Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2941 del 8 gennaio 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 2941/XI Ritiro di mozione: "Impegno per la definizione dei servizi minimi garantiti nel campo del pubblico impiego in occasione di agitazioni sindacali".

Mozione Preso atto che, per quanto riguarda il comparto unico del pubblico impiego, non sono ancora stati definiti i servizi minimi essenziali che devono essere garantiti anche in caso di proclamazione di sciopero;

Ritenendo che tale chiarezza vada fatta, specie per quei settori, come il Corpo dei Vigili del Fuoco, cui è affidata la responsabilità di servizi pubblici finalizzati alla sicurezza;

Ritenendo, infatti, che solo a fronte della definizione dei servizi minimi essenziali, si possa, da una parte, garantire la continuità dei servizi pubblici e, dall'altra, consentire ai componenti del comparto regionale di esercitare i diritti riconosciuti dalle norme di legge che regolamentano il rapporto di lavoro;

Considerato che la regolamentazione dei servizi minimi essenziali è demandata alla contrattazione tra le parti e che tale contrattazione è di competenza dell'A.R.R.S. che la esercita su mandato del presidente della Giunta;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Impegnano

il Presidente della Giunta a indirizzare l'opportuna direttiva all'A.R.R.S. affinché siano definiti, in accordo con le organizzazioni sindacali interessate, i servizi minimi essenziali che vanno garantiti anche in caso di sciopero, tenendo conto che esistono alcuni settori di priorità, come il corpo regionale dei vigili del fuoco.

F.to: Squarzino Secondina - Beneforti - Curtaz

Presidente Come convenuto in Conferenza dei Capigruppo, si passa ora alle mozioni.

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Con questa mozione intendiamo affrontare un aspetto del problema del contratto del comparto unico, in particolare la questione della definizione dei servizi minimi essenziali.

Il 23 dicembre è stato finalmente firmato il contratto per il comparto unico: si è conclusa così una lunga trattativa, che definisce sia la parte normativa, sia la parte economica del personale del comparto unico della Regione. Nell'ambito di questa trattativa non è stata affrontata una questione, non è prioritaria, ma è una questione importante, che non può non essere affrontata, che non può essere elusa: non è stata affrontata finora - a detta dell'Amministrazione regionale - non perché non la si volesse affrontare, ma solo perché non la si vuole affrontare in un momento separato. D'altra parte, secondo i sindacati, questa questione può essere affrontata separatamente, in quanto ha tutta una sua logica precisa: è la questione dei servizi minimi essenziali. Capisco che questo comporta degli accordi precisi, capisco anche che c'è la questione di un problema generale del comparto, nel senso che non possono essere affrontate le questioni caratteristiche delle singole categorie, ma che ci deve essere una linea di fondo con cui si affronta il problema per tutto il comparto, ma siamo di fronte ad un problema importante che esige delle risposte.

Porto l'esempio della scuola, che forse per me, o anche per lo stesso Presidente della Regione, è più familiare. Nel momento in cui le organizzazioni della scuola dichiarano lo sciopero, cosa deve fare il personale non docente? Per la sicurezza della scuola il personale non docente è precettato perché deve essere garantita comunque la sicurezza dei locali, la sicurezza delle persone che, nonostante lo sciopero, sono ugualmente presenti nelle aule e quindi tutto il personale non docente viene ad essere precettato. Giungiamo all'assurdo che se anche il personale non docente, e parlo dei bidelli, in questo caso, volesse aderire allo sciopero ed esercitare un diritto che è loro riconosciuto, questo non può avvenire. Non possono esercitare questo diritto perché sono tutti precettati, perché nel momento in cui non si chiarisce quali sono i "servizi minimi essenziali" da garantire in caso di sciopero, qual è il numero del personale che deve essere presente per garantire la sicurezza delle persone che si trovano in quei locali, non ci sono elementi da parte dei responsabili per indicare quanto personale deve essere presente in caso di sciopero.

Questo problema è esploso in modo chiaro per una categoria particolare che sono i Vigili del fuoco, argomento di cui anche il Presidente Louvin ha parlato rispondendo ad un'interpellanza: i Vigili del fuoco, in particolare quelli che, trovandosi a prestare servizio all'interno del tunnel, sono chiamati a garantire una presenza costante sul luogo di lavoro. Alla Presidenza della Regione era arrivata, fin dal marzo dello scorso anno, una lettera con la quale era emerso che per i Vigili del fuoco non era possibile impostare un'azione rivendicativa. Si erano trovati in una situazione in cui era chiesto loro di prestare un servizio, che loro ritenevano non indispensabile per la sicurezza - per esempio nella postazione centrale - e, nel momento in cui hanno cercato di reagire con gli strumenti che lo Statuto dei lavoratori fornisce loro, che è lo strumento dell'azione rivendicativa che inizia con un preventivo tentativo di conciliazione e poi con la dichiarazione eventuale dello sciopero, si sono accorti che questo tipo di procedura non era possibile da attuare, perché mancavano le norme che definivano con chiarezza i servizi minimi essenziali da garantire, i servizi non ritenuti essenziali, quanto tempo prima andava indetto lo sciopero, quali erano le modalità di preavviso, eccetera. Esiste pertanto un problema che riguarda sia singole categorie, come quella dei Vigili del fuoco, ma anche altre categorie, come quelle della Protezione civile, eccetera, sia categorie più generali del comparto. I sindacati hanno chiesto più volte, oltre alla lettera cui facevo riferimento prima, che questo tema fosse affrontato, ma l'ARRS cosa risponde?

Finché non ci sono le direttive chiare da parte del Presidente della Regione sul tema, l'ARRS non può neanche mettere all'ordine del giorno questo argomento. Questo tema, pur essendo considerato urgente da una serie di categorie di lavoratori, pur essendo un tema che la Regione intende affrontare, di fatto non viene preso in considerazione, perché mancano alcuni input procedurali oltre che normativi, che consentano all'ARRS di sottoporre questo problema all'ordine del giorno, così che si inizino a fare delle proposte, e da una parte e dall'altra, e che su queste proposte si giunga alla definizione di regole comuni. Se la procedura non incomincia a partire, non si può neanche proseguire e affrontare il ragionamento e la questione.

Noi crediamo che questo problema sia abbastanza urgente da affrontare. Ricordo che è stato concluso il contratto per il comparto, si è iniziato a discutere il contratto per i dirigenti; ora, se si aspetta che anche questo contratto si concluda prima di affrontare l'altro argomento, lei capisce, signor Presidente, che questo è un tema che affronterà la prossima Giunta perché non c'è il tempo materiale, se non si inizia subito! La nostra iniziativa ha proprio la finalità di richiamare con forza al Presidente della Regione l'urgenza di affrontare questo tema, in modo che si dia una risposta a chi aspetta di incominciare a concordare quelle regole minime, che consentano a diverse categorie di lavoratori di esercitare un diritto che è loro riconosciuto, ma che oggi non possono esercitare.

Président La discussion générale est ouverte. S'il n'y a pas d'interventions, je ferme la discussion générale.

La parole au Président de la Région, Louvin.

Louvin (UV) De toute évidence le problème évoqué par la motion est un problème délicat et important, qui a déjà été traité par la Région de façon approfondie, notamment en raison de l'importance qu'il revêt dans la prestation de services essentiels à l'occasion des grèves et d'autres manifestations syndicales, ainsi que de la nécessité de permettre aux personnels régionaux d'exercer pleinement les droits que leur reconnaissent les dispositions en vigueur en matière de relations de travail, tout en ne portant pas des implications négatives pour le fonctionnement des services publics. Vous me permettrez, Mme la Conseillère, de rappeler au Conseil qu'à l'échelon national l'accord en la matière, qui est applicable aux régions et aux autonomies locales, n'a été signé que le 19 septembre 2002 - le fait important sur lequel il nous appartient de nous arrêter un instant est justement l'adoption de cet acte au niveau national - et que, dans l'attente de l'avis de la commission de garantie pour l'application de la loi sur le droit de grève dans les services publics essentiels, cet accord - je répète, au niveau national - n'est pas encore pleinement effectif.

Pour sa part, l'Administration régionale s'est donnée le but d'approuver, et je réitère l'engagement, la réglementation en la matière avant la fin de cette législature. Il y a donc un engagement ferme dans ce sens, compte tenu entre autres des procédures compliquées prévues par les dispositions en vigueur et de la complexité que revêt la définition de la réglementation au sein de notre Vallée, car en effet celle-ci ?uvre dans des domaines multiples, dont plusieurs sont soumis à la législation relative aux prestations essentielles. Je tiens à rappeler - vous l'avez déjà fait d'ailleurs, dans une certaine mesure - que non seulement les Sapeurs-pompiers, mais aussi le Corps forestier régional, la Protection civile, les institutions scolaires, les services de préfecture (il y a donc de nombreux domaines de l'Administration) exigent une telle réglementation pour qu'elle soit appliquée d'une façon harmonieuse dans son ensemble.

En tout état de cause, et comme le précise la motion, la réglementation minimale des services publics peut être fixée dans le cadre de la négociation des conventions collectives et relève donc de l'ARRS - Agence régionale pour les relations syndicales - qui représente les employeurs du personnel du statut unique. Pour notre part nous ne sommes pas à l'année zéro! Premièrement je tiens à rappeler la directive du 4 septembre 1998, déjà adressée à l'ARRS, avec les orientations sur la passation de la convention collective, qui incluait, déjà à l'époque, la requête d'une réglementation de fonctionnement des services en cas de grève et une directive successive du 5 avril 2002, relative à la signature de la convention collective régionale, qui soulignait aussi l'urgence d'adopter les dispositions sur l'exercice du droit de grève dans le cadre des services essentiels. Ceci dit, nous devons prendre en considération l'existence d'une pluralité de sujets à impliquer dans cette démarche. Je tiens à vous rappeler sur la base de quel enchaînement d'actes nous allons agir. Premièrement, une directive spécifique du Président de la Région, et c'est celle dont on parle aussi dans votre motion; c'est un acte auquel nous ne voulons nullement nous soustraire, nous le considérons un engagement déjà pris formellement et auquel nous nous tenons certainement, mais qui doit être pris après avis du Conseil permanent des collectivités locales et du Bureau de la Présidence du Conseil pour les compétences qui furent jadis revendiquées par ce même organe.

Deuxièmement, un accord entre les parties compétentes au titre du statut unique sur les principes et contenus d'ordre général de la réglementation doit garantir le fonctionnement des services publics essentiels (je pense aux communes et aux autres collectivités locales). Troisièmement, l'évaluation de cet accord par la commission de garantie pour l'application de la loi sur le droit de grève dans les services publics essentiels. Quatrième, la passation - et là nous en venons au point qui vous intéresse et qui fait l'objet spécifique de cette motion - des accords décentralisés, aux fins de l'application dans chaque collectivité, relevant du statut unique régional; donc, en ce qui concerne spécifiquement le Corps des Sapeurs-pompiers, des règles et du nombre des personnels devant être réquisitionnés, afin de satisfaire aux prescriptions de la loi n° 146/1990. Nous sommes donc là pour l'objectif de votre motion, à la fois à l'origine et à la fin d'un parcours.

Je vous en ai indiqué les étapes à franchir, je vous indique encore un aspect complémentaire, qui a obligé, dans ces derniers jours, les services compétents à un effort supplémentaire dans la prédisposition matérielle de cette directive, et c'est que la Région a adhéré, le 13 décembre 2002, au projet GEPAS, qui est un projet lancé par le Département public de la Présidence du Conseil des ministres et qui concerne l'institution du système informatisé susceptible de faciliter et d'harmoniser l'exécution des tâches complexes, découlant de la réglementation en matière d'exercice du droit de grève. Vous voyez donc comme cela se tient étroitement, et nous avons, en quelque sorte aujourd'hui, réuni toutes les conditions pour que l'on puisse passer à l'exécution et achever le parcours qui a déjà commencé.

Vous mesurerez toute la complexité des initiatives annoncées et les démarches qui sont entreprises. J'espère que vous apprécierez la volonté ferme de donner suite à ces engagements dans l'ordre et dans le cadre que je viens d'énoncer. C'est sur quoi, en considération également des temps non bibliques qui ont été accordés à cette Présidence pour se pencher sur la question, j'espère que vous voudrez remettre éventuellement la discussion de cette motion à une occasion ultérieure, en la retirant pour l'instant, ce qui nous permettra de donner suite parallèlement à l'initiative en question, puisque je pense qu'il y a finalement convergence d'opinions sur la nécessité de l'adoption de cet acte et que vous voudrez bien nous accorder le temps nécessaire pour que les engagements soient réalisés.

Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Nel momento in cui abbiamo predisposto questa mozione eravamo convinti che si trattasse di un procedimento molto complesso, che richiedesse tempo, che richiedesse accordi, che richiedesse consultazioni e che richiedesse anche volontà politica, certo. Proprio perché siamo convinti che è un problema delicato per la cui soluzione occorre molto tempo, non basta decidere oggi e fra un mese la soluzione è trovata, perché ci sono dei tempi tecnici per dare le direttive, per consultare tutti gli enti interessati, per predisporre i documenti, le proposte, per incontrarsi, per discuterle, per lasciare il tempo ai sindacati che vedano anche con i soggetti interessati le proposte, che le concordino. Se poi aggiungiamo ancora il progetto GEPAS informatizzato, cui lei faceva riferimento e che potrebbe ulteriormente rallentare la soluzione del problema, allora sarebbe meglio non aderire subito se questo è un freno! Io spero che in genere questi progetti servano per facilitare, non per frenare, quindi non vorrei vederlo presentato come uno degli elementi frenanti o di cui tener conto come appesantimento della procedura, non vorrei si verificasse questo!

Siamo consapevoli della complessità della procedura, come siamo anche consapevoli che se non c'è la volontà politica di predisporre questa direttiva che, come lei ben sa, non viene formulata dall'Ufficio di Presidenza, ma viene formulata in altra sede, là dove c'è la gestione del personale, tutta questa tempistica viene ritardata nel tempo. Si ha allora l'impressione che se non si comincia subito - nonostante la sua affermazione di buona volontà e cioè la volontà di riuscire a concludere l'accordo entro questa legislatura - le sue sono parole velleitarie, perché non c'è il tempo materiale. Noi possiamo prendere atto che in questo momento c'è la volontà politica di attivarsi. Vous avez parlé "d'engagement pris" per quanto riguarda la direttiva, cioè un impegno preso, ma questo non c'è ancora; c'è la volontà di farla; c'è da parte sua un impegno preciso di farlo in tempi che spero siano molto brevi, perché non ci sarebbe il tempo materiale per arrivare alla conclusione dell'iter procedurale. Questo è il problema! Non dubito della sua volontà, ma temo che se questa volontà non si attiva subito, non c'è la possibilità di concludere tutto quanto l'iter contrattuale: per questo motivo avevamo presentato la mozione già a dicembre, sapendo che i tempi erano ristretti.

Ora, se facciamo votare la mozione, chiaramente non passerà, per cui il Consiglio non formula un impegno preciso alla Giunta, quindi non è nostro interesse a tutti i costi voler andare al voto. È invece nostro interesse avere l'impegno del Presidente e lei sa che noi su questo non molleremo, che fra un mese torneremo su questo argomento, per chiederle conto degli impegni che lei, oggi, qui, ha preso di fronte al Consiglio, ma anche di fronte ai sindacati, ai lavoratori. Questo è un impegno ben preciso che lei si è preso. Facciamo credito di fiducia al Presidente e fra quattro settimane torneremo su questo tema, per verificare a che punto è l'iter procedurale. Con queste osservazioni e con questa promessa da parte nostra, ritiriamo la mozione.

Presidente La mozione di cui al punto 35 è ritirata.

Il Consiglio prende atto.