Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2552 del 3 aprile 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2552/XI Problemi concernenti la spesa sanitaria della Regione e la gestione dell'USL della Valle d'Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso:

- che per la copertura del disavanzo di gestione dell'anno 2000 dell'U.S.L. della Valle d'Aosta la Regione ha contratto un mutuo passivo decennale pari ad euro 12.560.000;

- che la Giunta regionale ha affidato, con una previsione di spesa di Lire 138.000.000, una consulenza sull'evoluzione della spesa sanitaria nel prossimo quinquennio;

- che obiettivo della consulenza era la ?analisi delle fonti di finanziamento, dei livelli assistenziali e della spesa sostenuta?, "l'approfondimento delle aree maggiormente critiche… con le indicazioni sulle possibili linee di intervento per migliorare il livello di governo a livello delle micro-aree?;

- che con deliberazione di Giunta n. 494 del febbraio u.s. è stato organizzato un corso di formazione per il direttore generale, il direttore amministrativo e il direttore sanitario dell'U.S.L.;

- che la formazione, obbligatoria per il direttore generale, è in ritardo rispetto ai termini di legge;

- che il decreto legislativo 502/92 prevede dopo 18 mesi dalla nomina di ciascun direttore generale la verifica dei risultati conseguiti ed inoltre prevede che quando "la gestione presenti una situazione di grave disavanzo… la regione risolve il contratto dichiarando la decadenza del direttore generale?;

- che la Giunta con la delibera n. 4365/01 adottata a novembre u.s., ha aumentato il trattamento economico sia del direttore generale del 25%, portandolo da lire 200 milioni annui a lire 250 milioni, sia dei direttori sanitario e amministrativo aumentati rispettivamente del 43%, da lire 140 milioni a Lire 200 milioni, e del 15%, da lire 140 milioni a lire 160 milioni;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore alla Sanità per sapere:

1) quali analisi e indicazioni sono emerse dalla consulenza sulla spesa sanitaria e se le stesse abbiano già trovato applicazione e in caso affermativo attraverso quali provvedimenti;

2) se è già a conoscenza del dato complessivo - seppur approssimativo - del conto consuntivo relativo all'esercizio 2001 dell'U.S.L. Valle d'Aosta e nel caso il giudizio qual è;

3) i motivi del ritardo nell'organizzazione del corso formativo e da quali elementi legislativi si deduce la possibilità di limitare la frequenza al 50% delle ore;

4) se gli ultimi conti consuntivi dell'USL non configurino "una situazione di grave disavanzo? e quali siano le motivazioni che hanno determinato i consistenti aumenti, di cui in premessa, del trattamento economico dei vertici dell'U.S.L.

F.to: Frassy

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Assessore, con questa iniziativa cercheremo di non aprire un dibattito a trecentosessanta gradi sulla sanità perché saremmo perdenti avendo dieci minuti per l'illustrazione e dieci minuti per la replica, mentre il tempo di risposta sua è illimitato, cercheremo di focalizzare di conseguenza le domande e le riflessioni su quello che dovrebbe essere un punto imprescindibile nella gestione anche della sanità ossia del rapporto costi/benefici.

Si dice che certi costi sono sostenibili, se portano a certi risultati ed è su questo filo conduttore che incentriamo le domande di questa interpellanza perché sappiamo che, nell'ambito della sanità in generale - ma di quella valdostana in particolare -, la questione dei costi è questione primaria, come altrettanto primaria è la questione delle risorse da impegnare per far fronte ai costi. La consapevolezza di questa situazione è ben presente nella Giunta e nell'Assessore che ha dovuto ricorrere ad una consulenza esterna proprio per cercare di abbattere i costi della spesa sanitaria in questa Regione; con la consulenza che è stata data dall'Assessore si auspicava - immaginiamo - di individuare dei meccanismi che riuscissero a contenere i disavanzi della spesa sanitaria.

La prima questione che poniamo all'Assessore è di capire se le aspettative riposte in questo incarico conferito siano state conseguite dalle analisi giunte e, soprattutto, se siano state già oggetto di una prima applicazione e se a questa eventuale prima applicazione siano già conseguiti dei risultati di tipo positivo rispetto alla riduzione e al contenimento dei costi.

Con la risposta che l'Assessore ha fornito ad un'interrogazione dei colleghi dell'Ulivo e che incentrava l'attenzione sul deficit, abbiamo avuto, nella prima mattinata, un'anticipazione di risposta sulla seconda domanda. Mi sembra di aver capito che stiamo ragionando intorno a 44 miliardi di vecchie lire per quanto riguarda il deficit della sanità in Valle d'Aosta nel 2001.

Penso che ci sia poco da aggiungere su questo in quanto ha buon dire l'Assessore che l'alluvione aveva portato l'Amministrazione regionale a sottostimare l'esigenza di spesa preventivata dell'USL per una ventina di miliardi, rimangono comunque 24 miliardi "tondi tondi" rispetto a questa prima stima e i 44 miliardi sono una cifra che avevamo già stimato mesi addietro in base ad alcune risposte e ad alcune sensazioni che avevamo captato nell'ambito del comparto sanitario.

L'Assessore, all'epoca, ci aveva detto che erano previsioni azzardate, lo avevamo scritto sul nostro periodico "Il foglio azzurro?, e devo dire che i 50 miliardi che andavamo a stimare mesi fa sono stati confermati pochi mesi dopo. Ora, non è neppure sostenibile la filosofia in base alla quale i 44 miliardi, depurati seppure di questa minore previsione di 20 miliardi, siano un risultato soddisfacente perché la delibera costata 135 milioni di vecchie lire aveva come fondamento l'individuazione di quei meccanismi che potessero comportare un abbattimento della spesa sanitaria regionale.

Devo ricordare in questa sede come per 24 miliardi noi abbiamo indebitato l'Amministrazione regionale per chiudere con un mutuo decennale il disavanzo dell'anno precedente, perciò, comunque sia, apparentemente non abbiamo fatto passi avanti, dando pure il beneficio di quei 20 miliardi di minor trasferimento.

Dopo questi due argomenti, che sono la parte più evidente del costo della sanità in questa Regione, non possiamo non concentrare le nostre domande sulla "conduzione" della sanità in questa Regione. Sappiamo che la sovrapposizione dell'Assessorato all'USL, che è una, e all'Ospedale, che è uno, spesso porta l'Assessorato ad essere non solo il centro della programmazione ma, come molte volte è capitato, ad essere anche il centro della gestione della sanità.

Vorremmo capire allora quali sono i criteri con i quali la parte politica ha ritenuto di premiare - perché di premio si tratta - l'attuale conduzione dell'Azienda sanitaria regionale a fronte di quelli che non sono sicuramente "risultati brillanti", almeno dal punto di vista dei costi ma, attenzione, di "quei costi" che sono stati preventivati dalla stessa Azienda sanitaria locale, perché ribadisco: depuriamo pure i 20 miliardi e facciamo finta che il deficit sia di 24 e non di 44, ma il deficit di 24 miliardi è un deficit che nasce su uno scostamento rispetto a quella che è la previsione fatta dai vertici dell'Azienda sanitaria locale.

Allora, se così è, l'Assessore deve spiegarci come mai in questa Regione dove tutto manca fuorché la capacità di ripianare i disavanzi, di stanziare le risorse e questo nel suo Assessorato come in altri assessorati perché abbiamo visto questa mattina come nel comparto dell'industria non si sia meno generosi di quanto non lo si sia nel comparto della sanità e aggiungo che non possiamo trincerarci - perché so già quale sarà la sua risposta, Assessore - dietro all'affermazione che i livelli di assistenza sanitaria in Valle d'Aosta sono superiori ai livelli medi nazionali perché questa può essere una ben magra consolazione, anche perché alla fine i costi pro capite dello sforamento sono più che tripli rispetto ai costi nazionali.

Siamo sorpresi allora quando apprendiamo che la Giunta, con un provvedimento di fine 2001, ha ritenuto di adeguare in maniera automatica - perché non c'è altra definizione - gli emolumenti che erano stati stanziati ai vertici della sanità valdostana: Direzione generale, sanitaria ed amministrativa a quella che è la previsione legislativa nazionale che ha aumentato i precedenti tetti.

Sappiamo che l'attuale Direttore generale è stato insediato il 1° giugno 2000 e in quella data veniva applicato quello che era l'allora tetto massimo dei 250 milioni annui di trattamento economico, più una serie di eventuali percentuali che potevano aumentare a seconda dei risultati.

Con un provvedimento del maggio 2001 è stato innalzato il tetto a 250 milioni come delibera regionale portandolo sostanzialmente a un aumento del 25 percento rispetto al precedente emolumento riconosciuto e rispetto ad una previsione legislativa nazionale di 300 milioni annui. Tutto questo non ci scandalizza se fosse minimamente motivato e sostenuto dai dati della gestione e allora non vediamo delle motivazioni che siano sostenibili, rispetto alle problematiche che l'Assessore stesso ha evidenziato, tant'è che la risoluzione del deficit della spesa sanitaria è stata oggetto di un incarico al di fuori della struttura sanitaria regionale. Questo dimostra quali siano le difficoltà degli stessi vertici a capire in quale contesto si debba gestire la spesa sanitaria.

Tra le varie domande che poniamo c'è il motivo per il quale il corso di formazione previsto dalle norme che regolamentano l'assunzione della direzione generale sia stato attuato in forte ritardo. Le norme parlano di 18 mesi entro i quali dovrebbe essere espletato il corso di formazione biennale, i 18 mesi scadevano a novembre e a novembre non ci risulta che sia stato conseguito nessun tipo di frequentazione a questi corsi formativi.

Chiudo, ma è scritto nella terza domanda della interpellanza, che anche l'espletazione di una frequenza al 50 percento delle ore ci sembra quantomeno originale e vorremmo capire dove si fonda l'originalità del meccanismo.

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) È pur vero che teoricamente gli Assessori e la Giunta regionale hanno la possibilità di parlare all'infinito, ma è altrettanto vero che il metodo dell'interpellanza dà l'ultima parola al consigliere e se il consigliere è onesto intellettualmente - uso un modo di dire usuale del Vicepresidente Lattanzi - e di certo il Consigliere Frassy lo è, non potrà che constatare che questa interpellanza è interessante dal punto di vista informativo, ma nelle premesse della stessa ci sono alcuni errori dovuti sicuramente a coloro che hanno mal informato il Consigliere, pertanto lo ringrazio perché mi dà la possibilità di sconfessare pubblicamente in quest'aula alcuni elementi ripetitivi di basso livello che vengono fatti fuori da quest'aula.

Rispetto al primo quesito che è posto, con deliberazione di Giunta n. 4049/2000 è stato affidato al CRESA un incarico di consulenza sull'evoluzione della spesa sanitaria nel prossimo quinquennio. L'incarico prevedeva la predisposizione di una prima analisi delle fonti di finanziamento, dei livelli di assistenza assicurati ai Valdostani e della spesa sostenuta al fine di evidenziare le criticità esistenti e di una seconda fase relativa all'approfondimento delle aree maggiormente critiche al fine di individuare i determinanti della spesa ritenuta anomala.

Dico sin da subito che i risultati di questa verifica del CRESA sono in linea con le indicazioni fatte all'interno delle strutture regionali dell'azienda USL, ma evidentemente sono state fatte con metodi scientifici molto più elaborati e approfonditi. In merito alla prima analisi, i documenti posso farli avere al Consigliere Frassy, fra questi ce n'è uno che fa riferimento alle fonti di finanziamento, ai livelli di assistenza assicurati e alla spesa sostenuta.

Rispetto alla seconda fase, che è quella di approfondimento delle aree critiche, come ho detto, e relativa alla ricerca dei fattori esplicativi dell'elevata spesa, sono stati sviluppati quattro capitoli: la distribuzione dei costi fra i macrolivelli di assistenza e un'impennata anomala di alcune voci di spesa; l'incidenza sull'elevata spesa del costo del fattore produttivo personale; l'implicazione dell'attivazione di nuove specialità nell'Ospedale; l'assistenza ospedaliera. Questi erano gli input della Giunta regionale.

Rispetto al primo punto, è stata fatta un'analisi dei costi differenziata per macrolivelli di assistenza, cioè assistenza ospedaliera, assistenza territoriale, prevenzioni, attività tecnico-amministrativa, dalla quale emerge che nella distribuzione dei costi sono state superate di poco le indicazioni della deliberazione della Giunta n. 244/2001 la quale dispone che l'USL assicuri l'erogazione di prestazioni sanitarie nel limite dei seguenti valori percentuali: assistenza ospedaliera, 50 percento della spesa totale; assistenza territoriale, 41 percento; attività di prevenzione, 5 percento; attività tecnico-amministrativa, 4 percento.

Un'impennata anomala si riferisce alle voci "assistenza ospedaliera convenzionata" ed "assistenza specialistica convenzionata esterna" che insieme incidono poco più del 6 percento sulla spesa complessiva. Si tratta in parte di compensazioni per la mobilità passiva, ma è possibile che si tratti di livelli di assistenza aggiuntivi erogati negli ultimi anni ai Valdostani.

Rispetto al secondo punto, cioè l'incidenza sull'elevata spesa del costo del fattore produttivo personale, dai dati esaminati emerge una cospicua incidenza dell'indennità di bilinguismo sulla spesa corrente complessiva che da sola spiegherebbe quasi la metà del maggiore costo degli addetti dipendenti desumibile dall'indicatore di fonte ministeriale relativo al costo per singolo addetto.

Il confronto degli addetti dipendenti delle unità di budget ospedaliere messi a confronto con gli standard definiti dal Piemonte ha dimostrato che, nella maggior parte delle unità operative valdostane, il numero di personale risulta al di sopra di quello piemontese, sia per il personale medico che per quello infermieristico; su questo ho già avuto modo di relazionare ultimamente.

Rispetto al terzo punto, essendo la ricerca tesa a capire quale sarebbe stata l'evoluzione della spesa sanitaria nel quinquennio per fattori anche endogeni, è stata fatta una valutazione economica di attività circa l'eventuale attivazione nella regione di un centro di radioterapia, scelta già fatta da questo Consiglio regionale, l'introduzione della tecnologia PET, tomografia di emissione di positroni in medicina nucleare e l'avvio di attività di cardiochirurgia e neurochirurgia, tre argomenti che sono stati ampiamente discussi nella predisposizione del piano sanitario, sul quale la scelta fatta è di non attivare né PET né la Cardiochirurgia né la Neurochirurgia. Questa indagine dal punto di vista finanziario ha confermato la validità della scelta operata dal Piano sanitario regionale.

Rispetto al quarto punto, l'assistenza ospedaliera, qui è stata elaborata un'analisi dei costi ospedalieri sui quali incide senza dubbio il costo del personale, nonché dei dati di attività che si possono considerare soddisfacenti in quanto la degenza media, il tasso di occupazione e gli altri indici di attività sono su livelli più che accettabili.

Il lavoro del CRESA ha inoltre approfondito l'aspetto della ridefinizione del sostegno statale per il funzionamento del servizio sanitario regionale in attuazione del punto 18 dell'accordo stipulato l'8 agosto 2001 in sede di Conferenza Stato-Regioni, che prevede che per le Regioni Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, le Province autonome di Trento e Bolzano, che attualmente provvedono con risorse proprie al finanziamento del loro servizio sanitario, il Governo si impegni a verificare l'opportunità di rivedere i rapporti finanziari con lo Stato al fine di pervenire a finanziamenti coerenti con le intese raggiunte con le altre regioni.

Tale documento ha sostenuto la richiesta della Regione allo Stato, di cui accennavo stamani, di finanziamenti statali aggiuntivi per il servizio sanitario valdostano in coerenza con le richieste delle altre regioni a statuto ordinario durante un incontro che si è svolto recentemente a Roma con il Sottosegretario al Ministero dell'economia, presente il Presidente e il sottoscritto, il Dott. Vegas.

La determinazione del finanziamento aggiuntivo richiesto ha tenuto conto sia del recupero della minore entrata garantita dall'IRAP e dall'addizionale IRPEF rispetto all'entrata assicurata dai contributi del servizio sanitario nazionale che del recupero della dinamica del fabbisogno di spesa riconosciuto dal Governo, che non è coperto dalla dinamica delle fonti di finanziamento specifico della Regione.

Nel corso della consulenza e tenuto conto delle indicazioni che venivano prodotte dal CRESA, la Giunta regionale - e rispondo alla seconda parte del primo quesito - ha ritenuto di approvare nel corso del 2001 le deliberazioni n. 2782, n. 3688, n. 3185, n. 3354, n. 5022, che prevedono rispettivamente: l'approvazione di indicazioni all'azienda per il governo e il contenimento della spesa farmaceutica e l'erogazione diretta dei farmaci anche nelle strutture, utilizzo dei farmaci generici, utilizzo delle linee guida per l'uso appropriato dei farmaci, monitoraggio dell'attività prescrittiva dei medici; l'approvazione di direttive all'azienda per il monitoraggio dell'attività dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, rispetto alle prescrizioni farmaceutiche specialistiche - laboratorio, indagini strumentali, visite specialistiche, di ricovero - e di attività quali l'assistenza programmata, l'ADI e le altre prestazioni aggiuntive; l'approvazione di disposizioni all'azienda finalizzate ad un monitoraggio e a un controllo trimestrale della spesa sanitaria regionale; l'approvazione delle modalità di esecuzione dei controlli di appropriatezza sull'utilizzo dell'Ospedale - le famose linee guida di cui parlava la Consigliera Squarzino -; l'approvazione di linee guida per l'attivazione, l'organizzazione e il funzionamento dell'attività di chirurgia di giorno, day hospital e day surgery, e ambulatoriale, e per la valutazione dell'appropriatezza delle prestazioni fornite. Se parliamo di costi/benefici, devo dire che questa consulenza è risultata utilissima per le politiche di governo della spesa sanitaria predisposte dalla Giunta regionale.

Rispetto alla seconda domanda confermo quanto il Consigliere Frassy ha affermato, cioè ci si attesta sui 44 miliardi e non ripeto quanto ho già avuto modo di dire. Si chiede qual è il mio giudizio, ma il giudizio - e questa potrebbe essere la conclusione della risposta all'interpellanza - riguarda una scelta di tipo politico; questa è una scelta di tipo politico.

Se il Consiglio regionale decide di azzerare il disavanzo o di diminuire il maggior fabbisogno di risorse finanziarie che l'USL richiede - apro una parentesi: sotto questo punto di vista devo precisare che l'USL in fase di bilancio di previsione 2001 aveva richiesto ben oltre quanto è stato assegnato anche dopo dall'Amministrazione regionale con il mutuo di pareggio, facendo una pianificazione molto puntuale sui vari capitoli di spesa - questa, ripeto, è una scelta politica.

Se vogliamo adottare una politica di restrizione che va al di là delle voci di spesa che sono cosiddette "anomale" e che sono ormai conosciute: costo del personale, beni e servizi e manutenzione, le scelte sono di natura assolutamente politica perché possiamo bloccare il turnover, come ha fatto la Regione Piemonte, possiamo adottare tutta una serie di linee che sicuramente vanno a ridurre i livelli di qualità dell'assistenza.

Sono tutte scelte. Noi abbiamo scelto di dare assistenza di qualità ai Valdostani; chi ritiene di operare strategie diverse è libero di farlo. Siamo disponibilissimi al confronto; noi cerchiamo con molte difficoltà e con risultati ancora non soddisfacenti - devo confessarlo - di recuperare quel margine di recupero che è stato definito nell'ordine di 6-7 miliardi. Rispetto alla terza domanda, il corso formativo per i direttori generali, bisogna puntualizzare che non c'è stato assolutamente nessun ritardo nell'avvio perché l'articolo 3 bis, comma 4, del decreto legislativo n. 502/1992 demanda ad un successivo decreto ministeriale l'approvazione dei contenuti della metodologia e delle attività didattiche, della durata nonché delle modalità di conseguimento della certificazione.

Il decreto di cui si tratta, che detta le regole per l'organizzazione dei corsi, è stato approvato il 1° agosto 2000 e pubblicato il 27 dicembre 2000, pertanto il termine di 18 mesi previsto dal decreto legislativo n. 502 decorre dalla data di entrata in vigore del decreto di attuazione e scade a giugno 2002, pertanto il corso è stato organizzato nei termini.

La Regione ha approvato l'organizzazione del corso in collaborazione con la facoltà di Economia e Medicina dell'Università di Torino con la deliberazione di Giunta n. 494/2002, l'attività formativa è in corso parallelamente a quella dei direttori dei distretti e sta ottenendo un notevole successo dal punto di vista contenutistico del corso stesso.

Rispondendo a una seconda parte del terzo quesito, gli elementi legislativi da cui si deduce la possibilità di limitare la frequenza al 50 percento delle ore sono costituiti dal decreto 1° agosto 2000, articolo 4, che prevede la metodologia didattica comprensiva anche di sistemi di formazione a distanza che possono incidere per non oltre il 50 percento delle ore di durata del corso.

Rispetto al sistema di verifica dei risultati del direttore generale, va ricordato che è puntuale e preciso in quanto avviene annualmente a seguito del raggiungimento o meno degli obiettivi determinati dalla Giunta e concordati in sede di accordo di programma Regione e USL previsto dalla legge regionale n. 5.

Concludo con un cenno rispetto alla polemica strisciante rispetto agli emolumenti dei vertici dell'USL. Il Consigliere Frassy considera un premio quanto la Giunta ha deciso in merito all'argomento; rispondo che non solo non è un premio, ma è un obbligo di legge stabilito da un DPCM che dice una cosa semplice: il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo dell'USL non possono percepire di meno di quanto percepiscono i rispettivi responsabili delle strutture complesse.

Nel nostro caso il Direttore sanitario percepiva lordi 130 milioni annui rispetto ai 180 circa del primario, per cui è un obbligo di legge aumentare gli emolumenti del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo in misura non inferiore ai loro corrispondenti primari o dirigenti di strutture amministrative. Da qui deriva il secondo passaggio dell'obbligo dell'aumento del 20 percento per il Direttore generale.

Il tutto porta a dire che per il Direttore generale dell'USL è stato definito un importo massimo di 250 milioni lordi annui, rispetto alla Regione Piemonte per esempio, che ha definito tre fasce, la più bassa delle quali è di 265 milioni.

Ringrazio il Consigliere Frassy perché mi dà modo di dire in questa Assemblea - e spero che venga ripreso dagli organi di stampa - che la Valle d'Aosta ha deciso - ed è stato pubblicato ultimamente - di definire gli aumenti in modo tale che quanto è stato stabilito per il Direttore generale, il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo corrisponda al livello più basso d'Italia. La Valle d'Aosta su una rivista di valore si è classificata come quella più risparmiosa da questo punto di vista, in applicazione stretta di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

Questo è quanto mi è stato richiesto, tralascio altre valutazioni di tipo più generale, se non per dire che non siamo di fronte a un grave disavanzo, ma siamo di fronte a una gestione difficile che quotidianamente ci pone il dubbio se potenziare i servizi. Stiamo ragionando in questi giorni di potenziamento dei servizi di anestesia, importantissimi per la riduzione delle liste di attesa nelle sale operatorie che però ci comporta dei costi suppletivi. Sono scelte politiche, la nostra scelta è la scelta della qualità.

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Assessore, siamo preoccupati "in primis" e insoddisfatti subito dopo della sua risposta. Siamo preoccupati soprattutto per l'ultima affermazione a margine di questa risposta: che l'ipotesi di far funzionare le sale operatorie come dovrebbero funzionare tutte le strutture pubbliche comporterà un altro aumento dei costi, di conseguenza sarà uno di quegli elementi che contribuirà a giustificare il deficit del prossimo anno.

Devo dire che avevamo ragione noi quando nel giugno 2000 sostenevamo che parlare di sanità in questa Regione, o peggio, di deficit della sanità in questa Regione, era semplicemente un punto di vista politica, perché? Ma è evidente, lo ha detto lei, Assessore, lo ha riconfermato, pur avendolo smentito all'epoca e cioè che se l'Assessore, la Giunta, il potere politico decide di fare certi trasferimenti il deficit non c'è; se invece decide di non fare certi trasferimenti, il deficit c'è. Assessore, lei ha dimostrato nei fatti di essere ancora il gestore della sanità in questa Regione, per forza! Lei dovrebbe essere il soggetto programmatore, invece è il gestore della sanità perché con questi stanziamenti ad elastico si decide chi fa bella figura, chi e quando fa brutta figura.

A proposito di brutte figure e di trasferimenti ad elastico non possiamo non ricordare "l'esperienza Bragonzi" quando, per 8 miliardi di deficit in parte corrente, più 18 di mobilità passiva, si interruppe il rapporto fiduciario.

Ecco perché, quando le abbiamo chiesto se riteneva questo disavanzo grave o meno, ci aspettavamo forse delle considerazioni più politiche, invece in maniera sfacciata lei dice che non è preoccupante perché sostanzialmente il prossimo anno il deficit sarà equivalente o forse sarà maggiore.

Ma non è accettabile, Assessore, che lei continui a dire che qui diamo la qualità quando la qualità costa più del doppio di quanto non costi la sanità alle altre latitudini. Evidentemente c'è qualcosa che non funziona. La preoccupazione è massima quando lei ci dice che l'incarico conferito al CRESA, per verificare quali tipi di intervento possono essere effettuati per il contenimento della spesa sanitaria, è in linea con la politica dell'USL, di conseguenza ci pare di capire che non ce n'è di possibilità di andare a modificare il trend della spesa sanitaria del prossimo quinquennio. Fortificati da questa consulenza esterna possiamo continuare a dire che in Valle d'Aosta la sanità ha dei costi maggiori perché siamo in Valle d'Aosta.

Lei ha parlato del Piemonte, ma allora guardiamola fino in fondo la realtà del Piemonte; innanzitutto ci sono ben 12 aziende sanitarie e, ripartite per gli abitanti medi del Piemonte, ogni azienda ha circa mezzo milione di pazienti da gestire. L'azienda sanitaria n. 4 del Piemonte è stata decapitata al vertice per una questione di deficit di bilancio; la notizia è una notizia recente di dominio pubblico. Il Presidente della Regione Piemonte, Ghigo, ha mandato a casa il Direttore generale dell'ASL n. 4 per il deficit che aveva conseguito… il Presidente della Regione Viérin vuole suggerire, ma questo non è un dibattito, è la replica sulle affermazioni dell'Assessore Vicquéry della posizione della sua Giunta…

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

… non è questione di imparare, Presidente, dico solo che la Regione Piemonte i conti li fa e, quando è necessario, va anche a modificare gli assetti di vertice. Presidente, vogliamo parlare di Odasso? Ne possiamo parlare: Odasso è stato mandato a casa subito dopo, io mi domando quante situazioni simili a quelle di Odasso avete tagliato con i bisturi!

Possiamo andarle a contare, lo facciamo nel prossimo Consiglio però, dove vi chiederemo conto di certe situazioni e ci direte quanti sono andati a casa, quanti sono stati giustificati e quanti sono a difendersi in tribunale con il patrocinio delle spese legali anticipate dall'Amministrazione regionale.

Siamo preoccupati quando il Collegio sindacale dell'USL, nella relazione di accompagnamento del conto consuntivo del 2000, scriveva che l'azienda nel suo terzo esercizio di contabilità economica non ha ancora provveduto alla completa inventariazione dei beni mobili ed immobili e più oltre aggiungeva che la gestione budgetaria è incompleta e non consente di confrontare i risultati conseguiti nell'esercizio con quelli previsti in sede di bud­get. Questo lo dicevano nel conto consuntivo del 2000. Siamo curiosi di leggere quello che verrà detto su questi argomenti nel conto consuntivo del 2001, ma queste non sono cose da poco conto: sono l'ABC di una gestione manageriale di un'azienda!

Riteniamo preoccupante che lei annoveri fra i costi fuori controllo la gestione del personale in riferimento al bilinguismo quando, in data 26 marzo 2002, dichiarava che l'indennità di bilinguismo non è più rivalutata dal 1992 e noi ci domandiamo cosa accadrà quando si procederà al rinnovo di questa indennità.

Non siamo perciò soddisfatti delle sue risposte, Assessore, ma non per una posizione politica, che qui occupiamo di opposizione e di conseguenza di controllo alle attività della maggioranza e della Giunta, siamo invece preoccupati come cittadini perché i costi della sanità in questa Regione prima o poi verranno presentati ai nostri concittadini e di questo ci preoccupiamo. Il fatto che invece lei ritenga che tutto ciò rientra in un trend cosiddetto "valdostano" non può non farci esprimere una totale insoddisfazione, questa volta sì politica, per la filosofia con cui lei, la sua Giunta e la sua maggioranza state affrontando la gestione della politica sanitaria in Valle.

Président Sur cela nous terminons les travaux de la matinée. La séance est suspendue et reprendra à 16 heures.

La séance est levée.