Oggetto del Consiglio n. 2066 del 20 giugno 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2066/XI Acquisto di un immobile da parte della Regione a Pont-Saint-Martin da concedere in locazione alla "Acroservizi S.p.A.". (Interrogazione)
Interrogazione Premesso:
- che la Giunta regionale ha incaricato Finaosta di acquistare un immobile in Pont-Saint-Martin, al fine di concederlo in locazione alla società "Acroservizi S.p.A." o ad apposita società da questa costituita;
- che per tale azienda è già stata autorizzata l’erogazione di finanziamenti regionali;
- che in tali spazi dovrebbe essere attivato un "call center" "che dovrebbe comportare l’assunzione di circa 30/40 addetti in fase di avvio e 160 persone a regime con fatturato annuo di circa 10 miliardi";
- che l’Assessore all’Industria nel rispondere ad una interpellanza sull’argomento presentata dal Gruppo di Forza Italia ha affermato che la "Acroservizi S.p.A." ha in forza "800 dipendenti nella sede di Sesto San Giovanni";
Rilevato che dalla visura rilasciata dall’Ufficio Registro Imprese la "Acroservizi S.p.A." risulta chiusa dal 14 novembre 2000;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l’Assessore all’Industria per sapere:
1) se conferma i dati forniti relativamente alla sede di Sesto San Giovanni ed in caso affermativo per quali motivi non sono stati recepiti negli archivi dell’Ufficio Registro Imprese;
2) quali garanzie sono state offerte a copertura dei finanziamenti di cui in premessa.
F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi
PrésidentLa parole à l’Assesseur à l’industrie, à l’artisanat et à l’énergie, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE)Credo che di questa interrogazione si possano dare due letture. Una lettura che allude al fatto che nella passata riunione del Consiglio regionale siano stati forniti dei dati non attendibili e quindi inesatti, oppure una seconda lettura che manifesta invece una volontà di approfondire alcuni elementi di conoscenza, ed io propendo per questo secondo tipo di lettura.
L'interrogazione chiede innanzitutto se si confermano "i dati forniti relativamente alla sede di Sesto S. Giovanni" dell’Acroservizi e per quali motivi questi dati non siano stati recepiti negli archivi dell’Ufficio registro imprese. È chiaro che nel momento in cui confermo i dati, confermo quelli che ho detto in Consiglio e che sono recepiti nella versione non ancora corretta del resoconto consiliare.
Nella riunione del 6 giugno avevo detto, riferendomi all'unità di Sesto S. Giovanni, che tale unità era dotata di 800 metri quadrati di superficie e di 80 operatori, quindi il fatto che nell'interrogazione si dica che l’Acroservizi ha in forza 800 dipendenti nella sede di S. Giovanni è una dichiarazione che non ho mai fatto, quindi non posso da questo punto di vista confermare un'affermazione che non ho mai fatto.
Sempre riguardo al personale presso la sede di Milano, via Marco d’Aviano 5, al mese di maggio 2001, come si può rilevare dai moduli DM 10 dell’INPS che il Consigliere Frassy conosce bene, risultano in forza 168 lavoratori dipendenti. A questi si aggiungono le collaborazioni occasionali e le collaborazioni coordinate e continuative, e i rapporti di lavoro interinale, che portano la forza totale di questa sede di Acroservizi ad un totale di 250 unità.
Stesso discorso va fatto per la sede di Sesto S. Giovanni, piazza Don Mapelli 75, dove al mese di maggio 2001, sempre dai moduli DM 10 dell’INPS, risultano in forza 15 lavoratori dipendenti. Il completamento rispetto agli 80 operatori è rappresentato da collaborazioni occasionali, collaborazioni coordinate e continuative e rapporti di lavoro interinali, come per la sede precedente.
Si precisa che, secondo informazioni fornite dall’azienda per vie brevi, dati relativi alle collaborazioni temporanee sono da considerarsi in ulteriore sviluppo; si tenga conto che l’azienda in questo periodo ha acquisito ulteriori clienti nel settore bancario. Sul fatto che dalla visura camerale non risultino i dipendenti che ho ora citato, dovrebbe essere interpellata la Camera di Commercio di Milano, che detiene il Registro imprese di quella provincia.
Il Registro imprese della Valle d’Aosta, che dipende dall’Assessorato all’industria, non cura ovviamente l’inserimento delle notizie e delle informazioni riguardo alle società non insediate nella regione. È possibile dagli uffici accedere agli archivi del Registro imprese, ma questi non sono dati che vengono inseriti in Regione.
Sempre per quanto attiene alla visura camerale, nella premessa dell'interrogazione si sostiene che da essa risulta la chiusura dell’Acroservizi in data 14 novembre 2000. Le informazioni contenute nella visura camerale vanno lette complessivamente e da un'analisi più attenta si desume che il 14 novembre la società ha denunciato la chiusura non della società stessa, ma di una propria unità locale, quella situata in piazza Don Mapelli 1, a Sesto S. Giovanni.
Questa era la sede storica della società, dalla quale, come indicato nella visura camerale, Acroservizi si era trasferita in altri locali situati sempre nella stessa piazza, ma al numero 75. Ora, sul perché dopo essersi trasferiti nella nuova sede abbiano tenuta aperta quella precedente, queste sono questioni che riguardano la società e credo che interessino poco a questo Consiglio.
In merito all’ultima questione, "quali garanzie sono state offerte a copertura dei finanziamenti di cui in premessa", l’erogazione di finanziamenti in favore dell’Acroservizi attualmente è stata approvata con delibera di Giunta n. 1338 del 30 aprile.
Con tale delibera è stato approvato il conferimento dell’incarico a Finaosta di concedere un contributo in conto capitale pari al 40 percento delle spese sostenute per l’adeguamento dei locali, fino a un massimo di 400 milioni di lire e sulla base della spesa documentata, oltre al recupero delle spese non eccedenti il contributo in conto capitale attraverso la deduzione delle stesse dai canoni di locazione, fino a un massimo di 600 milioni di lire.
È evidente che, non avendo la società ancora proceduto alla realizzazione dei lavori, i finanziamenti non sono stati finora erogati. Così come per la questione riguardante i canoni di locazione, la società si è dichiarata disponibile a concedere la garanzia bancaria a copertura dell’affitto dell’immobile in questione, e questo avverrà non appena sarà stipulato il contratto di locazione.
In conclusione si può dire che ad oggi non è stata definita alcuna forma di finanziamento in favore della sopraccitata società, c’è un impegno, ma non c’è alcuna erogazione.
PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Assessore, prendiamo atto che nello scorso Consiglio probabilmente ci sono stati degli zeri che sono rotolati in eccesso e che hanno portato da 80 a 800, e devo dire che comunque ho la convinzione di avere inteso un "800", lei mi dice che 800 era riferito ai metri quadri, non possiamo che prendere atto di questa precisazione che lei fa a seguito di questo ulteriore nostro approfondimento.
Rimane comunque evidente che su questa azienda, ma non su questa azienda perché è questa azienda, ma che su queste aziende molte volte non vengono fatti quegli approfondimenti che sarebbe opportuno fare prima di aprire quel credito politico, prima ancora che finanziario.
Il fatto che lei ci risponda che le garanzie le dovrà vagliare Finaosta in base a quella delibera di Giunta citata, che è la delibera sulla quale avevamo già incentrato la precedente iniziativa, non è che ci tranquillizzi più di tanto, perché è sempre il meccanismo che ha fatto sì che Akerlund, una volta chiuso i battenti, abbia lasciato 12 miliardi non coperti da fideiussione. O meglio, i 12 miliardi, che erano coperti da fideiussione, sono risultati alla fine non garantiti. Ed è questo il motivo per il quale abbiamo chiesto quali siano le garanzie offerte a copertura di quelli che saranno i finanziamenti.
Lei ci risponde che sarà Finaosta ad attivare le procedure, noi ci auguriamo che non siano quelle procedure ormai troppo abituali che alla fine non danno "la garanzia della garanzia", è un bisticcio di parole che però forse rende chiaro qual è la nostra preoccupazione.
Detto questo, ci auguriamo che l’Acroservizi possa quanto prima insediarsi in quei locali e che possa quanto prima cogliere dei risultati operativi sostanziali. Diciamo semplicemente che su questa azienda abbiamo cercato di far capire all’Assessore, come responsabile politico, che forse bisogna cambiare il metro per valutare in sicurezza e garanzia quelli che sono gli insediamenti che intendiamo portare in questa regione.
Ci auguriamo che questa particolare attenzione, che casualmente si è incentrata su questa azienda, possa essere servita ad attivare maggiori attenzioni anche nell’ambito degli uffici di Finaosta.