Oggetto del Consiglio n. 2580 del 17 aprile 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2580/XI Problematiche inerenti il disavanzo dell'USL della Valle d'Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che l'Assessore alla Sanità nel quantificare in 44 miliardi di lire la stima del deficit dell'USL Valle d'Aosta per l'esercizio 2001 ha individuato tra le cause principali il costo del personale ritenuto in esubero rispetto alle esigenze aziendali, i costi di manutenzione e il costo di beni e servizi;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'assessore alla Sanità per sapere:
1) a quante unità ammonta il personale in esubero, quale sia la sua incidenza tra le differenti aree (medica - infermieristica ed amministrativa) e quali siano le cause di tali situazioni;
2) se siano previsti un parziale blocco delle assunzioni e la riconversione delle mansioni del personale in esubero;
3) qual è l'attuale dotazione organica teorica, quanti i posti effettivi in organico e quante le unità in convenzione;
4) quali provvedimenti sono già stati addottati, e con quali risultati, e quali verranno presi per contenere l'incidenza negativa sui costi, delle cause innanzi evidenziate, come le principali del deficit.
F.to: Frassy - Tibaldi
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Mi innesto sul filone che l'Assessore ha già aperto nel rispondere all'iniziativa precedente.
Il senso di questa interpellanza è per cercare di capire se mai si riuscirà ad uscire da quello che sembra essere "il destino della sanità valdostana", cioè di essere una sanità che in virtù, qualcuno dice, delle dimensioni, in virtù, qualcun altro dice, di quelle che sono le tante specialità che vengono gestite, in virtù di quello che è il microbacino di utenza, è destinata a viaggiare con dei costi pro capite che sono il doppio rispetto alla media nazionale.
Nello scorso Consiglio, quando avevamo esaminato alcune problematiche legate ai costi della sanità, costi che difficilmente potranno essere mantenuti nel futuro prossimo per un insieme di valutazioni di politica generale, ma soprattutto anche di politica economica, l'Assessore aveva individuato quelle che abbiamo riassunto come "cause principali", perché da lui erano state così definite, e fra queste cause principali alcune sicuramente note (costi di manutenzione, costo di beni e servizi), altre probabilmente meno note.
Quella che più ci ha colpito è stata l'affermazione del personale ritenuto in esubero nell'ambito dell'USL. Ora, questa è un'affermazione che non può non portarci a fare degli approfondimenti, proprio perché per altri versi le carenze di personale, perlomeno in alcuni comparti, in alcuni settori e unità budgetarie, sono state alla luce di disfunzioni dello stesso Servizio sanitario in questa regione. Vorremmo allora capire se questo esubero di personale è una stima che l'Assessore avrà con una serie di dati a dettaglio, e di conseguenza come pensa l'Assessore, che alla fin fine è quello che deve vagliare le richieste di budget dell'USL, o comunque come pensa la Direzione stessa dell'USL di poter uscire da questa situazione che abbiamo appreso essere una di quelle che determinano una lievitazione della spesa sanitaria, tenendo presente che quando si parla di "esubero" immaginiamo che ci si riferisca al personale in forza.
Noi sappiamo che spesso il personale in forza è al di sotto dell'organico cosiddetto "teorico", perché quando avevamo richiesto dati negli anni precedenti sulla situazione dell'organico dei dipendenti dell'USL, avevamo constatato come, a fronte di un organico teorico, ci fossero poi degli assunti a tempo determinato, ci fossero anche delle convenzioni in essere proprio per supplire all'organico teorico.
Ricordiamo anche come nel passato - ed è un passato relativamente recente perché siamo a fine 1999 - l'USL avesse attuato una rilevazione dei carichi di lavoro; ricordiamo anche come la Giunta regionale bocciò gran parte delle delibere con le quali l'USL aveva, all'epoca, evidenziato i carichi di lavoro per le singole unità budgetarie.
Allora è evidente che la politica forse impropriamente chiamata "del personale sanitario" è una politica che non può non tenere in considerazione l'indirizzo politico, Assessore, ed è di conseguenza su questa stretta connessione che vorremmo capire quali sono le indicazioni che la Giunta si appresta a dare all'USL in questo campo, tenendo conto dell'accordo dell'8 agosto, tenendo conto dell'esigenza di recuperare risorse dalla sanità, per evitare che la spesa continui a crescere in una direzione non più controllabile.
Voglio anche evidenziare come ci siano dei dati che per certi versi siano un po' contrastanti. Rispetto ad un esubero di personale, abbiamo parecchie situazioni di servizi che sono stati affidati all'esterno, ne cito alcuni: affidamento all'INVA del servizio gestione sportello pap-test, mammografia, screening; affidamento all'Associazione Castalia di incarico a supporto del sistema informativo sanitario; affidamento all'INVA di attività di segreteria sportello presso le unità budgetarie diverse; ricordiamo poi ancora il servizio mensa e ristorazione, che è stato esternalizzato in appalto. La domanda, per certi versi spontanea, è: cosa ne è del personale che non svolge più quel tipo di mansioni.
Lei stesso, Assessore, nello scorso Consiglio, ha evidenziato come nell'ambito della politica sanitaria di questa regione si spenda poco in formazione, in qualificazione e in riqualificazione del personale sanitario. La nostra sensazione è che noi, oggi, sosteniamo dei costi anche perché c'è l'incapacità di riqualificare quel personale che non si occupa più di mansioni date in gestione esterna, e paradossalmente ci troviamo ad avere un doppio costo: il costo dell'appalto esterno, più il costo di quel personale che non è stato ricollocato in maniera adeguata a livello professionale, proprio per questa carenza di formazione e riqualificazione.
Sempre rimanendo su alcune considerazioni che ci suggerisce questo esubero di personale, da lei dichiarato nello scorso Consiglio, è curioso vedere come purtroppo la capacità di attrazione della sanità valdostana sia in discesa verticale, meno 25 percento sul day hospital e meno il 18 percento in termini complessivi, e come questa carenza di attrazione rispetto alla mobilità sanitaria di non residenti abbia purtroppo il corrispettivo di ancora un'alta mobilità passiva di fuga, che è superiore al 3 percento.
Questo contrasta anche con le indicazioni - che lei ha citato - del Ministro Sirchia, che ha invitato le regioni a chiudere i centri piccoli - e non ne abbiamo - ma a puntare sull'eccellenza dei centri residui. Sarebbe allora importante capire nel disegno del Piano sanitario che si è lasciato scrivere, diceva tutto, ma poi non lasciava intendere quali sarebbero state le priorità, come si può pensare di puntare sull'eccellenza di alcuni comparti, di alcune unità budgetarie, e se il problema del personale in esubero non può diventare in prospettiva una risorsa, a patto che venga riqualificato in maniera mirata su una programmazione, su una progettualità che, al momento, non ci sembra ancora di poter intravedere.
Questo, in sintesi, è il senso dei quattro punti contenuti nell'interpellanza, che in maniera precisa domandano, al di là della causa principale, quali sono i rimedi che possono portare a superare questo esubero di personale rispetto alle esigenze attuali.
Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV) Vorrei premettere che nel Consiglio scorso non avevo usato il termine "esubero", ma dicevo (cito testualmente): "Il confronto degli addetti dipendenti delle unità di budget ospedaliere messi a confronto con gli standard definiti dal Piemonte ha dimostrato che nella maggior parte delle unità operative valdostane il numero del personale risulta al di sopra di quello piemontese, sia per il personale medico che per quello infermieristico". Si stava parlando dello studio del CRESA, su cui tornerò ma, ripeto, non è corretto l'uso del termine "esubero", perché esubero ha un significato diverso rispetto al ragionamento fatto.
Per rispondere puntualmente alle domande presentate, dall'esame dei dati relativi al disavanzo risultante al termine del 2001, la voce delle spese per il personale ha inciso per il 31 percento circa, pari a 7,4 miliardi di lire. Sul maggior costo del personale sostenuto dall'Azienda USL della Valle d'Aosta sono già stati esposti i risultati dello studio affidato al CRESA - che non riprendo - con deliberazione di Giunta regionale n. 4049/2000, che ha evidenziato l'incidenza dei costi per l'indennità di bilinguismo e taluni scostamenti in eccesso rispetto a standard operativi di altre regioni.
Lo scostamento è avvertito sia per il personale medico sia per il personale amministrativo. Sotto questo punto di vista vorrei precisare che è difficile fare delle comparazioni analitiche fra le varie realtà. Lo studio CRESA, su nostra indicazione, ha preso le realtà vicine e quelle più significative, ma all'interno della stessa regione gli scostamenti fra un'azienda e un'altra sono evidentissimi, perché nella logica aziendale è stata data la facoltà alle direzioni generali delle aziende USL e ospedaliere di contrattare contratti di diritto privato quinquennali con i professionisti.
La vicina Azienda ospedaliera di Biella ha fatto, negli ultimi tre anni, una politica di incentivazione grossa per alcuni settori che ha attirato professionisti da altre realtà regionali a scapito della vicina azienda ospedaliera (e non cito quale), ma sono scelte aziendali a seconda dei momenti, delle difficoltà, delle strategie che si vogliono attuare.
Pertanto tutte le verifiche sugli scostamenti del personale vanno viste sotto questa ottica; in alcuni settori, proprio per mantenere professionalità, noi abbiamo di certo attuato questa stessa politica: non li cito, ma l'abbiamo attuata per evitare fughe di personale qualificato, anzi per attirare personale qualificato…
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
… le anestesie di rianimazione, per citarne uno.
Ultimamente ho avuto modo di confrontare i dati salariali delle note rispetto ad alcuni ospedali torinesi, i nostri sono retribuiti meglio; sono retribuiti meglio per scelta nostra, perché chiediamo loro di fare certi tipi di prestazioni e certe attività. In questo contesto è stata avviata un'analisi organizzativa da parte dell'azienda USL, allo scopo di evidenziare i motivi non tanto dei cosiddetti "esuberi di personale", bensì degli scostamenti in eccesso oppure in difetto rispetto agli standard operativi in uso presso le unità budgetarie aziendali, confrontati con realtà omologhe. Gli standard operativi sono redatti sulla base di esigenze assistenziali, area medica, tecnica e infermieristica, e di supporto all'area amministrativa, e sono tesi a garantire idonei livelli qualitativi e quantitativi di erogazione dei servizi all'utenza di riferimento.
L'analisi non può pertanto prescindere dalle caratteristiche peculiari dei bisogni di salute dell'utenza locale, a fronte dei quali occorre allocare in modo efficiente ed efficace le risorse umane e strumentali. Qui riprendo quanto il Consigliere Frassy citava nel suo intervento, per precisare che quando si fanno queste analisi organizzative non esistono parametri di riferimento certi, perché per anni, rispetto al personale infermieristico, il parametro era consistito nei minuti di assistenza forniti da ciascun infermiere professionale al personale degente, e questo parametro non viene più utilizzato da nessuno perché superato e considerato fuorviante rispetto alle singole necessità.
Si distingueva il paziente acuto nelle alte specialità - neurochirurgia, cardiochirurgia - rispetto al paziente acuto nelle specialità di base - medicina di base, eccetera - con minuti di assistenza differenziati. Non più tardi di tre anni fa, quando abbiamo fatto questi raffronti, in una trattativa sindacale anche abbastanza accesa, abbiamo potuto constatare che noi eravamo i più alti d'Italia, che fornivamo minuti di assistenza i più alti d'Italia. I sindacati ci contestarono che il parametro dei minuti di assistenza non era un parametro unanimemente riconosciuto. Ma quale altro parametro c'è? Non esiste! Sotto questo punto di vista la normativa non dà nessun tipo di parametro e sta alle scelte aziendali la definizione delle necessità, necessità che, evidentemente, sono diverse a seconda del paziente, a seconda anche delle scelte strategiche politiche che vengono fatte a monte.
In Francia non esiste nessun decreto ministeriale riguardo al numero del personale rispetto ai posti letto, non esiste nessuna regolamentazione. All'azienda il sistema della "mutuelle" cosa chiede? Chiede che venga garantita la qualità del servizio al momento finale della prestazione e si punta molto sulla qualità; sulla qualità, sotto questo punto di vista, devo confessare l'enorme ritardo del Sistema sanitario italiano e, di conseguenza, anche l'enorme ritardo del Sistema sanitario valdostano. Proprio in queste settimane stiamo approntando il "progetto qualità", che è uno dei punti qualificanti del Piano sanitario regionale, che avrà tempi di realizzazione di un biennio - lo dico perché non vorrei avere un'interpellanza al prossimo Consiglio per l'impostazione del progetto qualità e tempi di ritorno nel breve e medio periodo - perché è materia di formazione culturale che parte dal basso e va all'alto, o viceversa…
(commento fuori microfono della Consigliera Squarzino Secondina)
… la Consigliera Squarzino, quando parla di "qualità", si surriscalda, perché so a chi si riferisce. Conclusa l'analisi di cui parlavo, sarà possibile procedere ad una nuova allocazione di risorse umane, in modo tale da garantire il rispetto dei livelli quantitativi e qualitativi di erogazione dei servizi attesi dalla popolazione regionale; si tende, di fatto, ad un riequilibrio fra una unità budgetaria e l'altra.
Non possono essere considerati personale in esubero, infine, le unità lavorative che dopo l'assunzione siano state riscontrate inidonee allo svolgimento di mansioni con limitazioni o non più idonee allo svolgimento delle mansioni per le quali erano state assunte. Le unità lavorative di cui trattasi sono destinate, a norma di legge, a nuove mansioni coerenti con il loro stato di salute. Le ricollocazioni delle unità lavorative avvengono usualmente verso l'area amministrativa o verso le funzioni di sportello, a seguito di brevi corsi di qualificazione.
Qui rispondo anche alla domanda del Consigliere Frassy: c'è un'enorme quantità di infermieri e di personale dal terzo al quinto-sesto livello, anche infermieri professionali, che viene ritenuto inidonea ai sensi della normativa di legge, che è diventata pesantissima, a svolgere quelle mansioni. Se non riesce a sollevare trenta chili, l'infermiere non può essere più adibito a infermiere professionale e viene spostato, e si perde una professionalità su cui si è investito moltissimo dal punto di vista della qualificazione.
È un fenomeno diffusissimo, che mette in crisi i sistemi sanitari, e come ricollocare l'infermiere professionale è un problema, perché giustamente lei mi parla di riqualificazione, ma quale riqualificazione faccio per un infermiere professionale che ha quel corso di studi, quella formazione professionale, se non adibirla a mansioni di tipo amministrativo o di sportello o di terapia iniettiva in qualche ambulatorio? Questo è il vero dramma: perché è una normativa che da un lato tutela i lavoratori, a mio parere addirittura in maniera eccessiva sotto certi versi, e mi riferisco alla normativa sui pesi e alla normativa sulla parte medico-legale, e dall'altro lato mette in grosse difficoltà le aziende, soprattutto quelle ospedaliere, ma anche le strutture pubbliche, Amministrazione regionale "in primis", per la ricollocazione di questo stesso personale, con un aumento dei costi, perché l'infermiera professionale che mi viene utilizzata come impiegato amministrativo di certo è mal utilizzata, ma non c'è altra via di uscita. Le riqualificazioni del personale idoneo allo svolgimento di mansioni con limitazioni o non più idoneo allo svolgimento delle mansioni per le quali era stato assunto può comunque comportare, come dicevo, maggiori costi di produzione.
Rispetto al secondo quesito, se sia previsto "un parziale blocco delle assunzioni e la riconversione delle mansioni del personale in esubero", premesso che non è personale in esubero ma che si sta parlando di mobilità, non si può correttamente parlare di "blocco delle assunzioni" in senso stretto, anche se si stanno centellinando le stesse e non vi è la logica automatica del turn over. Si è scelta una strana mediana fra il blocco del turn over tout court e il blocco delle assunzioni, per cui si fa una scelta di merito per coprire esclusivamente le necessità.
Evidentemente, le prime necessità sono quelle infermieristiche e tecniche più che necessità del settore medico. I dati relativi alle assunzioni previste per l'anno in corso sono in corso di elaborazione nel piano attuativo locale, che nelle prossime settimane sarà sottoposto all'approvazione della Giunta regionale. Gli uffici stanno facendo l'istruttoria sul PAL che verrà quanto prima conclusa…
Frassy (fuori microfono) … anche quello precedente…
Vicquéry (UV) … prevede anche le assunzioni per l'anno in corso il piano attuativo locale; in questo piano l'Azienda USL, rispetto agli obiettivi che la Giunta regionale dà loro con la delibera iniziale dell'anno e ai finanziamenti, prevede un piano di assunzioni.
Rispetto alla terza domanda, l'organico dell'Azienda USL attualmente conta 2127 unità di personale, di cui 1745 coperte a tempo pieno e 164 part-time. Sottolineo che questa pianta organica è pianta organica teorica, secondo la vecchia logica delle piante organiche, ma è di fatto superata con la logica delle disponibilità organiche. Sono inoltre in forza dall'Azienda USL le seguenti 497 unità di personale aggregate per grandi voci: 13 unità di specializzandi medici…
Frassy (fuori microfono) … in convenzione?
Vicquéry (UV) … adesso li distinguo. Dicevo, 13 unità di specializzandi medici, 11 unità di personale con contratto di consulenza, 189 convenzionati: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di emergenza territoriale, medici di continuità assistenziale, che sono in una situazione che viene definita contrattualmente di "para-subordinarietà", perché non sono né dipendenti né liberi professionisti, 92 unità di personale utilizzate con incarico provvisorio ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo n. 229. Questa è la situazione.
Rispetto alla quarta domanda, ripeto quanto già riferito: si sta lavorando sul piano attuativo locale garantendo le sostituzioni del personale in funzione delle disponibilità finanziarie. Nel 1991 gli incrementi registrati alla voce "personale" sono principalmente dovuti alla crescita del costo di lavoro a seguito dell'approvazione e dell'applicazione del contratto collettivo, quindi non sono dovuti ad aumento di unità, ma soprattutto all'aumento del costo del lavoro; aumento del costo del lavoro che subirà, nelle prossime settimane, una "batosta" incredibile, in seguito ad una decisione improvvida da parte del Ministero della salute, che ha dato ragione ad una vecchia vertenza di dieci anni fa, per cui dovremo pagare, noi e tutte le altre regioni, miliardi di arretrati, "alla faccia" delle scelte delle singole regioni, per cui cosa si sta facendo?
La razionalizzazione dei costi imputati al personale dipendente può essere effettuata, limitatamente alla parte di competenza dell'azienda, nell'ambito dell'organizzazione lavoro, che è una grossa scommessa, fermo restando il mantenimento degli attuali livelli qualitativi e quantitativi di servizi erogati all'utenza.
Per rispondere puntualmente ad altre richieste del Consigliere Frassy, quando mi chiede se i carichi di lavoro sono falliti, aggiungo che è vero: i carichi di lavoro sono stati una grande utopia della prima riforma sanitaria, hanno comportato spese non indifferenti di rilevazioni, ma con risultati "molto", "molto", "molto" relativi, tant'è che a livello nazionale si è deciso di voltare pagina da questo punto di vista.
Mi chiede anche cosa penso della posizione del Ministro Sirchia, che chiede il mantenimento dei centri di eccellenza e la chiusura delle piccole realtà. Sono preoccupato rispetto a questa impostazione, perché nella concezione del Ministro Sirchia le piccole realtà sono anche l'Ospedale della Valle d'Aosta, sono le situazioni territoriali, mentre noi riteniamo invece di attuare una politica che vada sempre nell'ottica di dare servizi al cittadino proprio per diminuire la mobilità passiva anomala, perché una cosa è la mobilità passiva di un certo tipo, altra cosa è la mobilità passiva per cataratta o per situazioni di prestazioni di base. È giusto puntare all'eccellenza, a condizione che sia ben chiaro l'obiettivo politico che ci poniamo. Se si punta all'eccellenza e, così come prescrive il Piano sanitario, andremo ad attuare tutta una serie di iniziative, per correttezza etica da parte di tutti noi va preso in debito conto il fatto che il puntare all'eccellenza significa comunque finanziare il sistema. Questo è il problema, che non è solo un problema valdostano, perché si continua a sostenere da parte degli assessori che il Sistema sanitario italiano è sottofinanziato rispetto al trend di crescita che è avvenuto nell'ultimo decennio.
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Siamo un po' perplessi delle risposte emerse da questa, ma cosa che sicuramente ci unisce in questo contesto è la consapevolezza delle difficoltà di una politica finanziaria che sia anche una politica sanitaria.
È ovvio che la sanità non può essere prigioniera delle finanze, ma è altrettanto ovvio che senza finanze non c'è sanità. E allora nell'esprimere le nostre perplessità, io partirei dalla sua conclusione, quando lei ha detto: "deve essere chiaro l'obiettivo politico". Noi condividiamo che l'obiettivo politico debba essere chiaro, e per certi versi dimostra anche che le scelte "ab origine" di una certa politica gestionale sono in qualche misura condizionate dall'obiettivo politico.
Obiettivo politico che noi non abbiamo individuato - e lei ha convenuto con noi dopo due giorni di estenuante dibattito - nel Piano triennale sociosanitario, in quanto lei stesso ha detto che in quel piano c'erano gli elementi per fare le scelte, precisando poi che le scelte di attuazione avrebbero formato oggetto di indirizzo anno per anno, in base alle risorse e alle disponibilità finanziarie. Se condividiamo questa prima impostazione, non riusciamo poi a condividere la conseguenza operativa di questa impostazione. Avevamo incentrato questa interpellanza sul concetto di esubero di personale, che ci sembrava essere stato una delle cause del deficit della sanità in questa regione.
Lei, oggi, nel rispondere a questa interpellanza, obietta che non si tratta di esubero propriamente detto, e spiega che si tratta piuttosto di una valutazione del rapporto fra le misure in gioco di questa sanità valdostana e le misure diverse della sanità di aziende sanitarie a noi finitime. Noi prendiamo atto che lei ha corretto il tiro di quella che sembrava essere una dichiarazione di diverso tenore, però vorrei ragionare su alcuni dati che lei ha fornito, raffrontandoli con altri dati che noi abbiamo e che lei ha, e che sono i dati della sanità in Valle d'Aosta. Quando lei ci dice che non c'è un esubero, che però c'è il problema della riqualificazione, che ci sono i vincoli di determinate normative, e ci dà i numeri finali: 2127 come pianta organica teorica (e poi vedremo quali saranno le proiezioni che lei sta aspettando dall'USL), a questo punto ci spaventiamo, Assessore, perché nel 1998 erano 297 unità teoriche in meno rispetto alle attuali. Quando ci dice che fuori organico ce ne sono 497, di cui 92 in base al decreto legislativo n. 229, nel 1998 non erano 92, ma erano 59!
Allora è evidente, e qui condividiamo: è il secondo e unico passaggio che condividiamo, che la valutazione del rapporto personale-servizi sanitari erogati è alla discrezione della gestione, ma noi, Assessore, dobbiamo uscire da questa filosofia che per certi versi la protegge, perché o è colpa del ministro che sta sopra o è colpa della gestione che sta sotto! L'obiettivo politico, Assessore, nasce però lì: l'obiettivo politico è la scelta che lei fa nell'ambito delle politiche della Giunta e della maggioranza che sostiene la Giunta!
Vorrei riprendere questi due dati. Il primo, quello della crescita dell'organico teorico dal 1998 al 2001, è un dato che non può essere sottovalutato, e se la discrezionalità di questo rapporto - come noi crediamo non sia, ma dovrebbe, cioè noi crediamo che dovrebbe perché non siamo convinti che in effetti lo sia - se la discrezionalità di questo rapporto è nella gestione dell'USL, fossi al suo posto, io inizierei ad invitare l'attuale vertice aziendale a fare più attenzione nelle politiche di gestione del personale. Anche perché questo dato, fatto combaciare con l'altro dato che ho già citato, ma non posso non riprendere in sede di replica, della capacità di attrazione e della mobilità passiva, sono dati diametralmente opposti come tendenze e che, invece, dovrebbero seguire un trend unitario.
Al contrario, paradossalmente, aumentano le disponibilità di personale e diminuisce la capacità di attrazione della nostra azienda sanitaria. Ecco che la sfida del Ministro Sirchia sulla creazione di centri di eccellenza è una sfida che penso debba essere raccolta per il buon senso che c'è in questa riflessione, ma debba essere raccolta a maggior ragione in una regione come la nostra, dove o si riesce a catturare proprio per i motivi che lei diceva dell'utenza extraregionale, o altrimenti sarà difficile dare qualità e contenere i costi, che saremo comunque obbligati a contenere in qualche maniera.
Una suggestione che avevo già esposto nella discussione del Piano sociosanitario e che voglio riesprimere in questa breve replica, è quella di verificare se questa regione, come altre realtà territoriali, non possa coniugare alla politica sanitaria anche il contesto ambientale. In quel contesto si parlava del Piano sociosanitario di creare un centro di eccellenza su quello che può essere il recupero di certe patologie, la riabilitazione connessa e collegata a tutto ciò che è traumatologia. Ad oggi questa è una suggestione; riteniamo che potrebbe essere un obiettivo da conseguire con pochi investimenti e che potrebbe creare anche un indotto interessante dal punto di vista economico, non solo per quadrare i conti della sanità valdostana, ma anche per creare un indotto di quello che viene definito genericamente il "turismo di tipo sanitario".
Ecco perché dicevo che siamo perplessi. Siamo perplessi perché quando l'obiettivo politico non viene evidenziato e quando il responsabile dell'obiettivo politico trova sempre un parafulmine sopra o sotto, abbiamo la perplessità che la situazione rimanga in questo stato di stallo e che prima o poi ci si trovi nella spiacevole situazione di dover adottare misure impopolari e misure non in linea con quelle che sono le esigenze della nostra comunità.
Président Collègues Conseillers, des réunions sont déjà convoquées dans la pause entre la séance du matin et celle de l'après-midi; je vous proposerais de suspendre nos travaux, de lever la séance et de la reprendre à 16 heures.
La séance est levée.
La séance se termine à 12 heures 51.