Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2411 del 23 gennaio 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2411/XI Notizie concernenti la presenza di diossina nei pressi di Albertville. (Interpellanza)

Interpellanza Viste le notizie apparse su quotidiani francesi e della Savoia circa la presenza di diossina prodotta dall’inceneritore di Gilly-sur-Isère, nei pressi di Albertville in Savoia;

Appreso che le analisi del terreno hanno fatto rilevare tassi alti di inquinamento, tanto da suggerire alle autorità locali di far abbattere migliaia di capi bovini e far distruggere 11 mila litri di latte al giorno;

Tenuto conto della vicinanza della Valle d’Aosta a tale zona inquinata e della possibilità che i venti abbiano potuto trasportare fin nella nostra regione tale sostanza;

Appreso che fin dalla metà del mese di dicembre 2001 la regione Piemonte è stata allertata in tal senso e che, tramite l’Arpa, sono state avviate analisi accurate sia di eventuali depositi sul terreno, sia di possibili tracce negli alimenti;

Verificato che finora non sono apparse in Valle notizie al riguardo né sono state richieste all’Arpa regionale analisi o ricerche in tal senso;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l’Assessore competente per sapere:

1) se, quando e con quali modalità, le autorità francesi hanno informato le autorità regionali di tale fenomeno inquinante; se ciò non fosse avvenuto, se è intenzione delle autorità regionali interpellare le autorità della Savoia circa l’eventuale mancanza di informazione al riguardo;

2) se è intenzione della Regione verificare la presenza o meno di tracce di diossina sul terreno o negli alimenti;

3) se l’Arpa regionale ha gli strumenti, l’attrezzatura, le conoscenze pregresse necessarie per effettuare tale verifica.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Il 24 ottobre 2001 in Francia, in Alta Savoia, in un piccolo comune presso Albertville, Gilly-sur-Isère, è stata decretata la chiusura dell’inceneritore di rifiuti urbani, perché le analisi effettuate hanno rilevato un quantitativo di diossina superiore a 700 volte il limite posto dalla CE: non sto qui a riportare i numeri, perché non è che siamo tutti esperti in questa materia, per cui il numero diventa significativo, ma credo che sia il rapporto quantitativo che è interessante. È chiaro che a quel momento sono state prese misure drastiche per la difesa della popolazione: è stata decretata una fascia di sicurezza di 10 km attorno alla città di Albertville; sono state chiuse le attività di diverse fattorie; sono stati abbattuti 2-3000 capi di bovini; sono stati distrutti, ogni giorno, 10-11 mila litri di latte e il fieno è stato messo sotto sequestro. Fra l’altro, alcuni capi bovini già esportati in Italia, sono stati poi recuperati per cui per fortuna non sono stati macellati, né sono entrati nel patrimonio zootecnico del nostro Paese. La situazione sembra decisamente grave.

Sugli organi di informazione, per mia conoscenza, la notizia è apparsa solo verso la metà di dicembre, quando c’è stato da parte de "Le Figaro", jeudi 13 décembre, un servizio su questo argomento: "Une alerte à la dioxine inquiète la Savoie: un incinérateur de Gilly-sur-Isère serait responsable d’une pollution exceptionnelle". Anche l’ANSA, da noi, in Italia, aveva dato questa notizia, sempre il 13 dicembre; poi, da allora, non abbiamo più avuto dati su questo episodio. Episodio che, ricordo, si è manifestato in tutta la sua gravità ad ottobre, nel senso che il 24 ottobre è stata decretata la chiusura di questo inceneritore. Sappiamo però che, pur con ritardo, verso metà dicembre, le autorità del Piemonte sono state allertate, tanto che, in seguito ad un consulto fra Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comunità montane interessate, è stato affidato all’ARPA del Piemonte l’incarico di attivare nelle Valli Orco, Soana e Lanzo dei campionamenti per accertare il livello di diossina presente nel suolo.

Per fortuna a seguito di analisi nei sei campioni prelevati dal suolo si sono registrati valori assolutamente nella norma. Le analisi effettuate hanno dimostrato che in quel territorio che è stato soggetto a campionatura, non si è rivelato alcun valore superiore alla norma. Sono state anche decise delle analisi su prodotti alimentari, ma i risultati di tali analisi non sono ancora arrivate. Speriamo che anche per questi si possa registrare un giudizio di passato pericolo.

Questa situazione, si potrebbe dire, riguarda la Francia, riguarda il Piemonte, e noi come Valle d’Aosta perché siamo interessati? Io credo che i timori che hanno avuto le autorità del Piemonte? le domande che si sono poste le autorità piemontesi dovremmo - o avremmo dovuto, non lo so, vedremo in base alla risposta - porcele anche noi! Anche noi avremmo potuto essere stati - o essere ancora - interessati da un eventuale trasporto di diossina. Conosciamo tutti questi venti che da ovest soffiano verso est, dalla Francia verso la Valle d’Aosta, quei venti che portano anche le masse umide, la pioggia e la neve che aspettiamo con trepidazione.

La Val d’Isère non è così lontana da noi, quindi siamo in questa situazione. Anche le nostre autorità avrebbero dovuto essere allertate e avrebbero dovuto attivarsi per verificare che non vi fosse una situazione di pericolo. Per questo motivo chiediamo all’Assessore competente se, quando e con quali modalità le autorità francesi, o chi per esse, hanno informato le autorità regionali di tale fenomeno inquinante; e, se ciò non fosse avvenuto, vorremmo sapere se effettivamente le autorità regionali non siano intenzionate ad interpellare le autorità della Savoia, per capire come mai c’è stata una mancata informazione al riguardo.

Vorremmo anche sapere se è intenzione della Regione porsi le domande che qui ho sollevato, e quindi verificare se esistono o meno tracce di presenza di diossina sul terreno in Valle o negli alimenti - pensiamo al latte - e, in caso di risposta positiva, se questo tipo di indagine sarà affidata all’ARPA, e se l’ARPA ha tutti gli strumenti, l’attrezzatura, le conoscenze pregresse per poter effettuare questa verifica.

Président La parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) In merito alla chiusura dell’inceneritore di Gilly-sur-Isère nei pressi di Albertville in Savoia, a seguito del riscontro di diossina nel terreno circostante l’impianto, si precisa che le autorità francesi non hanno trasmesso alla Regione nessuna informativa in merito a quanto sopra.

Si precisa che non si è ritenuto di richiedere ufficialmente informazioni in quanto, a seguito di contatti avuti con il competente servizio dell’Assessorato all’ambiente della Regione Piemonte, tali informative sono già state richieste da detta Amministrazione, la quale ha intrapreso una iniziativa ufficiale nei confronti del Ministero dell’ambiente e del Ministero della salute, in merito alla necessità di dotarsi di protocolli ufficiali per la comunicazione fra stati confinanti in caso di incidente.

In effetti, il Presidente della Regione Piemonte, Ghigo, con lettera controfirmata dall’Assessore all’ambiente Cavallera e dall’Assessore alla sanità D’Ambrosio, in data 2 gennaio scorso ha scritto al Ministro dell’ambiente, dr. Matteoli, e al Ministro della salute, prof. Sirchia, questa lettera, recante in oggetto: "Carenze di tempestiva comunicazione internazionale in occasione di episodi di possibile impatto inquinante transfrontaliero". Recita la lettera: "In occasione dell’episodio di allerta in Savoia, conseguente alle emissioni di diossina dall’inceneritore di Gilly-sur-Isère, che ha causato in territorio francese la contaminazione della catena alimentare e la conseguente distruzione di prodotti, quali latte e formaggi, nonché la previsione di abbattimento di capi bovini, allevati nella zona circostante l’impianto, si è rivelata in tutta la sua gravità la carenza di un prefigurato canale ufficiale di tempestiva comunicazione fra amministrazioni confinanti. Nel caso in parola, infatti, si è venuti a conoscenza dell’episodio attraverso comunicato ANSA del 13 dicembre 2001, pur essendo l’impianto stato chiuso il 24 ottobre 2001 e pur avendo l’amministrazione francese intrapreso immediatamente le azioni di controllo e sequestro dei prodotti alimentari in zona. Solo i buoni rapporti interpersonali fra funzionari della Savoia e del Piemonte hanno consentito alle amministrazioni piemontesi interessate, Prefettura, Regione, Provincia di Torino, di conoscere maggiori particolari e di avviare campagne di approfondimento e controllo atte ad assumere eventuali provvedimenti precauzionali, e ad arginare, per quanto possibile, il clima allarmistico ingenerato nell'opinione pubblica dalle notizie giornalistiche. Nella certezza che le SS.LL. si adopereranno affinché sia istituito un protocollo ufficiale di tempestiva comunicazione fra amministrazioni confinanti in occasione di analoghi episodi di possibile impatto inquinante transfrontaliero, che dovessero ripresentarsi, si porgono distinti saluti".

Inoltre la Regione Piemonte ha messo a disposizione della Regione Valle d’Aosta tutte le informazioni e le indagini effettuate a seguito dell’evento sopra specificato, dalle quali emerge che non sono state rilevate nelle zone di confine italiane effetti riconducibili al cattivo funzionamento dell’impianto di incenerimento su indicato.

A tal proposito, dal punto di vista tecnico, l’ARPA della Valle d’Aosta precisa che le misure di diossina non possono essere effettuate - rispondo alla seconda domanda - con un analizzatore in continuo attraverso la rete di centraline di controllo della qualità dell’aria. La loro determinazione avviene in laboratorio, con tecnica di gascromatografia, spettrometria di massa, su matrici di accumulo, quali terreno, acqua, alimenti, o su particolato atmosferico. Quest’ultimo tipo di campione può essere utilizzato in diretta prossimità della sorgente emettitrice ovvero in situazioni incidentali con rilascio di nube a forte contaminazione.

L’ARPA non ha avviato la linea di analisi di diossina, ma in caso di necessità è in grado di garantire un adeguato monitoraggio attraverso la definizione e l’attuazione del piano di prelievi di matrici alimentari e ambientali, come è avvenuto ultimamente per il caso Converter, e di fare eseguire le analisi di diossina ai laboratori competenti, con priorità per quelli delle agenzie ambientali, nell’ambito della collaborazione del sistema agenziale. Per la valutazione di un'eventuale ricaduta di diossine sul territorio della regione, sono necessari dati tecnici specifici dell’impianto di incenerimento, di cui l’ARPA non è a conoscenza, né risultano essere reperibili direttamente.

Tuttavia, sulla base di informazioni - avute tramite i mezzi di comunicazione nazionali e notizie di tipo informale da parte di strutture francesi, preposte al monitoraggio della qualità dell’aria in Savoia - sulla tipologia dell’impianto, impianto di piccole dimensioni con un cammino basso, a temperatura e velocità dei fumi basse, di cui non si ha la quantificazione, si può ragionevolmente escludere che, per effetto di venti sinottici, le emissioni prodotte dall’impianto abbiano potuto essere trasportate sino in Valle d’Aosta, in modo tale da dare ricadute significative di diossine.

Facendo ricorso alla teoria della dispersione di inquinanti atmosferici alla base dei modelli di simulazione di qualità dell’aria, che l’ARPA sta sviluppando, e considerato l’ipotesi più cautelativa, che tratta le particelle di diossina come gas che percorrono quindi maggiori distanze in atmosfera, è ragionevole presupporre che la maggior ricaduta della particella avvenga fra i cinque e dieci chilometri dall’impianto, riducendo nella concentrazione di 10 milioni di volte ogni 10 chilometri. La simulazione precisa della situazione è possibile solo con la conoscenza del termine di "sorgente", caratteristiche tecniche dell’impianto, altezza del camino, portata dei fumi, temperature e velocità dei fumi, e dei dati meteorologici francesi su base annuale relativi alla zona di confine. Questo è quanto riferisce l’ARPA.

Concludo dicendo che condivido in parte l'impostazione data all'interpellanza dalla Consigliera Squarzino, nella parte che si riferisce all'assoluta necessità di avere dei collegamenti interregionali, per cui sottoscrivo in pieno la nota firmata dalla Regione Piemonte. Aggiungo che non mancano, tra l’altro, le istituzioni di collaborazione interregionale, mi riferisco per esempio al CO.TRA.O., che è una istituzione a cui partecipano la Regione Valle d’Aosta, la Regione Piemonte, Provence, Alpes-Côte d’Azur e quant’altro, e che deve essere investita della problematica; su questo ci impegnano ad intervenire tempestivamente per le problematiche ambientali, ma in generale per tutto quanto riguarda gli aspetti di due e più realtà confinanti.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Prendo atto che anche l’Assessore riconosce che è molto grave quello che è accaduto, cioè è molto grave che autorità confinanti non abbiano informato di questo disastro ambientale, non abbiano dato informazioni su fenomeni che hanno ripercussioni sulla salute. Fra l’altro anch'io mi pongo l’interrogativo sulla validità di una serie di organismi transfrontalieri e di collaborazione interregionale; se questi organismi non funzionano nel momento in cui c’è un'esigenza reale di funzionamento, ci si interroga se hanno un senso questi organismi, a cosa servono, se c’è un rapporto reale fra i costi del funzionamento di questi organismi e i benefici. Chiedo quindi all’Assessore di avere una copia di questa nota, che ha letto prima e che è stata inviata?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? sì quella, la lettera che le autorità del Piemonte hanno inviato al Ministro dell’ambiente. Credo che qui ci sia da fare un'azione di protesta molto ferma e molto decisa. Lei dice che non condivide l’ultima parte dell'interpellanza, là dove si chiede l’intervento dell’ARPA. L’ARPA dice, se ho capito bene la sua risposta, che per poter esprimere una valutazione, dovrebbe avere almeno due tipologie di informazioni: i dati tecnici dell’inceneritore e notizie sull’andamento meteorologico del periodo di emissione della diossina.

Credo che l’ARPA non abbia potuto, sulla base solo fra l’altro di pourparlers, fare questo tipo di ricerca, però le chiedo, Assessore, di impegnare l’ARPA a fare questa analisi. Se è vero, come è vero, che l’ARPA può dire con sicurezza che la nostra regione è indenne rispetto a questa situazione e se i dati di cui ha bisogno sono quelle due tipologie di dati che lei ha elencato, credo che almeno un'analisi più accurata della situazione, sulla base di questi due dati, vada chiesta. È vero, Assessore, che per analizzare la diossina negli alimenti l’ARPA è preparata per fare i campioni e poi deve mandarli ai centri specializzati per l’analisi, mi sembra che li invii a Teramo, anche la Regione Piemonte credo abbia mandato questi campioni di alimenti a Teramo, quindi è chiaro che ci sono centri specializzati. Del resto la nostra interpellanza non andava nella logica di chiedere una rete monitoraggio tipo quella delle centraline per la qualità dell'aria, assolutamente no!

C’è piuttosto un elemento che andrebbe valutato con attenzione, e cioè qualunque rilievo che viene fatto sul suolo e che mi indica la quantità di eventuale diossina assume un significato, se posso dire prima qual era la situazione di fondo. Forse uno studio preventivo andrebbe fatto nella nostra regione, probabilmente l’ARPA avrà bisogno di ulteriori contributi, perché con quello che ha, forse non è in grado di attivarsi in questo progetto particolare. Tuttavia andrebbe rilevata la situazione di quello che viene chiamato "stato di fondo" del territorio, perché fatto questo, si è in grado, di volta in volta, con campionature puntuali, di verificare la differenza del livello di questa sostanza inquinante rispetto ai dati di base del suolo della nostra regione.

Tenga conto, Assessore, che il problema della diossina non è legato solo all’inceneritore, ma c’è il grosso problema dei trasformatori. Lei sa che la diossina viene usata come isolante nei trasformatori: ora, questi trasformatori, prima o poi, dovranno essere cambiati o riciclati, quindi ci sarà questo problema grosso della diossina, che rischia di essere immersa nell'ambiente di un territorio particolare. Il problema della diossina, ripeto, non è legato soltanto all’esistenza di un inceneritore qui nella vicina Francia, o di inceneritori presenti anche in Piemonte; so che anche la Regione Piemonte si è attivata a fronte di questa situazione non solo per interpellare i Ministri dell’Ambiente e della Sanità, ma anche per attuare un programma di verifica su tutto il territorio del Piemonte.

È un monitoraggio capillare e dettagliato che va fatto, che richiede tempi un po' più lunghi, che non può essere fatto sotto l’emergenza di dare la risposta ad una domanda angosciante che ha la popolazione, ma è un programma che può essere preparato in tempo. Io credo che anche la Regione Valle d’Aosta dovrebbe porsi questo obiettivo, altrimenti non si prepara ad affrontare eventuali situazioni analoghe, che ci possono capitare fra capo e collo magari fra alcuni anni.

Credo che non sia il caso di ricordare all’Assessore alla Sanità, e neanche all’Assessore all’Ambiente o all'Agricoltura, come la presenza di diossina eventualmente registrata in Valle costituirebbe un danno enorme non solo per l'immagine turistica, ma un danno enorme anche per la nostra agricoltura, che è tutta basata sulla qualità del prodotto. Torneremo magari su questo argomento, per sollecitare dall’Assessore proposte concrete rispetto a questi temi.

Président C’est sur ce point que nous suspendons les travaux de la matinée. Le Conseil reprendra en début d’après-midi, à 16 heures.

La séance est levée.

La séance se termine à 12 heures 51.