Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2534 del 20 marzo 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2534/XI Interventi presso le autorità della Turchia a favore di Leyla Zana ed altri Parlamentari turchi in stato di detenzione. (Approvazione di mozione)

Mozione Ribadita la precedente presa di posizione del Consiglio regionale della Valle d’Aosta nei confronti dell’Onorevole Leyla Zana, prima, e unica, donna curda eletta al Parlamento turco che è in carcere per reati di opinione;

Ricordato che Leyla Zana è stata processata e condannata in quanto aveva pronunciato, all’atto del giuramento di fedeltà alla Repubblica Turca, sia in turco che in curdo, lingua allora proibita dalla Costituzione della Turchia, con alcuni colleghi del suo stesso partito, le seguenti parole: "sono stata obbligata ad adempiere alla formalità richiesta, io lotto per la fraterna convivenza del popolo curdo e del popolo turco in un quadro democratico";

Ricordato inoltre che tra i capi di imputazione c’era la denuncia fatta da Leyla Zana, nel corso di un viaggio con altri membri del Parlamento della Turchia in Europa e negli Stati Uniti d’America, della violazione dei diritti umani in Turchia a danno del popolo curdo;

Preso atto che ancora recentemente in sede europea sono state adottate le seguenti determinazioni, e in particolare:

- a luglio 2001, a Strasburgo, la Corte di Giustizia per i Diritti Umani, espressione del Consiglio d’Europa, del quale la Turchia fa parte, ha condannato la Turchia per il processo a Leyla Zana, considerando illegittime le accuse, la composizione del tribunale, il processo e quindi illegittima la condanna. La Turchia è stata condannata al pagamento dei danni alle vittime di quel processo e a procedere alla loro liberazione;

- il 13 dicembre 2001, il Parlamento Europeo, ha condannato all’unanimità la Turchia per il protrarsi illegale della carcerazione di Leyla Zana.

Considerato che la Turchia ad oggi si è limitata al pagamento dei danni ma non sta prendendo in considerazione alcuna misura tesa, in una forma o nell’altra, alla liberazione di Leyla Zana e dei suoi colleghi, Orhan Dogan, Selim Sadak e Hatip Dicle, e che per questa ragione il caso di Leyla Zana e dei suoi colleghi continua ad essere oggetto di attenzione e di interventi sulla Turchia da parte della Corte di Giustizia di Strasburgo;

Riaffermata la solidarietà nei confronti di questa donna a cui è stato aggiudicato nel 1998 il Premio del Consiglio regionale della Valle d’Aosta "Donna dell’anno";

i sottoscritti Consiglieri regionali

Chiedono

al Presidente del Consiglio - al Presidente della Giunta e ai Parlamentari valdostani

di invitare il Governo e il Parlamento italiani a farsi promotori di interventi presso la Presidenza della Repubblica, il Governo e il Parlamento della Turchia finalizzati all’ottenimento da parte della Turchia del rispetto della sentenza della Corte di Strasburgo e dello Statuto del Consiglio d’Europa a proposito del caso di Leyla Zana e dei suoi colleghi.

Chiedono

che la mozione venga inviata alla Presidenza della Repubblica, al Governo e al Parlamento della Turchia.

F.to: Squarzino Secondina - Charles Teresa

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Sarò brevissima, nel senso che questo Consiglio aveva già preso precedentemente una posizione nei confronti dell’Onorevole Leyla Zana, donna curda che, come molti di voi ricordano, è stata incarcerata perché ha voluto usare la sua lingua nel momento in cui nel Parlamento turco doveva pronunciare il giuramento di rispetto alla Repubblica e alla democrazia.

Questa donna è stata incarcerata, questa donna non ha mai accettato la liberazione solo per sé, ma ha sempre preteso insieme alla propria liberazione anche la liberazione di tutti gli altri Curdi che come lei sono imprigionati solo perché chiedono che vengano rispettati i diritti umani, i diritti linguistici, i diritti della loro comunità in un quadro di democrazia. Questa donna è stata scelta dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta nell'iniziativa "Donna dell’anno" del 1998 come "Donna dell’anno".

Ci sono attualmente a livello di Parlamento europeo una serie di pressioni nei confronti del Governo turco perché questo intervenga e riconosca i diritti civili non solo a questa Parlamentare, ma anche a tutto il popolo curdo. Recentemente il Parlamento europeo ha anche aggiudicato il "Premio Sacharov" a Leyla Zana e ha recentemente preso posizione in modo chiaro nei confronti della sua situazione. Ricordo brevemente che la Corte di giustizia dei diritti umani ha condannato la Turchia per il processo a Leyla Zana al pagamento dei danni alle vittime del processo e a procedere alla loro liberazione.

Ancora il 13 dicembre 2001 il Parlamento europeo sempre ha condannato all'unanimità la Turchia per il protrarsi illegale della carcerazione di Leyla Zana. Con questa mozione il Consiglio riprende decisioni che aveva già espresso in questi anni e aggiunge la propria richiesta insieme a quella del Parlamento italiano ed europeo perché nei confronti del Governo e del Parlamento della Turchia si facciano tutte le azioni possibili perché questa donna e i suoi colleghi siano liberati e perché i diritti umani, che non sono ancora rispettati in Turchia, trovino una loro risposta positiva.

PrésidentL’absence de notre collègue Teresa Charles, étant donné le deuil qui a frappé sa famille, lui empêche de s’associer personnellement à l’illustration, mais je confirme la sensibilité du Bureau de la Présidence tout entier, qui d’ailleurs a adhéré, dans le temps, aux initiatives de soutien à cette cause. La discussion générale est ouverte.

La parole au Conseiller Nicco.

Nicco (GV-DS-PSE)Brevemente per qualche considerazione su questa mozione, una mozione che pone all’attenzione del Consiglio un tema certamente di rilievo: la violazione di diritti fondamentali dell’individuo da parte della Turchia. Lo fa con un testo sul quale mi permetto tuttavia di esprimere qualche breve, personale, considerazione.

La Corte Europea dei diritti dell’uomo il 17 luglio 2001 ha pronunciato una sentenza su "l’affaire Sadak et autres contre Turquie" e questo in relazione alla situazione, oltre che di Leyla Zana, di Selim Sadak, Hatip Dicle e Orhan Dogan che sono tutti ex Parlamentari dell’Assemblea nazionale della Turchia, tutti membri del partito della democrazia e tutti condannati dalla Cour de sûreté d’Etat della Turchia a 15 anni di detenzione per attività separatista tendente a fondare uno Stato curdo.

Tutti sullo stesso piano nella lotta e nella condanna, donne e uomini, senza distinzione di alcun genere. Trattandosi di una situazione che, per l’appunto, non concerne uno specifico elemento della condizione femminile, cioè non siamo di fronte ad un "caso Safiya" per intenderci, ma a quelli che consideriamo diritti di carattere generale che attengono alla persona in quanto tale, forse sarebbe stato il caso di articolare diversamente il testo. In particolare, mi pare che la questione meriti qualche maggiore cenno di contestualizzazione.

Questa è una vicenda che è parte integrante della questione curda, ovvero della rivendicazione del popolo curdo, circa 25 milioni di persone, ad un proprio Stato, quel Kurdistan la cui esistenza era stata sancita sin dal Trattato di Sèvres, all’indomani della prima guerra mondiale, ma poi era sempre stata osteggiata, in particolare da Turchia, Iran e Iraq, su parte del cui territorio doveva realizzarsi il nuovo Stato. È una questione la cui mancata soluzione ha insanguinato per decenni quelle terre con quasi trentamila morti e oltre un milione di profughi, fra i quali vi è chi - ed è la vicenda di questi giorni con lo sbarco in Sicilia di mille persone - cerca rifugio anche qui in Europa.

Ed è questione che in questa mozione, a differenza di quella citata in premessa, è invece indicata secondo me troppo marginalmente. Nella mozione approvata dal Consiglio il 24 febbraio 1999 ricordo che si propugnava fra l’altro "il riconoscimento del popolo curdo, della sua lingua, della sua cultura e delle sue istanze di indipendenza". Mi sembra opportuno ribadire anche oggi quelle istanze sia nella premessa di questa mozione, sia nel deliberato.

C’è poi una questione più di dettaglio su cui chiedo alla presentatrice una precisazione: qui si fa riferimento ad una Corte di giustizia per i diritti umani, credo che ci si riferisca alla citata Corte europea dei diritti dell’uomo che è l'istituzione del Consiglio d’Europa deputata a garantire il rispetto della "Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo".

In conclusione proporrei di inserire all’inizio della premessa il seguente passaggio: "Richiamata la tragedia del popolo curdo e ribadito il diritto di ogni popolo a decidere in piena libertà e responsabilità del proprio destino;" e nel deliberato, dopo "chiedono": "Di sostenere in ogni sede il diritto del popolo curdo all’autodeterminazione;".

PrésidentIl serait souhaitable d’avoir une courte suspension, juste pour affiner le texte.

La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Chiedo un attimo di sospensione perché volevo anche precisare il senso di questa risoluzione: questa risoluzione prende avvio dalla risoluzione del Parlamento europeo, quindi si attiene a quelli che sono i punti che sono stati individuati in quella risoluzione. Sono d’accordo che non bisogna occuparsi della sola Leyla Zana. Infatti la mozione che abbiamo presentato fa riferimento ai colleghi Selim Sadak, Hatip Dicle e Orhan Dogan, semmai possiamo fare una verifica degli emendamenti proposti, pertanto chiedo una sospensione.

PrésidentCinq minutes de suspension.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 16,39 alle ore 16,56.

PrésidentLa séance reprend.

La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Nella pausa che la Presidenza ci ha concesso il collega Nicco e la sottoscritta hanno ripuntualizzato il testo della risoluzione che presentiamo quindi con le tre firme: quella del Consigliere Nicco che ha presentato gli emendamenti, quella del Consigliere Cottino che rappresenta la collega Teresa Charles e la mia firma; presento questo testo alla Presidenza.

PrésidentJe soumets au vote la motion dans le nouveau texte, dont je donne la lecture:

Mozione Richiamata la tragedia del popolo curdo e ribadito il diritto di ogni popolo a decidere in piena libertà e responsabilità del proprio destino;

Ribadite le precedenti prese di posizione del Consiglio regionale della Valle d’Aosta nei confronti dell’Onorevole Leyla Zana, prima e unica donna curda eletta al Parlamento turco che è in carcere per reati di opinione;

Ricordato che Leyla Zana è stata processata e condannata in quanto aveva pronunciato, all’atto del giuramento di fedeltà alla Repubblica Turca, sia in turco che in curdo, lingua allora proibita dalla Costituzione della Turchia, con alcuni colleghi del suo stesso partito, le seguenti parole: "sono stata obbligata ad adempiere alla formalità richiesta, io lotto per la fraterna convivenza del popolo curdo e del popolo turco in un quadro democratico";

Ricordato inoltre che tra i capi di imputazione c’era la denuncia fatta da Leyla Zana, nel corso di un viaggio con altri membri del Parlamento della Turchia in Europa e negli Stati Uniti d’America, della violazione dei diritti umani in Turchia a danno del popolo curdo;

Preso atto che ancora recentemente in sede europea sono state adottate le seguenti determinazioni, e in particolare:

- a luglio 2001, a Strasburgo, la Corte Europea dei diritti dell’uomo, espressione del Consiglio d’Europa, del quale la Turchia fa parte, ha condannato la Turchia per il processo a Leyla Zana, considerando illegittime le accuse, la composizione del tribunale, il processo e quindi illegittima la condanna. La Turchia è stata condannata al pagamento dei danni alle vittime di quel processo e a procedere alla loro liberazione;

- il 13 dicembre 2001, il Parlamento Europeo ha condannato all’unanimità la Turchia per il protrarsi illegale della carcerazione di Leyla Zana;

Considerato che la Turchia ad oggi si è limitata al pagamento dei danni ma non sta prendendo in considerazione alcuna misura tesa, in una forma o nell’altra, alla liberazione di Leyla Zana e dei suoi colleghi, Orhan Dogan, Selim Sadak e Hatip Dicle, e che per questa ragione il caso di Leyla Zana e dei suoi colleghi continua ad essere oggetto di attenzione e di interventi sulla Turchia da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo;

Riaffermata la solidarietà nei confronti di questa donna a cui è stato aggiudicato nel 1998 il Premio del Consiglio regionale della Valle d’Aosta "Donna dell’anno";

il Consiglio regionale

Chiede

al Presidente del Consiglio - al Presidente della Giunta e ai Parlamentari valdostani:

- di sostenere in ogni sede il diritto del popolo curdo all’autodeterminazione;

- di invitare il Governo e il Parlamento italiani a farsi promotori, nelle apposite sedi, di interventi presso la Presidenza della Repubblica, il Governo e il Parlamento della Turchia finalizzati all’ottenimento da parte della Turchia del rispetto della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo a proposito del caso di Leyla Zana e dei suoi colleghi;

Chiede

che tale mozione venga inviata alla Presidenza della Repubblica, al Governo e al Parlamento della Turchia.

Conseillers présents et votant: 25

Pour: 25

Le Conseil approuve à l’unanimité.