Oggetto del Consiglio n. 1902 del 21 marzo 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1902/XI Acquisizione da parte della Cogne Acciai Speciali di uno stabilimento siderurgico in Ungheria. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che, secondo recenti informazioni di stampa, la Cogne Acciai Speciali ha acquistato uno stabilimento siderurgico in Ungheria (Dissgyori Acelmuvek), ove lavorano attualmente circa 1650 addetti, a fronte di un esborso di poco superiore ai 30 miliardi e di un impegno in termini di investimenti di circa 40 miliardi;
- che sarebbe intenzione dell’acquirente trasformare tale insediamento in una fabbrica di acciai speciali inox o antiacidi, mantenendo i livelli occupazionali e impegnandosi a rispettare le norme ambientali;
- che il gruppo facente capo alla Cogne Acciai Speciali ha recentemente acquistato anche la società Novacciai in Piemonte;
- che la scorsa estate si profilava l’ipotesi (tramontata poco dopo) di acquisizione dello stabilimento francese Ugine Imphy, con un impegno finanziario per la Cogne Acciai Speciali di circa 700 miliardi;
- che l’assetto amministrativo e produttivo della fabbrica aostana è stato invece smembrato in più società, con il rischio di elusione dell’intesa siglata con la Regione nel 1993;
- che l’operazione ungherese consente a Cogne Acciai Speciali di spuntare costi di manodopera decisamente inferiori rispetto a quelli italiani nonché di riconquistare mercati (come quello americano) esclusi dal 1995-1996 a seguito dell’operazione antidumping promossa dagli USA;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) se è in grado di confermare l’avvenuta acquisizione dello stabilimento ungherese e se ha ricevuto comunicazione dalla proprietà della Cogne Acciai Speciali;
2) se non ritiene che questa politica "espansionistica" della Cogne Acciai Speciali possa essere il preludio di una contrazione o, peggio, di una dismissione dell’attività siderurgica in Valle d’Aosta;
3) quali elementi sono emersi dall’incontro con la proprietà della Cogne Acciai Speciali in merito al previsto aggiornamento dell’intesa del 1993.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)La Cogne si espande. Abbiamo appreso recentemente dagli organi di stampa che ha acquisito, rilevandolo da un fallimento, uno stabilimento siderurgico in Ungheria. La notizia è di un paio di settimane fa. L’esborso dell’imprenditore titolare della Cogne per l’acquisizione di questo stabilimento è di poco superiore ai 30 miliardi, ci sono già impegni in termini di investimenti per 40 miliardi, il rispetto dei livelli occupazionali (1.650 persone), il rispetto delle norme ambientali, e questo ci fa piacere poiché così non accade in Valle d’Aosta. Impegni che saranno sottoscritti entro la fine del mese.
La Cogne si espande anche più vicino, non solo in Ungheria, bensì in Piemonte, dove ha acquisito la società Novacciai, dove potenzia il reparto di finitura a freddo di Stabio.
Un quadro evolutivo positivo che non può che farci piacere, perché quando un’azienda si espande la notizia è da prendere con la massima soddisfazione.
Peccato che ad Aosta la situazione sia in leggera contraddizione, perché come ben sappiamo, dall’inizio dell’anno la Cogne si è smembrata in tre società. Sappiamo che i ritmi produttivi?, in particolare l’acciaieria funziona più solo il sabato e la domenica con due turni: 6.00-14.00, 14.00-22.00 e che le relazioni fra Regione e "management" di questo stabilimento sono piuttosto freddine, per non dire prossime allo zero.
Non dico che la Cogne debba comunicare anticipatamente alla Regione ogni iniziativa o scelta aziendale intenda praticare, sappiamo però che la Regione è stata di manica larga nei suoi confronti, di conseguenza dovrebbe avere perlomeno la decenza di un dialogo un po' più corretto e continuativo.
Alla luce di queste considerazioni e delle informazioni che abbiamo recentemente appreso in merito all'espansione in Ungheria era doverosa l’interpellanza che abbiamo sintetizzato in tre punti: se alla Giunta regionale e all'Assessore è stata data comunicazione di questa operazione oppure hanno appreso la notizia attraverso il laconico lancio ANSA e le notizie comparse sugli organi di stampa; se questa politica espansionistica, vista la situazione che si sta verificando nello stabilimento siderurgico aostano, può essere il preludio di una contrazione produttiva in Valle o di un decentramento verso l’Ungheria di determinate linee produttive o anche, nell’ipotesi peggiore, di una dismissione futura dell’attività siderurgica qui ad Aosta; quali sono gli elementi che dovrebbero essere emersi dalla rivisitazione di quel protocollo del 1993 fra la Cogne Acciai Speciali e la Regione, oggi superato dagli eventi e di cui il Consiglio regionale ha auspicato il 20 dicembre scorso un aggiornamento. Sono passati tre mesi, ci piacerebbe sapere se questo aggiornamento è stato stilato e ci sono novità in merito.
PrésidentLa parole à l’Assesseur à l’industrie, à l’artisanat et à l’énergie, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE)Rispetto alle questioni poste dall'interpellanza, innanzitutto per quanto riguarda l’approfondimento dell’acquisizione della società ungherese da parte della Meg, in questo caso, c’è stato un incontro fra il Presidente della Regione e il sottoscritto con l’Amministratore delegato della Cogne.
La Dam, questo è il nome dello stabilimento come viene citato nell'interpellanza, è un'azienda pubblica in liquidazione dagli inizi del 2000, risiede a Miskolc, a 150 chilometri da Budapest ed è la sede di un centro siderurgico che si è sviluppato nel periodo successivo al dopoguerra: si tratta quindi, di un'azienda di Stato che oggi viene privatizzata.
La Cogne ha fornito un'offerta più vantaggiosa rispetto ad altre aziende, una tedesca e una ungherese; per quanto riguarda il perfezionamento del contratto questo, secondo la legislazione ungherese, deve essere definito entro 30 giorni dopo l’aggiudicazione nella gara, aggiudicazione risalente al 6 marzo: di conseguenza la definizione dell'operazione dell’acquisizione avverrà entro il 5 aprile. In ogni caso questa verrà realizzata dalla Meg in quanto capogruppo e finanziaria del gruppo Marzorati.
Successivamente all’acquisizione della società verrà predisposto un piano di ristrutturazione dello stabilimento, ciò è quanto è uscito sui comunicati stampa rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali dei 1.600 addetti e degli investimenti avviati. Nell’incontro del 15 marzo ci è stato detto che questo non sta accadendo, nel senso che il piano deve essere ancora definito. Sicuramente il piano di ristrutturazione prevederà un forte taglio degli organici, anche perché uno stabilimento che produce circa 350 mila tonnellate di acciaio legato e impiega 1.600 addetti è, rispetto alla media della concorrenza a livello europeo, in una situazione un po' differente.
Lo stabilimento è caratterizzato da un ciclo produttivo con un’acciaieria elettrica, quattro laminatoi, due dei quali sono relativamente moderni per piatti e quadri e per vergella che sarebbe il tondo in rotolo, con delle dimensioni che sono differenti rispetto a quelle che ci sono alla Cogne; il laminatoio rotoli della Cogne parte da un diametro minimo di 5,5 millimetri, questo della Dam parte da un diametro superiore a 10 millimetri.
La sostanziale differenza fra i due stabilimenti è legata al fatto che, mentre la Cogne produce acciai inossidabili, questo stabilimento produce acciai legati da costruzione. Per capirci, gli acciai legati da costruzione sono acciai che valgono intorno alle 1.200-1.500 lire/kg contro le 3-4.000 lire/kg degli inossidabili e sono acciai che vengono utilizzati prevalentemente nel settore dell’auto.
Si tratta di due mondi diversi, ripeto, di due cicli produttivi diversi, questo è stato ribadito anche nella riunione con l’Amministratore delegato della Cogne, quindi con caratteristiche di mercato non sovrapponibili. Non è ipotizzabile quanto è scritto nell'interpellanza con riferimento al piano di espansione, che di fatto è più un piano di dismissioni che di espansione: infatti non è sostituibile questo stabilimento con quello di Aosta proprio perché hanno tipologie e cicli produttivi differenti: uno produce acciai inossidabili e l’altro acciai legati.
L’acquisizione di questo stabilimento, invece, rappresenta un completamento della gamma delle produzioni del gruppo Marzorati e della Cogne, in grado di offrire sul mercato un insieme di prodotti in acciaio inossidabile, in acciaio per utensili e in acciai legati da costruzione, nel senso che, se oggi la produzione delle aziende della Cogne è legata esclusivamente ad acciai inossidabili e ad acciai per utensili, in questo modo viene ampliata la gamma produttiva e questo è particolarmente interessante per infondere le fasce di mercato nei settori dell’auto e dei trasformatori intermedi.
Dall'acquisizione di questa azienda il "sistema Cogne", intendendo la Cogne di Aosta, le aziende del gruppo Marzorati in Svizzera che venivano citate (la Novametal, la Stainless Bar, le Ferriere di Stabio e la Novaacciai) viene a costituire un gruppo che può fatturare più di 1.000 miliardi; oggi questo raggruppamento fattura circa 750 miliardi, quindi si tratta di un potenziamento del gruppo stesso.
Non solo, l’acquisizione di questo stabilimento apre ai mercati dell’est la possibilità di commercializzare le produzioni del gruppo e, tenuto conto del fatto che ci sarà prossimamente l’ingresso nell’Unione europea dell’Ungheria, questo consente di "aprire" verso i mercati dell’Ucraina e della Romania.
Com’è nata l'operazione? È nata in modo casuale in quanto la conoscenza della Dam da parte della Cogne è avvenuta per esigenze legate alla necessità di laminazione dell’acciaio nella fase successiva alla alluvione dell'ottobre scorso (il laminatoio di Aosta è rimasto fermo per problemi legati all’alluvione).
È vero che dall’acquisizione di questo stabilimento nasce una opportunità. Oggi l’acciaieria di Aosta è sottoutilizzata perché ha una capacità produttiva superiore rispetto all’assorbimento dei laminatoi a valle per cui è ipotizzabile che quest’acquisizione porti un maggior utilizzo degli impianti dell’acciaieria proprio perché gli impianti di laminazione dello stabilimento Cogne sono al limite di saturazione.
Questa acquisizione consente anche di approvvigionare la Novacciai che produce prevalentemente acciai legati e non acciai inossidabili per un quantitativo pari a circa 40.000 tonnellate/annue.
Nella premessa all'interpellanza si ponevano alcune questioni riguardo alla possibilità di aggirare i problemi del "antidumping" che attualmente incombono sulla Cogne. Se è vero che vengono applicati dei dazi da parte del "antidumping" degli Stati Uniti nei confronti della CAS per i suoi trascorsi di azienda pubblica, possiamo immaginare che cosa analoga, se non maggiore, viene posta nei confronti di un'azienda di Stato perché tale è al momento l’azienda ungherese tenuto conto del fatto che già i prodotti che vengono lavorati nello stabilimento Dam sono soggetti a dazio da parte dell’Unione europea non facendo ancora, questo Paese, parte integrante dell’Unione europea.
Per quanto riguarda, quindi, questa situazione, credo che la stessa vada seguita con attenzione: l’incontro che è stato fatto con l’azienda non è un incontro conclusivo, ma dimostra come il gruppo Marzorati abbia una capacità di risposta sul mercato consistente.
Per quanto riguarda i dati dello stabilimento di Aosta, le previsioni che vengono fatte per la chiusura del bilancio del 2000 sono positive nonostante l’incendio e l’alluvione verificatisi.
Per quanto riguarda l’aggiornamento dell'intesa del 1993, non posso che ribadire quanto detto nella seduta del 7 marzo in risposta all'interpellanza del Consigliere Beneforti ovvero che, rispetto a quel tipo di impegno assunto dal Consiglio regionale di andare ad un aggiornamento del protocollo del 1993, è stato attivato un tavolo tecnico che sta affrontando le questioni legate alle strategie aziendali, i problemi legati alle acquisizioni, agli investimenti, all'occupazione, alla formazione professionale ed i problemi legati alla gestione dell’area industriale. Penso alla questione del raccordo ferroviario e del canale Paravera che sono alcuni dei problemi da risolvere, alla questione importante dei costi energetici e alla questione relativa all'implementazione di servizi che possono essere utili anche ad altre imprese valdostane.
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)La sua risposta, Assessore, è importante perché rimane agli atti. Quello che ha detto oggi rimarrà scritto nero su bianco e potremo quanto prima verificarlo con quello che sarà l’evolversi degli eventi nei prossimi mesi.
Se si tratterà di una nuova primavera siderurgica lo vedremo, come viceversa vedremo se così non si verificherà.
Mi sento di fare alcune osservazioni su quanto lei ci ha detto oggi perché sono necessarie.
Il fatto che la Cogne si espanda in Ungheria perché ha necessità di ampliare la gamma produttiva e di conseguenza di potenziare la fase di laminazione dell’acciaio mi sembra strida con il sottoutilizzo dello stabilimento aostano che peraltro anche lei ha evidenziato. Lo stabilimento aostano ha una capacità produttiva a regime decisamente superiore che in questa fase l'imprenditore non sembra stia utilizzando. Anzi, abbiamo verificato che gli orientamenti dell’imprenditore sono al di fuori della Valle: Stabio, Ungheria. La scorsa estate si parlava anche della possibilità di un accordo con l’Ugine ma, prevedendo quest’ultimo un impegno finanziario di ben 35 volte superiore a quello della Dam, oculatamente si è orientato verso est piuttosto che verso ovest. Dalle affermazioni che lei ci ha rilasciato non pare che questa necessità sia confermata dagli eventi, anzi l’acciaieria aostana è estremamente sottoutilizzata.
C’è da sottolineare un altro fatto: è vero che c’è la possibilità di un taglio di organico in Ungheria, ma è altrettanto vero che la manodopera ungherese costa meno della metà di quella italiana ed è altrettanto vero che l’imprenditore può avere una notevole convenienza a sviluppare determinate produzioni in Ungheria piuttosto che in Valle d’Aosta.
Per quanto riguarda l’operazione "antidumping" promossa dagli Stati Uniti nei confronti degli acciai prodotti da Cogne, l’Ungheria in quanto Paese extracomunitario può rappresentare un luogo di ripristino del commercio con gli Stati Uniti, evitando i dazi gravosi applicati in questi anni. Potrebbe essere proprio quello il luogo di rilancio del commercio con gli Stati Uniti da parte dello stabilimento aostano.
Quanto all’incontro che si è consumato fra il Presidente della Giunta e l’Assessore da una parte e la proprietà della Cogne dall’altra, ci pare di capire che, al di là di una parafrasi più approfondita degli articoli di stampa, altro non ci sia.
Attendiamo con attenzione l’epilogo di questo tavolo tecnico di lavoro che deve riaggiornare e rivisitare il protocollo di intesa del 1993 perché ad oggi non ci sono novità sostanziali.