Oggetto del Consiglio n. 2486 del 6 marzo 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2486/XI Manifestazione promozionale di prodotti tipici valdostani a Montalto Dora. (Interrogazione)
Interrogazione Visto che, nel corso della manifestazione - sagra del "Cavolo verza" di Montalto Dora, svoltasi l’autunno scorso, su un banco alimentare erano esposte in bella mostra sia forme che mezze forme di formaggio, con impressa la scritta "Scarto";
Visto che tale prodotto era esposto nell’ambito di un allestimento in cui diversi poster richiamavano il formaggio Fontina DOC e che come tale veniva percepito dai visitatori;
Visto che tale formaggio era venduto al prezzo di lire 10.000 al chilo;
Ritenuto che simili episodi non possano che nuocere al buon nome del formaggio Fontina DOC della Valle d’Aosta;
la sottoscritta Consigliera regionale
Interroga
l’Assessore competente per sapere:
1) da dove proviene il formaggio venduto con impresso il marchio "Scarto";
2) se tale formaggio è commercializzato dalla Cooperativa Produttori Fontina;
3) se risulta che si sono verificati altri episodi come quello summenzionato;
4) quali rimedi si possono proporre perché tali episodi non si verifichino più.
F.to: Squarzino Secondina
Président La parole à l’Assesseur à l’agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV) J’avoue que de la "Sagra del cavolo verza" je n’avais jamais entendu parler avant de lire la question de Mme Squarzino; dommage qu’il soit déjà passé trop de temps pour en savoir quelque chose en plus, car la foire s’est déroulée - paraît-il - en automne 2001. Nous ne disposons donc d’aucune information sur ce qui s’est passé sur les étalages de la manifestation en question et nous ne connaissons pas l’origine du fromage en question. Nous avons fait notre enquête soit auprès de la Coopérative Fontine soit auprès du Consortium des producteurs de Fontine.
Je voudrais rappeler encore une fois que la responsabilité de ce qu’on propose à l’achat du public revient au titulaire de l’autorisation, qui en répond face à la loi et aux organes préposés au contrôle. Naturellement, dans le cas où nous serions informés de l’existence de situations apparemment ambiguës ou susceptibles d’être soupçonnées de fraude alimentaire quant à l’utilisation d’une appellation reconnue à niveau européen, tel le label "Fontina", il est notre devoir d’informer les organes députés à la sauvegarde de l’appellation d’origine contrôlée.
Dans le cas spécifique nous avons informé le Consortium des producteurs de Fontine, même si après des mois je crois que des actions sont très difficiles à mener de l’avant. Il reste à dire qu’à la "Sagra del cavolo verza" la Coopérative des producteurs de Fontine n’était pas présente et, en tout cas, elle déclare d’utiliser des formes de fromage avec l’indication "scarto" surtout pour les préparations gastronomiques, normalement la coopérative ne met pas sur le marché ce fromage. Il est donc envisageable que ces formes de fromage "scarto" soient originaires de quelques commerçants privés.
Pour ce qui est des affiches publicitaires de la Fontine, je crois qu’il serait impossible de contrôler leur emploi. L’important est qu’aucun autre type de fromage ne soit vendu en tel que Fontine. On me demande des mesures à adopter: j’estime que chacun de nous, face à une évidente tentative d’induire en erreur les potentiels consommateurs, ce qui - il me semble - s’est passé à Montalto Dora, chacun de nous a le devoir d’informer les autorités ayant la compétence de contrôler la correcte utilisation des appellations d’origine.
Je crois que tout le monde chez nous est au courant de l’existence du Consortium des producteurs de Fontine, créé justement dans le but de sauvegarder le produit Fontine. Naturellement l’information doit parvenir au bon moment. Une question à l’Assesseur régional à plusieurs mois de l’épisode n’a pas d’utilité dans ce sens, sinon celle que l’Assesseur se prenne l’engagement d’alerter les organes compétents pour le contrôle, afin de mieux veiller sur le marché et afin de protéger mieux notre produit à O.P.
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Confesso che avrei dovuto presentarla prima questa iniziativa, ma tutti gli anni c’è questa "Sagra del cavolo verza" che viene pubblicizzata sul settimanale della nostra regione. Quindi ci sarà occasione ulteriore di fare verifiche, ma il mio obiettivo non era quello di penalizzare chi ha utilizzato in modo improprio in quella sagra il marchio "Fontina" per vendere un altro tipo di formaggio; l’obiettivo era quello di sollecitare l’Assessore ad avere più attenzione e ad allertare gli uffici interessati per verificare come vengono utilizzati gli scarti, i formaggi scarto che lei ha detto vengono individuati.
Lei mi ha detto prima che le forme, su viene impresso il marchio di "scarto", vengono utilizzate per preparazioni gastronomiche; può darsi che non sia sempre così. Ed è questo l’obiettivo della nostra interrogazione, cioè si tratta di vedere quale controllo viene fatto nella filiera del formaggio scarto; bisogna sapere dove è collocato, a chi è venduto, in quale occasione, e quanto di questo formaggio scarto è collocato sul mercato, non mercato dei consumatori diretti, ma comunque sul mercato gastronomico, di chi lo utilizza a fini gastronomici.
Questo sarebbe da chiarire e sarebbe anche da chiederci se questo formaggio è utilizzato all’interno di strutture che la Regione controlla, altrimenti, se è venduto ad altre strutture?
(interruzione dell’Assessore Perrin, fuori microfono)
? può darsi che sia venduto come formaggio scarto, però deve essere assicurato che come tale venga consumato. Non solo, ma questo formaggio, anche venduto come "Fontina scarto", non può essere venduto ai consumatori in modo diretto, perché non credo che sia utile all'immagine della Valle d’Aosta trovare delle forme di Fontina con su scritto: "scarto". Credo che questo vada evitato e, anche se è venduto a dei ristoranti che lo usano a fini gastronomici, sarebbe grave che questi presentassero i loro prodotti cucinati con la "Fontina", quando di fatto non è così!
Credo che tutto il lavoro che l’Assessorato fa per garantire la qualità della Fontina, non possa essere messo in crisi da episodi di questo genere; pertanto le chiedo di fare una verifica ulteriore su questo formaggio scarto per sapere dove va a finire, dove è collocato, chi lo utilizza e quanto, perché se risultasse che la quantità è enorme, se risultasse - come di fatto avviene - che viene venduto sul banco ai consumatori, sarebbe grave!
Come ritengo ancora che non sia utile per il buon nome della cucina valdostana utilizzare questo formaggio scarto anche per preparare i piatti. In tal modo, tra l'altro, non viene tutelata la concorrenza.