Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2636 del 22 maggio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2636/XI Problematiche relative alla gestione del Centro di "Ollignan" per l'inserimento lavorativo dei disabili. (Interpellanza)

Interpellanza Richiamato il contenuto della deliberazione n. 4826 del 20/12/1999 della Giunta regionale relativa alla gestione del centro di "Ollignan", in Comune di Quart;

Osservato che la convenzione sottoscritta dalla Regione, per l'affidamento della promozione e l'inserimento lavorativo dei disabili, prevede l'inserimento di 15 persone nel primo anno di attività e "almeno sino a 30 persone" negli anni successivi;

Tenuto conto che un altro degli obiettivi di gestione è quello dell'autosufficienza economica della struttura;

Rilevato che gli obiettivi più significativi del progetto non paiono essere stati finora raggiunti;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per sapere:

1) quante sono le persone attualmente ospitate nella struttura e qual è la loro capacità lavorativa;

2) quali sono i ricavi economici ottenuti dalla struttura e a quanto ammontano i finanziamenti regionali concessi;

3) quale valutazione dà del progetto, come intende ovviare alle difficoltà riscontrate e quale futuro può prevedersi per il centro di "Ollignan".

F.to: Curtaz

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Questa interpellanza riguarda il "Centro di Ollignan".

Il "Centro di Ollignan" è un'iniziativa che qualche anno or sono la Regione ha assunto, ha finanziato in maniera consistente - mi sembra di ricordare che solo la costruzione dell'edificio costò qualcosa come circa 3 miliardi di lire - con un obiettivo ambizioso e, devo dire, per certi versi condivisibile, quello di ospitare dei disabili che fossero in grado di espletare un'attività lavorativa, e dall'attività lavorativa espletata all'interno del centro si sarebbero dovute ricavare delle risorse, tali da autofinanziare il centro. Questi erano gli scopi essenziali dell'iniziativa, che peraltro risultano in maniera chiara dalla deliberazione della fine del 1999 della Giunta regionale e della successiva convenzione con l'ente che gestisce la struttura. Due gli obiettivi principali: primo obiettivo, ospitare gradualmente dei disabili fino ad un minimo di 30 persone; secondo obiettivo, raggiungere nei tempi più brevi possibili l'autosufficienza finanziaria.

Ora, i pochi elementi che abbiamo ci inducono a ritenere che questi obiettivi non siano stati assolutamente raggiunti. Da qui l'interpellanza, a distanza di due anni e mezzo dalla delibera della Giunta regionale, con la quale chiediamo all'Assessore quali sono gli elementi e i dati precisi - su questo invito l'Assessore a non giocare sulla matematica, come ha fatto in occasione dell'iniziativa precedente - per capire se c'è stato un minimo o un massimo di autosufficienza economico-finanziaria, per capire se questo progetto ha dato dei risultati positivi o se ha dato dei risultati finora insoddisfacenti e, in questo secondo caso, quali iniziative intende assumere l'Amministrazione per risolvere i problemi evidenziati; infine, se c'è una speranza di futuro per il "Centro di Ollignan", un futuro che sia in linea con quelli che sono stati gli intendimenti e gli obiettivi esplicitati dall'Amministrazione al momento della sua costituzione.

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Inizierò con il dire che sono personalmente molto soddisfatto e orgoglioso anche dell'attività della "Fondazione Ollignan"; sottolineo orgoglioso, perché è una struttura all'avanguardia nel panorama nazionale, che ha avuto problemi di decollo e di avvio indiscutibili, di cui parlerò, ma che ha ottime prospettive di sviluppo. Questa è la premessa di fondo.

La "Fondazione di Ollignan", che è stata costituita con deliberazione di Giunta n. 4826/1999, nel corso del 2000 ha intensamente lavorato per consentire l'avvio della struttura, le pertinenze, gli arredi, la messa a punto degli interni, lo scasso e la predisposizione del terreno agricolo circostante la casa - che non era stato previsto nell'appalto edile - nonché per concludere l'iter amministrativo per l'ammissione concreta degli utenti al centro e i contatti con le famiglie - che sono stati delicati e laboriosi - con gli operatori interessati, eccetera. Solo un anno dopo circa, per ragioni soprattutto strutturali e anche organizzative, e cioè in data 15 gennaio 2001, hanno fatto il loro ingresso a Ollignan i primi quattro ragazzi, a cui si sono aggiunte gradualmente altre otto persone.

La finalità della "Fondazione Ollignan" e pertanto gli obiettivi della gestione del centro sono volutamente ambiziosi, al fine di costituire uno stimolo continuo al superamento delle difficoltà, per il raggiungimento dei risultati di valore. Al di là delle cifre, stiamo parlando di 12-13 ragazzi inseriti, rispetto ai 15 previsti indicativamente - diceva infatti la convenzione all'articolo 2: "Al primo anno di attività il numero dei soggetti da inserire nel corso del primo anno di attività è indicativamente di 15 persone" - ad oggi, maggio del 2002, indicativamente siamo a 12-13 persone oltre a quelle che sono state inserite…

(interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)

… comunque spero che il Consigliere non faccia un ragionamento di quantità sui disabili e sugli handicappati, ma se questa è la ragione dell'interpellanza ne prendo atto.

Tutte le persone ospitate hanno in varia misura, a seconda della loro possibilità, tratto grandi benefici dalle diverse occupazioni formative, socializzanti e lavorative, organizzate sia all'interno che all'esterno della struttura, cioè l'attività di manutenzione della casa e preparazione dei pasti, l'attività di assemblaggio, le attività agricole e manutenzione aree verdi, l'orticoltura vera e propria, l'allevamento delle galline.

È in via di perfezionamento l'autorizzazione comunale - questa è una prospettiva - all'apertura di una casa-vacanze che costituirà un modello organizzativo per l'integrazione delle persone emarginate e, non ultimo, una fonte di entrata economica. Riporto di seguito alcuni dati, per rispondere puntualmente alle domande. Le persone attualmente ospitate sono 12, l'ultimo inserimento risale al settembre 2001; sono altresì state inserite nel centro una persona di Châtillon per circa un mese e una persona di Sarre per un giorno. Inoltre, per attività culturali minime, frequentano la struttura altri quattro portatori di handicap del CSE di Quart una volta la settimana e un portatore di handicap del SEFO di Aosta due pomeriggi alla settimana, per un totale di 16-17 ragazzi.

Per gli anni 1999-2000, durante la fase di avvio, era prevista l'erogazione di 400 milioni suddivisi per tranches, che sono state erogate nel corso dei mesi; restano ancora da erogare per il 2001-2002 100 milioni da finanziare nel 2002. I corrispettivi concernenti gli anni 2002-2003 e 2003-2004 saranno da prevedere ad avvenuta verifica dei primi tre anni di gestione effettiva, somma preventivabile in lire 50 milioni. Occorre premettere che la struttura residenziale, la casa per vacanza, non è ancora entrata in funzione, essendo in corso di perfezionamento l'autorizzazione comunale all'apertura.

La natura propria del centro, che è agricola, concentra la produzione nel periodo maggio-ottobre, per cui i ricavi 2002 non sono al momento ancora prevedibili, anche se è stata predisposta la seconda piattaforma dell'area a valle, con l'inserimento di una nuova serra per il raddoppio della produzione agricola rispetto a quella dell'estate scorsa, che è stata per il primo anno sperimentale.

I ricavi dei soli prodotti agricoli nel 2001, che è stato l'anno di avvio di impianto del centro, sono ammontati a 6 milioni di lire, oltre a 2 milioni circa per i servizi; sulla base dei dati di produzione del 2001 si prevedono per il 2002 le produzioni riportate in un prospetto, che non sto a leggere, ma che va dai pomodori per 2700 kg, alle melanzane, zucchine, patate, lattuga, fagiolini, fragole, oltre alla produzione di uova biologiche.

A distanza di un anno dall'inizio dell'attività, sicuramente non è possibile fare dei bilanci se non in modo molto parziale. Questa parzialità, ripeto, è sicuramente positiva e incoraggiante per il futuro: infatti, se nel giorno dell'inaugurazione auspicavo la flessibilità della struttura, nel senso che la stessa doveva essere concepita come capace di adattarsi ai bisogni di chi l'avrebbe frequentata, e non come avviene di solito, lo dicevo a ragion veduta, perché la difficoltà sostanziale nell'inserimento dei ragazzi riguarda la tipologia dei ragazzi da inserire.

Ultimamente è stata data una disposizione interna, per poter inserire anche i ragazzi che abbiano una patologia di natura psichiatrica, fatta salva un'attenta valutazione dei casi da parte delle équipes mediche a cui fanno riferimento, ma questa è una scelta intervenuta solo circa due mesi fa, dopo numerosi colloqui e confronti con gli operatori del settore, gli assistenti sociali e con le famiglie interessate, per verificare la compatibilità delle casistiche da inserire nel centro stesso. Segnalo inoltre che è stata attuata un'interessante iniziativa: ragazzi e insegnanti della scuola di formazione professionale per persone disabili, dai 16 ai 22 anni, denominata "Internationaler Band di Neohagen", in Germania dell'Est, con i quali gli educatori e i ragazzi del progetto di orientamento disabili nel corso del 2000 hanno avuto momenti di confronto nell'ambito di visite programmate prima in Germania e poi in Italia, tendenti ad acquisire la loro esperienza in stages di formazione professionale specifici.

Si è altresì dimostrata reale la necessità che il Consiglio di amministrazione abbia il costante supporto dell'associazione delle famiglie per portatori di handicap, supporto che non è mai mancato. Così come vitale è stato l'apporto tecnico dell'Assessorato all'agricoltura e risorse naturali e dell'Institut Agricole, che hanno permesso delle "performances" non indifferenti, anche sotto l'aspetto quantitativo e qualitativo: al riguardo, cito solo ad esempio la qualità biologica dei prodotti, che è uno degli obiettivi base dell'attività di produzione.

Si è altresì rilevata opportuna la commercializzazione sia diretta, sia attraverso la Cooperativa "Lo Pan Ner" e l'Institut Agricole. Credo di poter affermare - come dicevo sempre in occasione dell'inaugurazione - che questa struttura era il tassello mancante delle linee generali delle politiche sociali adottate dalla Regione Valle d'Aosta in materia di disabili e handicappati, le quali, sviluppandosi lungo l'intero percorso di vita e partendo dalla fase assistenziale dei casi più gravi, approdano alla formazione e quindi all'integrazione lavorativa.

Questo è il sogno che ci siamo posti e credo di poter affermare che il sogno si sta concretizzando, anche se molto difficilmente raggiungeremo i trenta soggetti da inserire per le motivazioni che dicevo in precedenza. Motivazioni che consistono essenzialmente in un inserimento molto graduale, in esperimenti di inserimenti lavorativi, che devono essere assolutamente in linea con l'attività che svolge anche l'Agenzia regionale del lavoro nella materia. Sotto questo punto di vista devo dire che si stanno perfezionando i collegamenti, per evitare, da un lato, delle duplicazioni e, dall'altro, di disperdere delle risorse sia finanziarie sia umane assolutamente indispensabili. Concludo ripetendo che sono assolutamente fiducioso nell'evolversi della situazione, anzi ne sono orgoglioso per il modo in cui la struttura viene gestita.

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) La risposta dell'Assessore contiene delle osservazioni che non mi sono piaciute e che non condivido, e altre osservazioni che ritengo più serie, ma a cui dovranno seguire delle scelte politiche chiare. Cerco di fare un ragionamento.

Dov'è che non ho condiviso le risposte dell'Assessore? A parte le difficoltà con il calendario, oltre che con l'aritmetica, non condivido l'affermazione che, dati gli obiettivi, c'è da essere molto soddisfatti. Non lo condivido perché i dati parlano chiaro e non ci si può dire soddisfatti quando si pensa che obiettivi in termini numerici non sono stati rispettati. Anche se capisco che questo possa essere letto in positivo, nel senso che in Valle d'Aosta potremmo non avere handicappati che necessitano di questa struttura; ma, in quel caso, non capisco la previsione di 30 unità al "Centro di Ollignan".

C'è da essere ancor più insoddisfatti soprattutto sull'"autosufficienza economica", perché quando l'Assessore mi dice che a fronte di spese annuali dell'ordine di centinaia di milioni per ogni anno, il ricavo del 2001 della struttura è di circa 6 milioni circa, ci rendiamo conto che l'autosufficienza finanziaria è una chimera, un sogno lontanissimo da realizzare.

L'Assessore ha dimostrato di sapere perché l'autosufficienza finanziaria non c'è: non c'è per vari motivi, ma non c'è soprattutto perché alcuni degli obiettivi non sono stati realizzati. In primo luogo, non è stato ancora realizzato l'obiettivo della casa-vacanze, che potrebbe - se opportunamente gestito - fornire delle risorse alla struttura; qui però ci sono dei ritardi, Assessore, che andranno ovviamente colmati, perché finché non parte questa attività di supporto al "Centro di Ollignan", diciamo di carattere agrituristico, è impossibile che le risorse agricole, ancorché incrementate, possano sostenere sufficientemente la struttura.

C'è un punto che lei ha accennato alla fine del suo intervento, che merita una riflessione, perché è il punto essenziale. Il "Centro di Ollignan" era partito per handicappati che fossero in grado di espletare un'attività lavorativa…

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

… sì, perché questa è la filosofia della delibera e lei non può dirmi di no, altrimenti l'autosufficienza finanziaria era meno che un sogno! Invece questa struttura non ha per nulla differenziato gli utenti in grado di svolgere un'attività lavorativa, da coloro che a causa dell'handicap più sfavorevole non riescono assolutamente a svolgere attività lavorativa, non sono in grado di eseguire alcuna mansione, non sono in grado di essere assegnatari di alcun lavoro, non sono in grado di rispettare un minimo ordine lavorativo. Qui sta la contraddizione, qui sta, secondo me, la necessità di una scelta e le scelte possono essere tre e le sottopongo alla sua riflessione. La prima scelta è quella originaria: al "Centro di Ollignan" entrano solo gli handicappati che sono in grado di lavorare, e allora si mette in piedi una struttura con opportunità lavorative.

Seconda scelta: entrano a Ollignan tutti i tipi di handicappati psichici, ma allora non parliamo di "autosufficienza finanziaria", non parliamo di progetti grandiosi sperimentali, ma parliamo di "attività di ricovero", con cui sottraiamo dei pesi alle famiglie che non possono tenere tutto il giorno delle persone in grave stato di handicap fisico, e facciamo una struttura parasanitaria, in cui si ospitano per un tot di ore al giorno gli handicappati; l'obiettivo non è più il lavoro, ma l'assistenza.

Terza scelta, che forse, vista l'utenza, può essere quella più ragionevole: quella di fare a Ollignan una doppia attività, in cui ci sia una parte dell'attività dedicata a coloro che sono autosufficienti, che possono lavorare, e un altro settore in cui ci siano gli handicappati che vengono solo assistiti.

Queste sono le scelte che io mi permetto di sottoporre alla sua attenzione, perché lei verificherà che - nonostante il suo ottimismo - se le cose andranno avanti come sono andate fino ad oggi, i risultati che la Giunta si era posta con l'approvazione della delibera che lei ha citato, non saranno raggiunti né oggi, né fra un anno, né fra cinque anni!

Questo perché c'è uno scarto fra obiettivi annunciati e reale gestione di questa struttura.