Oggetto del Consiglio n. 2315 del 28 novembre 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2315/XI Gestione del reparto di Radiologia dell’Ospedale di Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza Considerate le problematiche emerse nella gestione del reparto di radiologia dell’ospedale di Aosta;
Preso atto del malessere del personale amministrativo del suddetto reparto;
Venuti a conoscenza che il Primario del reparto di radiologia sarebbe intenzionato a sostituire il personale amministrativo del reparto stesso con personale amministrativo I.N.V.A.;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore competente al fine di sapere:
1) se è a conoscenza di tali intenzioni;
2) se ritiene condivisibile la soluzione prospettata dal primario di radiologia;
3) quali iniziative intende adottare al fine di salvaguardare la indispensabile serenità del reparto e la professionalità del personale amministrativo tuttora impiegato.
F.to: Lattanzi - Tibaldi - Frassy
Presidente La parola al Vicepresidente Lattanzi.
Lattanzi (FI) Il giorno 15 novembre abbiamo presentato questa interpellanza per alcune preoccupazioni che circolavano nel reparto di Radiologia rispetto ad una presunta integrazione o sostituzione di personale amministrativo di Radiologia, e per la verità anche del Laboratorio Analisi, con personale INVA, cioè esterno agli amministrativi dell’USL, preoccupazioni che ci erano giunte da chi si sentiva più toccato da questi cambiamenti e che chiedeva chiarimenti, che in quel momento non gli venivano dati rispetto ai processi che l’Azienda sanitaria locale intendeva adottare per quanto riguarda la gestione del personale amministrativo in quei due ambiti.
Per la verità, soltanto cinque giorni dopo questa nostra interpellanza il Direttore generale dell’USL convocava le organizzazioni sindacali e informava che era intenzione dell’azienda esternalizzare la segreteria del reparto di Radiologia e del Laboratorio di Analisi, a costi invariati, utilizzando il personale che la società INVA già fornisce.
Ricordo che INVA fornisce personale all’amministrazione dell’Azienda sanitaria locale in base ad una convenzione che in data 8 gennaio 2001 è stata rinnovata, una convenzione quadro fra USL e INVA che era iniziata per tutti i processi di informatizzazione dei sistemi di gestione informatica dell’Ospedale, di tutta l’Azienda sanitaria locale. Ricordo altresì che INVA è una società partecipata dall’Azienda sanitaria locale e dalla Regione, e che in base a questa convenzione forniva personale temporaneo.
Personale che inizialmente era dedicato al call center, a manutenzioni di hardware delle apparecchiature, alla manutenzione ordinaria di applicativa di servizio, all'elaborazione di dati e statistiche su base dati, al data-entry, diciamo con tutta una serie di possibili utilizzi di questo personale, che ripeto era temporaneo, messo a disposizione da INVA all’Azienda sanitaria locale per la realizzazione di quanto derivava dalla convenzione quadro.
Questa convenzione, all’articolo 3, dice: "Qualora l’INVA non disponesse in numero sufficiente di proprio personale dipendente e/o di specifiche competenze tecniche, essa potrà avvalersi per lo svolgimento delle attività previste?" - e io aggiungerei anche richieste - "? di altro personale o di società specializzate con essa convenzionate, comunque in possesso dei necessari requisiti di qualità e di competenza richiesti".
In funzione di questa convenzione, di questa disponibilità, dicevo, il Direttore generale, nell’incontro del 20 novembre, ufficializzava che era volontà dell’azienda esternalizzare la segreteria del reparto di Radiologia e del Laboratorio Analisi, a costi invariati, e spiegava che le due unità di base, Radiologia e Laboratorio Analisi, avevano notevoli problemi organizzativi legati all'apertura di nuovi servizi e all’ampliamento degli orari per l’erogazione delle prestazioni.
I posti, attualmente occupati da personale fornito da INVA eventualmente riutilizzato all’interno dell'organizzazione sanitaria, sarebbero stati rimessi in mobilità; l’avviso sarebbe stato pubblicato di lì a breve e avrebbe riguardato il personale inquadrato nelle categorie B e C, quindi IV e VI livello; il progetto di tipo sperimentale avrebbe avuto durata di un anno con decorrenza 1° gennaio 2002. Queste comunicazioni facevano seguito a quelle preoccupazioni, e cinque giorni dopo la presentazione della nostra interpellanza, ripeto, si è avuta l'ufficializzazione di questa intenzione.
L’interpellanza pone in maniera precisa due quesiti. Intanto chiede di sapere se l’Assessore, come noi immaginiamo, è al corrente di questa strategia nell’utilizzo del personale esterno INVA per andare a sostituire, in questo caso, personale amministrativo dell’Azienda sanitaria locale in certe unità di base, se ritiene questa strategia gestionale condivisibile, quali sono le iniziative atte a salvaguardare quella che noi riteniamo una giusta e indispensabile serenità del reparto, e soprattutto la professionalità del personale amministrativo (qualcuno ha lavorato in quei settori addirittura più di 15-20 anni). Personale che ha appreso con grande stupore queste volontà aziendali, in quanto ritiene di essere assolutamente adeguato per poter fare quelle prestazioni, che verranno assegnate al personale INVA, personale temporaneo esterno all’azienda. Credo che i malumori l’Assessore li conosca, quindi su queste domande chiediamo una risposta.
Presidente La parola all’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.
Vicquéry (UV) Ovviamente sono a conoscenza delle intenzioni dell’amministrazione dell’USL di esternalizzare il servizio. Sono stato anche contattato ultimamente dalla responsabile che da circa venti anni lavora nella segreteria, nel senso che ho potuto sentire "le due campane"; di certo c’è un clima non sereno, dovuto ad una difficoltà oggettiva nell’operare in un servizio ad alta frequenza, una frequenza che si è ulteriormente ampliata con l’aumento delle ore notturne per l’attività libero-professionale, di cui abbiamo potuto parlare la volta scorsa. Questo non è stato ben recepito dal personale amministrativo, e se devo esprimere una mia valutazione personale è anche logico che sia così, perché il personale amministrativo non è abituato alla logica delle turnazioni, con conseguente aggravamento della situazione di malessere interno.
Il malessere interno è dovuto in parte ai rapporti interpersonali non solo fra personale amministrativo, ma fra le varie figure professionali, ad un turnover del personale dovuto alla crescente complessità delle attività amministrative legate ai cambiamenti tecnologici: la radiologia sta avendo un rinnovo tecnologico epocale, direi, perché si passa da un sistema di archiviazione classico delle lastre ad un sistema informatizzato, e questo ha creato dei problemi interni.
Tale complessità aumenterà con l’avvio della seconda Tac spirale, della risonanza magnetica nucleare, oltre che dell'implementazione del sistema Pax.
Il turnover, purtroppo, crea poca professionalità, crea disfunzione, perché è di tutta evidenza che se devo formare continuamente personale amministrativo, nel momento in cui formo personale amministrativo devo utilizzare quella risorsa non per il rapporto con il pubblico, ma per la formazione stessa. Pertanto la proposta, che è ancora tale pur essendo stata discussa con le organizzazioni sindacali, è da mettere sul piatto. Non posso esprimere un giudizio a priori. So di certo che in altre realtà la tecnica dell’outsourcing viene utilizzata sempre più spesso, e viene utilizzata soprattutto nei servizi, non tanto nei reparti di ricovero, ma nei servizi come la radiologia e come i laboratori di analisi.
È giacente presso la segreteria dell’azienda una proposta, che era già stata avanzata anni fa da una società esterna alla Valle d’Aosta, per gestire l’intero sistema delle prenotazioni e gestire la spedizione dei referti: all’epoca la proposta fu scartata per gli alti costi. La proposta di oggi è minimale rispetto all’altra, perché si tratterebbe semplicemente di fare da supporto segretariale da parte dell’INVA che garantirebbe il turnover sempre, indipendentemente dalle malattie, dalle gravidanze e da quant’altro, garantirebbe sempre una presenza fissa e stabile in un settore ad alta intensità.
L’esternalizzazione del servizio ad un privato dà delle risposte in termini di efficienza ed efficacia in genere buone; c’è però da tenere in considerazione il rapporto del personale in servizio che, se da un lato accetta volentieri di essere trasferito in un altro settore, dall’altro, alcuni di loro fanno delle resistenze. E resistenze sono avvenute ultimamente in cucina, in lavanderia, là dove si è esternalizzato il servizio.
Do pertanto una valutazione di cautela; ho chiesto alla Direzione dell’USL di valutare i pro e i contro con molta attenzione, perché l’obiettivo fondamentale è quello di dare un servizio migliore, ma salvaguardando i diritti del personale dipendente.
Questo è quanto posso dire, tenendo conto che siamo in un contesto di stretta competenza gestionale e non programmatoria da parte dell’Assessorato, per cui i miei interventi si limitano ad indicazioni e sollecitazioni perché non voglio andare oltre al ruolo che mi spetta. Non so dell’esito dell’incontro con le organizzazioni sindacali, le quali mi risultano essere dibattute al loro interno. La resistenza al trasferimento del personale amministrativo è di fatto la resistenza del responsabile della segreteria, che si sente espropriato di una sua professionalità.
Ho detto al responsabile della segreteria che nella vita ci sono dei momenti in cui bisogna anche prendere atto di novità che intervengono, ma questo non significa penalizzare l’interessato per un ipotetico possibile trasferimento; anzi all’interessato, a cui tutti riconoscono una professionalità indubbia, è stato proposto, a quanto mi è stato riferito da parte della Direzione dell’USL, una collocazione di responsabilità in un altro settore. Seguirò a distanza la questione, sperando che da questa vicenda ne esca un miglioramento in termini di efficacia e di efficienza del servizio.
Si dà atto che, dalle ore 12,15, riassume la presidenza il Presidente Louvin.
Président La parole au Vice-président Lattanzi.
Lattanzi (FI)Intanto io non ho avuto il piacere, come l’Assessore, di conoscere la professionalità di cui lui parlava e non è da lì che ho avuto questa informazione, che è invece molto generale, perché si sa quali sono i malesseri di quel reparto. Quando abbiamo presentato l’interpellanza, questo tipo di operazione in quel momento, il 15 novembre, era un'ipotesi, confermata poi il 20 alle organizzazioni sindacali, e non sapevamo se avrebbe preso una piega piuttosto che un’altra.
Mi è piaciuto il tono che ha usato nella risposta, cioè quello di dire: "io non voglio entrare più di tanto, vi consiglio però di procedere con cautela, la riorganizzazione del personale e la migliore efficienza nei confronti dell’utente è l’obiettivo, perseguiamolo con le dovute maniere", ed è su questo confronto che vorrei aggiungere alcune riflessioni. Lei ha sostenuto che la Direzione generale ritiene opportuno - però qui non ho ben compreso - se integrare o sostituire il personale oggi presente, perché sono due cose diverse, non tanto nel singolo caso o nelle persone, che non so se sono tre, quattro o cinque, che verrebbero sostituite e messe in mobilità?
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
? ringrazio il "vice-assessore ombra del Consiglio"? dicevo che la preoccupazione non è sulla singola professionalità, ma sul processo che si sta innescando, perché da una parte c’è una richiesta di ampliamento di orari e di qualità, a cui in termini strategici viene data risposta con l’utilizzazione di personale temporaneo di una società che ha già una convenzione con un'azienda sanitaria locale, convenzione, per la verità, iniziata per tutti altri motivi, ma che oggi si sta ampliando fino a produrre personale amministrativo per la gestione di dati, in questo caso sostanzialmente la gestione di liste di attesa e di referti successivi alle operazioni di Tac o di radiologia.
L’Assessore sosteneva che queste necessità sono dovute al fatto che la tecnologia si sviluppa e servono nuove professionalità, per cui nessuno si deve sentire esautorato se in questi processi si utilizzano nuove risorse per nuove esigenze. Vorrei sottolineare questo aspetto. Intanto credo che lei abbia fatto bene ad indicare alla Direzione generale molta cautela nell’utilizzo di questo processo, perché se da una parte è vero che c’è necessità di organizzare meglio il servizio, per dare agli utenti maggiore qualità a parità di costo, è altrettanto vero che ci sono tutta una serie di contratti nazionali che regolamentano l’utilizzo del personale.
La stessa convenzione inoltre sancisce due aspetti importanti.
Il primo, è l’accordo nel comparto della sanità sottoscritto qualche anno fa per il biennio 2000-2001, dove all’articolo 32 si precisa che le aziende possono stipulare contratti di lavoro temporaneo secondo la disciplina della legge n. 196/97, per soddisfare esigenze a carattere non continuativo e/o a scadenza periodica, o collegate a situazioni di urgenza non fronteggiabili con il personale in servizio, o attraverso le modalità di reclutamento ordinario previste dalla legge n. 29/93. Qui c’è un primo paletto e lei, giustamente, consiglia di procedere con cautela, perché le professionalità attualmente utilizzate nell'Azienda sanitaria locale non possono essere tout court sostituite con personale temporaneo, se non per tempi limitati.
Il secondo aspetto è legato alla convenzione che l’azienda sanitaria ha stipulato con INVA, la quale dice che metterà a disposizione per la realizzazione di quanto derivante dalla presente convenzione prevalentemente proprio personale dipendente e qualora non disponga di un numero sufficiente di proprio personale dipendente, andrà a reclutare ulteriore personale.
Ora, qui si introdurrebbe un principio, non voglio utilizzare vocaboli pericolosi, ma un principio su cui è meglio porre una forte attenzione, perché INVA potrebbe divenire per l’Azienda sanitaria locale un vero e proprio collocamento esterno che potrebbe fornire personale sicuramente di più bassa qualità professionale, perché chi fa lavoro temporaneo non lo fa per professione, e potrebbe by-passare tutti quelli che sono, purtroppo, per chi deve essere assunto e chi è stato assunto nell’Azienda sanitaria tutti i processi di concorso pubblico, ivi compreso l’esame di francese. Esame di francese di cui voi siete stati dei forti sostenitori per la qualificazione del personale, perché ci avete sempre detto che anche nella sanità l’esame di francese è talmente dovuto che i primari andavano a lavorare da un’altra parte e il livello della qualità si abbassava per effetto di questa decisione nei concorsi pubblici.
Qui va ad innescarsi un meccanismo per cui ai Valdostani che chiedono di entrare nell’Azienda sanitaria a lavorare viene fatto fare un concorso pubblico con tanto di esame di francese, se sono invece assunti da INVA vanno a lavorare all’Ospedale senza esame di francese. Oggi INVA si limita a fornire lavoratori temporanei?
(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? sono pagati in maniera diversa? senza il bilinguismo, immagino! Ci mancherebbe ancora che prendessero il bilinguismo non avendo fatto l’esame! Potremmo anche chiedere ai dipendenti dell’USL chi è che vuole il bilinguismo e non vuole superare l’esame, no?
Dicevo, INVA fornisce personale limitatamente a questi servizi segretariati, ma nulla le vieterebbe di produrre domani mattina infermieri, tecnici, piuttosto che altro personale. Credo che chi oggi ha in mano la gestione politica di questo Assessorato debba avere le idee molto chiare di cosa vuole in termini finali, e che non si possano affrontare le problematiche per singolo reparto, con utilizzo di personale di tipo temporaneo di più basso livello qualitativo, ma che soddisfa quel problema, se poi innesco un meccanismo che diventa non pericoloso, ma sul quale bisogna che ci si confronti riguardo a cosa si vuole dare ai cittadini!
Solleviamo moltissime perplessità, Assessore, perché la questione è molto delicata, non riguarda solo la professionalità di cui lei parlava o le professionalità che verranno coinvolte in questo processo di servizi segretariati, ma qui si innesca un meccanismo sul quale bisogna prendere delle decisioni politiche chiare!
Lei ha parlato di servizi in outsourcing e si può essere d’accordo, però bisogna andare a verificare le qualità del lavoro temporaneo, chi fornisce chi, perché non si creino delle società di collocamento esterno che, marchiate politicamente, forniscono lavoro solo a qualcuno e a qualcun altro no, mentre tutti gli altri devono andare a fare il concorso e superare il concorso pubblico con tanto di esame di francese!