vicenda legale della "Balzano" sia costata all'Amministrazione regionale soltanto 6.530 €; probabilmente è l'ultima parcella che avete pagato o l'unica parcella che avete pagato, ma ho dei dubbi che questo sia il dato complessivo e definitivo di questa vicenda!
Non possiamo che esprimere totale insoddisfazione per la sua risposta, che è la risposta di chi è convinto di poter gestire nella maniera che ritiene più opportuna le risorse pubbliche, sul presupposto che l'importante non è la gestione delle risorse, ma sono altri obiettivi di una non meglio precisata natura politica. Siamo perciò insoddisfatti della risposta, siamo insoddisfatti della gestione che ha portato a queste conclusioni e, soprattutto, siamo preoccupati del fatto che questi siano i normali parametri applicati da Finaosta nel concedere finanziamenti di questa portata. I finanziamenti che sono stati concessi a questa azienda erano tutti legati ad una ristrutturazione, ad un piano di marketing e alla necessità - cito -: "di far fronte a problemi di liquidità". Se questi sono i criteri di valutazione dei tecnici di cui si avvale l'Amministrazione, al di là del fatto che siamo azionisti di questi tecnici, Assessore, forse è meglio che si inizi a pensare di verificare certi meccanismi!