Oggetto del Consiglio n. 1925 del 4 aprile 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1925/XI Assegnazione dell’incarico del Primariato di Urologia presso l’Ospedale regionale. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso che:
- l’assegnazione dell’incarico del primariato di urologia presso l’Ospedale regionale è stata caratterizzata da un iter anomalo con procedure amministrative estremamente lunghe sia in fase di indizione del bando, sia in fase di espletamento del concorso, che sono indicativamente corrisposte al tempo di una legislatura, quella comunale effettuata in qualità di Sindaco dal futuro primario;
- il TAR della Valle d’Aosta, dopo aver annullato una prima delibera di nomina del Dott. Thiébat a "primario" dell’unità di urologia dell’Ospedale regionale, ha recentemente annullato anche la successiva deliberazione adottata dall’U.S.L. a conferma delle precedenti scelte già bocciate;
- entrambe le deliberazioni sono state annullate dal TAR per eccesso di potere e carenza di motivazioni;
Rilevato che sulla prima sentenza l’U.S.L. ha fatto ricorso al Consiglio di Stato;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore alla Sanità, Salute e Politiche Sociali per sapere:
1) se non ritenga che la reiterata bocciatura della deliberazione, di cui in premessa, per carenza di motivazioni, debba far supporre il sussistere di un'assenza sostanziale e non più soltanto lessicale di argomentazioni nella scelta reiterata dall’U.S.L.;
2) se non ritenga che l’ostinazione con cui l’U.S.L. sostiene le sue scelte sia frutto di una scelta politica piuttosto che di una serena valutazione tecnico-professionale;
3) se, invece, ritenendo valida la scelta dell’U.S.L., non ritenga che sussistono in capo ai vertici dell’azienda sanitaria responsabilità per l’incapacità di motivare correttamente tali atti e responsabilità per i danni derivanti dai maggiori costi.
F.to: Frassy - Lattanzi - Tibaldi
PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI)Assessore, l’argomento non è certo nuovo, nel senso che dell’Unità budgetaria di Urologia e delle vicende note di quel primariato questo Consiglio a più riprese ne ha discusso. Penso però che ci siano dei fatti nuovi che impongono delle riflessioni su tutto quello che è accaduto e su quello che accadrà o forse su quello che non accadrà o perlomeno che non accadrà rispetto a quelle che sono le aspettative dell’USL o di chi ha la responsabilità della gestione dell’USL in questo momento.
Nella nostra interpellanza ci soffermiamo non tanto su quello che è accaduto, ma ci soffermiamo su un’analisi di quello che è accaduto. Può sembrare un bisticcio di parole, ma riteniamo che non lo sia e cercheremo di spiegare nel dettaglio le affermazioni contenute in questa premessa.
La vicenda dell'Urologia è una vicenda che si trascina da tempo e possiamo quasi dire che a distanza di 18 anni questa vicenda ancora non ha trovato la sua parola "fine".
È una vicenda che nasce nel marzo 1982 quando l’Urologia aveva i requisiti per essere considerata unità a sé stante e aveva un suo primario, il decesso dell’allora primario porta a una serie di ripensamenti su quelle che erano le esigenze della struttura sanitaria, ripensamenti che in un primo momento fanno scomparire il Primariato dell'Urologia per farlo poi nuovamente venire alla luce nel maggio del 1997.
Dal maggio del 1997 ad oggi siamo ancora in attesa di capire come effettivamente si concretizzerà la gestione di questo reparto.
Noi diciamo che l’iter di questo concorso per l’assegnazione delle funzioni di primariato è stato anomalo; diciamo che le procedure amministrative sono state estremamente lunghe sia nella fase di indizione del bando in quanto, istituito nel maggio del 1997 nel piano sanitario regionale il Primariato di Urologia, si arriva soltanto nella fine del giugno 1998 a pubblicare il bando perché nel frattempo la procedura dei carichi funzionali, necessari diceva allora l’Assessore per arrivare a questa conclusione, non era stata effettuata con le tempistiche che ci saremmo aspettati forse un po' più celeri, perciò nel maggio 1997 è istituito nuovamente il primariato sulla carta, a fine giugno 1998 viene pubblicato il bando, altri sei mesi ancora devono passare per arrivare al 31 dicembre 1998 alla nomina della commissione.
Il 15 novembre 1999, un anno dopo la nomina della commissione, vengono approvati con delibera dell’USL gli atti della commissione di concorso e allora vediamo subito che questo iter è un iter molto lungo, un iter che noi con una battuta, che peraltro è anche una realtà, diciamo che indicativamente è lungo come il tempo corrispondente alla legislatura comunale che ha espletato quello che era sin da allora il candidato "in pectore" alle funzioni del primariato.
Dopodiché assistiamo a quella che è cronaca recentissima, a una prima delibera dell’amministrazione sanitaria che conferisce al Dr. Thiébat le funzioni di primariato, assistiamo al primo ricorso al TAR, assistiamo alla seconda delibera di incarico e all’ennesimo ricorso al TAR che annulla la seconda delibera.
Qual è la preoccupazione che esprimiamo, Assessore, in tutta questa vicenda?
La nostra preoccupazione è che si sia perso di vista quello che dovrebbe essere il fine ossia la piena funzionalità del reparto, la piena certezza nell’ambito della struttura dell’USL in base a quelle che devono essere valutazioni tecnico-professionali.
Ci preoccupa invece leggere che il Direttore generale dell’USL, a commento della seconda sentenza del TAR che accoglieva il ricorso del candidato escluso, testualmente dica: "Non procederemo a una nuova nomina?", nel senso che diceva prima che avrebbero dato semplicemente un interim al primario più volte nominato, "? perché non sapremmo come meglio motivare la delibera essendo a questo punto una questione di puro diritto tra l’amministrazione sanitaria e il TAR".
Ora le questioni di puro diritto dubito che possano intercorrere fra l’amministrazione sanitaria e il TAR; le questioni di diritto eventualmente le fa il TAR e basta.
La preoccupazione nostra però è che qui forse diventi più una questione di tipo politico che non una questione di tipo tecnico-professionale, anche perché tutte quelle che sono le tempistiche e le situazioni che hanno accompagnato questa vicenda sono passaggi politici e qui ne voglio richiamare alcuni.
La prima delibera dell’USL, quella del dicembre 1999, che viene poi bocciata dal TAR, motiva l’assegnazione del primariato su dei requisiti atti ad assicurare un maggiore equilibrio organizzativo e gestionale all’interno dell’Unità di Urologia tenendo presente che l’Unità di Urologia era stata gestita per cinque anni da chi è stato ritenuto evidentemente non in possesso di questi requisiti, il Dr. Pierini, mentre il Dr. Thiébat, che sappiamo ha fatto il Sindaco della città di Aosta per cinque anni, aveva i requisiti per assicurare un maggior equilibrio organizzativo.
Il TAR boccia questa delibera con questa stringata motivazione e l’USL articola in maggior profondità la motivazione in quanto il TAR aveva sostenuto che vi era una carenza di motivazione e un eccesso di potere.
Allora vorrei leggere i passaggi significativi di questa seconda deliberazione tenendo presente che la motivazione vale sulla valutazione dei curricula e sul colloquio in quanto i titoli erano equipollenti fra i due candidati.
La seconda delibera si incentra sull’aggiornamento professionale e sulla relativa continuità e poi ad un certo punto con un passaggio lessicale spericolato, quanto meno dal punto di vista della logica, dice:
"? A partire dalla fine del 1998 solo una ridotta percentuale di interventi qualificabili di alta e media chirurgia sono stati eseguiti personalmente dal Dr. Thiébat, mentre la maggior parte è stata effettuata dagli altri medici del reparto?", fra gli altri medici del reparto c’è ovviamente il candidato ritenuto non idoneo: il Dr. Pierini. "? Questo dato?" dice l’USL nella delibera "? a prima vista appare sfavorevole al candidato, ma al contrario invece denota un’ottima capacità di coinvolgimento dei collaboratori e una particolare attenzione per la formazione professionale degli stessi?". Il candidato a cui viene conferito l’incarico stava facendo il sindaco, però evidentemente aveva la capacità di coinvolgimento.
Nella delibera si fa riferimento all’aggiornamento professionale e relativa continuità. Voglio ricordare una delibera della Giunta del 1998 quando lei era già Assessore alla sanità, dove per un periodo di 18 mesi si ipotizzava il distacco del Dr. Thiébat dall’USL all’Assessorato come consulente dell’Assessore stesso.
Perché questa lunga premessa, Assessore? Serve ad arrivare ad argomentare le domande finali della nostra interpellanza. Abbiamo la sensazione che, a fronte di due pronunce del TAR, a fronte delle argomentazioni che ho cercato di documentare riassumendo i contenuti di quelle delibere, non si tratti più solo di un'assenza o di un'incapacità lessicale di argomentare, ma si tratti proprio di un'assenza sostanziale di argomentazioni stesse e questa preoccupazione, Assessore, la conferma il Direttore dell’USL quando dice: "? Non abbiamo più nulla da dire in quanto è una questione di puro diritto?".
Se così fosse, vorremmo capire qual è il pensiero dell’Assessore che questa vicenda la conosce molto da vicino anche perché la fase commissariale dell’USL ha fatto sì che l’Assessore si occupasse più di quanto non dovesse nell'ordinarietà delle situazioni dell’USL. Vorremmo sapere se l’Assessore non teme che l’ostinazione con cui l’USL procede con ricorso al Consiglio di Stato e con delibere reiterate non nasconda una scelta politica che non dovrebbe essere sicuramente di competenza di un organo tecnico.
Vorremmo anche capire se alla fine di questa vicenda, perché ci sarà una fine, dovessero essere confermate le attuali pronunce del TAR, se l’Assessore non ritenga che debba a quel punto aprirsi un procedimento di responsabilità per l’incapacità con cui l’amministrazione dell’USL ha condotto questa vicenda, responsabilità che ha riflessi ovviamente di tipo finanziario, di tipo funzionale e di immagine anche perché non vorremmo che soltanto su questioni minimali, mi riferisco alla sottostante saletta, ci siano i funzionari che debbano pagare quando dimenticano le norme sull'antincendio.
PresidenteLa parola all’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.
Vicquéry (UV)La prémisse de M. Frassy a été longue, la réponse sera synthétique et j’espère claire.
Si le premier arrêt du TAR a cassé la délibération n° 2.806/1999, faute de motivation, le second a précisé que cette désignation quoique motivée, n’a pas été suffisamment étayée par les nécessaires comparaisons entre les candidats.
C’est bien contre ce principe que l’USL a formé un recours devant le Conseil d’Etat car en aucun cas la législation en vigueur, article 15 ter du décret législatif n° 502/1992 modifié, n’envisage de procéder à des évaluations comparatives entre les deux candidats et laisse au Directeur général en dernier essor le choix de désigner le responsable pourvu que le jury d’examen juge celui-ci apte à l’exercice de ces fonctions. La "ratio" de la loi découle du rapport de confiance qui doit caractériser le rapport entre la Direction générale et le Chef de service qui va bien au-delà du système classique des concours.
Pour ce qui est de la deuxième question, il est donc tout à fait déplacé de vouloir mesurer cette seconde nomination selon une logique politique. Le rapport de confiance qui s’est instauré lors de la première nomination a été tout simplement renouvelé et renforcé par l’apport d’autres motivations à l’occasion de la deuxième nomination.
Pour ce qui est de la troisième question, j’estime qu’il n’y a pas de responsabilité à mettre en compte des dirigeants de l’USL compte tenu des raisons susmentionnées et du fait que la délibération a été entièrement rédigée par l’avocat de confiance de l’Agence USL.
Permettez-moi de dire en conclusion qu’il faut rappeler la chose la plus importante, c’est-à-dire l’Unité budgétaire d’Urologie fonctionne à nouveau très bien et c'est ça qui m’intéresse en tant que Responsable de la santé publique régionale et non pas les querelles politiques personnelles.
PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI)Assessore, siamo totalmente insoddisfatti della risposta che lei ci ha fornito.
Di più denunciamo la copertura politica che lei sta dando a questa vicenda perché la sua risposta denota ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come l’autonomia dell’azienda USL in Valle d’Aosta sia pressoché inesistente rispetto all’indirizzo politico dell’Assessorato della sanità.
Diciamo questo perché non ha assolutamente senso logico quello che lei sta dicendo perché contrasta con i dati che lei ha fornito al nostro gruppo e ad altri gruppi, ad esempio, sulla mobilità passiva inerente il Reparto di Urologia.
Io sono pieno di carte, non ho i dati, non voglio citare dei dati non esatti, ma lei sa benissimo, e noi sappiamo e ricordiamo, che i dati della mobilità passiva relativi all'Urologia sono paurosi perché la mobilità passiva dell’Urologia ha cifre che sono vicino al miliardo, se il mio ricordo non è sbagliato.
Allora questo picco di mobilità passiva dell’Urologia dimostra quanto meno che il rapporto fiduciario forse c’è fra lei e l’USL, tra lei e il primario incaricato, fra il primario incaricato e l’USL e un po' meno nei pazienti valdostani che sono sconcertati da una querelle politica che si sta combattendo su un terreno che non dovrebbe essere quello dello scontro politico.
Abbiamo appreso che per la proprietà transitiva la fiducia, così come lei l’ha motivata, che lei ha riposto nel Direttore generale dell’USL è la stessa fiducia che il Direttore generale dell’USL ripone in questa nomina. Lungi da noi, Assessore, voler sostituire la commissione di concorso, voler sostituire il TAR o voler dare giudizi su capacità professionali che non ci competono anzi, a scanso di equivoci e di polemiche giornalistiche, la professionalità di questi due medici non la mette in discussione chi parla, ma diventa ridicolo che l’USL faccia delle delibere motivando l’immotivabile, o ha delle motivazioni, altrimenti non può parlare di continuità quando il primario nominato per cinque anni è stato a fare il sindaco.
E non può dire che dal 1998 c’è stata una ridotta percentuale di interventi perché la risposta che lei ha fornito nel 1998 al collega Tibaldi quando intervenne su questo argomento, chiedendo come faceva il Sindaco di Aosta a operare nelle sale dell’Ospedale, la sua risposta, che sto cercando perché la vorrei leggere, era di questo tenore: che poteva accedere soltanto in via del tutto straordinaria e previa autorizzazione nelle sale operatorie. Allora dove sta la continuità? Siamo al punto che o lei ha detto il falso in quest’aula o l’USL ha detto il falso nelle delibere perché sono due documenti ufficiali che non sono coerenti fra di loro.
Sto sempre cercando quello che non trovo, approfitto del tempo per cercare, faccio una pausa perché penso che sia significativo capire.
Ecco: risposta a un'interrogazione del 31 gennaio 1998, risposta scritta perciò non c’è il fraintendimento della resocontazione. Lei trasmette ovviamente la risposta del Direttore generale, che allora era il Dott. Bragonzi e si dice: "? Può essere ammesso, previa domanda e fatti salvi i diritti e le prerogative del personale in servizio, a svolgere presso l’amministrazione di appartenenza, l’USL, prestazioni lavorative saltuarie, gratuite e senza alcun onere per l’amministrazione?".
Io non so se questi documenti siano agli atti del TAR e del contenzioso del Consiglio di Stato, ma qua o chi aveva la responsabilità e la sua fiducia rispondeva falsamente alle interrogazioni poste in aula oppure l’USL di oggi nei suoi vertici sta facendo delle affermazioni che non corrispondono alla realtà dei fatti.
Gradirei su questo punto avere delle precisazioni, altrimenti se la funzione nostra è quella di venire, porre delle domande e avere delle risposte inattendibili, penso che vada ripensato completamente il meccanismo del ruolo dell'opposizione nell’ambito della dialettica politica.