Oggetto del Consiglio n. 2925 del 8 gennaio 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 2925/XI Disciplina dell'immigrazione extracomunitaria in Valle d'Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che è recentemente entrata in vigore una nuova disciplina sull'immigrazione e sulla condizione dello straniero in Italia;
- che, nella nostra regione, la prima fase della procedura di emersione del "lavoro nero" ha visto la presentazione di 685 domande di sanatoria;
- che la Regione ha istituito uno sportello polifunzionale per coordinare e semplificare le procedure di regolarizzazione degli immigrati;
- che il fenomeno dell'immigrazione in Valle d'Aosta è oggi monitorato in forma ancora frammentaria;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione per sapere:
1) quanti sono gli immigrati extracomunitari ufficialmente censiti in Valle d'Aosta;
2) in quali settori produttivi risultano prevalentemente impiegati i lavoratori extracomunitari dimoranti in Valle d'Aosta;
3) quali iniziative intende adottare al fine di ottimizzare il censimento degli immigrati extracomunitari nella nostra regione e il monitoraggio dei relativi flussi;
4) se non ritenga opportuno potenziare il servizio svolto dallo sportello polifunzionale, prevedendone altresì il coordinamento con altri enti o strutture operanti sul territorio.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
Président La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI) Il 10 settembre dello scorso anno è entrata in vigore la legge n. 189, che ha modificato parzialmente la disciplina sull'immigrazione e sulla condizione dello straniero in Italia.
Questa nuova normativa ha permesso di regolarizzare un numero elevato di stranieri, poco meno di 700mila che, seppure dimoranti in Italia, non erano in possesso di regolare permesso di soggiorno. Usufruendo di questa procedura di sanatoria, indicata dall'articolo 33, 685 extracomunitari, dimoranti clandestinamente in Valle d'Aosta e qui occupati in nero, perlomeno fino alla fine del mese di novembre 2002, hanno potuto inoltrare una richiesta formale di soggiorno alle autorità competenti. Le singole richieste, finalizzate ad evitare l'espulsione, sono all'esame degli uffici centrali del Ministero dell'interno e saranno accolte sulla base della regolarizzazione con il proprio datore, mediante un contratto di lavoro subordinato. A tal proposito la Regione ha istituito uno sportello polifunzionale - penso che sia provvisorio - per agevolare le incombenze burocratiche previste dalla legge n. 189. Ciò malgrado, in Valle d'Aosta il fenomeno dell'immigrazione è oggi monitorato in forma alquanto frammentaria.
Il numero complessivo degli extracomunitari qui dimorante non è ancora quantificabile con sufficiente precisione, ma lo è solo approssimativamente, salvo la conoscenza di coloro che sono in possesso di un permesso di soggiorno in corso di validità rilasciato dalla Questura. Si sa con certezza che, in questi ultimi anni, è un numero in costante crescita ed è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Il dato più recente in nostro possesso si riferisce al 31 dicembre 2001 e indica in 1548 le unità di lavoratori extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, e in 168 gli immigrati senza lavoro, pari all'11 percento delle presenze censite. La fonte è il dossier statistico sull'immigrazione, redatto dalla "Caritas" in collaborazione con la "Fondazione Migrantes", sulla base dei dati che sono stati forniti dallo stesso Ministero dell'interno: è un dossier oggi reperibile su Internet.
Con il DPCM dello scorso 15 ottobre è stata definita la quota globale massima di lavoratori extracomunitari da ammettere nel territorio dello Stato italiano per il 2002. La circolare del Ministero del lavoro, delle politiche sociali, n. 59/2002, assegna alla Regione Valle d'Aosta una quota di ingressi complessivamente pari a 9 unità autorizzabili per motivi di lavoro subordinato, incluse le esigenze di carattere stagionale, con una precisa ripartizione per nazionalità. È perciò auspicabile che la Regione effettui, a nostro avviso, attraverso opportune collaborazioni con enti e strutture - penso alla Questura, penso all'Agenzia del lavoro, alla stessa "Caritas" - un monitoraggio costante dei flussi migratori con una particolare attenzione ai paesi di provenienza, alle caratteristiche delle famiglie che si trasferiscono, alla presenza di minori, ai comuni maggiormente interessati, ai settori produttivi presso i quali i lavoratori extracomunitari sono prevalentemente impiegati, alla loro mobilità da e verso le altre regioni italiane.
La creazione di una banca dati unificata e aggiornata potrebbe risolvere questa frammentarietà di dati di cui parlavo, che oggi non permette di avere una fotografia complessiva del fenomeno. A nostro avviso, questo è auspicabile per almeno due ragioni: la prima, per garantire agli stessi extracomunitari una civile permanenza nella nostra regione; la seconda, per tutelare adeguatamente l'incolumità dei cittadini residenti. In questi ultimi anni, l'impennata demografica extracomunitaria ha condotto in Valle d'Aosta soggetti che non sempre hanno saputo accettare e applicare principi di civile convivenza, che sono alla base della nostra società.
Da un lato, troviamo sempre più extracomunitari peraltro nei nostri alpeggi, poiché le giovani generazioni di Valdostani hanno una minore propensione a svolgere il duro lavoro dell'allevamento del bestiame; così, anche se il fatto può sembrare bizzarro, recentemente alla rassegna dell'olimpiade del formaggio è risultato un casaro albanese il produttore della migliore fontina premiata in quella occasione. D'altro canto, non è raro trovare extracomunitari a spasso senza nessun impiego, magari dediti ad attività non propriamente lecite. Ancora più frequenti sono poi le dimora in massa, in unità abitative aventi superfici esigue o in condizioni igienico-sanitarie deprecabili. Vi sono nuclei familiari - anche se questo termine è improprio perché non sono sempre tutti parenti - che annoverano una decina o una dozzina di componenti, che abitano spazi di pochi metri quadrati, e potrei citare alcuni esempi che si riferiscono a nuclei di magrebini domiciliati nel mio paese di residenza.
All'impegno degli Stati dell'Unione europea, ultimamente consacrato nel "summit" di Siviglia del 22 giugno scorso, e volto ad armonizzare le politiche migratorie attraverso la lotta all'immigrazione illegale, alla gestione integrata delle frontiere esterne e alle relazioni con i Paesi terzi, deve corrispondere, a nostro avviso, un analogo impegno da parte di tutte le strutture competenti operanti in Valle d'Aosta e, prima fra tutte, l'Amministrazione regionale. La rapida trasformazione della società valdostana in senso multietnico pone molteplici interrogativi sul piano sociale, sul piano culturale e sul piano politico. Un cambiamento così profondo è destinato ad avere grandi ripercussioni nei prossimi decenni e va governato con lucida consapevolezza nei nodi problematici, nelle poste in gioco, nelle eventuali opportunità che esso può presentare, quindi il primo passo su questa strada della "governance" di queste trasformazioni è la consapevolezza compiuta delle dimensioni quantitative del fenomeno, di cui occorre avere una conoscenza approfondita per poterle governare.
Vi sono regioni e province italiane come Trento, ad esempio, che da anni analizzano e scandagliano il fenomeno dell'immigrazione all'interno del proprio territorio: cito la Provincia di Trento perché ha diverse analogie con la nostra regione. Lì è stato costituito un centro informativo sull'immigrazione, che è dotato di uno sportello ad hoc, fruibile da chiunque, le cui conoscenze sono pubblicate e aggiornate periodicamente nell'ambito di una sezione dello stesso sito Web provinciale; ciò è possibile grazie a un rapporto annuale, che permette di avere un quadro aggiornato ed esaustivo della presenza straniera nel territorio. Si tratta di un quadro che include un'accurata descrizione del profilo sociale e demografico degli stranieri che sono dimoranti nel territorio, che contiene l'evoluzione storica dei flussi, la composizione delle nazionalità di provenienza, le classi di età, la ripartizione territoriale e le modalità di riproduzione sociale, ovvero le nascite, i minori stranieri e i matrimoni misti.
Non solo, massima attenzione è anche dedicata alle prospettive sociali e culturali di inserimento sul territorio, esaminando l'accesso all'alloggio, i rapporti con la scuola, quelli con la sanità, l'emarginazione sociale e la devianza, e la cosiddetta "cittadinanza economica dei cittadini stranieri", vale a dire i modi, le forme, i limiti e le potenzialità della loro partecipazione al mercato del lavoro. L'interpellanza che oggi propone il gruppo di "Forza Italia" mira a focalizzare tali problematiche, per acquisire nuovi dati e nuovi elementi inerenti l'immigrazione extracomunitaria in Valle d'Aosta. Vogliamo soprattutto comprendere se la Presidenza della Regione intende adottare iniziative finalizzate ad un miglior censimento e monitoraggio di tale presenza straniera, oltre a potenziare il servizio svolto dallo sportello polifunzionale, prevedendo - come anticipato - il coordinamento con altri enti e strutture, siano esse pubbliche o private, laiche o religiose, di sicurezza o di solidarietà, strutture ed enti che naturalmente operano all'interno della nostra regione.
Président La parole au Président de la Région, Louvin.
Louvin (UV) Comme le collègue Tibaldi a accompli un vaste tour d'horizon sur le problème de la réglementation de l'immigration et des effets de l'immigration en Vallée d'Aoste des ressortissants de Pays ne faisant pas partie de l'Union européenne, je me bornerais à une réponse synthétique pour essayer de bien cerner l'argument. Le Conseiller a justement rappelé que la nouvelle loi n° 189/2002, en modifiant le texte unique des dispositions relatives à l'immigration et à la condition des immigrés, a en effet profondément changé le cadre légal de l'immigration en Italie et qu'elle a également esquissé un certain nombre de mesures permettant de mieux cerner les flux d'immigrants à l'échelon régional. Je rappelle, cependant, que pour une bonne partie ces dispositions ne sont pas encore appliquées, notamment pour les innovations destinées à permettre de recenser plus exactement les immigrés provenant des Pays extérieurs à l'Union européenne et de savoir dans quels secteurs de la production ils s'insèrent.
Généralement les différentes administrations chargées de l'application des mesures prévues par les différentes réglementations disposent de ces données, en fonction des tâches qu'elles accomplissent, puisqu'elles délivrent le permis de séjour; les Questures, par contre, collectent les informations relatives aux étrangers, qui sont tenus de demander le permis dans les huit jours suivant leur entrée en Italie, notamment s'ils désirent y travailler. Il importe également de rappeler que les ressortissants extra-communautaires se déplacent fréquemment et que le nombre de permis de séjour délivrés par la Questura peut très bien ne pas correspondre effectivement au nombre d'effectifs étrangers qui séjournent ou travaillent sur le territoire en question à tel ou tel autre moment.
La nouvelle législation sur l'immigration a introduit une innovation importante, dans la mesure où à l'entrée en Italie est désormais étroitement liée l'offre d'emploi et où toutes procédures relèvent maintenant légalement d'un guichet unique, lo "sportello unico" pour l'immigration - qui est autre chose par rapport au "sportello polifunzionale" - qui doit être mis en place au sein de chaque préfecture. Il sera ainsi, grâce à cet instrument, plus aisé de suivre avec précision les flux des travailleurs étrangers qui résident et travaillent sur le territoire. Rien de tout cela, comme je vous l'ai dit, est encore possible à l'heure actuelle, étant donné que, selon les dispositions transitoires de la loi n° 189, les modalités de fonctionnement du guichet unique pour l'immigration doivent encore faire l'objet d'un règlement d'application, qui sera publié dans les six mois suivant l'entrée en vigueur de la loi. En Vallée d'Aoste nous pouvons dire, à ce moment, que le guichet unique pour l'immigration sera sûrement créé dans le cadre de l'Administration régionale, puisque la Présidence de la Région exerce les fonctions préfectorales aux termes du décret n° 545/1945.
Cela nous permettra de simplifier encore plus les choses, lorsque le transfert à la Région des compétences en matière d'emploi sera à son tour effectif. Pour la question spécifique que vous nous avez adressée, je suis en mesure de vous indiquer que la Direction régionale de l'emploi avait recensé 2.198 travailleurs issus des Pays ne faisant pas partie de l'Union européenne. Sur ce total 934 étaient chômeurs et 1.584 titulaires d'un emploi ainsi répartis: 457 dans l'agriculture, 633 dans l'industrie, 494 dans d'autres domaines. Les données dont nous disposons nous permettent déjà un recensement d'ensemble suffisamment précis des travailleurs immigrés. Enfin, pour la suggestion que vous nous adressez concernant "il potenziamento del servizio svolto dallo sportello polifunzionale", je souhaiterais corriger votre interprétation, puisque tous les organismes concernés font déjà partie de ce guichet qui a été constitué le 14 novembre 2002 par arrêté du Président de la Région, étant donné qu'il est bien déjà coordonné à son intérieur puisqu'ils en font partie, la Région, la Questura, la Direction régionale du travail, la Direction générale des recettes, l'INPS et l'INAIL; donc tous les sujets publics concernés font déjà partie de ce guichet.
Mais remarquez, M. Tibaldi, que ce guichet n'est pas prévu par le texte unique de l'immigration, qui a été modifié par la loi n° 189. Il avait été institué par une circulaire ad hoc du Ministère de l'intérieur, uniquement aux fins spécifiques de l'application de la procédure de régularisation des travailleurs émigrés clandestins. Lorsque les 685 demandes de régularisation présentées auront été traitées, la tâche pour laquelle cet organisme avait été créé sera donc achevée. Il est prévu que, à défaut d'autres interventions normatives, ce guichet multifonctions sera dissout, puisque ce sera le guichet unique pour l'immigration qui accomplira, dès qu'il sera institué, les fonctions auxquelles vous avez fait allusion pour le recensement et le monitorage des flux des travailleurs extra-communautaires.
Président La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI) Per una breve replica. Ringrazio il Presidente per i dati forniti e le precisazioni effettuate nel corso della risposta. A noi pare di capire che gli intendimenti della Regione vadano nel senso di aumentare quella fattiva e stretta collaborazione fra enti pubblici, territoriali e non, al fine di monitorare il flusso di cittadini stranieri dimoranti nella nostra regione, flusso che peraltro non è facilmente fotografabile e seguibile nei singoli percorsi. Chiedo se è possibile avere una copia dei dati di cui ha dato lettura. Dai dati si evince peraltro che la percentuale dei disoccupati sui dimoranti in Valle d'Aosta censiti è di 934 su 2198, quindi è un dato alto, che sottolinea un elemento sociale che deve essere analizzato e tenuto in considerazione.
L'auspicio che abbiamo raccolto redigendo questa interpellanza è quello di intensificare questa collaborazione tra enti e questo auspicio viene proprio da quegli organismi che lavorano e collaborano, per gestire in maniera ordinata e funzionale il fenomeno dell'immigrazione in Valle d'Aosta. Speriamo che le parole che poc'anzi ha speso il Presidente siano traducibili in questo stesso auspicio e che, nei prossimi mesi, con l'applicazione e l'entrata in vigore complessiva e a regime della legge n. 189, meglio conosciuta come "Bossi-Fini", anche la Valle d'Aosta possa traguardare quei risultati che altre province italiane - ho citato non a caso Trento per le analogie che ha con la nostra regione - hanno già sperimentato in maniera ottimale sul proprio territorio, fornendo dei quadri che in Valle d'Aosta, purtroppo, ancora non possediamo.