Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2040 del 6 giugno 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 2040/XI Problematiche concernenti la riapertura del Tunnel del Monte Bianco al traffico pesante. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto della determinazione con cui le associazioni ambientalistiche e (limitatamente alla Vallée de l’Arve) le amministrazioni locali si oppongono con tutte le loro forze alla riapertura del tunnel del Monte Bianco ai T.I.R.;

Osservato che il Governo regionale ha accolto con pavida rassegnazione le proposte tendenti a far circolare nuovamente i mezzi pesanti nella nostra Regione, come se nulla fosse successo e come se la Valle d’Aosta avesse per vocazione quella di ridiventare un comodo corridoio da inquinare;

Evidenziato che la riapertura del tunnel ai T.I.R. rischia concretamente di vanificare il condivisibile orientamento regionale che si oppone all’ipotesi di un raddoppio del traforo, che avrebbe conseguenze nefaste per l’ambiente, per la sicurezza e per la salute dei valdostani, per la nostra economia turistica;

Osservato, infatti, che, sia il Ministro competente in carica, sia il Ministro "in pectore" del governo Berlusconi si sono dichiarati favorevoli all’ipotesi di raddoppio;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione per sapere:

1) perché l’Amministrazione regionale assiste impotente alla riproposizione di ipotesi per un passaggio dei mezzi pesanti sotto il tunnel praticamente illimitato, se si escludono i modesti e assolutamente non decisivi limiti posti all’interno del tunnel per ragioni di sicurezza;

2) quali interessi la Giunta intende difendere con la debole e rassegnata posizione assunta;

3) se alla luce delle ultime dichiarazioni del rappresentante del futuro governo italiano non ritiene di opporsi al passaggio dei T.I.R. di portata superiore alle 28 tonnellate per impedire il raddoppio del tunnel, che seguendo la logica del "partito dei T.I.R." diventerà inevitabilmente "necessario".

F.to: Curtaz - Squarzino Secondina

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Siamo ritornati spesso su questo tema e ritorniamo anche in questa occasione perché ritengo che le valutazioni che sono state fatte finora necessitino di ulteriori chiarimenti e di ulteriori riflessioni.

Voglio fare un passo indietro nel ripercorrere la vicenda della cosiddetta "regolamentazione" del passaggio dei TIR sotto il Traforo del Monte Bianco.

Nella nostra Regione non si pone nessuna regolamentazione e alcun problema, salvo per quei pochi ambientalisti che popolano questa Regione, fino al marzo 1999, incidente in cui muoiono 49 persone. Improvvisamente il problema del trasporto privato su gomma e quello in alternativa su rotaia diventano al centro del dibattito politico.

Abbiamo assistito ad esponenti politici che per anni hanno incentivato il passaggio indiscriminato dei TIR, raccogliendone frutti sia in termini finanziari, che elettorali, diventare improvvisamente paladini del trasporto su rotaia, con conversioni tardive che possono insospettire, ma che abbiamo comunque accettato di buon grado. Si è posto subito il problema della riapertura o meno del tunnel ai mezzi pesanti.

In quest’aula abbiamo sempre detto tutti unanimemente: apertura il più presto possibile ai mezzi leggeri, qualcuno come noi era ed è contrario alla riapertura dei mezzi pesanti sopra un certo tonnellaggio, qualche altro chiedeva una regolamentazione, anzi in un primo tempo si parlava di contingentamento, una parola che lasciava intravedere qualche rigore in più, poi via via questa parola è sparita ed è rimasta la parola "regolamentazione" che lasciava comunque intendere non soltanto una limitazione ai fini della sicurezza, ma lasciava intendere una riduzione programmata del transito dei TIR.

Ma anche questa cosa minimale è via via venuta meno tanto che oggi il termine regolamentazione è rimasto in esclusivo riferimento ai problemi di sicurezza interni al tunnel, ma non ha più nessuna valenza per quanto riguarda la limitazione numerica del transito dei TIR. Abbiamo definito ciò che è avvenuto in questo arco di tempo e il ruolo che ha avuto, almeno ufficialmente, il Governo regionale in questa vicenda come "pavida rassegnazione": nessuna presa di posizione pubblica ufficiale contro i TIR, presentazione in quest’aula da parte della maggioranza di ordini del giorno assai generici che peraltro avrebbero potuto essere condivisibili se poi avessero raggiunto dei risultati, ma l’esito di queste timide prese di posizione per una regolamentazione che non significasse soltanto maggior sicurezza è stato praticamente nullo.

Sappiamo che quando riaprirà il tunnel, e non sarà nel settembre del 2001 - mi sono anche stancato di fare interpellanze su questo punto visti i continui rinvii, certamente per responsabilità del Governo francese -, si chiuderà apparentemente questa vicenda: ci sarà una regolamentazione interna per ragioni di sicurezza e poi il transito del tunnel sarà illimitato. Risultato: la situazione sarà identica a quella pre-incidente, cioè sulle strade della nostra regione passerà ben che vada lo stesso numero di camion che è passato negli ultimi anni.

Di fronte a questo dato non ho sentito levarsi voci di protesta, né in quest’aula, né da parte delle forze politiche che detengono il potere in questa Regione. Peraltro a me risulta in qualche modo incomprensibile questa posizione, cioè non riesco a capire quali siano le ragioni di questa arrendevolezza.

Si potrebbe anche pensare male, ma non so neanche di quale male pensare, però è un'arrendevolezza che insospettisce in considerazione di quella che è l’opinione dei cittadini, di quelle che sono le battaglie che si stanno facendo con ben altra verve da parte francese, con il sostegno di tutte le amministrazioni.

Qui si è impedito di fare un referendum, i comuni hanno evitato di fare i referendum impedendo ai cittadini di esprimersi, abbiamo fatto tutto il contrario di quello che si sta facendo in Francia tant’è che questa estate in Francia in tre comuni maggiormente interessati al transito dei TIR si svolgeranno anche dei referendum popolari a sostegno delle iniziative dei sindaci che sono contro il transito dei TIR.

Ma c’è un pericolo in più che voglio sottolineare, derivante da una riflessione abbastanza recente, forse persino tardiva, che noi stessi che abbiamo seguito questo tema fin dall’inizio dobbiamo fare.

L’Amministrazione regionale ha più volte ribadito la sua contrarietà al raddoppio del Tunnel del Monte Bianco, spesso siamo noi che l’abbiamo sollecitata e dal nostro punto di vista è una presa di posizione apprezzabile, ma che a nostro giudizio rischia di diventare anch’essa, come era due anni fa quella sulla regolamentazione, debolissima perché se noi accettiamo la logica che possono passare tutti i TIR che vogliono sotto il Traforo del Monte Bianco e sulle nostre strade, diventerà gioco forza per il partito dei TIR sostenere la tesi del raddoppio del tunnel. Sarà per questioni di sicurezza, sarà per questioni di scorrimento del traffico, sarà per questioni economiche.

Quindi una presa di posizione debole rispetto al problema passaggio dei TIR rischia di avere come conseguenza il raddoppio del tunnel. Se il tunnel raddoppiasse, e penso che su questo possiamo essere tutti d’accordo, non succederà soltanto che all’interno delle canne i TIR passeranno meglio, ma ci sarà se non un raddoppio immediato del passaggio dei camion sulla nostra regione, almeno un incremento notevole.

Questa è una legge della viabilità mai smentita: più allargo le strade, più ne faccio e più passano mezzi, anche per un'ovvia questione di comodità di chi deve transitare.

E quindi la questione che poniamo è se ci rendiamo conto di questo pericolo, anche perché il Ministro Nesi ha accennato in un certo contesto a questa ipotesi di raddoppio, il Ministro "in pectore" del "Governo Berlusconi", ha dichiarato, intervistato al TG3 regionale a Roma, che fra le ipotesi prioritarie del "Governo Berlusconi" ci sarà quella del raddoppio del Monte Bianco.

Di fronte a queste riflessioni, che a me sembrano avere una certa logica, chiedo qual è l’atteggiamento del Governo regionale.

Si dà atto che, dalle ore 12,03, presiede il Consigliere Segretario Perron.

PrésidentLa parole au Président de la Région, Viérin Dino.

Viérin D. (UV)J’ai toujours de l’admiration vis-à-vis de notre collègue Curtaz: il n'a que des certitudes. Il exprime toujours des jugements tranchants et, tel qu’un chevalier de l’Apocalypse ou qu’un prophète, il nous répartit tous entre faibles, forts, bons et mauvais. Malheureusement, nous, nous sommes toujours les mauvais. Quant à moi, je ne sais pas comment qualifier les positions qui sont exprimées par les conseillers Curtaz et Squarzino, conseillers encore Verts, qui sont des positions qui engendrent des actions légales contre le marché public pour la reconstruction du tunnel ou les mesures de sécurité jugées insuffisantes, et n'ont en fait pour but que d'envenimer le climat, et de retarder, voire empêcher, la remise en exploitation de cet ouvrage.

La position en revanche du Gouvernement valdôtain – que quelqu'un qualifie de: "pavida, rassegnata, timida, arrendevole, debole", alors approfondissons ces aspects - est loin d’être faible ou d’être le résultat de l’acceptation "con pavida rassegnazione" de propositions non définies venant de je ne sais pas où.

Je voudrais rappeler au Conseiller les résolutions votées par cette Assemblée le 23 septembre 1999 et le 5 avril 2000 dans lesquelles, après avoir évidemment relevé ce que la fermeture du tunnel a entraîné en tant qu’isolement de la Vallée d’Aoste, frein aux relations que la communauté entretient avec les communautés limitrophes, et mis en évidence les retombées négatives considérables sur le système économique de la Vallée d’Aoste, mais aussi de l’Italie et de la France et après avoir fait des considérations sur la problématique des transports dans son ensemble, demande au Conseil de la Vallée d'engager le Président du Gouvernement valdôtain en sa qualité de représentant de la Région à se faire l’interprète auprès des instances européennes, du Gouvernement italien et de la Commission intergouvernementale pour le contrôle du Tunnel du Mont-Blanc, de la nécessité que ce dernier soit rouvert dans le respect de toutes les conditions de sécurité, dans les plus bref délais, et que son utilisation soit dûment réglementée.

Position d’ailleurs, que nous avons exprimée, et qui est non seulement partagée, mais qui a été sollicitée par le Gouvernement italien dont les Verts faisaient partie - me semble-t-il - position également partagée par les organisations syndicales, par les différentes associations économiques que ce soit les industriels ou d’autres catégories socio-professionnelles; propositions d’ailleurs, permettez-moi Madame et Monsieur les conseillers, largement partagées par l’électorat valdôtain.

Vous vous êtes présentés aux élections et vous avez posé une question spécifique, vous avez dit: le référendum c’est nous qui le faisons et nous vous demandons de vous exprimer. Je crois que les électeurs se sont exprimés.

Evidemment ce Conseil, le Gouvernement italien, les organisations syndicales, les associations de catégorie, les électeurs valdôtains qui ne partagent pas, et c’est leur droit, l’avis des conseillers Verts, sont tous "pavidi, rassegnati, timidi, arrendevoli e deboli". Nous en prenons acte.

C’est la raison pour laquelle je disais que nous avons moins de certitudes, mais nous essayons d’?uvrer pour donner des réponses concrètes.

A cet effet, nous participons activement aux travaux des instances qui décident des conditions de réouverture du tunnel; nous nous efforçons même d’en orienter l’action; aussi avons-nous pu prendre part aux différents groupes de travail qui ont fixé les modalités de réaménagement, les équipements et les mesures de sécurité qui seront adaptées ainsi que la réglementation de la circulation dans le tunnel et sur les itinéraires d’accès à celui-ci.

Là également nous sommes en bonne compagnie et je dois dire que ce n’est pas que nous ayons dû accepter ou subir, mais ces opinions sont largement partagées de part et d'autre des Alpes.

Cette dernière phase, celle de la définition des nouvelles règles de la circulation, qui seront appliquées non seulement dans le tunnel, mais aussi sur la route et autoroute menant au tunnel, est précisément la plus significative. Et là encore, contrairement à ce que les interpellants affirment, la réglementation de la circulation, qui est actuellement en cours de mise au point, présente des innovations importantes tant du point de vue du nombre des poids lourds, qui seront autorisés à emprunter l’axe du Mont-Blanc, que du point de vue de la sécurité et de la protection de l’environnement.

Face au problème concret de l’augmentation exponentielle du transport des marchandises et des passagers et à l’absence dans l’immédiat d’alternatives et de solutions viables, si ce n’est le refus a priori des poids lourds, notre action se base sur le respect de deux principes: tout d'abord de considérer le système alpin et le système des transports dans l’arc alpin dans son ensemble - nous ne comprenons pas comment l’on puisse proposer certaines mesures uniquement pour le Tunnel du Mont-Blanc et non pas pour le Tunnel du Fréjus - et ensuite une logique d’intégration parce qu’il faut promouvoir concrètement l'alternative ferroviaire et donc promouvoir d’autres transversales ferroviaires alpines.

Malheureusement la seule que nous proposons n’a pas l’avis favorable des Verts et donc là encore nous nous permettons de mettre en évidence cette contradiction évidente.

Pour ce qui est de l’autre aspect, parce que nous sommes tous logés à la même enseigne, Madame et Monsieur les Conseillers, sans relever la provocation quelque peu offensante des conseillers Verts, je précise une fois encore que le Conseil de la Vallée et le Gouvernement ont toujours visé la défense des intérêts de toute la communauté valdôtaine.

Et, je précise bien, toute la communauté valdôtaine depuis les sapeurs-pompiers, qui seront appelés à garantir la sécurité du tunnel, jusqu’aux autres citoyens et aux acteurs économiques qui ont bien sûr besoin que ce tunnel soit rouvert, mais également que le trafic y afférent soit convenablement géré, sans oublier que tous les usagers doivent pouvoir transiter sous le Mont-Blanc dans des conditions de très haute sécurité.

Pour ce qui est de l’éventuel doublement du Tunnel du Mont-Blanc, il ne me semble pas que quoi que ce soit ait changé depuis que ce sujet a été abordé lors de la séance du 26 avril dernier en réponse précisément à une interpellation. Je ne peux donc que confirmer ce que nous avons déjà exprimé.

Nous avons toutefois du mal à saisir le lien de cause à effet établi par les conseillers signataires de cette interpellation entre l’interdiction du tunnel aux poids lourds de plus de 28 tonnes et l’abandon de tout projet de doublement dudit ouvrage ou bien inversement entre le passage par le tunnel de véhicules de plus de 28 tonnes et le doublement de ce dernier.

Nous faisons souvent référence à la Confédération helvétique qui est prise en tant qu’exemple d’action positive en faveur de la protection et de la sauvegarde de l’environnement et surtout en matière de politique de transport.

Je rappelle que, depuis l’entrée en vigueur le 1er janvier 2001 des accords bilatéraux entre l’Europe et la Confédération helvétique, des véhicules pesant jusqu’à 34 tonnes peuvent circuler sur le territoire de celle-ci et qu’à partir de 2005 cette autorisation s’étendra aux poids lourds de 40 tonnes.

A partir de cette constatation je voudrais à mon tour poser une question et demander aux interpellants de se pencher sur les questions suivantes.

Pour la sécurité de la circulation routière et donc aussi pour les citoyens de la Vallée d’Aoste, deux poids lourds de 28 tonnes valent-ils mieux qu’un poids lourd de 40 tonnes? Ou bien, toutes choses étant égales, deux camions de 28 tonnes polluent-ils moins qu’un camion de 40 tonnes?

Et qu’est-ce qui est le plus susceptible d’influer sur un éventuel doublement du Tunnel du Mont-Blanc que nous continuons à refuser: deux poids lourds de 28 tonnes ou un poids lourd de 40 tonnes?

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Intanto, Presidente, noi abbiamo delle convinzioni politiche, spero che non sia una colpa se queste convinzioni politiche cerchiamo di praticarle con forza e con passione. Mi sembra che faccia parte del dibattito e del confronto politico.

A me personalmente preoccuperebbe di più un'opposizione che non discute o una cittadinanza che non riflette piuttosto che un'opposizione, ancorché scarsa dal punto di vista numerico, che pone le questioni in maniera decisa e una popolazione che si interroga su questi problemi, ma evidentemente è una questione di sensibilità.

Un’altra premessa voglio fare perché io credo, Presidente, non me ne voglia, che lei ogni tanto faccia difetto alla sua intelligenza. Io la ritengo una persona molto brava nell’interloquire e nel sostenere il contraddittorio tuttavia, è un'osservazione che ho già fatto un’altra volta ma la devo ripetere, non mi sembra corretto che lei faccia dire agli altri delle cose che non sono state dette, faccia risultare delle iniziative che non esistono, perché sarebbe sufficiente utilizzare i normali mezzi di confronto e di dibattito per sostenere le proprie ragioni.

Non c’è bisogno di dire che si stanno organizzando delle azioni legali per impedire e ritardare la riapertura del Tunnel da parte dei Verdi valdostani, perché non è assolutamente vero, lo smentisco nella maniera più assoluta anche perché, quando vogliamo fare le azioni legali, le facciamo e le comunichiamo: lo diciamo a tutti!

Quindi né direttamente, né indirettamente, né per interposta persona, né in nessun caso non ci sarà mai nessun esponente Verde che fa azioni in questa Regione o altrove per ritardare la riapertura del Tunnel del Monte Bianco al traffico leggero.

Questo voglio che sia chiaro, quindi evitiamo illazioni che non hanno nessun senso. Volevamo organizzare un referendum, quello vero, non quello che lei indica, confondendo le elezioni con il referendum? Ma chi l’ha tirata fuori la storiella delle elezioni-referendum? Questa è una storiella che è stata tirata fuori adesso a commento dei risultati elettorali da parte di un esponente dell’Union, il quale in un'intervista ha detto che i Verdi hanno fatto un referendum ed hanno preso il 10 percento dei voti. Intanto non mi risulta che i Verdi abbiano mai preso più del 10 percento dei voti, ma questo è stato considerato un risultato elettorale scadente, a me non sembra ?

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

? nel 1996 c’era l’Ulivo, c’era qualcun altro, ma adesso non stiamo qui a commentare il risultato elettorale perché non è la sede. Comunque, cinque anni fa i Verdi erano in una coalizione.

Ma dire che le elezioni sono state impostate come un referendum fa parte della fantasia neanche pre-elettorale, ma post-elettorale di qualche politico distratto perché significa che non è stato letto il nostro programma, che non si è mai assistito a un nostro comizio; infatti nessuno ha mai detto questo neanche una volta in campagna elettorale, allora perché utilizzare un'argomentazione così scadente?

Il referendum sui TIR, se lo volevate fare, lo potevate fare, allora vedevamo se era il 10 percento favorevole alla chiusura del Monte Bianco ai Tir oppure forse una piccola percentuale in più, magari saremmo riusciti anche ad ottenere il 15 percento del 1996 su questo punto ...

Si può sempre riprovare, in Francia faranno i referendum ad agosto addirittura; se non andiamo in ferie, possiamo anche noi qui organizzare un referendum consultivo per vedere come la pensa l’elettorato.

Ho cercato poi di spiegare, ancora una volta qual è il filo logico che lega il discorso riapertura del tunnel e raddoppio.

Osservo qual è il modo di ragionare di quelli che ho definito per semplificare i componenti del partito dei TIR. Costoro cosa diranno? Diventa inevitabile: passano i TIR, anche se in condizioni di maggiori sicurezza, i TIR sono destinati ad aumentare - questo lo dicono tutti gli studi - e arriveremo a un certo punto in cui faremo il ragionamento: visto che aumentano i TIR, i sistemi di sicurezza all’interno di una sola canna non bastano più, facciamo una seconda canna.

Mi sembra un modo di ragionare che è già venuto fuori proprio da potenziali esponenti del futuro governo, i quali hanno fatto questo ragionamento che da quel punto di vista, che non è il mio, non fa una grinza.

Quello che io chiedo, se il Governo regionale è contro questa ipotesi, che si attrezzi, intanto la contesti, intanto dica che non è d’accordo in tutte le sedi, ma poi rifletta il Governo regionale se questa battaglia la giochiamo fra cinque o dieci anni oppure non la perdiamo già oggi dicendo sì ai TIR. È questo punto che io pongo.

Poi può darsi che noi siamo dei visionari che non abbiamo ancora capito come va il mondo, che queste cose ci siano solo nella nostra testa.

Io me lo auguro che siano soltanto delle visioni pessimistiche, ma temo che non sarà così e temo anche che sulla vostra invocata concretezza, Presidente, il tempo sarà galantuomo, insomma si vedrà cosa questa concretezza invocata porterà.

Per ora sappiamo che, sue dichiarazioni nello scorso Consiglio, questa concretezza secondo la sua stima porterà a una riduzione, tutta da dimostrare, dei TIR dal 6 al 10 percento, riduzione che ho ritenuto risibile, tanto che si è parlato di riapertura illimitata. Tutti gli organi di stampa hanno dato atto di questa cosa, cioè che si riapriva in maniera illimitata al transito dei TIR, non ho visto smentite, abbiamo capito tutti la stessa cosa.

Il Presidente e qui accetto la sfida della sua domanda finale, ci sarebbero altre questioni da affrontare, ma il tempo non me lo permette - mi dice: "È meglio il passaggio di due camion da 28 tonnellate o è meglio il passaggio di uno?" È meglio il passaggio di uno, Presidente, ma le cose non stanno così.

Questa è solo una domanda che voleva avere una sua efficacia retorica, ma in concreto le cose non stanno così perché noi abbiamo calcolato, dati alla mano, che i camion sotto le 28 tonnellate sono all’incirca un terzo del totale.

Rispondo quindi alla domanda con un’altra domanda: ma lei non crederà, Presidente, che il padroncino, che ha 10 camion da 40 tonnellate li ceda e compri 17 o 18 camion da 28 tonnellate per passare sotto il Monte Bianco con il doppio degli autisti, con il doppio del carburante?

Questo non esiste, il padroncino continuerà a prendere i suoi mezzi da 40 tonnellate perché trasporta di più e cercherà di passare altrove.

E il cercare di passare altrove può essere vista una cosa strana nell’ottica di una solidarietà fra i popoli alpini e questo è un discorso condivisibile - peraltro noto che questa Regione è solidale solo sui TIR perché su tutto il resto non ho mai visto alcuna solidarietà - però da qualche parte bisognerà pure cominciare a dire no ai TIR e secondo noi bisogna cominciare dal Monte Bianco per quello che rappresenta, perché è un sito che merita rispetto e tutela, quindi la nostra proposta, forte, è quella di iniziare, come gesto simbolico, da questa Regione a dire no al passaggio dei TIR di grosse dimensioni.