Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1953 del 26 aprile 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1953/XI Inquinamento delle acque della Dora Baltea in Comune di Courmayeur. (Interrogazione)

Interrogazione Appreso che nell’alta Valdigne si è verificato un episodio di inquinamento della Dora Baltea: nel fiume è infatti finita della nafta, scaricata attraverso le fogne;

Osservato che tale evento dannoso è stato aggravato dal fatto che l’impianto fognario di Courmayeur è privo di depuratore;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

l’Assessore competente per sapere:

1) quali sono state le cause e quali le conseguenze dell’episodio di inquinamento da nafta prodottasi nella Dora Baltea, in Comune di Courmayeur;

2) se non sia possibile, nell’attesa che il comprensorio venga dotato del depuratore consortile, ipotizzare l’introduzione di altri sistemi depuranti, atti ad impedire l’inquinamento delle acque del fiume.

F.to: Curtaz

Président Nous avons eu communication que l’Assesseur Vallet est absent en raison d’une mission à Rome pour participer à l’Autorità di Bacino del fiume Po: l’assemblée justifie son absence.

La parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Per quanto concerne le cause che hanno provocato l’inquinamento da nafta nella Dora Baltea, rinvio a quanto contenuto nel rapporto informativo redatto dal personale della stazione forestale di Pré-Saint-Didier con nota del 15 aprile 2001, protocollo 434, lettera indirizzata al Sindaco del Comune di Courmayeur, all’Assessorato alla sanità, all’Assessorato istruzione e cultura, tutela del paesaggio, al Consorzio regionale della pesca e al Direttore del Corpo forestale valdostano.

Dice il rapporto a firma del brigadiere Zardo Maurizio:

"Con il presente rapporto si comunica agli enti in indirizzo quanto segue:

Il giorno 3 aprile gli scriventi notavano nelle acque del tratto di Dora Baltea, appena a monte della confluenza con il torrente Verrand, la presenza di numerose chiazze di olio combustibile, di tipo ecoflux denso, a basso tenore di zolfo. La quantità stimata di idrocarburo presente in alveo era dell’ordine del centinaio di litri. Nel giro di poche ore le macchie si sono dissolte, mentre le esalazioni gassose in prossimità dell’alveo sono perdurate più a lungo. La nafta proveniva dalla fognatura comunale individuata dal progressivo numerico 12 della cartografia del Comune di Courmayeur".

"A tale scopo sono allegate alcune foto".

"Tale scarico risulta attualmente autorizzato con deliberazione della Giunta regionale n. 2572 in data 7 giugno 1996 e da successivo rinnovo, emanato con provvedimento dirigenziale n. 2815 in data 25 maggio 2000, dall’Assessorato alla sanità. Lo scarico sopracitato, come la maggior parte di quelli del Comune di Courmayeur, non si è a conoscenza?" qui chiedo scusa ma è saltata una riga nella trasmissione del dato rispetto al testo originale, dunque continua la lettera:

"? non si è a conoscenza se a tale ramo delle fognature comunali siano state allacciate nuove utenze, senza il preventivo pretrattamento previsto dalla legge regionale n. 59/1982, così come riportato dall’autorizzazione del 7 giugno 1996 e successivo rinnovo. Lo stesso è stato già oggetto di nostre segnalazioni circa malfunzionamenti, segnalazione verbale al Comune di Courmayeur nel mese di febbraio 1996 e in seguito nostro protocollo n. 390 del 23 aprile 1997, alle quali hanno fatto seguito varie altre comunicazioni dal Comune di Courmayeur, prima fra tutte il protocollo 7237 in data 27 maggio 1996, nel quale si prevedeva la realizzazione di adeguata fossa asettica.

Per ciò che riguarda le cause dell’evento, si segnala che con tutta probabilità la causa è da attribuirsi alle operazioni di rifornimento di alcune cisterne interrate, a servizio di un albergo della zona centrale di Courmayeur. Le indagini di Polizia giudiziaria sono però ancora in corso, per accertare le esatte modalità di sversamento dell’idrocarburo nelle fogne comunali e da qui nelle acque della Dora Baltea. Si comunica che le tracce del passaggio dell’idrocarburo sono visibili in minima parte ancora adesso nella zona appena a valle dello sbocco della fognatura comunale.

Per opportuna conoscenza, si precisa che la zona è vincolata ai sensi degli articoli 139 e 146 del decreto legislativo n. 490/1999. Si inviano, in allegato, per il solo Assessorato alla sanità, quattro fotografie dello scarico fognario e delle chiazze di gasolio in alveo. Si precisa che le rilevanze penali scaturite dai fatti sopra esposti, sono state segnalate all’autorità giudiziaria competente direttamente dallo scrivente Comando di stazione".

Per quanto riguarda il secondo punto dell’interrogazione, si fa presente che in attuazione delle disposizioni vigenti prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 152/1999, legge 10 maggio 1976, n. 319, cosiddetta "legge Merli", la Regione ha imposto nell’ambito dell’autorizzazione regionale allo scarico delle acque reflue, non trattate dal collettore, della comunità montana della Valdigne, l’obbligo dell’adozione da parte di tutti i comuni interessati alla realizzazione dell’impianto di depurazione previsto a servizio del comprensorio della comunità stessa, di tutte le misure necessarie atte ad evitare aumenti dell’inquinamento.

A seguito di tale prescrizione, i comuni sono obbligati – e da accertamenti fatti questo viene regolarmente adempiuto – in fase di rilascio della licenza edilizia a nuovi insediamenti, che intendono allacciare i propri scarichi alle pubbliche fognature, a prescrivere la realizzazione di impianti di pretrattamento di reflui. Sottolineo che questo, ovviamente, riguarda il rilascio di licenza edilizia per nuovi insediamenti.

È opportuno comunque tenere presente che purtroppo lo scarico accidentale o abusivo di oli combustibili in quantità rilevanti, in relazione proprio alla particolarità del refluo, che non risulta essere miscelabile con le acque di scarico, non avrebbe consentito anche in presenza di un impianto di depurazione il trattamento dello stesso, e il problema si sarebbe purtroppo in ogni caso verificato. In altre occasioni, infatti, l’afflusso di oli combustibili ad impianti di depurazione ha provocato il blocco del processo di depurazione e la conseguente fuoriuscita del refluo non trattato.

Queste sono, allo stato, le informazioni che abbiamo: la nota è del 15 aprile, non abbiamo ulteriori indicazioni. Si tratta di tutta evidenza di un'attività non consentita, che rientra nell’ambito dell’attività di Polizia giudiziaria.

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Ringrazio l’Assessore per la risposta che mi ha fornito. Mi pare anche che il rapporto dei forestali fosse sufficientemente dettagliato, per poter affermare che si è trattato, almeno a prima vista, di un atto illecito, commesso da qualcuno poco corretto, diciamo così per usare un eufemismo.

Certo che se posso ritenermi formalmente soddisfatto della risposta dell’Assessore, rimane viva una preoccupazione. In questi tempi si sono verificati, proprio in alta Valle, tutta una serie di fatti che hanno prodotto inquinamento delle acque. Questo, che è oggetto della mia interrogazione, era il penultimo, l’ultimo sarà oggetto di una prossima interrogazione che discuteremo al prossimo Consiglio regionale.

Credo, e faccio appello in questo senso all’Assessore e alle Forze dell’Ordine preposte, che vengano intensificati i controlli, perché in una zona già a rischio per i noti problemi di assenza di un depuratore consortile, si sommano alcune negligenze veramente reiterate, gravi, che comportano frequenti problemi di inquinamento. Quindi chiedo a tutte le persone preposte che si faccia uno sforzo, per intensificare i controlli preventivi e per punire i responsabili di questi atti.