Oggetto del Consiglio n. 2044 del 6 giugno 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2044/XI Problematiche concernenti la chiusura dello stabilimento Akerlund & Rausing S.p.A.. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che la Converter S.r.l., divenuta successivamente Tecno-Jolly S.p.A. ed infine Akerlund & Rausing S.p.A., ha ottenuto in base ad una convenzione stipulata nel 1990 ed aggiornata nel 1997 agevolazioni e finanziamenti dalla Regione Valle d’Aosta;
- che tali finanziamenti erano sottoposti a clausola risolutiva ex articolo 1456 c.c., qualora l’azienda non ottemperasse agli impegni assunti in convenzione, tra i quali figurano:
"il conseguimento di un fatturato minimo al netto dell’IVA, risultante dalla somma degli esercizi da inizio attività, di lire 70.700.000.000 entro il 31 dicembre 1998, di lire 74.800.000.000 entro il 31 dicembre 1999, di lire 74.800.000.000 al 31 dicembre 2000";
"l’impegno di non alienare, né costituire diritti reali né ulteriori ipoteche sui beni immobili di loro proprietà";
- che in data 11 settembre 2000 è cessata l’attività produttiva nello stabilimento di Pont-Saint-Martin;
Rilevato:
- che la chiusura dello stabilimento configura inadempimento agli obblighi assunti con la Regione;
- che la Giunta con delibera n. 998 del 2 aprile 2001 ha quantificato "l’esposizione debitoria in capo alla Akerlund & Rausing S.p.A., derivante dal finanziamento (di cui in convenzione) pari a lire 11.360.000.000" ed ha, inoltre, accertato "l’inesistenza di patrimonio disponibile" a garanzia della fidejussione rilasciata per il mutuo ottenuto;
- che la Giunta ha accettato il piano di rientro proposto dall’azienda, così articolato:
un primo versamento di lire 2.561.000.000 entro il 15 maggio 2001;
pagamento dei residui 8.799.000.000 mediante 11 rate semestrali di lire 733.000.000 e versamento finale di lire 736.000.000, oltre interessi di mora al 3,50 percento;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore all’Industria e l’Assessore al Bilancio per sapere:
1) se le condizioni risolutive di cui in premessa, contenute nella convenzione, si fossero già verificate prima della chiusura dello stabilimento;
2) se è già stato effettuato il pagamento del primo versamento;
3) se è intendimento dell’Amministrazione richiedere un risarcimento di danni conseguente al mancato rispetto della convenzione;
4) quale struttura fosse l’ufficio preposto alla valutazione dell’idoneità delle garanzie offerte a salvaguardia dei finanziamenti concessi e al monitoraggio delle stesse.
F.to: Frassy - Tibaldi
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Assessore Ferraris, questa interpellanza è un po' la continuazione del ragionamento di questa mattina, con la differenza che questa mattina cercavamo di fare della prevenzione, con questa interpellanza invece ci troviamo innanzi a quelli che sono i fatti che si sono consumati a seguito di una carenza di prevenzione o perlomeno di preveggenza.
La Converter Tecno-Jolly e poi Akerlund non è la prima volta che viene portata in Consiglio dal nostro gruppo, per citare solo le date più recenti: luglio 2000, settembre 2000, gennaio 2001, e devo dire che sono le date che segnano, per certi versi, il crescendo dei problemi che hanno caratterizzato questo stabilimento.
Al di là di quegli che sono gli aspetti di tipo occupazionale, ci sono altri aspetti sui quali riteniamo che vada fatta chiarezza, e sono gli aspetti più propriamente economici o, meglio, finanziari, che riguardano gli impegni che l’Amministrazione regionale ha assunto a seguito di convenzioni nei confronti di questa azienda.
Lei, Assessore, sa benissimo che i suoi predecessori dal 1990 al 1997 hanno siglato una serie di convenzioni che prevedevano degli obblighi di reciprocità fra l’azienda e la Regione, e a fronte degli impegni inerenti i livelli occupazionali, inerenti i livelli produttivi che l’azienda doveva garantire, l’Amministrazione regionale si impegnava a concedere dei finanziamenti anche di natura cospicua. Questi finanziamenti prevedevano delle clausole risolutive ai sensi della procedura codicistica, clausole che erano ben indicate nell’ambito della convenzione.
Due di queste clausole noi le abbiamo citate nella premessa dell'interpellanza, perché riteniamo che siano significative. Erano la progressione di un certo fatturato, che era stato pattuito con i vertici aziendali, e l’impegno, che può sembrare ovvio, ma alla luce di quello che poi vedremo non è così ovvio, di non alienare né costituire diritti reali, né ulteriori ipoteche sui beni immobili in proprietà dell’azienda.
Arrivando ai giorni nostri, sappiamo che l’attività dell’Akerlund è cessata e abbiamo appreso, leggendo una recente delibera della Giunta regionale, che la Giunta stessa ha accertato quella che è l’esposizione finanziaria dell’Amministrazione regionale e di Finaosta rispetto a prestiti che "dovrebbero" - uso il condizionale - rientrare.
Dovrebbero rientrare, dicevo, in quanto erano condizionati ad una serie di impegni che con la cessazione dell’attività sono venuti meno. E noi apprendiamo, leggendo questa delibera, che ad un certo punto si dice che l’esposizione debitoria in capo all’Akerlund & Rausing derivante da questi finanziamenti è pari a 11.360 milioni e apprendiamo con non poco stupore dell'inesistenza di patrimonio disponibile, nell'eventualità di un recupero del credito mediante l’escussione della garanzia fideiussoria rilasciata a garanzia dei mutui e dei finanziamenti.
Non possiamo, Assessore, non rimanere perplessi e preoccupati quando scopriamo che qualcosa come circa 12 miliardi, che dovevano essere oggetto di garanzia fideiussoria, vengono invece assodati come essere totalmente privi di qualsiasi copertura, tant’è che la Giunta, nel proseguire la parte della delibera richiamata, approva il piano di restituzione del finanziamento e approva il piano che ha proposto l’azienda: un primo versamento di 2,5 miliardi entro il 15 maggio - e vorremmo sapere se questo primo versamento si è concretizzato - e il pagamento del debito residuo con una rateizzazione di 11 versamenti semestrali al tasso del 3,5 percento.
Non posso non evidenziare come noi prestiamo i soldi, e l’operazione dei BOR è fatto di estrema attualità, ad un tasso vicino al 4,6 percento, e ci facciamo invece restituire al tasso legale, tasso di conseguenza a dimora - perché evidentemente non era stato previsto diversamente - al 3,5 percento, cioè un punto e uno di differenza che penalizza le casse dell’Amministrazione regionale.
Mi dirà l’Assessore che il 3,5 è il tasso legale. È vero, che è il tasso legale; ma il tasso legale in questa situazione è discutibile che possa e debba essere applicato, perché le condizioni fra le parti erano ben diverse, non prevedevano questo tipo di rientro.
Nel luglio 2000 l’Assessore Ferraris, rispondendo ad un'interpellanza illustrata dal collega Tibaldi, testualmente diceva: "Nell’ipotesi, che credo nessuno di noi si auguri?" - e dico io che purtroppo si è verificata - "? di cessazione dell’attività, la società sarebbe tenuta a restituire i finanziamenti, si tratta di finanziamenti coperti da fideiussioni", bontà del convincimento che un anno fa avevamo, e concludeva l’Assessore questo passaggio dicendo che "? verrebbe chiamata a risarcire i danni conseguenti all’inadempimento".
Nella delibera in cui si fa il punto della situazione, Assessore, non vediamo assolutamente ipotesi di risarcimento dei danni, ma vediamo addirittura un trattamento di ampio respiro e di grande favore, se per certi versi vogliamo dire, per quanto riguarda il rientro da questa esposizione finanziaria.
Allora vorremmo capire se quegli intendimenti che l’Assessore aveva espresso circa un anno fa sono stati superati da questa delibera, e se così fosse, Assessore, quali sono i motivi che hanno portato, a fronte di una situazione che riteniamo grave per gli elementi che tutti noi conosciamo, a superare l’ipotesi di richiedere dei risarcimenti che peraltro erano dovuti in base alla convenzione stessa.
Vorremmo anche sapere se le condizioni risolutive, che erano richiamate nelle convenzioni degli anni ’90 e poi ribadite in maniera chiara nella convenzione del 1997 - e sono quelle citate nella premessa che ho brevemente richiamato - fossero già presenti prima della cessazione della produzione dello Stabilimento dell'Akerlund, anche perché sarebbe curioso capire, se così fosse, come mai l’Amministrazione regionale non si è cautelata rispetto all'ingente esposizione finanziaria.
Ingente esposizione finanziaria, Assessore, che è ben più grave e più grande di quanto non appaia rispetto a questi 12 miliardi che speriamo di recuperare, perché l’Amministrazione regionale, proprio a marzo del 1999, aveva finito di spendere 25 miliardi per l’adeguamento di quello stabilimento e noi sappiamo che l’abitudine di consegnare, a spese dell’Amministrazione regionale, stabilimenti adeguati a quelle esigenze produttive comportano il risultato paradossale, che era già capitato per altre aziende, di dover smantellare certe strutture.
Mi riferisco alla Viasystems che si è insediata sulle ceneri della Conner e che ha comportato lo smantellamento della totalità delle camere bianche. E in questo caso abbiamo, due anni fa, ultimato uno stabilimento, che molto probabilmente sarà inadeguato rispetto alle prossime esigenze produttive di chi andrà ad insediarsi.
Tutto questo non può sfuggire ad un’ulteriore considerazione, che poniamo nell'interpellanza, ovvero quale sia l’ufficio e la struttura che sono preposti alla valutazione dell’idoneità delle garanzie che vengono offerte dall’azienda, a salvaguardia di questi finanziamenti e di questi mutui, e quali sono i criteri con cui viene effettuato il monitoraggio che attesti la sussistenza e la permanenza di queste garanzie, che con la delibera di Giunta abbiamo scoperto invece essersi volatilizzate nel nulla.
Président La parole à l’Assesseur à l’industrie, à l’artisanat et à l’énergie, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE) Per quanto riguarda la prima questione posta dal Consigliere Frassy, relativamente al sussistere delle condizioni risolutive della convenzione, va ricordato come l’Akerlund abbia conseguito nell’esercizio 1998 un fatturato pari a 84.900 milioni, rispettando quindi ampiamente l’impegno assunto in sede di stipulazione della convenzione, che fissava un limite minimo di ricavi pari a 70.700 milioni.
L’esercizio successivo, quello del 1999, a causa della riduzione della domanda proveniente dal settore alimentare, nonché della crisi che aveva investito alcuni importanti mercati fra cui quelli del Sudamerica e della Russia, aveva fatto registrare una notevole contrazione del fatturato, tant’è che l’azienda aveva fatturato in quell’anno 45.500 milioni a fronte di un limite minimo stabilito dalla convenzione in 74.800 milioni.
Peraltro, il dato ufficiale relativo all’ammontare dei ricavi è stato reso noto dopo la chiusura del bilancio, ovviamente e che è coincisa con il verificarsi dell’incendio che ha gravemente danneggiato lo stabilimento. In attesa dell’evolversi della situazione successiva all’evento citato e delle decisioni strategiche di Akerlund in merito al futuro produttivo dello stabilimento, si è quindi deciso di non avvalersi immediatamente della clausola risolutiva, anche perché ci trovavamo in una situazione particolare, cioè lo stabilimento aveva subìto un incendio di particolare rilevanza.
Per quanto riguarda invece il secondo impegno contrattuale, quello relativo al divieto di alienazione, di costituzione di diritti o di ulteriori ipoteche sugli immobili senza il preventivo assenso della Regione, l’azienda ha adempiuto ai propri obblighi. Per venire alla seconda questione, il pagamento del primo versamento (pari a lire 2,5 miliardi) a fronte della delibera di Giunta che è stata ricordata dal Consigliere Frassy, è stato regolarmente effettuato dall'azienda il 15 maggio 2001; è stata inoltre costituita l’ipoteca prevista dallo stesso atto amministrativo, a garanzia dei futuri pagamenti.
Da questo punto di vista vorrei solo ricordare che il rientro c’è, avviene in 11 versamenti semestrali e se è vero che il tasso del rientro è di 3,5 punti in percentuale, è altrettanto vero che rientra in 11 semestri contro i 20 anni e il tasso del 4,6 percento dei BOR regionali. Mi pare che ci sia una certa disparità fra le due cose, comunque si deve tener conto del fatto che il rientro c’è.
Per quanto riguarda la terza questione relativa al risarcimento dei danni, riconfermo che, oltre al rientro dei finanziamenti, sarà richiesta all’Akerlund la restituzione dei contributi ottenuti per gli interventi di formazione professionale e per l’assunzione di lavoratori appartenenti alle fasce deboli. Il tutto ammonta complessivamente a 578 milioni di lire, nonché del canone di locazione dello stabilimento per un importo di 500 milioni di lire. Quindi i danni totali ammontano a 1.078 milioni.
Per quanto riguarda l’azione di risarcimento dei danni, appurato che quelli causati dall’incendio verranno ristorati dall’assicurazione della società, si stanno compiendo i passi necessari per intraprenderla, in collaborazione con il Dipartimento legislativo e legale della Presidenza della Giunta: come vedete, sta andando avanti anche questa parte.
Per quanto riguarda poi la questione relativa a quale fosse l’ufficio preposto alla valutazione dell'idoneità delle garanzie offerte a salvaguardia dei finanziamenti concessi, vorrei ricordare anzitutto che fra i compiti dell’Assessorato ci sono quelli di creare alcune misure di sostegno alle attività imprenditoriali, che vanno da normative specifiche alla realizzazione di aree e di servizi, alla riduzione dei costi energetici.
Per quanto riguarda i problemi di valutazione dell’idoneità delle garanzie offerte a salvaguardia dei finanziamenti, questa valutazione viene fatta dall’Assessorato e da Finaosta, che operano una valutazione dei progetti industriali con particolare riguardo alla congruità delle voci di investimento, alla coerenza del progetto, dello stato patrimoniale dell’azienda, delle capacità competitive dell’azienda stessa, all’incidenza dei mezzi propri sui finanziamenti complessivi, nonché la situazione e le opportunità di mercato.
È indubbio che anche la valutazione più approfondita non è dotata intrinsecamente di capacità divinatorie, sono capacità previsionali, e quindi?
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
? parlo per l’industria, altrimenti risponderebbe l’Assessore Agnesod!
Dicevo che non ci sono capacità divinatorie da parte di chicchessia, soprattutto non da parte nostra, e mi auguro che siate più capaci voi da questo punto di vista; in ogni caso saranno poi le capacità gestionali, le dinamiche di mercato che incidono sulle situazioni dei singoli stabilimenti.
Per quanto riguarda l’ultima questione legata al monitoraggio dell’andamento delle aziende, come veniva ricordato già dal Consigliere Frassy questa questione era stata affrontata nell’interpellanza del 28 settembre: in quella sede avevo sottolineato come nel caso dell’Akerlund, così come per altri stabilimenti, ci sia, da parte della Finaosta, un monitoraggio semestrale, fatto per tutte le aziende che abbiano convenzioni con la Regione. In pratica Finaosta raccoglie una serie di informazioni sulla situazione del fatturato, del portafoglio ordini, delle scorte, dell'occupazione, dell'esposizione finanziaria, dei crediti, degli investimenti, capitale sociale, composizione dell’ordine e quant’altro, come avevo indicato in quella sede.
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Assessore, fra poco affronteremo sicuramente altri aspetti, noi però avanziamo delle perplessità sulla risposta che lei ha fornito, soprattutto su un punto.
Se possiamo capire la valutazione di politica industriale, ammesso che si faccia della politica industriale in questa Regione, di dire: "nel 1999 i dati non erano entusiasmati, lo abbiamo appreso nel 2000, c’era una situazione di difficoltà, abbiamo ritenuto di tergiversare e non di procedere alla risoluzione della convenzione", quello che non ci riesce assolutamente di comprendere è come lei faccia a dire che l’impegno di non alienare né costituire diritti reali, né ulteriori ipoteche sui beni immobili in proprietà, sia stato rispettato! Perché se così fosse, dovremmo capire come sia possibile che dei 12 miliardi non ci sia una sola lira che sia garantita.
La fideiussione, Assessore, se è stata fatta alla cieca, è evidente che c’è stata una leggerezza da parte degli uffici che hanno seguito questo tipo di pratica; ma se viene in convenzione un impegno specifico sugli immobili, delle due l’una: o gli immobili non ci sono mai stati, e allora la carta si fa scrivere, abbiamo scritto delle cose che non aveva senso scrivere, oppure evidentemente quegli immobili sono stati trasferiti, sono stati ceduti, sono stati ipotecati da terzi.
Non riesco a capire come lei possa dire che sono stati rispettati gli obblighi e come si concili questa affermazione con la conclusione della delibera di Giunta, dove non vi è garanzia alcuna per quanto riguarda la cifra che era oggetto di fideiussione per 12 miliardi.
Dopo di che diventa insostenibile l’affermazione che non abbiamo la sfera di cristallo per giustificare che anche purtroppo in questa vicenda industriale ci siamo trovati con le persone per strada, con lo stabilimento chiuso e un po' più poveri come casse! Lei dice che non abbiamo la sfera di cristallo: io le dico che non è necessario avere la sfera di cristallo! Io le dico che qualsiasi cittadino che abbia una qualsiasi attività autonoma piuttosto che di lavoro dipendente, e vada in una qualsiasi banca e chieda un prestito minimo, un mutuo minimo, un finanziamento minimo, è obbligato, se vuole aprire la pratica e se vuole mantenere la pratica nel tempo, semestralmente o comunque annualmente, a documentare le garanzie che offre a rientro dell’anticipo che la banca gli riconosce.
In qualsiasi banca ciò accade e noi non riusciamo a capire come mai nella Regione Valle d’Aosta questo non accada, non riusciamo a capire come mai le aziende sistematicamente chiudono la porta dello stabilimento alle spalle, lasciando debiti che non sono garantiti in quanto non ci sono procedure che ci possano dare la certezza di recuperare quelle risorse.
Allora noi riteniamo, Assessore, che qui il meccanismo non sia quello della "sfera di cristallo", ma sia quello delle responsabilità. Noi non sappiamo se le responsabilità siano in capo agli uffici di Finaosta piuttosto che in quelli dell’Assessorato, però è evidente - e non voler affrontare questo argomento vuol dire per certi versi condividere le responsabilità che ne stanno alla base - ma è evidente che qualcosa non funziona!
Non è la prima volta che rimaniamo con il cerino in mano e con dei crediti che non riusciamo a recuperare: vuol dire che c’è qualche ufficio che non funziona! E se così è, invito l’Assessore a fare quello che ha fatto il suo collega di Giunta, l’Assessore Vallet.
Non ha senso che ci limitiamo ad affrontare le questioni minimali, facendo le commissioni d'inchiesta per il funzionario che ha dimenticato di progettare nella sua completezza il sistema di sicurezza dell’antincendio nel sottostante salone, qualche centinaia di milioni, e poi di fronte a miliardi che sistematicamente, ad ogni sventurata avventura industriale, vanno persi, diciamo che non abbiamo la sfera di cristallo!
Assessore, su questo argomento specifico al prossimo Consiglio torneremo e vorremo avere delle risposte precise. Non è possibile su miliardi e miliardi non sapere come mai ciò è accaduto! Se i monitoraggi fossero stati fatti in maniera puntuale, ci saremmo accorti che l’Akerlund non garantiva con dei beni le risorse che gli avevamo affidato, e avremmo potuto probabilmente arrivare a delle conclusioni diverse, o comunque muoverci per tempo.
Perciò la invito, Assessore, a gestire in maniera più seria l’argomento, perché quella della "sfera di cristallo" è una storiella che non regge più, anzi, è una palla che rotola! La sfera di cristallo, Assessore, è una palla che rotola e nel rotolare fa anche molto rumore! La invitiamo perciò ad affrontare con maggiore serietà e attenzione questo aspetto, un aspetto sul quale le anticipo che nel prossimo Consiglio torneremo.