Oggetto del Consiglio n. 2489 del 6 marzo 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2489/XI Iniziative per la sostituzione della copertura di tetti in eternit con altro materiale non inquinante. (Interpellanza)
Interpellanza Ricordato l’impegno che l’Assessore Vicquéry si era assunto il 27 luglio 2001, nel corso della discussione sulla mozione che sollecitava iniziative per venire incontro ai privati che intendevano (ed intendono) rimuovere dai tetti le lastre di Eternit per sostituirle con adeguato materiale di copertura del tetto;
Ricordato che in quell’occasione l’Assessore aveva chiesto ai firmatari di ritirare la mozione per poter "approfondire la materia", anche alla luce della legge 23 marzo 2001, n. 93, "il cui articolo 20 parla di censimento dell’amianto e interventi di bonifica";
Atteso che sono trascorsi diversi mesi e che finora non si è saputo più nulla circa l’approfondimento annunciato dall’Assessore, per cui non è stata data ancora una risposta ai privati cittadini che intendono contribuire alla bonifica ambientale rimuovendo le lastre di Eternit dal tetto delle loro case;
Visto che il tema del pericolo amianto "nascosto" nelle nostre abitazioni ritorna periodicamente ogni qualvolta si mette mano a ristrutturazione di edifici pubblici, come è accaduto in questi giorni nel corso dei lavori presso l’ex-cinema Splendor;
Atteso che esiste un piano regionale di indagine circa la presenza di amianto negli edifici pubblici;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore competente per sapere:
1) se, come, e con quali interventi, si intende rispondere alla richiesta di aiuto da parte dei privati cittadini che sono disposti a sostituire la copertura del tetto in Eternit con altro materiale non inquinante;
2) come si intende procedere dopo la scoperta di amianto nella struttura dell’ex-cinema Splendor e se questo nuovo caso induce i responsabili a rivedere ed ampliare il piano di indagine sulla presenza di amianto negli edifici pubblici.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Ritorniamo con questa iniziativa su una questione che avevamo già sollevato lo scorso anno, il 27 luglio 2001, quando il nostro gruppo aveva presentato una mozione che sollecitava delle iniziative, per venire incontro ai privati che intendono rimuovere dai tetti le lastre di eternit, per sostituirle con materiale adeguato di copertura del tetto.
Allora ricordavamo - e lo ricordo ancora adesso - che buona parte della copertura dei tetti di case e condomini della città di Aosta sono stati costruiti negli anni '50-'60, quando venivano utilizzate come materiale normale di costruzione, lastre di eternit, in cui sono presenti delle fibre di amianto. Già allora ricordavamo come da parte di questi proprietari privati ci fosse la richiesta di eventuale aiuto nella sostituzione del materiale eternit, non per comperare materiale nuovo, ma perché nel sostituire il materiale eternit si va incontro a due grosse spese.
Da una parte, infatti, la rimozione delle lastre, che va fatta da ditte specializzate, è costosa, non essendo pensabile impiegare un'impresa edile qualunque per fare questo tipo di intervento. L’altro secondo costo aggiuntivo molto alto è il convogliamento dei detriti delle lastre in discariche convenzionate. Per questi due interventi precisi si chiedeva se la Giunta era disposta a predisporre un intervento normativo che prevedesse incentivi a privati che procedono alla rimozione delle lastre di eternit, utilizzate per la copertura dei tetti della loro abitazione, in modo da facilitare il risanamento ambientale.
Questa era la richiesta che noi già lo scorso anno avevamo formulato. In quell'occasione l’Assessore ci aveva chiesto se potevamo ritirare la mozione, in quanto era sua intenzione approfondire la materia. Noi abbiamo accettato volentieri la sua proposta, perché riteniamo utile che gli argomenti siano affrontati con cognizione di causa; pertanto, se l’Assessore in quel momento non aveva gli elementi, era opportuno che li ricercasse.
Oggi torniamo su questa iniziativa per chiedere quali sono state le conclusioni dell’approfondimento fatto e se esiste ancora la volontà di studiare interventi che possano venire incontro a questa esigenza, che hanno avanzato i cittadini della città di Aosta, ma non solo, che si trovano in questa situazione. L’occasione di ricordarci di questa iniziativa è venuta anche - come può immaginare l’Assessore - dal fatto che ripetutamente la questione dell’amianto emerge.
Emerge in campo nazionale, dove tutti abbiamo presente le discussioni che vengono fatte attualmente per scegliere la pista di bob per le future olimpiadi, ma l’altro fatto che ci interessa più da vicino, è che abbiamo nella struttura dell’ex cinema Splendor una quantità di amianto non indifferente che dobbiamo asportare in modo da procedere ad una bonifica adeguata. Questo per dire che continuamente l’opinione pubblica è sollecitata su questo problema e credo che anche la Giunta dovrebbe, ogni volta, non rispondere alle paure della popolazione, ma riprendere in mano la questione e chiedersi se è stato fatto tutto il necessario, se bisogna operare in un’altra direzione, e questo spiega il senso della nostra seconda domanda: cioè se questi fatti abbiano sollecitato la Giunta, in particolare l’Assessore, a rivedere, a ripensare, a integrare i piani di intervento che già come Regione sono stati predisposti.
Président La parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV) L’approfondimento promesso è stato fatto e ci sono alcune informazioni suppletive rispetto alla seduta del Consiglio regionale del 27 luglio, ma devo confessare che l’iter è lentissimo. Per rispondere puntualmente, come già è stato precisato in occasione del Consiglio regionale del 27 luglio, l’eventuale individuazione di specifiche provvidenze economiche a favore di privati per la dismissione e lo smaltimento di tetti in eternit, è subordinata alle risultanze di un censimento e di una successiva mappatura, che consenta di dimensionare il problema della presenza di amianto in regione, con particolare riferimento alle strutture di proprietà di privati, essendo stato fatto già il censimento riferito ai fabbricati di proprietà di soggetti pubblici. Su questo risponderò che il censimento è stato fatto su tutto il territorio e sono stati censiti tutti gli edifici pubblici, e l’ARPA ha comunicato che ha completato il censimento: pertanto, non necessitano altri interventi da questo punto di vista.
L’effettuazione della mappatura è subordinata all'emanazione da parte del Ministero dell’ambiente del decreto previsto dall’articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93; decreto che, oltre a stabilire le modalità tecnico-operative per l’effettuazione della mappatura, consentirà anche di usufruire di appositi fondi che verranno ripartiti fra le regioni, proprio per l’attuazione dell’articolo di legge.
Per quanto riguarda l’emanazione di tale decreto, la bozza del medesimo è stata presentata dal Direttore generale della Direzione per la gestione rifiuti alle regioni il 23 gennaio scorso, e il relativo iter amministrativo e legislativo per l’approvazione e l’emanazione è appena iniziato, con previsione di tempi lunghi. Perché sono previsti tempi lunghi? Perché è stata posta subito una pregiudiziale dal punto di vista della possibilità o meno di legiferare, in virtù della disciplina comunitaria per la tutela dell’ambiente entrata in vigore lo scorso anno, che recita testualmente: "Principio: chi inquina paga", principio in base al quale i costi della lotta contro l’inquinamento devono essere sostenuti dall’inquinatore. In virtù di questo principio, a livello tecnico, si sta ragionando sulla possibilità o meno di proseguire l’iter di emanazione di questo decreto, perché è di tutta evidenza che se fosse in contrasto con questo principio, cadrebbe il provvedimento legislativo. Questo per dire che le novità ci sono, ma sono abbastanza negative rispetto a quanto si ipotizzava circa un anno fa in merito ai tempi di emanazione di questo decreto.
Rispetto al problema dello Splendor, l’intervento - come è stato detto - dovrà essere effettuato da una ditta specializzata, che dovrà mettere in atto tutti gli accertamenti tecnici previsti dalla normativa vigente, al fine di non contaminare l’ambiente circostante, e al fine di proteggere i lavoratori durante le operazioni di bonifica. I criteri tecnici per la scelta sono le referenze e l’appartenenza ad un albo del settore e, prima dell’inizio dei lavori, la ditta specializzata dovrà presentare il relativo piano all’USL, ai sensi dell’articolo 34 del decreto legislativo n. 277/1991. Sono cose note.
Non ho altro da aggiungere in materia, se non che l’ARPA comunica di aver completato il censimento e abbiamo una scheda di tutti gli interventi che sono stati segnalati ai comuni e alle amministrazioni pubbliche di competenza; devo dire che quasi tutte si sono attivate con immediatezza per rimuovere il problema.
È di tutta evidenza che il censimento che l’ARPA ha fatto sulle strutture pubbliche è stato un censimento "de visu", lo definirei, nel senso che ha potuto accertare o tramite verifica dei progetti, cosa sulla quale spesso ha incontrato delle difficoltà operative, la presenza o meno di amianto, oppure previa ispezione visiva. In molti casi certamente è probabile - dice l’ARPA - che ci siano ancora strutture contenenti amianto, ma che non siano rilevabili all'ispezione visiva, e una di queste, pur non essendo definibile come struttura pubblica in senso stretto, è lo Splendor, di cui, fino al momento della rimozione, nessuno era in grado di conoscerne gli elementi costruttivi.
Certo, questo si verificherà anche in altre situazioni, perché l’ARPA ha ampiamente documentato che, soprattutto negli anni '60-'70, l’eternit e il materiale contenente amianto era addirittura consigliato non solo dalle ditte produttrici, ma anche da specialisti e progettisti, per cui è probabile che si riscontrino altre situazioni come quella dello Splendor.
L’iscrizione all’Albo delle imprese devo dire che è subordinata alla partecipazione di un corso, che avevamo alcuni anni fa sponsorizzato e patrocinato come Assessorato regionale, ed è relativamente semplice. È vero che c’è un aumento dei costi per lo smaltimento, ma non così alto rispetto ad altre demolizioni e ad altri interventi di tipo edilizio. Ciò detto, seguiremo l’iter dell’approvazione - o meno - di questo decreto legislativo, perché se il decreto viene emanato, vengono trasferiti i fondi alle regioni e le regioni poi si adopereranno per utilizzarlo.
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Non sono soddisfatta della risposta, ma non sono soddisfatta della situazione e neppure dell’atteggiamento un po' remissivo che ha l’Assessore rispetto a questa situazione, in quanto varrebbe la pena di cominciare a chiedersi cosa vuol dire "mappare" gli edifici privati. In altre circostanze, quando c’è un problema che urge o che la Giunta sente come un problema a cui bisogna dare una risposta nel più breve tempo possibile, c’è un'attivazione anche da parte della Giunta, cioè si comincia almeno a lavorare sulla questione: qui, invece, mi sembra che siamo molto in ritardo.
Mi chiedo se non è possibile cominciare a pensare a cosa vuol dire "fare un censimento" degli edifici dei privati, iniziare una mappatura, che potrebbe cominciare ad essere una mappatura – segnalazione sulla scorta di informazioni fornite dai privati. Perché non iniziare, per esempio, questo tipo di autocertificazione da parte dei privati?
Questo almeno consentirebbe di cominciare ad avere una prima banca dati sull'entità del fenomeno, perché se per iniziare dobbiamo aspettare che ci sia il decreto, i tempi si allungano di molto! Credo che una richiesta esplicita, diciamo "un censimento", ma un censimento che viene, ripeto, fatto per autocertificazione, come richiesta di segnalazione, tanto che potremmo chiamarlo "segnalazione", e dunque una richiesta a tutti i proprietari di stabili di segnalare l’eventuale presenza di materiale edile nel cui composto c’è dell’amianto, credo che questo potrebbe aiutare l’Assessorato a capire quanto è vasto il problema.
Non penso che in questa situazione si possa applicare il principio del "chi inquina paga", qui si dovrebbe piuttosto dire: chi ha inquinato, in realtà lo ha fatto con l’assenso di tutti i crismi delle autorizzazioni pubbliche. Non si può in questo caso parlare della responsabilità del singolo che, contravvenendo alla legge, ha inquinato l’ambiente.
Siamo di fronte a tutto un modello di costruzione, per cui bisognerebbe far pagare non i proprietari, ma chi ha costruito, chi ha prodotto il materiale. In quel senso lì sono d’accordo nel dire "chi inquina paga", e con quel ricavato intervenire a sostituire le lastre di eternit. Altrimenti lei non può dirmi che in questo caso i proprietari, visto che hanno materiale inquinante, devono pagare; la responsabilità non è dei singoli proprietari, la responsabilità è molto più a monte e allora sì che in questo modo, se facessimo pagare chi ha immesso sul mercato, chi ha costruito questo materiale, avremmo le risorse per bonificare!
Sì, sono d’accordo con lei su questo, ma allora bisogna attivarsi in questo senso, bisogna ricercare i veri responsabili chi sono, e non dire che i proprietari, visto che hanno materiale inquinante, devono pagarsi questa rimozione: quindi non adotterei questo ragionamento applicato ai proprietari. La prego ancora, Assessore, di studiare degli interventi per vedere se non è possibile individuare delle risposte normative regionali.
Cosa vieta alla Regione di attivarsi in questo senso? Solo il fatto che vuole aspettare i finanziamenti nazionali, certo, quelli arriveranno, ma non credo che saranno sufficienti a coprire tutto il fabbisogno. Allora, se si iniziasse, come dicevo prima, a fare un censimento e a mettere un minimo di fondi per questo tipo di operazione, credo che si comincerebbe a dare una risposta concreta alle esigenze che ci sono; altrimenti si risponde solo con parole a quelli che sono dei bisogni.
Vorrei poi ancora sottolineare una preoccupazione che è emersa dalle sue parole, prima, rispetto al censimento completato di tutti gli edifici pubblici, cioè un censimento che ci dà una serie di informazioni, ma che non ci esime dal porci la domanda se questo è completo. L’esempio che adesso lei ha portato, rispetto all’ex Splendor, dimostra come si tratti di un censimento non fatto in profondità e in modo capillare, non fatto in modo tale da darci la garanzia che, quando si andrà a fare dei lavori di manutenzione in questi edifici pubblici, non si incontrerà nuovamente la presenza di amianto, come è successo per l’ex cinema Splendor.