Oggetto del Consiglio n. 2048 del 6 giugno 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2048/XI Smantellamento di installazioni obsolete nelle zone di montagna. (Interpellanza)
Interpellanza Preso atto che la Valle d’Aosta è disseminata di installazioni obsolete, da anni inutilizzate (si pensi, in particolare ai piccoli impianti di risalita);
Osservato che l’immagine paesaggistica della nostra Regione, specie nelle zone di montagna, risulta spesso compromessa da tali installazioni che danno brutta mostra di sé;
Creduto che sarebbe opportuno che la Regione intervenisse direttamente (ove possibile) o indirettamente (sollecitando Enti locali e proprietari) per smantellare gli impianti obsoleti;
Ritenuto che sia prioritario censire tali installazioni per avere un quadro più preciso del fenomeno e avviare gli opportuni interventi di ripristino ambientale;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l’Assessore competente per sapere:
1) se condivide la necessità di smantellare le installazioni obsolete, specie nelle zone di montagna;
2) se non intende, in primo luogo, censire tali installazioni, per poi avviare gli interventi necessari allo smantellamento.
F.to: Curtaz
PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Questa interpellanza fa il paio con un'analoga interpellanza che avevo sottoposto all’attenzione dell’Assessore al territorio e riguardante i reliquati stradali, lo spirito che anima questa interpellanza è il medesimo che animava quell’altra.
Parto da una considerazione che mi sembra sia sotto gli occhi di tutti. Se noi circoliamo nella nostra regione, troviamo sempre più delle installazioni obsolete, io faccio riferimento, ma non solo, in particolare a piccoli ski-lift che sono da anni abbandonati e non utilizzati, ne cito due o tre tanto per esemplificare: ce n’è uno a Epinel, ce n’è un altro a Doues, ce n’è un terzo a Challant-Saint-Anselme, ma ce ne sono altri.
A queste si associano poi tutta un’altra serie di installazioni ormai obsolete e inutilizzate che sono lì a dare brutta mostra di sé. Una delle cose più brutte che un turista possa vedere è una serie di prati, bel coltivati, interessati da pali, da funi ormai arrugginite che sono lì da anni senza che nessuno si ponga neanche il problema di cosa farne, perché probabilmente costa qualche lira toglierle. Credo che alla fine sia questo il problema.
Questo mi fa fare un'amara riflessione perché ancora una volta constato come in questa Regione manchi quella che io chiamo la cultura della manutenzione: togliere quello che non va più, ripulire quello che deve essere utilizzato, restaurare e ristrutturare quello che è vecchio piuttosto che costruire il nuovo per abbandonare quello che c’è già.
A me sembra che questo sia un dato costante che peraltro mi è stato confermato dalla visita abbastanza interessante che ha fatto la III Commissione, me compreso, in Austria qualche giorno fa.
Là si vede una civiltà di montagna dove la cultura della manutenzione è al primo posto fra gli interessi delle pubbliche amministrazioni, altrimenti non si capirebbe perché tutto è pulito, tutto è in ordine, tutto è perfetto e non è che hanno ripulito solo qualche luogo in previsione della visita della delegazione valdostana?.
Quella è proprio una loro caratteristica culturale e c'è da farsi prendere dallo sconforto pensando alla Valle d’Aosta, dove ci sono delle potenzialità in termini di paesaggio montano e quindi di opportunità turistiche, ben maggiori di quelle che ci sono in Austria o in altre zone montane, ma dove queste potenzialità vengono spesso vanificate dalle schifezze che disseminano il nostro territorio.
Quindi la mia interpellanza si propone di sollecitare un interessamento rispetto a queste problematiche. Immagino che saranno poche le installazioni di carattere regionale sulle quali la Regione può intervenire direttamente.
Ci saranno installazioni di privati, ci saranno installazioni comunali, eccetera, quindi rispetto a queste bisognerà fare un’opera di persuasione, di sensibilizzazione, ma io ritengo prioritario a tutto, ed è questo lo scopo principale di questa mia interpellanza, che ci sia una sorta di inventario dei beni obsoleti perché personalmente credo che non si tratti di casi isolati quali quelli che ho citato, ma siano molti di più.
Ad esempio, fanno parte della categoria, soprattutto in alta montagna, anche i rifugi o i bivacchi, che o perché bruciati, o perché non più ristrutturati, versano in stato di abbandono; anche questo non è un buon modo per presentarsi ai turisti, ma anche a noi stessi.
Mi sembra che sia ancor prima che un'esigenza di carattere estetico verso i turisti, sia una questione di dignità, per chi ama, come noi amiamo, la nostra terra, il fatto di lasciare queste cose abbandonate dimostra poca dignità e poca consapevolezza dell'importanza del nostro territorio.
Quindi sono queste le domande che poniamo alla Giunta e all’Assessore e siamo curiosi di sentire quali sono le valutazioni su questa proposta.
PrésidentLa parole à l’Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Lavoyer.
Lavoyer (SA)Sull’illustrazione dell'interpellanza possiamo dire che condividiamo in toto le considerazioni fatte dall’interpellante, quindi anche dal punto di vista dei quesiti, al primo quesito non possiamo che rispondere che siamo d’accordo, che condividiamo che sia necessario smantellare queste installazioni.
Seconda domanda: "se non intende, in primo luogo, censire tali installazioni?", queste installazioni sono censite.
Merita invece un approfondimento e un'illustrazione di quali sono i provvedimenti che abbiamo messo in atto per raggiungere l’obiettivo che è quello di smantellare questi impianti.
Da questo punto di vista facciamo riferimento alla legge n. 29, articolo 45, comma 4, che stabilisce che il concessionario deve provvedere allo scadere della concessione, coincidente con la fine della vita tecnica dell’impianto, salva diversa valutazione dell’interesse pubblico, alla demolizione, all'asportazione del materiale e al ripristino del territorio entro diciotto mesi dalla data di scadenza della concessione stessa, quindi la legge fissa abbastanza chiaramente di chi sono gli adempimenti, chi deve provvedere e quando.
Noi cosa abbiamo fatto nello specifico come Assessorato e come Servizio infrastrutture? Abbiamo provveduto ad inoltrare una sollecita richiesta scritta di demolizione e ripristino dei terreni, perché è sottinteso che il censimento di questi impianti già esiste, alle società esercenti che risultavano dall’elenco del registro impianti a fune del Ministero dei trasporti avere impianti chiusi da tempo e privi della concessione definitiva, che non è stata a volte neanche richiesta, al fine di garantire la pubblica incolumità.
A tal proposito abbiamo inviato nell’agosto 1999 una serie di comunicazioni a questi gestori di impianti. Ho qui un elenco che riguarda la sciovia Neuvolle de la Magdeleine, la sciovia Charavellessaz di Chamois, la sciovia Prae di Brusson, la Tzavana di Cogne, la sciovia Saint-Nicolas di Saint-Nicolas, Belvedere di Doues, un’altra sciovia sempre Belvedere di Gressoney-Saint-Jean, la sciovia campo scuola Chavanne di Ayas e via dicendo.
Solo alcuni hanno provveduto ad eseguire quanto previsto dalle legge in base a questa sollecitazione, quindi il Servizio infrastrutture funiviarie sta valutando la possibilità, prevista sempre all’articolo 45, comma 5, della legge, nel caso in cui non sussistano le condizioni di rinnovo, nel caso di cessazione definitiva della concessione, in caso di inottemperanza da parte dell’ex concessionario in base a quanto abbiamo richiesto alle disposizioni prescritte dalla legge, da parte dell’Amministrazione della demolizione diretta e di eseguire direttamente l’intervento addebitando poi i costi relativi e gli oneri alla società.
Stiamo valutando con attenzione questa opportunità, probabilmente seguiremo ancora la strada di un ulteriore sollecito perché, come può ben capire il collega Curtaz, questo percorso è un percorso che sotto l’aspetto ambientale ci darebbe immediatamente il risultato a cui tutti auspichiamo, ma che comporta delle procedure articolate per recuperare le somme, quindi se si riesce ad ottenere lo stesso risultato dell’applicazione corretta dell’articolo 45 della legge, preferiremmo seguire quella strada.
Qualora, a seguito di ulteriori solleciti, ciò non avvenga, dovremo dare applicazione a quello che prevede la legge stessa.
Restano poi da valutare i casi in cui gli impianti hanno ancora una vita tecnica di diversi anni per i quali la società esercente non intenda o non possa più assicurare il servizio di trasporto pubblico. Vi sono anche questi casi, dove la vita tecnica non è ancora ultimata, però sono impianti in disuso. Qua la problematica è un tantino più complessa perché teoricamente la concessione potrebbe essere traslata ad un altro soggetto e quindi la società, che attualmente ha in capo questa concessione, detiene questo diritto che potrebbe ancora esercitare. Questo è quanto ha fatto l’Amministrazione regionale per quanto attiene gli impianti che sono di stretta competenza della stessa.
Vi sono poi una serie di impianti presenti sul territorio, che sono piccoli impianti o di risalita o di trasporto tipo impianti montani, adibiti al trasporto di merci che normalmente vediamo sul nostro territorio. Per questi impianti l’impegno che posso prendere come Assessorato è di fare una circolare agli enti locali perché questi impianti sono compresi nelle competenze che l’Amministrazione con il decreto legge n. 79/1998 ha trasferito agli enti locali, quindi il ripristino in questo caso è compito degli enti locali.
Su questo secondo aspetto l’impegno che mi posso prendere è di fare una circolare ai comuni affinché applichino un'azione di controllo e di verifica perché ciò avvenga e perché si possa raggiungere l’obiettivo che tutti auspichiamo, sul risultato del quale concordiamo con quanto ha illustrato prima l’interpellante.
PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Farò una replica di tipo dialogante perché alcune cose che ha detto l’Assessore le ho apprezzate, altre le ho capite parzialmente e avrei bisogno di qualche chiarimento.
Intanto alla mia richiesta di effettuare un censimento l’Assessore mi ha detto che un censimento c’è già e io ne prendo atto volentieri, anzi, se poi potrà fornirmene una copia, lo ringrazierò due volte.
Però, se non ho capito male, il censimento agli atti dell’Assessorato è un censimento relativo alle opere a concessione regionale e per carità credo che gran parte del lavoro sia fatto, però a me sembrerebbe opportuno, e io invito l’Assessore a riflettere su questa proposta, se non sia il caso di allargare questo censimento anche a installazioni obsolete che riguardano gli altri enti pubblici. Mi sembra una cosa ragionevole in modo che si possa avere un quadro completo della situazione.
L’Assessore ha poi accennato a dei solleciti che sono stati inviati alle società concessionarie: immagino che siano molto recenti?
(interruzione dell’Assessore Lavoyer, fuori microfono)
? ho capito, ma prima ancora mi era stato accennato ad altri solleciti; ho capito male?
Già il dato dell’agosto 1999 ci fa dire che dopo due anni, mi sembra il caso di agire; per carità condivido il ragionamento che fa l’Assessore, cioè se smantellano direttamente le società concessionarie, questo evita alla Regione di mettere in piedi tutta una procedura pesante e costosa con il dubbio poi di poter recuperare i soldi, però invito l’Assessore, una volta accertato l’inadempimento del concessionario, di agire, altrimenti siamo in una situazione tipica di questa penisola in cui si fanno le leggi, ma non si applicano. Invece, questo è il caso di applicarle.
Effettivamente può avere una certa fondatezza il ragionamento che l’Assessore ha fatto rispetto agli impianti già di fatto obsoleti, non utilizzati, ma non ancora a scadenza. Questo è un problema che non avevo affrontato.
È anche vero, e andrà approfondito il problema, che se a un certo punto l’ente concessionario non utilizza l'immobile, si può arrivare a una richiesta di rinuncia alla concessione e poi mettere in atto tutte quelle procedure per far smantellare l’impianto.
Assessore, voglio fare un'apertura di credito in questo settore, quindi voglio sperare che su questa cosa, che non è così secondaria come apparentemente può sembrare, ci sia un impegno forte da parte della Giunta.
Quello che è sicuro è che su questa cosa torneremo perché è un settore che suscita in me molta sensibilità e quindi continuerò a battermi in maniera propositiva. In altri casi l’aver sollecitato degli interventi da parte dell’Amministrazione regionale in maniera propositiva ha portato dei risultati, il primo esempio che mi viene in mente, perché lo vedevo tutti i giorni facendo la strada da Gressan ad Aosta, è quello della linea elettrica: anche in quel caso avevo concesso un'apertura di credito politica all’Assessore Vallet, l’ho già fatto anche peraltro scrivendo un articolo sul nostro giornale, debbo dire che l’Assessore Vallet aveva preso degli impegni di prendere contatti con l’ENEL, quella struttura è stata smantellata credo con beneficio di tutti, non solo dell’ambientalista più sensibile?
(interruzione dell’Assessore Vallet, fuori microfono)
? in parte smantellata, forse quella struttura deve essere smantellata totalmente, ma quanto meno i cavi sono stati tolti, comunque il lavoro si sta facendo.
Magari queste sono delle piccole cose, ma credo che questa sia una politica intelligente, lungimirante, che porta dei benefici alla dignità della nostra Regione e alla nostra immagine turistica.