Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1630 del 15 novembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1630/XI Risultanze dell'incarico di consulenza di cui alla deliberazione di Giunta n. 4243/94 per lo studio del fenomeno alluvionale del 1993. (Interrogazione)

Interrogazione Ricordata la recente e tragica alluvione;

Evidenziati i numerosi danni riportati nella zona della bassa Valle d’Aosta, dal comune di Montjovet fino a Pont-Saint-Martin, dovuti principalmente ad esondazioni provocate anche dai ponti che, attraversati dalla piena, fungevano da "tappo" allo scorrimento dell’acqua e del materiale ivi trasportato;

Considerato che da tempo era stato sollevato da più parti l’esigenza di verificare la possibilità, alla luce anche dei piani e degli studi già predisposti, di realizzare nuovi interventi finalizzati, oltre al consolidamento delle arginature e alla pulizia dell’alveo della Dora Baltea, alla ristrutturazione o miglioramento dei ponti presenti nella bassa Valle, attraverso un innalzamento dei ponti o un aumento della sezione idraulica degli stessi, al fine di ostacolare in maniera minore possibile il deflusso dei corsi d’acqua, soprattutto nei periodi di piena;

Richiamata la delibera di giunta n. 4243/94 con la quale si affidava l’incarico per lo studio del fenomeno alluvionale del 1993, nonché per l’individuazione dei criteri di intervento sul territorio valdostano in modo da poter definire le azioni future necessarie di difesa diretta e indiretta;

Tenuto conto che all’articolo 2 del disciplinare dell’incarico di consulenza di cui sopra viene affermato che tale consulenza deve fornire anche criteri previsionali in merito alle evoluzioni future del dissesto idrogeologico e che tra le aree studiate vi è la "Bassa Valle della Dora Baltea da Châtillon al confine regionale per un totale di 160 kmq";

Ritenuto che si debba agire in maniera efficiente e tempestiva per far in modo che tali problematiche non si ripresentino in futuro;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per conoscere:

1) quali erano le indicazioni, individuate dallo studio effettuato a seguito della delibera di giunta di cui sopra, per la definizione delle azioni future di difesa nelle aree oggetto di studio e più precisamente Valle di Cogne, Valle di Valsavarenche, Valle del Lys, Valle della Clavalité e Bassa Valle della Dora Baltea;

2) in merito all’area studiata "Bassa Valle della Dora Baltea da Châtillon al confine regionale per un totale di 160 kmq" se gli interventi previsti, alla luce della recente alluvione, sono stati ritenuti sufficienti o se invece occorre rivedere il tutto onde definire azioni migliori a difesa futura del territorio valdostano;

3) se esiste la volontà di valutare positivamente, nel prossimo futuro, la redazione di un piano che preveda, a seguito di un approfondito studio, relativo ad ogni ponte presente nella bassa Valle d’Aosta, nuove misure da adottare per far sì che tali strutture ostacolino, in futuro, nella misura minore possibile il deflusso dei corsi d’acqua, soprattutto nei periodi di piena.

F.to: Lanièce - Viérin M.

PrésidentLa parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV)Gli obiettivi dello studio idrologico-idraulico relativo all'evento del 1993, che era stato affidato al Prof. Butera e al Geologo Dott. Leporati, erano finalizzati alla definizione di vincoli territoriali o limitazioni d'uso da applicare in relazione ai fenomeni di pericolosità idrogeologica, all'individuazione dei criteri di intervento per le opere di contenimento delle piene per la salvaguardia della naturalità degli alvei, all'individuazione dei meccanismi di compensazione da attuare per la compatibilità idraulica degli interventi da realizzare, alla definizione delle opzioni di intervento in termini di opere di protezione e di regimazione, funzioni e servizi di piena, esigenze di salvaguardia e riqualificazione ambientale degli alvei, alla definizione di interventi atti a fronteggiare possibili situazioni di emergenza, all'elaborazione di vincoli di cautela e indirizzi di approfondimento e supporto dei processi insediativi o infrastrutturali in relazione alle condizioni di fragilità e di instabilità del suolo e definizione degli orientamenti di difesa diretta e indiretta. Inoltre, erano volti all'indicazione di indirizzi di progettazione a livello di fattibilità di sistemi di opere ingegneristiche o di provvedimenti amministrativi necessari per risolvere le singole situazioni di squilibrio.

Lo studio effettuato ha consentito di approfondire non solo le tematiche idrologiche ed idrauliche relative a tale evento, ma ha anche dato lo spunto per una rielaborazione di dati pluviometrici e di portata che ora risultano disponibili e di immediata utilizzazione per i singoli utenti.

Significativo è stato il raffronto con altri eventi di piena. Lo studio individuava per la definizione delle azioni future di difesa indiretta iniziative mirate a porre in essere o a riprendere stazioni di misura di portata sia sulla Dora Baltea sia lungo i suoi affluenti. Si riteneva questa iniziativa prioritaria e fondamentale per una corretta gestione del territorio e per una conoscenza fisicamente basata degli eventi calamitosi che si presentassero in futuro in Valle.

Il programma di installazione delle stazioni idrometrografiche è stato quindi avviato e oggi operano 12 stazioni automatiche di rilevamento dei livelli idrici, alcune delle quali sono anche dotate di strumentazione per la misura dei quantitativi di pioggia.

Per quanto attiene le azioni di difesa indiretta, lo studio indicava che la miglior difesa consistesse nel lasciare al corso d'acqua tutte le possibili zone di espansione laddove queste sono compatibili con un territorio fortemente antropizzato.

Si segnalava peraltro che un eccesso di impostazione naturalistica avrebbe potuto portare a situazioni difficilmente governabili in caso di eventi estremi.

Si era previsto dunque di consentire l'espansione delle acque di piena per attenuare i colmi solo nella ragionevole certezza di aver realizzato idonee opere di delimitazione o di avere individuato quelle aree sulle quali fare esondare senza eccessivi danni le portate eccedenti assegnati valori.

Al piano tecnico necessario per contenere i colmi di piena doveva essere affiancato un piano economico chiaro e conosciuto destinato a risarcire con prontezza e congruità i danni patiti dai proprietari dei terreni ove questi venissero asserviti a funzioni di espansione.

Con il piano stralcio delle fasce fluviali sono state individuate e create aree di esondazione.

Alle azioni di difesa indiretta andavano associate azioni di difesa diretta; esse per gli inevitabili oneri di carattere economico per le scelte territoriali quasi sempre irreversibili che comportano vanno graduate e monitorate nel loro comportamento una volta realizzate. Si è ritenuto dunque doveroso segnalare la necessità dell'avvio di una puntuale verifica delle opere idrauliche a cominciare da quelle più importanti per verificare la loro compatibilità con i livelli idrometrici correlati ad assegnati tempi di ritorno.

Tale attività è stata svolta nella generale attività di verifica e di ricostruzione conseguente all'evento alluvionale del 1993 intervenendo dove erano emerse carenze. Per quanto attiene la presenza di materiale litoide in alveo, che era stata definita una causa predisponente ad eventi calamitosi nel 1993, si prevedeva una sua oculata asportazione solo dopo i rilievi di tipo topografico e granulometrico, questi ultimi mirati all'individuazione di eventuale materiale fine sottostante il materiale alluvionale superficiale recente secondo le indicazioni delle direttive in materia di attività estrattive, delle aree fluviali e del bacino del Po dell'Autorità di bacino.

Per quanto attiene le opere più propriamente strutturali, non si era ritenuto dover dare suggerimenti specifici avendo avuto modo di constatare la competenza sia degli uffici tecnici regionali sia di singoli professionisti via via incaricati di realizzare specifici interventi. Si suggeriva dunque, in prima fase e in via sperimentale, tipologie di arginature lungo gli alvei che percorrono le conoidi costituite da muri in cemento armato rivestiti con materiali lapidei di grosse dimensioni. Il suggerimento scaturiva dalla necessità di assicurare una maggior sicurezza all'opera nei confronti di un possibile sfondamento laterale, provocabile dal trasporto solido con conseguente invasione delle aree urbanizzate sulle conoidi di fondovalle.

Per quanto attiene le opere trasversali, briglie, soglie di fondo, si suggeriva invece la verifica mediante prove su modello idraulico.

Per quanto riguarda la seconda questione posta in relazione al bacino della bassa valle della Dora Baltea, la dinamica fluviale della Dora Baltea nella bassa Valle ha confermato la correttezza degli interventi realizzati, sia strutturali (opere puntuali) sia non strutturali (creazione di aree di laminazione delle piene) anche se le rilevanti portate non sono state contenute né dalle opere di difesa, né dalle aree di laminazione definite dal piano stralcio delle fasce fluviali.

Gli afflussi idrici dell'ultimo evento non possono essere contenuti con opere di difesa strutturali, ma solo potenziando il sistema di laminazione della Dora che quindi va potenziato e anche rivisto in alcuni punti. Bisogna sicuramente intervenire puntualmente in alcuni casi che hanno dimostrato di costituire un rallentamento del regolare deflusso, ma non è ipotizzabile la creazione di un sistema di arginature che impedisca l'esondazione.

Bisogna puntare a una difesa maggiormente mirata e puntuale delle infrastrutture dei centri abitati lasciando la restante porzione del territorio comunque a disposizione del corso d'acqua. Si prospettano quindi interventi più di natura normativa che strutturale, con previsione ad esempio di vincoli d'uso o delocalizzazioni.

Per quanto riguarda la terza questione, i recenti eventi alluvionali hanno dimostrato che accanto ai ponti, da sempre punto di attenzione in caso di piena, bisogna rivedere il sistema degli attraversamenti viari e del drenaggio delle acque sui versanti. Per i ponti saranno sicuramente da rivedere i criteri di calcolo, aumentando i parametri di sicurezza rispetto al trasporto solido e ampliare dove è possibile ancora più le sezioni. Operativamente, bisogna censire tutti i punti critici, valutarne l'efficienza rispetto a possibili fenomeni di trasporto liquido e solido e quindi definire un programma di interventi per provvedere all'adeguamento delle situazioni critiche.

PrésidentLa parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut)Prendo atto della risposta dell'Assessore, il quale nella parte conclusiva del suo intervento ha evidenziato quello che poteva essere l'aspetto principale di questa iniziativa che riguardava proprio il problema dei ponti e delle infrastrutture che attraversano i corsi d'acqua, che tutti quanti hanno potuto vedere che hanno rappresentato, in alcune parti del territorio regionale, degli ostacoli al deflusso dell'acqua, causando esondazioni.

È opportuno, e mi sembra che l'Assessore lo abbia precisato nella sua risposta, rivedere a fondo questi punti critici in modo da verificare per ciascun ponte sia i criteri di calcolo che la possibilità di ampliare la sezione.

Con questa iniziativa abbiamo chiesto anche di verificare la possibilità di realizzare dei cosiddetti "ponti mobili". Anche se si tratta di cose avveniristiche e magari di un certo costo, penso che nell'ottica di una revisione completa di queste strutture e nell'ottica di uno studio attento onde evitare in futuro ulteriori danni, si possa includere in questo studio anche la possibilità di fare questi esperimenti che sono già stati realizzati in altri paesi con buoni risultati.

In questa ottica invitiamo l'Assessore a prestare molta attenzione a questo piano di revisione, in modo particolare per quanto riguarda i ponti. In questa interrogazione è stata indicata solo la bassa Valle, ma il riferimento va esteso a tutta la regione; penso sia opportuno, alla luce degli eventi tragici del mese scorso, porre in essere delle azioni in modo da evitare, in futuro, ulteriori rischi anche perché è importante tener conto di quanto è successo per migliorarsi in futuro.

È vero che una piena di questo genere ci auguriamo che non si verifichi più, però da parte di un'amministrazione seria occorre porre in essere tutte quelle iniziative che possano prevenire in futuro ulteriori danni dovuti ad esempio al fatto che delle strutture come i ponti possono ostacolare il flusso e fungere da veri e propri "tappi" con le conseguenze che abbiamo visto soprattutto in bassa Valle. Visto che c'è la volontà da parte dell'Assessorato di predisporre questo studio, penso che sia opportuno tenere in considerazione questo problema perché è giusto cercare tutti insieme di dare una migliore soluzione a questi fatti in modo che se per caso certi eventi dovessero accadere di nuovo, ci siano danni inferiori a quelli che si sono verificati a seguito dell'alluvione del mese scorso.

PrésidentC'est sur ce point que nous achevons les travaux de cette séance.

Les travaux reprendront demain matin à 9 heures 15.

La séance est levée.