Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1821 del 7 febbraio 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1821/XI Accensione di nuovi mutui a tasso agevolato prevista dalla legge regionale 23/99. (Interrogazione)

Interrogazione Premesso che:

- la legge regionale 23/99 ha favorito l’estinzione dei mutui, con tassi onerosi e fuori mercato, contratti con le banche e assistiti da contributo regionale, permettendo così l’accensione di nuovi mutui agevolati;

- il concorso della Regione nel pagamento degli interessi semestrali avviene con rimborso al mutuatario di una quota parte;

Appreso:

- che all’atto di stipula dei nuovi mutui sarebbe stato imposto ai mutuatari di aprire un conto presso la Banca della Valle d’Aosta;

- che molteplici mutuatari non hanno ancora ricevuto il rimborso delle quote delle rate scadute nell’anno 2000;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l’Assessore alle Finanze per conoscere:

1) le cause di tali ritardi e i tempi entro i quali verranno effettuati i versamenti dei contributi in conto interesse;

2) l’ammontare finanziario delle quote sospese;

3) se corrisponda a verità il presunto obbligo di apertura di un c/c presso la Banca della Valle d’Aosta;

4) quanti sono i soggetti che, beneficiando delle previsioni della legge regionale 23/99, hanno contestualmente aperto un conto corrente presso la Banca della Valle d’Aosta.

F.to: Frassy - Tibaldi

PrésidentLa parole à l’Assesseur au budget, aux finances et à la programmation, Agnesod.

Agnesod (UV)Inizierò con il rispondere in maniera puntuale alle quattro domande, poi magari vorrei fare anche un breve commento complessivo su questa legge, tenuto conto della situazione in cui si trovano in questo momento questi stessi mutui nel resto d’Italia. Considerata la discussione che è in atto nel resto del paese per quanto riguarda la risoluzione delle problematiche che noi con questa legge già nel 1999 abbiamo risolto per quanto riguarda i cittadini valdostani.

Puntualmente occorre dire che la procedura, che è oggetto dell'interrogazione, riguarda uno dei quattro settori compresi nella legge n. 23, vale a dire agricoltura, edilizia, turismo, trasporti, artigianato; in effetti ci sono stati alcuni problemi per quanto riguarda il settore dell’edilizia residenziale pubblica.

La procedura di rimborso ai mutuatari prevede che la Regione liquidi alle banche contraenti, in questo caso BVA e Banca di credito cooperativo di Nus, Fénis e Saint-Marcel, il rateo di contributo in conto interessi a suo carico. Questo può avvenire solo una volta perfezionata, con atti deliberativi interessanti la posizione specifica di ogni mutuatario, la procedura di revoca dei precedenti contributi concessi ai sensi delle leggi regionali nn. 63/1981, 31/1983, 56/1986, nonché dei calcoli relativi alle posizioni arretrate da chiudere, e infine quelli della nuova concessione ai sensi della nuova legge n. 23/1999.

Le procedure sono in corso, e questo è contenuto nella dichiarazione che è stata sottoscritta dal servizio che si occupa di queste problematiche, ed entro la fine del mese di marzo le banche riceveranno i ratei maturati nel 2000. Trattandosi del primo semestre di avvio della nuova legge di rinegoziazione e di accollo dei nuovi ratei in sostituzione dei precedenti, la causa del ritardo è dovuta anche alle necessità di instaurare un nuovo sistema di cooperazione procedurale con le nuove banche compatibilmente con il vecchio regime, perché questo è rimasto comunque in funzione, in quanto non tutti gli aventi diritto finora hanno esercitato la scelta di rinegoziare, e ci sono pur sempre coloro a cui non conviene questo tipo di scelta, o non ne hanno i requisiti richiesti.

Per quanto riguarda le altre due domande, il titolare del mutuo da estinguere ha quindi la più completa libertà di scelta nel decidere a quale banca rivolgersi fra quelle con cui la Regione ha stipulato la convenzione, tenuto conto di un aspetto. E nel dare queste risposte si è obbligati a fare un breve excursus storico rispetto a quello che è stato il percorso che ci ha portati a concludere con la legge n. 23.

C’è stata la totale indisponibilità delle banche che avevano la gestione dei mutui iniziali, fra cui l’Istituto bancario S. Paolo, la Mediocredito, il gruppo CRT, non per mancanza di volontà sicuramente da parte dei rappresentanti locali, quindi dei direttori e dei responsabili in loco, ma per delle direttive che sono giunte loro dalle sedi centrali. Evidentemente questa era una premessa di quello che si sarebbe verificato successivamente e di cui si legge sui giornali in questi giorni. Quindi una posizione di arroccamento da parte delle banche titolari dei mutui, per evitare che questa grossa quantità di danaro possa scomparire dalle loro mani.

Noi abbiamo fatto questo tipo di azione in precedenza. Quando abbiamo visto questa totale indisponibilità da parte delle banche a fare questo tipo di azione, abbiamo stipulato queste convenzioni con Finaosta, BVA, Banca di credito cooperativo di Fénis, Nus, Saint-Marcel e la Banca di credito cooperativo valdostano.

Il titolare del mutuo ha la più completa libertà di scelta, come dicevo, nel decidere a quale banca rivolgersi per la stipulazione del nuovo mutuo, nell’ambito degli istituti sopracitati con i quali la Regione ha stipulato apposite convenzioni.

Una volta selezionata la banca di appoggio, l’apertura del conto corrente diventa semplicemente uno strumento operativo, del quale la banca si serve per procedere all’addebito delle rate di ammortamento e all’accredito dei contributi in conto interessi, in quanto è prassi operativa che ogni rapporto creditizio sia appoggiato da un conto corrente. Qui mi rifaccio alla domanda posta dal Consigliere.

Il numero di soggetti che hanno acceso un nuovo mutuo agevolato e contestualmente aperto un rapporto di conto corrente, ai sensi della legge n. 23, dalla data di entrata in vigore della legge stessa fino al 31 dicembre 2000, presso la BVA, sono 52 su un totale di 105 pratiche rinegoziate.

Non è un numero significativo; da quello che posso dire come Assessore alle finanze di questa regione, che ha partecipato alla costruzione di questa legge e alla convenzione con questi istituti, nel momento in cui questi istituti, che erano titolari dei mutui, non hanno accettato per delle scelte di carattere nazionale di procedere alla rinegoziazione di questi mutui, ci siamo convenzionati con altri istituti ed è più che naturale che colui che si rivolge a questi istituti apra un conto per poter operare. Inoltre esiste un rapporto fra cliente e istituto bancario, su cui non possiamo intervenire perché è un rapporto privatistico fra due soggetti che non hanno nulla a che vedere con la Regione.

Al di là di queste difficoltà, che ci sono state e che esistono, cioè il ritardo che si è verificato nel settore e di cui parlavo prima, al di là del rispetto che ho nel lavoro ispettivo che deve svolgere un consigliere rispetto a quanto non funziona come dovrebbe nell'Amministrazione, lavoro sicuramente utile per migliorare la vita amministrativa della nostra comunità, ribadisco che questa legge ha una portata notevole, è una legge che è riuscita a dare una risposta a un problema, che nel resto del paese in questo momento si è incagliato e non è ancora stato sbloccato.

Noi grazie alla possibilità che abbiamo avuto di convenzionarci con le nostre banche locali, siamo riusciti a dare una risposta ai nostri cittadini rispetto a questi tassi che superavano ogni limite ragionevole alcuni addirittura oltre i limiti di usura. Siamo riusciti a dare una risposta efficace che ha realizzato per la nostra regione nello scorso anno 25 miliardi di utile: 16 miliardi per la Regione e circa 10 miliardi di vantaggi economici per i mutuatari che hanno rinegoziato. Ripeto, solo per l’anno 2000 abbiamo avuto 25 miliardi in più in circolazione nella nostra Regione, grazie a questa legge.

Questa legge è stata prorogata, come tutti sappiamo, nell’ultima finanziaria, e avrà ancora un anno di efficacia; noi ci auguriamo che tutti quanti sono titolari di questi mutui procedano alla rinegoziazione, ricordo che sono 1853 pratiche. Sono interessati 5 settori: agricoltura, edilizia, turismo, trasporti, artigianato. È un capitale complessivo residuo di mutui di circa 140 miliardi, quindi è una legge che muove delle risorse abbastanza importanti, per questo è giusto andare a vedere se qualcosa non funziona nel meccanismo di attuazione della legge, però non fermiamoci lì: dobbiamo riuscire anche a valutare quale importanza e quale efficacia ha avuto e ha in questo momento una legge di questo tipo.

Ed è per questo motivo che dico, ammettendo che qualcosa non abbia funzionato, che dovremo rinnovare a tutte le strutture un ringraziamento per quello che hanno fatto, per come hanno operato su una legge nuova e difficile da applicare in un contesto abbastanza delicato, perché si va a coinvolgere e a scontrarsi con interessi non di poco conto, come abbiamo visto. Voglio ribadire l’importanza fondamentale che la legge ha avuto, tenendo conto in quale situazione tuttora si trova il resto del paese su questo problema dei mutui a tassi usurari, problema che noi abbiamo affrontato prima, già nel 1998 con la legge n. 12 per i fondi di rotazione, e successivamente con questa legge.

Quindi giudizio positivo su un variegato quadro formato da piccoli eventi, alcuni datati, su cui le banche hanno trovato magari delle motivazioni per poter creare qualche problema, ma credo che complessivamente si debba dare un giudizio estremamente positivo sull’operato di tutti?

(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)

? sul punto 2 mi pare di aver risposto subito: l’ammontare finanziario delle quote sospese. Il numero dei soggetti che hanno acceso un nuovo mutuo è di 52 su un totale di 105 pratiche rinegoziate, e poi l’ammontare finanziario delle quote sospese è di 156 milioni con la Banca della BVA e di 912.000 lire con la Credito cooperativo di Fénis, Nus, Saint-Marcel.

PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)Non siamo totalmente soddisfatti della risposta che l’Assessore ci ha fornito. Premetto che siamo invece totalmente soddisfatti e convinti di questa legge, tant’è che è una delle poche leggi che il nostro gruppo ha votato con convinzione e soddisfazione, e per certi versi l’ha caldeggiata prima ancora che fosse adottata, perciò sulla bontà della legge ci troviamo dalla stessa parte della barricata.

Per quanto riguarda invece le domande che abbiamo posto, devo dire che non abbiamo capito molto le risposte, anche perché forse l’Assessore non ha fatto lo sforzo di capire le domande. Ad esempio, le cause dei ritardi, diventa riduttivo e semplicistico sostenere che ci sono dei problemi dovuti a dei ritardi, questo lo abbiamo capito anche noi. Se i ritardi sono quelli che a distanza di un anno e mezzo non siamo ancora riusciti ad estinguere le precedenti situazioni, riteniamo che questo sia un problema che è compito del suo Assessorato risolvere, e risolverlo con tempi diversi, anche perché è vero che la legge è stata prorogata, ma è altrettanto vero che l’Amministrazione regionale, ricevute le domande di rinegoziazione, ha 15 giorni di tempo per trasmetterle agli istituti che sono stati indicati dai cittadini. Questo è stato scritto nella legge, ma non è stato poi nei fatti gestito.

Se non mi sfugge il meccanismo della rinegoziazione dei mutui, contrariamente ai precedenti mutui - per i quali le banche prendevano direttamente l'integrazione della parte pubblica -, per questi nuovi mutui rinegoziati è il cittadino che riceve il rimborso successivamente al pagamento integrali della quota di interessi.

Allora devo notare che quando erano le banche a pretendere il versamento delle rate, l’Amministrazione era più puntuale; quando invece è il cittadino che deve aspettare il pagamento delle rate, vediamo che su 156 milioni, che non mi sembrano una grande cifra, i cittadini ancora stanno aspettando, perché sono scadute le rate di giugno e di dicembre senza che avvenisse ciò che la legge doveva mettere in atto.

Paradossalmente, Assessore, l’unico beneficiario ad oggi è l’ente pubblico, in quanto i cittadini non hanno ancora avuto il beneficio che la legge prospettava loro.

L’apertura del conto corrente, che noi definiamo presunto obbligo, mi sembra che sia più che un presunto obbligo una mezza certezza, nel senso che secondo i dati che ci ha fornito, 52 nuovi conti correnti aperti su 105 pratiche la dicono lunga. Perché? Perché c’è il cittadino che è più attento ai suoi diritti e che rifiuta certe imposizioni.

Io la invito formalmente a predisporre, di pugno suo, una nota a Finaosta, alla BVA e alle Banche di credito cooperativo, affinché evitino di mettere in atto quelle pressioni alle quali non tutti sono in grado di rispondere di no, perché dopo la presentazione di questa interrogazione abbiamo avuto segnalazioni su segnalazioni di cittadini che sono stati obbligati, nel senso che gli è stato detto: "se non apri il conto corrente, non ti possiamo istruire la pratica del mutuo".

Questo atteggiamento lo riteniamo scorretto per due motivi: il primo, di principio, nel senso che nell’era della libertà di circolazione, di movimento di cose e di capitali, diventa paradossale subordinare un mutuo all’apertura di un conto corrente; il secondo, ancora più grave, perché non c’è una disposizione in tal senso né nella legge, né nelle convenzioni. Perciò riteniamo che ci si trovi di fronte ad un abuso di una posizione di tipo dominante. E questo è ancora più grave, Assessore, perché questo abuso viene da soggetti che bene o male sono ormai controllati e partecipati dall’amministrazione pubblica. Perciò la invito formalmente a prendere posizione in questo senso e a darcene comunicazione. Detto questo, auspichiamo che vengano risolti quei ritardi che hanno finora bloccato la gestione della contribuzione in conto interessi a beneficio dei cittadini.