Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2033 del 6 giugno 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 2033/XI Situazione finanziaria della Società F.A.S.P.A. di Saint-Vincent. (Interrogazione)

Interrogazione Facendo riferimento alla Società F.A.S.P.A. che ha stipulato con Finaosta S.p.A un contratto di locazione per sei anni, a partire dal 1° maggio 1998, di una porzione dell’immobile ex Nuova Rock, sito in Saint-Vincent;

Avendo sentito di "difficoltà finanziarie" che interessano attualmente la Società F.A.S.P.A. e che farebbero pensare ad un'ipotesi di chiusura dell’azienda sita in Saint-Vincent;

Ritenendo che ogni ipotesi di chiusura avrebbe conseguenze negative sull’occupazione in Valle;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interroga

l’Assessore competente per sapere:

1) se è vero che la Società F.A.S.P.A di Saint-Vincent abbia problemi di carattere finanziario e se questi sono così gravi da comportare la chiusura dell’azienda;

2) quali saranno, in caso di chiusura, le ripercussioni sull’occupazione in media Valle;

3) se, e come, si opererà per ricercare aziende affidabili di cui si intende facilitare l’insediamento in Valle.

F.to: Squarzino Secondina - Beneforti

PrésidentLa parole à l’Assesseur à l’industrie, à l’artisanat et à l’énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)In merito alla prima questione posta nell'interrogazione, relativa alla situazione finanziaria, vorrei ricordare che la FASPA ha trasferito in Valle d’Aosta la propria sede legale e fiscale nel mese di febbraio 1998 e ha conseguentemente avviato la produzione in Valle.

L’attività iniziale dell’azienda era legata alla produzione di ricambistica Diesel e successivamente di particolari per veicoli industriali fino ad arrivare alla componentistica per computer e fotocopiatrici.

L’attività di stampaggio si è perfezionata fino a consentire l’ottenimento della certificazione di qualità ISO 9.200 nel 1997. La FASPA inoltre ha mantenuto anche una sede produttiva ad Alice Castello.

L’avviamento della produzione in Valle ha coinciso con l’investimento in macchinari per la formatura e la profilatura di pulegge in lamiera più leggere e più resistenti in grado di consentire una migliore trasmissione del moto, un investimento che mirava a far diventare l’azienda leader nella produzione europea di tali pulegge in sostituzione di quelle tradizionali trapezoidali.

L’uscita dal gruppo del socio che aveva seguito il progetto ha comportato l’accantonamento della produzione, nel frattempo l’affermazione sul mercato di pulegge in materiale plastico ha reso non più redditizio il progetto.

In questo modo la produzione dello stabilimento di Saint-Vincent è stata limitata al solo stampaggio di componenti che successivamente vengono date in lavorazione a terzi o rifinite in uno stabilimento di Alice Castello.

In ragione di quanto sopra l’azienda attraversa una delicata fase di tensione finanziaria sulla quale pesano ovviamente gli investimenti effettuati per la lavorazione mai avviata delle pulegge in lamiera. È all’esame da parte dei vertici aziendali la possibilità di un ingresso di nuovi soci con l’apporto del capitale necessario al superamento della fase critica.

Allo stato attuale non si hanno ancora indicazioni precise sull’andamento delle trattative che comunque potrebbero giungere alla conclusione entro la fine della prossima settimana. Questi sono informazioni aggiornate a ieri sera.

Solo a quel punto si potrà avere un'indicazione attendibile sul futuro dello stabilimento di Saint-Vincent che attualmente occupa una ventina di dipendenti.

Nell’ipotesi, che credo nessuno di noi si auguri, di una cessazione dell’attività da parte dell’azienda - e vengo alla seconda domanda - l’occupazione nella media Valle non dovrebbe risentirne in modo particolare anche perché allo stato attuale vi sono le condizioni per il riassorbimento dei lavoratori in altre realtà della media Valle oltre che in una società che potrebbe insediarsi al posto della FASPA.

A questo proposito va detto che rispetto allo stabilimento di Saint-Vincent la finanziaria regionale ha già ricevuto due richieste di nuovo insediamento.

Per quanto riguarda la terza domanda, la ricerca di aziende affidabili dimostra una buona attrattività locale testimoniata dalle diverse richieste di insediamento, soprattutto in località della media e bassa Valle che negli ultimi anni ha visto l’avviamento di diverse attività. Per quanto riguarda la valutazione delle proposte di insediamento industriale, queste sono svolte sia dall’Assessorato che da Finaosta, la valutazione ovviamente concerne aspetti economici, finanziari, produttivi, organizzativi e occupazionali del progetto di investimento.

Il progetto deve comunque in seguito confrontarsi con le dinamiche attinenti alla gestione dell’azienda e all’andamento del mercato, dinamiche che possono confermare la validità del progetto industriale o rendere necessaria una sua correzione.

Come precedentemente ricordato i vertici aziendali della FASPA sono in attesa delle determinazioni definitive in merito all’ingresso di nuovi soci e quindi al proseguimento o meno dell’attività produttiva, notizie che dovranno venire nei prossimi giorni.

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Nonostante il tono pacato e volutamente rassicurante dell’Assessore non sono così tranquilla rispetto alla situazione di questa azienda, nel senso che è un’azienda che dal mese di marzo non paga le sue lavoratrici.

È un’azienda che sarà partita anche molto bene nel 1998, ma già nel 1999 e quindi soltanto un anno dopo - lei questo non lo ha ricordato, glielo ricordo io – aveva su 54 dipendenti 47 in cassa integrazione.

Capisco che lei debba dare una visione rassicurante e serena dell’andamento delle industrie in Valle d’Aosta e in questa industria, però ci sono alcuni dati reali che lei non ha fornito e che sono altamente preoccupanti.

Ripeto, un’azienda che un anno dopo il suo insediamento aveva già messo in cassa integrazione la maggioranza dei suoi dipendenti credo che ponga alcune questioni. Un’azienda che oggi, giugno 2001, da marzo non paga, non i 54 dipendenti, ma le ultime 20 dipendenti che ha: tutto questo denota una situazione altamente negativa.

Non capisco bene a questo punto quali sono i motivi di tanta serenità e fiducia nel futuro. Lei prospetta due soluzioni: una, quella di un ingresso di nuovi soci. Può darsi che sia la situazione risolutiva, non lo so, ma sembra che nella storia di questa azienda ci sia già stata la presenza di soci con un bel progetto che poi non ha prodotto nulla.

L'altra riguarda nuovi insediamenti. Lei dice che ci sono già due richieste di nuovo insediamento che sono in corso di valutazione presso Finaosta; ricordo che anche questa azienda era stata valutata positivamente da Finaosta per cui mi permetta di esprimere le forti preoccupazioni delle maestranze.

Lei dice che queste possono facilmente trovare lavoro. Lei sa bene, Assessore, che in Valle c’è possibilità di lavoro, ma reinserire all’interno delle aziende una fascia lavorativa di donne non più giovanissime credo che sia altamente difficile tant’è vero che ci sono addirittura degli aiuti della Regione, in tal senso.

Ma in tal caso la possibilità lavorativa di una persona non è più fonte diretta di reddito, ma lo diventa solo a fronte di un aiuto da parte della Regione. Lei capisce che la soluzione che lei propone non è una soluzione redditizia né per le aziende né soprattutto per la Regione nel suo complesso.

Non solo, ma anche le sue affermazioni circa il fatto che c’è una buona attrattiva locale rispetto alle aziende, che il nostro territorio funge da polo attrattivo di aziende diventano discutibili se le aziende attratte sono del tipo della FASPA, che hanno fatto un contratto di locazione di sei anni e dopo quattro anni sono già in difficoltà e dopo cinque anni intendono chiudere, se sono attratte aziende che, come questa, dopo un anno di attività mette già in cassa integrazione il 90 percento dei suoi dipendenti.

Credo che dobbiamo avere serie preoccupazioni circa le capacità attrattive del nostro territorio.