Oggetto del Consiglio n. 2576 del 17 aprile 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2576/XI Concessione di finanziamenti alle società di impianti a fune della Regione. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che la Giunta con delibera del 18/02/2002 ha autorizzato la Finaosta a concedere "l'erogazione in via immediata di un finanziamento preliminare pari all'80%, estendibile sino al 90%, dei minori ricavi di biglietteria registrati da ciascuna società" del settore impianti a fune al 31 gennaio 2002 rispetto ai ricavi registrati nell'analogo periodo della scorsa stagione;
- che rispondendo ad una precedente interpellanza del gruppo di Forza Italia l'Assessore al Turismo ha dichiarato che i parametri di finanziamento sono stati frutto del lavoro di un apposito gruppo di monitoraggio ed ha inoltre confermato che non tutte le società funiviarie hanno pagato le rate in scadenza a dicembre dei finanziamenti e/o mutui accesi dalle varie società presso Finaosta;
- che tale deliberazione stanzia 7 milioni di Euro, al di fuori di ogni previsione programmatica o di indirizzo deliberata dal Consiglio;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale per sapere:
1) in base a quali presupposti tale atto sia stato riservato alla competenza della Giunta regionale;
2) con quale provvedimento e quando è stato istituito il comitato di monitoraggio e quali sono stati i suoi componenti;
3) quali sono le garanzie rilasciate dalle aziende funiviarie a salvaguardia dei mutui erogati da Finaosta, con particolare riferimento alle società morose;
4) se sia intendimento attuare una privatizzazione del settore, quanto meno dal punto di vista della gestione.
F.to: Frassy
Presidente La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI) Con questa interpellanza riprendiamo un discorso noto che avevamo già portato all'attenzione dell'aula qualche Consiglio fa. Dobbiamo dire che le risposte che avevamo ricevuto in quella occasione non ci avevano completamente soddisfatto tant'è che avevamo preannunciato di tornare sull'argomento ed è questo il motivo per cui siamo nuovamente a parlare della questione degli impianti a fune.
Questa è una questione sulla quale l'Assessore Lavoyer, che si occupa del turismo, ha avuto più volte modo di esprimersi dalle colonne della stampa locale dichiarando che serve un piano di sviluppo del turismo della neve, che esistono fragilità strutturali del nostro modello o dicendo che investire soltanto sugli impianti non risolve i mali del turismo, perciò sicuramente l'Assessore è consapevole che interventi di questo tipo non sono interventi risolutivi, ma sono interventi che devono comunque essere fatti.
Dopo questa premessa forse serve un'ulteriore premessa, che è quella necessaria per evitare strumentalizzazioni successive, sul fatto che Forza Italia è interessata al rilancio del turismo in generale e del turismo della neve. Quello che noi però non riusciamo a capire è come questo insieme di interventi finanziari, sganciati da quelle che sono le programmazioni auspicate anche dall'Assessore stesso, possano in qualche maniera risolvere i problemi del settore degli impianti di risalita. Perché partiamo da questo ragionamento ampio rispetto a quelli che sono i punti più precisi dell'interpellanza?
Perché riteniamo che molte volte "ragionare in solitudine" non porti a concretizzare dei risultati utili, perlomeno nella prospettiva. Sette milioni di euro è un'entità che forse è stata già erogata alle società di risalita e che consiste nell'80 percento di quelli che erano i mancati ricavi al 31 gennaio 2002. Ritenevamo, su questo argomento, che sarebbe stato opportuno aprire una riflessione più ampia su quale modello concretizzare, anche perché la legislatura ormai sta per finire: inizia l'ultimo anno di legislatura e penso che il bilancio sul turismo montano e sugli impianti di risalita sia un "bilancio di grandi problemi e di poche risoluzioni ai problemi stessi". Non dimentichiamoci che la Comunità europea con una pronuncia della Commissione - lei, Assessore, lo sa benissimo - ha prorogato fino al 31 dicembre 2006 la possibilità di finanziare gli impianti di risalita, dopodiché i meccanismi della concorrenza impediranno di poter continuare ad attuare una politica di finanziamento che non sia finalizzata ad uno sviluppo vero e proprio.
Vorremmo capire allora anzitutto quali sono i ragionamenti che hanno portato la Giunta ad adottare un atto importante al di fuori di ogni confronto, al di fuori di ogni indirizzo, al di fuori di ogni programmazione e a ritenere che avesse competenza per prendere una decisione quale quella che è contenuta nella delibera n. 519. Nella delibera non c'è scritto quali sono i presupposti; ci piacerebbe capire dall'Assessore quali siano stati i presupposti che lo hanno spinto in questa direzione. Noi abbiamo alcune idee, però l'Assessore forse può contribuire a far chiarezza sull'argomento.
Nel rispondere alla nostra precedente iniziativa - ed era una domanda precisa: "quali sono i criteri che hanno portato l'Assessore e la Giunta a convincersi che il parametro dell'80 percento dei minori ricavi rispetto al 31 gennaio dello scorso anno fosse un parametro rappresentativo" - l'Assessore ci aveva risposto: "Non è stata una mia intuizione, ma è stato il frutto di un comitato di monitoraggio" e lì è finita quella risposta, in maniera molto sintetica. Noi vorremmo sapere quando è stato costituito il comitato di monitoraggio, se effettivamente è esistito, con quali provvedimenti è stato costituito e soprattutto quali erano i suoi componenti, perché solo attraverso la formalizzazione e la "solarizzazione" di un comitato si può parlare, per l'appunto, di "comitato di monitoraggio".
Sempre riprendendo quelle risposte che avevamo ritenuto all'epoca insoddisfacenti e sulle quali vorremmo maggiore chiarezza, ci era stato detto che una parte delle aziende funiviarie beneficiate da questo ennesimo provvedimento di tipo finanziario erano comunque morose rispetto ai mutui erogati da Finaosta. Vorremmo capire allora che tipo di garanzie su quei mutui sono state richieste alle varie società funiviarie ossia se si tratta di semplici fideiussioni piuttosto che di garanzie di tipo immobiliare.
Con la quarta domanda ritorniamo all'inizio di quella che era la premessa ad illustrazione di questa interpellanza ossia se vi è l'intendimento politico della Giunta, politico della componente che rappresenta l'Assessore Lavoyer o se vi è l'intendimento o l'intuizione personale di arrivare a proporre da qui a fine legislatura una proposta che possa modificare, razionalizzare e rendere economica la gestione dei comprensori sciistici, soprattutto nella prospettiva del 31 dicembre 2006 quando le risorse pubbliche non potranno più essere il "salvagente" al quale aggrapparsi per far funzionare il turismo invernale in Valle d'Aosta.
Ci domandiamo allora se ritenga plausibile una privatizzazione parziale o globale dei comprensori; per "parziale" ipotizziamo una privatizzazione quanto meno relativa alla gestione, che in questo caso potrebbe essere distinta dalla proprietà degli impianti e delle infrastrutture del comprensorio stesso, un po' come avviene con altri impianti sportivi. Il Piemonte la sta praticando da parecchio, Assessore; il problema è che al di là delle parole bisogna concretizzare con i fatti. Il Piemonte - dicevo - gestisce in maniera separata la proprietà dalla gestione e con questo meccanismo sembra avere meno problemi di quanti non ne abbiamo le nostre società in Valle d'Aosta. Forse ha altri problemi, ma che incidono finanziariamente in maniera di gran lunga minore rispetto a quella che è l'incidenza sulle casse dell'Amministrazione regionale di questo tipo di gestione, tenendo presente che situazioni del genere le abbiamo in altre strutture sportive, dai campi alle palestre, alle piscine, dove la proprietà è sì pubblica, ma la gestione viene appaltata a terzi e spesso riesce anche ad essere remunerativa per le casse dell'ente pubblico.
Riteniamo in sostanza che gli elementi che richiediamo in questa interpellanza siano necessari per poter fare chiarezza sulla situazione degli impianti di risalita in generale, ma anche sui meccanismi con i quali molte volte con troppa disinvoltura la Giunta si "muove" su provvedimenti che impegnano risorse ingenti e dei quali molte volte non riusciamo a capire quali siano i fondamenti.
Presidente La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Lavoyer.
Lavoyer (SA) Il Consigliere Frassy normalmente è molto attento alle problematiche del settore turistico, in particolare ultimamente ai problemi relativi agli impianti a fune, quindi non dovrebbe essergli sfuggito che qui nessuno sta facendo dei ragionamenti in solitudine, tanto per entrare sulle premesse. Abbiamo fatto dei ragionamenti ampi, assolutamente non in solitudine, prova ne è che uno dei primi punti all'ordine del giorno della prima riunione di convocazione dell'Osservatorio regionale del commercio e del turismo… le problematiche relative agli impianti a fune sono state oggetto di dibattito e di approfondimento…
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
… qualche mese fa, la data precisa non la ricordo, ma contestualmente al periodo in cui si è proceduto a fare questo tipo di provvedimento. Mi pare quindi che non ci sia nessuno che voglia ragionare da solo: abbiamo coinvolto tutte le capacità, le esperienze, anche qualche intelligenza nel settore del turismo, in particolare su questo problema e la riprova - e qui vado anche nella direzione di trovare quelle che sono soluzioni definitive - è che proprio all'interno di questo osservatorio ci siamo dati una tempistica e una modalità di procedere per arrivare a delle proposte concrete.
Forse il bilancio che ne trae Forza Italia è un bilancio pessimistico, negativo che sottolinea un'azione basata più sulle parole che sui fatti ma, a mio giudizio, anche dal punto di vista legislativo i circa venticinque provvedimenti legislativi portati avanti dall'Assessorato in materia fanno sì che gli strumenti legislativi ci siano per poter rilanciare e rafforzare il settore, tenuto conto anche delle problematiche europee. Proprio l'aspetto dei rapporti con la Commissione europea fa sì che noi porteremo avanti a breve, sempre in accordo con le associazioni impianti a fune, un provvedimento che andrà a creare i presupposti per questa grande riforma, facendo una distinzione fra i grandi poli attrattivi e quelli dove l'impianto di risalita può essere identificato anche come un costo sociale.
Veniamo alle risposte puntuali sulle domande. Sul primo quesito rispondiamo che per questi finanziamenti sono stati utilizzati i fondi disponibili presso Finaosta per interventi in gestione speciale, di cui alla legge regionale n. 16/1991, l'utilizzo di tali fondi è quasi sempre di norma effettuato con delibere della Giunta regionale…
(nuova interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
… ho detto di norma e quasi sempre della Giunta regionale. In questo caso abbiamo ritenuto che la Giunta regionale potesse, vista l'urgenza e la necessità del provvedimento, essere l'organo che poteva avviare questo tipo di procedura, ma non in solitudine, Consigliere Frassy, non in solitudine, l'ho già detto prima: ci siamo confrontati inizialmente con l'osservatorio e vi farò pervenire la data di convocazione della prima riunione dell'osservatorio. Non solo.
Non abbiamo probabilmente adottato un atto formale per la nomina del gruppo di lavoro, di cui avevo sottolineato l'esistenza nella risposta alla prima domanda, anche perché tale gruppo di lavoro ricalca quello che è l'organismo di consultazione e di confronto costante con l'Assessorato e gli imprenditori, che è quello della commissione consultiva, preventiva prevista dall'articolo 9 della legge n. 8/1998, concernente: "Interventi regionali per lo sviluppo di impianti a fune e di connesse strutture di servizio", che già in altre occasione si è riunita per esaminare sotto un profilo tecnico le problematiche del settore. Non abbiamo fatto quindi nulla in solitudine.
Può essere tutto discutibile, ma in questo caso la componente molto cara a Forza Italia, che è quella degli imprenditori, è stata presente costantemente alle decisioni. Alle riunioni hanno partecipato, oltre chiaramente ai Responsabili tecnici dell'Assessorato del turismo: il Coordinatore, il Dirigente, l'Assessore talvolta, sempre un rappresentante della Finaosta nella persona del Dr. Francesconi, due rappresentanti degli imprenditori e in particolare l'Associazione impianti a fune, il Sig. Ferruccio Fournier e il Dr. Giorgio Menel, e un rappresentante della Siski nella persona del Dr. Massimo Lévêque. Le riunioni si sono svolte nei giorni 22 gennaio, 29 gennaio, 8 febbraio e 18 febbraio quindi, aggiungendo a questi incontri della commissione quelli dell'osservatorio, si vede che non abbiamo assolutamente agito in solitudine. Alla riunione del 18 febbraio hanno partecipato anche il Capogabinetto della Presidenza della Regione, Dr. Paolo Di Nicuolo, e il Coordinatore dell'Assessorato delle finanze, Rag. Cesare Gerbelle. Sono stati dei provvedimenti, come si può vedere, che hanno coinvolto nella sua completezza l'azione dell'Amministrazione regionale e non in solitudine.
Per quanto attiene il punto tre, rispondiamo che le leggi regionali che hanno finora disciplinato la concessione di mutui a favore di aziende esercenti attività nel settore degli impianti a fune, sia la n. 46 che la n. 8, non prevedono che i finanziamenti debbano essere assistiti da garanzie.
La peculiarità di tale scelta trova fondamento laddove "l'aspetto garanzie" venga valutato tenendo nella dovuta considerazione altri fattori, quali "in primis" l'importanza e il ruolo rilevante che riveste il settore nell'ambito dell'economia valdostana.
Gli incentivi finalizzati a promuovere l'attuazione di iniziative volte alla riqualificazione e al potenziamento degli impianti a fune quindi consentono di sostenere lo sviluppo di una delle poche attività economiche possibili in alcune zone della nostra regione, con conseguenze benefiche per l'occupazione, ma più in generale per tutta l'economia locale.
Secondo: l'ambito di operatività delle società finanziate, e a volte la partecipazione pubblica al capitale sociale, fa sì che per queste aziende, che operano in località con capacità turistiche limitate, la sovvenzione pubblica si rilevi l'unico strumento idoneo al fine di evitare la chiusura del comprensorio, con conseguente impatto negativo sulla maggior parte delle attività che traggono vantaggio dalla presenza di infrastrutture per la fornitura di servizi finalizzati agli sport invernali.
Sono prevalentemente quelle attività che sono molto care a Forza Italia: è il settore del commercio, il settore degli alberghi, i piccoli imprenditori. Deve in ogni caso essere chiaro - e qui rispondo all'altra parte del punto tre - che, qualora necessario, le considerazioni di cui sopra non impediscono che vengano messe in opera tutte le procedure esecutive, mobiliari o immobiliari previste dalle vigenti normative in materia di realizzo di crediti.
A tale proposito la convenzione in atto con Finaosta per la gestione dei fondi di rotazione riferiti alle leggi regionali sopraccitate prevede al punto 5 che, in caso di morosità, per due rate di rimborso, la Finaosta provveda a informare la Regione e a promuovere, d'intesa con la Regione stessa, i procedimenti ritenuti opportuni per il recupero delle somme concesse a mutuo. Può essere utile rilevare che ad oggi le temporanee situazioni di morosità verificatesi non hanno mai reso necessaria l'attivazione delle accennate procedure di recupero. Alla data attuale non sussistono inoltre procedure concorsuali, fallimento o concordato preventivo a carico di società funiviarie, né sono stati avviati procedimenti esecutivi contro le medesime da parte di Finaosta o da parte del sistema creditizio o di altri fornitori.
Ultimo quesito: qui non ho capito bene il significato della privatizzazione perché già ora sono tutte private le società di impianti a fune poi, per quanto concerne la gestione, non mi risulta che ci sia una gestione pubblica, a parte forse una sola che non è di carattere privatistico, allo stato attuale infatti l'unico comprensorio gestito direttamente da un ente pubblico è quello di Ollomont, non mi risulta che le altre società di impianti a fune siano pubbliche o siano gestite dall'ente pubblico.
Soprattutto alla luce delle situazioni verificatesi nel corso di questa ultima stagione invernale, è sempre più diffusa, come ho più volte sottolineato, la consapevolezza che nel settore ci siano dei punti di criticità e che sia necessario affrontare questa problematica chiaramente non in solitudine ed è per questo che abbiamo coinvolto l'osservatorio. All'interno dell'osservatorio non vi è solo la presenza dei gestori degli impianti a fune, ma di tutte quelle categorie economiche che in qualche modo possono avere dei benefici di un comprensorio che funziona bene e con gli impianti di risalita.
Cercheremo senz'altro di far sì che queste problematiche vengano affrontate all'interno dell'osservatorio, vengano affrontate per quanto attiene i rapporti con la Commissione europea all'interno del gruppo che sta predisponendo i provvedimenti legislativi propedeutici alla distinzione di situazioni di comprensori, che di per sé hanno funzione sociale più che una funzione di business, e da questo andare poi a creare quei presupposti di organizzazione e di gestione unitaria del settore, con quegli aspetti che auspicava bene prima l'interpellante per evitare interventi che non rientrano in un discorso di progetto organico.
Per quanto concerne l'organicità dell'organizzazione del settore turistico, come sa bene l'interpellante, stiamo definendo a giorni la strutturazione delle ultime AIAT, quindi la macchina e l'organizzazione del settore è completata. Checché ne dica in modo pessimistico il Consigliere Frassy, l'azione e il movimento del settore sono tutt'altro che in decremento, prova ne è che anche in questa stagione invernale, pur travagliata da una mancanza di neve, i dati forniti sono estremamente positivi.
Parlo dei dati forniti entro il 31 dicembre quando l'innevamento artificiale ha fatto sì che la stagione invernale si fosse salvata. Volevo sottolineare in conclusione all'interpellante che i dati positivi vanno a privilegiare quei settori e quelle categorie che normalmente non partecipano ai costi sociali degli impianti di risalita. Siamo quindi convinti che questo sia un provvedimento - fatto, intanto, non in solitudine - meditato e che sia stato molto utile per salvare una stagione che ha dei dati di presenze turistiche molto confortanti.
Presidente La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI) Non siamo soddisfatti assolutamente di questa serie di risposte che dovevano servire a chiarire quelle zone d'ombra che si erano create o che erano rimaste a seguito della prima interpellanza. Non siamo assolutamente soddisfatti perché su nessuna delle quattro questioni precise che abbiamo posto l'Assessore ha dato delle risposte esaustive e in alcuni casi penso che abbia fornito dei dati che non collimano con i fatti che hanno contribuito a realizzare questo percorso.
Partiamo dalle date che l'Assessore ha fornito. Oggi l'Assessore è molto ferrato in date, rispondendo al mio collega Tibaldi centrava la risposta sulle date. Devo dire che le date non convincono mai, soprattutto quando non danno l'esatta cadenza di ciò che è accaduto. Il comitato di monitoraggio non lo abbiamo inventato noi nell'interpellanza odierna, ma lo aveva citato lei rispondendo alla nostra precedente interpellanza.
Oggi ci ha fatto capire che un comitato vero e proprio non esisteva, lei non era solo, ma c'era l'Osservatorio del turismo, che da poco insediato si è subito attivato su questa materia, ma comunque sono state fatte delle riunioni rappresentative delle parti in causa. Lei ha fornito quattro date: 22 gennaio, 29 gennaio, 8 febbraio, 18 febbraio, tant'è che la delibera di Giunta n. 519 è del 18 febbraio. Al 28 gennaio però lei, Assessore, aveva già lo specchietto che l'associazione aveva predisposto per la ripartizione dei finanziamenti, perciò ho dei dubbi che questo comitato abbia monitorato perché questo era il senso…
Questo comitato ha ratificato un'esigenza sicuramente finanziaria e ha concordato con la controparte politica, che lei rappresentava, come spartirsi i finanziamenti, altrimenti è sorprendente che, dopo la prima riunione del 22, al 28 lei avesse già nelle mani il prospetto di ripartizione dei fondi. Questo per dirle che il comitato di monitoraggio non è mai stato tale, è stato un comitato, ma non definiamolo "di monitoraggio", è un comitato che si è occupato di reperire delle risorse che erano necessarie dal punto di vista delle società.
Quanto alle garanzie, Assessore, avete dimenticato le vicende della Pila. Quelle vicende sono vicende note che hanno dimostrato come anche in quel particolare comparto possano esserci delle situazioni che "fanno saltare il banco". Ora apprendere che le società private - come lei sottolinea e poi torneremo sul privato - che operano negli impianti di risalita possono attingere a denari pubblici senza concedere garanzia alcuna, lo riteniamo un dato estremamente sorprendente e negativo che va contro ad ogni legge di mercato e vorremmo poi anche capire se è scritto in qualche legge particolare di settore, ma su questo torneremo.
Quanto alla privatizzazione, noi abbiamo capito quello che lei voleva dire, Assessore, ma è lei che ha fatto finta di non capire quanto noi volessimo domandarle, chiedendo di attuare una privatizzazione. La privatizzazione consiste nel far uscire il capitale pubblico da queste S.p.A., le quali molte sono con capitale pubblico, che è addirittura capitale pubblico maggioritario. Questo era il senso…
(interruzione dell'Assessore Lavoyer, fuori microfono)
… questo era il senso della riflessione sulla privatizzazione, anche perché non mi venga a dire che qui si parla di gestione privata quando sappiamo benissimo che la filosofia di questi impianti, al di là di quello che è riflesso turistico importante, è una gestione politica, Assessore, ed è la politica delle assunzioni stagionali, ma andiamo a vedere quanti stagionali erano stati assunti a gennaio quando nei comprensori c'erano due impianti che giravano e gli stagionali erano assunti all'80! Questa è una gestione politica, non è una gestione imprenditoriale, non è una gestione privatistica! Questo intendiamo.
Sul primo punto lei non ha dato una risposta, o meglio, la risposta che ci ha fornito conferma che la deliberazione n. 519 è una deliberazione illegittima e conferma ancora una volta che, ogni qualvolta si opera con Finaosta, si opera al di fuori di quelle che sono le norme di legge che questo Consiglio ha dato.
La legge regionale istitutiva di Finaosta, la n. 16/1982, all'articolo 5 dice cose ben precise sugli interventi della gestione speciale e dice nell'ultimo capoverso che: "Gli interventi di cui al presente articolo sono attuati a seguito di specifichi incarichi fiduciari approvati con deliberazione…" non della Giunta, ma "… dell'Amministrazione regionale", tant'è che l'Amministrazione regionale, il Consiglio - perché questa è l'interpretazione che viene data - ha dovuto approvare successivamente a questa legge con deliberazione n. 563/1984 una convenzione tra la Regione e la Finaosta per la gestione dei fondi speciali di cui all'articolo 5 della legge n. 16/1982. In questa convenzione, che consta di ben 13 articoli, si dice ciò che si può fare e ciò che non si può fare: è questo, Assessore, che vi può dare la possibilità o meno di operare come Giunta. L'articolo 2 individua le tipologie di intervento, ma l'articolo 11 dice che la vostra delibera è illegittima perché i finanziamenti effettuati a valere sul fondo speciale devono essere regolati da un tasso di interesse pari al 50 percento del tasso di riferimento, la delibera n. 519 parla di finanziamenti infruttiferi. Voi avete gestito con un comitato - non punto, ma puntini di sospensione - la bellezza di 7 milioni di euro al di fuori di quelle che sono le norme di legge che questa Amministrazione e questo Consiglio si danno.
Potevate operare con una delibera di Consiglio in via d'urgenza e portarla alla ratifica del Consiglio, non lo avete fatto, noi chiederemo la revoca di questa delibera.
Nel prossimo Consiglio, Assessore, torneremo su questa materia e chiederemo la revoca di questa delibera perché è una delibera illegittima che è stata assunta in dispregio delle leggi che questo Consiglio regionale si dà.