Oggetto del Consiglio n. 2007 del 23 maggio 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2007/XI Problematiche concernenti l’attività chirurgica odontostomatologica in Valle d’Aosta. (Interrogazione)
Interrogazione A conoscenza che l’USL non ha ritenuto di procedere alla sostituzione del "Primario del Servizio di Odontoiatria e Chirurgia maxillo-facciale", in quanto l’attività chirurgica odontostomatologica può essere effettuata in forme ambulatoriali e non di ricovero;
A conoscenza, inoltre, che l’USL ritiene antieconomica la presenza di personale a tempo pieno nel suddetto servizio;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
la Giunta regionale e l’Assessore competente per sapere:
1) se, e come, da parte dell’USL è stata valutata l’incidenza della malattia odontoiatrica nella popolazione valdostana;
2) quanti sono i cittadini valdostani che vanno ad operarsi fuori Valle;
3) quanti sono i traumi maxillo-facciali (incidenti stradali, di montagna, eccetera) incorsi nella nostra Regione e trattati fuori in altre città e Regioni.
F.to: Beneforti
PrésidentLa parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV) Rispetto all’interrogazione sopra indicata, si evidenzia che la problematica è già stata oggetto di discussione in una precedente interrogazione presentata dal collega, in data 22 marzo 2001.
L’aspetto rilevante però è che i contenuti non sono stati ripresi in modo corretto. Nella seduta del Consiglio regionale del 4 aprile scorso, infatti, ho affermato che solo larga parte dell’attività chirurgica odontostomatologica, e quindi non tutta, può essere effettuata in forma ambulatoriale e non di ricovero. Riporto parte del mio intervento dove dico, testualmente, che "larga parte dell’attività chirurgica odontostomatologica può attualmente essere effettuata in forme ambulatoriali non di ricovero, quindi si stima che siano sufficienti per i bisogni della popolazione due sole sedute operatorie al mese, rendendo ridondante ed antieconomica in questa fase la presenza di personale specialistico dedicato a tempo pieno".
Per cui non ho parlato di tutta l’attività, ma di larga parte dell’attività. Di conseguenza, non è esatta l’affermazione riportata nell’interrogazione in oggetto, secondo la quale l’azienda non ha previsto la sostituzione del Primario, è più corretto tra l’altro chiamarlo "Direttore di struttura complessa del servizio di odontoiatria e chirurgia maxillofacciale", in quanto l’attività chirurgica può essere effettuata in forma ambulatoriale.
Rispetto al punto 1, si evidenzia che non esiste una malattia odontoiatrica. È opportuno specificare, quindi, cosa si vuole intendere con esattezza: se è la frequenza di ricorsi ad una struttura odontoiatrica, ciò non coincide necessariamente con un problema clinico. L’incidenza di malattia, ovvero la sua frequenza, può esprimersi a fronte di una definizione univoca di malattia espressa come diagnosi clinica, ad esempio: incidenza di tumori, di diabete, oppure incidenza di portatori di protesi d’anca nella popolazione, eccetera.
Secondo l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, il quoziente di visite per 1000 abitanti registra per la Valle d’Aosta un valore del 53,2 per mille, con un "range" sui valori nazionali che varia dal 22,7 della Campania al 76,9 della Provincia autonoma di Bolzano, Piemonte 58,4, Trento 52,4, Friuli Venezia Giulia 49,4. Il valore nazionale è di 45 visite, non malattie, odontoiatriche ogni 1000 abitanti, secondo i dati del 1999.
Rispetto ai punti 2 e 3, i dati riguardanti la fuga attualmente a disposizione dell’ufficio riguardano gli anni fino al 1999. Fornisco di seguito i dati concernenti i cittadini valdostani che si sono rivolti fuori Valle negli anni 1997-1998-1999. Nel 1997 sono state 57 le persone che si sono rivolte a strutture extraregione tutte per sottoporsi a intervento chirurgico. Nel 1998 sono 53 i Valdostani che si sono rivolti fuori Valle, di cui 48 sottoposti a intervento chirurgico. Infine, riguardo al 1999, sono 65 i cittadini valdostani che si sono rivolti fuori Valle, di cui 64 hanno subito un intervento chirurgico: 57 in Regione Piemonte, 6 in Lombardia e 1 in Sicilia. Tale mobilità ha interessato solo la Regione Piemonte.
Riguardo ai traumi maxillofacciali incorsi nella nostra regione e trattati fuori Valle, elenco i dati relativi agli anni 1997-1998-1999, che sono stati, rispettivamente: 11, 10 e 17. Dati, come si vede, molto limitati.
Questo è quanto chiedeva l’interpellanza, nella speranza che non mi si dica che non ho risposto compiutamente, perché, Consigliera Squarzino, lei non mi ha chiesto di presentare il piano di attività dell’Osservatorio epidemiologico, mi ha chiesto di dire cosa ha fatto.
Presidente? l’interpellante è il Consigliere Beneforti?
Vicquéry (UV) ? per correttezza, la correttezza deve essere reciproca? so già che il Consigliere Beneforti prepara antecedentemente le risposte alle interpellanze, quindi contesterà i dati che gli ho fornito.
Président La parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU) Vede, Assessore, non è che i dati che lei mi dà glieli contesto io! Glieli contestano gli odontoiatri, i quali, vista la risposta che mi era stata data a fine marzo all’interrogazione che avevo presentato, hanno detto che la situazione è ben diversa dalla risposta che era stata fatta pervenire all’Assessore dall’USL.
I dati raccolti dagli odontoiatri dimostrano la validità del mantenimento del servizio, non del mezzo servizio, come si vuol far rimanere, ambulatoriale, ma dimostrano la validità del servizio. Gli odontoiatri conoscono qual è l’incidenza della malattia più da vicino, credo, del sottoscritto e forse anche dell’Assessore, se non ce lo vengono a raccontare, perché credo a quello che gli odontoiatri hanno detto sulla malattia che oggi esiste in Valle. Anche quelli che vanno fuori Valle a spese loro non sono stati considerati nei numeri che l’Assessore ci ha dato, ma sia per i servizi dentistici come per la chirurgia maxillofacciale c’è tanta gente che va fuori Valle a proprie spese. Questa è una realtà.
Credo che gli odontoiatri non abbiano nessun interesse a mentire o a falsare i dati che sono stati forniti, per cui, Assessore, pur con tutte le attenuanti che ci possono essere, prima di eliminare un primariato occorrerebbe pensarci un momento. A parte questo, se il servizio era divenuto ridondante e antieconomico, perché si è atteso che il Primario andasse in pensione per trasformarlo in servizio ambulatoriale?
Se era antieconomico, si doveva avere il coraggio di dire: "i dati sono questi, c’è antieconomicità, si devono prendere dei provvedimenti". Ma non si aspetta che il Primario vada in pensione per chiudere il servizio! Si è ripetuta la stessa cosa con l’antitubercolare di via Guido Rey: si è aspettato che la persona andasse in pensione per chiudere un servizio. Quando si è nel giusto, non si dovrebbe aver timore di confrontarsi anche con i Primari!
Dato che lei, Assessore, ha richiamato la risposta all’interrogazione che avevo fatto a marzo, torno sull’argomento per chiedere come mai non sono state pubblicate le ore a dicembre 2000, quando si sapeva che il Primario sarebbe andato in pensione.
Le 30-34 ore sono state pubblicate la settimana successiva alla nostra interrogazione. Perché non sono state esperite tutte le procedure previste per gli incarichi a tempo determinato dal contratto di lavoro?
Perché si è voluto arrivare alla nomina di un odontoiatra chiamato dal Direttore sanitario dell’USL, perché prendesse servizio dall’indomani, senza neanche aver stabilito prima le ore che avrebbe dovuto fare nel servizio ambulatoriale?
Queste sono le procedure che si seguono nell’USL e io ritengo che queste procedure non siano corrette. Così non si fa l’interesse della collettività valdostana, perché molta gente deve uscire dalla Valle, e i dati che lei, Assessore, mi ha fornito relativamente al 1997-1998-1999 non sono quelli esatti, a parere degli odontoiatri.
Allora, caro Assessore, fate?
(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? ma quelli che vanno a pagamento per conto proprio, ma cosa viene a dire, Assessore! Lei mi interrompe sempre e quando le dico la verità si arrabbia!
Termino qui, Assessore; mi riservo di presentare qualche altra iniziativa.