Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1954 del 26 aprile 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1954/XI Problemi riscontratisi in occasione dei lavori di ristrutturazione della struttura ospedaliera e rispetto delle norme di sicurezza per i degenti. (Interrogazione)

Interrogazione Visto quanto è accaduto il 10 aprile u.s., nel reparto di ortopedia dell’Ospedale di Aosta;

Atteso che la caduta dal soffitto di calcinacci sul letto di una degente solo per un caso fortuito non si è tramutata in una tragedia;

Considerato che tale incidente è concomitante con i lavori in corso presso la struttura ospedaliera, e che questi sono solo una parte del programma decennale di interventi finalizzati alla ristrutturazione e all’ampliamento dell’Ospedale;

Ritenuto che anche per i lavori che vengono effettuati in strutture ospedaliere debbano essere rispettati tutti i requisiti previsti dalla legge per la sicurezza, anche nei confronti dei degenti, i quali non possono essere sottoposti a rischi di incidenti e a situazioni di alto inquinamento acustico;

Considerata l’entità degli interventi previsti nel programma decennale di ristrutturazione e di ampliamento dell’Ospedale e quindi dei numerosi cantieri aperti;

Tenuto conto che esiste una corrispondenza probabilistica tra il numero di giornate lavorative e il numero di incidenti che possono accadere;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l’Assessore competente per sapere:

1) quali sono state le cause della caduta del soffitto e quali provvedimenti sono stati presi;

2) se i reparti in cui si lavora e quelli adiacenti sono sottoposti a continuo monitoraggio per rilevare condizioni di inquinamento acustico e quali sono stati i risultati;

3) se sono state calcolate le giornate di lavoro complessive richieste dai molteplici e concomitanti cantieri attivati e da attivare, secondo il programma decennale dei lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale e, tenuto conto della incidenza media di incidenti, quanti possibili incidenti sono ipotizzabili.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz

PrésidentLa parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV)Per quanto riguarda il primo punto dell’interpellanza, do lettura di quanto comunicato dal Direttore generale dell’USL in data 13 aprile u.s..

Dice testualmente il Direttore:

"Si è verificato in data 10 aprile lo sfondamento di un elemento di solaio, che ha provocato la caduta di materiale nel sottostante locale di degenza del reparto di Ortopedia. Al piano soprastante sono in corso i noti lavori di ristrutturazione, di cui all’oggetto. Le stanze di degenza del reparto ortopedico sono state momentaneamente liberate, così da non compromettere i necessari livelli di sicurezza. I tecnici della nostra azienda si sono recati sul posto e hanno verificato che il cedimento è stato determinato dall’esecuzione di tracce nella caldana di cemento armato del piano secondo, in corrispondenza del nuovo servizio igienico.

Nei giorni precedenti, esattamente in data 16 marzo u.s., erano stati presi accordi diretti fra la Direzione lavori e la Direzione sanitaria ospedaliera.

Tali accordi definivano una sequenzialità della disponibilità dei locali, al fine di poter realizzare in sicurezza le demolizioni e le opere di distribuzione idraulica dei nuovi scarichi fognari. Nella corrispondenza intercorsa, autorizzata anche dal responsabile della unità budgetaria di Ortopedia, dott. Antonio Fiandaca, erano indicati i tempi e gli orari giornalieri destinati a tale attività. Sulla base di queste indicazioni sono state liberate tre stanze di degenza; la stanza n. 4, oggetto dell’intervento, rimaneva ancora disponibile all’attività sanitaria".

Con questa lettera del 16 marzo, firmata da tutti i diretti interessati, ovvero, il Direttore dei lavori, la Direzione sanitaria e il Primario di Ortopedia, si diceva testualmente:

"Si concorda in data odierna che le opere di demolizione da realizzarsi al piano secondo, ala nord-est, devono tassativamente svolgersi dal lunedì al sabato, limitatamente negli orari giornalieri dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, per un periodo di circa 10 giorni. Verrà collocata una sirena con pulsante esterno al cantiere, da azionare in caso di emergenza, e con tale segnale le demolizioni verranno sospese".

Come si vede, questo poi non è avvenuto.

"Evidentemente i tempi di esecuzione?" prosegue il Direttore dell’USL "? delle demolizioni eseguite sono stati diversi da quelli previsti e l’impresa ha operato difformemente rispetto ai progetti presentati e autorizzati. Evidentemente, nonostante una corretta impostazione del problema e l’accertata disponibilità dei sanitari a venire incontro alle esigenze del cantiere, è mancato un efficiente coordinamento da parte della Direzione dei lavori e la necessaria comunicazione sulle varie azioni degli impegni di lavoro precedentemente concordate".

Fine citazione della lettera.

Come si evince da quanto riportato nella nota appena letta, è evidente che la ditta ha violato gli accordi precedentemente stabiliti, intervenendo nel piano sovrastante in una zona non concordata, sopra la stanza n. 4 per intenderci: pertanto, non vi era stato lo sgombero preventivo della parte sottostante.

Preciso infatti che dalla corrispondenza inviatami, risultano essere stati presi dal Direttore dei lavori accordi con la Direzione sanitaria, successivi ancora, formalizzati con nota del 23 marzo 2001, in base ai quali si fissavano di nuovo sia gli orari dei possibili interventi, nonché le aree interessate.

Questo per permettere, come in precedenza evidenziato, lo sgombero dei locali sottostanti man mano che proseguivano i lavori di cui trattasi.

Oltre a quanto sopra riportato, si precisa che immediatamente dopo la caduta dei calcinacci nella stanza n. 4 sono stati immediatamente spostati i pazienti che erano ancora nel reparto, così come sono state spostate le attività sanitarie ivi presenti.

Il giorno successivo all’incidente vi è stato un incontro fra la Direzione aziendale dell’USL, la Direzione sanitaria, i funzionari dell’Assessorato al territorio, ambiente e opere pubbliche, i tecnici dell’USL, i tecnici dell’Assessorato alla sanità, la Direzione lavori e il rappresentante della ditta esecutrice dei lavori, durante il quale si sono decise le modalità tecniche per la bonifica di tutti i locali dell’ala nord est, insistenti sotto il cantiere in questione.

Detta bonifica consiste nella verifica puntuale delle strutture, degli intonaci, dei controsoffitti e degli elementi a vista, degli impianti tecnologici ed elettrici. L’ultimazione di questi lavori è prevista per questo fine settimana.

L’Assessorato al territorio, ambiente e opere pubbliche, nonché gli uffici tecnici dell’USL, stanno effettuando gli opportuni controlli e verifiche atti a stabilire le responsabilità ulteriori rispetto a quelle già sopra evidenziate, in quanto la ditta esecutrice e la Direzione lavori hanno valutazioni diverse in merito alle possibili cause dell’evento in esame.

Sempre il giorno successivo all’incidente, ho personalmente convocato nella mattinata del 12 u.s. una riunione a cui hanno partecipato il Direttore dei lavori, arch. Giacomo Galvani, il responsabile della ditta, sig. Tropiano Giuseppe, i tecnici dell’Assessorato ai lavori pubblici, ing. Blus e ing. Berthod, il Direttore sanitario, dott. Massimo Pesenti, durante la quale ho espresso le mie pesanti considerazioni sull’accaduto sia al Direttore lavori, sia al responsabile della ditta, e ho chiesto all’USL di relazionare in merito, invitando i tecnici dell’Assessorato ai lavori pubblici ad impartire le necessarie disposizioni e chiedere gli opportuni chiarimenti circa l’accaduto.

L’USL ha relazionato con la nota che vi ho letto, mentre il Direttore delle opere edili ha inviato in data 20 aprile 2001 al Direttore dei lavori e alla ditta Edilsud le note di cui vi do lettura.

Nota al Direttore dei lavori, arch. Galvani, a firma dell’ing. Cerise:

"Con riferimento alla riunione tenutasi presso l’Assessorato alla sanità in data 12 aprile, convocata a seguito di nuovi problemi verificatisi nel corso delle demolizioni relative ai lavori in oggetto, si rileva come l’impresa Edilsud, esecutrice delle opere, continui ad utilizzare modalità operative poco adatte ad eliminare i rischi e a ridurre al minimo indispensabile i disagi per l’utenza, considerato che i lavori stessi devono svolgersi per contratto in un ospedale in attività. Inoltre, in varie occasioni è stata evidenziata la necessità che tempi e modalità di esecuzione dei lavori di demolizione vengano programmati in stretto collegamento con le Direzioni sanitarie dell’USL e del Presidio ospedaliero, al fine di consentire il regolare svolgimento dell’attività ospedaliera. Si rammenta infine che la Direzione lavori comporta comunque alcune responsabilità in materia di sicurezza in base alla normativa previgente, legge 19 marzo 1990, n. 55.

In relazione a quanto sopra, si ritiene che da parte di codesta Direzione lavori debba essere posto in atto un controllo più severo e continuo sull’operato dell'impresa, impartendo con ordini di servizio le necessarie disposizioni in merito al rispetto degli accorgimenti e delle cautele previste dal capitolato speciale di appalto.

Tale assistenza assidua ai lavori, da effettuarsi direttamente o tramite un collaboratore avente le necessarie capacità professionali, risulta prevista dall’articolo 10 del disciplinare di incarico stipulato in data 30 settembre 1998, fra questa Amministrazione e codesto studio.

Si precisa al riguardo che, in caso di mancato adempimento di quanto sopra, questa Amministrazione potrà avvalersi della facoltà prevista dall’articolo 6 del sopraccitato disciplinare.

Si rimane pertanto in attesa di conoscere per iscritto entro il più breve tempo possibile, e comunque non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente, le modalità con le quali verranno espletati il controllo e l’assistenza di cui sopra, con l’eventuale nominativo della persona alla quale tale incarico è stato affidato, nonché i recapiti telefonici per una immediata reperibilità.

Codesta Direzione lavori dovrà infine controllare che l’impresa Edilsud presenti a questa Amministrazione un programma aggiornato per l’esecuzione dei lavori, corredato dall’aggiornamento del piano di sicurezza, con specificate tutte le misure che verranno adottate per ovviare ai problemi sin qui verificatisi".

La seconda lettera nella stessa data all’impresa Edilsud recita:

"Facendo seguito alla riunione tenutasi presso l’Assessorato alla sanità in data 12 aprile 2001, convocata in conseguenza al nuovo grave distacco di materiale in una camera ancora occupata da degenti, verificatosi nel corso delle demolizioni relative ai lavori in oggetto, si rileva come codesta impresa, malgrado le numerose sollecitazioni avute in precedenza, continui ad utilizzare modalità operative poco adatte ad eliminare i rischi e a ridurre al minimo indispensabile i disagi per l’utenza, considerato che i lavori stessi devono svolgersi contrattualmente in ospedale in attività e non in un edificio totalmente disabitato.

Nel ribadire che non possono essere accettati rischi di alcun tipo per i pazienti, il personale e i visitatori del Presidio ospedaliero, si precisa che le modalità operative per l’esecuzione dei lavori devono altresì garantire per contratto l’assoluta assenza di polvere nei reparti, di disordine nei corridoi di transito, nel disimpegni e nelle aree di cantiere, nonché la riduzione al minimo indispensabile di rumori, anche a scapito della velocità di esecuzione dei lavori.

Si fa presente che nel corso dei vari interventi effettuati in passato o in fase di esecuzione, non si sono mai verificati i disagi e gli inconvenienti provocati dal cantiere di cui si tratta e che il perdurare di tale situazione potrebbe portare al blocco dei lavori, con risoluzione del contratto in danno a codesta impresa.

In relazione a quanto sopra, si invita formalmente e per l’ultima volta codesta impresa a voler porre in atto tutti i provvedimenti necessari previsti dal capitolato speciale di appalto e dalla normativa vigente per l’eliminazione totale dei rischi e la riduzione al minimo indispensabile dei disagi nei confronti degli utenti dell’Ospedale, oltre ad adottare quelle norme elementari di buon senso che hanno permesso nel passato la realizzazione di svariati interventi di ammodernamento del presidio ospedaliero, senza arrecare particolari disagi all’attività dello stesso.

Si ribadisce inoltre la necessità che codesta impresa mantenga ordinate e pulite le aree di cantiere interne ed esterne.

Si richiede infine la presentazione presso l’Assessorato, da effettuarsi entro il più breve tempo possibile, e comunque non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente per il tramite della Direzione lavori, alla quale la stessa è inviata per conoscenza, di un programma dei lavori aggiornato con l’indicazione del termine di consegna del reparto, corredato da un aggiornamento del piano della sicurezza con specificate tutte le misure che codesta impresa intende adottare, per adempiere a quanto sopra richiesto, ai sensi dell’articolo 64 del capitolato speciale di appalto".

Rispetto alla seconda domanda posta, oltre al già citato protocollo di intervento che definiva le tempistiche dei lavori, è stato installato un avvisatore acustico con innesco esterno al cantiere, da azionarsi da parte degli operatori sanitari del reparto sottostante in caso di necessità di sospendere momentaneamente le lavorazioni che producono rumori durante le demolizioni, tali da superare i limiti di sopportabilità.

Inoltre si evidenzia che i reiterati ordini di servizio della Direzione lavori, nonché della Direzione sanitaria sono stati emanati per richiamare la ditta ad adottare tutte le cautele del caso, nonché i provvedimenti necessari al fine di rendere compatibili i lavori in atto con la coesistente attività sanitaria. Dette norme sono state altresì enunciate sul capitolato dei lavori.

Non è stato attivato un monitoraggio strumentale per rilevare le condizioni di inquinamento acustico, perché relativamente ai cantieri edili non è previsto dalla normativa che regolamenta l’inquinamento acustico, D.P.C.M. 1° marzo 1991, e legge n. 447/1995.

Relativamente al punto 3, la valutazione complessiva delle giornate lavorative nella realizzazione degli interventi presso il Presidio ospedaliero di viale Ginevra è stata svolta dai professionisti incaricati all’interno di ogni singola opera progettata successivamente all’entrata in vigore del decreto legislativo n. 494/1996 e successive modificazioni e integrazioni, in quanto dato necessario ai fini dell’analisi dei rischi, della pianificazione e dell’organizzazione delle fase lavorative e della redazione dei piani di sicurezza.

Non rispondo riguardo al numero degli incidenti ipotizzabili, perché è domanda assolutamente strumentale, per usare un termine eufemistico, ma mi pare utile sottolineare come nel corso dell'esecuzione dei diversi interventi sul Presidio ospedaliero, quali per esempio la ristrutturazione del Pronto soccorso, della Chirurgia vascolare, della Dialisi, la realizzazione della piastra, fino a giungere ai cantieri tuttora aperti, non sia mai avvenuto nessun incidente che abbia causato lesioni a persone, indipendentemente da quanto le statistiche (in genere si fa riferimento alle tabelle dell’INAIL) avrebbero già fatto supporre.

Per concludere, confermo che siamo in attesa delle risposte del Direttore dei lavori e dell'impresa, i quali dovranno dare delle garanzie di maggiore efficienza rispetto a quanto è avvenuto.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Intanto prendo atto che la situazione descritta oggi dall’Assessore è ben diversa dalla situazione così come era emersa dagli organi di informazione, dalla stampa, dalla tivù, e via dicendo, tant’è vero che l’Assessore ha avuto sicuramente modo di verificare che i pazienti presenti in quella stanza n. 4 hanno reagito, giustamente, rispetto alla situazione presentata.

Si legge infatti in una lettera inviata al giornale di sabato 21 aprile:

"In qualità di ricoverata del reparto di Traumatologia nel periodo in cui sono caduti i calcinacci desidero puntualizzare quanto segue: non è stato debitamente sottolineato il disagio sopportato nei giorni precedenti dai pazienti, costretti a letto a causa della loro patologia e quindi esposti ad un rumore continuo ed assordante; sono stati minimizzati sia il panico suscitato dall’incidente in donne anziane e sofferenti, sia il rischio effettivo corso dalle stesse e dalle infermiere, sia eventuali responsabilità nella Direzione dei lavori. Mi sono chiesta se in una situazione simile non sarebbe stato meglio chiudere preventivamente il reparto".

Ricordo che alla stampa era arrivata una comunicazione per dire che nessuno si era fatto male, il reparto era stato sgomberato, quindi tutto era a posto, anche se lo stesso architetto Lapi, quando gli è stato chiesto quali erano le cause dell’incidente, ha precisato che ci si trovava di fronte ad una struttura, non l’ha definita vecchia ma ne ha detto l’età, del 1940, quindi abbastanza vecchia, più di 60 anni, 60 anni abbondanti, non so se portati bene o male, questo saranno altri a dirlo! Ma poi non era prevedibile, aveva aggiunto.

E questo è molto grave: se non era prevedibile quello che è successo, vuol dire che fatti imprevedibili come quelli possono ancora succedere in tutti gli altri luoghi in cui sono presenti i cantieri!

Fra l’altro dalla risposta dell’Assessore vedo che la Direzione sanitaria, la Direzione dei lavori, l’Assessore stesso, hanno cercato di esaminare il problema nei suoi dati reali, e prendo atto che l’Assessore ha fatto delle osservazioni "pesanti" nei confronti delle responsabilità di chi doveva assolutamente vigilare perché questo non avvenisse.

È vero che si dice: "adesso si farà una verifica puntuale, adesso la Direzione dei lavori sarà più attenta, adesso si verificherà con le imprese che tutti i termini del capitolato siano rispettati", però, se fosse stato controllato punto per punto, questo non sarebbe successo! Ci voleva un incidente, perché si attivasse un po' di più l’attenzione su certe situazioni!

Ricordo poi la scelta che l’Assessore stesso e la Giunta?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? è inutile che lei dica "déjà entendu", certo, questo lo sa benissimo!

Dicevo, la scelta che l’Assessore, la Giunta, la maggioranza, questa maggioranza ha fatto, la scelta di non prendere neanche in considerazione l’ipotesi di un nuovo ospedale, ma di scartare questa ipotesi e di lavorare per risistemare, allargare, fare lavori nell’attuale struttura? questi sono i risultati, queste sono le conseguenze!

Dal 1988 ci sono e fino al 2020 ci saranno lavori in Ospedale: lei non può pensare che questo non avvenga senza un disagio reale degli utenti, che è quello che a noi interessa di più!

Rispetto poi alle altre domande, è chiaro che la mia è una domanda provocatoria, cioè quanti possibili incidenti sono ipotizzabili.

Ma è anche un modo per suggerire che d’ora innanzi, nei cartelli di comunicazione agli utenti, invece di scrivere soltanto "ci scusiamo per i disagi", si aggiunga "e per i possibili incidenti che vi possono accadere fino al 2020, fino a quando l’Ospedale non avrà finito di essere ristrutturato!".