Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2635 del 22 maggio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2635/XI Criteri di applicazione dei benefici previsti dalla legge 6/1998 per il personale sanitario. (Interrogazione)

Interrogazione Vista la D.G n. 1155 del 29 marzo 2002, con cui si dettano i criteri in base ai quali i beneficiari delle borse di studio previste dalla l.r. n. 6/1998 debbano restituire all'Amministrazione regionale la somma percepita, nel caso in cui, se assunti, vengano meno all'impegno a prestare servizio, nell'ambito del Servizio sanitario regionale, per un periodo comunque non inferiore a cinque anni;

Constatato che la legge in questione regolamenta gli interventi volti ad agevolare la formazione di medici specialisti e di personale sanitario laureato non medico;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interroga

l'Assessore alla Sanità per sapere:

1) se, per quanto di sua conoscenza, tale norma sia stata finora applicata;

2) se tali normative si applicano anche ai diplomati in Valle d'Aosta del Corso Universitario regionale in Infermiere, che hanno usufruito della borsa di studio regionale dell'Assessorato alla Sanità.

F.to: Squarzino Secondina

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) La deliberazione n. 1155, assunta dalla Giunta regionale in data 29 marzo 2002, disciplina i criteri, le modalità di restituzione da parte dei beneficiari delle borse di studio previste dalla legge regionale n. 6/1998 all'Amministrazione nel caso in cui venga meno l'impegno a prestare servizio nell'ambito del servizio sanitario regionale per un periodo comunque non inferiore ai cinque anni.

Tale impegno, sancito dalla legge sopraccitata, è stato previsto in quanto la Regione ha voluto finalizzare l'intervento finanziario ad una migliore qualificazione del personale del servizio sanitario regionale, ampliando le possibilità di formazione dei medici specialisti e di altre professionalità sanitarie della dirigenza del ruolo sanitario, con riguardo a quelle specializzazioni che si rivelino carenti nell'ambito del servizio medesimo. Ad oggi la norma per la restituzione delle somme erogate non è stata ancora applicata.

Rispetto al secondo quesito, la formazione nonché l'erogazione degli assegni di formazione degli operatori non ricompresi nella legge sopra indicata è disciplinata dalla legge regionale 31 agosto 1991, n. 37, che non prevede un impegno analogo per i beneficiari degli assegni di studio.

Va precisato che per molti anni la Regione ha sostenuto la formazione di operatori necessari al servizio sanitario regionale esclusivamente con l'assegnazione degli assegni, mentre negli ultimi anni, oltre alla corresponsione agli interessati delle borse, ha altresì finanziato le spese derivanti dalla riserva di posti per la Valle d'Aosta presso l'Università di Torino e di Novara, sostenendo con ciò un intervento finanziario consistente e pertanto la materia è in fase di approfondimento.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) L'Assessore è stato molto chiaro nella sua risposta e ha precisato il contenuto della legge, della delibera a cui si fa riferimento, quindi diciamolo: questa delibera chiede a del personale, specializzatosi grazie a contributi regionali, che restituisca gli importi delle borse di studio ricevute durante il corso di studio se non presta servizio per la durata di cinque anni all'interno dell'USL.

La legge però, come ha ricordato l'Assessore, si riferisce a medici specialisti, cioè è una legge che finanzia borse di studio per i laureati medici che intendono specializzarsi. Perché ho presentato questa iniziativa? L'ho presentata perché è successo un fatto molto grave all'interno dell'USL: questa delibera e questa legge sono state utilizzate come strumento di minaccia ad un'infermiera professionale, assunta a tempo determinato, che aveva deciso per motivi personali di cambiare regione, di andare da un'altra parte e che, come ogni lavoratore, ha presentato quindici giorni prima una lettera di dimissioni. Ora, questa infermiera è stata chiamata dalla Direzione sanitaria, che le ha presentato questa delibera in cui si ricorda ai beneficiari di borse di studio regionali che sono tenuti a restituire l'intera somma della borsa di studio di cui hanno goduto.

Non viene detto che tale normativa pensata per i medici laureati specializzandi non riguarda affatto gli infermieri. Anzi questa delibera viene usata come una minaccia per dire: "Tu hai presentato la lettera di dimissioni, ma ricordati che con questo gesto sei obbligata a restituire tutta la borsa di studio".

Mi sembra questo un uso distorto di informazioni, fatto a mo' di ricatto, cioè qui si usano in modo distorto le informazioni per impedire ad un operatore sanitario di esercitare i suoi diritti di lavoratore. Sono molto preoccupata perché tutte le decantate attività di coinvolgimento, di motivazione del personale che l'USL continuamente dice di fare, e che l'Assessore comunica a noi che vengono fatte, se tutte queste azioni si traducono in una minaccia, in un uso distorto di informazioni, credo che abbiamo purtroppo un esempio di un metodo di gestione del personale che ci fa capire perché molti se ne vanno dall'USL di Aosta!