Oggetto del Consiglio n. 1903 del 21 marzo 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1903/XI Problemi legati alla chiusura degli impianti del comprensorio sciistico di Courmayeur e La Thuile per il rischio di caduta di valanghe. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che sabato 3 marzo, in seguito a una nevicata, è stata disposta la chiusura degli impianti del comprensorio sciistico di Courmayeur e di quello di La Thuile;
- che tale chiusura è stata disposta per il rischio di caduta di valanghe;
- che domenica 4 marzo e lunedì 5 marzo, malgrado sussistessero condizioni meteo e del manto nevoso peggiori rispetto a quelle del sabato precedente, gli impianti sono stati regolarmente aperti al pubblico;
- che l’impossibilità di fruizione delle piste ha suscitato le proteste degli sciatori, alle quali si sono aggiunte quelle di numerosi operatori turistici della zona, che hanno ritenuto ingiustificato tale provvedimento;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) qual è stato il livello di rischio registrato sabato 3 marzo sulle piste di sci e se era tale da giustificare il provvedimento di chiusura totale delle medesime;
2) se corrisponde al vero la notizia che ai turisti non è stato rimborsato il costo del biglietto di trasporto sugli impianti, nonostante la chiusura sia stata disposta sin dalla mattinata;
3) se non ritenga opportuno prevedere un adeguato sistema informativo che comunichi "in tempo reale", attraverso i moderni mezzi offerti dalla tecnologia (pannelli stradali, Internet, televideo et similia), ai potenziali turisti e agli operatori del settore il livello di fruibilità di una stazione alpina o di un comprensorio, onde evitare disagi come quelli verificatisi nello scorso fine settimana.
F.to: Tibaldi - Frassy
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)Do per letta l’interpellanza.
PrésidentLa parole à l’Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Lavoyer.
Lavoyer (SA)Rispetto al primo quesito dobbiamo dire che il livello del rischio valanghe sulle piste di sci sia per La Thuile che per Courmayeur, registrato sabato 3 marzo, era molto alto: si parla dal 4° al 5° della scala europea.
Le piste dei comprensori di La Thuile e di Courmayeur sono state chiuse, legittimamente; purtroppo anche le recenti tragiche vicende che hanno colpito sciatori, sportivi, maestri di sci in questo periodo fanno aumentare quella che dovrebbe già essere una grossa attenzione dal punto di vista della sicurezza. Le piste, quindi, erano state chiuse proprio per tutelare l’incolumità degli sciatori intanto in quanto il pericolo della caduta sulle piste in questo caso, facciamo riferimento a quanto è avvenuto il 3 marzo, si era improvvisamente accentuato a causa non solo delle precipitazioni nevose che potevano far fare una valutazione di questo tipo antecedentemente all’apertura della pista stessa, ma perché al mattino improvvisamente si è aggiunto un repentino aumento della temperatura. Dai dati che ci sono stati forniti c’è stato un aumento di circa 7 gradi in un’ora con un'intensificazione del fenomeno ventoso. Tale situazione ambientale non poteva essere prevista in anticipo, cioè questa sommata alle piogge e all'abbondante nevicata, all’accumulo del vento, al rialzo improvviso della temperatura non poteva essere preventivamente determinata, quindi era impossibile decidere di chiudere gli impianti e dare quelle informazioni che sono richieste dagli interpellanti.
Questo spiega la decisione assunta dalla società di chiudere i comprensori successivamente all'apertura degli impianti, quindi il comprensorio de La Thuile è stato chiuso alle 12,30 e quello di Courmayeur invece verso le 10,00 del mattino. A mio parere bene hanno fatto i responsabili delle piste a prendere questa decisione.
Per quanto attiene il secondo quesito, non corrisponde al vero la notizia del mancato rimborso dei giornalieri in quanto entrambe le società hanno provveduto, anche se in maniera diversa, a ristorare gli sciatori della giornata parzialmente o totalmente perduta. Per quanto attiene Courmayeur, si può parlare di una giornata totalmente persa dal punto di vista sciistico, mentre per La Thuile visto che la chiusura è stata fatta alle 12,30 possiamo definirla una giornata parzialmente persa.
La società Courmayeur Mont-Blanc ha infatti rimborsato interamente il costo del biglietto sia ai turisti che ai residenti, fra l’altro al momento della chiusura degli impianti erano pochissimi i biglietti venduti.
La società Funivie Piccolo San Bernardo ha invece disposto, anche al fine di evitare nuove code alle biglietterie perché eravamo a metà giornata e il domaine skiable era stracolmo di sciatori e dato che il numero dei biglietti venduti fino al momento della chiusura degli impianti era elevato, il rilascio di un biglietto omaggio da usufruire in qualsiasi momento della stagione presente o futura, quindi da ambedue le società con modalità diverse c’è stata perlomeno attenzione al problema. Se poi la cosa ha soddisfatto tutti, può darsi che ci siano degli sciatori che non possono usufruire successivamente del biglietto omaggio, però c’era una motivazione per questo tipo di scelta.
Relativamente al terzo quesito, la precisazione per cui non è stato possibile attivare un circuito di informazioni, non perché non ci sono gli strumenti, ma perché in quel momento al mattino era imprevedibile tutto questo concatenarsi di fattori che ha reso indispensabili tali decisioni, possiamo dire che queste stazioni in particolare sono in possesso, nell’ambito del proprio comprensorio, di un sistema informativo che comunica in tempo reale la situazione di agibilità degli impianti e delle piste. Tralasciamo Internet che a volte ha qualche piccolo problema di funzionamento, ma questo meccanismo già esiste; la motivazione per cui non si è attivato penso di averla abbondantemente spiegata anche perché sarebbe stato tutto interesse delle società prendere questa decisione prima di vendere i biglietti senza andare a creare tutta una situazione di disagio sia per la società che per i fruitori a seguito della decisione che è stata presa.
Si dà atto che, dalle ore 11,01, presiede il Vicepresidente Lattanzi.
Presidente La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (FI)Penso che sia scontata la premessa dove il gruppo consiliare di Forza Italia presentando questa interpellanza ribadisce e sottolinea l’importanza della sicurezza sulle piste di sci. Sicurezza che deve conciliarsi e con la responsabilità dei professionisti che lavorano per la fruizione delle piste di sci e con l’immagine di una Valle d’Aosta che ha, come più volte si tiene a precisare, una vocazione turistica.
Dico questo perché è bene non confondere questi piani ed è bene non strumentalizzare i recenti eventi di cronaca che sono purtroppo accaduti i quali hanno visto la morte di alcune persone e alle cui famiglie esprimiamo il nostro più profondo cordoglio. Questi episodi di cronaca non hanno nulla a che vedere con il fatto che si è verificato e che è stato segnalato in questa interpellanza. Ora mi spiego.
Abbiamo visto subito dopo quel sabato 3 marzo una serie di articoli di stampa piuttosto pesanti: "La Valdigne nella morsa delle valanghe", "Courmayeur chiusa per il rischio slavine, l’unica cosa efficace è bombardare la neve", "Incubo valanghe sulle piste" - questa è "Repubblica" che si è esercitata in un titolo estremamente allarmistico - e così via.
L’immagine della Valle d’Aosta che ne è uscita è quella di una Regione che non è fruibile da un punto di vista sciistico e questo stride con la politica di rilancio di una Regione come la nostra che nonostante la fase alluvionale rimane a vocazione turistica.
Ricordo che l’Assessore ha promosso in maniera equa e giusta il free day per poter attirare nuovamente i turisti in Valle d’Aosta.
Mi chiedo con quali criteri i nostri esperti, i nostri tecnici, i nostri professionisti che operano sulle piste, chiudono un intero comprensorio come quello di Courmayeur, la cittadina più importante dal punto di vista turistico della Valle d’Aosta.
L’Assessore risponde che in poche ore si è verificato un aumento di 7 gradi della temperatura oltre a una presenza di vento di un certo livello e, di conseguenza, l’incubo valanghe sulle piste è stato valutato come reale. Di fatto non si è verificato niente, meno male, però i giorni successivi, il 4 e il 5, le condizioni climatiche erano peggiori rispetto a quelle del giorno 3.
In quei giorni la temperatura è salita ancora di più e questo non lo dico io, lo dicono gli operatori turistici e i maestri di sci che lavorano in quel comprensorio e che lo hanno segnalato anche alle autorità competenti. È inammissibile che si chiuda tutto un comprensorio; se l’incubo valanghe sussiste, sussiste magari ai margini di questo comprensorio perché è presupposto naturale di un comprensorio il fatto che venga realizzato in un’area non soggetta a rischio valanghe. Sarebbe drammatico se il comprensorio dello Chécrouit fosse tutto soggetto a rischio valanghe; ci sembra quindi che queste decisioni siano state frettolose e abbiano creato scompiglio e disagio anche negli operatori turistici e negli stessi maestri di sci che ce lo hanno segnalato, disagio più che mai giustificato.
Bisogna distinguere fra la pista e il fuori pista; le ultime vicende di cronaca si sono realizzate fuori pista, a Pila abbiamo visto che chi percorreva un canalone fuori pista purtroppo è stato vittima di un incidente letale.
Bisogna quindi far entrare nella coscienza dei professionisti che lavorano sulle piste anche questo concetto di responsabilità perché accompagnano vite umane ad usufruire di comprensori e di luoghi ai margini della pista che possono rivelarsi pericolosi.
Ci pare che questo senso di responsabilità non sempre pervada le menti di certi professionisti e di questo dobbiamo fare adeguata segnalazione.
Bisogna poi distinguere il pericolo valanghe in senso generico dal pericolo valanghe sulle piste di sci, cosa che a Courmayeur non è stata fatta. La chiusura totale degli impianti sciistici a causa del pericolo valanghe ha creato un danno non indifferente alla cittadina.
Prendiamo atto, con soddisfazione, che perlomeno le società di gestione hanno ristorato gli utenti del prezzo del biglietto.
Prendiamo atto invece con minor soddisfazione del fatto che la tecnologia non venga utilizzata al meglio.
I moderni mezzi, tipo i pannelli stradali (ne abbiamo uno anche a Sarre) che sono costati e la cui gestione costa, potrebbero essere utilizzati per dirottare una parte della clientela su piste che vengono ritenute fruibili e non pericolose, cosa che in realtà non viene fatta. Si lascia ancora una volta il tutto all'improvvisazione che riteniamo essere di notevole danno per comprensori che dovrebbero essere gestiti con maggiore oculatezza e professionalità.
Vorrei sottolinearlo proprio alla luce di quella iniziativa che l’Assessore ha messo in piedi il 15 dicembre scorso per far sì che la Valle d’Aosta si riprendesse rapidamente e in maniera adeguata dalla tragedia dell’alluvione. Non possiamo permettere che conseguenze di questo tipo siano il frutto di una "mala gestio" inammissibile.