Oggetto del Consiglio n. 2882 del 3 dicembre 2002 - Resoconto
OBJET N° 2882/XI Suite de l'examen de la loi de finance et de la loi de budget pour l'année 2003. (Continuation et clôture de la discussion générale)
Président Je vous rappelle que nous sommes en discussion générale des objets n° 16 et n° 17 à l'ordre du jour, discussion conjointe.
La parole au Conseiller Piccolo.
Piccolo (SA) Apriamo la seduta… grazie, Presidente.
Il bilancio, documento programmatico politico-amministrativo per il triennio 2003-2005, si profila come un documento che va al di là del termine stabilito dalla XI legislatura. Una legislatura sicuramente resa più difficile dell'attività politica amministrativa sia sotto il profilo del delicato momento politico che delle reali problematiche economiche, sociali ed occupazionali che sta attraversando la nostra Regione, anche nel più ampio contesto quale quello nazionale ed internazionale. Un bilancio che ribadisce comunque la continuità amministrativa e che come per la precedente legislatura è stato ancora più difficile a causa prima della tragedia e della chiusura del tunnel del Monte Bianco e poi con la recente alluvione che ha provocato, oltre che gravi lutti in alcune famiglie, anche ingenti danni e distruzione su quasi tutto il territorio regionale, pertanto creando preoccupanti problematiche economiche, sociali ed occupazionali alla nostra Regione. È indubbio che, come tutti i bilanci di previsione, questo documento dà indicazioni programmatorie, pertanto possibile e suscettibile di modifiche durante il corso del triennio - considerato tra l'altro che è l'ultimo della legislatura - ma che comunque conferma e ribadisce le volontà espresse nel programma sottoscritto dalle forze di maggioranza all'inizio di questa legislatura. Desidero esprimere in occasione di questo importante argomento oggi in discussione alcune personali considerazioni e proposte, con l'intento di contribuire al dibattito in corso. Cercherò pertanto di evidenziare alcune voci del bilancio che, a parer mio, vanno esaminate attentamente e che spero possano essere anche dall'Esecutivo condivise.
Un primo problema, tra i più importanti e che ha impegnato anche la precedente legislatura, è quello relativo al Casinò di Saint-Vincent. Recentemente si è conclusa definitivamente, con la sentenza della Corte costituzionale, il motivo del ricorso presentato da parte del Consiglio dei Ministri avverso il disegno di legge che prevedeva una S.p.A. pubblica a totale capitale pubblico con azionisti Regione e Comune di Saint-Vincent. Si chiudeva finalmente un lunghissimo contenzioso di ricorsi e di contro ricorsi che hanno messo in seria difficoltà l'attività della casa da gioco, difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, in particolare rappresentate spesso da parte delle maestranze. Una sentenza che sicuramente ci permette di poter guardare al futuro con un po' più di speranza per la ripresa ed il rilancio del casinò. Non nascondiamo che come "Stella Alpina" abbiamo condiviso la costituzione di una S.p.A. pubblica nella consapevolezza e tenendo nella dovuta considerazione il pericolo, qualora si fosse giunti subito a costituire una società a gestione privatistica, di eventuali altri contenziosi.
Abbiamo però sempre affermato in ogni occasione in questo Consiglio che la "Stella Alpina" ha come suo obiettivo la costituzione di una Public-Company, a capitale misto pubblico-privato, e con la possibilità che anche i singoli cittadini valdostani possano essere azionisti della casa da gioco. Il Casinò di Saint-Vincent rappresenta per la Valle d'Aosta una delle più importanti fonti occupazionali e di introiti per le casse regionali e quindi necessita sicuramente di una più attenta valutazione sulle scelte che si intendono fare per meglio far decollare in termini di sviluppo e di rilancio la casa da gioco. La volontà dell'acquisto del "Grand Hotel Billia" è sicuramente una scelta importante e vitale e che ci auguriamo possa andare in porto, segnali positivi in questo senso ci sono, ma che non è comunque l'unica. Sono fermamente convinto, e tra l'altro questa mia convinzione è stata anche condivisa da tutto il movimento della "Stella Alpina", e che recentemente ha dichiarato con un comunicato stampa che avrebbe voluto, al momento delle nomine del nuovo Consiglio di amministrazione, che la Giunta regionale ha deliberato la settimana scorsa, soprassedere alle nomine per meglio valutare insieme come forze di maggioranza e studiando, prima insieme e con un po' più di calma, un progetto e un piano di sviluppo di cui sicuramente necessita tempestivamente il nostro casinò e successivamente in base ad un progetto individuare le persone in grado di gestire.
Questa nostra volontà non è stata accolta purtroppo dalle altre forze di maggioranza, l'augurio che mi faccio e che non ci si trovi da qui a qualche tempo ancora una volta a discutere delle difficoltà della casa da gioco, il tempo è tiranno, soprattutto alla luce anche della ormai certa apertura di altre case da gioco sul territorio nazionale. In considerazione pertanto dell'importanza che ha il casinò nel contesto socio-economico della Regione, la "Stella Alpina" ribadisce anche in questa occasione che sarà sicuramente molto attenta sull'evolversi ed assicura fin d'ora tutto il suo apporto, affinché si possa giungere alla risoluzione dell'annoso problema gestionale e che porti il Casinò di Saint-Vincent ai vecchi albori e al suo prestigio di casinò più grande d'Europa.
Un altro settore, a me molto caro, è quello relativo ai servizi sociali e sanitari. So di ripetermi ma credo che occorra dare ancora di più, facendo uno sforzo maggiore, attuazione al piano socio sanitario, piano che si prefigge nelle sue intenzioni alcuni obiettivi anche ambiziosi ma che ancora oggi purtroppo non sono stati ancora tutti raggiunti. È vero che invece per altri, siamo e, me lo auguro di cuore, nella fase di definizione, che riguardano alcune strutture e servizi previsti sul territorio e più volte da me sollecitati all'Assessore Vicquéry e che l'Assessore ha recepito. Un problema che occorre risolvere al più presto è quello relativo al funzionamento dei macro distretti, con la nomina definitiva dei direttori, che tra l'altro hanno completato il corso di specializzazione e non si capisce perché non si provvede alla loro nomina.
L'esperimento adottato con un budget affidato al distretto in grado di poter meglio gestire e razionalizzare le risorse si è dimostrato positivo, si tratta quindi di perseguire questo obiettivo ed in modo definitivo. Sempre relativamente al territorio occorre definire il problema delle RSA, strutture necessarie per risolvere il problema degli anziani, problema che le microcomunità non sono in grado di soddisfare appieno particolari casi di persone anziane non autosufficienti e non assistibili a domicilio. Va sottolineato tra l'altro il fatto che per questi particolari casi di anziani occorre che nelle strutture RSA, carenti sicuramente in Valle d'Aosta, ci sia l'indispensabile presenza assidua di personale medico e paramedico. Sappiamo tutti quanto sia difficile da reperire in Valle. Al "problema anziani" si aggiunge anche quello dei malati di mente e di Alzheimer, malati che crescono di giorno in giorno, è quindi necessario individuare strutture adeguate per questi casi. A questo proposito vorrei chiedere all'Assessore quali siano i tempi e l'utilizzo della struttura recentemente completata e già in fase di arredo di Antey, una magnifica e grande struttura sicuramente in grado di soddisfare le esigenze dei casi appena citati. So che l'Assessore si è indirizzato ad inserire nella struttura di Antey questi particolari pazienti, mi auguro che possa oggi confermarmi questa scelta che condivido pienamente.
Per le ragioni che ho sopra esposte auspico e chiedo che venga predisposto un piano programmatico organico che sviluppi l'area intermedia dell'assistenza psichiatrica nel territorio della Valle d'Aosta in risposta alle esigenze che ho appena evidenziato. Credo peraltro che sia opportuno, per le strutture per ospitare malati di mente ed Alzheimer, approfondire meglio l'individuazione ed il numero di dette strutture, le RSA appunto, da collocare sul territorio regionale, in modo sicuramente più razionale e quindi più rispondente alle numerose persone interessate. Nel campo sempre dei servizi assistenziali va sostenuta maggiormente la famiglia, allorché si prenda cura direttamente dei casi che, per l'ente pubblico, rappresentano rilevanti problemi sociali, prevedendo quindi aiuti finanziari ai familiari.
Ho appreso con piacere, sempre dall'Assessore Vicquéry in II Commissione che molto è stato fatto in settori più particolari come quello dei malati terminali, di oncologia, e nella possibilità in tempi brevi nello sviluppo della risonanza magnetica. Ho parlato finora di alcune particolari esigenze improcrastinabili, ma finché tutto quanto detto possa avvenire nel migliore dei modi, occorre che l'azienda USL sia sempre più autonoma nella sua attività gestionale, e quindi garantire alla stessa gli strumenti necessari per la libertà di azione, permettendole una più snella, sburocratizzata e tempestiva azione, se vogliamo che si possa definire l'USL un'azienda al passo con i tempi, in particolare un'azienda che deve fare la sanità pubblica, con esigenze che non si possono procrastinare nel tempo. Per permettere all'azienda USL la libertà di azione si dovrà però provvedere sicuramente alla formazione professionale di tutti gli operatori dell'USL, siano essi medici, paramedici che amministrativi, al fine di garantire servizi migliori e più rispondenti alle esigenze dei nostri cittadini.
Per meglio rispondere alle esigenze dei cittadini riteniamo indispensabile l'integrazione del servizio pubblico con altre strutture private, in particolare con le Cooperative sociali, che da anni ormai operano nella nostra Regione, e con il prezioso contributo del volontariato che in Valle d'Aosta possiamo considerare un fiore all'occhiello, soprattutto nel campo socio-sanitario- assistenziale.
Per quanto sopra detto, siamo convinti che con i necessari finanziamenti mirati si andrà a dare esecuzione ad una serie di interventi che ho appena citati, cercando quindi di rispondere, in modo puntuale, non solo alle esigenze degli addetti che operano nel campo socio-sanitario con grossi problemi ed impegno, ma soprattutto rispondere in modo efficiente ed efficace ai bisogni dei cittadini utenti, in particolare i giovani che oggi necessitano di aiuti in modo più incisivo da parte delle istituzioni che, secondo noi, hanno il dovere di prestare loro più attenzione, cittadini che saranno la società del domani, alle famiglie interessate, che spesso non trovano le giuste risposte del servizio pubblico, e quindi sono causa di comprensibili e gravi disagi familiari, e creando pertanto problemi ad una convivenza civile di una comunità.
Credo sia doveroso sottolineare il contributo che la "Stella Alpina" tramite l'Assessore Lavoyer ha dato durante questa legislatura andando a promuovere una serie di importanti interventi con strumenti legislativi nel settore del turismo, del commercio, dei trasporti e dello sport. Un assessorato che ha riscontrato non poche difficoltà prima a causa della chiusura del traforo del Monte Bianco e successivamente con la calamità alluvionale, che ha comportato gravi problemi di viabilità e quindi difficoltà di trasporti, in particolare con la chiusura della ferrovia, che non è ancora completamente transitabile, con il vicino Piemonte.
Va dato atto all'Assessore Lavoyer e alla Giunta regionale di essere riusciti a trovare, nonostante le difficoltà sopra esposte, con nuovi provvedimenti legislativi e programmatici i necessari finanziamenti, per i settori di competenza dell'Assessorato, e che vorrei qui brevemente ricordare ed al tempo stesso sottolineare, per dare il giusto risalto al lavoro sin qui svolto dall'Assessore in particolare in un settore non certamente facile quale quello del turismo, al quale va aggiunto il problema di una crisi a livello anche internazionale del turismo di montagna, in quanto legato anche a fattori meteorologici e soprattutto in questi ultimi anni qui da noi, a causa dello scarso innevamento. Vorrei ricordare quali sono i provvedimenti amministrativi e programmatici attinenti i settori di competenza dell'Assessorato durante la legislatura in corso. Per quanto riguarda il turismo e le infrastrutture turistiche e sportive, sono state emanate 12 leggi e 6 delibere di Giunta, che voglio richiamare: interventi regionali per lo sviluppo di impianti a fune e di connesse strutture di servizio; inserimento degli interventi per innevamento artificiale, modificazione alla legge regionale 17 marzo 1992, che riguardano norme in materia di esercizio ad uso pubblico di piste di sci; disciplina del servizio di soccorso sulle piste di sci della Regione; interventi straordinari nel settore delle infrastrutture sportive e ricreative di interesse regionale; nuova disciplina della professione di maestro di sci e delle scuole di sci in Valle d'Aosta e abrogazione delle leggi regionali precedenti; nuove norme in materia di concessione di contributi per la manutenzione e gestione di piste per lo sci di fondo. Vi sono poi una serie di delibere di Giunta, che riguardano concessione di contributi previsti in base alle leggi che ho appena citato.
Per quanto riguarda poi la disciplina dell'attività di "bread & breakfast", ricordo la riforma dell'organizzazione turistica; modificazione della legge n. 12, principi e direttive per l'esercizio dell'attività commerciale; interventi regionali a sostegno delle attività turistico-ricettive e commerciali. Veniamo alle leggi del commercio: principi e direttive per l'esercizio dell'attività commerciale; disciplina delle manifestazioni fieristiche; disciplina del commercio su aree pubbliche e modifica alla legge regionale 16 febbraio; approvazione di indirizzi e criteri per la programmazione delle medie e grandi strutture di vendita; disciplina dell'attivazione di riconoscimento dei centri polifunzionali; disciplina dell'attività di formazione e qualificazione per gli operatori commerciali. Sono ancora in fase di approvazione da parte delle commissioni e in fase di notifica il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale in materia di sostegno agli impianti a fune e un disegno di legge di riforma delle professioni turistiche.
Per quanto riguarda le terme, c'è la legge del 2 agosto 1999, concernente modifiche alla legge regionale relativa agli interventi regionali a favore del settore termale per il comune di Pré-Saint-Didier. Nel settore dei trasporti ricordo due leggi: gestione della tramvia intercomunale Cogne-Plan Praz, e la legge regionale relativa al sostegno degli investimenti nel settore del trasporto pubblico collettivo di persone, al fine di consentire una più efficace ed estesa applicazione.
Ho voluto citare questi importanti disegni di legge, per sottolineare ancora una volta l'importanza di quanto il nostro Assessore ha fatto assieme alla Giunta. Va inoltre dato atto all'Assessore Lavoyer ed all'Esecutivo di aver previsto anche in questo bilancio ingenti somme, che sicuramente andranno a fornire nei vari settori del turismo prospettive di rilancio e di sviluppo, considerata l'importanza che ha il turismo nella nostra Regione, Regione particolarmente a vocazione turistica. Concludo ringraziando di tutto cuore l'Assessore e l'Amico Claudio Lavoyer per il lavoro sin qui svolto, esprimendogli tutta la mia solidarietà ed augurandomi che possa al più presto dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli sono state mosse, e al quale va dato atto di un lavoro svolto con serietà, impegno e creatività e con la collaborazione della "Stella Alpina", nell'intento di dare tutti insieme il nostro contributo a questa maggioranza.
Queste sono alcune osservazioni ed alcune proposte che ho cercato di portare come contributo al dibattito su questo bilancio. Mi auguro pertanto che questo bilancio sia un importante passo, per cercare di dare all'esterno di quest'aula la convinzione che si stia lavorando con metodi nuovi nell'interesse dei cittadini, affinché, e non mi stanco di ripeterlo, anche in questa occasione essi possano credere, ancora, nelle istituzioni e nei loro rappresentanti. Affinché le critiche dei cittadini diventino costruttive, e pertanto azioni amministrative più rispondenti alle loro richieste, occorre, confrontarsi di più con la gente, adottando il metodo di incontri sul territorio con la popolazione, cosa che tra l'altro, parecchi amministratori comunali da anni adottano.
Per esperienza vissuta, gli incontri con la popolazione possono portare anche ed occasioni di dura critica agli amministratori, ma questo, secondo me, rientra proprio nei compiti e nel ruolo che l'amministratore riveste; l'importante è far parlare la gente e dalla gente recepire più direttamente i bisogni. Per me questo è il nuovo modo di far politica, cioè cercando di coinvolgere i cittadini il più possibile nella gestione della cosa pubblica, recependo quindi proposte, suggerimenti e quant'altro, facilitando a noi, rappresentanti istituzionali ad ogni livello, il non facile compito di amministrare la nostra Regione, e quindi portarci a sbagliare sempre meno.
Président La parole au Conseiller Martin.
Martin (SA) Il bilancio di previsione per il 2003 è l'ultimo bilancio di questa legislatura; è quindi il bilancio che cerca di completare il programma di legislatura e le opere straordinarie che la maggioranza ed il Governo regionale hanno dovuto mettere in atto per far fronte ad avvenimenti eccezionali accaduti in questi cinque anni. Chi ha avuto la perspicacia di rileggersi il programma di legislatura con le puntualizzazioni contenute nell'accordo politico-programmatico sottoscritto da "Union Valdôtaine-DS-Stella Alpina" nel febbraio 2001, si accorgerà che gli impegni dipendenti esclusivamente dalle volontà regionali sono stati in gran parte rispettati. Non altrettanto si può dire delle incombenze che pure la maggioranza ed il Governo regionale avevano indicato in quel programma, ma che interessavano anche volontà, obblighi, decisioni dello Stato centrale o di enti da esso dipendenti. Non siamo così riusciti a risolvere la famosa questione "dell'intesa": dell'intesa politica tra Stato e Regione su questioni di fondamentale importanza per la nostra valle.
Due diverse formazioni politiche hanno guidato il paese in questi anni - quella di Centro-Sinistra prima e quella di Centro-Destra attualmente - ma con nessuna delle due è stato possibile al momento superare questo ostacolo. Ci stanno nuovamente provando i nostri parlamentari e speriamo che finalmente maturi questo importante accordo. Questo fatto è stato da più parti anche intravisto come uno dei vincoli per il mancato accordo sulla riscrittura del nostro statuto che pure ci eravamo impegnati ad effettuare. Personalmente credo, come ho avuto modo di dire in quest'aula, durante l'ultimo consiglio, che non sia stato questo il motivo principale "della mancata nuova costituzione" della Valle d'Aosta.
Piuttosto questo progetto non ha avuto, per tutti i motivi che sono emersi dal dibattito nello scorso consiglio e che non ripeterò certamente ora, il consenso della comunità valdostana, così come avevamo concordato e scritto nel programma di legislatura. Sempre a proposito di disaccordi con lo Stato centrale, sono noti i problemi concernenti la Commissione paritetica Stato-Regione che non ha ancora iniziato i suoi lavori per i dissapori nati attorno alla presidenza della commissione. Vorrei ancora ricordare gli enormi problemi che da sempre esistono con le Ferrovie dello Stato e che ultimamente con i danni provocati dall'alluvione dell'autunno del 2000 si sono ulteriormente acuiti. Nonostante, infatti il costante interessamento della Regione - e dell'Assessore Lavoyer in particolare - anche finanziario attraverso il contratto di servizio, la Torino/Aosta/Pré-Saint-Didier non si può considerare una ferrovia in linea con i tempi.
La ricostruzione poi, nonostante i continui solleciti del Governo regionale è stata veramente una farsa. Fortunatamente, finalmente i lavori sembrano terminati ed il transito dei treni dovrebbe tornare alla normalità. Una buona notizia ritengo sia anche quella della prossima apertura di due fermate nella città di Aosta, che dovrebbe in tal modo dare pratico avvio a quel progetto di metropolitana leggera della linea Aosta/Pré-Saint-Didier. Se i rapporti con lo Stato centrale sono da sempre importanti e debbono essere improntati alla massima collaborazione nel rispetto della reciproca correttezza e autonomia, in questi ultimi tempi non sono certamente meno importanti i rapporti tra Regione e Comunità europea. In questi ultimi anni l'Europa è diventata una realtà economica, l'introduzione dell'euro è ormai un fatto consolidato, l'allargamento della comunità è alle porte, il peso politico dell'Europa tende sempre più a rafforzarsi, le decisioni degli stati e delle regioni devono fare sempre di più i conti con la legislazione europea. È quindi fondamentale una presenza politica della nostra Regione in tale contesto e se anche non siamo riusciti ad ottenere la circoscrizione uninominale per la Valle d'Aosta, e non certo per demerito nostro, non va dimenticato il contributo dato dalle forze autonomiste all'elezione di un euro deputato della Valle d'Aosta, che - a mio avviso - sta operando molto bene per la nostra comunità e rappresenta degnamente, in una importante commissione, tutto il paese. Io mi auguro, anche se nutro molte perplessità sulla creazione di un collegio uninominale, che anche in futuro, la Valle d'Aosta possa essere rappresentata nel parlamento europeo.
Tornando alla politica ed all'amministrazione della nostra Regione, ritengo che questa legislatura si sia qualificata e verrà ricordata non solo per l'importante opera di ricostruzione del dopo alluvione o per l'acquisizione dell'ENEL, di cui parlerò dopo, ma anche per l'importante mole legislativa messa in atto e tendente a ridefinire i ruoli dell'Amministrazione regionale e degli enti locali, modernizzare l'apparato burocratico regionale attraverso una informatizzazione delle strutture e degli uffici, armonizzare tutta quanta la legislazione regionale con quella europea, e questo in tutti i settori economici, dall'agricoltura al turismo, all'industria, al commercio, all'artigianato, semplificare - anche se molto rimane ancora da fare in questo campo - le procedure e renderle in un prossimo futuro più vicine al cittadino.
Certo, spesso questi provvedimenti sono stati accolti con scetticismo e con prudenza dagli operatori del settore, ma dobbiamo comunque dire, e loro stessi lo hanno capito quando l'informazione è stata corretta e non partigiana, che erano indispensabili, pena uno scontro frontale con la normativa europea e di conseguenza una possibile paralisi di interi settori economici. Il confronto è stato certamente duro; duro anche in quest'aula e nelle commissioni competenti, ma, per quanto ci riguarda, teso a penalizzare il meno possibile gli operatori economici; duro perché la nostra Regione come d'altronde tutti i territori di montagna non sono ancora riusciti a fare capire appieno alla Comunità europea l'enorme differenza esistente con le altre realtà; differenze che sono evidenti in tutti i campi, in tutti i settori. Speriamo che le iniziative messe in atto a tutti i livelli durante quest'anno - l'anno delle montagne - servano a fare capire l'importanza della montagna all'interno del pianeta e servano a differenziare anche sul piano politico-amministrativo le zone montane da quelle di pianura.Importanti iniziative pensate e progettate da tempo, hanno visto la loro realizzazione o sono in fase di realizzazione in questi anni. In particolare ricordo il recupero del Forte e del Borgo di Bard, la riconversione della zona Autoporto, la bonifica e l'utilizzazione della zona Cogne, il completamento dell'autostrada fino a Courmayeur, la ristrutturazione della "Brambilla" quale polo scolastico della bassa valle, l'adeguamento dell'Aeroporto regionale al traffico turistico e commerciale, l'università della Valle d'Aosta. Sono opere importanti, alcune realizzate tra l'altro, anche con finanziamenti europei. Due di queste opere - Forte di Bard e Area Cogne - hanno sollevato in Commissione, durante le audizioni con le parti sociali alcuni dubbi sulla futura destinazione e gestione.
Forte di Bard. Il disavanzo medio annuo stimato dalla "FINBARD" è di 2 milioni di Euro non conteggiando, per la verità eventuali apporti - nella parte entrate - di sponsorizzazioni. Ebbene, noi siamo certamente consapevoli che la gestione dei beni culturali non produce utili all'investimento ma ricade piuttosto sulla comunità circostante, creando un indotto interessante. Riteniamo tuttavia che una attenta analisi vada comunque fatta quando si metterà in opera la società di gestione, per fare in modo che il disavanzo stimato venga ridotto il più possibile.
Area Cogne. L'impressione che abbiamo ricavato ascoltando l'Assessore Ferraris e gli imprenditori, sia che il vincolo del diritto di superficie trentennale ponga un freno all'insediamento di attività economiche. D'altronde le sei-sette imprese che hanno al momento ritirato la documentazione per la domanda non possono essere considerate molte per un'area così interessante dal punto di vista artigianale-industriale. Varrebbe la pena, probabilmente, di ripensare a questo vincolo. E questo soprattutto in un momento molto particolare legato alla crisi FIAT ed a tutti i risvolti negativi che tale crisi potrà avere nelle aziende della bassa valle che gravitano nell'indotto FIAT.
Sul piano delle entrate due sono, a mio avviso, le novità importanti.
La prima è costituita dalle entrate "dell'operazione ENEL" in termini di plusvalenze e di imposte e tasse versate nelle casse regionali. Noi apprezziamo quanto ha fatto CVA per venire incontro ai consumatori valdostani. Per il momento ne beneficiano gruppi industriali, impianti di risalita, alberghi, per un valore di 13 percento di minor costo dell'energia. È un primo passo importante che va verso una attenzione al settore economico valdostano. Noi auspichiamo però che quanto prima lo stesso beneficio possa essere esteso a tutti gli utenti valdostani perché solo così "l'operazione ENEL" sarebbe veramente completa.
La seconda novità è per il momento costituita non da una entrata certa bensì da un principio che il Governo ha accettato e che potrebbe diventare una parte importante nel settore delle entrate. Mi riferisco all'emendamento del Deputato Collé che è stato accolto in sede di approvazione della Finanziaria alla Camera e che se tramutato da principio a sostanza, darebbe senso a quell'accordo stipulato tra Governo e Regioni del "chi rompe paga", nel senso che ognuno è responsabile in "toto" delle proprie scelte.
Nel corso della legislatura due gravi fatti hanno provocato vittime e danni in Valle d'Aosta. Il primo è accaduto il 24 marzo 1999 al tunnel del Monte Bianco ed il secondo il 15 ottobre del 2000 con l'alluvione che oltre a provocare vittime ha devastato numerosi paesi e vallate. Sul tunnel del Monte Bianco la Regione non è attore principale. Ritengo però che questo Consiglio, nonostante le diverse posizioni, abbia comunque trovato alla fine un accordo importante che ancora oggi permette di limitare il più possibile i danni provocati dal passaggio dei TIR. È un accordo che sappiamo tutti essere molto fragile e non duraturo. Per questo è indispensabile che le vie di comunicazione alternative vengano sostenute da tutti a tutti i livelli.
L'alluvione è stata invece un dramma che ci ha visti, tutti, Regione, comuni, popolazione valdostana parte attiva e interessata. Con lo stanziamento previsto in questo bilancio, dopo soli tre anni, tutti i danni e le opere di ricostruzione e di protezione principali saranno terminati. Penso che si tratti di un grande risultato, dove ognuno ha fatto la sua parte; la parte politica, quella tecnica, le imprese appaltatrici, e così via. Ritengo che il prossimo anno, quando numerosi alpini che sono venuti a darci la loro solidarietà in quei tristi momenti, ritorneranno per l'adunata nazionale, potranno veramente costatare che interi paesi e vallate sono rinate.
In conclusione, senza entrare nel merito dei singoli settori e dei singoli capitoli, penso che i quattro pilastri fondamentali su cui poggia il bilancio di previsione 2003 possano essere indicati: nel rapporto con Enti locali, nel senso di dare certezze di entrate ai comuni ed alle Comunità montane sulla base degli accordi stipulati con gli stessi per garantire una amministrazione locale efficiente con l'erogazione di tutti i principali servizi; nel mantenimento del "Welfare". In un momento in cui si levano alte le proteste in campo nazionale, poter mantenere le spese sociali sugli stessi livelli degli anni passati ritengo sia un risultato di non poco conto; nell'invariabilità della tassazione: non gravare i cittadini con nuove tasse ed erogare al tempo stesso dei buoni servizi, ritengo sia motivo di soddisfazione per la maggioranza di Governo; nel sostegno al mondo economico e produttivo: un aumento del 12 percento delle risorse è la dimostrazione che questa maggioranza crede nella politica degli investimenti che a loro volta generano nuova ricchezza per la comunità, posti di lavoro, maggiori entrate per il bilancio regionale.
Vorrei fare un'ultima riflessione: da più parti con convegni, conferenze, studi, ci viene evidenziato che anche in Valle d'Aosta nonostante standard qualitativi di livello di vita molto elevati, esistono ancora numerose sacche di povertà. Ebbene, se questo è vero - e lo è certamente -, e se è vero - e anche questo è innegabile - che il bilancio regionale è piuttosto corposo, e pone un'attenzione particolare, al sociale, al mondo economico e produttivo, ebbene allora cos'è che impedisce ad una fascia di popolazione, sebbene numericamente non numerosa, di beneficiare delle positive ricadute degli interventi previsti nel bilancio? È una riflessione a cui dare una risposta, senza demagogia, con interventi concreti non è certamente facile, ma alla quale tutti noi, ognuno per il ruolo che ha in quest'aula, dovremmo prestare più attenzione.
Depuis 16 heures 45, c'est M. le Conseiller Secrétaire Perron qui remplit les fonctions de Président de la séance.
Président La parole au Conseiller Rini.
Rini (UV) Quasi tutti i precedenti interventi della maggioranza e le relazioni mettono in evidenza tutta una serie di dati positivi, che qualificano l'attività svolta ed i risultati ottenuti mentre quelli delle forze di opposizione tendono come al solito alla critica ed ad evidenziare i lati negativi. Forse la gran parte sia degli uni che degli altri sono un po' troppo di parte.
Nell'esaminare il documento programmatico credo che sia utile ed indispensabile anche per migliorare in futuro porsi su una posizione di critica costruttiva, evidenziando i risultati ottenuti, cercando di migliorarli e soprattutto cercando di evidenziare le criticità su quanto rimane da fare e le richieste dei cittadini alle quali non abbiamo potuto o saputo dare adeguate risposte. Dall'esame dell'articolato si possono sicuramente trarre delle importanti indicazioni riassumibili in: un buon gettito erariale dato dalla vitalità del settore economico; buoni risultati per quanto riguarda la cosiddetta "operazione ENEL"; riduzione dell'indebitamento; il non aumento del prelievo fiscale; riqualificazione del settore artigianale di tradizione; interventi per lo sviluppo delle imprese industriali ed artigiane; la possibilità di incentivare l'edilizia abitativa convenzionata; realizzazione del sistema delle autonomie locali; interventi che consentono il mantenimento degli attuali livelli dell'economia; l'applicazione del Piano di sviluppo rurale; ingenti interventi per la formazione e nel settore scolastico; nessuna imposizione di "tickets" per quanto riguarda la sanità; ulteriore aumento degli interventi per la difesa dell'ambiente, e così via.
È tutta una serie di importanti decisioni che, anche se verrà a mancare una continuità amministrativa che è stata decisa dal movimento al quale appartengo per favorire il rinnovamento, potranno con una continuità politica che è stata garantita con grande senso di responsabilità, dare dei buoni risultati e far si che, anche in un momento poco favorevole la nostra economia possa ancora avere spazi di crescita e sviluppo. Guardando quindi anche al passato possiamo rilevare che con senso di responsabilità ed impegno qualche buon risultato è stato raggiunto. Senso di responsabilità ed impegno amministrativo che si sono rafforzati proprio nei momenti di maggiore difficoltà. Ricordo che in occasione del dibattito sui bilanci di previsione, quando la tragedia dell'alluvione era ancora appiccicata alla nostra pelle, qualcuno in questa aula, si augurava che la Valle d'Aosta non diventasse come il Belice dove le ferite del terremoto di decenni fa sono ancora evidenti.
Oggi possiamo dire che, per nostra fortuna, l'alluvione è alle nostre spalle. In noi è ancora vivo il dolore per l'alto numero di vittime che abbiamo dovuto contare, ma al tempo stesso possiamo dire con orgoglio che la ricostruzione è in fase di ultimazione grazie agli interventi programmati dalla maggioranza e disposti dal nostro Governo e soprattutto grazie ai cittadini che con orgoglio, caparbietà, sacrificio ed amore per questa nostra Valle si sono rimboccati le maniche ed hanno saputo utilizzare al meglio le opportunità che l'Amministrazione regionale ha voluto e saputo dare con una oculata e responsabile programmazione. A chi si era alquanto preoccupato, voglio dire che alla prossima legislatura non lasciamo nessuna ipoteca sulle risorse.
L'acquisto delle centrali ENEL sta rivelandosi un'operazione di grande portata e valore finanziario per le casse regionali. Certo al momento "l'operazione ENEL" non si è tradotta in vantaggi tangibili per tutti i valdostani e soprattutto per le piccole aziende. Le bollette sono sempre comunque pesanti ma speriamo che per le famiglie valdostane presto vengano applicate delle tariffe ridotte vista anche la perdurante stagnazione economica che deve farci riflettere: una riflessione che ci è stata sollecitata anche dal nostro Vescovo. Cito quanto detto dal Monsignor Giuseppe Anfossi in un recente convegno organizzato dalla Caritas sulle povertà presenti in Valle d'Aosta. "La generosità individuale ed occasionale oggi non è sufficiente occorre quindi - ci dice Monsignor Anfossi - un'assunzione di responsabilità da parte delle comunità locali ed un lavoro in rete tra pubblico e privato, che si traduca in progetti concreti di promozione e di accompagnamento". Non si deve infatti dimenticare che il benessere economico non fa rima con il benessere sociale lo prova una ricerca della Caritas che evidenzia come tra i tanti tipi di povertà al primo posto figura quella legata alle "difficoltà familiari". Per non parlare dei casi legati all'alcolismo e quelli riferiti alle dipendenze da sostanze stupefacenti.
L'alcolismo è risultato rilevante nel 25 percento delle parrocchie valdostane di queste poco meno della metà hanno segnalato che oltre il 2 percento della popolazione soffre del problema. Che dire poi della non autosufficienza o disabilità segnalata come prima causa di povertà in quasi i tre quarti dei casi? La sorpresa della ricerca della Caritas giunge dalle povertà legate all'occupazione: nonostante il basso tasso di disoccupazione presente in Valle, i giovani lamentano l'impossibilità della prima occupazione, tanto che la presenza di disoccupati preoccupa più della metà delle parrocchie valdostane. E ancora la povertà legata alla migrazione estera. Gli immigrati rappresentano un fenomeno rilevante soprattutto per quanto riguarda le occupazioni stagionali.
La ricerca fa poi riferimento anche alle povertà legate all'abitazione connesse all'inadeguatezza dei servizi, con percentuali alte in Aosta e dintorni e nella Bassa Valle. Che dire poi delle povertà legate alle problematiche emergenti, tra le quali la psicolabilità e ai problemi relazionali? Delle povertà legate alla scolarità ed il fenomeno dell'abbandono scolastico? Che dire di quelle 300 persone tutte valdostane che nel 2001 sono state assistite dal Banco Alimentare attraverso le associazioni ad esso convenzionati perché sono sotto il livello di povertà e non hanno di che sfamarsi? Il dato ancor più grave ed angosciante è che tra gli assistiti vi sono 47 bambini in età prescolare e 37 bambini in età scolare; ebbene, nella ricca Valle d'Aosta, esistono un centinaio di bambini i cui genitori non riescono a sfamarli autonomamente.
Come si vede la Valle d'Aosta presenta tante "sacche di emarginazione o povertà" come le definisce il nostro Vescovo. Questo non vuol dire che si sia fatto poco. L'impegno della Giunta e di questa maggioranza è stato grande. È altrettanto vero che, in questa fase di analisi consuntive sugli ultimi cinque anni di attività si debba guardare a cosa c'è e si deve fare. Cullarsi sugli allori non giova a nessuno e non sarebbe nemmeno responsabile. C'è chi ha definito questo bilancio uno strumento di valore. Io lo definisco un campionario di cose fatte e da fare. Tra le cose da fare, al primo posto dobbiamo porre la creazione di prospettive di lavoro certe per i giovani; ma deve essere lavoro di quello dove si suda che fa esercitare muscoli e cervello. Dobbiamo dire chiaramente che l'occupazione leggere è finita. Ci vuole insomma una rivoluzione culturale con la Regione che aiuta le iniziative serie e vere; una Regione che dice di no ai chiacchieroni ed ai faccendieri. Una regione che ha il coraggio di rimuovere chi non è adeguato al posto che occupa. Una regione più leggera veramente sburocratizzata, dove la politica ha il primato e la burocrazia risponde dando attuazione alle politiche dettate dal Consiglio Valle. Una regione che abbia nell'agricoltura il suo punto di forza per la difesa del suolo e la tutela ambientale. Sostenere l'agricoltura seria, quella radicata nel territorio, che deve essere considerata un'attività di interesse sociale e che quindi richiede forti investimenti pubblici. Dobbiamo invertire quella tendenza denunciata dalla Banca d'Italia nella sua relazione annuale, che nell'anno 2001 ha segnalato una diminuzione della produzione agricola dell'11,9 percento ed un forte aumento delle aree incolte.
Per concludere, tanto è stato fatto, ma tantissimo rimane da fare e come avevo già detto nell'intervento sul bilancio dell'anno scorso, non dobbiamo accontentarci di essere in molti settori ai primi posti nelle classifiche. In alcuni casi sicuramente lo siamo per nostri meriti, ma in altri potremmo esserli per demerito degli altri, quindi non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo continuare negli sforzi. Manca la professionalità in certi settori, quindi ulteriori sforzi vanno fatti per la formazione professionale per evitare di dover ricorrere a manodopera da fuori Valle quando nella nostra Regione ci sono cittadini in cerca di lavoro. Dovremmo valorizzare molto di più i nostri beni culturali ed architettonici, storici ed artistici, ricchezze che dovrebbero diventare attrattive ulteriori e complementari a quelle tradizionali.
Nel settore socio-sanitario abbiamo fatto molto, ma non basta. La qualità e la validità dei servizi vanno migliorate, le liste di attesa si stanno accorciando, ma non basta ancora, le strutture sul territorio devono essere potenziate e il Piano socio-sanitario deve decollare. Ancora troppe problematiche affliggono i nostri giovani e i nostri anziani. Troppi cittadini sono ancora senza un'abitazione adeguata o vivono in abitazioni fatiscenti. Maggiore attenzione va posta verso le piccole imprese, i commercianti e gli artigiani, che operano nelle valli laterali e che contribuiscono con la loro presenza ad evitare lo spopolamento. Il settore agricolo ha bisogno di ulteriori finanziamenti, essendo lo stesso un settore trainante per il turismo e per la salvaguardia del territorio. Dobbiamo cercare di tagliare ulteriormente le spese di funzionamento della "macchina regionale" e di quelle di alcuni enti locali per avere più risorse disponibili per investimenti nei settori produttivi ed economici. Dobbiamo forse essere più vicini alle tante famiglie, che ancora oggi vivono in condizione di bisogno economico ed in povertà, ed ai cittadini che sovente per dignità o per mancanza di coraggio non osano o non hanno neppure la forza di chiedere aiuto. Abbiamo delle buone leggi, ma in alcuni casi non sono sufficientemente utilizzate, forse perché poco conosciute, forse perché necessitano di una maggiore divulgazione ed in questo senso dovremo lavorare.
Occorre creare un maggiore coinvolgimento e confronto con i cittadini in modo che le loro critiche ed i loro suggerimenti possano aiutarci a sbagliare sempre meno e a capire sempre più i loro bisogni. Credo che questo sia il nostro primo dovere ed il dovere di ogni amministratore. È infine auspicabile un maggiore coinvolgimento delle categorie interessate e di tutti noi consiglieri, anche nella predisposizione del bilancio. Esaminando i risultati raggiunti, possiamo essere abbastanza soddisfatti, ma può darsi che i risultati ottenuti con il coinvolgimento più marcato di tutti quanti, avrebbero potuto forse essere migliori. Concludo e ringrazio l'Assessore per averci consegnato questo strumento - dallo stesso definito di valore e di pregio - e spero che dallo stesso i cittadini possano trarre i benefici auspicati.
Président La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) Siamo arrivati all'ultimo appuntamento della corrente legislatura con la legge finanziaria ed il bilancio. Appuntamento ritenuto fondamentale momento di verifica dell'azione fin qui condotta con analisi e riflessione delle entrate e delle spese previste che si differenziano fortemente se illustrate da un componente della maggioranza o uno della minoranza.
Sentiamo dai banchi della minoranza che questo è un bilancio di routine, poco coraggioso, privo di idee forti, un bilancio insomma di ordinaria amministrazione. Eppure dobbiamo constatare che alcuni componenti "dell'Ulivo", hanno fatto parte nella precedente legislatura e prima ancora di una maggioranza, ricoprendo cariche anche importanti, ma non è parso ai Valdostani di cogliere delle proposte e delle idee che abbiano rilanciato la Valle, che abbiano dato una propulsione all'economia valdostana, e tanto meno nei trasporti dove oggi i "Verdi" criticano fortemente l'Assessorato. L'altra forza politica di minoranza, che oggi governa a livello nazionale, è riuscita in campagna elettorale a far sognare gli Italiani con idee innovatrici e con proposte forti, ma ahimè gli italiani si sono trovati in breve tempo di fronte alla realtà, alla vita quotidiana e a dover constatare il fallimento delle ipotesi sulle quali erano fondate le promesse. E questo per dire che al di là delle belle parole, servano i fatti e ritengo che questo documento che andremo ad approvare è un documento che riuscirà a dare delle risposte concrete ai diversi settori economici, alla sanità, al sociale, alla cultura, ai cittadini valdostani.
Sicuramente possiamo fare di più e meglio e ci sono aspetti che devono essere migliorati, ci sono dei progetti che dovranno essere rilanciati, ma da parte nostra non mancheranno proposte e suggerimenti che, se condivisi, potranno portare delle risposte nuove ma sempre mantenendo la mentalità dei "montagnards" valdostani, un "pas pe cu e surtout les pia pe terra". Certamente il momento storico, questo lo hanno ricordato in tanti, è molto difficile, lo scenario internazionale e nazionale hanno messo in grande discussione i nostri equilibri, le nostre certezze, la prospettiva di un futuro sereno.
La difficoltà finanziaria negli Stati Uniti, gli episodi di terrorismo avvenuti negli ultimi periodi, la possibilità sempre più crescente di un intervento bellico in Medio Oriente, hanno e stanno causando a livello internazionale un forte rallentamento della crescita economica. L'Europa e l'Italia non hanno potuto fare a meno di questa recessione, quel trend positivo della congiuntura economica si è interrotto l'anno scorso e per ora non si vedono ancora dei segnali confortanti per un rilancio economico. Ebbene di fronte a questa situazione, non possiamo che, anche con una certa fierezza, presentare le cifre del nostro bilancio che sono dati, certo, che possono essere oggetto di interpretazione, ma che contengono una loro oggettività.
Passando ad esaminare il documento contabile, emerge una consistente incidenza, fra residui attivi, dei tributi erariali. Si constata che circa il 69 percento del totale dei residui è conseguenza di un ritardo nel riscuotere tributi erariali, nella quasi totalità dovuti dallo Stato. La conseguenza di questa situazione si riflette nei residui passivi, con l'effetto che somme impegnate con riferimento alle risorse attese, rischierebbero di non potersi erogare per carenza di fondi propri, cose che darebbero luogo a problemi a cascata alle imprese ed a quanti sono impegnati a produrre beni e servizi pubblici. Va da sé che questo stato di cose appartiene ai rapporti tra lo Stato e le Regioni che, alla luce della prevista revisione mi auguro possa trovare risposte utili a rimuovere questo tipo di preoccupazione.
Tunnel del Monte Bianco, citato da tutti, e riaperto; danni alluvionali superati, e colgo l'occasione per riaffermare una valutazione positiva per quanto riguarda la ricostruzione per la rapidità, l'incisività, la capacità di azione efficace di coordinamento e direzione insieme agli enti locali. Due momenti difficili, come dicevo, superati, che hanno permesso una sostanziale tenuta dell'economia della nostra Regione. Dal punto di vista del "trend" evolutivo del settore economico dobbiamo osservare il clima di consolidamento del tessuto produttivo insediato nella nostra Regione. Questo consolidamento ha prodotto e produce un livello occupazionale di tutto rispetto e superiore alla media nazionale, tant'è che il tasso di disoccupazione si aggira intorno al 4,3 percento contro una media nazionale prevista al 9,2 percento e con un tasso di occupazione in aumento rispetto al 2002. Certamente la speranza di tutti i Valdostani è quella di vedere nel 2003 il mantenimento di tali livelli di previsioni.
Ma non possiamo non sollevare una nostra preoccupazione, le prospettive lavorative soprattutto nel settore industriale e artigianale a seguito della grave crisi della FIAT che, e vedremo l'evolversi delle trattative tra Governo, sindacati e azienda, porteranno a delle ripercussioni pesanti sulle aziende sub-fornitrici della FIAT. Nella nostra Valle le aziende legate alla FIAT danno lavoro al 10 percento del totale dei lavoratori. La situazione attuale vede già un numero elevato di lavoratori che hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione, basti citare la Zincocelere, la Elelys di Hône, l'Olivetti, e l'Onorevole Collé nel suo intervento alla Camera ha sollevato i rischi incombenti, in cui la nostra Regione può incorrere. La situazione in Valle potrebbe dunque essere preoccupante e sarà necessario quanto prima aprire un tavolo di trattative con sindacati, Regione e aziende, per cercare misure appropriate alla situazione poco felice che si prospetta.
Anche il bilancio in effetti tiene conto della crisi in atto e tenta di dare delle risposte intervenendo in favore dei programmi per la ricerca e per lo sviluppo, affinché si abbia sempre più competitività acquisendo nuovi spazi di mercato. Gli interventi cofinanziati dallo Stato per la riconversione dell'area Cogne sono sicuramente importanti, ma nelle audizioni consiliari abbiamo ricevuto dagli industriali forti perplessità sulla metodologia per gli insediamenti, e ci pare che i dati attualmente in nostro possesso - sono dati forniti dall'Assessore - da cui risulta che sono 26-27 imprese che hanno manifestato interesse ma solo sei hanno ritirato la documentazione per fare domanda, ci richiedano forse una analisi e un confronto aperto con la categoria per dare vitalità e sbocchi nuovi, come auspicato alcuni giorni fa dal Presidente Ciampi.
Devo dire che si può apprezzare l'impostazione generale di questo documento politico-amministrativo che, senza l'utilizzo della leva fiscale, è riuscito a mantenere ed in alcuni casi ad aumentare gli interventi nel sociale e nei settori economici e produttivi mantenendo livelli qualitativi e quantitativi di assistenza nell'ambito della sanità. La nostra legge finanziaria è in netta controtendenza alla finanziaria nazionale, dove riusciamo ad investire nella sanità, sia in termini di conto capitale che di spesa corrente. Nella discussione del bilancio dell'anno scorso, avevo sollevato la mia preoccupazione a seguito dell'accordo Stato-Regione sulla possibilità dei ripianamenti della spesa sanitaria, costringendo la Regione ad utilizzare o la leva fiscale o la riesumazione dei tickets, suddivisi in più fasce. Per precisa volontà politica, nella nostra Regione non sono stati adottati i ticket, e questa scelta politica ci ha dato ragione, poiché la politica farmaceutica è stata rivista, azzerando completamente alcune fasce, creando grande confusione e una grossa riduzione di entrate nelle regioni che avevano optato per tale scelta.
Dobbiamo però prendere atto con soddisfazione che l'On. Collé è riuscito a far approvare l'emendamento per la nostra Regione, che prevede: "in relazione alle competenze della Regione Valle d'Aosta in materia di spesa sanitaria, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, è avviata con la Regione medesima la procedura per la revisione". È quindi un emendamento politico, ma sicuramente importante in quanto permette alle parti di sedersi intorno ad un tavolo e rivedere quel riparto alle spese sanitarie che è rimasto invariato dalla finanziaria 1994, a fronte di un costo che è andato quasi triplicato. Con molta attenzione, amici di "Forza Italia", seguiremo l'esito di tale emendamento, confidando in atti concreti da parte del Governo. Si badi bene che la popolazione valdostana, così come altrove, ha un'età media che tende a crescere, con l'effetto che sorge sempre più insistente l'esigenza di approntare strumenti di assistenza sanitaria idonea a rispondere alle nuove esigenze, che avverte una popolazione più anziana. Questo aspetto spiega, almeno in parte, le aumentate necessità di spesa sanitaria nel tempo, cosa che comporta un sempre più crescente impiego di risorse regionali in carenza di interventi statali.
Per quanto riguarda il rapporto con gli enti locali, non possiamo che constatare che il Governo nazionale che, a più di un anno dall'entrata in vigore della riforma "federalista" della costituzione, prometteva una trasformazione radicale non solo degli equilibri fra le istituzioni ma anche nei rapporti istituzioni-cittadini, ha presentato una proposta di decentramento di poteri politici e di responsabilità amministrativa, la famosa "devolution", ma che sta ricevendo pochi consensi. La nostra Regione è riuscita a mettere in piedi un sistema di federalismo reale nei confronti degli enti locali, attraverso un percorso piuttosto lungo e soprattutto concordato. Ci troviamo di fronte ad un concreto sistema di decentramento basato sulla sussidiarietà, e che potrà essere rafforzata dall'emendamento della legge n. 54/98 e l'adeguamento della n. 48/95. È con questo spirito che il bilancio dei quest'anno ha assicurato agli enti locali lo stesso importo dell'anno precedente, pur registrando una flessione dell'IRPEF.
Per concludere, vorrei fare una ultima riflessione sui trasporti. L'allocazione per l'Aeroporto di risorse finanziarie importanti fa ben sperare, di poter vedere a brevi la struttura finalmente adeguata alle aspettative della Regione ed essere promossa a livello internazionale per l'attività commerciale, il turismo, lo sport. I progetti di sviluppo sono da tempo sul tavolo dei professionisti incaricati e deve quindi ora essere stabilito anche il calendario per la loro realizzazione: allungamento della pista, trasferimento della sede per le attività sportive, radioassistenza, aerostazione, eccetera. Sugli aspetti dell'ampliamento della pista, necessario anche per accogliere aeroplani di una certa capacità, con almeno 70 passeggeri, si rende indispensabile, per ragioni di sicurezza operativa, programmare anche la sistemazione della viabilità limitrofa alla testata ovest, ora disposta a ridosso della recinzione aeroportuale.
Altro aspetto è la decisione sul tipo di radioassistenza da adottare, per la quale è auspicabile che vengano installati al più presto gli impianti, scegliendo fra le poche residue aree rimaste ancora disponibili vicino all'Aeroporto, quella più idonea per la diffusione dei radiosegnali e per il contenimento dell'impatto visivo delle antenne sul paesaggio, proteggendola mediante adeguata servitù elettromagnetica, per impedire futuri insediamenti limitrofi, che ne pregiudicherebbero il corretto funzionamento e quindi la validità dell'impegno economico profuso. Per operare correttamente e costituire una struttura di richiamo verso la Regione, l'Aeroporto deve essere dotato di tutti gli impianti indispensabili all'esercizio dell'attività aerea. È quindi necessario non dilazionare ulteriormente gli interventi necessari, al fine di avere al più presto il ritorno degli investimenti finanziari operati, in termini di benefici per la collettività e l'immagine della Valle d'Aosta.
Président La parole au Conseiller Ottoz.
Ottoz (UV) Ho apprezzato molto ieri la complementarietà delle relazioni del Consigliere Cerise e dell'Assessore Agnesod, poiché il Consigliere Cerise ha illustrato in dettaglio, con grande precisione, un vero e proprio bilancio di previsione, cioè quello che nel nostro bilancio di previsione c'è, tradotto dai conti in parole. L'Assessore Agnesod ha invece anticipato un utile consuntivo della legislatura, poiché solo nelle ultime 19 pagine, peraltro ricchissime di preziose tabelle, che competono però per lo spazio con il testo scritto, ha accennato in modo sintetico alle previsioni di entrata e di spesa per il 2003. Sul piano generale devo dire che è un buon bilancio, un bilancio solido, stabile, che si lascia alle spalle - avendole cicatrizzate con successo - le ferite dell'alluvione. Rimangono solo le piccole operazioni di chirurgia estetica. È un bilancio che dispone perciò ora di grandi risorse, di consistenti disponibilità di spesa, come è desumibile dal rapporto fra spesa corrente e spesa per investimenti. Un bilancio quindi di investimento, di rilancio dell'economia, questa è stata la sintesi che ha fatto l'Assessore Agnesod in commissione, e leggendolo non si può che essere d'accordo. Un bilancio per lo sviluppo di questa Regione.
Un bilancio caratterizzato, dicevo, da buona disponibilità di risorse, in un momento peraltro difficile di congiuntura mondiale e nazionale, e di non chiarissimi potenziali effetti finanziari della nostra congiuntura politica nazionale sui conti futuri. Un bilancio che destina con lungimiranza importanti risorse alla ricerca, anche se la relazione, e qui avrei avuto piacere che fosse più chiara, non chiarisce quale tipo di ricerca - ricerca pura, ricerca applicata, ricerca competitiva? - poiché questo ci direbbe più precisamente quali sono gli scopi. Comunque un bilancio che destina alla ricerca cifre consistenti, quali ad esempio il bilancio nazionale non destina.
Debbo dire che se dovessi fare qualche piccola "reproche" alla relazione, forse sarebbero stati utili alcuni scenari alternativi sulle entrate nel caso che le previsioni future, dato il ritardo con cui i fenomeni esterni producono effetti in Valle, potrebbero portarci al riallineamento di determinate politiche. Bene peraltro ha fatto, sotto questo aspetto, la Giunta a destinare la plusvalenza di 90 milioni di euro "sull'operazione ENEL", di destinarla a diminuzione del debito e ai fondi di rotazione in minima parte. Anche perché così facendo, eventuali intoppi di percorso non si ripercuoterebbero immediatamente sui capitoli di spesa. Plusvalenza che, come ha detto il Presidente Viérin in commissione, rivendichiamo.
Questo fa oggetto di trattazione della seconda parte della relazione dell'Assessore, mentre la prima parte si riferisce, dicevo, a quanto è stato fatto, più che a quanto si prevede di fare. È una sorta di bilancio ed è redatto in modo interessante, descrivendo la realtà per illustrare i temi forti sui quali la Giunta si è "penchée" in questi anni, in modo da far meglio comprendere in quale modo un'impostazione del recente passato produrrà necessariamente determinati effetti nei prossimi anni. I titoli della prima parte, quelli che non sono di previsione, sono la congiuntura economica, l'economia della Valle d'Aosta, il settore finanziario, analisi e prospettive - che è la parte più corposa - e il ruolo della donna. Del ruolo della donna devo dire che a me, pur essendo io un grande ammiratore delle donne, alcune cose sfuggono. Leggo il primo paragrafo, per esempio, dove si dice che la Giunta ha deciso quest'anno di approfondire il ruolo della donna in omaggio alla presenza femminile in Consiglio. Mi sembra un motivo gentile, rispettoso ed educato, ma che…
Squarzino (fuori microfono) … invece dei fiori…
Ottoz (UV) … invece dei fiori.
Non capisco poi il terzo paragrafo che dice: "nelle nostre montagne, prima di questa confusione dei ruoli fra uomo e donna?, cioè praticamente si direbbe che oggi c'è confusione, prima nelle nostre montagne i ruoli erano definiti. Forse questo è un refuso del proto. Nella pagina finale della parte dedicata alla donna si fa un immaginifico quanto poetico riferimento alla cucina tipica, ma si dimentica il fondamentale ruolo della donna-nonna, che non solo è fondamentale nella cura della sinusite, le distorsioni, le piccole infezioni o per favorire l'allattamento, nel senso che lo dice la figlia, perché le nonne non hanno questa funzione, ma si dimentica anche la funzione fondamentale di togliere i vermi ai bambini e di tramandare le bruciature, eccetera. Questo fondamentale aspetto della tradizione, perché di tradizione qui si parla, mi fa sottolineare come nella distribuzione dei mestieri, che vedono oggi la presenza delle donne - vedi fra l'altro le pagine precedenti - sarebbe stato interessante sapere se (sappiamo che non esistono donne traboccanti perché nell'edilizia zero) ci sono donne rabailleurs… non so come si dice in patois…
Bando alle celie, ma dovrei dire che la cosa che mi ha colpito di più in questa parte della relazione è la totale assenza di due argomenti fondamentali: i giovani e lo sport. Non si parla di giovani da nessuna parte, anzi solo in parte c'è la parola figlio con la mamma. Non c'è traccia neppure dello sport, salvo nel modo che dirò. Non che questa Regione non faccia nulla per i giovani o per lo sport, anzi, va detto che fa moltissimo. Ma l'argomento non è stato ritenuto degno di figurare nella relazione (o è stato, spero, dimenticato). Rimane il dubbio che le spese destinate a situazioni o problemi, che non si ritengono degne di citazione, siano una specie di ordinaria amministrazione, una specie di spesa corrente del sociale.
È quindi curioso come nella relazione, per l'appunto, nulla si dica dei giovani, anche perché i giovani sono il vero bilancio di previsione di questa Valle. Il disagio, l'emarginazione, la deriva verso comportamenti autodistruttivi e nocivi per tutta la società meritavano di essere citati, quanto meno per indicare come dall'articolazione degli obiettivi e dei capitoli si intendono affrontare questi problemi nel futuro. Ripeto, non perché non si spenda, poiché investiamo molto e di questo dobbiamo essere grati, ma è un elemento che non emerge da questa relazione, che è difficile da leggere dal bilancio, poiché sapete meglio di me quanto i due libroni siano di difficile interpretazione.
I giovani sono citati a pagina 32 e a pagina 35. A pagina 32 si dice: "Il primo è volto ad alleviare quei costi che vanno ad incidere sul bilancio familiare in seguito alla nascita di un figlio", si presuppone che sia giovane perché se è appena nato, insomma… e subito dopo "il secondo è teso all'abbattimento della spesa per l'accesso ai servizi per la prima infanzia".
L'altra faccia del problema dei giovani è quella dello sport. Tutti sappiamo che lo sport è formazione, educazione, prevenzione sociale; di questo non si parla nella relazione. C'è una citazione dello sport alle pagine 17-18, dove viene inteso come un potenziamento e una modernizzazione dell'offerta turistica regionale, sia dal punto di vista delle infrastrutture sportive, sia di quelle ricettive e di accoglienza. Poi si fa un elenco di infrastrutture, poiché di infrastrutture sportive se ne parla molto e sono molto utili ed è un altro settore in cui questo Governo ha investito moltissimo. Va detto, parlando di giovani, che a onor del vero sia il Palaindor che il Poligono delle strutture citate sono non soltanto due grandi iniziative, ma saranno anche prevalentemente utilizzate dai cittadini residenti.
Però lo sport non è solo infrastrutture, soprattutto quando parliamo di attività sociale. Nello sport vorrei che distinguessimo l'aspetto economico, legato al turismo, alle grandi manifestazioni, dalla formazione e la qualità della vita per i nostri giovani. Parliamo prima del fenomeno economico: il turismo, le grandi manifestazioni, e qui c'è una mancanza nella relazione, in quanto non si parla di un evento planetario che ci passerà vicino, fuori dalla porta di casa, nel 2006, che si chiama "Olimpiadi di Torino". A me sembra quasi un fenomeno di rimozione questo delle Olimpiadi, e mi spiace perché il fatto di non parlarne ci impedisce una visione nitida e corretta del futuro. Quanto incide un'olimpiade sull'economia di un comprensorio? Proviamo a dare dei numeri. Vediamo cosa è successo a Salt Lake City nove mesi fa.
Il comitato organizzatore ha gestito direttamente circa 1500 milioni di euro, più 300 milioni di euro per la security perché è stata rafforzata dopo nine eleven, dopo l'undici settembre. Gli sponsor hanno contribuito con 1000 milioni di euro, parte in denaro parte in natura - materiali e servizi - ad esempio una grande casa automobilistica - possiamo dirlo: la "General Motors", perché è padrona di una parte della FIAT - ha fornito 6000 veicoli, eccetera, lo "Utah Department of transport" ha messo a disposizione 300 dei 1000 autobus che facevano le navette per evitare traffico sulle strade; il sistema dei trasporti gestiva 80 mila persone, cioè c'erano sul territorio 80 mila persone più del solito che andavano avanti e indietro. Il tutto era alimentato da una macchina organizzativa di 22 mila volontari. Gli atleti dei 77 paesi erano 2500, i tecnici 2055, i giornalisti 9000 (e i giornalisti di solito poi scrivono dei posti in cui vanno).
Per la sicurezza, ridisegnata dopo l'11 settembre, il Secret service, un organismo che aveva messo in piedi già Clinton, che riaccorpa CIA, NSA, FBI, ecc. cioè che coordina i vari servizi segreti, si avvaleva sul posto di 15 mila persone, anche qui dopo il problema delle torri di New York. Quali sono state le ricadute economiche sul territorio? L'output economico aggiuntivo per la Regione di Salt Lake City è stato di 3,1 miliardi di euro (6.200 miliardi di lire) dei quali 1,150 miliardi di euro per i 23 mila anni uomo di lavoro generati dai giochi nei quattro anni di organizzazione. Il tutto si è tradotto in un aumento delle entrate dello Stato per 245 milioni di dollari di tasse dirette (550 miliardi di lire), derivanti da imposte sul reddito, da imposte sulla proprietà, sui carburanti e tasse di vendita (loro non hanno IVA, hanno un'altra cosa).
Adesso non voglio annoiarvi, dunque passo a dirvi cosa è rimasto a Salt Lake City, finite le olimpiadi. È rimasta una città interamente rinnovata, più pulita, con nuovi trasporti pubblici, una metropolitana leggera (che non c'era) per ridurre l'inquinamento da automobili, lo snellimento del traffico grazie a nuovi svincoli, e un migliorato accesso alle undici stazioni invernali vicine, su cui si sono svolte le gare che erano distribuite, arricchite da nuovi impianti, e poi la soddisfazione che ormai tutto il mondo, e non solo più gli appassionati ricchi, conoscono le montagne e la "powder snow", la neve fresca, la più bella del mondo dicono loro dello Utah. E poi, anche se di questo non ce ne importa niente, una maggior notorietà e supporto ai missionari mormoni sparsi per il mondo.
Infine, ciò che non guasta, sono rimasti 65 milioni di euro di utile. Ora questa non è cosa che sarebbe organizzabile in Valle d'Aosta, sarà fatta a Torino ed è bene che sia fatta a Torino. Mi chiedo però cosa intendiamo fare per poter collaborare con Torino, poiché Torino non è in grado di reggere a questo impatto: né Torino, né la Val di Susa da sola: se vogliamo che questo impatto in parte tracimi, come sta già facendo verso Briançon, o se vogliamo dire, abbiamo un casinò a 45 minuti da Torino per tutti questi spettatori che può essere il casinò olimpico, abbiamo dei posti letto che voi non avete e non riuscirete a costruire, abbiamo dei posti di allenamento per quattro anni, in cui tutte le squadre del mondo con tutti i giornalisti del mondo possono venire ad allenarsi, eccetera. Secondo me, almeno uno dei 281 paragrafi della relazione poteva essere riservato alle "Olimpiadi del 2006". Veniamo all'altro "volet", lo sport-sport, quello che si fa sudando, correndo, saltando, sciando, arrampicando, andando in bici, eccetera. Mi sono guardato tutti i conti del bilancio con un certo ritardo, me ne scuso, ma è stato un periodo pesante per tutti. Il bilancio non è di facile lettura, ma ci sono stati avvenimenti che hanno reso difficile fare un lavoro in tempi e in modi normali. Non ho qui quelli che nelle aziende private si chiamano conti e sottoconti, qui si chiamano capitoli e dettagli, non ho quelli della scuola, annegati in una voce più generale e lo stesso quelli della sanità, perché vedremo che diversi assessorati si occupano, giustamente, dello sport.
Vedo l'andamento delle previsioni nei tre anni, previsioni del 2000-2001-2002, quindi post alluvione, post-post alluvione e post-post-post alluvione. Ho messo giù i triennali, ho messo gli assestati, per avere uno schema. Vado in ordine per come li ho scritti, quindi parto dal capitolo 64150, finanziamento delle sponsorizzazioni nel settore dello sport, e vedo che più o meno le cifre (a parte che tutti questi capitoli nel primo anno subito dopo l'alluvione erano stati falciati per gli anni successivi, perché non si sapeva quale sarebbe stata la disponibilità della Regione, quindi si può ignorare la previsione fatta nel 2000, che è stata rivista perché le cose sono andate molto meglio, grazie alle azioni intraprese dalla Giunta, di come si temeva subito dopo l'alluvione), ma vedo che sostanzialmente sono stazionarie. Sono circa 180 mila euro all'anno e tanti ne prevediamo fino al 2005, quindi è una situazione grosso modo stazionaria.
Stazionaria, attenzione, vuol dire che dal 1998 ad oggi non c'è stato un adeguamento dovuto all'inflazione. Adesso voi calcolatela come la calcola l'associazione consumatori, come la calcola l'ISTAT, o come volete, ma alla fine come minimo risulta l'11 percento in quattro anni, altrimenti può essere 16-17 per cento. Ma non importa, diciamo che i soldi sono rimasti in termini monetari e quindi sono diminuiti. Il contributo all'ASIVA. Non vorrei peccare di piaggeria nei confronti dell'ASIVA, ma ho sottolineato in tutte le occasioni il ruolo fondamentale dell'ASIVA. L'ASIVA è ferma a 310 mila euro all'anno, ha necessità crescenti. Spesso si rimprovera il CONI che dà meno soldi, ed è vero, poi non si vanno a fare bene i conti della FISI, ma fare i conti in casa di altri forse non è così giusto. In ogni caso l'ASIVA, che ha necessità crescenti documentate e che in tutte le occasioni fa presente con documenti, rimane ferma a valori monetari al 2000, anzi al 1998, poiché le cifre sono queste. Abbiamo poi i contributi alle società sportive per l'attività ordinaria, che si chiamano in realtà contributi per le società sportive, ci sono i contributi speciali per le attrezzature, i progetti e la formazione dei tecnici. È quello che va alle società sportive che prevalentemente fanno attività giovanile. Bene, quest'anno questo capitolo, che aveva storicamente dal 1998 593 mila in euro, nel 2002 è stato rivisto a 583, però quest'anno l'assestato del 2001 è stato 578, è stata diminuita la previsione del 2002 e poi sono stati falciati 56 mila euro, a favore del conto 66503: contributi alle squadre che fanno i massimi campionati, in quanto c'era un abnorme numero di squadre di serie A, fatte da bulgare, cinesi, ucraine, rumene e russe, che giocano a tennis tavolo. Qui sono stati spostati 56 mila euro, e da dove sono stati presi? Dall'attività giovanile.
È una decisione che è stata presa quest'anno, nessuno si scandalizza, ma c'è una svista e ringrazio l'Assessore di aver preso atto di questo piccolo errore, perché in questa situazione anomala, in quanto la legge 3 possiede gli strumenti in corso d'opera per modificare il peso dei parametri e non ricadere più in questo errore che c'è stato nel 2002, sono stati congelati i 120 milioni di vecchie lire in meno alle società che fanno attività giovanile e sono stati dati quasi per sempre per il triennio alle squadre di massimo livello, le quali tutto fanno meno che attività giovanile e comunque non valdostana.
Ho fatto presente all'Assessore e al Presidente della Regione, che volevo presentare un emendamento su questo punto ma mi hanno assicurato, ne prendo atto e ringrazio, che sarà corretto dalla Giunta nella prima riunione del 2003, portando le società che fanno attività giovanile al valore storico del 2001, prelevando i fondi dalle massime squadre. Abbiamo poi gli enti di promozione, che sono più o meno stazionari, aumentati di poco; gli sport de "noutra tera", che invece hanno avuto il riconoscimento quanto meno dell'inflazione, il 14,2 percento in più rispetto allo storico di allora, che è quello che sarebbe utile che tutti avessero, perché dato che non è una situazione di spesa che può essere compressa, essendo attività di investimento sui giovani, quanto meno seguire l'inflazione sarebbe opportuno.
Infine, c'è l'Aeroclub, sul quale volevo fare un passaggio per le difficoltà che soffre. Vedo che mi ha preceduto il Consigliere Comé, ma vorrei aggiungere un dettaglio. L'Aeroclub sta soffrendo in modo terribile, è in asfissia economica a causa di queste continue chiusure per la ristrutturazione dell'Aeroporto, in cui deve mantenere il personale e non può lavorare e non può incassare. Sta accumulando un buco da due anni, che non è fisiologico. Perdono quando l'Aeroporto è chiuso e non possono volare, e magari non possono volare proprio quando fanno l'attività che rende, cioè i famosi raduni primaverili, eccetera. Corrono un rischio però, che sarebbe a mio avviso quello di dover chiudere l'Aeroclub, chiudere la scuola di pilotaggio, che tanto ha fatto per il nostro turismo e che tanti turisti porta a volare, perché in molti paesi d'Europa la Valle d'Aosta è più famosa - purtroppo, se volete - per il volo a vela, che per altri prodotti tipici che non cito, quindi è necessario che ci impegniamo tutti perché nella ristrutturazione dell'Aeroporto sia realizzato non tanto solo quello che ha detto Comé, ma il doppio piazzale, perché senza questa struttura non si potrà praticare il volo turistico, il volo a vela. Questa è una decisione politica, perché si può anche chiudere al volo turistico, però che sia una decisione chiara. Io personalmente mi sento, siccome tutta l'attività sportiva è fatta dall'Aeroclub, mi sento di spezzare una lancia a favore dell'Aeroclub. Questa è la situazione generale.
La stortura che vi ho illustrato, che non può che essere una svista, cioè la non risistemazione dei capitoli relativi alle società sportive e ai massimi campionati, non potrà più riverificarsi sia perché la legge 3 già oggi ha dei meccanismi, per cui entro marzo si può modificare il peso dei parametri e certe situazioni non si verificano più, sia perché sarà presentata proprio in questi giorni - d'altra parte anche l'Assessore Lavoyer aveva preso l'impegno - all'assemblea sportiva di quindici giorni fa di proporre modifiche alla legge regionale n. 3/1998, che metterà a posto questo problema a livello di legge, senza dover reinterpretare ogni anno questo punto.
Ringrazio l'Assessore Agnesod che ha preso impegno di spostare questi 70 mila euro da un conto all'altro, ristabilendo la situazione "ex ante", anche se questo non risolve ancora il problema del recupero della inflazione e non risolve il problema delle grandi necessità, che nell'interesse della Valle d'Aosta ha l'ASIVA. Avevo pensato di presentare un emendamento più complesso, che rimettesse, come piace dire al Presidente Louvin, "les pendules à l'heure", cioè che recuperasse per tutti i conti dello sport il peso dell'inflazione dal 1998 ad oggi e che desse in particolare in più all'ASIVA un contributo dignitoso, che non solo recuperi l'inflazione, ma permetta di investire nei nostri giovani per il futuro e in particolare come obiettivo ormai in vista per il quale siamo in ritardo dal punto di vista sportivo, di Torino 2006.
Questo però avrebbe reso necessario il ricorso a risorse contenute in altri obiettivi, e ho ritenuto che in un momento delicato per ciò che avviene in altri palazzi, un emendamento di tale portata, a parte che non sarebbe passato, avrebbe potuto generare equivoci non tanto sugli obiettivi quanto sul significato politico. Preferisco quindi che sia la Giunta l'anno prossimo a decidere in tal senso autonomamente. Ritengo però che una sistemazione di questo genere sarebbe veramente necessaria e mi auguro che possa avere corso nella prima parte del 2003, per dare ai nostri giovani quel supporto formativo ed educativo che l'attività sportiva e solo l'attività sportiva è in grado di garantire loro. Concludo dicendo che lo sport, come tutti sanno, è un fenomeno che attraversa tutta la nostra società: non c'è lo sport di destra o di sinistra, lo sport è un fenomeno anche dal punto di vista amministrativo trasversale, perché nella nostra Regione tra l'altro ha una rilevanza economica enorme in quanto contribuisce fortemente alla nostra offerta turistica. Faccio un piccolo esempio: non dico dove ma abbiamo uno splendido Golf club in Valle d'Aosta, che ha 320 soci, 280 sono di fuori e sono quel tipo di persone che alimentano quel famoso turismo di qualità, ma potrei fare altri esempi.
C'è poi l'attività dei nostri giovani, alla quale si riferiscono i capitoli che abbiamo visto: il settore agonistico, gli aspetti legati allo sport nella scuola, e quella di rilevanza più sociale che tocca da vicino la spesa sanitaria, di cui troviamo più che una semplice traccia nell'Assessorato alla salute. Non si può escludere che una visione coerente di tutti gli aspetti di bilancio e della nostra politica, che toccano i giovani e lo sport sia opportuna, perché la dispersione in vari assessorati rende oggi difficile un approccio mirato ed efficace, compreso entro il cono di visione dell'Assessore. Questa è una riflessione che lascio a voi di questo Consiglio e che potrà più utilmente essere affrontata in futuro.
Depuis 17 heures 47, le Président Louvin reprend ses fonctions de Président de la séance.
Président Pour remettre le pendule à l'heure, y a-t-il quelqu'un qui s'inscrit au débat?
La parole au Conseiller Cottino.
Cottino (UV) L'anno scorso, intervenendo sul bilancio di previsione, dissi che rimandavo al bilancio di quest'anno l'intenzione di fare il punto sui risultati ottenuti in questa legislatura da questa maggioranza. Dopo la relazione dell'Assessore Agnesod, penso di poterne fare a meno. Infatti la relazione assessorile con molta puntualità, oserei dire con pignoleria, riferisce di tutti i risultati ottenuti. Chiedo dunque venia se non manterrò la promessa, sono certo però che otterrò da parte di parecchi di voi la gratitudine per non avervi imposto una noiosa ed inutile ripetizione. A questa relazione va aggiunta la relazione del collega Cerise, che non posso fare a meno di definire una relazione completa e ben fatta, stilata in modo più che comprensibile, con aggregazioni interessanti e chiarificatrici; in breve, una relazione degna di plauso. Qualcuno ha chiamato queste due relazioni complementari. Non posso che concordare! Al tempo stesso voglio però tranquillizzare l'Assessore Agnesod, nel dirgli che non mi lascerò tentare dal fargli una controrelazione, tanto meno dal fargli le pulci, perché non credo che questo sia molto utile né tantomeno corretto.
Non temano i colleghi, perché non ho neppure intenzione di snocciolare una serie di dati di altri bilanci, che non interessano direttamente questo bilancio. Così come dico subito che non cederò alla tentazione di chiedere per settore di interesse personale più cospicui finanziamenti, senza peraltro dire da dove toglierli. Forse anche perché contrariamente ad altri colleghi anche di maggioranza sono stato abituato per la mia esperienza amministrativa a dover sovente respingere questo tipo di richieste. Non lo dico perché sono contrario ad eventuali modifiche, qualora si rendessero necessarie, ma dico che esistono modi e tempi che sono più appropriati. Perciò mi limitavo a fare alcune riflessioni e a sottolineare scelte effettuate in certi settori, che sono stati sovente sotto l'occhio dei riflettori, e non sempre in modo positivo. Affrontare nella sua globalità il bilancio 2003 si corre il rischio di non fare altro che una brutta copia delle relazioni.
Per prima cosa penso che non si possa fare a meno di sottolineare come questo bilancio evidenzi che l'economia della Valle d'Aosta è in controtendenza rispetto a quella statale. Il PIL della Valle d'Aosta ha un incremento doppio rispetto al resto d'Italia e questo risultato, contrariamente a certe affermazioni fatte in quest'aula, dimostra ampiamente che le risorse finanziarie non sono state spese senza fare scelte di lungo respiro, ma sono state destinate a produrre ricchezza e si dimostreranno ancora più importanti nei prossimi anni. Questo dimostra ampiamente che le scelte operate da questa maggioranza, che dura da dieci anni, sono quelle giuste. Scelte che hanno portato ad un tasso di occupazione, che rimane il più alto di tutte le regioni. Il tasso di disoccupazione purtroppo è in leggero aumento, 0,2 percento, che porta il totale al 4,3 percento, che è ancora però per nostra fortuna inferiore alla metà della media nazionale, che è sia per il 2002 sia per le previsioni del 2003, del 9,2 percento.
Il collega Beneforti ha accusato il relatore e l'Assessore di fare dei paragoni con il resto d'Italia. Mi chiedo con chi dovremmo fare i paragoni, perché nostro malgrado, o comunque non per scelta nostra, facciamo ancora parte di questo sistema e con questo sistema dobbiamo convivere. Credo che la cosa più logica sia fare dei paragoni proprio all'interno del sistema in cui si opera, e non altrove. Non ritengo sia giusto far passare sotto silenzio il fatto che ancora una volta, sulla scia degli anni precedenti, non si è voluto usare la leva di maggiori imposizioni fiscali per ottenere più risorse a disposizione; per cui, nessuna manovra finanziaria per coprire disavanzi di fabbisogni. Il bilancio viene fatto tenendo conto "in primis" di entrate certe e non facendo prima l'elenco dei fabbisogni, per non scontentare nessuno, e poi trovare il modo di coprire queste spese, come avviene sovente in Italia e in altre regioni.
Una nota di merito particolare è di aver mantenuto l'aumento della spesa di funzionamento ad un più 4,55 percento, quando l'aumento per i contratti collettivi e l'aumento dei servizi avrebbero portato ad aumenti ben più consistenti. Significativa la riduzione di spese per incarichi, convegni, trasferte, eccetera, che subisce una contrazione di oltre il 17 percento. Parecchie altre riflessioni si potrebbero ancora fare ma voglio mantenere quanto promesso all'inizio. Prima di sottolineare le scelte fatte nei settori della sanità e dell'agricoltura, che voglio trattare in modo dettagliato, permettetemi di ricordare alcuni fatti che ritengo caratterizzanti questa legislatura.
In primo luogo la chiusura della "vicenda Casinò", sottolineando che la chiusura di questa vicenda potrà portare finalmente a un rilancio della casa da gioco. L'operazione cosiddetta "ENEL", che porterà nelle casse regionali parecchi milioni di euro; per questo già in altre occasioni ho presentato i dati, che stanno a dimostrare il grande valore di questa operazione. La costituzione di un polo creditizio, che permetterà sempre più di investire in Valle d'Aosta i risparmi dei valdostani, oltre che offrire un elevato standard di servizi. La costituzione dell'Università della Valle d'Aosta, che rappresenta la novità più importante nel settore della pubblica istruzione.
Ieri il collega Cerise ha sottolineato in modo ironico ma efficace che quando si parla di teste, la nostra attenzione non è distratta da quelle munite di corna - per evitare equivoci, quelle delle reines - ma siamo attenti a quelle dei giovani valdostani, che sono il futuro della nostra società. Certo, questo settore, unitamente ad altri ordini di scuola, meriterebbe ancora maggiore attenzione, ma ritengo sufficiente quanto inserito nella relazione, e comunque i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Cito, en passant, leggi di organizzazione estremamente importanti, quali la n. 54 che regola il sistema delle autonomie e che è già in revisione per rimuovere alcune storture. Per quanto riguarda l'Assessorato al territorio, basterebbe citare il modo in cui ha operato e le risorse impiegate per superare i danni causati dall'alluvione 2000. Credo sia tuttavia giusto sottolineare anche l'impegno e le risorse destinate a risolvere il problema abitativo, come credo sia giusto citare la nuova possibilità data dall'articolo 24 del disegno di legge n. 180, per la revisione del piano di vendita della edilizia residenziale pubblica, come richiesto sia dal comune di Aosta che dai comitati di quartiere, in particolare del quartiere Cogne. Per quanto riguarda la riorganizzazione, questo problema ha interessato in modo positivo sia il settore industriale e artigianale, che quello alberghiero e commerciale. Certo, questi cambiamenti possono aver creato e potranno ancora creare qualche problema in fase di assestamento, ma nessuno può dubitare della bontà delle azioni intraprese.
Un capitolo importante è quello della finanza locale e merita perciò di essere sottolineato. Si deve dare atto agli estensori di questo bilancio di non aver voluto penalizzare i trasferimenti agli enti locali, anche se il calcolo dell'IRPEF avrebbe significato una riduzione del gettito, e dunque dell'ammontare del trasferimento che invece è rimasto immutato. Le uniche condizioni poste sempre in accordo con il comitato permanente degli enti locali sono quelle di aver destinato il 2,5 percento agli investimenti, cosa che renderà più facile ai comuni rispettare il patto di stabilità, e del 6 percento destinato alle politiche sociali, cosa che garantirà in questo settore interventi dignitosi anche in caso di eventuali comuni meno sensibili in materia.
Per quanto riguarda la sanità, malgrado che la finanziaria nazionale preveda tagli al settore socio sanitario, il bilancio regionale prevede per lo stesso settore un aumento di fondi, pur non avendo previsto particolari ticket farmaceutici. L'Assessore ha, a ragione, evidenziato come malgrado ci fossero spinte in questa direzione anche in Valle d'Aosta, la nostra Regione non ha voluto inserire nessun nuovo ticket. Questa scelta è stata lungimirante, perché a causa di una revisione della politica farmaceutica le scelte che alcune regioni avevano fatto in quella direzione, sono state completamente vanificate.
Uno dei cardini della politica sanitaria in Valle era e rimane quello della deospedalizzazione, in modo da connotare l'ospedale di Aosta quale struttura di ricovero solo per casi acuti. Questo obiettivo si sta concretizzando sempre più attraverso l'istituzione di strutture alternative sul territorio. All'edificio ex maternità destinato a cure palliative, sono già stati destinati quasi 1 milioni di euro, per realizzare una unità di dieci posti letto. Entro il 2003 saranno terminati i lavori per la RSA di Antey, che è stata concepita per venti posti letto oltre ad una serie di altri servizi complementari. È già stato affidato l'incarico per la progettazione di due RSA ad Aosta, altre RSA sono previste in alta Valle e in bassa Valle; i fondi per la progettazione sono già inseriti in bilancio. Sono poi previsti altri interventi sul territorio, quali il potenziamento del poliambulatorio di Donnas e i nuovi centri traumatologici di Gressoney-Saint-Jean e di Ayas. A Châtillon è in corso di stesura il progetto sperimentale, per il ricovero di soggetti anziani. A questi va aggiunta l'assistenza domiciliare integrata. Non si è però dimenticato di ampliare e migliorare i servizi di viale Ginevra; vedasi il potenziamento della riabilitazione intensiva e il grosso sforzo economico ed organizzativo per la messa a punto di un sistema di telediagnosi, collegato con ospedali altamente specializzati. Sforzi continui sono destinati a campagne contro l'alcolismo, il fumo e la tossicodipendenza. L'elenco potrebbe continuare e sarebbe molto lungo, ma ritengo che il raggiungimento degli obiettivi ricordati e di quelli programmati sia la dimostrazione più che evidente degli sforzi fatti in questo settore. Come abbiamo sempre affermato, la salute dei cittadini non può che essere un obiettivo primario da raggiungere, dunque le scelte politiche sanitarie non potevano che andare in questa direzione.
Per quanto attiene il sociale, anche questo è in continuo miglioramento. L'attenzione che ci ha sempre contraddistinto nelle politiche per l'infanzia continua come continua con investimenti notevoli la politica a tutela degli anziani. Da ricordare l'apertura a breve della microcomunità di Roisan e la messa a norma di quelle di Gaby e Brusson. Fra breve come già ricordato avremo anche in funzione la RSA di Antey. Voglio anche ricordare gli sforzi fatti per l'applicazione della legge n. 44/1998 recante iniziative a favore della famiglia, senza con questo fare una tediosa elencazione dei risultati ottenuti. Sono certo che queste poche note del settore socio-sanitario siano sufficienti a dimostrare il buon operato dell'Assessore, sempre sostenuto da questa maggioranza, così come sono certo che si può affermare che sovente gli attacchi rivoltigli siano stati pretestuosi e strumentali.
Ho lasciato per ultimo il settore dell'agricoltura, e non certo per importanza. Anzi ritengo che il settore dell'agricoltura meriti un'attenzione particolare. Questo settore è stato definito in quest'aula come un malato da tenere in costante osservazione. Non mi pare sia così. Come tutti i settori economici e non, anche l'agricoltura necessita di un costante monitoraggio, anche per poter cogliere, in tempi reali, i risultati di quei cambiamenti sostanziali, avvenuti negli ultimi anni. Da tenere in osservazione, dunque, ma malato no! Certo che i cambiamenti nel settore sono stati importanti e comportano anche un cambiamento di mentalità da parte degli operatori del settore. La distribuzione delle risorse avviene oggi in modo completamente diverso rispetto a ieri. La legge n. 30/1984 è stata completamente sostituita dal Piano di sviluppo rurale, che è la normativa base per l'applicazione degli orientamenti comunitari. Sarebbe però riduttivo immaginare questo strumento solo come applicazione e attuazione degli indirizzi dell'Unione europea. Certo, alla base ci sono criteri generali basati sulla competitività, diversificazione, qualità e promozione del turismo rurale, lotta allo spopolamento delle campagne; ma vi sono anche concetti di multisettorialità e multifunzionalità, oltre che di protezione ambientale, che in Valle d'Aosta devono essere applicati in modo diverso rispetto ad altri contesti rurali. Qui la lavorazione non può avvenire con macchinari ad alta produttività adatti in pianura, i cui appezzamenti fra l'altro hanno dimensioni completamente diverse. È partendo da questi concetti che il piano di sviluppo rurale è stato concepito per essere calato in una realtà di montagna, difficile da lavorare, sovente avara rispetto ad altre realtà, concependo anche la concorrenza in modo diverso.
Con grande difficoltà si è riusciti comunque a poter applicare misure di sostegno, che in altre realtà non sarebbe stato possibile applicare, in quanto in contrasto con la normativa europea. Misure e sostegni che tengono conto di piccole nicchie di produzione di qualità, che non possono fare concorrenza reale alla grande produzione, ma che nel contempo permettono una resa economica accettabile. Se comparata ai grandi sacrifici, questa resa probabilmente è ancora insufficiente. Coloro che sovente si scagliano contro questo settore, accusando la Regione di essere troppo magnanima nei suoi confronti, a mio avviso non tengono in debito conto il ruolo degli agricoltori per la salvaguardia dell'integrità territoriale e per il ruolo di sostegno al turismo attraverso il mantenimento di un paesaggio ameno, che senza la loro opera diventerebbe selvaggio ed inospitale. Un ruolo cioè polivalente, a sostegno anche di altri settori economici, a cui questo supporto fa comodo.
Per contro, è chiaro, non bisogna nasconderlo, che anche nel settore si deve cambiare la mentalità, perché certi sostegni non possono essere più erogati e la base principale del reddito non può più basarsi sui contributi pubblici. La ricerca della qualità deve essere costante, lo sfruttamento di risorse collaterali pure. La soppressione di importanti interventi previsti dalla legge n. 30/1984, che non possono più trovare applicazione, ha però portato ad innovazioni altrettanto interessanti che non devono essere sottovalutate. I mancati contributi per l'abbattimento dei costi supplementari sostenuti da consorzi e cooperative, il rimborso ai contributi unificati, i parziali rimborsi spese per i trasporti ed altri ancora, sono stati sostituiti con la introduzione di altri contributi o con i miglioramenti di quelli mantenuti.
Da ricordare in particolare i premi agroambientali, la indennità compensativa, gli interventi per gli alpeggi, gli aiuti per i giovani agricoltori, ed altre misure ancora nel settore della forestazione, della formazione, della valorizzazione della qualità dei prodotti, della diversificazione della produzione, e altre misure ancora destinate all'incremento turistico rurale e alla qualità della vita, soprattutto se si tiene conto dei giovani agricoltori. Altre ancora potrebbero essere citate. Per perseguire questi obiettivi sono necessari finanziamenti cospicui, ed è per questo che il bilancio del 2003 prevede rispetto al 2002 un aumento globale di oltre 2 milioni di euro, per arrivare ad un totale di 134,5 milioni destinati al settore dell'agricoltura.
Se si tiene però conto anche degli interventi per il ripristino dei danni alluvionali - 14 milioni di euro - la cifra destinata al settore agricolo aumenta di ben 16 milioni. L'obiettivo principale per il prossimo anno è molto semplice: si tratta di dare piena attuazione al già più volte ricordato Piano di sviluppo rurale, oltre al completamento del ripristino post alluvionale. Nel dettaglio, va ricordata la volontà di applicare le leggi del settore della zootecnia con oltre 4 milioni di euro. Si riprendono gli interventi di miglioramento fondiario sospesi per destinare i fondi al ripristino dei terreni e delle infrastrutture danneggiate dall'alluvione con ben 27 milioni di euro. È sempre presente la preoccupazione di non lasciare perdere la possibilità di avere cofinanziamenti dell'Unione europea, per questo sono stati previsti oltre 8 milioni per cofinanziare progetti Interreg, Leader plus, Phasing out, eccetera. Oltre 20,5 milioni sono destinati al recupero di strutture agricole, ma anche con possibilità di destinazione al turismo rurale.
Questi obiettivi non possono far dimenticare il settore delle risorse naturali, al quale sono destinate somme ingenti per il miglioramento della silvicoltura, della forestazione, della sentieristica, del verde pubblico ed altro. A questi va aggiunta la gestione di parchi ed aree protette. Attenzione è stata posta anche al miglioramento di tutte quelle strutture destinate alla sorveglianza del territorio e delle sue risorse. Voglio infine ricordare che sono previste in questo bilancio anche risorse destinate alla rivalutazione e conservazione di siti particolari, quali il Mont-Mars e Cheney.
Ritornando a quanto dicevo all'inizio di questo capitolo, posso affermare senza tema di smentita che anche se in mezzo a mille difficoltà, il settore agricolo non può essere considerato un settore malato, anche se ha bisogno di continua assistenza e di sostentamento per essere mantenuto in salute. Questo fatto in passato, assieme alle cifre del bilancio del 2003, dimostra ampiamente l'interesse che questa maggioranza ha sempre avuto per questo settore. L'Assessore Perrin, che fra l'altro proviene dal settore, può ritenersi soddisfatto e può essere orgoglioso dei risultati raggiunti. Per concludere, voglio dire che questo è un buon bilancio, che porta a termine quanto previsto dal programma di legislatura voluto da questa maggioranza, per cui preannuncio fin d'ora, non avendo l'intenzione di reintervenire in sede di dichiarazione di voto, il voto favorevole del gruppo "dell'Union Valdôtaine".
Président J'annonce le dépôt d'un amendement, présenté à l'initiative des collègues du groupe "Forza Italia". La discussion générale est close.
La parole à l'Assesseur au budget, aux finances et à la programmation, Agnesod.
Agnesod (UV) Innanzitutto voglio ringraziare tutti coloro che sono intervenuti, qualcuno mi è piaciuto di più, qualcuno di meno…
(ilarità dell'assemblea)
… come è stato fatto nei confronti della mia relazione posso esprimermi anch'io nei confronti di coloro che sono intervenuti. Qualcuno è stato più impegnato nel suo intervento, qualcun altro più volubile, più elettorale, più portato ad una sensibilità esterna, e che forse avrebbe apprezzato di più una relazione del mio collega del Piemonte, che non questa qua, che è della Regione Valle d'Aosta. Mi dispiace, ma vi sono certe cose che sono attinenti al nostro territorio e non ad altre regioni, perché avrei anche potuto parlare del Giubileo del Lazio, dove c'è stato tutto questo grosso incontro di genti, che è interessante ma non attinente al nostro strumento.
Questo bilancio, che oggi è stato presentato, analizzato e discusso, è uno strumento di lavoro; questo lo abbiamo già detto ieri, lo ha detto il relatore Cerise, l'ho ribadito nella mia relazione. È uno strumento che rappresenta il frutto di un programma serio di legislatura, un programma approvato e realizzato, un programma che segna il percorso e si proietta nel futuro con tutte le sue potenzialità, che gli derivano dalla solidità dei contenuti, dalla lungimiranza dei programmi, dalle solide fondamenta create su un impianto normativo, nuovo in tutti i settori, soprattutto in quelli più importanti, i settori vitali quali il settore socio-economico della nostra Regione.
Non è stato facile arrivare con il documento per questa data, e qui voglio chiedere scusa, anche se non è colpa nostra, perché dopo andrò a spiegare per quale motivo, abbiamo avuto tempi stretti tutti quanti per poter analizzare il documento. Era una data che era stata messa in calendario all'inizio dell'estate, quando ancora non si conoscevano le problematiche emerse con la proposta di legge finanziaria dello Stato, finanziaria di cui neppure ora si conoscono i termini e gli obiettivi, finanziaria su cui tutte le regioni e gli enti locali hanno espresso parere negativo in maniera unanime, in quanto è un testo che non dà nulla…
(proteste sui banchi di "Forza Italia")…
che soprattutto va ad incidere sul ruolo delle regioni in quanto istituzioni, quindi va a togliere alle regioni anche un po' di dignità. Questo è quanto è emerso in conferenza dei Presidenti, ma tutte le regioni: c'era Ghigo, c'era Formigoni, c'era Storace…
(interruzione del Vicepresidente Lattanzi, fuori microfono)
… ho detto solo che ha espresso parere negativo, non ti ho detto quello che è il contenuto delle loro critiche.
Ho voluto esprimere queste considerazioni per farvi capire che è in questo contesto che abbiamo dovuto operare. Abbiamo operato in un contesto difficile nella predisposizione del bilancio, per questo motivo le entrate iscritte sono tutte prudenziali, e qui rispondo alle osservazioni di Lattanzi. Anche quelle in aumento, si tratta di un aumento valutato tenendo conto di possibili modifiche alle percentuali di tassazione delle imposte, possibili, ma non certe, perché in questo momento non abbiamo la certezza. Abbiamo comunque scelto di andare avanti, convinti che un ricorso all'eventuale esercizio provvisorio a gennaio avrebbe penalizzato ancora di più e in maniera eccessiva la nostra comunità.
Prudenza è stato il filo conduttore sulla valutazione di queste poste in entrata, la cui legittimità è certificata dalla struttura tecnica, su cui non esistono dubbi di affidabilità. Lattanzi dice che l'IRAP dovrebbe ridursi secondo una proposta dello Stato; sta bene, ma di quanto, per quando, fino a dove, del tutto da quando? Questo non lo sappiamo, nessuno di noi lo sa, bell'esempio di chiarezza e di programmazione: un giorno è una cifra, il giorno dopo è un'altra, magari dicendo tutto il contrario! Attenzione, poi, l'IRAP è un'imposta su cui il Governo non dovrebbe agire, se non con l'assenso delle regioni, perché è l'imposta regionale sulle attività produttive; ma quale "devolution", se poi quel piccolo embrione, faticosamente concepito, lo si calpesta e lo si distrugge con arbitrio e senza l'assenso delle Regioni!
Per quanto attiene alla posta in entrata di 90 milioni di euro va fatta assoluta chiarezza: mi pare che ci sia molta confusione sia nelle dichiarazioni di Lattanzi sia in quelle di Curtaz. In effetti queste risorse spettano alla nostra Regione in base, prima di tutto, ad un'interpretazione autentica contenuta all'articolo 25 comma 6 della legge statale 28 dicembre 2001, la n. 448, la Finanziaria dello scorso anno, in merito all'attribuzione alle regioni a Statuto speciale e alle Province autonome di tutte le quote di imposte sostitutive di tributi erariali oggetti di devoluzione. Questa norma di interpretazione autentica era stata, lo scorso anno, espressamente richiesta ed inserita per un problema interpretativo concernente la Regione del Friuli-Venezia-Giulia, ma esplicitata in modo tale da renderla applicabile a tutte le Regione e Province autonome. Quindi ci spettano le compartecipazioni su tutte le imposte sostitutive, in quanto sostitutive di imposte oggetto di devoluzione ai sensi dello statuto e della legge 26 novembre 1981, n. 690. A tal fine la Direzione finanze, per agevolare la ricerca ai competenti uffici del Ministero, ha predisposto un progetto, inviato a firma del Presidente, che individua tutti i capitoli del bilancio dello Stato sui quali confluiscono i codici tributo che identificano tali imposte. Questo è per agevolare, per fare più in fretta e dare loro la possibilità di quantificare immediatamente.
Si sono avuti contatti con i rappresentanti del Governo su questo argomento, contatti con esito positivo nel senso che, sia da parte politica che tecnica, è stata data la piena disponibilità ad approfondire e affrontare questa tematica e a portarla in definizione per evitare i contenziosi, che creano solamente danno agli enti pubblici coinvolti. Queste risorse spettano anche in applicazione di una norma contenuta nell'articolo 6 della legge n. 690 del 1981, vale a dire che alla Regione spetta la compartecipazione sulle imposte versate da società che operano in Valle, anche se la loro sede è fuori dalla Regione. Su questo punto esiste un lavoro importante di verifiche, condotte dalla Direzione finanze del nostro Assessorato, su circolari ministeriali applicative dell'articolo 34 della legge n. 388 del 2000, per cui è stato previsto anche un più 29 percento di aumento delle entrate IRPEF - se guardate, anche nella mia relazione vi ho fatto riferimento - corrispondente a questa voce. Come si può desumere, non solo questi 90 milioni di euro sono risorse spettanti alla Regione, ma con il prossimo anno e nei prossimi anni, sempre "una tantum" perché sono entrate che comunque spettano, dovrebbero esserci assegnate anche le altre imposte sostitutive pregresse.
Sulla cassa, attenzione, noi ragioniamo con il nostro bilancio ancora in termini di competenza, non siamo come lo Stato che opera soltanto più in termini di cassa; noi come Giunta iscriviamo procedendo a delle variazioni quasi settimanali sull'iscrizione in termini di cassa. Nel momento in cui l'entrata è devoluta e il cui accertamento è effettuato, c'è una garanzia in più, tenendo conto del complesso meccanismo di devoluzione correlato alla tesoreria unica. Il fatto di assegnarla in competenza nel 2003, non può sicuramente essere inserita quale risorsa trasferita in termini di cassa solo nel 2003, ma negli anni seguenti. Abbiamo ancora in termini di cassa risorse che ci spettano dal 2000. E questo meccanismo aumenta il volume dei residui attivi. Come dicevo nella mia relazione di ieri - se andiamo a pagina 59 c'è questo tipo di accostamento - paradossalmente il risultato dell'aumento dei residui attivi è dovuto all'incremento del gettito di alcune delle principali imposte compartecipate, poiché, tenuto conto del macchinoso meccanismo di devoluzione, la riscossione del credito potrà essere fatta solo dal prossimo anno, vale a dire a partire dall'esercizio successivo a quello in cui si verifica l'incremento dell'entrata. Detto questo - credo a titolo esaustivo su questo punto - voglio aggiungere che proprio perché si tratta di un'entrata "una tantum", non l'abbiamo inserita nella spesa strutturale, ma la abbiamo destinata a contenitori come fondi di rotazione, interventi sulla ricostruzione e riduzione del mutuo. Mi sembra un modo di agire serio, cosciente e ponderato.
In questi cinque anni abbiamo operato, come dicevo prima, delle scelte strategiche fondamentali, iniziando con la riforma dell'impianto legislativo, quindi operando sulla ricerca di una sempre maggiore autonomia finanziaria della Regione. Certamente, il nostro cammino non è stato facile. La chiusura del tunnel e soprattutto l'alluvione hanno creato uno scenario che ci ha costretti a scelte obbligate, ma, senza perdere di vista il programma, siamo riusciti comunque ad affrontare e a superare in maniera brillante questi momenti. Una catastrofe come quella dell'alluvione rischiava di mettere in ginocchio questa piccola Regione, ma così non è stato. C'è stata la reazione; sono stati presentati e realizzati piani specifici di intervento, che oltre all'emergenza hanno ripristinato il territorio e l'ambiente valdostano. Guardiamo anche qui, ogni tanto, fuori dai nostri confini, e vediamo ancora il Belice nelle baracche! Per non andare lontano nel tempo e nello spazio, fermiamoci in Piemonte, nel Canavese; alcuni giorni fa gli abitanti di Fiorano hanno organizzato una manifestazione ad Ivrea, perché dopo due anni nulla è stato ancora fatto per la loro messa in sicurezza.
Vediamo quello che è successo ancora in questi giorni nella Valtellina, nella decantata Lombardia; ebbene, in Valtellina ci sono 2000 miliardi stanziati dal 1989 per rimarginare le ferite dell'alluvione, che in quell'anno colpì in maniera catastrofica quelle vallate, e dei quali oltre la metà attendono ancora di essere utilizzati. A questo proposito uno storico locale, un certo Monteforte, in un articolo apparso su "Il Corriere della Sera", che mi ha incuriosito soprattutto per il titolo, dice che di quei duemila miliardi stanziati, sono almeno 900 quelli rimasti inutilizzati, dopo 13 anni, e fra l'altro è assolutamente irrisoria la quota destinata ad interventi strutturali di salvaguardia del territorio. In Valle d'Aosta si è proceduto. I programmi sono stati rispettati, anche se non si è ancora finito tutto, tenuto conto delle particolarità del territorio: innevamento precoce dei versanti, zone in cui prima di intervenire occorre avere un certo periodo di monitoraggio e una più approfondita conoscenza del tessuto geologico del terreno. In questo bilancio chiudiamo il programma predisposto con gli ultimi stanziamenti di 45 miliardi di euro fra il 2004 e il 2005. Abbiamo, come dicevo all'inizio, operato con una particolare attenzione rivolta allo sviluppo duraturo del nostro sistema economico. Fondamentale, all'interno del panorama generale di tutte le azioni messe in atto, è stata la cosiddetta "operazione ENEL": operazione che per tempestività, efficacia e valore, trova pochi riscontri analoghi nella storia di questa Regione.
Abbiamo voluto creare i presupposti perché la Valle potesse usufruire di un altro importante fattore, per aumentare la propria autonomia finanziaria. Non sono state le sirene alla moda a condizionare il nostro lavoro. Qui voglio fare un riferimento al confronto che c'è stato. Abbiamo avuto un confronto preventivo con le categorie sociali ed economiche, pertanto non accetto e respingo a loro - non a chi lo ha detto, perché non ho motivo di dubitare della veridicità di quanto hanno sostenuto i consiglieri in aula - le accuse di non averli sentiti, di non avere avviato con loro un dialogo. Riunioni sono state fatte con le categorie, sia separate con l'Assessore, che generali nel "Patto per lo sviluppo". Non si capisce come si possa affermare che manca la concertazione! Prima di tutto occorre essere presenti agli incontri, sia singoli che generali, come categoria è evidente, non una persona piuttosto che l'altra, non mi interessa chi viene, ma qualcuno deve intervenire, in modo che la Regione abbia un interlocutore.
Gli industriali hanno proposto - ne abbiamo convenuto insieme la necessità - di modificare le norme sulla qualità. Con i sindacati c'è stato un dibattito proficuo e a questi abbiamo dato tutte le garanzie che sono contenute in bilancio: il mantenimento del "Welfare", l'apertura dei cantieri forestali, il sostegno marcato allo sviluppo economico duraturo, la modernizzazione della macchina regionale. Bene, alcuni esponenti delle categorie hanno sottolineato anche le positive scelte effettuate, quindi esprimendo apprezzamento e soddisfazione nei confronti del lavoro svolto. Non capisco perché in un contesto diverso magari poi le stesse persone esprimono altre considerazioni.
Voglio dire solo che il confronto esiste, se esistono proposte e se si porta qualcosa. Non lo è, se le proposte sono solo le nostre, allora tanto vale non farle! Qui non ci stiamo prendendo in giro, su questo non aggiungo altro, non siamo abituati a vendere queste cose come una conquista di chissà quale obiettivo. Diciamo solo che seriamente queste cose sono state fatte sia in sede singola, che in sede assembleare generale; a noi piace parlare di problemi concreti e di progetti futuri, ma con il nulla certe volte è difficile avere a che fare.
In questo momento c'è la visione del "privato è bello", questo è il dogma che sta imperversando in questo periodo, che va a fare da contraltare ad un altro dogma che si era affermato in anni passati, mi ricordo quando ero sindaco a Donnas nel 1975, quando si diceva che "pubblico, era bello". Probabilmente l'economia di una società evoluta qual è la nostra raccoglie aspetti variegati, per cui diventa un insieme di azioni condotte in sinergia fra governi, imprese e cittadini, è un lavorare congiunto su obiettivi prefissati e chiari. Evidentemente queste affermazioni si traducono in una ricerca continua di un equilibrio, tendente a raggiungere un solido e sostenuto benessere della propria comunità. Certo che esistono moltissimi fattori interni ed esterni ad una comunità, che ne condizionano le scelte e quindi il cammino dell'economia. Sono fattori condizionati da periodi storici, dalle congiunture, dai mutamenti sociali. Ma questo ancora di più mi conforta, per dire che le scelte strategiche nostre - vedi ENEL - sono un grande investimento in questo momento per la comunità valdostana.
In un saggio comunicato da Mondadori recentemente il ministro Tremonti parla della utopia delle privatizzazioni, che in Italia non hanno dato vita a "Public Company", ma molto spesso a passaggi di proprietà, segnati ogni volta dalla crescita dell'indebitamento, mentre l'azienda è rimasta sotto il controllo del Tesoro, alcune e solo in parte godono di buona salute. Sempre il ministro non considera una eresia l'ipotesi di un neoprotezionismo europeo, finalizzato non ad ostacolare gli scambi, ma a correggerne le asimmetrie. Questi riferimenti testimoniano della necessità di una ricerca continua, dinamica ed evolutiva di un equilibrio nei settori economici, che solo così facendo è produttivo di benessere e prosperità diffuse. Non devono esistere dogmi.
La scelta di fondo che ha contraddistinto i bilanci presentati in questa legislatura è quella di non agire sulla leva fiscale, leva fiscale che avrebbe potuto produrre a questo bilancio 250 miliardi di lire in cinque anni. Abbiamo valutato che un aumento in questa direzione avrebbe potuto significare mortificazione allo sviluppo, poteva significare stagnazione sui consumi, ed in effetti gli indicatori economici ci hanno dato ragione e ci continuano a dare ragione.
Evidentemente l'accostamento che mi veniva fatto questa mattina del 4,4 all'1,3, non è colpa nostra ma sono fonti Prometeia, se si guarda sulla relazione, sia gli uni che gli altri; quindi noi l'anno scorso, come quest'anno, abbiamo dovuto prendere atto dei dati che vengono espressi, ma sia gli uni che gli altri sono dati che vanno al di là della media italiana e della media europea; è una delle migliori performance di tutte le regioni italiane, questo è un dato da prendere in considerazione. Questo ha dato un risvolto positivo al settore economico regionale, l'equilibrio era fondato su molti fattori e quindi è solo agendo in rete, come il lavoro che abbiamo cercato di fare, che si possono cogliere i risultati positivi. Non solo leva fiscale, dunque, ma sostegno incisivo e pregnante alla ricerca, alla qualità. Impianti normativi rinnovati e al passo con i tempi; utilizzo di strumenti innovativi e più convenienti quali i BOR, per acquisire i capitali necessari per gli investimenti strategici; costituzione di un polo creditizio, questo è stato un altro obiettivo che abbiamo raggiunto, per creare quel tessuto da mettere a disposizione del mondo economico e per dargli la possibilità di avere uno sviluppo duraturo, un polo creditizio in ambito locale in grado di operare in sintonia con le imprese e finalizzato al reinvestimento degli utili in loco.
Sui BOR - buoni ordinari regionali - in particolare mi sia consentito di sottolineare in questo Consiglio la validità delle operazioni condotte e il modo brillante con cui i nostri dirigenti - che sono dirigenti pubblici e quindi non è vero che i dirigenti pubblici non valgono i dirigenti privati! - hanno operato in contesti di finanza di livello internazionale in maniera eccellente. Sui BOR Enel il risultato è eloquente: 60 milioni di euro netti di utile solo dei versamenti delle imposte, senza considerare i dividenti, a novembre, vale a dire undici dodicesimi di anno, al netto degli accantonamenti. Sull'operazione di accorpamento dell'emissione inaugurale con la nuova emissione di 130 milioni per il fondo della ricostruzione, è stata utilizzata una norma contenuta nella finanziaria dello Stato. La nostra è la prima Regione ad utilizzare questo strumento, uno strumento che ci ha consentito di risparmiare 8,5 miliardi di lire sulla restituzione dei BOR ENEL, e di piazzare il tutto ad un tasso di restituzione più basso di quasi un punto percentuale.
Inoltre, rientrando nella norma della retrocessione del 50 percento delle ritenute, recuperiamo negli anni una somma pari a lire 37.686.481, quindi abbiamo quasi 40 miliardi di recupero che ci viene assegnato, è la quota della retrocessione del 50 percento che viene assegnata dallo Stato. Questa è una norma, su cui c'è stato un contenzioso, in quanto lo Stato questa norma l'applicava solo per chi aveva utilizzato i BOR ricorrendo ad istituti di credito italiani, per cui noi - e non solo noi ma altre regioni - eravamo nelle condizioni per cui questa norma non veniva applicata; adesso hanno chiarito e quindi ne beneficiamo. Questi dati dimostrano quale vantaggio economico ha avuto la Regione con questa forma di reperimento di risorse, anziché utilizzare il classico mutuo bancario.
Concludo su alcune osservazioni. Il patto di stabilità. Sul patto di stabilità c'è bisogno anche qui di chiarezza, in quanto esso vale su alcune spese correnti confrontate con il 2001. La nostra Regione esula dall'articolato contenuto nella finanziaria, che in questo momento non esiste, ma che verrà approvato nella finanziaria. La nostra Regione, come le altre regioni a statuto speciale e le province autonome, ha una norma specifica, dove prevede di dover concordare con il ministero il livello di alcune spese correnti, tenendo conto delle competenze particolare che ci sono assegnate. Abbiamo invalidi civili, abbiamo una serie di competenze, che fanno sì che noi non dobbiamo rispettare tout court quella percentuale del 3,4 percento, ma ci incontriamo con i responsabili politici e tecnici per concordare soluzioni. Così come abbiamo fatto lo scorso anno, quando è successa una incomprensione.
Sulla spesa corrente, l'osservazione sul volume della spesa corrente, che parrebbe in aumento rispetto al 2001, in effetti c'è l'aumento, ma non è così. La spesa corrente 2003 va depurata di una serie di spese, che non esistevano e che sono venute ad esserci in conseguenza soprattutto dell'evento alluvionale. Noi abbiamo 5,1 milioni di euro, che ci troviamo nella nostra spesa corrente ma che sono la quota interessi dell'ammortamento mutui derivata dal volume di trasferimenti statali, per cui la Regione era stata autorizzata a contrarre per far fronte alla calamità del 2000. Sono partite di giro, se vogliamo. A questi vanno aggiunti il fondo della ricostruzione nostro, quantificabile in 6,5 milioni di euro; poi ci sono stati degli stanziamenti particolari per quanto riguarda il mutuo dell'energia, che sul 2001 non c'era, e quindi ci sono una serie di spese correnti che falsano questo tipo di rapporto.
Se andiamo a depurare la spesa corrente attuale di queste somme, ci troviamo con un rapporto che ci porta al 5 percento di miglioramento nel peso fra investimenti e spesa corrente; quindi andiamo sotto a quello che avevamo lasciato nel 2001, prima dell'alluvione. L'osservazione fatta dal Consigliere Lattanzi, che nel 2003 abbiamo investimenti in una certa misura, nel 2004 abbassiamo e nel 2005 alziamo di nuovo, è questa anomalia della fluttuazione che può dare…
(interruzione del Vice-presidente Lattanzi, fuori microfono)
… è frutto di una programmazione e non è casuale, e volevo dare le indicazioni sugli interventi che prevedono questo tipo di movimento.
Il programma nella costruzione e sistemazione scuole prevede 9 milioni di euro nel 2003, 7 nel 2004 e 9 nel 2005, ma perché? Perché si stanno concludendo i lotti e quindi avremo la conclusione del lotto nel 2004, mentre ripartono gli appalti nell'anno successivo. Nella viabilità, la strada dell'Envers si sta concludendo, abbiamo 41 milioni nel 2003, 35 nel 2004, e 42 nel 2005.
Per le infrastrutture agricole, interventi migliorativi sui fabbricati rurali, piano di sviluppo rurale con rispettivamente 49, 38 e 55. La costruzione e sistemazione immobili: 4,6, 3,95 e 6,7. Nel 2005 c'è la realizzazione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco in bassa Valle. Sono piani programmatici, quindi le risorse sono state assegnate in funzione di questi piani.
Per quanto riguarda l'osservazione fatta dalla Consigliera Squarzino sul controllo della spesa, in effetti per il controllo della spesa in questo momento stiamo tentando di partire con una organizzazione, abbiamo però la struttura nostra che fa parte della direzione bilancio, che sta facendo il controllo. Non esiste strutturato, come diceva la Consigliera, e come già stanno facendo gli enti locali, e questo è vero. Ci attrezzeremo per arrivarci, perché concordo con questa osservazione e sulla necessità di dotarci in futuro di questo servizio.
Il Consigliere Curtaz ha fatto riferimento all'un terzo di entrate proprie; il Titolo I è distinto fra entrate proprie e compartecipate, complessivamente sono l'84 percento, separato il Titolo I, ma il Titolo I prevede solo l'addizionale IRPEF e casinò, mentre le compartecipate sono quelle da cui la nostra Regione trae le maggiori risorse per poter sostenere la spesa, le altre sono entrate più piccole dovute a quei programmi particolari, che vengono cofinanziati dallo Stato e dalla Comunità europea. Però sostanzialmente le risorse in entrata della nostra Regione fanno parte di questo grande pacchetto riferito al Titolo I, quindi compartecipate più entrate proprie. Qui voglio tentare di esprimere un concetto rispetto al discorso che siamo dipendenti da queste entrate in maniera determinante. Abbiamo, è vero, questa IVA da importazione, che però è la metà in questo momento di quelle che sono le competenze che paghiamo. Abbiamo 450 milioni di euro…
(interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)
… cominciamo a partire da lì, poi vediamo se arriviamo alla fine. Nel momento in cui abbiamo una competenza, con la competenza ci passano i trasferimenti finanziari. Questo succederà alle regioni ordinarie, nel momento in cui la "devolution" verrà applicata o parzialmente applicata.
Se andiamo a verificare il contesto delle nostre competenze e le entrate che abbiamo in questo momento, questa parte riguardante l'IVA da importazione, che comunque è garantita da una legge, quindi tutte le nostre entrate sono strutturalmente solide, non ci copre la percentuale di spese che in questo momento stiamo facendo per conto dello Stato. Quindi se i 9/10 sono alti, possono anche essere ridotti e riusciamo a compensarli, cioè noi abbiamo ancora 200 milioni di euro che ci avanzano di quello che spendiamo di nostro, rispetto ai 270 che vengono trasferiti da IVA da importazione. Pertanto è una cifra di cui si fa carico già il bilancio della Regione, perché il nostro bilancio oltre all'IVA da importazione si fa carico di 200 milioni di euro in più, rispetto al trasferimento, quindi questi 200 milioni di euro li tiriamo fuori attraverso la compartecipazione delle altre imposte, che derivano dalla solidità del sistema economico che produce queste risorse…
Curtaz (fuori microfono) … è un artificio contabile…
Agnesod (UV) … no, non è… Nella sostanza secondo me il rappresentante di un consiglio di amministrazione, sicuramente deve accertarsi se le entrate sono solide, e io dico che sono solide perché ci sono strumenti che ne certificano la solidità. A questo punto è più importante verificare come si spendono, piuttosto che come…entrano…
Curtaz (fuori microfono) … questa è una mezza confessione, sono già soddisfatto…
Agnesod (UV) … mi sembra di aver risposto a tutti. Vi ringrazio ancora.
Président La parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Avant de vous présenter quelques réflexions ultérieures concernant ce budget 2003, permettez-moi - si vous êtes d'accord, je suivrai une procédure différente par rapport à ce qui est établi par la loi - de vous rendre compte des obligations que des lois en vigueur imposent quant à la présentation au Conseil des rapports y afférent.
La loi n° 54, système des autonomies au Val d'Aoste, à son article 66 prévoit: "Il Presidente della Giunta svolge annualmente, contestualmente alla presentazione del bilancio di previsione, un rapporto sulle attività previste dal presente articolo". De même l'article 116 établi que: "Il Presidente della Giunta riferisce annualmente al Consiglio regionale, contestualmente alla presentazione del bilancio, sullo stato di attuazione della presente legge". Alors, la proposition que je vous formule, plutôt que de vous lire les rapports serait de vous les distribuer, en les donnant à la Présidence. De même, nous avons transmis à cette Assemblée, et là également je crois que le rapport sera distribué, le rapport prévisionnel et programmatique pour 2003 sur les activités de coopération et sur les initiatives de solidarité et d'éducation au développement et à la paix, prévu par l'article 12 de la loi n° 44. Le Gouvernement a pris acte du rapport qui avait été formulé par le Président Cerise et le comité, et a ainsi pourvu à le transmettre à l'Assemblée. Ce rapport illustre les différents interventions prévues pour l'année prochaine, quant aux activités en faveur de la coopération de la paix et de la solidarité. Là également le rapport vous sera distribué.
Pour ce qui est, par contre, du budget 2003, quelques considérations de caractère général. Il est toujours difficile de se mettre d'accord, parce que nous partons évidemment de positions politiques différentes. Nous avons certainement sur différents points des visions différentes, néanmoins cette confrontation est toujours utile parce qu'elle nous permet de réfléchir sur certains thèmes, et comme nous avons essayé de le faire au cours de ces dernières années, d'apporter les modifications qui sont jugées nécessaires, et qui sont, elles, conformes aux objectifs politiques et aux programmes sur lesquels une majorité s'est constituée. A ce propos, nous ne pouvons pas non plus comme toutes les années ne pas utiliser la méthode de la confrontation, avec toutes les limites que cette méthode a, mais nous la subissons tous les jours.
En fait, tous les jours nous lisons les journaux, où il y a des tableaux, et des classements, où l'on compare les différentes situations et les différentes régions. Nous affirmons souvent que ces comparaisons ne sont pas toujours efficaces vu que souvent les termes de comparaison ne sont pas les mêmes. A cet effet nous pouvons l'affirmer également pour ce qui est de la situation budgétaire valdôtaine. Par rapport à d'autres régions nous avons cette particularité parmi tant d'autres: tout est inséré dans notre budget. Il n'y a pas de provinces, tous les transferts de l'Etat passent directement par le budget. C'est la raison pour laquelle parfois la confrontation même des budgets est difficile, si nous prenons l'échelon de la Région, vu que par exemple au Piémont il y a les provinces, certaines aides d'Etat sont attribuées directement à la Fiat et ne passent pas par le budget de la Région.
Néanmoins, au-delà de cette considération sur la méthode, nous pouvons sans doute certifier que le budget de la Région Vallée d'Aoste est sous ce point de vue un budget solide. Quelqu'un a ironisé sur la créativité du collègue Agnesod, mais nous ne pouvons certainement pas imaginer atteindre le sommet de la créativité de Tremonti, parce que nous sommes restés, nous, plutôt à Adam Smith, M. le vice-président Lattanzi. C'est peut-être une limite dans cette période, où l'économie réelle n'est pas toujours considérée, pour des raisons que parfois nous partageons, surtout si nous regardons vers l'Europe, vers les limites contraignantes des pactes de stabilité, qui ne tiennent pas suffisamment en compte pour ce qui est des dépenses d'investissement, l'importance et le rôle multiplicateur que ces dépenses ont, même si parfois elles peuvent créer des déficits. Cela pour reconfirmer que notre budget est un budget solide.
En reprenant ce que M. Martin a dit, nous avons essayé de composer, parce que gouverner n'est pas toujours facile, il faut trouver un équilibre entre les différentes instances; c'est facile de considérer uniquement un secteur et proposer que toutes les ressources soient affectées à ce secteur. Notre chef de groupe l'a dit, c'est très bien; mais c'est un exercice de style si on ne dit pas où l'on prend les ressources: soit on augmente les recettes, donc on pourrait recourir à l'imposition fiscale par exemple, soit on enlève des ressources à d'autres secteurs. Pour ce qui est en tout cas des différents secteurs économiques, vous avez pu constater que les enveloppes budgétaires sont en augmentation. Nous avons, ainsi pour ce qui est des collectivités locales, de l'Etat providence, ou le "Welfare", ou l'Etat social, mais aussi pour ce qui est de la législation fiscale, ou des investissements, essayé de faire encore et davantage du budget un instrument de croissance générale de notre collectivité.
Certes, nous n'avons pas la prétention le 3 décembre 2002 de vous présenter un budget pour l'année 2003, au cours de laquelle il y aura les élections régionales et l'Assemblée sera renouvelée, avec des projets qui s'échelonnent sur les vingt prochaines années. Nous pensons que nous devons respecter un engagement, que nous avons souscrit avec les électeurs d'abord et ensuite avec cette Assemblée, que nous devons conclure le programme de législature, pour donner un sens concret à des objectifs et à des choix que nous avons effectués. Et ce, sans présenter des projets qui seraient des rêves, ou qui - si nous l'avions fait - nous auraient attiré l'accusation d'un budget électoral. Avec une autre approche, nous avons donc préféré présenter ce budget en cohérence avec le programme et les engagements pris.
Un programme de législature, un respect des engagements, une stabilité que nous avons assurée, grâce à l'entente et à l'accord des forces de majorité, qui - étant donné qu'il s'agit d'un gouvernement de coalition - entre elles discutent, pour atteindre les grands objectifs qui ont été fixés. Cela ne peut pas amener à la conclusion que "s'il n'y a pas de nouveauté, il n'y a pas de choix". Je ne peux partager ce jugement, vu que, à part la considération sur 2003, nous pouvons présenter les résultats des choix qui ont parsemé l'activité de cette législature. Nous nous sommes efforcés de maintenir l'identité de cette communauté, je ne veux pas parler de l'identité au plan traditionnel, culturel et linguistique, même si cette identité a son importance, mais je veux parler d'identité d'une communauté alpine insérée dans un contexte européen et je dirais même international, qui est caractérisé par de grands changements tant au point de vue social qu'au point de vue institutionnel. Le fait de vouloir maintenir une identité en tant que sens d'appartenance à l'intérieur et à l'extérieur de cette Région, de vouloir recréer cette identité alpine, la dimension montagne dans cette année internationale de montagne, nous a vus donc engagés au cours de ces années et nous pouvons constater que des résultats importants ont été obtenus. Evidemment si l'on prend ces résultats en valeur absolue, on peut exprimer toutes les considérations que l'on veut.
Pour ce qui est des collectivités locales, avec toutes les limites liées à un système des autonomies que nous avons défini, nous sommes les seuls à avoir ce genre de rapports avec les collectivités locales que l'un d'entre nous, je ne parle pas du Gouvernement, mais de n'importe quel membre de cette Assemblée, aille à l'extérieur et présente un rapport sur la situation valdôtaine. Je vous assure qu'ils nous regardent avec étonnement d'une part mais aussi, si je parle avec les collègues des collectivités locales, avec une certaine jalousie…
(interruzione del Vice-presidente Lattanzi, fuori microfono)
… non, c'est vrai. Les principes ont une valeur; de plus j'ai le sentiment profond de notre réalité. Parfois on a la tendance à l'oublier; non, nous ne l'avons jamais oublié et ne l'oublierons jamais. Nous sommes 120 mille habitants, donc certainement certains processus sont plus faciles, mais les principes sont les principes!
Tout le monde parle de "fédéralisme fiscal"; il suffirait d'appliquer et de transférer aux collectivités locales les ressources nécessaires; le principe reste valable: "fédéralisme" signifie donner application au principe de subsidiarité.
Nous avons par ailleurs fait un choix quant au développement durable et équilibré; des grands projets sont en cours de réalisation. Nous avons aussi réussi à faire face aux différentes crises, qui ont sévi non seulement au Val d'Aoste. Aujourd'hui nous devrons faire face à la crise FIAT, nous devons commencer à y penser, vu que ce ne sera pas une chose simple. A cet égard nous avons misé sur nos ressources - c'est là que je veux en arriver - pour que l'on puisse faire face à ce défi avec nos forces.
Les ressources humaines. L'université, que nous considérons comme un investissement important pour le futur, mais aussi l'autonomie scolaire, les fonds nécessaires pour les activités de formation. Les changements intervenus pour ce qui est de cette formation - "le procedure a bando e il sistema di accreditamento" représentent une vraie révolution -. Enfin les ressources énergétiques du point de vue du résultat - et là je dois reconnaître l'honnêteté du collègue Curtaz - représentent une opération exceptionnelle. Il faut toujours trouver les petites virgules; cette communauté ne peut pas s'exprimer en positif, mais je reviendrais sur ce thème parce que toutes les belles choses que nous avons entendues, nous ne serons pas à même, nous, de les réaliser; heureusement que les comptes-rendus du Conseil sont là: il suffira dans quelques années de les reprendre et s'il est vrai que "il tempo è tiranno", également "il tempo" è également "galantuomo".
Je veux aussi citer le secteur du crédit. En 2003 il y aura cette banque unique qui sera un instrument supplémentaire au service de la collectivité. Nous avons obtenu un autre grand résultat: le fonds de prévoyance, M. Beneforti. Pour les professions libérales nous n'avons pas réussi à le constituer il est vrai, mais pour les salariés nous pouvons disposer d'un autre instrument important, dans la protection sociale, vu que la réforme des retraites est à la porte et que, nous devons nous préparer. Ainsi, nous disposons au Val d'Aoste de cet instrument pour assurer une protection complémentaire aux travailleurs et pouvoir réinvestir au Val d'Aoste des ressources importantes. Seulement comme Administration régionale vous vous rappelez: 130 milliards de lires! Nous les avons pas encore tous versés. Nous terminerons en 2005, 10 millions d'euros par année. Ces ressources nous pourrons les investir au Val d'Aoste.
N'oublions pas la sauvegarde du territoire en tant que ressource. Nous avons fait à ce propos des pas en avant considérables. Nous étions la semaine dernière à Fontainemore, il y a Cheneil, nous y avons posé le premier jalon pour faire du territoire une opportunité importante. Nous avons trouvé un juste équilibre entre les exigences de protection et les exigences de développement, avec un développement durable et équilibré. Le tout avec l'objectif de modernisation de cette Région. Quelqu'un nous dit: "Vous n'avez jamais dit non", mais ce quelqu'un oublie certaines assemblées un peu agitées, où nous étions sur le banc des accusés. C'était ce Gouvernement, l'Assesseur Perrin en tête, qui était sur ce banc, parce qu'il voulait moderniser le secteur agricole sur la base des règles communautaires. Vous avez bien fait de les rappeler, M. Beneforti. Le plan de développement rural a eu l'avis favorable de Bruxelles, et nous ainsi assuré à nos agriculteurs un futur qui vise à la solidité des entreprises agricoles.
Nous avons encore dans les autres secteurs, que ce soit le commerce ou le secteur hôtelier, des projets de loi qui sont à l'examen de la commission européenne. Ce n'est pas souvent facile, vu que c'est avant tout un changement de mentalité. Mais, nous l'avons fait, même si nous rencontrons encore aujourd'hui quelques difficultés. En tout cas nous estimons qu'il est nécessaire, si nous voulons préparer cette Région pour le futur. Evidemment le succès et les résultats sont un devoir, et si vous avez réussi - comme vous le dites - c'est parce que vous avez de l'argent.
Au temps de la guerre du Kippour on disait: "On n'a pas de pétrole mais on a des idées". Aujourd'hui on a renversé quelque peu cette devise, parce qu'on nous dit: "Vous avez de l'argent mais vous n'avez pas d'idées". Bien, confrontons-nous! Nous, nous croyons avoir quelques idées, et nous avons même été souvent critiqués pour nos idées, mais nous avons essayé de renforcer même notre autonomie du point de vue financier, parce que c'est vrai, nous ne suivons pas l'optique "pauperista" de certains de nos collègues, mais cela ne signifie pas sistématiquement que nous ne pensons pas à l'avenir. Nous sommes en train de nous préparer, parce que nous, nous croyons au fédéralisme, nous croyons au "fédéralisme fiscal" et donc nous devons être à même en tant que Val d'Aoste de faire face aux réformes qui, j'espère, seront introduites, vu que ces réformes changeront notre réalité. Mais ces réformes seront basées sur les ressources propres de chaque communauté et sur l'existence d'un fonds de solidarité, parce qu'il faudra bien éviter le déséquilibre existant entre différentes régions.
Alors je donnerais seulement un chiffre, que l'Assesseur Agnesod a déjà présenté dans son rapport mais qu'il a mis dans une petite note en bas de page. Je le considère par contre intéressant. Page 6, il y a le rapport "recettes régionales-produit intérieur brut"; en 1990 les recettes régionales représentaient 53,1 du produit intérieur brut de cette Région, en 2003 ce rapport est 33,8. C'est une considération importante, parce qu'elle nous permet de dire: oui, nous avons atteint un objectif. Encore à propos d'objectifs, sur les recettes je dirais simplement: faisons des calculs, mais en prenant en compte tous les éléments, faisons les additions et les soustractions. Alors, les 9/10 plus les transferts compensatoires de la TVA d'importation, d'une part, moins ce que nous payons, nous, et qu'ailleurs c'est l'Etat paie.
Je veux aussi rappeler, quant à la dépense sanitaire vu qu'au Frioul on continue dans les différentes lois financières de l'augmenter de quelques dixièmes le montant des transferts étatiques qu'en 1994, quand j'ai souscrit avec le "Gouvernement Ciampi" un accord. Or, sur la base de cet accord, une collectivité, n'importe laquelle, dans son budget dispose de ressources propres sur la base de normes de l'Etat. Si l'Etat supprime ces dispositions, la conclusion normale c'est qu'on garantisse, pour ne pas mettre en crise cette collectivité, ces mêmes ressources. Voilà la raison pour laquelle il y a ce montant inscrit au budget.
C'est un montant qui pourra être supprimé. C'est la raison pour laquelle nous nous efforçons d'augmenter nos propres ressources. A cet effet "l'opération ENEL" et d'autres opérations nous permettent de mieux envisager le futur. Nous sommes préparés à cela, et nous nous sommes préparés également en donnant suite à la "Casino S.p.A.". Il nous paraissait contradictoire, après avoir attendu tant d'années et après qu'à juste titre au sein de cette Assemblée l'on nous reprochait: "Mais comment ça se fait que vous ne faites rien pour le casino?", et on disait: "On voudrait bien faire!". D'abord, on ne pouvait pas puisqu'on avait un contentieux administratif; or, nous avons gagné le contentieux administratif. Ensuite, on avait un contentieux à la Cour constitutionnelle, et donc attendons l'issue de ce contentieux; la Cour non seulement a reconnu le bien-fondé de notre loi, mais aussi la légalité de la maison de jeu de Saint-Vincent!
Alors il était à notre sens irresponsable, disais-je, de ne pas continuer, parce qu'est-ce qu'on disait: "On attend?". Oui? Et quoi? Le Casinò est une ressource; aussi devons-nous au plus tôt agir et je suis d'accord avec M. Piccolo sur le problème de fond. Ce sera ce plan de développement, mais qui prépare le plan? Nous devons constituer la nouvelle société, et nous l'avons constitué maintenant, pour qu'elle soit opérationnelle à partir du 1er janvier, parce que si ce n'était pas ainsi, ce serait quand? Le 31 mars, quand cette Assemblée en avril sera dissoute? Ou encore, après les élections? Peut-être, vu qu'on a même pensé que si c'était après les élections, ça signifiait mois de septembre.
Or même si je ne pense pas que cela sera possible… peut-être le Parlement italien avec une rapidité foudroyante se sera penché sur les maisons de jeu et aurait finalement approuvé une nouvelle loi. Cette nouvelle loi, conformément à ce que nos collègues de "Forza Italia" nous disent, n'aurait pas prévu la possibilité de constituer une société par actions à participation publique. Donc, après avoir réussi le pari, gagner la bataille, cette communauté se serait retrouvée à la case départ, avec rien dans les rains.
Quant à l'Administration régionale, je veux vous dire une seule chose: vous ne pouvez pas nous reprocher une chose et son contraire. Quant à l'Administration régionale, et je partage les réflexions qui ont été exprimées, nous avons tous cru et la collègue Secondina Squarzino à l'époque était l'une de celles qui poussaient le plus vers cette direction, à la séparation des fonctions prévue par la loi 45/95. Je crois moi aussi que c'est une chose nécessaire et importante, mais il est également nécessaire de vérifier aujourd'hui quels résultats elle a eus, surtout du point de vue des responsabilités.
Nous, nous sommes responsables pour les actes que le Gouvernement délibère. En début d'année nous approuvons une délibération de répartition des compétences, vous le savez établissant quels actes sont du ressort du Gouvernement et quels actes sont du ressort des dirigeants. A ces mêmes dirigeants nous attribuons aussi les ressources financières avec le budget de gestion, en sus du personnel… Or, et je le dis en toute tranquillité si je dois encore être responsable des actes des dirigeants, il serait peut être opportun de attribuer toute la compétence au Gouvernement, au moins là je serai pleinement responsable.
Egalement du point de vue des contrôles, vous avez raison, nous devons vérifier leur efficacité. J'ai la responsabilité du contrôle des actes du Gouvernement, mais sur la base de l'avis de compatibilité financière et l'avis de légalité des dirigeants. Je peux le faire contre ces avis, mais nous l'avons jamais fait sans le motiver. Les actes des dirigeants également sont soumis à des contrôles. Du point de vue de l'Administration, je suis en tout cas tout à fait d'accord sur la nécessité de cette vérification. Je partage moins les considérations sur les incompatibilités et sur le "spoil system", parce que ce n'est pas l'esprit de la loi de réforme de l'administration publique qui est en discussion. Attention, le "spoil system", tel que vous l'avez présenté, ne correspond pas à la vérité, vu que nous choisissons les coordinateurs…
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
… on veut toujours faire le procès aux intentions, mais la loi n° 45 dit que nous choisissons les coordinateurs! Il faut évaluer… d'accord… oui, oui, Mme Squarzino, vous avez raison…
Ce que je ne partage pas par contre, c'est que vous ne pouvez pas affirmer que nous avons augmenté le nombre des personnels de cette Administration. Le nombre exact ce n'est pas 200, vous voyez, c'est 312, mais je vous dirai pourquoi et quels sont ces nombres en cinq ans - et parallèlement verser une petite larme sur tous ceux qui sont précaires, vacataires.
Alors le personnel devons-nous le considérer ou pas? Souvent M. Beneforti nous a sollicité pour les concierges, par exemple. Or si l'Assesseur Pastoret a dit que nous sommes disposés à négocier avec les syndicats un quota pour titulariser le personnel vacataire, n'oublions pas ce que M. Cerise a si bien dit dans son rapport. Attention à ne pas le faire dans cette période électorale. Nous avons dit non, M. Beneforti, vu que c'était impossible, sauf un quota pour faire face à des exigences définitives. Par ailleurs d'autres emplois sont des emplois typiquement saisonniers. Il faut aussi rappeler que ce sont des mesures importantes, c'est ce qu'on appelle "gli ammortizzatori sociali", et donc qu'ils contribuent à garantir un revenu. Pour le personnel, 312 en cinq ans, j'ai dit; commencez à enlever 231 sapeurs-pompiers, vu que nous avons régionalisé les sapeurs pompiers…
(nuova interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)…
eh non, Mme Squarzino! Enlevez six "organico forestale", neuf "organico Consiglio regionale", 25 "organico scuole" (la conséquence de la loi sur l'autonomie, que vous avez votée, je pense!). Il reste: "organico Giunta regionale" ivi compresi 12 trasferiti dalla scuola, donc 41 moins 12, 41 "organico Giunta regionale" voilà l'augmentation en cinq ans. Je vous défie de trouver une autre administration, qui a suivi cette politique pour le personnel. Alors vous ne pouvez pas dire simplement: "oltre 200 assunti", il faut préciser. Les dates, je vous les donne, parce que Saint-Thomas par rapport à vous était quelqu'un qui croyait tout et après vous parlez toujours de confiance, de respect des personnes, mais vous ne croyez même pas à vous mêmes!
Question importante, les transports. Chemin de fer, quelqu'un a ironisé sur le pont provisoire; je veux rappeler que quand c'était de notre ressort, l'Assesseur Ferrero l'a mis aussitôt à Saint-Marcel. Alors, M. Curtaz, s'il vous plaît, un peu d'honnêteté intellectuelle aussi. On ne peut continuer à reprocher à une administration ce qu'une autre administration ne fait pas. Pour le chemin de fer en tout cas nous sommes en train de négocier cet accord de programme, où nous voulons insérer aussi la liaison Aoste-Martigny. J'en parle pas parce que vous dites: alternatives ferroviaires oui, mais ailleurs; oui à tous les tunnels ferroviaires du monde, même sous la Manche, mais au Val d'Aoste propagande, j'en prends acte.
Mais surtout nous ne partageons pas, nous l'avons toujours dit, nous le réaffirmons aujourd'hui, même si dans la délibération du CIPE il était inscrit, le doublement du tunnel du Mont-Blanc. Nous sommes, oui, favorables à un tunnel de sécurité et de service au Mont-Blanc, pour augmenter sa sécurité nous ne sommes pas d'accord pour un doublement du tunnel à la circulation. A l'heure actuelle, nous négocions, mais nous ne sommes pas encore arrivés à un accord, parce que nous n'avons pas sur ce point les mêmes idées. Nous demandons aussi que l'accord de programme tienne compte des autres requêtes et qu'il y ait une coordination Piémont-Vallée d'Aoste, parce que le chemin de fer ne s'arrête pas à Pont-Saint-Martin.
Pour ce qui est du tunnel du Mont-Blanc, je me limite à réaffirmer ce que cette Assemblée a délibéré, à savoir: nous sommes favorables à la suppression de l'alternat à condition qu'il y ait 50 pour cent au moins de réduction du nombre des poids lourds; autrement l'alternat est la modalité de circulation que nous partageons; mais là nous avons trouvé un consensus général.
Pour les dépenses sanitaires un jour quelqu'un devra me dire comment il pense gouverner la santé. Non aux tickets et d'accord; non aux impôts et d'accord; non aux déficits, non à la réduction des services, non au "projet financing", non à tout; mais il faut plus de ressources pour la santé. Gouvernez la santé et vous verrez que, sur la base de ce postulat, c'est impossible. Quant aux modalités de gestion, il faudra, tout en garantissant que celui qui investit puisse avoir un retour de son investissement, continuer à garantir la gratuité de certains services et de l'intervention publique. Ce n'est pas en condamnant l'instrument, que nous atteignons le résultat, mais en nous confrontant ensuite sur les modalités de gestion.
Nous disons clairement, M. Beneforti, que nous ne partageons aucune hypothèse de privatisation des services publics et notamment de la santé. La preuve en est ce budget. Sur ce point, nous faisons attention et quant à l'Etat providence nous considérons la situation valdôtaine sous toutes ses facettes; c'est vrai, il y a à l'intérieur de notre Région des couches sociales qui sont démunies, il y a des pauvres.
Nous avons au cours du dernier Gouvernement approuvé une convention avec le "Banco Alimentare", parce que nous considérons que cette organisation remplit une fonction importante, de façon à atteindre deux objectifs: en cas d'intervention à l'extérieur la possibilité d'apporter aussitôt une aide concrète, et au moment où ce stock arrive à expiration, de le distribuer à l'intérieur du Val d'Aoste. C'est une petite mesure qui témoigne de notre volonté de concentrer nos efforts, pour tenir compte de toute cette réalité qui est complexe.
Au collègue Ottoz je voulais dire que l'attention à l'égard du sport ne doit pas être la prérogative d'une seule personne; donc nous l'assurons qu'au cours de ces années nous avons toujours accordé une grande attention au sport et aux jeunes. Nous avons pris bonne note et nous avons partagé sa remarque quant à une répartition différente des subventions et à la nécessité de vérifier certaines modalités de répartition. Mais de là à avoir ce jugement d'un gouvernement qui n'est pas attentif aux problèmes de la jeunesse et du sport il y a loin. Il suffit de considérer par exemple les investissements que nous faisons sur les infrastructures ou les aides que nous apportons.
Nous prenons acte avec étonnement et nous regrettons que d'autres organes, qui ont comme unique mission le soutien et l'aide aux activités sportives aussi soient confrontés à des difficultés. Par ailleurs ce n'est pas vrai que nous avons attribué toujours le même montant à l'ASIVA, en 2000 oui, mais en 2001 nous avons attribué 5 millions en plus parce que le CONI lui avait coupé tout financement. En tout cas, M. Ottoz connaît très bien ce problème, parce qu'il est un des responsables du CONI, et donc nous espérons qu'il pourra à l'intérieur du CONI garantir aux activités sportives non seulement valdôtaines, mais italiennes, davantage de financements. Malheureusement la situation actuelle est un peu différente!
Pour ce qui est des jeux olympiques, au-delà des effets bénéfiques de Salt Lake City, Albertville ou autre, compte tenu du fait que les jeux se tiennent en 2006 à Turin, c'est un problème qui se posera pour le Val d'Aoste je ne sais pas quand. Mais je ne veux pas oublier qu'il y a eu un référendum à cet égard, et que le choix effectué est le résultat d'une participation populaire. Par contre, je trouve fort intéressante, et là nous devons nous engager, toute collaboration, pour pouvoir bénéficier des retombées, positives pour le Val d'Aoste, et pour resserrer davantage nos liens et voir, concrètement, ce que nous pouvons offrir à l'organisation des jeux olympiques, en mettant en valeur ce dont nous disposons dans le domaine des sports d'hiver.
L'Aéroclub, très bien; n'oublions pas que l'objectif municipal est l'essor l'Aéroport; donc il faut composer, même si certains travaux ont un impact sur l'activité de l'Aéroclub et quelqu'un affirme que ces travaux ne sont pas nécessaires. En revanche ces travaux sont indispensables; nous sommes engagés dans le respect des temps de réalisation, parce que s'il n'y a pas l'achèvement du projet avec la prolongation de la piste et le système de radio-assistance, nous ne pouvons pas nous présenter un jour pour d'autres rendez-vous sportifs, si on n'a pas une accessibilité même du point de vue aérien. Et ce, sans compter les retombées sur le tourisme en général. L'Aéroclub remplit lui aussi une fonction importante, nous devons trouver un juste équilibre. Le problème est un problème ouvert, essayons de le considérer, tous, dans cette logique d'ordre général, pour trouver un équilibre et une compatibilité entre les différentes exigences et les différents sujets.
Enfin une dernière considération sur la politique. Je ne sais pas si la politique est bonne au mauvaise, moi je sais que la politique est l'article du possible et donc sans doute l'on aurait pu faire mieux. Mais nous avons fait le possible, en faisant le feu avec le bois dont nous disposions et en essayant de composer, parce que gouverner c'est rechercher un équilibre. Sans doute quelqu'un fera mieux, je l'espère, mais ce que je voulais dire c'est que, si c'est un bilan qui a cette caractéristique - quelqu'un pourra dire même une limite - de bilan de fin de législature, nous nous sommes efforcés, en reprenant ce que M. Aloisi a dit, de ne pas faire de ce bilan, un bilan de soldes, mais au contraire de disposer d'un instrument qui puisse assurer à cette Région les conditions les meilleures pour continuer à progresser.
Le Conseil prend acte des rapports prévus par les loi n° 54/98 et n° 44/90.
Président Il est 19 heures 42. Je vous formule la proposition de suspendre à ce moment-ci nos travaux et de les reprendre à 21 heures, ce qui nous permettra de procéder à l'examen de tous les documents du budget dans la soirée de ce soir.
J'ai la nécessité de convoquer maintenant une conférence des Chefs de groupe, à laquelle j'invite le Président du Gouvernement et l'Assesseur aux finances.
La séance est suspendue de 19 heures 43 à 21 heures 23.