Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1628 del 15 novembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1628/XI Applicazione del Patto per lo sviluppo della Valle d'Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso che il Patto per lo Sviluppo della Valle d’Aosta sottoscritto in data 17 maggio 2000 dalla Giunta regionale e dai rappresentanti delle parti sociali, economiche e sindacali presenti sul territorio, non ha ancora trovato applicazione;

Constatato che il Patto è stato rimesso in discussione da alcune parti che lo hanno sottoscritto;

Preso atto che il Consiglio regionale a breve sarà chiamato ad approvare il bilancio di previsione per l’anno 2001;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale e l’Assessore competente per conoscere:

1) quali azioni intende mettere in atto al fine di valorizzare l’iniziativa e realizzare l’impegno unitario e comune di tutte le categorie sociali, economiche e sindacali a sostegno del Patto stesso;

2) il rapporto che ritiene debba sussistere fra il Patto per lo sviluppo e il Bilancio di previsione per l’anno 2001, con particolare riferimento alle risorse da prevedere per garantire l’attuazione dei progetti che saranno previsti sul piano sociale, occupazionale ed economico;

3) i tempi entro i quali intende mettere in atto il Patto sopra richiamato.

F.to: Beneforti

PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Nei giorni successivi alla firma del Patto per lo sviluppo, avvenuta nel pomeriggio del 17 maggio 2000, abbiamo discusso di quel documento in questa sede a seguito di un'interrogazione presentata da parte nostra. Con quella interrogazione volevamo conoscerne i contenuti e se, dopo le ottimistiche dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Ferraris e dal Presidente della Giunta e se dopo le critiche e le dichiarazioni rilasciate da parte di alcuni firmatari, il patto era sempre valido.

Oggi abbiamo presentato questa interpellanza per conoscere più o meno le stesse cose. Infatti si tratta di conoscere quali sono le intenzioni della Giunta rispetto alla realizzazione del patto, quali iniziative intende mettere in atto per riportare le parti firmatarie a un tavolo unitario di confronto, quale rapporto e sostegno per quanto riguarda le risorse necessarie c'è fra il patto e il bilancio di previsione degli anni prossimi ed infine i tempi entro i quali si ritiene che il patto possa avere applicazione visto anche il ritardo che si è accumulato nel tempo.

Riteniamo che il patto per essere credibile, oltre ad ottenere il consenso delle parti sociali e di tutte quelle che sono interessate, debba trovare le risorse necessarie a disposizione nel bilancio di previsione dell'anno prossimo.

Certamente sul bilancio esprimeremo il nostro giudizio quando verrà portato al confronto in Consiglio, anche se siamo a conoscenza di quanto basta per non essere ottimisti. A nostro avviso così come è impostato il bilancio non c'è molto spazio per aprire al nuovo e tanto meno al "Patto per lo sviluppo" anche se era previsto che nel mese di settembre le parti sociali potevano contribuire con proposte e valutazioni alla fase preparatoria del bilancio di previsione, cosa che non è avvenuta, almeno a quanto ci è stato riferito da certe parti sociali che partecipano alla realizzazione del Patto per lo sviluppo.

Dato che il Patto per lo sviluppo rientra negli impegni programmatici che la Giunta e questa maggioranza si sono date all'inizio di legislatura e che intendono realizzare, come hanno più volte detto, siamo qui per conoscere come questa maggioranza e la Giunta si muoveranno e faranno fronte agli impegni che la realtà impone a tutti.

Mi fermo qui e mi riservo di tornare sull'argomento dopo la risposta dell'Assessore.

Si dà atto che dalle ore 19,05 riassume la presidenza il Presidente Louvin.

PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Come ricordava il Consigliere Beneforti il Patto per lo sviluppo, che è stato sottoscritto a maggio, è un patto nato dalla volontà comune della Giunta regionale e delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di rappresentanza delle categorie economiche e professionali della Valle d'Aosta di, come cita il Patto, creare uno strumento di confronto nel rispetto dei reciproci ruoli autonomi in un quadro di finalità programmate e condivise, di mettere in atto le iniziative e di assumere comportamenti coerenti con l'obiettivo di assicurare all'economia e alla società regionale il raggiungimento di ulteriori livelli di sviluppo qualitativi e quantitativi. Sulla base di queste dichiarazioni di intenti le parti hanno individuato alcune linee strategiche da perseguire e una serie di obiettivi prioritari.

Credo che sia prioritario chiarire quali sono le finalità del patto. Esse derivano dal fatto che nasce da un confronto basato sul metodo della concertazione il cui scopo, come indicato nel documento, è quello di progettare e realizzare, attraverso un confronto e il negoziato permanente fra le istituzioni e le parti sociali, una nuova forma di partecipazione al processo di definizione delle scelte fondamentali di politica economica e sociale della Regione, nella convinzione che il confronto concertativo consenta alla dialettica fra le parti di svilupparsi in un quadro di finalità programmatiche condivise, quindi un patto che è visto come un processo di confronto continuo e di continuo approfondimento delle questioni.

Il patto definisce anche un metodo di relazione, definisce dei momenti di confronto e in questo contesto le parti si sono impegnate ad assumere comportamenti coerenti fermo restando le autonomie e le prerogative degli organi legislativi nei cui confronti la Giunta regionale si impegnerà a proporre e a sostenere gli indirizzi concertati. Questo significa che i frutti della concertazione verranno in Consiglio e sarà questa la sede in cui le indicazioni troveranno la loro concretizzazione in atti legislativi o pronunciamenti.

Sono stati identificati degli obiettivi prioritari che riguardano la modernizzazione della Pubblica amministrazione, la riforma dei servizi camerali e la razionalizzazione dei servizi esistenti, le imprenditorie e l'occupazione, le politiche di settore e l'individuazione di sinergie fra i vari settori economici, la qualità della vita e la coesione sociale.

Questi temi sono al confronto fra le parti e, qualora si giunga alla definizione di accordi, dovranno trovare una concretizzazione in Consiglio regionale per quanto riguarda la loro trasformazione in atti legislativi.

Per quanto riguarda l'operatività del patto fino ad oggi, il tavolo del patto si è riunito nella sessione del mese di settembre, come previsto nel documento, per valutare l'evoluzione in corso dell'anno e contribuire con proposte e valutazioni alla fase preparatoria del bilancio di previsione regionale.

Non mi risulta da questo punto di vista che il patto, come si scrive nell'interpellanza e come viene ricordato adesso dall'intervento di Beneforti, sia stato rimesso in discussione da alcune delle parti che lo hanno sottoscritto, non è così. È normale che a un tavolo intorno al quale siedono un numero rilevante di attori possano sorgere opinioni differenziate sulle modalità procedurali perché l'esistenza di un contraddittorio in questa materia, specie in fase di avvio di un nuovo protocollo di relazioni fra soggetti socio-economici e istituzionali, ritengo che sia del tutto normale e che non significhi affatto che quanto è sottoscritto nel patto è stato rimesso in discussione.

Nella riunione di settembre si è convenuto di fare un approfondimento su un tema specifico, che è quello dell'area ex-Cogne, e si è poi tenuta una riunione l'11 ottobre in cui le parti firmatarie del patto hanno potuto approfondire quello che si sta facendo per quanto riguarda la bonifica, la reinfrastrutturazione, la promozione e la reindustrializzazione dell'area.

Si è concordato di avviare una serie di incontri bilaterali fra Finaosta e i vari firmatari del patto per meglio comprendere le aspettative che ogni settore ha rispetto a quest'area anche nell'ottica di una sua promozione mirata.

L'aver affrontato la questione dell'area Cogne risponde infatti alle esigenze di informazione e alla possibilità di mettere gli interlocutori del patto nelle condizioni di fare delle proposte rispetto all'utilizzazione dell'area.

È altrettanto vero che successivamente ci sono stati degli incontri il 20 ottobre e il 7 novembre che, vista l'emergenza legata all'alluvione, si sono occupati di questa questione; si sono sentiti gli attori economici e sociali in piena emergenza il 20 ottobre, insieme ai quali nella riunione del 7 novembre sono state condivise le linee prioritarie per il bilancio regionale per il 2001, dove le parti sociali rispetto all'impostazione che è stata data al bilancio, che è quella di operare per la ricostruzione, hanno deciso di agire per un rilancio dell'economia regionale, hanno dato un sostanziale assenso.

È altrettanto vero che questo evento ha modificato alcuni elementi dello scenario, ma il clima che c'è all'interno del confronto è positivo. Il patto non definisce una rigida tempistica, ma delinea delle linee strategiche e degli obiettivi che si intendono raggiungere unitariamente. I tempi di realizzazione di questi obiettivi sono legati all'individuazione di soluzioni che devono essere concordate fra le parti.

Ricordavo prima che l'alluvione ha imposto nuove priorità, ma ha anche indirettamente riconfermato l'impostazione del patto stesso sottolineando come in un momento difficile il ruolo della concertazione sia particolarmente importante, perché io credo che per affrontare e risolvere i problemi posti dall'alluvione sia necessario mobilitare le migliori intelligenze della Regione e il coinvolgimento delle categorie economiche e sociali e delle organizzazioni sindacali va in questa direzione.

In conclusione è normale che ci sia una fase di discussione e il fatto che i sottoscrittori del patto non siano sempre d'accordo su ogni singola procedura e questione è un dato fisiologico.

Non mi risulta, anche per averlo verificato personalmente, che alcuna organizzazione firmataria nelle sedi formali di confronto sin qui avviate abbia mai messo in discussione il patto.

PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Prendo atto della risposta dell'Assessore e lo ringrazio, ma ero e resto alquanto perplesso.

Approvo le finalità del patto, le condivido, come condivido che vengano stabiliti degli obiettivi prioritari, ma mi rendo conto che il futuro della Valla d'Aosta non si presenta roseo sia per l'incendio del traforo, sia per la grave alluvione che ha colpito la Valle d'Aosta e soprattutto per il modo che ha di amministrare la Regione questa maggioranza, il modo che ha di gestire il bilancio.

Ritengo che manchino delle scelte certe e credibili e se queste scelte non si fanno, ne pagheremo le conseguenze nel futuro. Voglio fare alcune riflessioni. Riteniamo che occorra una riconsiderazione totale del modo di gestire la nostra Regione, la nostra autonomia, le nostre risorse a costo anche di rivedere da parte della maggioranza il suo programma di legislatura; una riconsiderazione su quanto ci sta di fronte deve essere fatta.

Se non è così, occorre fare almeno una verifica sui risultati raggiunti fino ad oggi alla luce degli investimenti avvenuti nei singoli settori agli effetti produttivi, agli effetti occupazionali e anche agli effetti sociali.

Il Patto per lo sviluppo è un obiettivo che si deve raggiungere, però occorre rimettere insieme le parti che lo hanno rimesso in discussione. Ora, voi dite che non è stato rimesso in discussione e che si è svolto solo un confronto, un confronto interno. Io questo lo comprendo ma, quando il confronto va all'esterno e vengono pubblicate sui giornali le prese di posizione delle parti che tre giorni prima avevano firmato il patto, io credo che ci sia la rimessa in discussione e non sia più un semplice confronto. Pertanto le parti vanno rimesse insieme, se la strada è quella del Patto di sviluppo, tramite confronti mirati di consolidamento dei contenuti senza imposizioni da parte di nessuno.

Si deve consolidare una situazione, dei contenuti senza che ci sia imposizione da parte di nessuno; occorre, altresì, definire il patto considerandolo strumento essenziale, credibile da valorizzare da parte delle parti che lo hanno sottoscritto o che lo sottoscriveranno. Questa deve essere l'opera che svolge la Giunta regionale.

Infine occorre che alla firma del patto faccia seguito la coerenza, quella coerenza che fino ad oggi non c'è stata da parte di coloro che lo hanno firmato.

Se non c'è coerenza, il patto resterà un libro dei sogni, resterà sulla carta e resterà il libro delle nuove volontà che non si realizzano.

Torneremo sull'argomento in seguito sia quando sarà portato in Consiglio una volta definito, sia quando discuteremo del bilancio. Spero che si abbia il coraggio di fare quelle scelte che oggi sono indispensabili, non ultime le scelte che riguardano i rapporti a livello europeo e con il Governo centrale, rapporti che devono essere sì rivendicativi, ma anche politici e visti in un contesto federalista più di quanto non sia oggi.