Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2611 del 8 maggio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2611/XI Piano di riqualificazione delle superfici dismesse dalla Cogne Acciai Speciali. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso che:

- nell'area industriale Cogne di Aosta è in atto una radicale riqualificazione delle superfici dismesse dalla Cogne Acciai Speciali;

- le gare di bonifica preliminari al riutilizzo di gran parte dell'area sono terminate;

- che con L.R. 19/01/2000 n. 3 sono stati previsti "interventi a favore di imprese industriali per la realizzazione di insediamenti produttivi nell'area industriale Cogne di Aosta";

- che con la deliberazione n. 371 del 18/02/02 la Giunta ha stabilito la "approvazione dei criteri di priorità, delle modalità di selezione delle imprese che intendono insediarsi nell'area";

- che attualmente a fronte di richiesta pervenute dal settore artigiano per 11.000 mq a piano terreno sono stati riconosciuti solo 5000 mq a piano terreno più altrettanto al primo piano;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore all'Industria, Artigianato ed Energia per sapere:

1) i motivi per i quali si è provveduto con ritardo a definire i criteri e le modalità di insediamento;

2) quali azioni sono state effettuate o verranno effettuate per promuovere l'area Cogne;

3) con quali criteri e tempistiche "Valle d'Aosta Struttura S.r.l." procederà agli interventi di edificazione;

4) quali sono i motivi che portano l'Amministrazione regionale a marginalizzare e penalizzare, sia negli spazi sia negli incentivi finanziari, le richieste del comparto artigiano.

F.to: Frassy - Tibaldi

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) L'argomento sicuramente non è nuovo e temo che non sarà neppure l'ultima volta che avremo modo di parlare dell'area Cogne, nel senso che sono ancora parecchie le situazioni da verificare per poter dire di aver compiuto quella che sulla carta è stata preannunciata come una grande opera di riconversione urbanistica prima e produttiva dopo, di una superficie importante dell'area che occupava precedentemente la vecchia nazionale Cogne all'interno della città di Aosta.

Inizio questa breve illustrazione con l'auspicio che formulavo in replica oltre tre anni fa, nella seduta pomeridiana del 10 febbraio 1999, quando, affrontando il problema della riconversione dell'area Cogne e a seguito di quelle che erano le rassicurazioni che l'Assessore Ferraris ci dava sulle tempistiche e sulle previsioni della politica industriale, dicendo che entro il 2001, non fosse altro per vincoli di tipo comunitario legati ai finanziamenti, sarebbe stato necessario portare a compimento la parte della bonifica e dell'infrastrutturazione, cosa che in effetti è avvenuta, rivolgevo l'invito all'Assessore "di non aspettare di trovarsi nell'imminenza della scadenza del 2001, perché è evidente che ci sono delle esigenze che vanno verificate prima".

Devo dire che quell'auspicio era fondato ed era solo sbagliato nelle previsioni, perché non ci siamo trovati nell'imminenza della scadenza del 2001, ma ci siamo trovati oltre la scadenza del 2001, in particolare nel febbraio del 2002, ad individuare quelli che sono i criteri da seguire nell'insediare le aziende nell'area che si è ormai resa disponibile. Ecco che qui forse si adatta bene la definizione di "politica industriale regionale", nel senso che un'azienda, nel momento in cui si preoccupa di costruire l'immobile, sa già quando l'immobile è finito, chi gli mette i macchinari, sa già il piano di assunzioni, si è già preoccupata di avere le linee di finanziamento.

La realtà che invece stiamo constatando è di avere un'area che è stata sì bonificata, ma che continua a rimanere desolata; forse un po' meno desolata perché qui è ordinata, ma sicuramente un'area che di produttivo non ha ancora acquisito alcunché.

Una delle prime domande che formuliamo nell'interpellanza è di capire quali sono i motivi che hanno portato a dei ritardi innegabili nell'individuazione di quelli che sono stati i tempi e le tempistiche necessarie per andare ad insediare in quell'area le nuove aziende, perché è innegabile che se la Giunta ha adottato la delibera solo qualche mese fa - dicevamo a febbraio - è evidente che sarà difficile in tempi medio-brevi riuscire a concretizzare degli insediamenti e, di conseguenza, riuscire a concretizzare quel volano economico, produttivo ed occupazionale che da parecchi anni si va aspettando. Non siamo riusciti - o meglio - "non siete riusciti", come Amministrazione, ad utilizzare l'incastro dei tempi tecnici, se così li vogliamo definire. Sarebbe stato allora forse opportuno che, partendo per tempo, anziché trovarci con un incarico a termine - tre anni - a "Finaosta", che fa un vaglio delle domande, avessimo avuto la possibilità di operare in un contesto diverso, come poteva essere il contesto del bando, e in un periodo definito, in modo tale che quanto meno la prima cernita degli insediamenti potesse essere fatta con un ventaglio di scelte di analisi il più completo possibile.

Ci sembra invece di capire che si procederà alla giornata: man mano arriveranno delle esigenze ritenute accettabili, saranno vagliate e licenziate e autorizzate, con il rischio di arrivare a saturare le disponibilità e di accorgersi, a spazi ormai non più disponibili, che le offerte migliori sono quelle che sono arrivate successivamente, a spazio ormai saturato. La prima riflessione è perciò di merito.

L'ulteriore riflessione che abbiamo potuto fare è l'avversione da parte dell'Amministrazione dell'andare a ragionare con quel tessuto economico produttivo vitale che è il comparto dell'artigianato. Abbiamo la sensazione che quel comparto - per motivi che ci sfuggono al momento - sia stato sottoconsiderato e sottostimato rispetto alle esigenze. L'Assessore sa che, ad oggi, gli unici che si sono attivati in maniera concreta, costituendo addirittura un consorzio, sono gli artigiani, mentre non ci sembra che il fronte industriale abbia ancora palesato delle proposte operative e concrete; dal fronte artigiano si sono concretizzate una serie di proposte operative, che sono state drasticamente ridimensionate dall'Assessore in riferimento a quelli che sono gli spazi che venivano richiesti dagli artigiani stessi.

A fronte di qualcosa come 10mila metri quadrati a pianterreno, per un insieme di evidenti ragioni di tipo logistico, l'Amministrazione regionale ha riconosciuto una superficie del 50 percento a pianterreno, con possibilità di avere uno sviluppo verticale per la residua parte di quell'insediamento. Questo è un altro elemento che valutiamo in maniera critica e ci sfuggono quelle che sono le ragioni di politica industriale, che hanno portato a questa scelta.

La pubblicità dell'area, Assessore, era frutto di una delibera di Giunta del maggio 1999, che doveva arrivare a divulgare e a rendere appetibile quest'area nell'ambito dei comparti industriali interessati. Abbiamo la sensazione che ci sia stato un sostanziale fallimento di questa divulgazione proprio per i tempi di cui parlavo prima, che hanno impedito una concretizzazione di quello che è un risultato dell'appetibilità dell'area stessa. Queste, in sintesi, sono le domande che riteniamo essenziali per poter capire quale sarà il futuro sviluppo in termini concreti, industriali, economici di quest'area, anche perché abbiamo delle difficoltà a capire come "Valle d'Aosta Struttura" potrà operare, e con quali tempi, nel creare questi manufatti, che in parte verranno realizzati direttamente da "Valle d'Aosta Struttura", se ad oggi siamo di fronte ad un'assenza di prospettive definite.

Mi sembra difficile pensare che si possano costruire capannoni e spazi da dedicare a queste attività, senza sapere quali sono le esigenze concrete di tipo produttivo, anche perché vediamo, proprio da esperienze che stiamo seguendo dal punto di vista politico-amministrativo della Bassa Valle, che ogni volta che un'azienda lascia una superficie, quella superficie, prima di essere utilizzabile dall'azienda subentrante, comporta una serie di modifiche molte volte radicali non dal punto di vista delle infrastrutture, ma proprio dal punto di vista delle strutture che sono legate ai differenti cicli di lavorazione. Abbiamo perciò anche qui la sensazione che la concretizzazione operativa di quest'area si sposti di parecchio nel tempo.

Attendiamo su queste domande che riteniamo precise, delle risposte altrettanto precise.

Président La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) Per rispondere alle domande poste, visto che il Consigliere ritiene si sia provveduto in ritardo a definire criteri e modalità di insediamento, al riguardo va detto come nell'adottare tali criteri, definiti con delibera di Giunta del febbraio 2002, precedentemente discussi e confrontati con le associazioni che fanno parte del "Patto per lo sviluppo" (in particolare le associazioni degli industriali e le associazioni degli artigiani), non vi siano stati ritardi per una serie di motivi.

Anzitutto i lavori di infrastrutturazione e bonifica sono stati realizzati, ma attualmente sono ancora in fase di collaudo. Gli interventi sono stati effettuati sulla base di un accordo di programma fra la Regione Valle d'Aosta e il Comune di Aosta e sono stati effettuati a valere sugli obiettivi comunitari - Obiettivo II RESIDER -, in questo caso rispettando i tempi autorizzati dall'Unione europea per la loro realizzazione.

C'è da dire anche, per quanto riguarda le disponibilità finanziarie complessive che l'Amministrazione regionale, in particolare "Vallée d'Aoste Structure", potrà utilizzare, siamo ancora nella fase finale, ma non abbiamo ancora concluso l'accordo quadro di programma con il Ministero del tesoro. Questo è un altro elemento utile per la definizione degli insediamenti. Esiste poi una preoccupazione - che condividiamo - espressa dal Consigliere Frassy: è necessario, per andare a fare delle scelte di insediamento, avere una conoscenza preventiva e il più approfondita possibile rispetto alle volontà di insediamento di potenziali imprese, sia artigianali che industriali. Questo per dire che riteniamo di essere, oggi, nelle condizioni di poter operare e, dal nostro punto di vista, non ci sono stati ritardi, anche perché, sulla base delle valutazioni e dei finanziamenti europei, noi - intendo "Vallée d'Aoste Structure" e "Finaosta" - abbiamo dovuto effettuare una valorizzazione delle aree e dei possibili immobili per quanto riguarda i valori a cui questi devono essere locati, tenendo conto degli investimenti fatti dall'Unione europea e quindi le compatibilità delle norme sulla concorrenza. Tutto ciò per ribadire che c'è stato un lavoro istruttorio che ha comportato del tempo, durante il quale c'erano delle variabili da definire, per cui, al momento in cui sono definite, è possibile operare.

Per quanto riguarda la promozione dell'area siamo in una fase in cui una serie di attività sono state definite: è stato definito il marketing strategico, quindi l'analisi della concorrenza, una scheda prodotto, la definizione dei "target group", i criteri di eleggibilità all'insediamento, prezzi e strategie immobiliari della concorrenza, quindi per valutare quali potessero essere degli "assets" competitivi per l'insediamento di Aosta e il "master plan" dell'area.

Si è partecipato al World Direct Investment Forum e al "meeting" di Porto quali momenti di promozione; sono stati realizzati dei modelli tridimensionali e una definizione del logo dell'area; sono state fatte delle inserzioni su riviste specializzate; si è realizzata una brochure sull'area e sul contesto valdostano; è stato realizzato un sito Web sull'area stessa; si è tenuto, lo scorso anno, ad ottobre, il convegno di Saint-Vincent e sono stati definiti elementi di "marketing" operativo, "layout" dell'area, canoni di locazioni come accennavo prima, i servizi offerti; si è proceduto alla predisposizione delle procedure per l'esame delle domande di insediamento ed eventuale finanziamento a valere sulla legge regionale n. 3/2000 che è la legge che finanzia l'insediamento dell'area.

Cosa rimane ancora da fare? È in fase di attuazione una verifica della fattibilità di una convenzione con "Unionfidi Piemonte" per l'ottenimento di garanzie a fronte di interventi finanziari, è in fase di implementazione l'attivazione di una rete di intermediari per attività di promozione e attuazione di investimenti sia italiani che esteri, quindi attraverso gli uffici esteri del Ministero del commercio estero, consulenti, società specializzate; è in preparazione in concerto con l'ICE un "workshop" di penetrazione e dei "meetings" dedicati a Parigi, Bruxelles, New York e una promozione all'interno di eventi promozionali che si tengono a Francoforte, negli Stati Uniti e nel Far Tast, quindi c'è un'azione che riguarda interventi collegati ai servizi dell'area e interventi invece collegati ad una pubblicizzazione che va al di fuori dei confini regionali.

Per quanto riguarda la terza domanda, c'è da rilevare che, in esecuzione della convenzione che è stata fatta con la Regione, "Vallée d'Aoste Structure" ha presentato un "master plan" della zona D2, quindi della zona industriale, alla fine di febbraio. Questo "master plan" è stato redatto secondo le linee di indirizzo fornite dall'accordo di programma fra Regione e Comune di Aosta, sulla base del modello di sviluppo dell'area industriale indicato dalla Giunta regionale. I criteri degli interventi saranno stabiliti dal "master plan" che al momento non è stato ancora approvato dalla Giunta regionale.

Nel "master plan" si tiene conto della necessità di interventi di carattere flessibile per quanto riguarda le strutture industriali o artigianali, nel senso che si tratta di costruire degli stabilimenti che possano essere funzionali e quindi, in prospettiva, essere utilizzati senza avere delle tipologie costruttive particolarmente vincolanti rispetto alla tipologia di produzione o alla tipologia del processo produttivo utilizzato.

Per quanto riguarda gli interventi di edificazione, come si sa, è possibile intervenire sull'area concedendo diritto di superficie all'impresa che intenda costruire a proprie spese oppure locare gli immobili. Per quanto riguarda questa seconda parte, gli interventi di edificazione hanno il vincolo economico delle risorse disponibili, che attualmente sono di 7.750.000 euro per quanto riguarda l'Obiettivo II, 2000 e 2006, e ai fondi che deriveranno dall'accordo quadro di programma con il Ministero del tesoro - accordo che è in via di definizione e dal quale deriveranno circa 5,7 milioni di euro - a questi si aggiungeranno circa 650.000 euro di fondi regionali, la quota di "overbooking".

I tempi di realizzazione saranno stabiliti nelle progettazioni definitive; comunque, le progettazioni definitive ed esecutive, saranno effettuate nel corso di quest'anno.

Per quanto riguarda la questione degli artigiani, occorre puntualizzare alcune cose. Innanzitutto non c'è alcuna volontà da parte dell'Assessorato e di questa Amministrazione né di marginalizzare né di penalizzare gli artigiani, tant'è che i criteri di priorità e modalità di selezione delle imprese da insediarsi nell'area Cogne sono stati discussi e approfonditi con le associazioni di categoria.

Non a caso l'articolo 5 di questi criteri fa esplicito riferimento alle imprese artigiane e in questo caso viene data priorità ai consorzi artigiani; non solo, si prevedono, proprio in considerazione della particolare tipologia di attività delle imprese artigiane, delle deroghe per quanto riguarda l'utilizzazione degli spazi esterni per stoccaggio non temporaneo di merci o altro, quindi andando in deroga a quanto è definito per l'insieme dell'area in cui si prevede che le aziende insediate dovranno provvedere, di norma, all'organizzazione della propria attività produttiva all'interno degli edifici occupati. Proprio per la tipologia delle imprese artigiane, si è prevista una zona in cui è possibile operare una deroga.

Non solo, va ricordato come l'accordo di programma fra l'Amministrazione regionale e il Comune di Aosta prevedeva una superficie di pavimento di 5.000 metri quadri. Abbiamo avuto, nei giorni scorsi, un incontro con il Consorzio artigiani, alla metà del mese di aprile, per aprire un confronto; in quella sede è stata fatta una prima ipotesi di andare a mettere a disposizione un'area ben superiore ai 5.000 metri quadri. Si pensava ad un raddoppio di quest'area, abbiamo ipotizzato soluzioni alternative che sono scaturite proprio dal confronto che c'è stato con gli artigiani, nel senso che la nostra volontà è, da una parte, quella di trovare delle soluzioni che vadano nella direzione di quelle che sono le esigenze delle imprese artigiane e, dall'altra, di fare un utilizzo ottimale dell'area.

Sappiamo che le aree industriali in Valle d'Aosta non sono una "cosa" diffusa e abbiamo esempi di consorzi artigiani che si sono realizzati su edifici a due piani con il consenso degli artigiani stessi.

Stiamo quindi lavorando in questa direzione e nei prossimi giorni avremo ulteriori incontri per definire questo. Oltretutto le imprese artigiane non sono penalizzate, anche perché gli incentivi finanziari previsti dal disegno di legge, che riguarda: "Interventi per lo sviluppo delle imprese industriali e artigiane", attualmente in fase di notifica presso la Comunità europea, si rivolgono alle imprese artigiane che sono superiori a quanto previsto dalla legge n. 3, legge relativa agli insediamenti produttivi delle imprese industriali nell'area Cogne.

Nel caso degli artigiani si è fatto un ulteriore passo avanti prevedendo dei finanziamenti per la costituzione di consorzi, che non è prevista nella legge n. 3, e prevedendo anche la possibilità, nell'erogare gli equivalenti di sovvenzione netta o gli equivalenti di sovvenzione lorda consentita dall'Unione europea, di aggiungere anche il "de minimis". Si sono trovate quindi anche delle soluzioni su questo terreno che sono particolarmente favorevoli agli artigiani, ovviamente nell'ambito delle normative comunitarie.

Mi pare pertanto infondata l'affermazione "si intendono marginalizzare e penalizzare gli artigiani"; non è assolutamente intenzione di questa Amministrazione penalizzare queste categorie di imprenditori!

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Fossimo a un convegno, la sua sarebbe stata una bella relazione di prospettiva. Riteniamo invece inadeguata la risposta, la riteniamo inadeguata rispetto al tempo trascorso che lei non ha voluto quantificare, ma che sarà almeno equivalente a quello trascorso per vedere concretizzare qualcosa, e non sappiamo ancora che cosa.

Nel 1997 veniva sottoscritto l'accordo di programma e nel 1997 quelle aree erano già disponibili per quelli che potevano essere gli avvii dei vari interventi. Voglio solo ricordare che in sei anni, e quindi ne sono passati solo cinque, a Berlino hanno risistemato da un punto di vista urbanistico, viabilistico, produttivo, qualcosa come un milione di metri quadrati. Qui, dopo cinque anni, siamo ancora alla definizione dei criteri, le priorità, i "master plan", i siti Web e tutte queste belle cose di carta che non danno risposte concrete.

Quando si parla di "economia" e di "aree industriali", quello che conta sono le aziende, sono le persone che lavorano, sono le persone che pagano le tasse, sono le persone che ritirano gli stipendi. Qui, invece, continuiamo a far chiacchiere, continuiamo a investire risorse ingenti senza sapere dove andremo a parare, perché lei, Assessore, non ha potuto non convenire con quella che era la nostra preoccupazione sul fatto che, oggi come oggi, non si può accelerare nulla, perché in assenza di controparti industriali con cui verificare le loro esigenze, siamo destinati giocoforza a perdere altro tempo. Non è vero quanto lei sostiene che non siete in ritardo! Siete in ritardo, perché se è vero che il denaro ha un costo, tenere bloccata quell'area per gli anni che occorreranno da dicembre 2001 prima che si vedano i primi insediamenti industriali è un costo, e sono risorse sottratte alla comunità valdostana.

Siamo perciò insoddisfatti della risposta, perché è "una risposta che non dà risposte", è una risposta di carta su un'area dove invece andrebbero date risposte concrete e con tempistiche differenti. Tempo addietro, lei diceva che nel secondo semestre 2002 avrebbe ipotizzato di vedere i primi insediamenti. A noi dispiace che queste sue previsioni ottimistiche, rilasciate ad un settimanale locale nel marzo 2001, siano state superate dalla realtà dei fatti, perché abbiamo la stessa, se non maggiore convinzione di quella che possiate avere voi come Giunta, che i ritardi in questi ambiti facciano male alla Valle d'Aosta! E fanno ancora più male quando il futuro di questa regione sarà un futuro diverso, perché sarà un futuro meno ricco per i trasferimenti diversi, meno ricco per i riflessi di quell'auspicabile politica fiscale che il nostro Governo sta attuando, in quanto diminuirà la pressione fiscale e diminuiranno i nove decimi. Ritardare volani di sviluppo che portano risorse autonome, sono sicuramente danni che vengono fatti alla nostra regione. Assessore, come fa a sostenere che gli artigiani non sono penalizzati? Il consorzio di cui parliamo è pronto e si è anche formalizzato e costituito ormai da tempo!

Quel consorzio non riuscirà a mettere i piedi in quelle aree, se non fra un periodo che sarà superiore alle aspettative di fine anno che lei auspicava! I tempi tecnici di edificare sono tempi che tutti conosciamo; se lei ipotizza che il "master plan" della zona industriale, ed ha sottolineato "zona industriale", che è diversa dalla zona artigianale - e ci sembra di aver capito che la zona industriale abbia una priorità rispetto alla zona artigianale - perché lei stesso… come?

(interruzione dell'Assessore Ferraris, fuori microfono)

… sto dicendo che lei ha detto il "master plan" della zona industriale, lasciando intendere che c'è un "master plan" per la zona non industriale, anche perché comunque sappiamo che la localizzazione delle aree artigianali è in un comparto a sé stante rispetto alla previsione di insediamento delle imprese industriali.

Se l'ipotesi è di arrivare a definire i criteri di edificazione a fine anno, e noi auspichiamo che questa volta la sua previsione si possa concretizzare, anche se temiamo fortemente che ciò non accada, i tempi di edificazione e i tempi di insediamento inevitabilmente vanno da qui ad almeno due o tre anni.

Il giudizio che diamo sull'operazione dell'area Cogne è perciò un giudizio negativo e devo dire, ahimè, che se due erano gli elementi importanti: la riqualificazione urbanistica e la riconversione produttiva, il fallimento della riqualificazione urbanistica è sotto gli occhi di tutti, perché dei tre momenti importanti: il parco, e lo vedremo a breve, appena sarà praticabile, darà veduta sulle ciminiere della Cogne - follia! -, la "strada di gronda", come è stata definita, dovrebbe smaltire un traffico che finisce nell'imbuto di un quartiere, che non ha una viabilità necessaria per smaltire questo tipo di traffico che si presupponeva di veicolare, la zona di rappresentanza della riconversione sta a ridosso degli impianti dell'idrogeno e dell'ossigeno, che tutto possono essere meno che un biglietto da visita… perciò la riqualificazione urbanistica è abortita ed è sotto gli occhi di tutti, mentre la riconversione produttiva è in parte deficitaria per i lunghi tempi di realizzazione!