Oggetto del Consiglio n. 1837 del 7 febbraio 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1837/XI Concentrazione fuori Valle delle sedi decisionali, amministrative e gestionali della Telecom Italia S.p.A.. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che Telecom Italia S.p.A. ha annullato il distretto valdostano, concentrando su Torino e su Milano le sedi decisionali nonché la maggioranza dei servizi amministrativi, gestionali e di indirizzo;
- che sino alla scorsa estate era presente in Valle d’Aosta una direzione locale con una propria struttura operativa, con piena conoscenza del territorio e in grado di rispondere sollecitamente alle esigenze di servizio con personale estremamente preparato;
- che oggi anche gli interventi di manutenzione sul territorio sono curati e programmati da una struttura eporediese;
- che la Regione Valle d’Aosta ha effettuato, negli anni scorsi, massicci investimenti (circa 5,5 miliardi) nell’ambito del Progetto Valle d’Aosta Cablata, con indubbi benefici a vantaggio dell’allora unico gestore telefonico (allora SIP, ora Telecom Italia);
- che recentemente la Telecom Italia ha dismesso circa 350 impianti di telefonia pubblica, riducendo un servizio particolarmente importante soprattutto nelle località turistiche e nelle frazioni di montagna più isolate;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) come giudica questo progressivo disinteresse della Telecom Italia nei confronti della Valle d’Aosta, nonostante l’intervento pubblico di cui in Premessa, e se non ritenga necessario sollecitare i vertici di tale azienda onde evitare questo incomprensibile smantellamento;
2) se a questo abbandono d’interesse da parte di Telecom Italia corrisponde un’attenzione dell’ente pubblico nei confronti di altri gestori delle telecomunicazioni.
F.to: Tibaldi - Lattanzi - Frassy
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)L’interpellanza prende spunto da una serie di situazioni che si stanno verificando nella nostra Regione e che riguardano la Telecom Italia, che fino a qualche tempo fa godeva di una situazione di monopolio e che ora, con la liberalizzazione del mercato, rimane una società con una posizione dominante. In Valle d’Aosta la Telecom ha nel corso di questi anni ha consolidato una rete, ha accumulato un numero di utenze, ha creato anche un indotto di un certo rilievo. Ultimamente si stanno registrando però episodi e fatti che testimoniano il disimpegno di questo ente rispetto alla Regione Valle d’Aosta.
In cosa si sostanzia il disimpegno? La Valle d’Aosta è stata completamente assemblata al compartimento piemontese, non esiste più la direzione, non esiste un referente, non esistono gruppi di manutenzione propri, c’è stata una riduzione drastica degli investimenti; riduzione che peraltro è stata anche segnalata in una recente conferenza organizzata dai sindacati e dagli stessi dipendenti dell’Alpitel, una delle aziende penalizzate da questo fenomeno.
Durante la scorsa seduta il Consiglio regionale approvò una risoluzione per chiedere chiarimenti sulla situazione di un settore, quello della telefonia, e in particolare su Telecom che sta progressivamente abbandonando il proprio interesse nei confronti della Valle d’Aosta.
È vero che Colaninno ha altri orizzonti, è vero che guarda con maggiore interesse alle telecomunicazioni, è vero che chiede soldi agli azionisti per cercare di scalare il controllo di una rete RAI qualora venga privatizzata, almeno questa è una notizia dell’ultima ora. È altresì vero che la Valle d’Aosta non può rimanere a guardare inerme di fronte a questo disinteresse che ha ripercussioni non solo dal punto di vista occupazionale, ma anche dal punto di vista del servizio all’utenza.
Con questa interpellanza vogliamo sapere cosa sta succedendo e cosa ha intenzione di fare la Giunta regionale in merito. Sappiamo, e lo abbiamo segnalato come dato nelle premesse, che una congrua parte degli impianti di telefonia pubblica, quelli ubicati nei pubblici servizi, cioè i classici telefoni a gettone o a scheda, sarebbero stati smantellati e in una misura tutt’altro che indifferente: circa 350 sarebbero gli impianti che in questi ultimi mesi sarebbero stati dismessi.
C’è inoltre da dire che la manutenzione viene affidata secondo criteri che, condivisibili o meno, devono rispondere ad esigenze dell'utenza; esigenze che sono sempre state salvaguardate dalla nostra Regione fin quando l’ente era monopolista e ricordo a seguito di un'interrogazione che abbiamo presentato noi lo scorso autunno relativa al "Progetto Valle d’Aosta cablata", risalente ai primi anni ’90, l’allora Sip, poi Telecom, fece l’ultimo investimento di una certa entità, ma lo fece anche perché il 34,5 percento del costo di questo investimento venne sopportato dalla Regione Valle d’Aosta.
Allora questo grande amore che esisteva fra Sip prima e Telecom poi all’inizio degli anni ’90 con l'Amministrazione regionale ora sembra essere diventato un rapporto piuttosto freddino. È vero, è cambiato l’azionista di riferimento, però è cambiata completamente la strategia operativa di Telecom in Valle d'Aosta.
Alla luce di queste brevi considerazioni è bene sapere quali sono le intenzioni della Regione, se intende continuare a guardare passivamente questo fenomeno, ma innanzitutto quali sono i giudizi che esprime sul progressivo disinteresse della Telecom e poi se a questo disinteresse corrisponde un sollecito da parte dell’Amministrazione regionale nei confronti dei vertici di questa azienda affinché si chiariscano le linee aziendali per quanto concerne la Valle. E ancora se a questo abbandono di interesse, visto che siamo in un mercato libero, corrisponde magari l'attenzione di altri soggetti del mercato della telefonia.
Può darsi che la Regione abbia proprio orientato la sua attenzione verso altri soggetti. Mi riservo una replica dopo la risposta da parte della Giunta.
PrésidentLa parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV)Je pourrais affirmer: "Dura lex, sed lex". Notre collègue Tibaldi a exposé les conséquences de la libéralisation du marché, ainsi l’a-t-il définie, mais il s’est bien gardé d’ajouter que c’était aussi une conséquence de la privatisation de la société, peut-être parce que cette privatisation rappelle trop de près l’Enel et la destinée que l’Enel aussi aurait au Val d’Aoste si la Région n’était pas intervenue.
Et donc je me permets de souligner que si d’un côté l’on est partisan d’une privatisation et l’on critique l’intervention de la Région, qui agira avec les règles du droit privé, d’autre part l’on se plaint car il n’y a pas de réglementation. Si les pouvoirs publics ne manifestent guère d'attentions nous nous rendons compte que la privatisation dans les services publics entraîne forcément des conséquences négatives car il n’y a plus la sensibilité des collectivités publiques et nous savons - "Dura lex sed lex" - que la loi du marché est une loi sur laquelle il est plus difficile d’intervenir.
Le secteur des télécommunications est probablement celui qui a connu les plus profondes mutations au cours des dernières années tant du point de vue de la technologie que du point de vue du marché et des opérateurs; comme dans d’autres secteurs nous avons assisté à la libéralisation du marché et à la privatisation de l’ancienne société monopole d’Etat. Cette évolution a entraîné des changements et le cadre opérationnel n’est plus celui auquel nous étions habitués.
L'époque des grandes entreprises d’Etat est finie, quand les objectifs n’avaient souvent pas grand-chose à voir avec le concept et avec les principes de l’économie du marché, à savoir ceux de la rentabilité et de la productivité.
C’est ainsi que Télécom a amorcé des processus de réorganisation afin d’améliorer sa position sur un marché ouvert à la concurrence et à l’innovation.
Il ne nous appartient donc pas, comme les signataires de l’interpellation le demandent, de juger des choix opérés par cette entreprise quant à l’emplacement de ces centres décisionnels, administratifs et gestionnaires, mais bien de vérifier la portée de ces choix sur la Vallée d’Aoste en termes d’emplois dans ce secteur et de qualité des services fournis à la population valdôtaine.
Voilà pourquoi nous avons en tout cas noué des contacts avec les organisations syndicales concernées ainsi qu’avec l’entreprise. L’assesseur Ferraris a participé au nom du Gouvernement à l’Assemblée des travailleurs d'Alpitel et nous voulons poursuivre cette démarche, précisément pour surveiller les retombées de la transformation de Télécom sur la Vallée d’Aoste, sans perdre de vue le fait qu’il existe néanmoins un certain nombre d’éléments que je qualifierais d’incontournables.
N’oublions pas en effet que Télécom est désormais une société par actions en concurrence avec des nouveaux opérateurs des télécommunications très actifs, une société qui doit rationaliser ses coûts de production et améliorer la rentabilité de ses produits.
Par ailleurs il est indéniable que le marché valdôtain n’est pas particulièrement attrayant de ce point de vue, compte tenu de son étendue et de la dispersion des usagers sur le territoire.
En ce qui nous concerne, nous avons plusieurs contrats et je peux les citer. Nous venons de signer un contrat "Business voice evolution" pour ce qui est de l’Administration régionale avec Télécom, contrat qui nous permet de bénéficier de prix avantageux et d’avoir une réduction des coûts de dépenses téléphoniques de 1,5 milliards par an. Par contre, pour ce qui est d’Internet, nous avons un contrat, parce que c’était le plus avantageux, avec Infostrada. Pour ce qui est d’Omnitel, nous avons avec eux un contrat pour la téléphonie mobile, dénommé "New run 2000", mais là également c’est un contrat qui est en discussion car nous savons que, lors d’un appel d’offres Consip, c’est Wind qui a présenté la meilleure offre. Cela pour dire que nous suivons, nous aussi, l’évolution du marché.
D’autre part, il y a lieu de tenir compte de l’évolution constante du secteur des télécommunications et surtout des habitudes des consommateurs. S’il est vrai que bien des téléphones publics ont été désaffectés, et M. Tibaldi le rappelait, car le nombre d’appels par an n’atteignait plus le seuil au-delà duquel la couverture des coûts d’entretien et de fonctionnement est garantie, il n’en est pas moins vrai que l’utilisation des téléphones portables est montée en flèche, toutes couches d’âges et classes sociales confondues.
Ainsi à notre avis la véritable question semble-t-elle être la suivante: afin d’assurer la diffusion sur l’ensemble du territoire d’un service essentiel, faut-il faire en sorte que des téléphones publics soient installés ou réinstallés partout et à n’importe quelle condition, sans que l'on ait à se demander qui en payera la facture ou plutôt que notre Région soit entièrement couverte par le réseau de radiotéléphonie mobile? Le même problème s’est posé et nous avons à cet égard aussi pris contact avec Télécom pour les postes de téléphone dans les refuges alpins. Là nous avons trouvé une solution avec l’Association valdôtaine des refuges alpins, une solution susceptible de concilier les différentes exigences.
Or, de toute évidence, nous sommes disposés, comme d’ailleurs nous l’avons toujours été, à prendre en considération de concert avec toutes les parties en cause les mesures nécessaires pour atteindre deux objectifs qui nous paraissent fondamentaux: maintenir sur le territoire de la Région un service téléphonique de qualité et sauvegarder les emplois de ce secteur.
Nous pourrions également envisager, sans que cela puisse déboucher sur le transfert de Télécom à la charge de l’Administration régionale, les initiatives susceptibles d’entraîner des investissements supplémentaires en Vallée d’Aoste dans le secteur des nouvelles technologies des télécommunications, secteur où Télécom joue sans doute un rôle important en tant que propriétaire de l’infrastructure implantée sur tout le territoire italien. Et ce, sans pour autant oublier les autres opérateurs des services des télécommunications qui sont présents sur le marché, opérateurs que d’ailleurs l’Administration régionale utilise déjà (pour la téléphonie mobile Omnitel et pour le service Internet Infostrada).
C’est précisément dans ce contexte que s'insère l’action menée et par le Département du système d’information de la Présidence du Gouvernement et par Finaosta, aux fins du développement de la société de l’information en Vallée d’Aoste. Il s’agit d’une action concernant tous les différents aspects de celle-ci, le réseau d’infrastructures, le capital humain, les entreprises, les citoyens et la fonction publique et dans le cadre de cette initiative l’on pourra envisager les mesures nécessaires pour soutenir ce secteur et atteindre ces deux objectifs auxquels je faisais référence et notamment sauvegarder les emplois.
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)Vede, Presidente, la Telecom è una società oggi controllata da un privato che però gestisce un servizio pubblico e affermare sulla base di questa definizione, provocatoriamente, che o la Regione acquista anche il comparto telefonico oppure questi sono gli effetti della liberalizzazione e della privatizzazione, mi sembra un eccesso.
Trattandosi di servizio pubblico, quindi di un servizio che è rivolto a una collettività, a un numero indefinito di utenti, è opportuno che l’ente pubblico territoriale che governa questa comunità abbia quel minimo di sensibilità affinché, anche se è un soggetto privato che lo gestisce, questo servizio deve essere effettuato secondo criteri di qualità e di efficienza completa. Il suo ragionamento sulla liberalizzazione e sulla privatizzazione, mi dispiace dirlo, non può trovare alcuna logica motivazione in questo argomento. E perché non la trova? Perché mutuiamo anche da altre argomentazioni che lei, Presidente, o i suoi Assessori, avete più volte sostenuto in quest’aula.
Parliamo di montagna, parliamo di orografia difficile della Valle d’Aosta, parliamo di rischio di spopolamento di questa montagna anche perché, oltre a mancare le vocazioni agricole, mancano i servizi.
Il servizio postale è un problema che abbiamo sollevato più volte in quest’aula, c’è il rischio di chiusura dei piccoli uffici di montagna, ma anche servizi come la telefonia, quindi anche le cabine telefoniche o i posti pubblici telefonici presso esercizi pubblici svolgono una funzione sociale oltre che turistica, poiché i turisti stranieri spesso utilizzano più le cabine telefoniche che non gli apparecchi cellulari.
Credo che la soluzione non stia o da una parte o dall’altra, ma stia nel mezzo.
La Regione Valle d’Aosta, a fronte del ruolo che deve svolgere e che ha svolto anche in passato con investimenti cospicui, oggi non può non interessarsi a questo problema.
Dalla risposta del Presidente abbiamo preso atto che c’è un interessamento e ciò ci fa piacere, anzi sarà nostra cura tenersi aggiornati su come evolve questo interessamento oggi manifestato.
Quello che possiamo dire, quindi, è che abbiamo verificato che questo disimpegno è preoccupante; tale disimpegno riguarda non solo gli occupati, ma anche l’utenza, e pertanto invitiamo la Giunta, i suoi organi e il suo Presidente ad essere adeguatamente solleciti nei confronti dell’ente Telecom.