Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2043 del 6 giugno 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 2043/XI Criteri per l’acquisizione della dotazione di gettoni euro per la Casa da gioco di Saint-Vincent. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso:

- che, secondo quanto emerso da un recente incontro della IV Commissione permanente con i delegati sindacali degli impiegati tecnici dei giochi francesi e con alcuni dirigenti della GS, è stata acquisita una dotazione di gettoni euro per la Casa da gioco di Saint-Vincent;

- che le dotazioni di gettoni sono fornite dalla Regione;

- che le scelte relative alla tipologia dei gettoni, alle pezzature e ai valori minimi e massimi delle giocate ai tavoli non trovano concordi le parti sopracitate;

- che tali scelte influiscono sul target di clientela che si intende raggiungere;

- che, mediante una lettera recapitata al presidente della IV Commissione permanente e poi estesa in copia a tutti i componenti della medesima, il direttore generale della GS ritiene "inusuale" il confronto su questo argomento in tale sede;

tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

il Presidente della Regione per conoscere:

1) secondo quali criteri sono state compiute le scelte per procedere all’acquisizione della dotazione di gettoni euro e se le stesse scelte sono state oggetto di concertazione con l’azienda e con i dipendenti interessati;

2) se non ritiene che tali scelte, in particolare la mancata adozione di un gettone da 30 euro e l’ampliamento della forbice tra i minimi e i massimi delle giocate, possano influire negativamente sulle abitudini di gioco di alcune fasce di clienti e quindi avere ripercussioni anche sugli introiti;

3) quali sono le funzioni che dovrà svolgere il microchip inserito all’interno di ogni fiche;

4) se non reputa inopportune le affermazioni del direttore generale della GS, secondo il quale la IV Commissione sarebbe una sede "inusuale" ad affrontare tali argomenti.

F.to: Tibaldi

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Mancano ormai pochi mesi all’entrata in vigore della moneta unica europea, un processo che comporterà cambiamenti fondamentali per numerose aziende. Fra queste c’è la Casa da gioco di Saint-Vincent, la quale si sta organizzando e adeguando per prevedere il cambiamento delle fiches di gioco, naturalmente non più parametrate sulla base delle lire italiane, bensì sulla moneta unica europea.

L’argomento è stato già trattato in occasione di una recente audizione che si è svolta in IV Commissione; audizione sollecitata in particolare dai delegati sindacali degli impiegati della casa da gioco, audizione che è stata accolta e resa disponibile grazie alla IV Commissione e al suo Presidente. Tuttavia dall’audizione sono emersi alcuni elementi di contraddizione e di poca chiarezza, che ci hanno indotto a presentare l’interpellanza che oggi viene esaminata e discussa.

Innanzitutto si deve dire che la fornitura dei gettoni, come recita il disciplinare nei rapporti fra Regione e casa da gioco, è di competenza della Regione e si sa che i gettoni costituiscono la moneta circolante, lo strumento attraverso il quale ai clienti è permesso di accedere alle sale e giocare le proprie somme ai tavoli oppure alle macchinette elettroniche. Rappresenta la moneta circolante, di conseguenza rappresenta denaro vero e proprio, ed ecco perché è importante oggi approfondire alcuni punti, perché il passaggio dalla moneta italiana alla moneta europea è molto delicato anche per la Casa da gioco di Saint-Vincent.

Come dicevo, sono emersi alcuni elementi di contraddizione e di scarsa chiarezza. Quali sono? Sappiamo che la scelta della tipologia dei gettoni, la fissazione dei minimi e dei massimi, possono cambiare completamente l’indirizzo aziendale, orientandolo verso un tipo di clientela piuttosto che verso un altro tipo. Sappiamo che, sulla base di quello che ci è stato comunicato, sono state adottate determinate pezzature, che vanno dai 5 euro fino ai 50 euro, e che per le diverse tipologie di gioco sono stati fissati dei minimi e dei massimi.

Sulla base delle audizioni effettuate sembra però che queste scelte non siano state oggetto di concertazione tra l’azienda e i lavoratori. Non sono qui a rappresentare istanze sindacali, che non devono essere affrontate in questa sede, però se oggi approdano in Consiglio Valle significa che, e il Presidente lo capirà, non hanno trovato soluzioni altrove e che i sindacati sono piuttosto sordi ad ascoltare certe ragioni.

È quindi importante, visto che i lavoratori della Casa da gioco dovranno essere anche preparati all’utilizzo di questi gettoni, capire le motivazioni per cui sussiste questo difetto di comunicazione fra le parti.

E lo chiediamo in questa sede, che rappresenta una sorta di assemblea degli azionisti della Casa da gioco, visto che la gestione del Casinò è pubblica. Il Presidente non è d’accordo, ma poco importa a questo punto. Anche perché determinate affermazioni riportate ci lasciano sconcertati: da una parte si lamenta questa assenza di dialogo, questa sofferenza nelle comunicazioni, difetto di informazione doverosa anche perché gli stessi lavoratori dovranno essere istruiti adeguatamente e informati sul tipo di gettoni che dovranno servire ai clienti, sulle modalità di gioco con i nuovi gettoni; da parte aziendale, invece, si dice che questi incontri si sono già verificati, che c’è stata la massima disponibilità, anzi si parla addirittura di "disponibilità assoluta" ovvero che tali incontri si sono svolti con una cadenza più o meno regolare sin dal 2000 e che ci sono state riunioni anche nel corso di quest’anno; riunioni che vengono definite non di tipo sindacale, bensì di tipo funzionale. E questo è il primo punto.

Ci piacerebbe capire come mai, nell'ambito di una gestione pubblica, non si riesca a trovare un momento di maggior concertazione o condivisione di certe scelte che comunque andranno ad influire sui futuri indirizzi aziendali della Casa da gioco.

Fra le novità è inoltre previsto l’inserimento di un microchip all’interno di ogni fiche, il che comporterebbe una maggiore semplificazione agli effetti contabili e la possibilità di seguire il percorso di ogni fiche tra le varie mani dei clienti e dei croupiers.

Vorremmo capire se questa intenzione viene confermata e se non ci sono problemi di riservatezza; le altre case da gioco cercano di tutelare ad ogni costo la riservatezza dei clienti, qui si sceglie invece una strategia opposta, dove il cliente viene monitorato fino all’ultimo gettone che gioca. Ricordiamo il caso del signor G. di qualche anno fa, che ha comportato non pochi problemi anche per un croupier.

Infine, la terza questione da portare all'attenzione di quest’aula riguarda il fatto che la IV Commissione sia stata definita come sede "inusuale" nell’affrontare tali argomenti. È questo l’aspetto più umiliante per chi opera in IV Commissione, anche perché se essa è stata sollecitata, è perché chi l’ha fatto non ha trovato risposte altrove e pertanto si è rivolto a quella che è spesso considerata, purtroppo, ma per scelta politica di chi ci governa, l’ultima spiaggia in materia di casa da gioco.

Visto che non ritengo, a differenza di qualche collega della maggioranza, che la IV Commissione sia sede "inusuale" o incompetente in materia, abbiamo posto la domanda al Presidente per sapere se non reputa inopportune certe affermazioni che vengono fatte dal massimo dirigente della casa da gioco, che reputa "inusuale" tale sede. Massimo dirigente che è anche espressione di una volontà politica, di una parte politica, e che di conseguenza non può considerare a una stregua così bassa una commissione consiliare, che è un luogo istituzionale!

Queste sono le premesse ad un'interpellanza sintetizzata in quattro quesiti, di cui chiediamo risposta al Presidente della Giunta.

Président La parole au Président de la Région, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Je vais partager ma réponse au collègue Tibaldi en trois parties: celle qui nous concerne directement, celle qui concerne la Gestion Extraordinaire, et là nous aurons la possibilité de revenir sur le jugement différent, voire la vision différente que nous avons par rapport et à l’autonomie et à la différence entre contrôle et gestion, et la troisième partie pour répondre à la question concernant la lettre que le Directeur général a adressée au Président de la IVème Commission.

Pour ce qui est de notre ressort, à savoir l’achat des jetons en euro, c’est un achat qui ne relève évidemment pas d'un choix discrétionnaire, mais - comme l’a rappelé Tibaldi - découle de l’obligation de se doter des moyens de jeu indispensables, en vue de l’entrée en vigueur de la monnaie unique. Aux sens de l’article 5 du cahier des charges de la maison de jeu de Saint-Vincent, les jetons appartiennent à la Région, qui pourvoit entre autres à les remplacer. Ce choix a été fait suite à l’expérience de 1994, afin d’éviter que, lors d'un changement de gestion, la Région ne soit en difficulté, compte tenu de toutes les contraintes liées à l’exercice du jeu.

A ce sujet le Service du patrimoine de l’Assessorat régional du budget a lancé, le 29 mars 2000, un marché public pour l’acquisition de jetons et de plaques en euro pour le Casino de la Vallée. Cet appel d’offres a été adjugé le 28 juin 2000. C’est donc sur la base de cette compétence que les réponses, que je vais fournir, sont concertées avec l’Assesseur Agnesod.

Or, le cahier des charges de ce marché avait été dressé compte tenu des indications et des paramètres techniques fournis par la Gestion Extraordinaire, notamment pour ce qui est de la valeur, du nombre et des caractéristiques générales des différentes fiches, afin que ces dernières répondent aux besoins spécifiques de la maison de jeu valdôtaine.

Les plaques et jetons doivent en particulier être aisément maniables et reconnaissables par les croupiers et les employés du casino, sans que ceux-ci aient besoin de suivre de longues formations à cet effet, mais il n'en demeure pas moins nécessaire que des activités spécifiques de formation soient organisées; ces jetons doivent aussi avoir des caractéristiques esthétiques et de finition prestigieuses pour que les joueurs trouvent leur utilisation agréable, ne pas s’user ni se déformer facilement, être aisément identifiables afin de réduire les possibilités de contrefaçon ou de vol, et de satisfaire ainsi les exigences de surveillance et de sécurité, optimiser les opérations de vérification et de comptage des fiches aux caisses. Donc c’est sur la base de ces critères, en répondant à la première question, que nous avons lancé cet appel d’offres.

Pour ce qui est, par contre, des aspects que nous considérons comme étant du ressort et de la compétence de la Gestion Extraordinaire, s’agissant de problèmes de gestion de cette société, sur la base des données fournies par Gestion Extraordinaire, je précise que, en ce qui concerne la valeur des différents jetons, destinés tant aux jeux français et américains qu’aux machines à sou, elle a été définie par la Gestion Extraordinaire sur la base de l’expérience acquise, de la connaissance des habitudes des joueurs mais aussi de la comparaison avec les autres maisons de jeu, après vérification au sein de la Federgioco.

Si ces jetons représentent la monnaie courante à l’intérieur de la maison de jeu, nous pouvons néanmoins formuler ces remarques: comment se fait-il que le billet de 20.000 lires ait été retiré de la circulation ou que le billet de 20.000 lires soit moins utilisé par rapport à d’autres billets? Je pense que ces considérations, ont été prises en compte pour la détermination de la valeur des différents jetons.

Par ailleurs les nouvelles fiches en euro seront douées d’une puce spéciale remplissant une fonction passive exclusivement et répondant aux exigences de surveillance et de sécurité déjà évoquées. A cet égard je me dois de constater que l’exemple sur la privacy et surtout celui concernant monsieur G., sont à côté de la plaque, vu que nous parlons de jetons et de plaques.

En effet ce sont les propos exprimés au sein d’une assemblée syndicale et repris ensuite par un communiqué ANSA qui ont provoqué la publicité négative. Il n'y a pas eu intervention de la maison de jeu.

En tout cas je veux souligner que cette puce réagit à des signaux précis, ce qui permettra d’accélérer les vérifications et le comptage aux tables et aux caisses, de connaître rapidement le total des fiches et donc de savoir s’il est nécessaire d’en rajouter ainsi que de dépister toute tentative d’escamotage ou d’utilisation frauduleuse. Par ailleurs, ce type de fiche à puce sera mis en circulation sur le marché américain par la Holland Casino's et il est également utilisé à Venise.

Par ailleurs, le choix de la valeur des différents jetons et plaques ne saurait faire l’objet d’une concertation syndicale sur la base des règles et des rapports établis, des relations - comme l’on dit - syndicales entre la société et les organisations syndicales. En tout cas indépendamment de l'observation de ces critères et de ces règles, les relations syndicales ne sont pas du ressort du Gouvernement, de l’Assemblée ou de la IVème Commission. C’est un problème de rapport entre les organisations syndicales et la maison de jeu.

En tout cas, sur la base de ce que la maison de jeu affirme, le choix de la valeur ne saurait faire l’objet d’une concertation syndicale. Il s’agit d’une adaptation à la monnaie européenne, dont la direction des jeux a soigneusement mesuré la portée.

Or, les relations syndicales prévoyant plusieurs procédures, dans ce cas spécifique un droit à l’information existe, ce qui est différent par rapport au droit à la concertation. Gestion Extraordinaire souligne à ce propos que, indépendamment du devoir d’information - qui existe et qui est prévu - de Gestion Extraordinaire vis-à-vis de ce personnel, c’est une décision qui relève strictement des compétences des gestionnaires de l’entreprise. Par ailleurs, l’idée qu’il puisse exister un lien entre la valeur des différentes fiches et la fourchette minimum-maximum des mises est peut-être erronée.

Ces deux données sont totalement dissociées l’une de l’autre: la première dépend des fiches disponibles et est définie sur la base de l’expérience, de la connaissance des habitudes des joueurs et de l’attitude des autres maisons de jeu en la matière; la seconde, qui est établie directement par la direction des jeux, varie selon le jeu proprement dit et les conditions dans lesquelles celui-ci se déroule. Elle peut même être éventuellement modifiée en cours de journée. Nous avons par ailleurs l’impression que l’on ne considère pas suffisamment que les jetons sont utilisés pour une pluralité de jeux, et pas seulement pour les jeux français.

Enfin, en abordant la troisième question, les considérations exprimées par le Directeur général de la Gestion Extraordinaire, il ne me semble pas avec les précisions que j’apporterai, que celles-ci puissent être qualifiées d’inopportunes. Tout d’abord parce que la IVème Commission du Conseil - j’ai un double de la lettre que le Président de cette commission a adressée au Directeur - semble avoir eu la possibilité de converser longuement et même profitablement avec les collaborateurs du Directeur général.

Quant au droit d’information, et à la requête formulée par les commissaires de disposer d’éléments supplémentaires de connaissance, le Président, au nom de la commission, affirme que les éclaircissements fournis "si sono dimostrate un interessante contributo all’esame dell’oggetto da parte della IV Commissione, nonché una dimostrazione di evidente professionalità e di esperienza aziendale. La prego pertanto di rinnovare il ringraziamento della commissione e mio personale ai suoi collaboratori".

Autre point ce sont les considérations formulées. A cet égard nous avons une vision différente quant à la nature de la Gestion Extraordinaire, et à la différence qui doit exister entre contrôle, qui est nécessaire, et gestion, dont la responsabilité revient en vertu de l’autonomie qui lui a été accordée, à la Gestion Extraordinaire.

A ce propos, rappelons aussi que certains comportements, s’agissant d’une entreprise, peuvent créer quelques difficultés aux décisions et au fonctionnement de la dite entreprise.

A notre sens, le Directeur général a tenu à faire remarquer que, lorsqu’il s’agit de la maison de jeu de Saint-Vincent, l’on a souvent tendance à oublier - mais là c’est un jugement et M. Tibaldi a une vision totalement opposée, c’est la raison pour laquelle il réitère ces différentes initiatives et cette interpellation en est la preuve - que la Gestion Extraordinaire est autonome en fait d’administration, de gestion, de comptabilité et de relations syndicales. Trop souvent on dépasse la limite du juste et nécessaire contrôle de cette Assemblée, empiétant sur des situations strictement afférentes à la gestion de l’entreprise Casino et donc sur l’autonomie de la Gestion Extraordinaire à qui revient la responsabilité des résultats.

Nous pouvons ainsi discuter du bilan de la Gestion Extraordinaire ou exercer des fonctions de contrôle en exprimant des jugements qui mettent en cause la responsabilité de la gestion, mais non pas exercer une intervention directe sur les actes, comme si c’était nous qui devions décider dans ce cas spécifique la valeur des différents types de jetons.

Or, cet état de choses génère parfois des difficultés, compte tenu de la publicité qui entoure certaines des initiatives de l’entreprise, du caractère particulier de ce secteur d’activité et de la sensibilité des clients de la maison de jeu.

Mais ce sont des jugements différents, qui découlent de cette vision politique différente, même instrumental que l’on veut donner à la nature de la gestion de la Maison de jeu de Saint-Vincent.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Sono insoddisfatto della risposta del Presidente della Giunta, per tre motivazioni.

La prima motivazione è che da un lato il Presidente ha cercato di travisare l’intenzione dell’interpellante.

Non si vuole assolutamente compartecipare, da parte nostra, alle scelte della futura dotazione di gettoni euro, lungi da noi questa volontà!

Quindi le chiederei, per cortesia, di non attribuirci gratuitamente intenzioni che non appartengono alla nostra volontà e tanto meno sono scritte su questo documento.

Il Presidente dice: gli euro entrano in vigore in tutta l’Europa, di conseguenza anche i gettoni devono essere adeguati alla nuova moneta avente corso legale. Sì, però nella Casa da gioco di Saint-Vincent non si gioca con moneta euro, si gioca con gettoni, i quali vengono parametrati sulla base della moneta unica europea. Si gioca con fiches, le quali hanno valori differenti e non direttamente rapportabili a quelli odierni; di conseguenza questi nuovi valori possono influire positivamente o negativamente soprattutto su quella che è la fissazione dei minimi e dei massimi, sulle giocate. Non è Tibaldi a dirlo, lo hanno detto esperti di gioco che abbiamo incontrato in sede di audizione. "Il problema è un altro", ci hanno detto.

Innanzitutto dobbiamo partire da un presupposto. Ci sono oggi, per fare un esempio, molti clienti che giocano la fiche da 50.000 lire. Il problema è che avremo delle persone che giocavano 50.000 lire e che dovrebbero giocare ora 76.000 lire, cioè l’equivalente del gettone da 40 euro, e così le prosciughiamo, e quelle da 100.000 giocano 76.000, cioè una somma inferiore rispetto a quella che potrebbero giocare.

Che facciamo? Come influiranno queste scelte sui futuri indirizzi di gioco? Come sarà il futuro della Casa da gioco? Rischia di essere un'incognita e da questo punto di vista noi lo comprendiamo, perché non si gioca moneta vera e propria ma si giocano fiches, che hanno un valore corrispondente in moneta.

Il secondo aspetto è la concertazione sindacale. Se questo argomento giunge in questa sede è perché, come dicevo prima, i rapporti fra azienda, lavoratori e sindacati sono ormai diventati rapporti fra sordi: non ci si parla, non ci si vuole parlare, non ci si capisce, non ci si riesce a capire.

Il Presidente ha detto che per la scelta della dotazione si è fatto riferimento all’esperienza acquisita, si è sentita la Federgiochi, si sono sentiti tutti; tranne i lavoratori! Perché non si potevano anche sentire i lavoratori, riconoscendo loro quel diritto all'informazione e alla partecipazione che reclamano non avere mai avuto? Si tratta di diritti che, anche se non codificati, sono perlomeno riconosciuti per prassi. Non sono stati assolutamente rispettati, malgrado i lavoratori dovranno essere formati e preparati ad utilizzare questi gettoni; mancano sette mesi all'euro e i tre mesi d’estate praticamente sapremo già, sperando che ci sia la clientela, che non potranno essere dedicati alla formazione!

E quindi anche la preparazione professionale è un'incognita, o perlomeno si arriverà a farla di fretta, in ritardo, con lacune, con problemi e magari con scioperi che più volte si sono verificati e che sarebbe invece opportuno evitare per il bene e delle casse regionali e della comunità valdostana.

Per quanto riguarda il secondo punto, non si può continuare ad invocare l’autonomia, Presidente, quando l’autonomia codificata nella legge n. 88 del 1993 e nella modifica del 1999, nel disciplinare e nello Statuto, l’autonomia predicata e codificata è completamente diversa dall’autonomia praticata. È notorio che il Casinò non abbia una gestione autonoma, al di là della lettera di queste norme. Il Casinò ha una gestione che è fortemente dipendente dal potere politico! Allora se non dipende per le scelte dell’euro, dipende per tante altre scelte: promozioni, incarichi, forniture, o assunzioni sono condizionate da questo Palazzo. Ciò è risaputo, non nascondiamoci dietro un dito!

Quindi il mio punto di vista, diverso dal suo, della natura della Gestione straordinaria deriva dalla quotidianità dei fatti e non certamente dalla lettera della legge o di queste norme, che la vorrebbero forse un po' più privatistica di quello che in realtà non è. Autonomia predicata e autonomia praticata sono due cose completamente diverse e lei, Presidente, lo sa benissimo!

Terzo punto, la lettera del Direttore generale che è spiacente di comunicare al Presidente della IV Commissione il giorno dell’audizione che, a causa di improrogabili impegni aziendali precedentemente assunti non poteva presenziare personalmente all’audizione. È la dimostrazione scritta di come siamo stati presi in giro quel giorno, perché il Direttore generale non era in sede di audizione, ma era qui sotto!

Certe persone, con incarichi e mansioni così importanti, non possono disconoscere che il luogo di incontro e di definizione di questi problemi è la IV Commissione. Nella nostra qualità di componenti della IV Commissione pretendiamo che certe questioni non siano affrontate esclusivamente tra pochi intimi, ma vengano opportunamente approfondite anche nella nostra sede! Lo stesso Presidente Borre - e lo si può rilevare dal resoconto verbale dell'audizione - ha espresso il suo rammarico per comportamenti di questo genere, che sono assolutamente inauditi.

Tanto meno non si può accettare che venga definita "inusuale" la sede della IV Commissione, perché sovente le tensioni sindacali lì trovano sfogo. Lo ripeto, se questi problemi arrivano in IV Commissione è perché non siete capaci di affrontarli in altre sedi, o perché non c’è la volontà di affrontarli in altre sedi! Allora è poi naturale che la questione approdi in Consiglio regionale. Determinati atteggiamenti sono inaccettabili, e quindi tanto meno accettiamo un'emarginazione della IV Commissione su questo problema, perché è di capitale importanza.

I gettoni euro saranno la futura moneta circolante della casa da gioco. Questo passaggio da una moneta all’altra, da un sistema di monetizzazione all’altro, comporta determinati problemi, impone determinate vigilanze, determinate attenzioni, e soprattutto richiede determinate professionalità in capo a chi lavora, in capo a chi controlla e in capo a chi dirige.

Sono quindi inammissibili, ingiustificate e da respingere con fermezza quelle affermazioni, e invito il Presidente a scrivere una lettera di disappunto nei confronti dell’operato del suo Direttore generale.