Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2598 del 8 maggio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2598/XI Fenomeni allergici imputabili ad uso di materiale di prevenzione di infezione da parte di operatori sanitari. (Interrogazione)

Interrogazione Preso atto che in questi ultimi venti anni si è diffuso in modo generalizzato l'uso di guanti da parte degli operatori sanitari, come misura precauzionale al propagarsi di possibili infezioni;

Visto che il lattice, materiale con cui è fatta la maggior parte dei guanti, è all'origine di fastidiose allergie alle mani, che a volte impediscono di lavorare;

Appreso che, in ambito nazionale, è in progressivo aumento la percentuale del personale sanitario che soffre di allergia per l'uso prolungato di tale tipologia di guanti;

Ritenuto ragionevolmente che l'azienda USL della Valle d'Aosta non possa essere indenne da tale problema;

Considerando che rientra negli obiettivi di un'azienda valorizzare e proteggere il proprio personale;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interroga

l'Assessore competente per sapere:

1) se anche l'azienda USL della Valle d'Aosta registra tali fenomeni allergici e in quali percentuali;

2) quali sono, a suo avviso, le azioni che l'azienda potrebbe intraprendere per prevenire l'insorgere di fenomeni allergici tra il proprio personale.

F.to: Squarzino Secondina

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Sperando che la sordità latente della Consigliera Squarzino sia un fenomeno stagionale, temporaneo, non organico, perché nel qual caso consiglierei un ottimo otorino, ma, essendo al contrario convinto che la Consigliera Squarzino goda di ottima salute e che il suo tono di voce e il suo atteggiamento si inseriscono benissimo nella sua logica - direi -autoreferenziale, mi accingo a rispondere a questa interrogazione.

Premesso che fra gli obiettivi di salute da perseguire secondo le linee dell'Organizzazione mondiale della sanità vi è la promozione della sicurezza in ambiente di lavoro, che si traduce nella riduzione del rischio per la salute e la sicurezza degli operatori sanitari, occorre precisare che la frequenza di allergie al lattice di gomma naturale negli ultimi venti anni è aumentata sia nella popolazione, sia nelle categorie ad elevata esposizione, come ad esempio il personale sanitario in relazione all'uso di guanti o altro materiale in lattice, in particolare recenti studi effettuati in Europa hanno riscontrato una prevalenza di allergie al lattice del 2,9 percento nel personale sanitario, disaggregando il dato per mansione risulta che la prevalenza è data dal personale del blocco operatorio con il 6,2 percento in relazione al maggior uso di guanti o di altro materiale.

Per quanto riguarda l'azienda USL della Valle d'Aosta, dal 1988, anno di inizio delle registrazioni, al 2001 sono state effettuate 165 visite sui dipendenti che hanno segnalato problemi dermatologici o respiratori. Il dato corrisponde a circa il 10 percento del personale che fa uso di guanti o di altro materiale in lattice. Nel periodo compreso fra gli anni 1988 e 1993 l'andamento dei nuovi casi è stato di circa 5 nuovi casi all'anno, con una media di 5,6 casi annui, intervallo 1-10. Dal 1994 al 2001 c'è stato un forte incremento di nuove segnalazioni con una media di 16,75 casi annui, intervallo 10-26. La distribuzione dei casi rispetto alle qualifiche evidenzia percentuali comprese fra il 13 percento e il 20 percento per infermieri, ausiliari e OTA, mentre oscilla fra il 5 e il 9 percento per il personale medico.

Rispetto al secondo quesito, l'azienda USL, oltre a dotare gli operatori allergici di guanti in duraprene (latex free), ha adottato la deliberazione n. 632/2002 per la costituzione di un apposito gruppo di lavoro che ha fra i suoi compiti: identificare i compiti lavorativi all'interno della mansione che necessitano dell'uso di guanti in lattice e quelli in cui possono essere utilizzati i guanti in materiale alternativo, esempio: polivinilcloruro; prevedere nel capitolato di acquisto la certificazione da parte delle ditte produttrici della presenza o assenza di lattice nei vari manufatti; promuovere e verificare l'utilizzo di guanti in lattice solo quando strettamente necessari, preferendo in questo caso quelli privi di polvere e a basso contenuto proteico ed usare regolarmente guanti in materiale alternativo laddove possibile; garantire la disponibilità di guanti ad alta protezione nei confronti del rischio biologico non in lattice; istituire un registro degli esposti e delle patologie professionali a cura del medico competente; organizzare corsi periodici di informazione/formazione per il personale esposto al rischio che prevedano anche nozioni sulla gestione del paziente allergico al lattice; formalizzare le procedure necessarie per la gestione del paziente allergico al lattice compreso il trattamento in caso di urgenza; allestire uno o più carrelli con materiali e strumenti privi di lattice da utilizzare sia per il paziente allergico al lattice che per i pazienti sensibilizzati e i bambini plurioperati in età neonatale nei diversi contesti, a seconda della complessità e dell'indirizzo della struttura sanitaria, esempio: Pronto soccorso, sala operatoria, Endoscopia, Ginecologia, Odontoiatria, eccetera.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Ringrazio l'Assessore alla salute che si incarica di tutelare la salute anche dei consiglieri regionali: non pensavo che questo rientrasse nei compiti dell'Assessore alla sanità. Darà in appalto anche questo servizio l'anno prossimo? Chiusa la parentesi.

Dai dati che l'Assessore ha elencato risulta chiaramente che questo è un problema importante, è una questione che ricade sulla salute degli operatori. Vorrei sottolineare un dato essenziale che l'Assessore ha indicato, cioè che l'allergia a questo materiale colpisce molto di più il personale infermieristico rispetto al personale medico, quasi il doppio: dal 13 al 20 percento per gli infermieri e dal 5 al 9 percento per i medici.

Questo significa che è un tipo di disagio che colpisce una delle categorie degli operatori sanitari che ha già - come vedremo dopo - tutta una serie di condizioni di lavoro molto difficili e stressanti. Prendo atto che solo da marzo 2002 l'ASL si è attivata in questo senso, tenendo conto che altre Regioni, come la Lombardia o il Friuli, precedentemente avevano emanato linee guida con le indicazioni da fornire all'USL, nel senso che in altri contesti regionali è la Regione stessa che si è preoccupata di fornire all'USL delle indicazioni per intervenire. Prendo atto che c'è questo gruppo di lavoro, l'Assessore però non ha detto i tempi entro cui questo gruppo di lavoro deve concludere le sue proposte e non ha detto quando si concretizzeranno. Capisco il gruppo di lavoro che ha l'incarico di fare tutta una serie di cose però, finché i vari obiettivi non sono realizzati, e l'incarico non è espletato, non si avranno indicazioni sul da farsi.

Vorrei sottolineare che questo pare un problema di secondaria importanza, ma questa allergia colpisce proprio il personale sanitario di cui c'è più carenza ovvero gli infermieri. Teniamo conto che questi non possono assistere o lavorare in sala operatoria con delle mani piagate o sanguinanti, quindi sono costretti ad assentarsi dal lavoro, sono costretti ad essere messi in mutua perché i medici competenti sono obbligati per legge a mettere in mutua il lavoratore colpito da queste allergie.

Sottolineo ancora che finora, pur sapendo che c'era questa allergia - l'Assessore porta i dati fin dal 1988 -, pur sapendo che nel periodo 1988-1993 ci sono stati 5 nuovi casi all'anno e che dal 1994 16 casi nuovi all'anno - ad oggi sono ormai 8 anni - , pur sapendo che esiste questo problema, solo adesso si interviene e ci si preoccupa di questo aspetto della salute. Si tenga conto che non si può risparmiare sulla salute del lavoratore: sarebbe un risparmio fittizio che si traduce in un ulteriore costo e disservizio.