Oggetto del Consiglio n. 1823 del 7 febbraio 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1823/XI Verifica delle condizioni per l’efficacia delle operazioni previste dall’articolo 11 dell’accordo-quadro tra Regione, ENEL e Finaosta. (Interrogazione)
Interrogazione Premesso:
- che l’accordo-quadro tra Enel S.p.A., da una parte, e Regione Autonoma Valle d’Aosta e Finaosta S.p.A., dall’altra, relativo alla cessione del comparto elettrico valdostano prevede che l’efficacia dell’operazione sia sospesa fino a che non si verificano determinate condizioni, le quali sono puntualmente indicate nell’articolo 11 del documento;
- che tra le circostanze sospensive figura anche il rilascio, da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e/o della Commissione UE, dei provvedimenti necessari per la validità e l’efficacia dell’accordo;
- che l’Enel ha provveduto nel frattempo a costituire due società per azioni, Valgen e Valdis, alle quali sono stati rispettivamente trasferiti i rami d’azienda della produzione e della distribuzione di energia elettrica;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
il Presidente della Giunta regionale per conoscere:
1) se e quali condizioni di cui in Premessa si sono tuttora verificate;
2) se, in particolare, è intervenuto il rilascio dell’assenso da parte dell’Authority e/o della Commissione UE: in caso affermativo, quali sono i contenuti e le eventuali prescrizioni.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
PrésidentLa parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV)L’accord-cadre passé entre la Région, la Finaosta et l’ENEL le 19 avril 2000 prévoit un certain nombre de conditions suspensives touchant les unes aux tâches des parties contractantes et les autres aux actes qui doivent être pris par des tiers. Pour ce qui est des tâches des signataires, telles que l’adoption des délibérations valables et effectives approuvant l’opération faisant objet de cet accord et la publication d’une loi régionale portant affectation des crédits nécessaires, elles ont été toutes régulièrement accomplies et les cocontractants ont été avisés de l’issue des procédures y afférentes.
Quant aux autres conditions suspensives, l’article 11 de l’accord en question subordonne l’effectivité de ce dernier à l’approbation de l’autorité garante de la concurrence et du marché et à l’approbation de la Commission européenne. Le 14 juin 2000 l’Autorité garante de la concurrence et du marché a décidé de ne pas entamer la procédure d’instruction préconisée par la loi n° 297/1990, portant dispositions pour la protection de la concurrence et du marché, dans la mesure où l’opération en question n’entraîne ni la création, ni le renforcement d’une position dominante susceptible d’éliminer ou de diminuer sensiblement et durablement la concurrence sur les marchés concernés. Par ailleurs cette même autorité n’a imposé aucune obligation aux parties contractantes.
En ce qui concerne la Commission européenne, nous savons que le 31 janvier dernier elle a adopté une décision au sujet de cette opération: "non sollevare obiezioni avendo constatato che la misura non costituisce aiuto". Elle n’a donc soulevé aucune objection à la réalisation de celle-ci étant donné que conformément au Traité de l’Union européenne les normes qui lui ont été notifiées, visées à la loi régionale n° 20/2000 portant mesures en vue de la prise de participation dans les sociétés de production, de distribution et de vente d’énergie électrique, ne tiennent pas lieu d’aides d’Etat.
Nous n’avons pas encore par ailleurs reçu le texte définitif de cet avis, mais d’après les renseignements dont nous disposons il n’y a pas lieu de croire que celui-ci fixe des prescriptions particulières à l’intention des signataires de l’accord. Aujourd’hui, avec l’adoption de cette décision de la Commission européenne, il est donc possible affirmer que toutes les conditions suspensives prévues par l’article 11 de l’accord-cadre passé entre la Région, la Finaosta et l’ENEL ont été régulièrement accomplies.
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)Ringrazio il Presidente per le risposte fornite a questa nostra interrogazione che, come si evinceva chiaramente dal testo della medesima, tendeva a sapere se si sono verificate le condizioni fissate nell’accordo-quadro.
Eravamo a conoscenza dell'assenso dell'Autorità per la concorrenza e per il mercato, non eravamo a conoscenza fino a questo momento dell’altra decisione pervenuta dalla Commissione europea; decisione che d’altronde è successiva al momento in cui abbiamo presentato l’interrogazione.
Quali considerazioni fare? La considerazione che possiamo fare è che se da un lato l’accordo ha avuto il suggello da parte di queste autorità esterne, d’altro canto noi rileviamo una grande contraddizione nella politica portata avanti dal Governo italiano relativamente al comparto elettrico nazionale, che è in fase di transizione dal monopolio statale a una progressiva cessione ai privati. Il Presidente sa benissimo che è in corso la privatizzazione della prima delle tre Genco, Elettrogen, per giungere a una completa cessione ai privati di 15.000 megawatt affinché anche in Italia si possa parlare di mercato elettrico libero.
Nel novembre scorso il Governo ha varato una disposizione che fissava al tetto del 30 percento la partecipazione pubblica massima. Ebbene in Valle d’Aosta, visto che l’operazione si è consumata prima di tale disposizione, il tetto della partecipazione è decisamente più alto, anzi è del 100 percento, quindi è un controllo totalitario della Regione tramite Finaosta in quella che è la Genco valdostana, la Valgen, di cui abbiamo avuto notizia recentemente.
È una contraddizione che non è di scarso rilievo. Se è vero quello che diceva poc’anzi il Presidente, dando lettura di uno stralcio del provvedimento dell’Autorità, che l’operazione secondo la stessa non appare idonea a creare o a rafforzare una posizione dominante nei mercati di riferimento, è altrettanto vero che di fatto in Valle d’Aosta una privatizzazione non si è realizzata, lasciando spazio a vera e propria regionalizzazione, anche perché nello stesso provvedimento, e non ci sembra di poco conto, si specifica che il maggior azionista di Finaosta è la Regione, che detiene il 78,2 percento di questa società.
La privatizzazione funziona dunque a due velocità nel nostro Paese: per le Genco nazionali che sono in fase di cessione in questo momento sussiste il tetto del 30 percento, per la Valle d’Aosta invece si è creata questa enclave di favore, probabilmente grazie al rapporto particolarmente stretto che c’è stato fra il Presidente Viérin e Franco Tatò, dove la "privatizzazione" ha assunto questo connotato particolare attraverso una società, la Finaosta, che è partecipata in forma più che maggioritaria dalla Regione e che controllerà al 100 percento la Genco valdostana. Noi abbiamo duramente contestato questa privatizzazione-farsa; sulla base delle indicazioni che oggi il Presidente ci ha fornito naturalmente il nostro occhio vigile non cesserà di mancare.