Oggetto del Consiglio n. 2303 del 28 novembre 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2303/XI Problematiche concernenti la discarica di Pompiod nel Comune di Aymavilles. (Interrogazione)
Interrogazione Richiamata la propria interrogazione "Notizie relative all'interramento di materiale contenente amianto nella cava di Pompiod" discussa in occasione del Consiglio regionale del 12.01.2001;
Appreso che recentemente la medesima discarica, sita in Comune di Aymavilles (ai confini con Jovençan) sarebbe stata posta sotto sequestro probatorio dall'Autorità giudiziaria;
Ritenuto opportuno avere informazioni in riferimento alla vicenda, atteso che eventuali attività illecite potrebbero avere serie ripercussioni per la salute pubblica e per l'ambiente;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
l’Assessore competente per sapere:
1) se è vero che la discarica di Pompiod è stata posta sotto sequestro dall'Autorità giudiziaria;
2) se si conoscono le ragioni che hanno indotto l'Autorità giudiziaria ad assumere tale provvedimento;
3) quali indagini e verifiche sono state effettuate in sede amministrativa per controllare la liceità dell'attività svolta e per scongiurare pericoli per la salute pubblica e per l'ambiente;
4) qual è la capienza della discarica e se i limiti di capienza sono già stati eventualmente superati.
F.to: Curtaz
Président La parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV) Rispetto ai quesiti nn. 1, 2 e 3, riporto testualmente le informazioni che mi sono state fornite dal Direttore del Corpo forestale valdostano. In merito al quesito n. 1, dal 18 ottobre 2001 l’intera area della discarica risulta gravata da sequestro probatorio per ordine dell’Autorità giudiziaria.
Rispetto al quesito n. 2, cioè "se si conoscono le ragioni che hanno indotto l’Autorità giudiziaria ad assumere tale provvedimento", si premette che le informazioni in nostro possesso sono limitate, in quanto non sono state eseguite dal Corpo forestale valdostano né il sequestro né l’indagine che hanno indotto l’Autorità giudiziaria ad adottare il provvedimento.
Le finalità del sequestro, di ordine probatorio, sono funzionali alla conservazione dello stato dei luoghi per consentire il completamento delle indagini preliminari in corso. Lo stato attuale delle indagini è agevolmente espunto dal dispositivo contenuto nel decreto di avviso di accertamento tecnico non ripetibile, emesso il 5 novembre 2001 dal Pubblico ministero e notificato alla Regione.
Tale decreto ha conferito l’incarico al consulente tecnico, ing. Claudio Mattalia, al fine di verificare qualità e quantità dei rifiuti depositati nella discarica sita in Aymavilles e gestita da Cunéaz Silvio, e che tale accertamento assume i caratteri dell'irripetibilità alla luce della natura del materiale da analizzare e della natura e delle dimensioni del sito nel quale si trova. All’accertamento tecnico partecipa anche un consulente di parte, nominato dal Comune di Aymavilles, al quale compete, fra l’altro, l’approvazione del progetto di bonifica del sito inquinato.
Rispetto al terzo quesito, cioè "quali indagini e verifiche sono state effettuate in sede amministrativa per controllare la liceità dell'attività svolta e per scongiurare pericoli per la salute pubblica e per l'ambiente", la scorsa estate il Corpo forestale valdostano ha eseguito una serie di servizi amministrativi di carattere preventivo, comportanti la sorveglianza del traffico veicolare pesante, diretto alla discarica in parola.
Nell’ambito di tali servizi, in data 4 luglio 2001 sono stati eseguiti alcuni prelievi di campioni di rifiuti su alcuni autocarri diretti alla discarica. In particolare, dalle successive analisi eseguite dal laboratorio dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente è emerso che su un autocarro dell’impresa De Mitri S.r.l. di Torino in procinto di scaricare rifiuti terrosi all’interno dell’impianto in oggetto, i rifiuti trasportati presentavano elevate concentrazioni di inquinati.
Per completezza di informazione va riferito che già immediatamente dopo l’atto del prelievo, stante il sospetto della presenza di sostanze inquinanti ingenerato dal forte odore di solvente emanato dai rifiuti terrosi, l’autocarro era stato fatto scaricare in un’area marginale della discarica delimitata con un nastro segnaletico.
Successivamente la ditta De Mitri non ha più conferito rifiuti nella discarica. Quest’area della discarica era già stata posta sotto sequestro con un primo dispositivo della Procura pochi giorni dopo l’effettuazione del prelievo. Dal momento in cui è stato eseguito il primo sequestro parziale, le indagini sono state condotte direttamente dalla Polizia giudiziaria della Procura. Sempre riguardo alle verifiche eseguite in sede amministrativa, si rammenta che il Corpo forestale aveva già eseguito degli accertamenti presso la discarica dello scorso anno, i cui esiti erano stati comunicati.
Riguardo poi all’attività svolta per scongiurare pericoli per la salute pubblica e per l’ambiente, si rimanda ai provvedimenti amministrativi che verranno adottati in sede opportuna, in seguito al procedimento di bonifica, ex decreto ministeriale n. 72/1999, a cui si è provveduto a dare avvio con la notifica preliminare effettuata con nota protocollo n. 31508 del 16 novembre 2001.
Allo stato, il pericolo di ulteriore apporto di materiali inquinanti è scongiurato, in quanto l’area, stante il sequestro in corso, non è più in disponibilità al gestore. Questo è quanto riferisce il Corpo forestale. Aggiungo che riguardo ai controlli amministrativi l’ARPA ha effettuato un primo sopralluogo in data 1° settembre 1999, che era la data immediatamente dopo l’apertura, e un secondo sopralluogo in data 7 febbraio 2001. C’è la scheda del sopralluogo, dove viene riporta:
- volumetria del progetto per 288 mila metri cubi, la volumetria residua per 250 mila metri cubi;
- materiale non conferibile, nessuna osservazione;
- modalità di gestione: la discarica viene coltivata per colmazione di una depressione conica con strati successivi di materiali inerti ben compattati;
- per arrivare alla parte bassa della discarica è stata realizzata una pista di accesso;
- riguardo alla stabilità geotecnica nessuna osservazione per i rifiuti;
- per le pareti rocciose a monte della depressione saranno messi in sicurezza dal gestore alcuni grossi blocchi di roccia in matrice terrosa che incombono sul piazzale di discarica.
Riguardo all'accessibilità, tutta l’area è recintata, sono presenti due accessi principali chiusi da cancellata metallica assicurata con lucchetto. Il regolamento è ancora provvisorio nel primo sopralluogo, non verificato nel secondo sopralluogo. Orario di apertura: tutti i giorni, 8-12 e 14-18. Note: danni dell’alluvione ottobre 2000 nessuno; formulario di identificazione richiesto, la maggior parte del rifiuto conferito proviene dal cantiere del Traforo Monte Bianco, roccia e calcestruzzo, nel 2000 sono stati smaltiti circa 10.000 metri cubi in totale. Questo è il rapporto dell’ARPA in data 7 febbraio 2001.
Rispetto al quarto quesito, cioè "qual è la capienza della discarica e se i limiti di capienza sono già stati eventualmente superati", la volumetria della discarica, così come indicata nel progetto presentato ai fini dell’ottenimento dell’autorizzazione, è di 288mila metri cubi, come indica anche l’ARPA nel suo sopralluogo.
Per quanto concerne la volumetria occupata, premesso che la gestione della discarica è iniziata all’inizio del mese di giugno 1999, e la relativa autorizzazione, provvedimento dirigenziale n. 2870 del 13 maggio 1999, prevedeva la possibilità di smaltire annualmente fino a 35.000 metri cubi, che tale limite è stato aumentato su richiesta motivata dell’impresa fino a 65.000 metri cubi annui con provvedimento dirigenziale n. 3329 del 29 giugno 2001, si può presumere che la volumetria della discarica non sia ancora completata, perché se dai 288.000 metri cubi iniziali autorizzati sottraiamo 120.000 metri cubi circa, che si presume siano stati smaltiti in relazione alle autorizzazioni rilasciate e in relazione agli importi della tassa per lo smaltimento in discarica versati alla Regione, si avrebbero circa 168.000 metri cubi disponibili.
Rispetto ai 65.000 metri cubi autorizzati per il 2001, ad ottobre risultano smaltiti circa 50.000 metri cubi, per cui rimane un bonus da smaltire di circa 15.000 metri cubi. Come è noto, la discarica è sotto sequestro, il che significa, da un punto di vista amministrativo, che verrà emanato un provvedimento di sospensione dell’autorizzazione sino a quando non saranno stabilite esattamente la tipologia e la qualità del rifiuto che è stato smaltito.
L’Assessorato regionale alla sanità non ha, allo stato, avuto alcuna comunicazione ufficiale, i dati in nostro possesso sono quelli che ho testé letto e che sono stati trasmessi dal Corpo forestale valdostano.
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)Non sono soddisfatto della risposta dell’Assessore e cercherò di spiegare perché. Abbiamo già parlato di questa discarica in altre occasioni; la cosa è sempre stata discussa anche perché si tratta di una discarica intorno alla quale sono sempre girate delle strane voci, tant’è che, ancora all’inizio del 2001, il sottoscritto, con un'iniziativa ad hoc, aveva chiesto dei chiarimenti all’Assessore rispetto alla possibilità che venisse interrato dell’amianto.
Oggi ci troviamo di fronte ad un sequestro dell’Autorità giudiziaria, l’Assessore non ha saputo dare indicazioni più precise in ordine all’oggetto dell'indagine; sappiamo che c’è un sequestro di carattere probatorio, quindi c’è necessità di fare delle verifiche da parte dell’Autorità giudiziaria, e neppure abbiamo avuto dall’Assessore degli elementi più precisi rispetto all’episodio che è stato citato, quello del luglio scorso, quando un gruppo forestale valdostano ha intercettato un camion che trasportava in quella discarica delle sostanze altamente inquinanti con odore di solvente. Sarebbe stato interessante capire di cosa si trattava.
Abbiamo poi un vuoto di controlli piuttosto preoccupante, perché da luglio ad ottobre 2001, nel momento in cui l’Autorità giudiziaria pone sotto sequestro l’area, non abbiamo più controlli amministrativi. A me sembra che questo sia il dato più preoccupante, perché di fronte a un tipo di discarica quale quello di cui discutiamo, il fatto che i controlli amministrativi siano così occasionali, eccezionali, legati spesso alle iniziative - perché già l’altra volta successe una cosa analoga - di Consiglieri regionali o della stampa, che pongono all'attenzione dell'opinione pubblica e degli organi preposti l’argomento, mi sembra un dato preoccupante!
Dobbiamo sempre aspettare che sia la Magistratura ad intervenire e a reprimere, quando invece un’attività di controllo e di vigilanza preventivi potrebbero dare dei risultati e soprattutto essere tranquillizzanti in riferimento ai problemi per la salute pubblica e per l’ambiente. A me sembra di dover muovere due appunti rispetto a questa vicenda: uno di carattere specifico, che è quanto ho appena detto, in riferimento al fatto dell’assenza dell'eccezionalità dei controlli amministrativi pur in presenza di un sito altamente pericoloso, mi riferisco sia alle possibilità di controllo del Corpo forestale, sia dell’ARPA.
Questo problema mi fa poi fare una valutazione più generale sul senso politico della vicenda: in Valle d’Aosta vengono autorizzate delle discariche per importare dei rifiuti da fuori.
Questa mi sembra una cosa enorme. Lo so che questo è ammissibile, però noi vogliamo fare una politica turistica, giustamente, per avvicinare i turisti ad un ambiente montano sano, privo di pericoli, anzi benefico per la salute, e poi in alcune zone vicine a siti turistici di un certo pregio consentiamo che vengano aperte delle discariche che sicuramente non vanno in quella direzione.
Evidenzio questa contraddizione e credo che sia opportuno fare una riflessione al riguardo.