Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2610 del 8 maggio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2610/XI Incentivi agli allevatori per interventi sanitari per il bestiame in Valle d'Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso:

- che il territorio della Regione Valle d'Aosta è stato dichiarato ufficialmente indenne:

a) da tubercolosi bovina e bufalina (2001);

b) da brucellosi bovina (1995), ovina e caprina (1996);

c) da leucosi bovina enzootica (1995);

- che la Regione ha adottato un programma di bonifica sanitaria, finalizzato al controllo e al risanamento degli allevamenti valdostani dalla tubercolosi, dalla brucellosi e dalla leucosi;

- che il ddl 116, recentemente approvato da questo Consiglio regionale, dispone incentivi per l'attuazione di interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico;

- che il Ministero della Salute, con decreto del 31 gennaio scorso, ha definito il sistema di censimento dei bovini, attribuendo le relative competenze alle autorità sanitarie territoriali;

tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore delegato per sapere:

1) quanti animali infetti sono stati rilevati in Valle d'Aosta negli ultimi tre anni, quali misure di precauzione sono state adottate e se tali rilevamenti sono pregiudizievoli in merito alla qualifica di "territorio ufficialmente indenne"; infine, qual è l'entità delle indennità di abbattimento (nazionale e compenso integrativo regionale) corrisposte, negli anni in esame, agli allevatori valdostani;

2) quali sono le attuali epizoozie e le altre malattie, ufficialmente riconosciute in uno specifico programma, che potrebbero affliggere il comparto zootecnico valdostano;

3) quali sono le modalità e i tempi secondo i quali si intende dare attuazione al ddl 116, tenuto conto delle limitazioni poste dalla nota comunitaria del 19 marzo scorso;

4) per quale ragione in Valle d'Aosta l'identificazione dei bovini non è effettuata dall'autorità sanitaria, come richiede la normativa nazionale, bensì dall'AREV.

F.to: Tibaldi - Frassy

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) L'interpellanza in questione mira ad approfondire due aspetti: il primo, la condizione sanitaria del patrimonio zootecnico valdostano; il secondo, l'anagrafe del bestiame che, come ben sa l'Assessore, ha subìto recenti modificazioni in forza di un decreto ministeriale adottato nel gennaio scorso.

Partirei proprio dall'anagrafe del bestiame, come punto nodale di questa interpellanza, poiché costituisce uno strumento importante rivolto in tre direzioni. La prima, attuare gli interventi sanitari, e per attuare gli interventi sanitari è indispensabile conoscere approfonditamente il patrimonio zootecnico nella sua complessità su tutto il territorio regionale; il secondo, per garantire la tracciabilità degli animali, cioè seguirne lo spostamento dalla nascita fino alla morte e conseguentemente i prodotti che derivano dal loro utilizzo; il terzo, per ottenere gli aiuti di cui alle leggi regionali in materia, in particolare al disegno di legge n. 116 che è stato recentemente approvato dal Consiglio regionale.

Per quanto riguarda la condizione sanitaria del patrimonio zootecnico valdostano, abbiamo posto all'Assessore delle precise domande, nella fattispecie quali sono i livelli di animali infetti che sono stati rilevati in Valle d'Aosta nell'ultimo triennio, come si evince dalla lettura della prima domanda, quali misure di precauzione sono state adottate, e se tali rilevamenti sono pregiudizievoli in merito alla qualifica di "territorio ufficialmente indenne".

Qualifica che è pervenuta a favore del territorio della Regione Valle d'Aosta sia per quanto riguarda la tubercolosi bovina e bufalina nel 2001, come è stato indicato in premessa, sia per quanto riguarda la brucellosi bovina nel 1995, ovina e caprina nel 1996, sia per quanto riguarda la leucosi bovina enzootica nel 1995. Questi dati sono stati rilevati anche grazie a una richiesta di documenti che è stata effettuata presso l'Assessorato della sanità, il quale tempestivamente ha provveduto a fornire i documenti. La Regione sta adottando un programma di bonifica sanitaria, che è stato deliberato in diversi momenti, attraverso piani di profilassi di risanamento a vantaggio di tutti gli allevamenti. In particolare vorremmo capire, oltre alle condizioni del patrimonio zootecnico valdostano, come si innesta il recente disegno di legge n. 116, e qui so che la materia è molto vasta e forse esaurirla in un'interpellanza è riduttivo. Ne abbiamo parlato anche in occasione del recente dibattito sullo stesso disegno di legge n. 116 e proprio da quel dibattito abbiamo tratto degli spunti per proporre questa iniziativa.

Dicevo che la condizione sanitaria e l'erogazione degli incentivi previsti dal disegno di legge n. 116 sono in stretta connessione, perché questo disegno di legge prevede interventi precisi che devono esplicarsi nell'ambito di un recinto normativo sancito dall'Unione europea secondo delle indicazioni che sono state formalizzate in una nota dell'Unione europea che è stata allegata allo disegno di legge n. 116. Il disegno di legge n. 116 prevede interventi finanziari cospicui, diversi milioni di euro, che dovranno essere erogati seguendo determinate linee guida.

Ora, non riusciamo a comprendere: se da un lato il territorio valdostano è ufficialmente indenne da certi tipi di malattie e questi contributi debbano sopperire alle carenze sanitarie del patrimonio zootecnico valdostano, in quale direzione possano essere utilizzati questi denari, secondo quali modalità e secondo quali tempi. Di qui, infatti, la terza domanda che proponiamo nell'interpellanza: come la Giunta intende dare attuazione a questo disegno di legge 116.

Quali sono poi le malattie che caratterizzano e rischiano di caratterizzare, secondo le previsioni dell'Assessorato, il comparto zootecnico valdostano. Sulla base di queste premesse - che sono di carattere cognitivo in parte, ma anche di carattere intenzionale, soprattutto la terza domanda - vorremmo capire com'è che si sviluppa l'identificazione anagrafica del bestiame.

L'Assessore ha visto che in premessa citiamo un decreto ministeriale del 31 gennaio scorso, secondo il quale è stato definito il nuovo sistema di censimento dei bovini; sistema di censimento che prevede, per ogni capo, la presenza di un vero e proprio passaporto che segue l'animale dalla nascita al momento in cui viene soppresso.

Il decreto ministeriale del 31 gennaio scorso attribuisce le competenze al Servizio veterinario, o meglio alle autorità sanitarie territoriali competenti in ogni regione o in ogni ambito USL; in Valle d'Aosta, invece, questa competenza è attribuita all'AREV, che è detentrice dell'anagrafe regionale del bestiame. Senza voler mettere in discussione questa competenza che è stata attribuita all'AREV, non riusciamo però a capacitarci come mai l'identificazione venga effettuata da personale che non ha qualifica sanitaria, come qui viene enunciato nella delibera n. 1209 dell'8 aprile scorso. In particolare con questa delibera, la Giunta regionale, facendo riferimento ad una legge regionale del 1993 e ad un regolamento regionale del 1998, prevede che l'AREV presenti annualmente all'Assessorato regionale competente un preventivo di spesa e un programma per l'effettuazione delle operazioni di identificazione.

In questa delibera invece non si fa alcun cenno, nonostante la data successiva, alle previsioni ministeriali del 31 gennaio scorso; inoltre, così come è stilata, questa delibera non sembra neppure conforme al decreto del Ministero della salute. Decreto che precisa - lo ripeto - che queste competenze siano comunque attribuite ai servizi sanitari, in particolare al Servizio veterinario, tant'è che l'assegnazione dei codici individuali dei marchi auricolari - perché si parla di "marchi auricolari" nel decreto ministeriale, come d'altronde ne parla anche la delibera regionale - è effettuata dalla banca dati nazionale in collaborazione con il Servizio veterinario dell'ASL competente. Del pari, il Servizio veterinario dell'ASL provvede al rilascio e alla vidimazione del passaporto.

Vi sono poi obblighi previsti dal titolare dell'azienda, che deve denunciare tempestivamente ogni variazione relativa al proprio allevamento; vi è tutta una serie di procedure, che però nella delibera regionale non paiono essere recepite.

Ecco perché, con la quarta domanda, vogliamo chiedere all'Assessore, alcune risposte in merito a questo punto, anche perché le regioni e le province autonome devono assicurare il corretto funzionamento del sistema di identificazione e registrazione sul territorio di propria competenza, in particolare devono organizzare, coordinare e verificare l'attività prevista dall'articolo 10 di questo decreto ministeriale da parte dei servizi veterinari delle USL. Ora qui - lo ripeto - i servizi veterinari e l'USL, e comunque gli organi sanitari, ci sembrano completamente avulsi da questa importante operazione di identificazione del bestiame, di apposizione della marca auricolare e, di conseguenza, del passaporto che devono possedere tutti i vitelli presenti sul territorio regionale.

È vero che la Regione Valle d'Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano hanno competenze particolari dovute alle proprie autonomie statutarie, ma è altrettanto vero che questo decreto trova applicazione anche in questi territori e deve essere assicurata comunque l'interconnessione con il sistema nazionale.

Visto che il nucleo fondamentale per controllare il patrimonio zootecnico regionale è l'identificazione, capo per capo, dei bovini, degli ovini e delle altre specie animali allevate sul territorio, sarebbe opportuno che l'Assessore enucleasse quelle che sono le intenzioni qui richieste ai sensi della domanda n. 3 e come mai non sembra rispettato il decreto ministeriale che ho citato.

Président La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.

Perrin (UV) Credo che con soddisfazione possiamo dire che la nostra regione è stata dichiarata "ufficialmente indenne" da tubercolosi, da brucellosi e da leucosi. È un risultato senz'altro buono che ci permette di lavorare con tranquillità e quindi garantire tutti i nostri prodotti a livello di sicurezza del consumatore.

Inizierei con il fornire al Consigliere alcuni dati che si riferiscono all'ultimo triennio del risanamento, non alla campagna in corso, chiaramente, perché non è terminata, quindi mi riferisco alle campagne 1999-2001.

Nel 1999 abbiamo avuto una piccola recrudescenza di brucellosi, infatti abbiamo avuto 64 capi infetti da brucellosi, 2 da leucosi e 88 da tubercolosi. Arriviamo invece, con il ripetersi delle prove in primavera per monitorare tutti gli allevamenti in modo da avere una sicurezza sanitaria, ai risultati soddisfacenti del 2000 con 271 capi infetti da brucellosi e 18 da tubercolosi; infine nel 2001 abbiamo 154 capi infetti da brucellosi, 1 capo da leucosi e 6 da tubercolosi. Quindi c'è un trend in progressione positiva molto incoraggiante. Questo non significa che si debba abbassare la guardia, perché sappiamo che si tratta di malattie sempre pericolose, ed è per quello che si continuano le campagne di risanamento con molta attenzione.

Per quanto riguarda gli indennizzi, le indennità che sono state liquidate ammontano nel 1999 a 1.563 milioni per la brucellosi, a 262,582 milioni per la TBC e 181 milioni per il 2001; chiaramente con il calo dei numeri di capi da abbattere cala anche l'indennizzo.

L'indennizzo ipotetico statale è da considerarsi in circa 700.000 lire a bovina eliminata, l'integrazione regionale è invece fatta su dei parametri di valutazione anche della tipologia dell'animale eliminato ed arrivava fino a un massimo di 2,450 milioni per l'animale al massimo della sua carriera.

Per la leucosi gli indennizzi corrisposti ammontano a 2,380 milioni per il 1999, a 1,235 milioni per il 2001, mentre nel 2000 la patologia era assente. Per quanto riguarda la tubercolosi, sono stati corrisposti indennizzi per 121,358 milioni per la campagna 1999, 16 milioni per il 2000 e 8,249 milioni per il 2001. Questi dati poi li posso fornire al Consigliere. Le misure che si adottano per prevenire il diffondersi delle infezioni sono basate essenzialmente sull'identificazione - giustamente il Consigliere Tibaldi faceva rilevare l'importanza di un'identificazione precisa degli animali, identificazione indelebile di tutti i capi di bestiame e contestuale inserimento in una banca dati - di tutte le informazioni relative agli allevamenti e a tutti i capi presenti in Valle d'Aosta, e sull'attuazione di un programma annuale di bonifica sanitaria del bestiame che prevede azioni di profilassi e di risanamento degli allevamenti bovini da tubercolosi, da leucosi e degli allevamenti bovini e ovicaprini da brucellosi.

Qualora si riscontri la presenza di capi infetti, si adottano una serie di provvedimenti. Innanzitutto gli animali vengono subito isolati fino alla loro macellazione: questa deve avvenire al più presto e, comunque, non oltre 30 giorni dalla notifica ufficiale al proprietario nel caso di tubercolosi; nel caso di brucellosi la macellazione deve avvenire non oltre 7 giorni dalla notifica.

Qualora la presenza della tubercolosi, della brucellosi, della leucosi venga accertata durante il periodo di promiscuità di più allevamenti, un pericolo presente soprattutto nel periodo estivo e del pascolo, si adottano provvedimenti restrittivi adeguati anche sugli animali co-presenti sulla base di oggettive valutazioni epidemiologiche. Inoltre, dopo l'eliminazione dei bovini risultati infetti e l'effettuazione delle opportune disinfezioni, nell'allevamento infetto dovranno essere effettuate le prove ufficiali per confermare l'avvenuta eliminazione della malattia, quindi il ripopolamento degli allevamenti affetti da tubercolosi e da brucellosi è autorizzato solo dopo che i soggetti ancora presenti in stalla abbiano fornito risultato negativo ad almeno due prove ufficiali.

In caso di tubercolosi, brucellosi e leucosi accertati, il veterinario dispone adeguate misure per evitare la trasmissione al personale addetto, nonché la propagazione delle infezioni fra gli animali, e deve inoltre svolgere un'accurata indagine epidemiologica, mirante ad individuare l'origine dell'infezione e la possibilità di eventuali contatti con altri allevamenti. Come si vede, è una analisi molto precisa e dettagliata che viene fatta, caso per caso, sui singoli allevamenti.

Il veterinario ufficiale provvede anche al ritiro dei passaporti, la famosa "carta di identità degli animali", e al loro invio all'Ufficio servizi zootecnici, il quale ristamperà nuove certificazioni al momento della riacquisizione della qualifica, ciò a garanzia che gli animali non possano essere spostati nel periodo in cui hanno dei problemi sanitari.

Vorrei fare ancora una precisazione: la qualifica di "territorio ufficialmente indenne" è legata alla percentuale di allevamenti e non al numero degli animali che hanno reagito positivamente, quindi è la percentuale degli allevamenti interessati che viene conteggiata al di sotto di una certa soglia, per avere diritto alla qualifica di ufficialmente indenne.

Per rispondere al punto 2, oltre al programma annuale di bonifica sanitaria del bestiame per tubercolosi, leucosi e brucellosi, fra le malattie riconosciute in specifici programmi regionali e rientranti nelle linee di orientamento comunitarie in materia di aiuti al settore agricolo, saremo in grado di attivare al più presto un piano di lotta alla mastite bovina in applicazione del disegno di legge n. 116, ormai diventato legge regionale n. 3/2001.

Il piano di lotta alla mastite potrà verosimilmente essere attivato a partire dal prossimo mese di giugno, con azioni che prevedono il controllo, la prevenzione, la cura e l'eradicazione della malattia. Stiamo lavorando in questi giorni con l'apposita commissione - prevista dalla legge - per andare a predisporre il piano, e questo piano sarà poi oggetto di approvazione da parte della Giunta regionale, e io sono disponibile - come avevo già annunciato in Consiglio - anche ad illustrarlo in commissione, se la commissione fosse interessata ad acquisire elementi sull'impostazione di piano sanitario.

Non è da escludere nel prosieguo che altre malattie possano essere oggetto di piano sanitario, perché nel regolamento di Polizia veterinaria c'è tutta una serie di malattie che si possono eradicare attraverso dei piani specifici. Faccio un esempio a caso: l'IBR, che è una malattia che inizia a preoccupare alcuni allevamenti non tanto in Valle d'Aosta, dove non abbiamo ancora dei dati precisi, ma in altre regioni, che hanno già fatto un piano di eradicazione di questa malattia per permettere il commercio internazionale, del bestiame perché è una delle misure che viene richiesta proprio per spostare gli animali fra stato diversi; in prospettiva, questo potrebbe essere un piano sanitario da attivare: oggi come oggi, non siamo ancora pronti.

Procedendo sempre con l'analisi dell'attuazione della legge regionale n. 3, per quanto riguarda l'analisi del bestiame si tratta di dare continuità all'attività iniziata già con l'entrata in vigore della legge n. 17/1993, implementandola con tutta una serie di informazioni più precise, che ci permetteranno di avviare sia i piani sanitari che i piani di controllo della qualità, come già avevo illustrato in sede di illustrazione della legge.

Per quanto concerne l'assistenza zooiatrica, anche qui si sta predisponendo un piano triennale 2002/2004, che va ad assicurare questo tipo di servizio agli allevatori, mentre per l'ultima misura, quella prevista dalla lettera d) per quanto attiene ai controlli sanitari e di qualità sui prodotti della filiera zootecnica, si prevede la loro attivazione a partire dal periodo autunnale, e sarà l'azione che richiederà più tempo per essere messa in atto, in quanto si tratta di attivare dei piani specifici, come ad esempio la valorizzazione della carne della razza bovina valdostana, che è uno degli obiettivi fondamentali di questa misura.

Per rispondere alle preoccupazioni del Consigliere Tibaldi circa l'anagrafe del bestiame, io credo che se c'è stata una colpa da imputare all'Amministrazione regionale, è quella di aver anticipato i tempi; cioè noi siamo stati, per quanto riguarda la legge sull'anagrafe del bestiame, precursori di una metodologia che oggi è stata riconosciuta a livello europeo, quindi vorrei ancora rimarcare che la Regione Valle d'Aosta è stata la prima regione ad approvare una legge istitutiva dell'anagrafe, che prevede l'identificazione di tutti i capi di bestiame della specie bovina, ovina e caprina, e l'iscrizione di tutte le aziende di allevamento, quindi un controllo totale sulla popolazione bovina, ovina e caprina della nostra regione. Successivamente con il regolamento del 1998 n. 5 si è prevista anche la possibilità di identificare con meccanismi elettronici gli animali, il famoso "progetto IDEA".

Per quanto riguarda la marcatura, questa attività era stata affidata già allora all'AREV, che provvede ad identificare gli animali dopo la nascita e al passaggio dei relativi dati alla banca dati, dove l'animale viene registrato; per ogni animale quindi è emesso il famoso passaporto. La gestione della banca dati compete all'Ufficio servizi zootecnici dell'Assessorato all'agricoltura e risorse naturali, che prevede ad implementarla con i dati provenienti dagli allevatori (quindi morte degli animali, compravendita, tutte le operazioni coinvolgono i veterinari - controlli sanitari - e i macelli - abbattimenti) e assicura l'interconnessione con il sistema nazionale.

Questo è l'accordo che abbiamo con il centro di Teramo, il centro autorizzato dallo Stato per la gestione dell'anagrafe. I controlli vengono effettuati sia dagli operatori dell'Ufficio servizi zootecnici, sia dai veterinari dell'USL: questa collaborazione è in atto sin dalla predisposizione della legge ed è una collaborazione di natura spontanea, che ha dato fra l'altro tutti i suoi risultati. Vorrei evidenziare che all'AREV è affidata la sola marcatura del bestiame, quindi l'atto di applicare il bollo, o il bolo endoruminale da inserire negli animali, mentre nelle altre regioni questo compito è affidato, secondo la normativa, all'allevatore stesso; quindi l'AREV in questo caso fa un'operazione per conto dell'allevatore, dando anche delle garanzie di uniformità nella predisposizione della marcatura.

Tali procedure, come il Consigliere Tibaldi aveva già anticipato, sono state riconosciute dalla normativa nazionale; infatti l'articolo 16, comma 2, del decreto interministeriale 31 gennaio 2002, recante: "Disposizioni in materia di funzionamento dell'anagrafe bovina", recita: "Il presente decreto trova applicazione nella Provincia autonoma di Bolzano e nella Regione autonoma della Valle d'Aosta, fatte salve le disposizioni adottate nell'ambito delle rispettive autonomie statutarie", cioè è stata riconosciuta in via breve la nostra procedura, perché è stata quella che ha tracciato la via, quindi viene riconosciuta come procedura ufficiale per la nostra regione, assicurando comunque l'interconnessione con il sistema nazionale. Questa interconnessione è garantita dai nostri uffici direttamente con Teramo, dove si gestisce la banca dati ufficiale dell'anagrafe nazionale del patrimonio bovino.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Ringrazio l'Assessore della risposta, che ha dato sostanziale soddisfazione a tutti i quesiti posti.

Per quanto riguarda le tabelle e i dati che ha citato chiedo se è possibile averne una copia perché non è facile prendere appunti e ascoltare contemporaneamente, cosicché anche il sottoscritto e il gruppo possono avere la possibilità di approfondire certe affermazioni che ha fatto l'Assessore. Il nodo fondamentale resta quello che comunque il censimento del patrimonio zootecnico è importante, e per prevenire l'insorgenza di eventuali malattie - come ha detto l'Assessore e come da noi è stato sottolineato, e anche per evitare che in applicazione della legge n. 3/2001, l'ex disegno di legge n. 116, possano essere attivati meccanismi che siano premianti magari di situazioni che possano causare l'insorgenza di malattie. Di qui la nostra convinzione che debba essere implementata l'azione di prevenzione, di controllo e di eradicazione delle eventuali malattie che si possono presentare. L'Assessore a questo punto ha fatto riferimento alla mastite bovina, non ci ha detto ancora quanti sono gli animali censiti affetti da mastite; ci pare di capire che la commissione se ne sta occupando, sarà quindi nostra cura approfondire con ulteriori iniziative.

Per quanto concerne il quarto punto, l'Assessore ha citato l'articolo 16, comma 2, del decreto ministeriale, che salvaguarda quelle che sono le competenze statutarie regionali nostre e provinciali di Bolzano, nell'ambito delle quali però deve essere assicurata l'interconnessione con il sistema nazionale. Non ho capito bene questa interconnessione da quale atto normativo o amministrativo sia stata garantita; mi è parso di aver colto questo particolare dalle parole dell'Assessore nella sua risposta. Il fatto fondamentale è che prendiamo atto che in Valle l'AREV ha un ruolo, l'Assessore dice solamente di "apposizione di un marchio auricolare"; non abbiamo capito se l'AREV ha un ruolo anche di identificazione della qualità sanitaria del bovino che viene censito, ma è auspicabile che questa identificazione sia fatta da autorità sanitarie che sono territorialmente competenti, al fine di garantire la salubrità dell'animale allevato e, di conseguenza, la qualità dei suoi prodotti, come latte e carne, che possono essere consumati sia a livello locale, che fuori Valle.

Ringraziamo l'Assessore della risposta, riservandoci una lettura approfondita delle materie trattate.