Oggetto del Consiglio n. 2637 del 22 maggio 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2637/XI Riconoscimento da parte dell'Amministrazione regionale della particolare professionalità dei funzionari laureati di categoria D. (Interpellanza)
Interpellanza Preso atto delle recenti osservazioni formulate dai funzionari laureati di categoria D dell'Amministrazione regionale circa la loro (non) progressione in carriera;
Constatato, infatti, che per tale categoria di funzionari non sono previste nel contratto possibilità di avanzamento e di progressione economica, come invece avviene nelle altre realtà regionali, sulla scorta delle indicazioni del contratto collettivo di lavoro relativo al comparto "Regioni-Autonomie locali";
Atteso che nel contratto regionale (artt. 17,18,19) è previsto uno strumento che potrebbe in parte venire incontro alle esigenze sopra espresse, quale la possibilità di attribuire "posizioni di particolare professionalità";
Tenuto conto che in sede di prima applicazione del contratto di comparto unico del personale dell'Amministrazione regionale e degli Enti Locali della Valle d'Aosta, gli Enti Locali, ed in particolare il Comune di Aosta, hanno attribuito le posizioni di particolare professionalità alla maggior parte dei funzionari laureati di categoria D;
Appreso che nell'attuale fase di concertazione le OO.SS. e l'Amministrazione regionale sono impegnate a definire modalità e criteri per il riconoscimento delle suddette posizioni;
Ritenendo importante rispondere in termini positivi alle richieste dei funzionari laureati di categoria D, che giustamente chiedono di veder riconosciuta la loro professionalità, correlata al possesso del diploma di laurea e di eventuali titoli di specializzazione, e l'esperienza acquisita nel corso della loro vita lavorativa;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta per sapere:
1) se condivide le richieste dei funzionari laureati di categoria D, ed in particolare la loro esigenza di veder riconosciuta la propria specifica professionalità;
2) se, e quali indirizzi, intende fornire agli organismi di rappresentanza contrattuale dell'Amministrazione per recepire le richieste formulate dai funzionari laureati di categoria D, con particolare riguardo all'attribuzione delle posizioni di particolare professionalità e a meccanismi di progressione orizzontale.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Una ottantina di funzionari laureati che sono collocati nella "categoria D" dell'Amministrazione regionale ha fatto pervenire proprio ai soggetti interessati, ai responsabili sindacali, naturalmente ai responsabili politico-amministrativi, alcune osservazioni riguardanti la loro situazione contrattuale, che possiamo definire "anomala" rispetto ad altre categorie.
Perché anomala? Perché i funzionari laureati nella "categoria D", gli ottavi livelli per intenderci, unici fra i dipendenti dell'Amministrazione regionale, hanno un contratto che non prevede alcun tipo di avanzamento e di progressione economica all'interno della categoria.
Certo che i laureati di ottavo livello possono accedere ai concorsi per dirigenti, ma si tratta di progressione in verticale, di passaggi di categoria, non di riconoscimento all'interno della categoria di possibile progressione economica. Leggo un passaggio della lettera aperta che questi funzionari laureati scrivono per far capire la loro situazione: "Il giovane laureato che entra in Amministrazione, superando selettivi concorsi pubblici, assume la qualifica di "funzionario di categoria D" e questa qualifica finisce per mantenere per tutta la sua vita lavorativa, senza che gli sia riconosciuta né la professionalità che attiene al possesso di un diploma di laurea, né quella professionalità e quell'esperienza che, con il tempo, ogni lavoratore acquisisce".
Ora, il contratto collettivo di lavoro, che riguarda il comparto delle regioni ed autonomie locali, precisa che "all'interno di ciascuna categoria è prevista una progressione economica, che si realizza mediante la previsione di successivi incrementi economici" secondo quanto disciplinato nel contratto, e precisa ancora che "va indicata la progressione all'interno della categoria D"; quindi anche la "categoria D" ha questa progressione economica.
Questo significa che all'interno della normativa contrattuale viene data una risposta positiva all'esigenza di veder riconosciuta, in itinere, dal punto di vista economico la professionalità acquisita. Ora, tale progressione economica non è riconosciuta ai funzionari laureati che lavorano all'interno dell'Amministrazione regionale.
Nel contratto regionale, ad onor del vero, è indicato un istituto, che potrebbe in parte venire incontro alla richiesta di riconoscimento di professionalità: infatti, all'articolo 17 si dice che viene previsto "l'istituto di posizioni di particolare professionalità".
L'articolo 17 del contratto collettivo regionale di lavoro della Regione Valle d'Aosta prevede che: "Nell'ambito della "categoria D" le amministrazioni, sulla base dei loro ordinamenti e in relazione alle esigenze di servizio, possono conferire ai dipendenti ivi inseriti incarichi a tempo che, pur rientrando nell'ambito delle funzioni di appartenenza, richiedano lo svolgimento di compiti di elevata responsabilità di prodotto e di risultato…", e fa alcuni esempi.
Questo istituto non è stato ancora attivato all'interno della Regione, a differenza di quello che è avvenuto per gli enti locali, come il Comune di Aosta. Chiediamo allora se le richieste di riconoscimento di professionalità, che i funzionari laureati di "categoria D" avanzano, trovano una risposta da parte della Giunta; inoltre, visto che in questo momento c'è discussione per il rinnovo del contratto di lavoro, se la Giunta, nelle indicazioni che dà all'ARRS per la contrattazione, intende fornire degli indirizzi chiari che riguardino l'attribuzione di posizioni di particolare professionalità e meccanismi economici di progressione orizzontale.
Président La parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Lors des négociations qui ont précédé la signature de la convention collective régionale du travail, le 12 juin 2000, la question de la progression du traitement économique et de la carrière des personnels de l'ancien 8e grade, qui relève aujourd'hui de la "catégorie D", a fait l'objet d'un ample débat entre l'Agence régionale pour les relations syndicales et les organisations syndicales. Les parties se sont accordés pour placer tous les anciens cadres dans une même catégorie et dans une même position: "catégorie D", "position D".
Cette solution a, tout au début, suscité une opposition entre fonctionnaires de l'ancien 7e grade et fonctionnaires de l'ancien 8e grade des collectivités locales, ces derniers n'acceptant pas de compression dans une seule et même catégorie. Ajoutons à cela que les cadres de l'Administration régionale étaient tous insérés dans une même catégorie et que toute différenciation aurait imposé un reclassement des fonctionnaires régionaux de l'ancien 8e grade.
Il a donc été résolu de ne pas modifier la décision de réunir tous les cadres relevant du statut unique de la fonction publique dans une même catégorie, d'autant que plus de 70 pour cent entre eux étaient employés par la Région. Cela ne signifie pas que la convention collective n'a pas pris en compte les attentes du personnel concerné en fait de carrière et de traitement économique, car l'insertion de tous les cadres, Région et collectivités locales confondues, dans une même catégorie, a comporté un nivellement par le haut des traitements de ces derniers, traitements qui, pendant les années 1998-1999, ont atteint et même dépassé les traitements prévus pour les emplois de la "position D 3" de la convention collective nationale des régions et des collectivités locales.
Il y a donc eu une augmentation. Je ne peux rapporter ces données aux années 2000-2001, vu que le "volet économique" de cette convention n'a pas encore été réglé. L'ARRS est en train de définir cette période 2000-2001 sur le plan économique. D'autres questions ont été soulevées.
Tout d'abord, les articles 17, 18 et 19 qui prennent en compte la possibilité de différencier ultérieurement le traitement économique en fonction des responsabilités qui sont attribuées; deuxièmement, pourquoi ces articles ont déjà eu application à la Commune d'Aoste, et pourquoi la Région ne les a pas encore appliqués; enfin, dernière question: compte tenu du fait que pour l'Administration régionale, mais même pour les collectivités locales, le 8e grade est le dernier quant à l'encadrement du personnel dans les niveaux, est-ce qu'on maintient cet encadrement, ou est-ce qu'on différencie encore?
Pour ce qui est des collectivités locales, contrairement à l'Administration régionale, celles-ci ont pu appliquer directement les dispositions en matière de position et d'emploi, caractérisées par des compétences particulières, en vertu des normes sur les responsables de service en vigueur dans leur secteur. Pour la Région par contre, s'agissant d'une nouveauté dont la concrétisation entraîne un certain nombre d'adaptations, en raison de la complexité de ces structures de direction, nous avons dû demander à l'ARRS de négocier avec les organisations syndicales les critères d'application de ce principe - et je reviendrai sur ce thème - ne pouvant pas appliquer, nous-mêmes directement, ces mêmes critères, sinon votre collègue Beneforti nous rappellerait l'accord des organisations syndicales, qui d'ailleurs est prévu par la convention.
Le cas particulier des fonctionnaires titulaires d'une licence a donc été défini tant du point de vue économique que juridique par l'insertion de ces derniers dans la "position D" de la "catégorie D". Cette position réunit, d'une part, les emplois comportant des fonctions de coordination de l'activité de plusieurs personnes et, d'autre part, les emplois exigeant des compétences particulières dans le cadre desquelles chaque fonctionnaire gère son activité de manière autonome.
Or, c'est à cet effet que les articles 17, 18 et 19 de la convention collective reconnaissent la possibilité de conférer à des personnes de cette catégorie des mandats temporaires, en vue de l'exercice de fonctions d'une responsabilité définie, notamment en termes de productivité et de résultat.
Ce mécanisme, qui vise à récompenser le professionnalisme d'un fonctionnaire, et ce, - la convention le prévoit - indépendamment du fait que ce dernier ait ou non obtenu une licence, a été introduit dans le cadre de la réforme de la fonction publique pour remplacer les anciens automatismes, car avant il y avait une autre méthode de reconnaissance économique de ces fonctions. A ce propos, de concert avec les syndicats, l'ARRS est en train de définir ces critères généraux en vue de l'attribution de ces mandats.
L'Administration régionale n'est plus à la table de la négociation, Mme Squarzino, quoi que vous en disiez - nous donnons des dispositions, mais après nous ne sommes pas à la table de la négociation. Nous avons donc sollicité plusieurs fois un accord sur ce point, mais tant que cet accord n'est pas conclu, nous en prenons évidemment toutes nos responsabilités, mais que l'on reconnaisse au moins que les responsabilités sont partagées avec ceux qui sont assis autour de cette table et qui doivent trouver un accord.
En tout cas, nous espérons qu'au plus tôt cet accord sera défini, et donc que le cas échéant, dans la pire des hypothèses, avant la fin de l'année l'on pourra conférer ces mandats et donc reconnaître ces positions particulières. Il convient par ailleurs de rappeler que la convention collective régionale ne prévoit actuellement aucune mobilité horizontale pour les personnels de la "catégorie D". L'introduction de ce genre de mécanisme - et là il faudra rappeler également la complexité de l'organisation de tous les personnels de l'Administration, parce que quand on négocie, il n'y a pas uniquement une catégorie, mais il faut qu'il y ait des critères qui puissent être compatibles avec l'ensemble des personnels - ne pourrait découler que d'une inversion radicale du raisonnement qui a présidé à la prise des décisions les plus récentes - juin 2000 - et remettrait en cause la classification des personnels du même niveau.
C'est donc un thème qui pourra être abordé, examiné et défini dans le cadre de la nouvelle convention collective. Et ce, de concert avec les organisations syndicales.
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Prendo atto del fatto che il problema della applicazione degli articoli 17 e 18 del contratto dipende da questa contrattazione e che la Giunta non è attorno al tavolo della contrattazione. Però sappiamo che il Presidente della Regione è implicato in tutti gli affari della Regione: dal Casinò, all'ENEL, al Tunnel, alla FINAOSTA, solo qui non c'è! Mi stupisce che questo è l'unico posto in cui non c'è! Certo, che non c'è fisicamente, lo credo bene, però credo che o "sur la table ou derrière la table certainement M. le Président est là"…
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
… per cui mi stupisce che questa contrattazione abbia tempi così lunghi, quando in moltissime altre realtà italiane questo è stato già da tempo realizzato! Prendo comunque atto che c'è la volontà politica di seguire questa contrattazione.
Condivido il fatto che occorre definire i criteri di applicazione, altrimenti non ci sarebbe trasparenza nel conferimento di incarichi particolari, e soprattutto ci sarebbe una discrezionalità, che già esiste a tutti i livelli, per cui aggiungerla anche in questo settore mi sembra poco corretto. Faccio però presente che questo è uno dei due corni del problema e direi, al limite, è quello meno essenziale, perché?
Perché gli incarichi sono dati solo a qualcuno; perché sono incarichi temporanei, (sei mesi, un anno, diciotto mesi) legati a progetti specifici, che non incidono sulla progressione economica. È un po' come se si trattasse di un riconoscimento di una professionalità specifica temporanea. La cosa più importante, Presidente, e su questo ha "glissato", e soltanto alla fine ha detto che è un problema che va affrontato, riguarda il fatto che questa categoria non ha nessuna progressione economica orizzontale. A me sembra una cosa aberrante: io non so se esistono categorie dove chi arriva il primo giorno e se ne va dopo venticinque anni di attività ha sempre lo stesso stipendio tabellare: mi sembra un'aberrazione dal punto di vista della professionalità delle persone, della carriera!
Quello che mi stupisce è la motivazione che lei ha dato. Lei ha detto: "io capisco le esigenze della mobilità orizzontale, ma voi dovete capire, c'è una complessità organizzativa di cui tener conto…". Insomma, solo per questa categoria, solo per queste cento persone esiste il problema della complessità organizzativa? Mi sembra strano, signor Presidente! Mi sembra strano, anche perché questa è una categoria su cui poggia tutto un grosso lavoro qualitativo che esiste all'interno di quest'Amministrazione.
Adesso non è il suo caso, perché lei padroneggia molto bene la materia, Presidente, ma io credo che molte delle risposte che i nostri Assessori forniscono alle nostre interpellanze, siano preparate da questa categoria: la stesura di pareri, la predisposizione di dossiers, la stessa risposta alle nostre interrogazioni e interpellanze è preparata da queste persone! Sono persone che hanno una alta professionalità.
E questa Regione che continua a dire - perché questa è la direzione - che vuole svolgere funzioni di programmazione, controllo, valutazione dei processi e sempre meno di gestione diretta, proprio di queste persone, che hanno la professionalità per svolgere tale lavoro, non si tiene conto!
Credo che sia una politica un po' strabica, nel senso che, da una parte, si afferma l'importanza della preparazione universitaria, (vedi le borse di studio, lo sforzo per portare qui frammenti di università), dall'altra, non si valorizzano le preparazioni e le professionalità, ma le si appiattiscono su un unico livello per tutta la carriera lavorativa. Questo è molto grave politicamente, ed è grave per questa Regione, per la qualità politica del suo lavoro e della sua azione!
Lei prima ha detto: "nel momento della definizione del contratto ci siamo messi d'accordo sul fatto di collocare questa categoria nella "categoria D", per di più, nella posizione "D 3"", quindi c'è stato un miglioramento rispetto alle posizioni del contratto nazionale.
Ora, lei sa benissimo che avendo scelto qui di dare una certa cifra, sui venti milioni di lire tabellari - leggo i dati che sono a pagina 29 del contratto regionale di lavoro alla "categoria C" e "C2", e dato che in campo nazionale questa categoria invece ha come stipendio tabellare non circa 20 milioni, ma 16,5 milioni, è chiaro che nel momento in cui stabilisco gli stipendi della "categoria D", che è la categoria superiore, non posso dare al "D1", al primo livello della "categoria D", lo stipendio nazionale, che è 18 milioni, perché gli impiegati di VIII livello avrebbero preso quasi 2 milioni in meno rispetto alla categoria precedente "C2"! L'Amministrazione è stata quindi obbligata dal rispetto delle attribuzioni precedenti a collocare questa "categoria D" nella casella "D3", per cui questi impiegati percepiscono lire 24.455.000, di più rispetto alle 23.267.000, previste dal contratto nazionale
Ma la differenza rispetto al contratto nazionale è minima se paragonata allo scarto sopra citato che si verifica nelle altre categorie.
Seconda osservazione. Non si capisce perché, unica categoria, questa rimane ferma alla posizione "D3" e non si prevede un passaggio alla posizione "D4" e alla posizione "D5", previste per questa categoria. Non voglio sollevare dubbi, però veramente una persona che dall'esterno vede questa situazione e la confronta con la situazione di tutte le altre categorie che lavorano in questa Amministrazione, non può non chiedersi il perché!
Sorgono dubbi sui ritardi con cui si provvede alle posizioni organizzative, dubbi sul fatto che si è fatta questa scelta rigida, dubbi che io ripropongo a questa Giunta, che non può, nel momento in cui vuole giustamente qualificare il lavoro di questa Amministrazione, penalizzare proprio la categoria che è il perno portante di questa qualificazione!