Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2901 del 18 dicembre 2002 - Resoconto

OBJET N° 2901/XI Prise d'acte de la démission du Président de la Région et de la déchéance du Gouvernement.

Président Collègues conseillers, comme vous le savez, le 12 décembre 2002 le Président de la Région m'a remis sa lettre de démission de la charge. Sa lettre avait la teneur suivante:

"Monsieur le Président, toute activité ou action de gouvernement exige une condition d'objective sérénité, surtout politique. C'est ainsi que nous avons toujours ?uvré au cours de ces années, dans le but précis d'assurer le développement et le bien-être de la communauté valdôtaine. A l'heure actuelle cette condition semble compromise par un climat de suspicion, qui se répercute inévitablement sur les institutions. Aussi s'avère-t-il impérieux de sauvegarder l'objectif prioritaire du déroulement correct des fonctions institutionnelles, qui ne doivent en aucun cas être influencées par l'affaire judiciaire en cours.

Même si je suis convaincu de pouvoir bientôt démontrer que je suis étranger à cette affaire et prouver ma bonne foi, j'estime nécessaire et responsable de garantir le plein fonctionnement, et en toute sérénité, de la Région, en séparant ma position personnelle et en remettant toute décision aux instances politiques et institutionnelles naturelles. A cet effet, j'ai décidé de donner ma démission et de remettre au Conseil de la Vallée le mandat de Président de la Région Autonome Vallée d'Aoste".

Collègues conseillers, la discussion est ouverte.

La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU)Il nostro gruppo prende atto delle dimissioni presentate dal Presidente della Regione. Come per le dimissioni dell'Assessore Lavoyer, riteniamo che il gesto dell'ex Presidente Viérin sia un gesto istituzionalmente dovuto.

Credo però che questo gesto debba indurci ad una riflessione non solo su quanto è avvenuto recentemente, ma su quanto è avvenuto nell'intera legislatura, legislatura che, come i colleghi ricorderanno, iniziò con un punto all'ordine del giorno che recitava "Convalida degli eletti" e sul quale, proprio dal nostro gruppo, emerse il problema della non candidabilità e quindi dell'ineleggibilità di un autorevole esponente della "Union Valdôtaine". Quelle nostre perplessità giuridiche e politiche trovarono ripetutamente conferma in tutte le sedi competenti a cui ci rivolgemmo e quel Consigliere dovette abbandonare quest'aula dopo essersi presentato alle elezioni e aver raccolto un numero di voti considerevole, con ciò ingannando l'elettorato sulla sua possibilità di essere eletto.

Dico questo perché c'è una sorta di fil rouge giuridico-istituzionale che in questi ultimi venti anni ha coinvolto successivamente cinque politici che hanno ricoperto la carica di Presidente della Regione. Credo che questa sia inevitabilmente una riflessione che dobbiamo fare; un'analisi, Presidente Louvin, che si riallaccia ad una sua riflessione - che avevamo apprezzato - in occasione della proposta di legge del collega Nicco sulla riforma dello Statuto: lei evidenziò come, in tema di riforme istituzionali, occorresse fare una riflessione anche sull'adeguatezza della classe dirigente valdostana, che in diversi lustri non è riuscita a proporre uno straccio di riforma istituzionale né qui, né altrove.

Credo peraltro, venendo agli episodi delle ultime settimane, che gli avvenimenti di carattere giudiziario - che, come ripetuto più volte, ci riguardano politicamente, perché non è questo il luogo per occuparsi delle questioni sottoposte al vaglio della Magistratura, in quanto qui siamo in una sede politico-istituzionale, quindi dobbiamo trarre delle conclusioni politiche dalle azioni o dalle omissioni che si presumono essere state svolte - non siano la causa unica della crisi politica che si è evidenziata; sarebbe riduttivo il pensarlo. Sicuramente questi eventi hanno accelerato una crisi politica, che era però latente da tempo. Chi, come noi, vive in quest'aula, frequenta i colleghi, partecipa alle riunioni più riservate, sa quanta fibrillazione emergesse nelle forze politiche di maggioranza e all'interno delle stesse forze politiche. Questo è un dato che ha avuto il suo apice, per certi versi paradossale, in occasione della votazione del Presidente della Commissione di inchiesta quando, dopo nove ore di consiglio, alla fine la maggioranza si è arresa a sé stessa e ha offerto all'opposizione, che ha gradito, una rosa di nomi da scegliere. Dunque un presidente scelto dall'opposizione per l'incapacità della maggioranza di indicare un presidente e una maggioranza che mostra uno sfilacciamento politico che, a ben vedere, poco ha a che fare con le iniziative giudiziarie che, certo, pur nella loro gravità hanno costituito la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Assistiamo oggi ad una crisi politica; sapremo ufficialmente fra qualche ora, forse meno, come questa crisi è stata risolta; avremo occasione, all'esito delle comunicazioni e degli eventi che si svolgeranno in quest'aula, di fare delle ulteriori considerazioni al riguardo anche sulla nuova maggioranza, che si andrà formando da qui alle elezioni. Certo che - e lo dico amaramente, prima ancora che come rappresentante in quest'aula del popolo valdostano, come valdostano stesso - da questa vicenda la Valle d'Aosta esce malissimo, con un'immagine disastrosa, che puntualmente i principali organi di stampa nazionali hanno sottolineato e se penso a quanti sforzi anche economici vengono fatti ogni anno per rappresentare all'esterno un'immagine positiva della nostra Regione, possiamo capire come, anche nell'ambito di promozione della nostra Regione all'esterno, queste vicende abbiano fatto del male. È bene che si sappia che ci sono dei responsabili: le istituzioni, il Consiglio paga questa immagine, ma non siamo tutti sullo stesso piano. Sul piano politico ci sono delle responsabilità. È giusto che le forze politiche, le maggioranze, gli amministratori, che hanno portato la Valle d'Aosta in queste condizioni e con questa immagine verso l'esterno, si assumano ogni responsabilità!

Oggi - e concludo, Presidente e colleghi - constatiamo una crisi sicuramente morale, constatiamo una crisi politica e non mi riferisco alla crisi istituzionale, che verrà risolta attraverso la votazione della nuova Giunta, del nuovo Presidente, del nuovo Ufficio di Presidenza e via di seguito, ma mi riferisco ad una crisi più profonda. Questa legislatura era partita non solo con la vicenda che ho ricordato all'inizio del mio intervento, una vicenda brutta, ma era partita anche con la grancassa delle riforme istituzionali, che aveva avuto per mesi e per anni un impatto mediatico formidabile. Questa legislatura si concluderà senza riforme istituzionali, con la maggioranza che ha votato un documento, che non esito a definire vergognoso, in occasione dell'ultima discussione sul punto, che rimanda alla prossima legislatura le riforme istituzionali - cosa che avviene puntualmente di legislatura in legislatura - per l'incapacità di questa classe politica di affrontare, proporre, risolvere questi problemi. Dunque un primo fallimento.

Il secondo fallimento è sotto gli occhi di tutti: abbiamo una Giunta dimissionaria, nei fatti sfiduciata dalle forze politiche che la sostenevano; una soluzione temporanea che forse le consentirà alla maggioranza di trascinarsi fino alla scadenza naturale della legislatura per evitare le elezioni anticipate, che, al di là dei problemi tecnici - che non voglio disconoscere - significherebbero un azzardo per le forze politiche che oggi sono pesantemente coinvolte in questa situazione e che hanno la responsabilità politica di quanto sta succedendo. Questo è il secondo fallimento sul quale dobbiamo riflettere perché la nostra Regione meriterebbe una classe politica all'altezza delle aspettative e delle sfide a cui è chiamata a far fronte, oltretutto in un contesto così difficile. Penso al contesto europeo, alla nostra Regione rispetto alle nuove tematiche del contesto istituzionale europeo, penso a quanto sta succedendo in Italia rispetto alle problematiche del federalismo, della cosiddetta "devolution", penso alla grave crisi economica che sta investendo importanti aziende di questo Paese con ricadute sull'indotto valdostano, penso alla crisi economica e finanziaria che un Governo nazionale, che si sta dimostrando totalmente incapace di affrontare queste problematiche, sta trascurando portandolo a dei punti di gravità inaudita. Si pensi a quanto sta succedendo oggi in Parlamento nella discussione della finanziaria.

Questi sono i punti di riflessione su cui avremo occasione di ritornare. Credo che da parte di tutti, e anche da parte nostra, ci voglia un atteggiamento di umiltà, per capire perché nella nostra Regione accadono troppo spesso fatti incresciosi, che, oltre ad essere moralmente discutibili, ledono quel rapporto fiduciario e di rispetto delle istituzioni che deve legare il cittadino all'istituzione politica.

Président La parole au Conseiller La Torre.

La Torre (SA)Voglio innanzitutto esprimere sincera stima ed amicizia per il Presidente Viérin e lo dico con grande convinzione, al di là di quello che qualcuno possa pensare o far credere. Noi abbiamo sincera stima per il Presidente Viérin, crediamo che sia un ottimo Presidente e che abbia ben lavorato e, al di là di quelli che possono essere i momenti, o anche gli aspetti caratteriali, con i quali uno possa qualche volta essersi scontrato, crediamo che abbia dimostrato doti notevoli di decisionismo e di capacità di operare sempre e comunque nell'interesse della Valle d'Aosta. Abbiamo capito e capiamo anche quindi quali possono essere i pensieri, le difficoltà nel trovarsi in una situazione di questo tipo e nel prendere una decisione come quella di oggi: con grande correttezza e senso morale, con una lealtà anche nei confronti della nostra Regione, ha rimesso il suo mandato, divaricando la posizione personale, come altri hanno già detto, ma permettendo anche un dibattito politico. Forse è proprio da un gesto così importante che nasce la riflessione, perché rendiamoci conto che questo è un gesto molto importante e significativo che non deve essere sottovalutato, è un gesto che non può essere lasciato cadere come delle dimissioni qualsiasi, perché è il sacrificio di una persona che, in un momento difficile, proprio consapevole di questa difficoltà, rinuncia a se stessa e a quella che poteva essere in questo momento la chiusura di una legislatura, per permettere il dibattito. Ebbene, vi dico, colleghi consiglieri, che dobbiamo fare qualche valutazione proprio per l'opportunità che ci viene data a valle di questo sacrificio, perché se c'è una distorsione del sistema, questo non è un fatto grave, è che questa distorsione del sistema provoca e genera situazioni che difficilmente riusciamo a controllare e ne diventiamo vittime.

Mi sono posto la stessa domanda che si è posto il Consigliere Curtaz, ma da un percorso culturale diverso, da esperienze diverse. Perché ciò avviene? Sono perciò tornato col ricordo a riflessioni che abbiamo fatto sul nostro bilancio, quando lo abbiamo affrontato, su cui dobbiamo far sentire ai Valdostani l'impegno che c'è da parte nostra, la nostra serietà di trasparenza, di certezza di risultati che vogliamo dare come classe politica dirigente. In realtà noi oggi - e non solo in Valle d'Aosta, credo che questo accada in tutta Italia - stiamo correndo il rischio di mettere in discussione la credibilità di una classe politica di questo Paese in generale, quindi mi sono posto la domanda: ma c'è anche nella nostra Regione il rischio, la minaccia di perdere parte di questa credibilità? È chiaro che la cruda evidenza dei fatti che sono accaduti in questi giorni - la "vicenda Maccari", la "vicenda Lavoyer" -, che si riconducono purtroppo all'ambiente regionale, porta l'attenzione su questo argomento. Tutto ruota, anche leggendo i giornali, attorno ad un sistema che riguarda la nostra Regione, il suo bilancio, degli interessi legittimi, che qualcuno - la Magistratura - definisce illegittimi o, drammaticamente, sul limite del legittimo-illegittimo, diventa difficile a volte capirlo, noi stessi abbiamo difficoltà a comprenderlo, ma d'altronde le lobbies economiche, le lobbies esistono, siamo abbastanza conoscitori dei sistemi per sapere che esistono.

Basta scendere all'aeroporto di Bruxelles: sono rimasto molto stupito nel vedere nella biblioteca del Parlamento europeo che ci sia un libro stampato con tutte le lobbies accreditate al Parlamento europeo, con gli indirizzi, con i nomi delle persone che operano per quelle lobbies e con i riferimenti precisi di dove si possono trovare e del tipo di lobby che sostengono. Non c'è da stupirsi quindi se queste lobbies operano. Io dico allora: il Dott. Maccari, l'ex Assessore Lavoyer sono vittime o attori consapevoli di questo sistema? Questa è una domanda che mi pongo a cui non so rispondere, ma è chiaro che da questa prima domanda me ne sorgono altre, più attinenti al mio ruolo, che, senza alcuna presunzione, cerco di svolgere, cercando di far capire anche agli altri che non c'è animosità. È chiaro che poi i caratteri sono quelli che sono, nessuno di noi è perfetto, ma non c'è animosità.

Mi pongo una domanda: quale futuro vogliamo per la nostra Regione? Sono convinto che sulla risposta da dare siamo tutti d'accordo: il migliore e mi preoccupo quando vedo quegli attacchi portati alla nostra autonomia da giornali non scandalistici purtroppo, giornali come il "Corriere della Sera", attacchi che ci indignano, attacchi su cui sentiamo la necessità di rispondere. Gli argomenti per rispondere credo che li dobbiamo trovare dentro di noi, nelle nostre riflessioni e nei nostri comportamenti ed ecco perché riconosco ancora una volta l'alto senso morale che ha avuto il Presidente Viérin nel dare le dimissioni. So anche che il mio discorso forse può dare fastidio, perché di questi tempi c'è poca tolleranza, ma non qui, dappertutto, verso quella che può essere riflessione, autocritica, guardarsi dentro o cercare dei valori. Parlare di etica, parlare di morale sembra di riempirsi la bocca, però credo che non si perda del tempo - anche se a volte si ha la sensazione di perdere del tempo, mentre ci sono cose urgenti da fare - e che al contrario valga la pena perdere del tempo quando si fanno dei ragionamenti che riguardano i valori e che possono essere fatti anche all'interno di aule a cui tutti guardano, che sono punti di riferimento.

Credo che in questa epoca di grandi incertezze, dove ormai è successo di tutto e nessuno si sente più sicuro da nessuna parte, noi abbiamo un'opportunità, proprio perché siamo una piccola regione e abbiamo una capacità di autogoverno che nel tempo ha dimostrato di funzionare ed è quella di dare delle certezze al nostro popolo, di dare delle certezze forti che si contrappongono invece alle incertezze che all'esterno della nostra Regione possono esserci. Noi allora dobbiamo utilizzare - può sembrare una parola non corretta - al massimo questa opportunità che ci viene data da un evento negativo, di cui siamo vittime all'interno di questo sistema, per riflettere su queste cose, per cercare di capire dov'è la distorsione nel sistema, se c'è, e per correggerla, per non farcela correggere dalla Magistratura, per non farcela correggere dalla Corte dei Conti, per non farcela correggere dai giornalisti che vengono da Milano, per non farcela correggere da nessuno, ma per esercitare anche nella correzione di questa deformazione nel sistema la nostra autonomia, la nostra capacità di autodeterminazione. Dobbiamo essere così consapevoli della nostra realtà, di poterla correggere dove ci sono delle distorsioni e farlo noi, non farcelo dire da altri.

Questo è un po' quello che io sento dentro, poi so che a volte mi lascio anche un po' trasportare da quello che sento. Non mi vergogno di pensare a una politica migliore, diversa; io stesso ne ho fatti tanti di errori nel passato, però credo che dagli errori che si fanno si possa imparare qualcosa, si possano recuperare spazi di democrazia, come ho detto, dove non si abbia paura di parlare né di ascoltare, dove a volte non si è d'accordo, ma si parte dal presupposto che, proprio perché non si è d'accordo, alla fine del dibattito probabilmente insieme si è costruito qualcosa, perché non si è perso del tempo, ma si è creduto in obiettivi che si possono conseguire insieme.

Non vorrei adesso fare delle citazioni importanti, però sono dei fatti che sono accaduti, quindi mi viene anche naturale farlo; persino il Papa ha sentito la necessità, come mai in passato era successo, non di lanciare un messaggio dal Palazzo del Vaticano, dove lo poteva fare come e quando voleva, essendo quella la sua sede naturale, ma ha sentito la necessità di andare all'interno del Parlamento italiano per fare un discorso di un'ora e mezzo, dove ha toccato argomenti importanti e valori. Non sono solo io allora che avverto questo momento particolare che attraversa il nostro Paese, ma credo che sia la realtà, sono confortato da questo fatto nei dubbi che io stesso ho. Il Papa è stato molto chiaro, mi sono anche annotato dei passaggi, non starò a rileggerli, sono convinto che molti di voi lo avranno sentito quel discorso, ma il Papa ha sentito la necessità di lasciare questa riflessione al Parlamento italiano, dove vediamo il conflitto che c'è, che si manifesta nello scontro fra Destra e Sinistra.

Noi oggi, in questo momento, e dopo nella discussione successiva, affrontiamo un momento di confusione; traiamo, usando il massimo della nostra capacità di autogoverno, anche beneficio, se possibile, da un momento di confusione, diventiamo consapevoli di gestire questo momento di confusione, per migliorare il nostro sistema, noi stessi, esercitando la nostra capacità di autonomia!

Ecco perché io, concludendo il mio discorso, voglio ringraziare il Presidente Viérin con amicizia e stima, perché credo che con le sue dimissioni, che sicuramente non sono state facili, abbia voluto dare a noi questa opportunità. Ritengo che stia a noi coglierla, altrimenti sarebbero delle dimissioni certamente valide, ma che non porterebbero tutto il peso che invece, nella coscienza e sulle spalle, si trova a portare il Presidente in questo momento, che in qualche modo è vittima di un sistema.

Président La parole au Conseiller Aloisi.

Aloisi (GM1) nizierò con lo svolgere il mio intervento alla luce di alcune considerazioni fatte dal Consigliere Curtaz, che ascolto sempre con piacere e che nei suoi interventi dà spesso spunti di riflessione anche critica, ma al tempo stesso tende a ridimensionare alcuni fatti di notevole ed elevato senso di responsabilità e questo è l'atto che il Presidente Dino Viérin ha compiuto nel rimettere a questo Consiglio il suo mandato. Il suo è un atto di alta responsabilità politica ed amministrativa e di rispetto per quest'aula.

Vorrei, nell'occasione, descrivere un altro Dino Viérin, quello che avevo conosciuto nel 1991 in un momento altrettanto difficile e delicato per la politica valdostana. Era un Dino Viérin determinato, conscio del ruolo che doveva svolgere, ostinato - i Toscani direbbero "con quel caratteraccio" -, ma sempre lineare, disponibile, attento ad ascoltare, pur nel rispetto delle posizioni, le istanze politiche che da altri provenivano. In questi anni ho avuto modo di conoscerlo e non tesserò altre lodi perché non è nel mio carattere ma, prima di entrare nel ragionamento politico, vorrei svolgere un'altra considerazione. Per me sei stato sempre Dino, ci siamo conosciuti in questo modo e oggi in modo formale mi rivolgo a te come Presidente Viérin, perché poche volte ti ho chiamato Presidente Viérin. Oggi sento di rivolgermi a te in qualità di Presidente Viérin e ringraziarti per quello che hai fatto per questa comunità, convinto che la storia e la vicenda giudiziaria di questi ultimi tempi avrà un esito favorevole per te.

Riparto da questo riconoscimento solenne per riprendere il ragionamento che aleggiava in quest'aula. Non smetterò mai di ribadire la mia forte formazione di persona con una cultura garantista. Ribadisco, per l'ennesima volta che anche in presenza di questa vicenda giudiziaria, che ha colpito anche un collega e che stasera non è fra noi, in modo forte e chiaro la presunzione di non colpevolezza. Qui siamo in un'aula politica e dobbiamo dare risposte politiche. Non credo che ci sia un fallimento della politica, né credo che ci possa essere un fallimento di questa classe politica, che, al di là delle collocazioni, sta affrontando in modo serio e responsabile questa vicenda, che ha turbato non solo il mondo politico, ma tutta la collettività. Ho sempre sostenuto che bisognava dare una risposta presto e subito e che presto e subito significava dare certezza, dare continuità, ma significava anche assunzione di responsabilità. Operando in tale direzione abbiamo dimostrato che non c'è fallimento, che non e che c'è una Giunta sfiduciata dalle forze politiche, c'è un presidente, che ha preso correttamente atto di tale determinazione, e che conseguentemente ci sono tutta una serie di ricadute a cascata.

Concordo con il Consigliere Curtaz: non possiamo assolutamente ripetere da oggi alla fine della legislatura quell'incidente di percorso in cui siamo incappati nella Commissione di inchiesta. È stato uno spettacolo penoso, deprimente, ma è stato anche un momento in cui si è voluto dare una risposta per capire dove il sistema può essersi inceppato, convinti che, quando licenziamo una legge, pensiamo di essere perfetti e pensiamo di aver reso un servizio alla collettività. Le leggi sono spesso frutto di esigenze, altre volte sono frutto di buon senso, altre volte ancora sono frutto di capacità. Credo che in questa Assemblea questi tre elementi spesso si siano combinati. Oggi noi abbiamo l'esigenza di capire, perché ne va di mezzo la nostra credibilità, ne va di mezzo la credibilità delle istituzioni, ne va di mezzo la credibilità del sistema.

Ho apprezzato molto l'intervento del Capogruppo La Torre, anche nei termini problematici in cui lo ha posto, che ha anche ricordato l'intervento del Santo Padre al Parlamento italiano. Con tutto il rispetto per Sua Santità, credo che quel Parlamento sia molto lontano dalle istanze dei cittadini, sia molto lontano da quelle che possono essere le esigenze e quindi un'autorità morale non poteva fare altro che richiamare questo tipo di ragionamento. La classe politica, quella del Parlamento, è una classe politica che, dovrebbe porsi in modo molto più attento - e parlo del Parlamento nella sua globalità, non vado a distinguere fra A, B, C o D -, perché quando un Parlamento ha quelle forti e solenni "tirate d'orecchie", credo che stia venendo meno a quella che è una sua funzione.

Stamani dobbiamo affrontare il prosieguo dei lavori con molto senso di responsabilità, il clima penso che sia quello non solo delle grandi occasioni, ma quello della consapevolezza e delle grandi responsabilità che ci andremo ad assumere nel periodo di tempo da qui alla fine della legislatura, che non dovrà essere considerato come un qualcosa di transitorio o di balneare, ma deve essere considerato un qualcosa che assicura continuità amministrativa, un qualcosa ancora in grado di fornire risposte e certezze a tutta la comunità.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI)Le dimissioni del Presidente Viérin costituiscono un atto apprezzabile quanto doveroso: apprezzabile perché era necessario e urgente sganciare la situazione personale dell'ex Presidente Viérin dall'azione di governo ed istituzionale, evitando che la prima potesse inficiare la seconda; doveroso perché al capo dell'Esecutivo regionale si riconduce un'inevitabile responsabilità, quanto meno politica, in merito ai fatti deprecabili che si sono verificati in Valle d'Aosta e che hanno consentito impiego di risorse pubbliche al di fuori di corrette procedure contabili, con particolare riferimento all'organizzazione e alla gestione delle mostre espositive e ai ritiri calcistici, così come è emerso dalle indagini della Magistratura.

Responsabilità politica, innanzitutto, Presidente che più volte le abbiamo addebitato e che permane; responsabilità politica perché la politica e le idee si materializzano e si concretizzano sulle gambe e nelle teste delle persone e di conseguenza camminano con esse; responsabilità politica perché alla base di ciò che è accaduto c'è un rapporto fiduciario che ha coinvolto due persone, in particolare un dirigente amministrativo e un Assessore, un politico. Il rapporto fiduciario è alla base della responsabilità politica del Presidente Viérin, la fiducia che lui ha espresso nei confronti del suo Dirigente dell'Ufficio stampa poggia su criteri di tipo personale e professionale. Il Dott. Paolo Maccari non è un soggetto che ha avuto un incarico piovuto dal cielo, è una persona che è stata designata da qualcuno, in particolare è stata scelta dal Presidente, e questa scelta è stata condivisa unanimemente da tutta la Giunta, "Union", "Stella Alpina", "Democratici di Sinistra". È una persona che si è assunta un importante e delicato impegno, che non avrebbe potuto essere tale se non ci fosse stata una fiducia precisa conferita dal Presidente Viérin e dalla sua Giunta. Parimenti la fiducia nei confronti dell'Assessore Lavoyer è politica e dunque è frutto di una scelta e di una logica di maggioranza, che ha visto coinvolti, in ampia condivisione, "Union Valdôtaine", "Stella Alpina" e "Democratici di Sinistra". Ben si comprende quindi come la formula interinale fosse insostenibile ed improrogabile, cioè l'interim di Viérin non fosse assolutamente condivisibile nel momento in cui i due settori, quello dell'Ufficio stampa della Giunta e quello del turismo, erano coinvolti nella bufera giudiziaria, a maggior ragione quando il Presidente Viérin è diventato oggetto di indagine giudiziaria. Questa responsabilità per noi è basilare.

La responsabilità giudiziaria verrà approfondita e confermata o smentita in altra sede; noi siamo garantisti e sappiamo che questa sede politica ha competenze e deve fare riflessioni che sono completamente diverse da un'altra sede, che si trova a pochi metri da qui, però non possiamo disconoscerla o negarla e il Presidente lo sa, altrimenti non si sarebbe dimesso. Tra l'altro il pericolo di inquinamento delle prove e il pericolo di reiterazione del comportamento, visti i reati ipotizzati, hanno indotto il magistrato a chiederne la sospensione dai pubblici uffici. Si tratta di presupposti che avrebbero condotto un comune mortale alla custodia cautelare e questo il Presidente lo sa. In virtù del pubblico ufficio massimo che lui ricopre, ha beneficiato di una sorta di attenzione che altri cittadini non avrebbero avuto e di cui lo stesso Assessore Lavoyer non ha potuto beneficiare.

Episodi e fatti questi che sono stati evidenziati, anche se non nella loro meticolosa puntualità, in interpellanze e interrogazioni che il gruppo di "Forza Italia" ha più volte proposto in questa sede - mi riferisco alla gestione dei ritiri, alla gestione delle mostre - e con le quali si pretendevano risposte da parte dell'Assessore competente o del Presidente, risposte che si sono rivelate più volte insufficienti, formule banalizzanti che sono promanate da quei banchi per cercare di ridurre la portata degli episodi che noi denunciavamo in sede politica. Questi fatti purtroppo sono stati anche banalizzati da parte della stampa, che ha cercato di attenuare fenomeni anomali che si stavano concretizzando all'interno della pubblica amministrazione, che stanno pervadendo settori importanti, ma che andavano a toccare figure molto potenti e quindi era consigliabile non disturbare i manovratori. Fatti ed episodi questi che saranno approfonditi nella Commissione di inchiesta, istituita recentemente da questo Consiglio, secondo una proposta avanzata dal gruppo di "Forza Italia", inizialmente rifiutata, ma che poi la maggioranza si è resa conto di non poter più continuare a rifiutare perché i fatti stavano travolgendo le loro logiche, le loro idee. È necessario che questa Commissione di inchiesta approfondisca le distorsioni, che sono fatti gravi, Consigliere La Torre, di questa macchina politica e burocratica e conosca di fatti e fenomeni che hanno condotto a questi eventi, che sono assolutamente deprecabili, perché, come ha detto qualcuno, non promuovono l'immagine della Valle d'Aosta, ma la deteriorano, la oscurano. È auspicabile che non si ripropongano determinati equilibrismi politici in seno a questa commissione quando si tratterà di fare inchieste e indagini approfondite. Chiediamo fin d'ora che il futuro Presidente della Regione si faccia garante di questo equilibrio fra le parti, che la Commissione di inchiesta non rischi di diventare una sorta di cortina fumogena per cercare di confondere idee o fatti, ma che sia veramente una sede di approfondimento, una specie di sostituzione di quello che è il lavoro di indagine giudiziaria che stanno compiendo persone competenti da un'altra parte, che permetta però anche alla classe politica amministrativa, visto che si vuole fare chiarezza e ridare credibilità e dignità, di trovare quei meccanismi perversi che hanno condotto fino a questo punto.

C'è poi un anacronismo che deve essere superato, anacronismo più volte denunciato, naturalmente una sorta di tabù ogni volta che si tocca: la figura duplice del Presidente-Prefetto. La prima riforma istituzionale da fare è quella di separare le due funzioni e le due figure, il Presidente della Regione non può essere anche Prefetto e mi pare che, durante il dibattito sulla proposta statutaria del Consigliere Nicco, qualcuno lo abbia ribadito, qualcuno che magari adesso si accingerà a ricoprire la poltrona massima, speriamo che faccia tesoro di queste dichiarazioni che lui stesso ha avallato con forza. Non è ammissibile che il massimo responsabile delle forze dell'ordine e della pubblica sicurezza in Valle d'Aosta sia al contempo il massimo responsabile del potere politico in Valle d'Aosta. È una figura anomala, è una situazione anomala, pericolosa e dannosa e che è stata adombrata anche dal fatto, come prima qualcuno diceva giustamente, che cinque Presidenti e Prefetti sono stati coinvolti in vicende giudiziarie che non hanno qualificato né le loro figure personali, né la sommatoria di questi due poteri.

Veniamo ora ad altri aspetti, altrettanto importanti. Questi fatti hanno dimostrato che non solo si è esaurito un programma, ma che si è logorata una maggioranza e si sono deteriorati soprattutto i metodi di amministrazione del potere. Questa crisi di una maggioranza e di una Giunta corrisponde alla crisi di un sistema di potere, di un potere che è stato gestito con arroganza e che ha dimostrato tutti i suoi limiti, di un potere che ha evidenziato e fatto affiorare distorsioni che non devono assolutamente essere considerati secondo una logica del vittimismo, che ho sentito poc'anzi, Consigliere La Torre!

Noi rifiutiamo energicamente questa logica del vittimismo e dell'attacco all'autonomia o dell'attacco all'immagine della Valle d'Aosta perché l'autonomia e l'immagine della Valle d'Aosta vengono gestiti qui dentro dalle persone che sono qui dentro, da coloro che hanno posti di responsabilità superiore. Non sono i giornalisti del "Corriere della Sera" o chiunque si permetta di fare opinione sulla gestione della cosa pubblica in Valle d'Aosta che portano un attacco all'autonomia o che inficiano l'immagine della nostra Regione. È chi governa questa Regione che è il primo responsabile e deve rendersi conto che questi non sono metodi di gestione dell'autonomia, c'è da ribellarsi innanzi a metodi di gestione dell'autonomia di questo tipo. Questa è una riflessione che dovete fare tutti quanti, anche all'interno del partito di maggioranza relativa, "dell'Union Valdôtaine", che pretende di essere la custode esclusiva, o pressoché tale, dell'autonomia in Valle d'Aosta, perché questa non è autonomia. Questi metodi vanno ripudiati e intendiamo sottolineare il nostro ripudio nei confronti di queste logiche. Come anche ripudiamo quelle logiche di vittimismo vergognose che abbiamo sentito pronunciare dal Consigliere La Torre, che è riuscito addirittura a violentare affermazioni fatte dal Papa in Parlamento, cercando di coinvolgere metodiche o perlomeno riprendere concetti di amnistia e di indulto, per estenderli automaticamente ad una situazione valdostana che deve essere ancora definita e soprattutto sanata e cambiata.

Quando al seguito, noi abbiamo proposto elezioni anticipate e continuiamo a sostenere la necessità di elezioni anticipate perché è necessario cambiare pagina, dare una svolta, ridare credibilità e dignità a questa classe politica, ma attraverso un "colpo di spugna", che è necessario in questo caso. Occorre rimettere nelle mani del popolo la volontà per poter scegliere una classe politica rinnovata e in grado di rilanciare un'immagine della Valle d'Aosta, che oggi è veramente ai minimi termini, e di restituirle quella credibilità che anche all'esterno ha perso o sta perdendo.

Senz'altro la soluzione non passa attraverso un "governicchio" di transizione che si proporrà fra qualche ora, un "governicchio" che è senza programma perché, per affermazioni del suo stesso predecessore, il programma è stato esaurito anzitempo. Ammesso e concesso che ciò sia verosimile, nessun componente della "Union Valdôtaine" o nessun alleato della "Stella Alpina" o dei "Democratici di Sinistra" ha mai osato dire il contrario, quindi ha avallato l'affermazione dell'allora Presidente Viérin. A che serve un "governicchio" se non c'è programma? Vivrà di luce riflessa, di improvvisazioni, di creatività, amministrerà l'ordinario? Tanto valeva scegliere subito la strada delle elezioni. Secondo: è un "governicchio" di breve durata, anche perché si propone per un tempo estremamente effimero, inutile per una comunità come quella valdostana che attende una forte risposta e un forte cambiamento di registro, un cambiamento di registro che è possibile, a nostro avviso, restituendo alla gente quella facoltà di scelta che si esprime attraverso il voto. È un "governicchio" che servirà, forse, a mettere qualche "taccone" ai "buchi" che si sono creati, con il rischio che il "taccone" sia peggio del "buco". È un "governicchio" che sarà sorretto da una maggioranza logora, da alcuni "scampoli" di una maggioranza logora, con una "Stella Alpina" che non sappiamo se la appoggerà o meno o, meglio, che finge di appoggiarla, fa un passo avanti e due indietro, forse per paura di condividerne troppo le responsabilità. La "Stella Alpina" si dimentica però che di responsabilità ne ha molte e ne ha almeno altrettante quante la "Union Valdôtaine" perché sono i due partiti che sono rimasti coinvolti primariamente ed esclusivamente in questa vicenda. Questi scandalismi che si fanno sulle immagini che vengono pubblicate della Valle d'Aosta, devono indurci a questa riflessione, colleghi della "Stella Alpina": che l'immagine della Valle d'Aosta viene promossa innanzitutto grazie ad un assessore, quello al turismo, perché l'Assessore al turismo è l'elemento di richiamo di utenti all'interno della nostra Regione. Ebbene, cominciate a fare questa riflessione, non piangete sulle immagini descritte da altri giornalisti, piangete piuttosto su come qualcuno ha gestito l'immagine turistica della Valle d'Aosta sedendo su quella poltrona, qualcuno che è vostra diretta espressione politica! Se non condividete il nuovo assetto di Giunta, quindi abbiate il coraggio di non fare scelte a metà: o da una parte o dall'altra, o si condividono fino in fondo, come si sono condivise fino ai momenti topici oppure ci si tira indietro, si va all'opposizione con coraggio e determinazione.

Stiamo a vedere nelle prossime ore le novità che ci saranno proposte dalla maggioranza o, meglio, da questi "scampoli" di maggioranza che vogliono costituire un governo di transizione. Vedremo chi avrà questo compito di traghettatore, sperando che non sia un traghettatore, come nella "Divina Commedia", che assume il nome di Caronte.

Président La parole au Conseiller Cottino.

Cottino (UV) C'est assez difficile aujourd'hui pour moi de prendre la parole, car en discussion c'est aussi un ami, c'est une personne vers laquelle j'ai toujours eu une très, très grande confiance et sûrement pas seulement dans les derniers temps, mais pendant toutes les deux législatures qu'il a gouverné cette Région, donc ce n'est pas facile de dire tout ce qu'on pense et surtout de le dire dans un siège officiel.

Aujourd'hui ma tâche est différente, je ne peux me borner à faire des réflexions personnelles ou des réflexions sur le rapport qui m'a lié au Président; en tant que Chef de groupe de la "Union Valdôtaine", je dois faire quelques réflexions qui me portent à juger non pas l'ami Viérin Dino, mais le Président de la Région. Ces réflexions sont assez simples et concernent les résultats que ce Gouvernement a obtenus, résultats qui sont sous les yeux de tout le monde. Je crois que celle-ci est la carte de visite la meilleure pour répondre à certaines affirmations qui ont été faites dans cette salle. Il est évident qu'on ne peut parler que du Président, ces résultats ont été obtenus grâce au travail de tout le Gouvernement et c'est donc à tout le Gouvernement que doit être adressée toute notre solidarité.

Pour en revenir au discours de la justice, quelqu'un a dit: "È un atto doveroso quello fatto dal Presidente", fermandosi a questa affermazione. Credo che nessuno voglia mettere in dubbio che è un atto doveroso, ma non è dovuto, come da altri sostenuto. È un atto doveroso, scelto da una persona che aveva e ha a cuore innanzitutto le istituzioni, quello che rappresentano; un atto scelto per dare la possibilità a noi tutti di discutere le cose fatte e da farsi ed eventualmente di modificarle, se ce ne fosse bisogno. Credo che dobbiamo una volta per sempre, senza fare accuse particolari, ribadire con forza quelle che sono le nostre competenze, quelle che sono le nostre prerogative, che non devono essere inficiate da altre istituzioni non della Regione. Se si vuole essere garantisti, come lo siamo sempre stati, dunque, questa pagina della nostra politica va vista soltanto sotto questo aspetto, senza servirsi di altre istituzioni che l'hanno messa in discussione. Io credo dunque che dovremmo cercare qui di dare una risposta a quelle che sono le domande che la gente di strada si pone: "Cosa è successo, cosa può ancora succedere in quelle sedi?" Credo che oggi dare delle risposte, come qualche collega ha fatto, sia perlomeno presuntuoso.

Abbiamo cercato di mettere in piedi quegli strumenti che ci permetteranno di chiarire fino in fondo eventuali aspetti che non hanno funzionato, senza con questo pretendere di volere, prima ancora che siano state emesse delle sentenze, essere noi gli esecutori. Può stare tranquillo dunque chi prima faceva allusione alla Commissione di inchiesta: noi questa commissione di inchiesta l'abbiamo messa in piedi non per emettere sentenze particolari, ma per riuscire a capire quello che "eventualmente" non ha funzionato - e sottolineo eventualmente -, perché solo in questo modo si potranno correggere "eventuali" storture. È solo attraverso questi strumenti (mi riferisco evidentemente a tutte due le commissioni) che riusciremo veramente a capire quel che è successo e quanto e come si deve cambiare. Questo è importante ed è con questo spirito che lavoreremo all'interno della Commissione di inchiesta.

Si è parlato di elezioni anticipate. Qualche volta si ha la tendenza a giocare, quando ci conviene, al "tanto peggio, tanto meglio". Io credo che parlare di elezioni anticipate, esprimendo al tempo stesso rispetto per l'azione del Presidente, sia una madornale contraddizione, principalmente quando questa persona scrive che: "A l'heure actuelle cette condition semble compromise par un climat de suspicion, qui se répercute inévitablement sur les institutions…" - grande rispetto per le istituzioni, dunque - e aggiunge: "… Aussi s'avère-t-il impérieux de sauvegarder l'objectif prioritaire du déroulement correct des fonctions institutionnelles, qui ne doivent en aucun cas être influencées par l'affaire judiciaire en cours." Riconoscere la coerenza e la bontà di queste cose e poi chiedere le elezioni anticipate significa non avere chiare le conseguenze che queste avrebbero in un momento in cui non c'è il governo. La conseguenza sarebbe un vuoto politico-amministrativo sotto tutti gli aspetti e un danno difficilmente calcolabile per tutta la comunità valdostana a cui noi dobbiamo prestare grande attenzione. Questa è una cosa che ci sentiamo con tranquillità e con forte convinzione di respingere, perché abbiamo intenzione di assumerci ancora una volta tutte quelle responsabilità che l'elettorato ci ha dato, tutte quelle responsabilità che siamo capaci di assumere proprio per l'interesse della Valle d'Aosta e non per particolari interessi partitici. Sarà con questo spirito che noi cercheremo di risolvere i problemi. Abbiamo lavorato in questi giorni in una certa direzione, ve lo dimostreremo, e siamo convinti che saremo apprezzati per il lavoro svolto. Il fatto di rimettere agli elettori la cosiddetta "sentenza", credo che sarà spostato di poco; lo verificheremo con un mese o due di ritardo rispetto a possibili date che molti di voi auspicano. Sono convinto che in un paio di mesi l'opinione della gente non cambierà e sarà possibile dunque avere una verifica puntuale. Se gli elettori avranno apprezzato quello che è stato fatto, ce lo diranno loro, senza che ci sia la necessità che qualcuno dall'interno di quest'aula "tuoni" in questo modo con la presuntuosità di rendersi interprete della generalità degli elettori. Credo che questo sia pretestuoso e da respingere. Lo verificheremo in futuro, avremo parecchie occasioni, non ultime quelle che succederanno al momento della presa d'atto delle dimissioni che avverrà nella giornata odierna.

Président La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Prendere la parola in questa situazione non è facile, perché è un momento molto triste per la Valle d'Aosta, ma non è il primo e non sarà neppure l'ultimo se non si prende coscienza che questi scandali sono nocivi per la Valle d'Aosta e per le sue istituzioni autonomistiche.

Oggi siamo stati convocati, alla luce dei compiti che ci competono, come Consiglio, per eleggere il nuovo Presidente della Regione e la nuova Giunta. Devo dirvi che, di fronte all'ordine del giorno di convocazione, mi sono chiesto: ma questo è sufficiente per riacquistare l'immagine che una Regione a Statuto speciale si deve dare oppure occorre qualcosa di diverso dal sostituire i due componenti della Giunta che hanno dato le dimissioni? Credo che occorra qualcosa di più per restituire alla Valle d'Aosta il volto che aveva nel passato.

Anche noi sul piano umano siamo vicini a coloro che possono avere sbagliato, ma qui non sono in gioco solo le persone che possono avere sbagliato, qui è in gioco il futuro della comunità valdostana, visto quanto è accaduto e visto quanto stanno pubblicando su di noi quotidiani e riviste a tutti i livelli. Quando scoppiò "l'affaire Maccari" - il quale successivamente si è trascinato dietro altri due componenti della Giunta fino a costringerli a dare le dimissioni per le decisioni prese dai magistrati -, come gruppo "dell'Ulivo", ponemmo al Presidente della Regione delle domande su quanto accaduto, ma non ci furono date risposte soddisfacenti, come del resto non furono date alla comunità valdostana - a cui si riferiva poco fa anche il collega Cottino -, né in quella occasione furono espresse valutazioni sulle accuse formulate nei confronti del Capoufficio stampa. Posso comprendere tutto, ma non posso accettare che in certe situazioni non si dica la verità, perché qualcuno la verità la conosce! Questo non lo penso solo io, ma sono i fatti lì a dimostrarlo! Lo dimostra il coinvolgimento dei due rappresentanti della Giunta "nell'affare Maccari". Può darsi che per difendersi ci sia anche chi mente o scarichi su altri le proprie responsabilità, ma questo non deve avvenire in questo Consiglio regionale a cui la Costituzione italiana, lo Statuto e gli elettori hanno affidato la gestione dell'autonomia speciale per questa legislatura.

La maggioranza non ha compreso o voluto comprendere che certi fatti di corruzione, se non chiariti, ingenerano nell'opinione pubblica la disaffezione verso la politica e la pubblica amministrazione; creano grandi dubbi sulla funzionalità delle istituzioni; allontanano dai valori di una Regione a Statuto speciale e vanificano ogni volontà di sostenere le nostre specificità; incrinano quel clima di convivenza civile che deve esserci in una comunità come la nostra; dimostrano che non c'è trasparenza nel modo di fare politica e nella gestione amministrativa; dimostrano altresì che, senza l'intervento della Magistratura, non siamo capaci di sanare certe situazioni e di mettere da parte personaggi e dirigenti corrotti, prima che scoppino gli scandali. Non si può e non si deve coprire tutto e tutti, come è avvenuto fino ad oggi! Non dobbiamo più possedere il primato degli scandali, come è avvenuto in questi ultimi anni, né accettare di essere considerati un popolo che non ha senso civico, come qualcuno si è permesso di scrivere! Per non essere classificati come tali, per dimostrare che non siamo ciò che altri ci accusano di essere, per respingere l'accusa che nelle regioni speciali come la nostra la corruzione c'è forse più che in quelle a statuto ordinario, non ci si deve "chiudere a riccio" come avete fatto voi della maggioranza e "in famiglia" decidere tutto per tutti, senza sentire alcun dovere o lo scrupolo rispetto all'opposizione!

Mi domando come possiate essere credibili quando, anziché recuperare alla Valle d'Aosta l'immagine che merita, che non è quella di oggi, c'è chi dalla disgrazia ha cercato di trarre un profitto elettorale; c'è chi, disattendendo l'interesse generale, ha cercato di cogliere l'occasione per appagare le proprie ambizioni assessorili. Mi chiedo come possiate essere credibili quando si accentuano le divisioni all'interno dei movimenti regionalisti; quando domina l'arrivismo in vista delle prossime elezioni regionali; quando c'è chi, pur di restare nell'area di governo, resta succube del movimento di maggioranza relativa; quando a decidere sul futuro della Regione nelle commissioni di lavoro e delle trattative fra le parti, sono stati determinanti anche coloro che sono responsabili della crisi che si è venuta a verificare, e che si verificava ieri come oggi; quando, anziché mettere in atto un vero rinnovamento, si pensa a cambiare per installare in posti vitali persone non in base al criterio della competenza, ma della fedeltà partitica. Questo significa che si cambiano i "suonatori", ma che la "musica" sarà la stessa! Con questo non intendo fare il processo alle intenzioni, ma è una conclusione che si può trarre, visto il comportamento della maggioranza di questi giorni.

Quanto avviene da tempo in Valle d'Aosta, come gli ultimi eventi accaduti, porta a fare delle considerazioni e constatazioni non certo gradevoli da parte di nessuno di noi. Non sono gradevoli né per chi le esprime, né per chi le ascolta, ma la realtà deve essere affrontata per non ricadere negli stessi errori. Quando abbiamo dichiarato il nostro parere su certe leggi e provvedimenti, spesso siamo stati accusati di essere dei visionari e dei passionari, di essere degli speculatori, siamo stati accusati di strumentalizzare tutto e tutti, di essere per il "tanto peggio, tanto meglio". Quando abbiamo rivendicato di essere ascoltati, non avete dato considerazione al ruolo dell'opposizione, ma avete sempre detto che tutto andava bene. Ci avete detto che avevate vinto le elezioni, per cui non eravate tenuti a rendere conto a noi, ma solo agli elettori che vi avevano dato la fiducia. Ebbene, oggi siete chiamati a rendere conto a tutti: agli elettori che vi hanno votato, ma anche a noi, a cui vi siete sempre rivolti con sufficienza! Non abbiamo mai condiviso che i ritiri delle squadre di calcio in Valle d'Aosta avvenissero a spese della Regione! Ci fu detto che le spese sarebbero state coperte dai ritorni che erano previsti, sia a favore degli sportivi, sia sul piano turistico, economico, eccetera. Abbiamo visto qual è stato il ritorno, sul piano dell'immagine anzitutto: oggi ne parlano tutti gli organi di informazione! Non abbiamo condiviso la linea seguita per la gestione della Casa da gioco, ma auspichiamo di non tornare sulle cronache dei giornali, come già avvenuto anni fa.

La realtà è che in Valle d'Aosta - e nessuno si offenda se lo dico - manca una classe politica e di dirigenti capaci e professionalmente preparati; inoltre manca una cultura di governo a tutti i livelli istituzionali. Questa è la situazione della Valle d'Aosta oggi e sarà forse anche la situazione del resto d'Italia, come qualcuno ha detto, ma oggi noi abbiamo questo handicap e non si può creare una nuova classe dirigente dando l'esempio che si sta dando. Credo che se ci fosse stata una cultura di governo, certi fatti forse non sarebbero accaduti nella vita dell'Amministrazione regionale; a certi personaggi non sarebbe stato permesso di acquisire tanto di quel potere che gli ha permesso di fare ciò che volevano; certi fatti non sarebbero accaduti, se coloro che li hanno compiuti, non si fossero sentiti coperti e protetti; se certe nomine fossero avvenute nel rispetto delle norme; se coloro che hanno sbagliato e hanno riportato condanne dalla Magistratura, non fossero stati promossi come è avvenuto nell'USL…

Vicquéry (fuori microfono)… quando?

Beneforti (PVA-cU)… c'è, caro collega, è la verità. Il Presidente non mi permetterebbe di fare i nomi qui e io non li faccio…

Presidente… gliene sono grato…

Beneforti (PVA-cU)… però li conosciamo, caro Assessore Vicquéry. Con questo modo di fare politica, dando l'impressione che in questa Regione nessuno è colpevole, neppure quando è condannato dalla Magistratura, non si ferma la corruzione, non si difende la nostra autonomia, non si fa della buona amministrazione! Un nostro ex Parlamentare e Senatore nel 1996 rivolse un appello alla Valle d'Aosta, invitando tutti a lavorare per difendere la nostra autonomia, io allora gli risposi che ero d'accordo, come lo sono oggi, ma, allora come oggi, affermo che il nemico da combattere è al nostro interno, nel modo di fare politica che ha preso campo nella nostra Regione, perché l'autonomia, per essere difesa e sostenuta, deve essere gestita diversamente e deve essere capace di creare le condizioni affinché ogni cittadino vi si possa rispecchiare. Sono convinto che l'autonomia e la specificità della Valle d'Aosta si difendano tornando a fare politica secondo principi etici e secondo le tradizioni del popolo valdostano. Quando certi eventi accadono in campo politico, danno ragione a chi - anche se infelicemente - ha accusato la popolazione valdostana di essere priva di senso civico; noi pertanto dobbiamo difendere la credibilità della nostra gente, perché non è giusto generalizzare, ma senza mettersi sulla difensiva e far finta che non sia successo niente in questo ultimo decennio. Questo sarebbe il più grosso errore che potremmo commettere! Occorre riflettere sulla nostra verità; occorre analizzare fino in fondo quanto è stato oggetto di pubblica denuncia nei confronti della collettività valdostana; occorre eliminare le cause, le motivazioni, i comportamenti che sono alla base del nostro mal costume politico, sociale ed economico; occorre rendersi conto che non tutti i nostri mali derivano dalla famigerata "politica svolta dalla partitocrazia", perché nella nostra Regione i partiti hanno sempre svolto un ruolo secondario e subalterno ai movimenti regionalisti che si sono succeduti alla guida del Governo regionale. Ritengo pertanto che certi movimenti regionali, che si arrogano il diritto di giudicare i partiti nazionali, debbano prima farsi un esame al proprio interno, debbano dire quali interventi hanno messo in atto per colpire le disonestà individuali e collettive, le illegalità che si sono verificate in diversi settori economici e sociali della vita valdostana. Per eliminare i sospetti, non basta cambiare gli uomini, occorre rinnovare il modo di fare politica, occorre cambiare, altrimenti - come ho detto prima - si cambiano i "suonatori", ma la "musica" resta la stessa.

Cari colleghi, queste mie affermazioni non sono fatte per sviluppare una polemica fra chi è più bravo o meno bravo, fra chi si ritiene più o meno onesto, la polemica non serve più! È invece mia intenzione richiamare la vostra attenzione sullo scenario che abbiamo di fronte, che è alquanto desolante e triste, occorre pertanto cambiare rispetto al passato, occorre una svolta nel modo di comportarsi. Alcuni anni fa un sacerdote sul settimanale della diocesi, in occasione di una competizione elettorale, ha pubblicato una lettera in cui asseriva che agli uomini politici va chiesta una scelta di vita chiara, una rigorosa onestà nelle scelte, una fedeltà ai valori, una pulizia morale, una coerenza nell'agire. Credo che queste richieste, da estendere a tutta la dirigenza che opera nelle varie istituzioni, non siano mai state di attualità e di opportunità come in questo momento, che si rinnova la Giunta regionale, che siamo prossimi al rinnovo del Consiglio regionale. Ognuno ne faccia l'uso che crede, ma una cosa è certa: la richiesta non può più rimanere inascoltata! Il nostro gruppo si è sempre espresso e ha detto ciò che pensava, ha agito con onestà e chiarezza, ora tocca a voi della maggioranza agire ed amministrare con trasparenza e credibilità!

Concludo questo mio intervento dicendo che, mentre voi della maggioranza eleggete i vostri rappresentanti nella Giunta, sia essa del tutto nuova o integrata o sostituita un parte, noi dell'opposizione - almeno il nostro gruppo - rivendichiamo che la Commissione di indagine, "strappata a forza" alla maggioranza, con l'aiuto della Magistratura, che non lasciava altra via di scampo, esegua il mandato ricevuto dal Consiglio, in modo da rimuovere le cause che hanno permesso che certi fatti si potessero verificare. Noi "dell'Ulivo" riteniamo che debba essere fatta chiarezza fino in fondo sull'intera vicenda, perché la comunità valdostana deve conoscere la verità, oltre che dalla Magistratura, anche tramite il Consiglio regionale, in modo da prendere atto e giudicare chi ha sbagliato e chi ha compiuto con onestà il proprio dovere. Il Consiglio regionale, in vista delle prossime elezioni, deve dire alla collettività valdostana perché e come gli errori sono stati commessi! Errori che mi auguro non si debbano ripetere.

Président La parole au Conseiller Fiou.

Fiou (GV-DS-PSE)Anch'io voglio riconoscere al Presidente Viérin un'alta considerazione delle istituzioni, avendo anteposto con le sue dimissioni, agli interessi personali e di parte, quelli istituzionali. Lo ringrazio a nome del mio gruppo, anche per la grande mole di lavoro svolta a favore della comunità valdostana. Gli auguro di veder risolta velocemente e positivamente la sua posizione personale, della qual cosa fra l'altro sono convinto. Sono convinto altresì che il Presidente Viérin continuerà a dare, anche se in un ruolo diverso, il suo prezioso contributo. Ritengo ce ne sia molto bisogno, perché mi pare che sia in atto un tentativo affannoso di sminuire un lavoro di anni che ha posto la comunità valdostana sicuramente ai più alti livelli di qualità della vita. Questo tentativo ha portato qualcuno a sposare letture - secondo me - distorte della realtà, tanto da delineare un'immagine disastrosa della Valle d'Aosta, nascondendo in questo modo la situazione generalmente positiva, che fa dei Valdostani una comunità fortunata (e questo voglio sottolinearlo) che sa costruire operosamente il suo benessere, ma fortunata. Individuo negli atteggiamenti catastrofisti l'incapacità di analizzare la realtà tale e quale essa è, tentativi di costruire anche surrettiziamente dubbi e situazioni di scontento, non con il fine di promuovere miglioramenti, ma di determinare aree da utilizzare a fini di parte. Non voglio sostenere una lettura idilliaca della situazione, ma voglio individuare nell'attuale situazione una positiva base di partenza per fare gli altri passi avanti che dobbiamo fare.

Riguardo gli avvenimenti che hanno generato la crisi, così come riguardo gli avvenimenti che sono stati ricordati dai quotidiani nazionali - voglio sottolineare anche le posizioni personali non uguali. Mi pare di non poco conto mettere in evidenza responsabilità individuali diverse: in particolare di queste molte fanno pensare anche a debolezze delle regole che governano le istituzioni tali da esporre gli amministratori ad eccessivi o devianti rischi. Da ciò deriva che il lavoro importante fatto sul piano istituzionale in questi anni - sul piano dell'organizzazione della macchina amministrativa abbiamo approvato tante leggi in questo senso - va ancora rivisto per definire meglio ruoli e responsabilità, per superare le eccessive concentrazioni di potere, per garantire più sicuri controlli, senza paralizzare l'azione governativa. Ci sono movimenti di opinione pubblica, stimoli politici per partecipare alla costruzione di percorsi nuovi nel definire più efficaci regole di democrazia; mi pare che molti non sappiano coglierli da una parte e dall'altra. Può darsi che qualcuno si attardi in difese eccessive, ma credo che sia altrettanto inutile, se non più inutile, la denuncia non veritiera e catastrofica che ingenera un gioco vizioso da cui molte forze non sanno uscire per partecipare alla costruzione un po' più complessa e meno facile, ma più utile, di percorsi, di nuove regole democratiche. Da oggi rafforzeremo il nostro impegno nella direzione positiva, partecipando anche alla costruzione della nuova Giunta.

Président Je n'ai plus de conseillers inscrits à parler. La discussion étant terminée, je soumets au vote du Conseil la prise d'acte des démissions du Président de la Région.

Je vous signale qu'il s'agit de répondre à cette question, à la main levée: collègues conseillers, qui est favorable à la prise d'acte des démissions du Président de la Région? Contraires? Abstenus?

Le Conseil prend acte, à la présence de trente-quatre conseillers favorables, des démissions du Président de la Région et de la déchéance du Gouvernement régional.

A l'initiative de plusieurs Chefs de groupe, qui demandent un instant de clarté autour du déroulement des travaux successifs, les travaux du Conseil sont suspendus pendant dix minutes.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 11,07 alle ore 11,21.