Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2047 del 6 giugno 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 2047/XI Locazione ad uso industriale di un immobile regionale alla Società "Acroservizi S.p.A.". (Interpellanza)

Interpellanza Premesso:

- che la Giunta regionale con deliberazione n. 1338 del 30 aprile 2001 ha conferito mandato a Finaosta di acquistare porzione dell’immobile di proprietà del "Consorzio insediamenti produttivi Valle d’Aosta" al prezzo di lire 1.253.000.000;

- che tale immobile sarà locato a "Acroservizi S.p.A." ad un canone non ancora definito, il quale, peraltro, sarà scomputato sino a lire 600.000.000 inerenti i costi di risistemazione ed ammodernamento dell’immobile – stimati in 1 miliardo – al netto di un contributo a fondo perduto di lire 400.000.000;

Rilevato che nulla si dice relativamente alla situazione finanziaria, patrimoniale, produttiva ed occupazionale "Acroservizi S.p.A";

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l’Assessore all’Industria per sapere:

1) quali siano le credenziali di "Acroservizi S.p.A." e i piani di sviluppo in Valle d’Aosta;

2) quali siano le considerazioni che hanno determinato l’acquisto di tale immobile;

3) quali siano gli immobili ad uso industriale in proprietà dell’Amministrazione regionale o di Finaosta attualmente non occupati;

4) quali siano i motivi che hanno escluso il diretto coinvolgimento di "Acroservizi S.p.A." nel consorzio "Consorzio insediamenti produttivi Valle d’Aosta".

F.to: Frassy

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Fuori uno e avanti il prossimo, non in riferimento, Assessore, alle interpellanze, ma in riferimento a queste aziende che si sostituiscono come le stagioni, cambiano, ritornano, dopo il sole viene la pioggia, poi viene la neve. E qui ci sembra un po' di vedere lo stesso film; per carità non vogliamo fare il processo alle intenzioni e tanto meno alle intenzioni degli imprenditori, ma dal momento che rivestiamo un ruolo di amministratori pubblici, riteniamo che sia doveroso da parte nostra svolgere quella funzione di controllo che diventa quanto mai necessaria quando viene effettuata su quegli argomenti che ci hanno dato risultati non dei più soddisfacenti.

Nell'interpellanza che mi accingo ad illustrare, ci soffermiamo sull'ipotesi che la Giunta fa, di insediare un’azienda denominata Acroservizi S.p.A. in un immobile di nuova costruzione, ed è un immobile che viene acquistato da Finaosta, in quanto è l’immobile di un consorzio di imprese artigiane che hanno costruito su suolo regionale, hanno soddisfatto le loro esigenze di spazio e di insediamento, e si sono trovate con 1.235 metri quadri in eccesso rispetto alle loro esigenze.

In una logica di mercato avremmo ipotizzato che l’Acroservizi o chi altro si fosse direttamente esposto nei confronti del consorzio, subentrando negli obblighi dei consorzisti, in relazione a tutti i vincoli di durata trentennale sulla destinazione d’uso degli immobili stessi, e avessero messo in piedi la loro attività.

Apprendiamo invece che questo semplice passaggio suggerito da una logica di mercato non viene praticato, in quanto la Giunta dà mandato a Finaosta di acquistare questo immobile con l’intento di affittarlo all’Acroservizi o a società che verrà all’uopo costituita.

Acquistiamo questo immobile per una cifra intorno a 1.253 milioni, tenendo presente che è il valore dell’edificato e non del terreno, in quanto il terreno è già di proprietà regionale perché il consorzio aveva solo un diritto di superficie; apprendiamo dalla delibera che comunque questo stabile, benché sia stato appena terminato è inadeguato e necessita di interventi di ammodernamento e di adeguamento agli utilizzi dell’Acroservizi; e apprendiamo che come al solito - è una coincidenza, Assessore, ci spieghi questa coincidenza - ogni intervento di adeguamento, prescindendo dalle aziende che ci entrano, prescindendo dai metri quadri, è sempre valutato in un miliardo, o perlomeno è quello che viene stimato in via approssimativa.

È un miliardo per la CIOS, è un miliardo per l’Acroservizi, era un miliardo per tutte quelle altre aziende che hanno nel passato utilizzato questa porta finanziaria. Perciò alla fine questa operazione possiamo dire che alla Regione costa, tanto per partire, qualcosa come oltre 2,5 miliardi.

Apprendiamo che l’Acroservizi ipotizza di intervenire in quel settore che lei ha dichiarato essere in forte crisi; se non ho inteso male, nel rispondere al mio collega Tibaldi lei ha detto che è evidente la crisi delle telecomunicazioni, del mercato di riferimento, e che sono due settori dai quali bisogna uscire. Apprendiamo che l’Acroservizi andrà a creare un "call center", e se non ho capito male un "call center" ha a che vedere con il mercato di riferimento e parallelo alle telecomunicazioni, con una previsione iniziale di 30-40 addetti in fase di avvio e a regime, e qui c’è il miracolo, 160 addetti.

La informo, Assessore, che l’Acroservizi ha 4 dipendenti ad oggi, probabilmente perché non ha ancora i finanziamenti che ci accingiamo a fornirle. Ma cosa fa oggi l’Acroservizi?

Oggi l’Acroservizi fa un po' di tutto: si occupa del disbrigo delle pratiche automobilistiche, si applica sul marketing, sull’inserimento dei dati per conto terzi e comunque come attività in questo momento fa ricerche di mercato e sondaggi di opinione, con 4 persone. A Pont-Saint-Martin concretizzerà il miracolo di Fazio, di moltiplicare per "n" volte le quattro persone, fino a portarle a 160. Noi siamo contenti se questo accade, però abbiamo delle perplessità che ci sono dettate dalle esperienze che questa Regione ha vissuto.

Nel momento in cui abbiamo esaminato questo progetto, ci domandiamo quali siano le credenziali dell’Acroservizi, quali siano nel concreto i piani di sviluppo, ma non quello che avete scritto in delibera, perché la delibera l’abbiamo letta: la delibera sarà sicuramente la sintesi di analisi che gli uffici, quelli con le "palle di cristallo opache", dovrebbero aver fatto, e noi ci auguriamo? sì, "opache" perché non sempre riescono a vedere? ci auguriamo in maniera più mirata di quanto non sia accaduto in situazioni precedenti!

Vorremmo capire quali sono le considerazioni che portano l’Amministrazione ad acquisire questo immobile, quando di immobili sappiamo di averne parecchi sparsi per il territorio regionale, molti dei quali in attesa di destinazione, e a questo proposito vorremmo sapere quali sono gli immobili ad uso industriale in proprietà dell’Amministrazione o di Finaosta, che attualmente non abbiano una destinazione d’uso, ossia che non siano occupati, e vorremmo capire quali sono i motivi che hanno consigliato all’Acroservizi, o sconsigliato all’Acroservizi, di effettuare direttamente, in base a quelli che sono i meccanismi di mercato, l’acquisizione di questo immobile.

Président La parole à l’Assesseur à l’industrie, à l’artisanat et à l’énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) Per quanto riguarda la prima questione, penso che qui stiamo parlando di due Acroservizi diversi, nel senso che l’Acroservizi oggetto della delibera di Giunta è una società costituita nel 1995, che opera nel settore dei servizi di "call center" attraverso due unità di servizio localizzate una a Milano (2000 metri quadri e 250 operatori) - per cui non so dove siano i quattro dipendenti individuati dal Consigliere Frassy - e un’altra a Sesto S. Giovanni (800 metri quadri e 80 operatori). Questa è l’Acroservizi oggetto della delibera di Giunta. Quella oggetto dell’interpellanza del Consigliere Frassy probabilmente è un’altra cosa.

In termini di portafoglio clienti la società annovera referenze di rilievo, soprattutto nel settore della finanza, quali Locat, Citibank, Fineco, Dada, Super Eva, Imi Web, Credem.

I rappresentanti dell’azienda hanno dichiarato anche come imminente l’ingresso di Bibop e di Fineco nel capitale sociale, cosa che potrebbe portare alla quotazione in borsa della società.

I dati di bilancio, con particolare riferimento all’esercizio 2000, mostrano un'elevata redditività e capacità di generazione di cassa, che denotano capacità prospettica di ripagare i debiti necessari per finanziare eventuali investimenti.

L’iniziativa presenta aspetti di interesse derivanti dalla tipologia dell’attività, perché se è vero che esiste un problema di crisi delle telecomunicazioni, è altrettanto vero che, nei processi di riorganizzazione e di ristrutturazione delle aziende di servizio, la tendenza è di trasferire tutta una serie di attività ai "call center"; di conseguenza questi sono in forte espansione, proprio per potenziare - ulteriore elemento da tenere in considerazione - le sinergie che da Acroservizi possono essere fatte con altre aziende, come Semagroup, di cui non si parla mai forse perché è un'azienda che va benissimo. Questa potrebbe essere oggetto di un’altra interpellanza, ma non vorrei dare suggerimenti all'opposizione perché non è mio compito.

Per quanto riguarda gli addetti, i dati sono quelli indicati dal Consigliere Frassy; non so se il miliardo sia rituale, so anche che è un miliardo di investimento di cui 400 a fondo perduto e il resto vengono restituiti con gli affitti; io parlo di un numero di addetti iniziali di 30 e 40 per poi superare i 100: credo che il rapporto fra denaro pubblico e occupazione sia interessante. Se il Consigliere Frassy invece di essere all'opposizione fosse in maggioranza, magari verrebbe a dirci che ci troviamo di fronte a nuovi scenari della "new economy" che entrano in Valle d’Aosta con possibilità di occupazione inenarrabili. Credo che forse tenere toni medi vada bene a tutti, alla maggioranza e anche all'opposizione.

Per quanto riguarda le considerazioni che hanno determinato l’acquisto dell’immobile, tale acquisto trova la sua ragion d’essere nella necessità di reperire uno spazio adeguato per dimensione, struttura interna, servizi e localizzazione all'implementazione di un "call center", con un assorbimento occupazionale interessante. La vicinanza dell’autostrada e della ferrovia è da ritenere un elemento favorevole per gli spostamenti del personale occupato in azienda; un secondo elemento riguarda i tempi di realizzazione dell’azienda.

È previsto che questo "call center" entri in attività per la fine dell’anno, successivamente al mese di novembre. Tenete conto di un altro elemento: che i costi per l’adattamento della struttura sono tali perché attualmente CIPVA è una struttura grezza, alla quale si deve mettere controsoffittatura, pavimentazioni fonoassorbenti e quant’altro serve per creare un "call center". Chiaramente un’area dedicata all’attività artigianale non ha queste caratteristiche per ovvi motivi.

Per quanto riguarda gli immobili disponibili, allo stato attuale, nella media e bassa Valle, area che interessa Acroservizi, abbiamo un unico immobile a destinazione industriale di proprietà regionale ancora disponibile: si tratta della struttura ubicata sul lato nord dell'area "ex Fera" di Saint-Vincent.

Tale stabile necessita per la sua operatività di rilevanti opere di ammodernamento: completamento delle opere murarie interne, opere di finitura, realizzazione di tutti gli impianti minimi necessari (elettrico, idraulico e termico). Per le sue caratteristiche strutturali tale immobile non appare adatto ad ospitare attività di tipo amministrativo e in ogni caso i costi sarebbero superiori al miliardo in questione.

Per quanto attiene a Finaosta, la finanziaria non ha attualmente a disposizione alcun immobile ad uso industriale, che non sia già occupato.

Per quanto riguarda l’ultima domanda, l’acquisto diretto dello spazio produttivo di cui trattasi o l’adesione al CIPVA avrebbero comportato per Acroservizi un'immobilizzazione di risorse finanziarie, che avrebbe sottratto all’impresa stessa fonti di finanziamento necessarie per l’acquisizione delle dotazioni tecnologiche atte all'implementazione del "call center".

L’operazione di insediamento presenta vantaggi sia perché il tipo di attività conosce un'espansione notevole, come dicevo prima, sia perché sono ipotizzabili ottime performance reddituali, sia perché sono presagibili sinergie con altre imprese della zona, sia per l’elevato dato occupazionale specie se raffrontato alla superficie utilizzata e alle quantità finanziarie utilizzate.

Si tratta di attività impiegatizie, oltretutto sono lavori caratterizzati da elevata flessibilità, che possono interessare delle fasce di occupati che attualmente non trovano occupazione: penso all'occupazione femminile, a studenti, e quindi anche a chi vuole cercare un'integrazione del proprio reddito e non essere impiegato le classiche quaranta ore settimanali. L’occupazione prevede sia contratti a full time che contratti part time, l’azienda ritiene strategica l’assunzione prevalentemente a tempo indeterminato e ipotizza un turn over inferiore a quello che normalmente si realizza nel settore, proprio sulla base dell’esperienza che ha acquisito nella sua attività in questi anni.

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Io sono preoccupato, Assessore, perché l’Acroservizi di cui parlo io dovrebbe essere la stessa di cui parla lei. I dati che ho acquisito, li ho acquisiti dalla struttura regionale, dal Registro delle imprese, e le posso confermare - poi le darò documentazione - che al Registro delle imprese l’Acroservizi risulta avere 4 dipendenti e non 800, risulta avere la sede di Sesto S. Giovanni chiusa in data 14 novembre 2000. Non so se l’Acroservizi sia nelle situazioni che lei ha descritto, piuttosto che in quelle che io ho riepilogato dalla visura del Registro delle imprese.

Un dato comunque è certo: che o l’Acroservizi non è quella che lei ha descritto, o il Registro delle imprese non svolge le funzioni che dovrebbe svolgere, cioè di attestazione e di certificazione di quelle che sono le situazioni delle aziende. Assessore, questo è un elemento di preoccupazione perché sia nell’una che nell’altra ipotesi c’è qualcosa che non funziona! Detto questo, e poi verificheremo quale dei due aspetti ha attendibilità o inattendibilità rispetto alla certificazione sulla quale ho assunto la mia documentazione, noi esprimiamo una perplessità ulteriore.

Nel rispondere al punto 4, sui motivi che hanno escluso il diretto coinvolgimento dell’Acroservizi, lei ci ha detto che l’acquisto diretto da parte dell’Acroservizi avrebbe comportato un immobilizzo di risorse da parte dell’azienda stessa, che le avrebbe impedito di concretizzare quello che è il "core business", cioè il "call center".

Non so se lei ha fatto due conti su cosa costi oggi gestire 160 addetti, ma se il miliardo che qui è ipotizzato - perché se ha comprato Finaosta a un miliardo ipotizziamo che probabilmente anche Acroservizi avrebbe potuto comprare a quella cifra, forse con dei finanziamenti o delle linee di credito - ma se il miliardo diventa elemento pregiudiziale nello svolgimento dell’attività stessa, Assessore, non so quali siano le credenziali generiche a cui lei ha fatto riferimento nel rispondere alla nostra domanda su quali presupposti attiviamo questa apertura di credito, il miliardo ormai ricorrente, e su questa base diamo la disponibilità di quei locali impegnandoci all’acquisto degli stessi! Io penso che questa vicenda, Assessore, abbia alcuni tasselli che siano da ridefinire.

Tra l’altro mi sorprendo ancora una volta di come gli uffici, che devono fare le istruttorie di queste pratiche, su pratiche importanti diano risposte da circolo dopolavoristico, nel senso che non riusciamo ad avere mai né a preventivo né a consuntivo dei dati certi su quelle che sono delle situazioni doverose.

Quali sono le garanzie dei finanziamenti che andremo a concedere, ci saranno delle fideiussioni? Chi garantirà le fideiussioni? Ha degli immobili questa azienda?

Assessore, noi riteniamo che la gestione della pratica in sede di istruttoria e in sede di monitoraggio di queste aziende sia gestita con troppa disinvoltura. E debbo dire che un caso, due casi, tre casi iniziano a diventare coincidenze, che lasciano spazio a qualche dubbio!

Sull’Acroservizi faremo ulteriori verifiche e ci aspettiamo anche ulteriori risposte.