Oggetto del Consiglio n. 2057 del 7 giugno 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2057/XI Impegno per l’impiego della dizione bilingue nell'individuazione delle mansioni e dei gradi del Corpo valdostano dei Vigili del Fuoco. (Reiezione di mozione)
Mozione Premesso che:
- la Giunta regionale ha approvato il logo dello stemma e delle caratteristiche dei simboli distintivi del corpo valdostano dei Vigili del Fuoco;
- la dizione bilingue, utilizzata sia nella denominazione del Corpo sia nell’indicazione della Regione, non è impiegata nell’individuazione delle mansioni e dei gradi, i quali sono espressi nella sola lingua francese;
Considerata la funzione di pubblico servizio svolta dal corpo dei Vigili del Fuoco Sapeurs-Pompiers e l’indiscussa utilità di un istantaneo riconoscimento attraverso le mostrine delle funzioni svolte dai vigili stessi;
Rilevato che il concetto di bilinguismo deve essere garantito dall’amministrazione pubblica, lasciando al cittadino utente la scelta finale;
Ritenuto opportuno nel rispetto di un principio di reale uguaglianza e rispetto tra la lingua italiana e francese garantire una dizione bilingue;
il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale a integrare l’allegato B della deliberazione n. 1505 del 7 maggio 2001, inerente i simboli distintivi del grado, affiancando alla dizione in lingua francese quella in lingua italiana.
F.to: Frassy – Tibaldi
PrésidentL'illustration de la motion a lieu de la part du Conseiller Frassy.
Frassy (FI)Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, questa mozione che il nostro gruppo propone all'attenzione dell'aula è una mozione che penso che abbia relativamente poca necessità di essere illustrata in quanto riteniamo che per coloro i quali hanno avuto la bontà di leggerne il testo sia abbastanza chiaro quello che è il ragionamento attorno a cui si sviluppa questa mozione.
Per chi non avesse avuto modo comunque non tanto di leggere il testo - che sicuramente è stato letto - ma quanto piuttosto di leggere la delibera di Giunta che nei fatti stabilisce le cose delle quali noi chiediamo parziale modificazione, sinteticamente vorrei semplicemente aggiornare i colleghi Consiglieri che in data 7 maggio la Giunta ha adottato una delibera nella quale venivano approvati il logo, lo stemma e i simboli dei Vigili del fuoco, alla luce di quelle che sono le nuove incombenze alle quali l'Amministrazione regionale è chiamata con la regionalizzazione del Corpo dei Vigili del Fuoco.
Nell'ambito di questa deliberazione è stato approvato quello che è il logo dei Vigili del Fuoco che recita la dizione bilingue "Vigili del fuoco-Sapeurs-pompiers Vallée d'Aoste-Valle d'Aosta". I simboli sono stati approvati nella medesima deliberazione soltanto con quella che è la dizione francese: "Présidents volontaires", piuttosto che "Inspecteurs de zone", piuttosto che "Techniciens", eccetera. Noi riteniamo che sia probabilmente una svista il fatto di aver?
(interruzione del Presidente Louvin)
? approvato ben tre, due delle tre mostrine in dizione bilingue lasciando invece su gradi del Corpo soltanto la dizione in lingua francese.
Di conseguenza riteniamo che, essendo questo un servizio pubblico che viene rivolto nell'interesse della Comunità valdostana, che viene rivolto anche nell'interesse pubblico, nel senso più generale, perciò anche a vantaggio di turisti e di quanti non necessariamente debbono conoscere la lingua francese, riteniamo che sia opportuno innanzitutto per una questione di immediatezza e di distinzione di quelle che sono le funzioni che sono descritte sulle mostrine, funzioni che sono le più disparate, in base alle funzioni che vengono svolte, "Directeur", dicevo prima, "Technicien", "Auxiliaire", "Chef d'équipe", "Chef de section".
Perciò è evidente che comunque queste mostrine hanno anche la funzione di consentire ai cittadini e utenti di capire che ruolo svolge l'interlocutore con cui ha rapporto.
Questo in punto di opportunità; in punto di principio noi riteniamo che il bilinguismo debba essere praticato in maniera paritetica, in maniera parificata, come dice l'articolo 38, anche se è vero che gli atti pubblici possono essere redatti nell'una o nell'altra lingua.
Noi comunque riteniamo che un bilinguismo reale debba considerare quelle che sono le varie sensibilità della popolazione valdostana, Presidente.
Di conseguenza, con questa mozione, noi chiediamo di integrare l'allegato B nella parte inerente i simboli distintivi del grado affiancando alla dizione in lingua francese anche quella in lingua italiana, come peraltro è avvenuto nel logo e nello stemma del Corpo dei Vigili stessi. Questo è il senso della mozione e auspicheremmo aprire un dibattito più che dogmatico, ideologico e politico, un dibattito pragmatico su quella che è un'esigenza che nasce praticamente da un servizio pubblico che viene svolto.
PrésidentLa discussion sur la motion est ouverte.
La parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV)La réflexion sollicitée par le collègue Frassy nous amène à formuler trois remarques.
En effet, nous pouvons examiner ce problème sous l’aspect statutaire, mais, il y a aussi un volet politique, que je ne manquerai pas de souligner, et je crois que ce sera le volet sur lequel nous exprimerons des avis positifs, et après il y a l’aspect, que nous considérons comme le plus important, à savoir celui du service de secours et je peux anticiper que là nous sommes un peu surpris d’apprendre que l’efficacité du service de secours public n’est pas lié aux fonctions, mais il est lié à la connaissance de grade de secouriste.
Ce qui peut nous amener, à l'absurde de croire, en reprenant les mots du collègue Frassy que, tous ceux qui ne connaissent pas, la langue du pays dans lequel ils séjournent, seraient en difficulté, vu que les services publics de secours ne seraient pas à même d'assurer des prestations efficaces. Si je suis en Angleterre et je ne connais pas l’anglais, je ne connais donc pas quel est le grade du sapeur-pompier qui vient à mon secours et donc je me trouve en difficulté. C’est ce que vous venez de dire M. Frassy.
Quant à l’aspect statutaire, vous l’avez rappelé lors de votre intervention, en rectifiant ce que vous avez inscrit dans votre délibération: la langue française et la langue italienne sont à égalité en Vallée d’Aoste et donc nous pouvons utiliser ou l’une ou l’autre langue. Il est pas dit que nous devons utiliser et l’une et l’autre langue. Il est vrai, pour favoriser la compréhension, nous adoptons souvent une approche bilingue, mais il ne s’agit pas d’une obligation. Nous pouvons choisir, et nos actes, sont rédigés tantôt dans une langue tantôt dans une autre langue, sans que cela déclenche une levée de boucliers toutes les fois qu’on utilise l’une ou l’autre langue. Donc, de ce point de vue, nous respectons parfaitement les principes établis par notre Constitution.
Quant au volet politique, j’apprécie, je ne veux pas faire référence à la route de Damas, mais je prends acte avec plaisir du fait qu’on est passé d’une position monolingue italienne dure et déterminée, à un soutien du bilinguisme. C’est peut-être, - pour reprendre certaines déclarations politiques sur les conditions à remplir afin que l’on puisse collaborer - une approche lente, mais que nous jugeons positive afin de créer les conditions favorables pour un dialogue, sans qu’il y ait, comme vous l’avez sollicité, sur le plan culturel et linguistique, des barrières infranchissables.
Mais à part ces deux considérations, je pense que l’aspect le plus important est celui concernant l’efficacité du service de secours. A cet égard, la délibération du Gouvernement a approuvé le logo des sapeurs pompiers et le symbole se rapportant au grade avec une dénomination bilingue.
C'est uniquement le grade qui est inscrit en français. Il ne nous semble pas à cet égard que l’efficacité du service soit mise en discussion par ce fait. De plus, nous pouvons réaffirmer que nous avons exprimée tout à l’heure et nous pouvons dire que ce n’est pas le fait de connaître le grade de celui qui vient nous secourir, mais ce sont les secours qui sont importants. Par ailleurs avec leur tenue et avec leur équipement nous pensons qu'il y a pas de possibilité de confusion quant à la nature de ces secours.
Nous croyons donc que les craintes et les doutes exprimées par M. Frassy, ne sont pas partageables. Nous pensons, par contre, que cette motion a une finalité qui est d’une autre nature et sur ce plan et politique et statutaire nous ne pouvons la partager; c’est la raison pour laquelle nous nous abstiendrons sur cette motion.
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI)Penso che questa mia replica, questo mio intervento sarà un po' più lungo del precedente perché forse io ho dato, nell'illustrare la mozione, per scontati alcuni passaggi.
Devo dire che il Presidente della Giunta ha cercato di sostenere un po' l'insostenibile e non ha avuto forse la chiarezza che molte volte contraddistingue il suo argomentare.
Non ha avuto la chiarezza di dire che questa è una decisione politica e che sulla base di questa decisione politica non è accoglibile un'istanza che noi abbiamo scritto e argomentato prescindendo - e l'ho detto pure in chiusura - di quella che era una mia breve illustrazione, prescindendo da valutazioni di tipo politico.
Perché dico questo? Perché è evidente che qui, Presidente, parliamo due lingue, ma non è l'italiano o il francese, con il quale lei ha formulato il suo discorso e l'italiano con il quale io sto argomentando, due lingue che non hanno possibilità di traduzione perché sono due lingue che non comunicano, contrariamente a quello che dovrebbe essere invece la funzione delle due lingue.
Lei ha argomentato facendoci dire delle cose che assolutamente noi non abbiamo detto, ha argomentato dandoci delle pagelline - siamo a fine anno scolastico -, prendiamo atto di aver superato la prova di francese, perché così ci sembra di aver capito con quella che è la "politica dei piccoli passi", che lei così ha definito da parte del nostro gruppo. Bene la differenza è questa: noi non abbiamo una chiusura nei confronti delle lingue, tanto meno nei confronti del francese.
Non abbiamo delle pregiudiziali linguistiche, non abbiamo però nemmeno dei dogmi linguistici. Noi, Presidente, pensiamo che le lingue servano da quando l'uomo è nato a mettere in comunicazione le comunità, a farle conoscere, a risolvere i problemi ad integrare praticamente le peculiarità, le esigenze delle comunità.
In questa Regione, Presidente, il bilinguismo ha, per colpa vostra, per colpa vostra? se forse c'è stato un periodo in cui l'operazione poteva comportare, diciamo una particolare insistenza sul fronte linguistico perché effettivamente c'era il pericolo di perdere "les racines" come voi dite. E dobbiamo riconoscere che l'Union Valdôtaine in un certo periodo ha contribuito al recupero di queste "racines".
Però dobbiamo anche, oggi, nel 2001, constatare che "les racines" sono "les racines" e il futuro è il futuro! Non si può, Presidente, governare pensando sempre al passato, anche perché la politica, Presidente, è movimento, è interpretazione di quella che è la realtà, è proiezione verso il futuro! Il vostro utilizzare in maniera dogmatica il francese ha ottenuto paradossalmente in questa Regione l'effetto opposto, di fare detestare quella che dovrebbe essere invece una lingua da apprezzare per quelli che sono i propri valori culturali. Siete riusciti a fare insorgere la categoria degli insegnanti!
Vi hanno scritto, a più riprese, in documenti diversi che hanno caratterizzato quelli che sono stati i passi del bilinguismo, dell'insegnamento, che gli insegnanti non erano disponibili - il termine sostanzialmente era questo - ad essere i "propagandisti" di un'ideologia politica. Questo è un fatto grave, Presidente, perché è una responsabilità che è riconducibile al modo errato e strumentale con cui voi avete utilizzato il francese. Il Consigliere Cottino ride, ride perché sa che è vero, perché sa che è la verità, perché se la sanità, Consigliere Cottino, non funziona?
(interruzione dei Consiglieri Cottino e Marguerettaz, fuori microfono)
? sei liberissimo, sei liberissimo di andare a casa?
(interruzione dei Consiglieri Cottino e Marguerettaz, fuori microfono)
? certo, io stavo parlando con lei, posso Consigliere Cottino o non posso? La sanità, Assessore Vicquéry, è uno degli elementi dove si tocca con mano come un servizio pubblico - e qui parliamo di un altro servizio pubblico, il problema è minore - di come un servizio pubblico possa non funzionare, possa funzionare male, possa essere pregiudicato addirittura nella sua funzionalità in virtù di un dogma! Di un dogma politico, di un dogma ideologico.
La proposta di legge che il nostro gruppo ha portato in quest'aula, l'unica proposta di legge che cercava di risolvere l'emergenza della sanità l'avete irrisa, l'avete bocciata, ma non avete avuto la capacità, nonostante le difficoltà di governo che vi derivano dal fatto di essere in maggioranza, di formulare una proposta alternativa. Qual era la nostra proposta? La ricordo, perché mi piace ricordarla, era quella di utilizzare o meglio di considerare il francese per quello che è: un "di più", e non uno sbarramento! Prevedeva la possibilità di accedere alla sanità pubblica con un esame di francese che non era preliminare, ma che dava un punteggio aggiuntivo rispetto a quello che è il punteggio conseguito su superamento delle prove tecniche.
Era una proposta logica, probabilmente ce ne potevano essere altre, non abbiamo sentito altre proposte! Sono passati un anno e mezzo, forse anche di più, da quella proposta, abbiamo letto sulla stampa locale - ne parleremo nel prossimo Consiglio - di quello che accade nella Maternità di Aosta, in virtù sempre dell'irrisolto problema degli anestesisti.
Ma di questo ne parleremo in un altro Consiglio, anche perché rischia di esulare da quello che è l'argomento della mozione. D'altronde l'argomento di questa mozione affronta? nella risposta che il Presidente della Giunta ha articolato non può rimanere incentrato sulle mostrine dei Sapeurs-pompiers o dei Vigili del fuoco, al di là del fatto che io poi non so cosa voglia dire, sarà ignoranza mia, Sapeurs-pompiers d'élite, dubito che lo sappiano il 60 percento dei Consiglieri regionali qui presenti e penso il 90 percento dei nostri concittadini.
Noi, Presidente, non abbiamo parlato di efficacia, non sta scritto nel testo della mozione, non mi sembra di aver parlato di efficacia nell'illustrare la mozione stessa; abbiamo parlato di utilità di un istantaneo riconoscimento, che è un concetto ben diverso e abbiamo detto che questo argomento poteva essere affrontato su diversi piani, su quello dell'opportunità, perché riteniamo che sia utile e opportuno che ci sia l'immediata capacità di capire qual è l'interlocutore, nel momento in cui comunque noi abbiamo come interlocutore un qualcuno che svolge comunque un servizio pubblico.
Questo abbiamo detto! Abbiamo detto che poteva essere messa su un altro piano, che era quello del piano della comunicazione, ossia sulla parificazione delle due lingue, pur dicendo che l'articolo 38 dello Statuto dice che gli atti che possono essere redatti, gli atti pubblici, nell'una o nell'altra lingua, salvo gli atti dell'Autorità giudiziaria, abbiamo comunque detto che se il francese è parificato, deve essere parificato a tutti gli effetti.
Avevamo auspicato, e purtroppo il mio auspicio è rimasto lettera morta, che la discussione non scivolasse sul dogma, sul dogma politico, sulla pregiudiziale ideologica. Se questa è la sensibilità con cui voi affrontate l'aspetto linguistico del francese, Presidente, è evidente che sono due lingue diverse e ribadisco non è il francese che lei parla e che io ascolto, l'italiano che io parlo e che lei ascolta!
E dirò di più: la strumentalità con cui voi utilizzate il francese - l'ho detto più volte, ma ritengo che sia necessario ribadirlo, e sottolinearlo questa volta - deriva anche dal fatto che la comunicazione esterna che voi fate nei momenti in cui voi dovete acquisire il consenso elettorale che vi consente di governare è fatta all'ottanta percento in italiano! Se volete farvi capire, ma non dal Governo nazionale, dove lì ovviamente parlate italiano, perché le relazioni comportano le necessità di capirsi, e dunque parlate italiano, e dunque parlate italiano, ma anche al vostro elettorato siete obbligati a rivolgervi in italiano!
Allora io vorrei che quell'operazione "cohérence", che qualcuno aveva, in anni non molto lontani, idealizzato nell'ambito dell'Union Valdôtaine fosse praticata anche da quel movimento che l'ha lanciata in maniera provocatoria.
È inutile che veniate qua a fare la vostra recita, il vostro sfoggio culturale-linguistico, chi meglio, chi un po' meno meglio, chi in maniera più piacevole, chi in maniera meno piacevole, e poi dopo viviate la contraddizione di coloro i quali non riescono a comunicare con la loro base! Presidente, questa è la dimostrazione che la minoranza linguistica in Valle d'Aosta è quella francese, Presidente, e di conseguenza è una minoranza linguistica che sta nei fatti facendo pesare in maniera autoritaria la propria minoranza alla maggioranza italiana! Lei mi deve portare, Presidente, dei dati che confermino che la minoranza linguistica di cui voi parlate a livello nazionale sia maggioranza in questa Regione! La minoranza linguistica di questa Regione è minoranza in questa Regione! Se questo è il senso?
(interruzione del Consigliere Cuc, fuori microfono)
? ascolta mi piace vedere che ti accalori, mi piacerebbe vedere dei contenuti! Io ieri ho sentito la tua relazione, non so se tu hai capito la relazione che hai letto all'aula, io l'ho capita, ma la collega del tuo gruppo probabilmente quella relazione non l'ha condivisa, tant'è che dopo aver fatto una relazione in lingua francese ha preso l'uscio e se ne è andata!
Questo per dirti che sono i contenuti quelli che fanno la differenza, non sono le lingue! Io ho apprezzato l'intervento della tua collega, ma non perché fosse più vicino al mio di quanto non fosse più vicino al tuo, ma perché era un intervento che nasceva dal cuore, che nasceva dalla ragione e che non era stato scritto per recitare una parte! In questo Consiglio regionale, collega Cuc, colleghi tutti, spesso recitiamo dei ruoli! Noi siamo venuti qui con l'umiltà di fare un ragionamento che non fosse dogmatico perché ritenevamo che su i Vigili del fuoco, sulle mostrine dei Vigili del fuoco potesse prevalere la ragione!
Ma come potete pensare di governare una Regione facendo dell'ideologia sulle mostrine del Corpo dei Vigili del fuoco? Se questo è il valore aggiunto che la vostra parte politica porta a questa Regione, io penso che sia bene che questo valore aggiunto venga pesato anche al di fuori di questa Regione! E state tranquilli che faremo di tutto affinché al di fuori di questa Regione venga capito, Presidente, venga capito qual è?
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
? non è un ricatto? qual è la realtà di questa Regione! No, Presidente! La dimostrazione l'avete nell'atto legislativo che il nostro gruppo ha votato e ha condiviso in commissione! Vedete, noi siamo l'opposizione, ma riusciamo a distinguere quello che è l'utilità della Regione da quelle che possono essere le prese di posizione dell'opposizione stessa! Noi diverse volte abbiamo condiviso i vostri atti, diverse volte, non ultimo quello precedente! Io vorrei sapere invece da questa maggioranza quando mai ha condiviso una proposta delle opposizioni, una!
Sul pregiudizio ideologico della posizione che ricoprite, vi astenete sapendo che l'astensione, per Regolamento di questo Consiglio, equivale ad un voto negativo! A differenza, vi dimostreremo a livello di Governo nazionale, la nostra concezione di governo e che noi, con il 14 di maggio, siamo chiamati a governare la Nazione, non occupare posti di potere. Voi in questa Regione non governate la Regione, occupate posti di potere!
Presidente, le nomine che lei ha fatto nell'ambito dell'operazione ENEL dimostrano che voi occupate posti di potere, che voi non governate questa Regione!
Lei ha collocato uomini di sua fiducia che sono uomini che ormai girano dappertutto e questo ci fa capire che forse avete finito, o la fiducia nelle persone che vi stanno attorno, o che non avete più risorse umane, che non avete più persone con capacità tecniche da coinvolgere in quelle che dovrebbero essere attività di gestione e non attività politiche.
Presidente, io ho finito, ho finito perché parliamo due lingue diverse. Mi rimane il rammarico di un Consiglio regionale che su un argomento, forse modesto, ha ritenuto di delegare anche questa volta, al Presidente della Giunta, che è il Presidente poi della maggioranza, una replica politica, una replica dogmatica, che su un argomento sul quale poteva essere legittimo arrivare a posizioni diverse, ma su un confronto sereno, "il confronto sereno" non c'è stato, e abbiamo poi dovuto parlare dei massimi sistemi. E purtroppo sono massimi sistemi che ci allontano, Presidente, che non ci avvicinano se questa è la vostra filosofia!
Président La parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) En confirmant avec d’autant plus de conviction le vote d’abstention sur cette résolution, je voudrais exprimer quelques considérations supplémentaires, tout en rassurant le collègue Frassy sur la nature politique de notre décision. Il ne me semblait pas nécessaire de le réaffirmer. Vue que la décision a été prise par un organe politique, et que nous remplissons ici une fonction politique.
Je constate avec plaisir que l’attitude du loup et de l’agneau n'est pas toujours compatible, et que si nous avons vu l’agneau dans la présentation, la vraie nature du loup est ensuite ressortie.
Et nous sommes heureux que ces déclarations aient été faites, avec des tons professoraux, en exprimant des jugements, sans respecter personne, sur les agissements de vos collègues et en vous permettant de faire des appréciations sur un jeu qu’on jouerait à l’intérieur de cette Assemblée. A cet égard, vous pouvez le faire, vu que vous êtes un expert en la matière. Vous avez joué sur plusieurs tableaux, en changeant de casaque et d’attitude mais en gardant la même nature, car la philosophie est toujours la même.
Vous affirmez qu'il faut regarder le futur, mais il ne faut pas avoir de racines, il ne faut pas regarder en arrière, peut-être parce qu’il faut cacher quelque chose. Nous, nous n’avons pas peur de regarder en arrière, au contraire! Nous puisons une partie de nos idéaux dans notre passé; nous ne sommes pas obligés à le renier.
Pour nous, M. Frassy, l’identité est quelque chose de fondamental, parce que nous n’avons pas besoin de changer?
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
? non, ce n’est pas vrai. Vous avez parfaitement raison, nous parlons de notre identité, mais en faisant référence non pas à une identité, mais aux racines de tout le monde. Mais, nous ne pouvons pas accepter non plus le chantage: faites attention maintenant, petite communauté valdôtaine, parce que maintenant le loup est dans la bergerie! De l’extérieur, nous, nous allons, vous dicter nos conditions, et donc faites attention!
Si cette attitude sera adoptée, (je ne le pense pas; je crois que à Rome vos dirigeants auront une approche politique différente), comme l'a dit Durnwalder le Sud-Tyrol, et j’ajoute le Val d’Aoste, pourront vivre nonobstant Berlusconi, parce que la vie continue.
Mais en tout cas si ce chantage se concrétisera, nous pourrons montrer à notre communauté les responsables de toutes ces actions. Et nous vous inviterons, si vous le désirez, à l’une de nos réunions politiques, où vous pourrez constater la langue que nous utilisons. Il suffit d’être présent pour éviter de faire certaines affirmations qui sont sans fondement.
Nous avons appris également qu’enseigner une langue ou enseigner plusieurs langues, le bilinguisme, le plurilinguisme, selon ce que vous soutenez, c’est propager une idéologie politique. Nous avons une autre vision des choses et nous avons pu constater, d’ailleurs, là aussi quelle est votre attention vis-à-vis de ce principe, que aujourd'hui vous réclamez, du bilinguisme sur la base d’une nécessité de communication ou d’autre chose, nous l’avions déjà au moment où nous avons abordé le problème de la reconnaissance sur la base des principes statutaires de la langue française au sein des examens d’Etat; il n'y a pas si longtemps de cela et nous nous rappelons bien ce point de vue.
Il est vrai, il s’est agi d’un choix politique, mais d'un choix politique que nous considérons comme respectueux des prérogatives statutaires, de l’identité de cette communauté et nous nous sommes efforcés, peut-être avez vous raison, nous nous sommes mal exprimés, nous sommes des gens simples et donc le professeur Frassy nous dit?
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
? il nous dit ici que nous nous exprimons mal. Nous faisons de notre mieux, mais c’est là encore, M. Frassy, notre identité et donc force vous est de l’accepter telle qu’elle est!
Nous nous étions efforcés, de remettre le débat sur un plan qui n’était pas idéologique mais l’efficacité du service. A ce propos, je le réaffirme, il ne nous semble pas que le simple fait d’inscrire dans une langue, le grade de quelqu’un qui exerce cette fonction, puisse être nuisible à l’efficacité de ce même service. S'il en était ainsi nous ne devrions pas nous rendre dans d’autres pays sans connaître la langue de ce même pays, vu qu'il nous serait impossible de bénéficier de ces services, ne pouvant pas aussitôt comprendre quel est le grade du secouriste.
A notre avis c'est fonction exercée qui est plus importante; et la fonction à cet égard est assurée et donc nous ne pouvons que confirmer les décisions que nous avons prises.
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Voglio manifestare il mio disagio per il modo con cui si è discusso di questa mozione ed indico il ragionamento che mi porterà ad un certo tipo di voto.
Ho letto questa mozione e le ho dato il peso letterale che risultava dalle premesse e dagli impegni. Io cerco di avere come mia inclinazione quella di un approccio laico alle questioni linguistico-ideologiche. Io sono sempre piuttosto refrattario, ed abbiamo già avuto occasione di parlarne altre volte, rispetto alle questioni di carattere ideologico che riguardino il settore linguistico, culturale o politico.
Fatta questa valutazione, pensavo di esprimere il mio voto favorevole a questa mozione, anche perché mi sembrava che portasse all’attenzione del Consiglio sì una questione di principio, ma anche una questione di buon senso.
Io credo a un bilinguismo in cui ci sia la congiunzione fra le due lingue: italiano "e" francese, oppure francese "e" italiano, e non "o", e quindi ritenevo opportuno per questa piccola cosa che ci fossero due lingue. Dico subito, a scanso di equivoci, che le stesse identiche cose le direi se la situazione fosse opposta.
Se ci fosse stata una dizione in italiano, e qualcuno - probabilmente non Frassy - avesse chiesto attraverso una mozione di inserire la denominazione in francese, personalmente avrei avuto nei confronti di quella proposta un atteggiamento positivo, perché credo che le due lingue debbano essere affiancate, non solo perché credo che questo sia un sistema di bilinguismo intelligente e sano, ma perché credo che sia una questione di rispetto per chi conosce solo una delle due lingue e risolva i problemi di comprensione: le lingue servono per comunicare, servono per capirsi. A me sembra che questa sia una cosa elementare, di buon senso.
Poi ho visto che questa discussione, che doveva essere circoscritta nell’ambito del buon senso, ha preso un taglio ideologico, a partire dalla risposta del Presidente. Il proponente Frassy l’ha caricata a sua volta di un taglio ideologico, per cui a questo punto devo ripetere quello che ho detto all’inizio del mio breve intervento.
Mi trovo in una situazione di disagio perché un'iniziativa che doveva essere circoscritta, ha il sapore, al termine del dibattito, di un'iniziativa volutamente o inconsapevolmente strumentale. Circa il taglio del dibattito, non l’ho apprezzato né dalla parte del Presidente né da parte del proponente in fase di replica.
Quindi di fronte allo snaturamento della proposta originaria e del fatto che il problema posto all’attenzione del Consiglio ha preso un taglio ideologico, ha assunto contorni che, a mio giudizio, vanno al di là del contenuto della mozione, non voterò.
Anche per evitare strumentalizzazioni su una mia eventuale posizione, personalmente mi tiro fuori e non parteciperò alla votazione.
Président Je soumets au vote la motion:
Conseillers présents: 26
Votants: 4
Pour: 3
Contre: 1
Abstentions: 22 (Agnesod, Bionaz, Charles Teresa, Comé, Cottino, Cuc, Ferraris, Fiou, Lanièce, Louvin, Marguerettaz, Martin, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Vallet, Vicquéry, Viérin D.)
Le Conseil n’approuve pas.
Sur ce point nous achevons les travaux de la matinée et la séance de ce Conseil.
Le Conseil sera convoqué à domicile.
La séance est levée.